Commissione parlamentare di inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito

Mercoledì 6 aprile 2011
27a Seduta

Presidenza del Presidente
COSTA


Interviene il prof. Massimo Montinari, Dirigente della Polizia di Stato.

Assistono alla seduta, ai sensi dell'art. 23 comma 6 del Regolamento interno, i collaboratori della Commissione, prof. Franco Nobile e dott. Domenico Della Porta.



La seduta inizia alle ore 14,40


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna. Dispone altresì, ai sensi dell'art. 13, comma 3 del Regolamento interno, l'attivazione del circuito audiovisivo limitatamente alla audizione del dott. Montinari.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE avverte che nei prossimi giorni sarà disponibile il resoconto della missione svolta in Sardegna nei giorni 29 e 30 marzo da una delegazione della Commissione, con l'effettuazione di un sopralluogo presso il Poligono interforze di Salto di Quirra (PISQ) e lo svolgimento di una serie di audizioni di autorità locali ed esponenti della società civile, presso la Prefettura di Cagliari. La missione ha conseguito risultati nel complesso soddisfacenti e, in particolare, la delegazione si è impegnata nel senso di segnalare a tutti i soggetti ascoltati l'esigenza di valorizzare le risorse locali e il ruolo centrale della Regione nello svolgimento di una indagine epidemiologica che deve vedere anche il pieno coinvolgimento dell'Istituto Superiore di Sanità. Preso atto della realtà del Poligono, la delegazione ha altresì posto il problema di una informazione in materia che si attenga a criteri di obiettività, senza diffondere allarmismi ingiustificati, che già oggi penalizzano fortemente importanti attività economiche dell'isola. A tale proposito informa la Commissione che gli è pervenuta una nota della consulente, dott.ssa Gatti, nella quale sono svolte alcune considerazioni sulla situazione del PISQ, della quale dà integralmente lettura. Osserva quindi che nel testo sono contenuti riferimenti a rischi di inquinamento del terreno e di possibile intossicazione dei capi di bestiame che lo inducono a ritenere opportuna la trasmissione del documento al Procuratore della Repubblica di Lanusei.

Conviene la Commissione.


Seguito dell'audizione del dott. Massimo Montinari, Dirigente della Polizia di Stato

Il PRESIDENTE rivolge un cordiale saluto al dott. Montinari e lo invita ad integrare la relazione già svolta nella precedente seduta.

