Commissione parlamentare di inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito

Martedì 14 giugno 2011
35a Seduta

Presidenza del Presidente
COSTA


Intervengono il dott. Francesco Massicci, Ispettore Generale Capo presso l'Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Ragioneria Generale dello Stato, il Dott. Aurelio Sidoti, Dirigente dell'Ufficio I dell'Ispettorato Generale della spesa sociale, il dott. Alessandro Bacci, Dirigente dell'Ufficio IX dell'IGOP della Ragioneria Generale dello Stato; il dott. Arturo Carmenini, Direttore Generale della Direzione Centrale dei Servizi del Tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze e il dott. Orazio Antonino Strano, Direttore dell'Ufficio XIV della medesima Direzione Centrale; il Pres. Edoardo Andreucci, Presidente del Comitato di verifica per le cause di servizio; il generale Tullio Del Sette, Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della Difesa e il dott. Teodoro Raffaele Bilanzone, Direttore Generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei volontari congedati (PREVIMIL), del medesimo dicastero.

Assistono alla seduta, ai sensi dell'art. 23 comma 6 del Regolamento interno, i collaboratori della Commissione, dott. Ciro Claudio Lubrano, maggiore Carlo Calcagni.



La seduta inizia alle ore 21,10


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna. Dispone altresì, ai sensi dell'art. 13, comma 3 del Regolamento interno, l'attivazione del circuito audiovisivo.

Audizione dell'Ispettore Generale Capo presso l'Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Ragioneria Generale dello Stato, del Dirigente dell'Ufficio I dell'Ispettorato Generale della spesa sociale, del Dirigente dell'Ufficio IX dell'IGOP della Ragioneria Generale dello Stato; del Direttore Generale della Direzione Centrale dei Servizi del Tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze e del Direttore dell'Ufficio XIV della medesima Direzione Centrale; del Presidente del Comitato di verifica per le cause di servizio; del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della Difesa e del Direttore Generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei volontari congedati (PREVIMIL), del medesimo dicastero.

