Commissione parlamentare di inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito

Mercoledì 2 febbraio 2011
17a Seduta

Presidenza del Presidente
COSTA


Interviene la dott.ssa Antonietta Gatti, consulente, responsabile del Laboratorio dei Biomateriali dell'Università di Modena e Reggio Emilia e docente di Biomateriali alla Facoltà di Biotecnologie.

Assistono alla seduta, ai sensi dell'art. 23 comma 6 del Regolamento interno, i collaboratori della Commissione, dott. Alessandro Mancuso e capitano Paride Minervini.



La seduta inizia alle ore 14,10


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna.


COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE

Il PRESIDENTE ricorda che su alcuni quotidiani sono apparsi recentemente articoli che sottopongono a critiche, anche molto severe, l'operato della Commissione e suo personale. Tali articoli riprendono i termini della polemica da tempo condotta da una associazione denominata "Osservatorio militare", che ha esplicitamente parlato di comportamenti devianti della Commissione rispetto alle finalità ad essa assegnate dalla deliberazione istitutiva, ha sollecitato non meglio precisati interventi delle massime autorità dello Stato e ha attribuito al Presidente stesso dichiarazioni del tutto false, che negherebbero il ruolo dell'uranio impoverito, indicando invece come causa delle gravi patologie che hanno colpito i reduci dei Balcani fattori quali tatuaggi, zampironi e telefoni cellulari. Risulta altresì che tali accuse, del tutto infondate, siano state riprese anche nel corso di un sit-in di protesta, svoltosi la settimana scorsa davanti al Ministero della Difesa, con l'asserito fine di sventare un presunto piano di insabbiamento della questione dell'uranio impoverito, piano alla cui origine sarebbe un emendamento approvato dalla Camera dei deputati in occasione della discussione del disegno di legge di conversione del decreto legge di proroga delle missioni internazionali ed unanimemente apprezzato dalla Commissione. Tale emendamento, infatti, si propone di dare attuazione piena ad una indicazione già contenuta nella relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito presieduta nella passata legislatura dalla senatrice Brisca Menapace: in questo documento, come è noto, si prendeva atto che il nesso diretto di causalità tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere di patologie tumorali non poteva essere né provato né negato con certezza assoluta e si suggeriva come indirizzo di politica legislativa l'adozione di un criterio probabilistico, in base al quale il fatto stesso che l'evento morboso si fosse verificato avrebbe dovuto costituire di per sé, a prescindere dalla dimostrazione del nesso causale, motivo sufficiente per il ricorso agli strumenti risarcitori. Avendo aderito a tale orientamento, la Commissione ha accolto con soddisfazione l'approvazione da parte della Camera dei deputati di una modifica alla legislazione vigente che, in attuazione del predetto criterio, riconduce tutte le patologie contratte nel corso delle missioni internazionali a peculiari condizioni ambientali e operative, nell'ambito delle quali, ovviamente, deve considerarsi ricompresa anche la eventuale contaminazione da uranio impoverito e da nanoparticelle di minerali pesanti.
Il Presidente dà quindi lettura di un comunicato che, oltre a riprendere i temi da lui illustrati, e a chiarire quindi il pensiero della Commissione su questioni particolarmente controverse - tra cui anche quelle relative alla cosiddetta "ipotesi vaccinale" - segnala omissioni e gravi inesattezze di alcuni articoli apparsi sulla stampa quotidiana negli ultimi giorni. Riferendosi infine all'incontro del sottosegretario Cossiga con una delegazione dei manifestanti che hanno preso parte al sit-in sopra ricordato, fa presente di avere saputo per le vie brevi che in tale occasione il capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della Difesa ha dato ampie delucidazioni sull'emendamento già citato, fugando ogni residuo dubbio in coloro i quali, oggetto di una campagna di disinformazione, hanno in buona fede ritenuto che la Commissione si stesse allontanando dalle sue finalità istituzionali. Peraltro, il sottosegretario Cossiga sarà presente la prossima settimana in Commissione proprio al fine di chiarire i temi fin qui trattati.