Il dott. MONTINARI avverte preliminarmente di aver consegnato all'ufficio di segreteria un allegato alla relazione già trasmessa. Osserva quindi che risultano tuttora lacunosi i dati relativi al numero dei militari esposti a situazioni di rischio, e neanche l'Istituto Superiore di Sanità dispone di informazioni precise in materia. Circa i fattori di rischio suscettibili di determinare gravi patologie, il dott. Montinari dichiara di non volere mettere in discussione l'ipotesi che tra di essi possa essere annoverato l'uranio impoverito, ma precisa che occorrono periodi di esposizione molto prolungati ad esso perché si determinino patologie tumorali. L'insorgenza di tali malattie nei militari che hanno partecipato alle missioni di pace ha destato un vivo interesse nell'opinione pubblica e nei vertici delle Forze Armate, sollecitando un impegno nell'abbattimento dei rischi ai quali il personale militare e civile in missione è esposto. Non è stata prestata analoga attenzione al fatto che molti militari che hanno contratto neoplasie, in particolare dopo la ferma breve, non hanno partecipato ad alcuna missione all'estero. Tra la fine degli anni '90 e i primi anni del nuovo secolo, inoltre, sono stati presi in considerazione soprattutto i tumori del sangue, tanto che il protocollo Mandelli, ancora in vigore per il controllo di tali patologie nei reduci dalle missioni di pace, è particolarmente restrittivo rispetto ad altre patologie neoplastiche ed immunomediate diagnosticate invece in un numero sempre più elevato di appartenenti alle Forze Armate. I dati ufficiali disponibili non confermano un incremento esponenziale dei tumori tra il personale militare e civile impegnato all'estero e i tempi di esposizione alle polveri di uranio da parte dei militari sono alquanto limitati ed è pertanto alquanto aleatoria l'affermazione di un nesso causale certo tra malattie del sangue e contaminazione da uranio impoverito. Secondo il dott. Montinari, occorrerebbe assumere un diverso punto di vista nella valutazione del problema relativo allo sviluppo di neoplasie e patologie immunomediate tra i militari, prendendo in considerazione altri possibili fattori di rischio, quali l'avvelenamento del terreno e delle falde acquifere - anche per l'impiego dell'uranio impoverito o di altri metalli pesanti -, l'uso di pesticidi, di idrocarburi, altre radiazioni nonché i vaccini somministrati al personale delle Forze Armate. In particolare, il dott. Montinari osserva di non avere mai sentito parlare, nel corso dell'inchiesta parlamentare attuale ed anche di quelle svolte nelle passate legislature, del notevole rischio derivante dai pesticidi, e poco è stato detto anche sull'azione dei vaccini. In realtà, quando si parla di tumori, occorre sempre considerare che essi possono essere determinati da un concorso di cause diverse. Anche la Commissione Mandelli ha osservato, nella sua relazione, che non sono state analizzate altre cause delle patologie ematopoietico, oltre a quella dell'uranio impoverito, lasciando quindi intravedere una possibile esistenza di altri fattori causali.
Come è noto, le recenti indagini sulle patologie dei reduci nascono negli Stati Uniti, dagli studi sui veterani della prima Guerra del Golfo, nel periodo compreso tra l'agosto 1992 e il settembre 1996. L'elevata incidenza di diversi sintomi, quali mal di testa, disturbi cutanei, affaticabilità, dolori articolari e disturbi della memoria, ha indotto anche a stilare un registro ufficiale. I sintomi presentati dai reduci della Guerra del Golfo erano peraltro differenti da quelli presenti nei veterani di altri conflitti. Dai predetti studi, condotti tra 52.835 veterani, è stato possibile individuare una serie di patologie, solo in piccola parte tumorali, molto diversificate tra loro e non riconducibili alla appartenenza a singoli settori delle Forze Armate, quali l'esercito, la marina, l'aviazione o altri comparti. Gli articoli pubblicati su "Military Medicine" nel 1999 chiariscono che le vaccinazioni multiple somministrate ai militari durante la Guerra del Golfo hanno svolto un ruolo determinante nell'insorgenza delle patologie comparse successivamente al rientro in patria dei combattenti e per le quali è stato coniato il termine di "sindrome del Golfo". I militari impegnati in zone operative, sottoposti a vaccinazioni multiple ed esposti a vaporizzazioni di pesticidi, hanno presentato l'insorgenza di patologie autoimmunitarie nel periodo tra i sei e gli otto anni successivi al conflitto. Un tale quadro clinico era associato a depressione e stress immediatamente dopo il rientro in patria dei veterani, come risulta da studi specialistici.
Dall'elenco delle neoplasie insorte nei militari italiani fornito dal Ministero della Difesa, si può agevolmente verificare che la Commissione Mandelli ha condotto le proprie ricerche solo sui militari impegnati all'estero, mentre non ha condotto alcuno studio comparativo con la popolazione militare non impegnata in operazioni belliche, ma sottoposta egualmente al protocollo vaccinale comune. Dai documenti e dai dati sanitari in possesso del Ministero della Difesa, si può comunque evincere che tra la popolazione in armi nel suo complesso si è verificato un numero non trascurabile di neoplasie e di patologie immunomediate.
Dopo aver elencato alcune delle patologie più frequenti, il dott. Montinari osserva che non sono stati condotti studi epidemiologici sulle neoplasie e sulle patologie immunomediate riguardanti il personale militare non impegnato nei teatri operativi ovvero, se impegnato, non in contatto con l'uranio impoverito. Eppure, i militari, a prescindere dalla loro partecipazione o meno a missioni di pace, sono esposti a diversi fattori tossici, tra cui i pesticidi, le radiazioni, gli idrocarburi, sostanze cancerogene presenti nell'ambiente, e metalli come alluminio e mercurio riscontrabili tra i componenti dei vaccini.
Proseguendo nella sua esposizione il dott. Montinari, fa presente che giungono notizie gravi ed allarmanti dalla Società Italiana di Pediatria che, nell'ottobre 2010, ha segnalato un aumento dei tumori infantili in Europa e, con tassi di incidenza più elevati, in Italia. L'incremento più consistente ha riguardato i bambini sotto l'anno di età e, per quel che riguarda la tipologia delle malattie, risultano più diffusi i linfomi e i tumori del sistema nervoso centrale. I pediatri indicano una pluralità di cause, tra le quali si annoverano anche i metalli pesanti. A tale dato occorre aggiungere quello relativo alla diffusione di danni neuropsichici, che interessa ormai il 10 percento dei bambini e che i ricercatori della Harvard School of Pubblic Health ha definito "la pandemia silenziosa". Il 90 per cento di tali patologie presenta cause ignote dovute probabilmente all'interazione di fattori esterni con il patrimonio genetico di ciascuno ma, su tale argomento, gli studi di Helena Ratajczak, ex ricercatrice dell'industria farmaceutica, documentano le mutazioni genetiche e le delezioni cromosomiche post vacciniche. Non si può escludere come specifico fattore di rischio, la presenza di tessuti umani nei vaccini, già denunciata dalla Pontificia Accademia Pro Vita, utilizzati dai produttori dopo il divieto dell'impiego del Thimerosal. Il DNA presente nei tessuti umani, utilizzati in 23 vaccini, produce infatti una ricombinazione omologa nel DNA dell'ospite, suscettibile di provocare patologie autoimmuni.
In generale, nei soggetti immunodepressi la somministrazione di vaccini può pertanto determinare gravi squilibri e rappresentare un fattore di rischio per l'insorgere di neoplasie o di malattie autoimmuni.