Il PRESIDENTE ringrazia gli intervenuti per avere accolto l'invito della Commissione e introduce brevemente i temi dell'audizione odierna che si propone di continuare ed estendere il confronto sulla questione, che la Commissione stessa ritiene fondamentale, riguardante lo snellimento e l'accelerazione delle procedure per l'attribuzione dei benefici previsti dalla legislazione vigente in favore del personale militare e civile del Ministero della difesa che abbia contratto patologie invalidanti dopo aver preso parte a missioni di diversa natura, ovvero in favore dei familiari in caso di decesso.
La Commissione ha accolto con soddisfazione, per questo aspetto, la modifica agli articoli 603 e 1907 del decreto legislativo n. 66 del 2010, recante il testo unico delle norme dell'ordinamento militare, introdotta con l'articolo 5, comma 3- bis del decreto legge n. 228 del 210, che, in sostanza, ha sostituito il nesso diretto di causalità tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie, pressoché impossibile da dimostrare, con il criterio probabilistico legato alle particolari condizioni ambientali ed operative.
Il Presidente ricorda quindi che è attualmente in fase di concertazione interministeriale lo schema di regolamento predisposto dall'Ufficio legislativo del Ministero della difesa, per l'attuazione della nuova disciplina legislativa e la conseguente modifica del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 2009, ora rifuso nel Capo II del Titolo I del Libro VII del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010, recante testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare. Sul contenuto di tale schema, il generale Del Sette ha ampiamente riferito nelle sedute del 19 aprile e del 1° giugno. In particolare, in tale ultima occasione, è stato fatto riferimento alle obiezioni sollevate dal Ministero dell'economia, soprattutto per quello che riguarda l'ipotesi di sopprimere il piano di riparto, con una modifica da apportare al comma 1 dell'articolo 1084 del decreto del Presidente della Repubblica n. 90. La norma vigente prevede l'adozione di un piano di riparto per allocare in misura proporzionale le risorse disponibili, nel caso in cui esse non siano sufficienti ad assicurare l'erogazione agli aventi diritto dell'intera somma prevista dalla legge. Al momento, pertanto, il piano di riparto, non può essere formulato se non dopo che tutte le pratiche sono state esaminate, e ciò costituisce un ulteriore motivo di ritardo nella liquidazione dei benefici. Secondo la proposta del Ministero della Difesa, una volta esaurite le risorse disponibili, la Direzione Generale per la previdenza militare dovrebbe corrispondere l'elargizione a valere sugli ordinari stanziamenti di bilancio destinati all'erogazione del beneficio previsto in favore delle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere. Ciò consentirebbe di procedere ai pagamenti via via che le singole richieste vengono definite. Su questo punto, vi sarebbero dei rilievi provenienti dal Ministero dell'economia, che si appuntano, a quanto si è compreso, sulla effettiva disponibilità di risorse finanziarie idonee a fare fronte agli oneri derivanti dalle citate modifiche normative che, facendo venire meno l'obbligo di accertare il nesso diretto di causalità tra esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie, avrebbero determinato un incremento della platea dei possibili beneficiari. La Commissione vorrebbe quindi capire meglio la portata di queste obiezioni, e soprattutto capire se è possibile trovare soluzioni rispettose della necessità di salvaguardare gli equilibri di finanza pubblica.
Un altro punto - prosegue il Presidente - riguarda l'esigenza che la Commissione ha avvertito, di conoscere più nel dettaglio il ruolo essenziale assolto nella procedura dal Comitato di verifica per le cause di servizio. L'Amministrazione della difesa ha a suo tempo segnalato ai competenti organi del Ministero dell'economia e delle finanze l'esigenza di adottare tutte le iniziative idonee a porre il Comitato di verifica per le cause di servizio - anch'esso destinatario delle misure di taglio della spesa - nelle condizioni di svolgere con continuità il lavoro necessario a pervenire alla definizione delle pratiche istruite dalla Direzione Generale della previdenza militare. Il Presidente chiede pertanto al presidente Andreucci di fornire un quadro complessivo dell'attività del Comitato e un'indicazione di eventuali criticità, che la Commissione è vivamente interessata a conoscere, per valutare la possibilità di interventi mirati, che ne consentano il superamento. E' infatti necessario procedere tempestivamente all'esame delle circa 400 pratiche ancora inevase, valutando le possibili modalità di liquidazione delle stesse nel più breve tempo possibile.