Il senatore AMATO (PdL), nel dichiararsi in piena sintonia con i contenuti del comunicato di cui il Presidente ha dato lettura, sottolinea l'importanza di un chiarimento con il sottosegretario Cossiga e osserva che i rilievi e le critiche mosse contro la Commissione, a suo avviso integralmente ispirate dall'associazione "Osservatorio militare", sono dettate dalla volontà di intralciare un'inchiesta parlamentare che tende a fare chiarezza su una vicenda molto complessa. In particolare, va considerato che nell'attuale situazione di incertezza si moltiplicano i ricorsi alla magistratura per il risarcimento di danni alla salute da parte di reduci di missioni internazionali, con esito positivo per i ricorrenti anche con riferimento a teatri operativi dove non vi fu uso di armi all'uranio impoverito. Le sentenze di accoglimento delle richieste di risarcimento - da ultimo una decisione del Tribunale di Firenze che sarebbe opportuno acquisire - non solo sono molte onerose ma, oltre al giusto ristoro di diritti lesi, costituiscono anche una fonte di lucro per chi assiste i ricorrenti. E' pertanto necessario che la Commissione svolga appieno il suo ruolo di sostegno alle vittime ed ai superstiti, anche impedendo che essi vengano strumentalizzati da interessi non sempre trasparenti.

Il senatore RAMPONI (PdL) riferendosi all'intervento introduttivo del Presidente, osserva che al momento, non potendosi né negare né escludere la dipendenza causale delle patologie dall'esposizione all'uranio impoverito, si dovrebbe riconsiderare la denominazione breve adottata per la Commissione, nella quale il riferimento al solo uranio impoverito sembra fuorviante e inadeguato a dare conto dell'ampiezza del raggio dell'inchiesta e dei molteplici fattori patogeni da essa presi in considerazione.

Il senatore GALLO (PdL) riferendosi a una recente sentenza del Tribunale di Roma che condanna il Ministero della Difesa a risarcire i parenti di un militare reduce del Kosovo, deceduto per il linfoma di Hodgkin, segnala l'esigenza di non ignorare pronunce della magistratura che danno riscontro ad alcune teorie sulle cause delle malattie e dei decessi, tanto più che, nel caso di specie, la decisione in ordine alla sussistenza del nesso causale tra la patologia e la missione si è basata, tra l'altro, su un rapporto stilato dalla dott.ssa Gatti. A suo parere, è pertanto prioritario che la Commissione si adoperi nella direzione di uno snellimento delle procedure per l'erogazione alle vittime e ai superstiti degli indennizzi previsti dalla legge, rimuovendo i vincoli che sono stati accertati nel corso dell'inchiesta e, al tempo stesso, agevolando, laddove possibile, accordi di carattere transattivo per il risarcimento del danno subito.

Il PRESIDENTE ricorda che la denominazione della Commissione è definita dall'intitolazione della Deliberazione istitutiva del 16 marzo 2010. Fa quindi presente al senatore Ramponi che essa può essere modificata solo da una successiva deliberazione del Senato, della quale, peraltro la Commissione o singoli membri di essa possono farsi promotori. Per quel che riguarda i rilievi del senatore Gallo e del senatore Amato, ritiene opportuno dedicare una seduta all'esame delle sentenze in materia di risarcimento del danno da contaminazione da uranio impoverito.

La Commissione, all'unanimità, conferisce quindi al Presidente il mandato di dare la massima diffusione al comunicato di cui è stata data lettura.


SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI

Il PRESIDENTE dispone, ai sensi dell'art. 13 comma 3 del Regolamento interno, l'attivazione del circuito audiovisivo per il prosieguo della seduta.


Audizione della dott.ssa Antonietta Gatti

Il PRESIDENTE rivolge un cordiale saluto alla dott.ssa Gatti, alla quale dà la parola per una integrazione della relazione da lei svolta nella seduta del 26 gennaio.