Invitato dal PRESIDENTE a prendere la parola, il prof. NOBILE esprime apprezzamento per la relazione del dott. Montinari, che coglie puntualmente un dato già rilevato dalla Lega per la lotta contro i tumori, riguardante la flessione dei poteri immunitari riscontrata nei militari durante le ricerche sull'uranio impoverito e della quale occorre individuare l'origine. Passi in avanti in tale direzione sono stati compiuti con la ricerca sui vaccini e sono state prese in considerazione anche le situazioni di stress. Si tratta di un percorso di ricerca lungo ma che può condurre ad importanti risultati.

Seguono domande e richieste di chiarimento.

La senatrice GRANAIOLA (PD) fa presente che i dati relativi all'incremento dei tumori infantili non sembrano pertinenti rispetto alla materia dell'inchiesta parlamentare in corso e, inoltre, dovrebbero essere maggiormente specificati per quel che concerne, ad esempio, la distribuzione geografica e la platea dei soggetti considerati. Dopo aver osservato che sarebbe necessario disporre di dati comparati circa il numero dei militari malati in rapporto a quello dei militari ai quali sono stati somministrati i vaccini, la senatrice Granaiola esprime forte preoccupazione per il fatto che ad oggi non risultano ritirati dal commercio vaccini la cui tossicità è accertata.

Il senatore FERRANTE (PD) ritiene che la relazione del dott. Montinari potrebbe costituire un documento di forte interesse per la Commissione Sanità e per la Commissione di inchiesta sulle strutture sanitarie, dato che amplia notevolmente l'ambito di osservazione rispetto alle materie oggetto dell'inchiesta parlamentare in corso che, anche in relazione al mandato ricevuto con la Deliberazione istitutiva 16 marzo 2010, prende in considerazione una platea più ristretta.

Il PRESIDENTE conviene sull'utilità di far conoscere alla Commissione Sanità e alla Commissione di inchiesta sulle strutture sanitarie, la relazione e la documentazione consegnata dal dott. Montinari, che a suo avviso dovrebbero pervenire anche ai consulenti della Commissione e al Comitato scientifico del progetto Signum. D'altra parte le problematiche sollevate nell'odierna audizione inducono a ritenere opportuna la programmazione di audizioni dell'Istituto Superiore di Sanità, della Commissione Unica del Farmaco e dell'Agenzia Italiana del Farmaco. Chiede quindi al dott. Montinari quali sono le valutazioni e le misure adottate per prevenire le reazioni avverse da vaccinazioni negli altri paesi europei e negli Stati Uniti.