Il dott. MASSICCI precisa preliminarmente che il ruolo della Ragioneria Generale dello Stato è relativo ad una fase del procedimento in cui è chiamata ad esprimere il proprio parere in relazione agli aspetti finanziari di singoli provvedimenti. Nel caso di specie, il suo intervento intende chiarire la problematica relativa alle conseguenze finanziarie derivanti dallo schema di regolamento predisposto dall'Ufficio legislativo del Ministero della Difesa, attuativo degli articoli 603 e 1907 del codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010, come modificati dall'articolo 5, comma 3 bis del decreto legge n. 228 del 2010, convertito con modificazioni con la legge 22 febbraio 2011, n. 9. A tale proposito, al fine di chiarire la natura del beneficio in questione, il dott. Massicci richiama la distinzione fondamentale tra le disposizioni che prevedono l'introduzione di diritti soggettivi a favore dei soggetti beneficiari, con l'obbligo per l'amministrazione competente di corrispondere le prestazioni nella misura massima, in presenza dei prescritti requisiti di accesso al beneficio, e le disposizioni che, prevedendo esplicitamente che l'erogazione del beneficio sia correlata ad un limite massimo di spesa, ne predeterminano la dimensione finanziaria complessiva, rinviando, per la disciplina di dettaglio, ad un procedimento concessivo, finalizzato a provvedere all'erogazione nel rispetto del tetto di spesa.
Il beneficio cui si riferisce lo schema di regolamento predisposto dal Ministero della Difesa è stato originariamente istituito dall'articolo 2, commi 78 e 79 della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria 2008), che ha stabilito uno stanziamento di 10 milioni annui per il triennio 2008-2010, per l'erogazione di benefici al personale (ovvero agli eventuali familiari superstiti) impiegato nelle missioni militari all'estero e nei poligoni di tiro, al personale civile italiano nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale, che abbiano contratto infermità o patologie tumorali connesse all'esposizione e all'utilizzo di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico. La legge finanziaria del 2008, al comma 79 dell'articolo 2 ha esplicitamente previsto che il predetto beneficio dovesse essere corrisposto entro il limite di spesa sopra richiamato.
Di conseguenza - prosegue il dott. Massicci - il regolamento attuativo vigente, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 2009, ha previsto, all'articolo 4, che il beneficio sia corrisposto fino ad esaurimento delle risorse disponibili, secondo un piano di riparto che tenga conto del numero dei beneficiari inseriti in una graduatoria secondo l'ordine cronologico di accadimento degli eventi che hanno causato le patologie individuate dalla legge. Successivamente, come detto in precedenza, in sede di conversione del decreto legge n. 228 del 2010, l'originaria disciplina prevista dalla legge finanziaria 2008 - e successivamente riportata agli articoli 603 e 1907 del codice dell'ordinamento militare - è stata modificata, sostituendo il riferimento al nesso di causalità tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie con un criterio probabilistico che riconosce il diritto a fruire del beneficio a tutti i soggetti che abbiano contratto le patologie definite dalla legge in conseguenza delle particolari condizioni ambientali e operative, indipendentemente dall'accertamento dell'effettiva esposizione all'uranio impoverito. Nel modificare in modo sostanziale la predetta disposizione, estendendo il numero dei potenziali beneficiari, il Parlamento non ha però innovato le disposizioni finanziarie, mantenendo quindi inalterati gli stanziamenti originari e la configurazione della copertura finanziaria della disposizione in termini di limite massimo di spesa. Nel corso dell'esame del predetto provvedimento al Senato, la Ragioneria Generale dello Stato ha peraltro più volte rappresentato le criticità derivanti dalle modifiche normative sopra richiamate, non procedendo pertanto alla positiva verifica della relazione tecnica predisposta dal Ministero della Difesa. Analoghe considerazioni, peraltro, sono contenute nella nota di lettura del provvedimento predisposta dal Servizio del bilancio del Senato. Lo stesso Ufficio legislativo del Ministero della Difesa, con nota n. 6833 del 16 febbraio 2011, nell'esporre le proprie osservazioni sui rilievi critici formulati dalla Ragioneria Generale dello Stato, precisava che le nuove disposizioni non avrebbero potuto comportare un incremento degli oneri previsti dall'originaria autorizzazione di spesa, contenente un limite non valicabile. Il testo dello schema di regolamento predisposto dal Ministero della Difesa prevede invece, all'articolo 5, l'eliminazione del piano di riparto dei benefici nell'ambito del limite massimo di spesa, al fine di consentire il pagamento dell'elargizione a favore dei beneficiari anche oltre il limite massimo di spesa tassativamente previsto dalla legge, facendo ricorso agli ordinari stanziamenti di bilancio in favore delle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere. Tenuto anche conto che le risorse ivi iscritte sono insufficienti a consentire la progressiva estensione dei benefici concessi alle vittime del terrorismo alle altre categorie di beneficiari, la Ragioneria Generale dello Stato, per quanto di sua competenza, ribadisce che, in base alla vigente normativa, il superamento del limite massimo di spesa contemplato dallo schema di regolamento predisposto dal Ministero della Difesa è in contrasto con l'articolo 2, comma 79 della legge n. 244 del 2007 che impone tassativamente il rispetto del predetto limite di spesa. Inoltre, lo schema di regolamento in discussione è in contrasto con la disposizione di cui all'articolo 603, comma 4, del decreto legislativo n. 66 del 2010, secondo la quale, sulla base del monitoraggio effettuato dal Ministero della Difesa, di concerto con i Ministeri dell'interno, dell'economia e delle finanze e della salute, nel caso di eventuali eccedenze di spesa rispetto al tetto sopra richiamato, vengono adottate conseguenti correzioni per ricondurre la spesa medesima entro i limiti predetti. Pertanto, non è possibile rimuovere il vincolo costituito dalla presenza di un limite massimo di spesa attraverso modifiche alla normativa secondaria, ma è necessaria una specifica iniziativa legislativa finalizzata ad incrementare l'autorizzazione di spesa originaria, la quale deve ovviamente prevedere i necessari mezzi di copertura. Ne consegue, anche in relazione ai dati in possesso del Ministero della Difesa, come riportati nell'audizione del 1° giugno presso la Commissione, che una proposta di modifica normativa finalizzata a rimuovere il limite massimo di spesa, mutando la natura del beneficio e riconoscendo un diritto soggettivo a percepire lo stesso in misura massima a favore di tutti coloro che sono in possesso dei requisiti prescritti, determinerebbe una esigenza di rifinanziamento e di relativa copertura della disposizione, in misura superiore a trenta milioni di euro e con una diversa modulazione temporale.
Con riferimento all'ulteriore richiesta del Ministero della Difesa finalizzata al mantenimento in bilancio, al termine dell'esercizio corrente, delle somme non impegnate iscritte sul capitolo 1331 dello stato di previsione del medesimo dicastero, al fine di poterne prevedere l'utilizzo nell'esercizio successivo, il dott. Massicci precisa che, ferma restando la sovranità del Parlamento nel disporre l'eventuale proroga del regime derogatorio già in passato previsto per le somme in questione, la Ragioneria Generale dello Stato fa presente che dalla suddetta modifica del termine di conservazione dei residui, in deroga alla vigente disciplina contabile, deriverà un effetto negativo sui saldi di finanza pubblica, nell'anno in cui i medesimi oneri verranno sostenuti, in ordine al quale occorrerebbe reperire idonea compensazione.