La dott.ssa GATTI osserva preliminarmente che il riferimento ai proiettili all'uranio impoverito ebbe origine, soprattutto tramite la grande stampa di informazione, in relazione all'insorgere di patologie inspiegabili tra i reduci di missioni internazionali, con riferimento soprattutto alla prima Guerra del Golfo e alle missioni di pace nei Balcani. Per quel che riguarda la sua esperienza, peraltro, su 131 casi di questo tipo da lei esaminati, precisa di non aver mai riscontrato presenza di particelle di uranio impoverito nei tessuti malati. Né le risultano danni alla salute dei lavoratori che trattano uranio impoverito per la produzione industriale.
La dott.ssa Gatti fa presente di occuparsi di particelle ultramicroscopiche che sono utilizzate in svariati settori industriali per prodotti con caratteristiche molto particolari. A partire da questo ambito di ricerca, e avendo anche coordinato due progetti di ricerca sulla sicurezza delle nanoparticelle finanziati dall'Unione europea, come nanopatologa si è trovata a riscontrare nei tessuti patologici la presenza di polveri inspiegabili, in quanto assenti nel normale inquinamento ambientale e prodotti, presumibilmente, da combustioni ad altissime temperature che, nel caso dell'utilizzazione militare dell'uranio impoverito, trasformano il bersaglio in polveri molto sottili, inalabili, in grado, per le loro dimensioni, di oltrepassare le barriere polmonari e di entrare attraverso i capillari, nel sistema circolatorio, insediandosi nei globuli rossi e raggiungendo i vari organi, dove esplicano i loro effetti tossici. Tali polveri entrano anche nella catena alimentare, come nel caso dell'erba cresciuta nei pressi di un poligono di tiro ed inquinata da polveri ultrasottili. Le nanoparticelle, non eliminabili con le feci, una volta raggiunti i tessuti, secondo la loro composizione chimica, possono colpire organi filtro come reni e fegato ovvero l'intestino o penetrare nello sperma trasmettendosi così alla partner attraverso il rapporto sessuale.
E' ormai noto, aggiunge la dott.ssa Gatti, che bombe ad elevata tecnologia sono in grado di produrre temperature elevatissime: richiama a tale proposito l'esperienza del poligono di tiro di Englin, in Florida - già ricordata nella precedente illustrazione - dove gli esperti dell'esercito statunitense, nello sperimentare i primi proiettili all'uranio impoverito, scoprirono che le elevate temperature prodotte dall'impatto sul bersaglio davano luogo a polveri di minime dimensioni, infinitamente più piccole del PM10, polvere tipica dell'inquinamento urbano. L'ulteriore esperienza ha poi dimostrato che le elevate temperature producevano nanoparticelle di nuove sostanze, nelle quali entravano sia i componenti del proiettile sia quelli del bersaglio. A seconda delle sostanze e del loro livello di tossicità, il periodo compreso tra la contaminazione e il manifestarsi delle patologie può essere molto lungo, come, ad esempio, nel caso del mesotelioma causato dalla contaminazione da amianto. E' comunque scientificamente dimostrato che la presenza di nanoparticelle, corpi estranei non biocompatibili e non biodegradabili, produce nell'organismo una reazione suscettibile di dare luogo a diverse patologie.
La dott.ssa Gatti riprende quindi la questione dei vaccini, già affrontata nella precedente audizione, ribadendo quanto affermato già in una precedente audizione presso la Camera dei Lords, nel 2005, quando ebbe occasione di precisare che i possibili effetti collaterali dei vaccini medesimi si producono nell'arco di 24-48 ore dal momento della somministrazione, non nei tempi successivi.
Richiamandosi poi all'esperienza relativa al poligono di Salto di Quirra osserva che è possibile predisporre misure di prevenzione idonee a ridurre in modo significativo i rischi derivanti dall'inquinamento ambientale di tipo bellico.

Seguono domande e richieste di chiarimento.

Il PRESIDENTE chiede, con riferimento a casi clinici noti alla Commissione, se sono ipotizzabili tecniche di "lavaggio dei tessuti" in grado di rimuovere le nanoparticelle tossiche.

La senatrice FONTANA (PD), soffermandosi sul tema dei vaccini, si chiede se la questione debba essere posta non solo con riferimento alla reazione immediata dell'organismo alla somministrazione, ma anche valutando le modalità della stessa e l'eventuale produzione di effetti a lungo termine.

Il senatore GALPERTI (PD) osserva che, dalla esposizione odierna e da quella svolta nella precedente seduta dalla dott.ssa Gatti, si può desumere un'impostazione in base alla quale si prende in considerazione, come causa possibile delle patologie oggetto dell'inchiesta in corso, il ruolo delle particelle tossiche di minime dimensioni, inalate o ingerite, prodotte dall'impatto di alcuni proiettili tecnologicamente sofisticati, in grado di dare luogo a combustione ad elevatissima temperatura. In tale contesto, non si riscontra un collegamento diretto tra l'utilizzazione dell'uranio impoverito e gli eventi morbosi e, per quanto riguarda la questione dei vaccini, permangono, secondo la dott.ssa Gatti, notevoli perplessità sulla possibile attribuzione a questi ultimi di una responsabilità specifica come causa delle predette patologie, considerato anche che, come peraltro è stato rilevato nella esposizione svolta nell'ultima seduta, vi è una consistente casistica di civili residenti a Sarajevo, che non essendo stati vaccinati, si sono comunque ammalati di tumore.