Il dott. MONTINARI osserva che, con l'eccezione della Francia, nella maggior parte dei paesi europei le vaccinazioni sono facoltative. Ricorda altresì che negli Stati Uniti il Thimerosal è stato vietato dal 2000, mentre in Italia esso è stato utilizzato anche successivamente a tale data. In Italia, sono stati peraltro effettuati alcuni sequestri di vaccini tossici: tra di essi, un vaccino contro il morbillo e il Neotyf, che non è più in produzione, anche se, purtroppo, è stato sostituito da prodotti analoghi. Alcuni vaccini sono stati tolti dal commercio su segnalazione anche di privati, ma la circolazione di informazioni su tale argomento purtroppo è molto limitata.
La tossicità dei vaccini, inoltre, non deriva tanto dai componenti quanto da alcuni terreni di coltura e da eccipienti dannosi, la cui individuazione peraltro non è difficile. Per fornire dati attendibili su questa questione, così come sulla diffusione delle patologie tumorali tra i bambini, l'Istituto Superiore di Sanità potrebbe svolgere un ruolo essenziale, a condizione di svincolarsi dai condizionamenti dell'industria farmaceutica.

Il PRESIDENTE, con riferimento alla osservazione finale del dott. Montinari, fa presente che la Commissione, laddove non riesca ad ottenere informazioni indirettamente, può provvedere direttamente, nell'esercizio dei poteri che le sono conferiti dalla Costituzione.

Dopo che il senatore CAFORIO (IdV) ha sottolineato l'esigenza di ascoltare l'Agenzia Italiana del Farmaco, la senatrice SBARBATI (UDC, SVP, Aut: UV-MAIE-IS-MRE) fa presente che le gravi affermazioni contenute nella relazione del dott. Montinari relativamente all'incremento delle patologie tumorali infantili dovrebbero essere sostenute da una casistica dettagliata e da dati statistici che possano validare scientificamente quanto è stato affermato nella odierna seduta.
Ritiene poi una forzatura ipotizzare un nesso causale tra le vaccinazioni e le neuropatologie, che sono spesso legate ad alterazioni dell'ambiente sociale o familiare.

Il dott. MONTINARI fa presente che la Società Italiana di Pediatria ha fornito dati dettagliati sull'incremento delle patologie neoplastiche tra i minori - che presenta una certa omogeneità nella distribuzione sul territorio nazionale - astenendosi però dall'indicazione di cause specifiche. I dati sull'insorgenza dei tumori infantili sono invece ufficiali e potrebbero essere comparati con quelli relativi alla insorgenza di patologie tumorali nell'insieme della popolazione italiana. Per quanto riguarda le osservazioni della senatrice Sbarbati sulle neuropatologie infantili, fa presente che nella valutazione del comportamento dei bambini gli specialisti tendono a prendere in considerazione non tanto le situazioni familiari o sociali, quanto altri fattori. Le ultime ricerche in materia, ad esempio, dimostrano che le patologie del microcircolo celebrale colpiscono aree inerenti al comportamento e, inoltre, che molti di questi casi sono riconducibili alla problematica dei vaccini. Il disinteresse che le istituzioni della sanità pubblica e della ricerca hanno manifestato nei confronti di queste problematiche ha reso difficile anche la raccolta di dati statistici, ma, come medico, il dott. Montinari fa presente di avere raccolto dati relativi a circa 5 mila casi, che vorrebbe mettere a disposizione della sanità pubblica.

Il PRESIDENTE propone che la prossima seduta sia dedicata in parte ad una discussione, che introdurrà, sulla valutazione dell'attuale fase dell'inchiesta in corso e delle sue prospettive.

Conviene la Commissione.

Il PRESIDENTE ringrazia il dott. Montinari e dichiara conclusa l'audizione.


La seduta termina alle ore 15,45