Il dott. CARMENINI dichiara preliminarmente che negli ultimi tre anni il Comitato di verifica per le cause di servizio ha esaurito l'esame di oltre 192 mila fascicoli e che già da un mese il Comitato sta funzionando a pieno regime, proponendosi di esaminare entro la fine dell'anno circa 50 mila pratiche. Per l'esame delle circa 400 istanze relative alla richiesta dei benefici ai sensi delle citate disposizioni della legge finanziaria 2008, sono state inoltre istituite due Sottocommissioni ed entro il mese di luglio dette pratiche verranno sottoposte alla valutazione del Comitato.

Il PRESIDENTE fa presente che l'odierna convocazione è motivata anche dalla preoccupazione della Commissione di assicurare la piena funzionalità del Comitato di verifica per le cause di servizio. Risultava infatti che mancassero anche le risorse necessarie ad assicurare il pagamento dei gettoni di presenza ai componenti del collegio. Si prende quindi atto con soddisfazione dell'intenzione del Comitato di procedere all'esame delle pratiche in questione entro il mese di luglio. Sarebbe inoltre opportuno comprendere quando saranno disponibili i dati relativi alla quantificazione della spesa complessiva necessaria per l'erogazione degli indennizzi. Queste informazioni, infatti, metterebbero il Parlamento nella condizione di valutare su basi oggettive l'effettiva necessità di intervenire con legge al fine di reperire risorse aggiuntive.

Il dott. CARMENINI chiarisce quindi, con riferimento ad un quesito posto dalla senatrice SBARBATI (UDC, SVP, Aut: UV-MAIE-IS-MRE), che il Comitato è chiamato a valutare tutte le richieste di indennizzo dipendenti da cause di servizio per tutte le amministrazioni pubbliche.

Il senatore CAFORIO (IdV) chiede di sapere se le domande respinte per l'accertata assenza del nesso causale tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie saranno riesaminate alla luce della modifica normativa che ha sostituito al nesso di causalità il criterio probabilistico in relazione alla sussistenza di particolari condizioni ambientali ed operative.

Il dott. STRANO, nel fornire alcuni chiarimenti sulla procedura seguita dal Comitato di verifica per le cause di servizio, precisa che solo per pochi casi è stato possibile individuare un nesso di causalità tra le attività svolte e l'insorgere delle patologie indicate dalla legge. In linea generale, le possibilità che l'esame delle pratiche in questione si concluda con un parere favorevole sono piuttosto scarse.