Il senatore AMATO (PdL) fa presente che i Ministri della Difesa succedutisi negli ultimi anni e appartenenti a diversi parti politiche, hanno costantemente assicurato che le Forze Armate italiane non fanno uso di armi all'uranio impoverito. Occorrerebbe quindi chiarire se la produzione di nanoparticelle tossiche possa derivare anche da fattori diversi dalla combustione ad elevata temperatura prodotta da tali proiettili. Ricorda ad esempio la presenza di numerosi impianti industriali notevolmente obsoleti nell'area balcanica e chiede se questi ultimi possano essere annoverati tra i fattori della produzione di polveri sottili tossiche. Sarebbe interessante una comparazione fra tali diversi fattori di inquinamento.

Il senatore GALLO (PdL) chiede quali misure di prevenzione possono essere adottate nel caso in cui si verifichi una elevata concentrazione di nanoparticelle nelle zone di operazione.

Rispondendo ai quesiti posti, la dott.ssa GATTI fa presente che se le particelle incorporate nei tessuti sono corrodibili, sussistono condizioni di solubilità che rendono relativamente efficaci le terapie chelanti, mentre, per quel che riguarda la questione posta dalla senatrice Fontana, osserva di essersi limitata a riportare ciò che afferma la letteratura scientifica circa le reazioni ai vaccini. Occorre peraltro precisare che non esiste un protocollo sulle vaccinazioni multiple effettuate in tempi brevi, come è avvenuto per molti dei militari in partenza per le missioni di pace. Tuttavia, considerate tali circostanze, a maggior ragione la reattività dell'organismo dovrebbe manifestarsi non oltre le 48 ore successive alla somministrazione. Conferma quindi al senatore Galperti che la sintesi da lui tracciata rispecchia l'impostazione della sua relazione e ricorda al senatore Amato che indubbiamente la diffusione di malattie tumorali dipende dall'inquinamento ambientale che, nel caso ulteriore dell'inquinamento bellico, presenta aspetti multifattoriali, da non sottovalutare. Occorre poi ricordare che il contingente italiano nei Balcani ha subìto un inquinamento da uranio impoverito prodotto da eserciti di altre nazioni e va altresì sottolineato che l'uso militare dell'uranio impoverito è anche un modo per evitare di sostenere i costi, molto elevati, di stoccaggio di scorie nucleari, poichè l'uranio impoverito è per l'appunto un prodotto di scarto della lavorazione dell'uranio. Riferendosi infine al quesito posto dal senatore Gallo fa presente che sono allo studio maschere per le nanoparticelle e modalità di prevenzione per le aree interessate dai poligoni di tiro semplici ed anche poco costose. L'uso di tute e maschere può rivelarsi molto efficace per contenere il rischio di tumori, così come l'adozione di specifiche cautele nella preparazione e nella pulizia dei fornelli può assicurare migliori e più salubri condizioni operative, purchè si sappia con quali materiali si ha a che fare.

Il senatore RAMPONI (PdL) chiede quindi chiarimenti sulla situazione del poligono del Salto di Quirra. In questa area, a quanto gli risulta non è stato esploso neanche un proiettile e pertanto non si comprende quali polveri possano essersi prodotte.

La dott.ssa GATTI ricorda che proprio ieri a Perdasdefogu è stata presentata una parte del monitoraggio ambientale promosso dal Ministero della Difesa ed effettuato da soggetti indipendenti. Già da questi risultati parziali, sembra accertata la presenza di nanoparticelle nell'ambiente. Nell'area, viene sperimentato un motore di grande potenza alimentato da combustibile solido e in grado di produrre temperature molto elevate. Sussistono quindi le condizioni per la produzione di nanoparticelle tossiche.

Il senatore RAMPONI (PdL) obietta che la situazione descritta dalla dott.ssa Gatti, riscontrabile peraltro in ogni stabilimento industriale con attività analoghe, non si riferisce però alle conseguenze dell'uso di proiettili.

La dott.ssa GATTI osserva che per qualsiasi approfondimento in materia occorrerà attendere l'esito del monitoraggio dell'area avviato dal Ministero della Difesa.

Il PRESIDENTE invita la dott.ssa Gatti a predisporre per una prossima seduta un quadro di comparazione tra le ricerche sugli effetti delle nanoparticelle svolte in Italia e quelle svolte in altri paesi, con particolare riferimento agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, per valutare quali risultati sono stati raggiunti.

La dott.ssa GATTI prende atto della richiesta del Presidente.

Il PRESIDENTE ringrazia la dott.ssa Gatti e dichiara conclusa l'audizione.


La seduta termina alle ore 15,25.