Il senatore FERRANTE (PD) chiarisce che l'interesse preminente della Commissione riguarda non l'esito dell'esame ma i tempi entro i quali si prevede che vengano esitate le circa 400 domande oggi pendenti innanzi al Comitato.

Il dott. STRANO precisa che l'esame delle domande in questione verrà concluso entro il mese di luglio, fermo restando che l'esito non è certo e nel presupposto che i fascicoli trasmessi dalla Direzione Generale della previdenza militare del Ministero della Difesa contengano indicazioni sufficienti ad esprimere un parere, come peraltro di regola accade.

La senatrice GRANAIOLA (PD) nel chiedere chiarimenti sul tipo di istruttoria che si prevede per le domande oggetto della discussione odierna, sottolinea l'importanza della completezza della documentazione, considerato che il Comitato ha la facoltà di richiedere un supplemento di indagine suscettibile, ovviamente, di prolungare i tempi di esame, dilazionando ulteriormente anche quelli per la conclusione della procedura e l'erogazione dei benefici.

Il presidente ANDREUCCI precisa che il Comitato di verifica per le cause di servizio esprime parere obbligatorio e vincolante e che l'esame delle circa 400 pratiche in discussione verrà concluso entro la metà del mese di luglio. Nel fornire chiarimenti sulla composizione del collegio decidente, fa presente che per le pratiche riguardanti la contaminazione da uranio impoverito o da nanoparticelle di metalli pesanti il Comitato è di regola assistito da un ufficiale esperto delle patologie specifiche e dell'uso di materiale bellico. La fase istruttoria spetta invece all'Amministrazione della difesa e si concretizza nella trasmissione di rapporti informativi dettagliati sulla situazione operativa del richiedente e, in particolare sulla tipologia del servizio prestato, sulle conseguenti probabilità di esposizione a sostanze patogene e sulla durata dell'esposizione stessa, essendo tali dati indispensabili per formulare il parere. Per quello che riguarda le domande formulate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 2009, sulle 56 domande esaminate ne sono state accolte solo 6 non essendo stata riscontrata, per le altre, la sussistenza del rapporto di causalità previsto dalla normativa allora vigente. Alla luce delle richiamate modifiche legislative introdotte in sede di conversione del decreto legge di proroga delle missioni internazionali, il Comitato potrà riesaminare le richieste respinte su istanza di parte o su richiesta dell'Amministrazione competente.

Il PRESIDENTE, nel sottolineare la continuità contenutistica tra l'inchiesta in corso e le conclusioni della inchiesta svolta nella XV legislatura, esprime l'auspicio che la Direzione Generale della previdenza militare del Ministero della Difesa disponga d'ufficio la richiesta di revisione delle istanze su cui il Comitato di verifica per le cause di servizio si è pronunciato negativamente in base alla legislazione previgente.

La Commissione si associa unanime all'auspicio espresso dal Presidente.

Rispondendo ad un quesito posto dalla senatrice SBARBATI (UDC, SVP, Aut: UV-MAIE-IS-MRE), il presidente ANDREUCCI precisa che il collegio decidente, composto di sei membri, esprime un parere obbligatorio e vincolante, al quale, quindi, l'Amministrazione è tenuta a conformarsi. Inoltre, il Comitato ha facoltà di chiedere un supplemento di istruttoria così come l'Amministrazione ha facoltà di chiedere il riesame della pratica. Una volta che quest'ultima è stata definita, l'interessato può sempre rivolgersi al giudice per il risarcimento del danno. Questa opportunità, che deriva direttamente dal diritto che la Costituzione riconosce a tutti di agire a tutela dei diritti e degli interessi legittimi, pone peraltro numerosi problemi, soprattutto perché può aprire una voragine per la spesa pubblica, tale, potenzialmente, da vanificare qualsiasi limite di autorizzazione di spesa, considerato che il giudice può definire con un certo margine di discrezionalità la misura del risarcimento. Diverso è il discorso per quello che riguarda gli accordi di carattere transattivo che, una volta conclusi, escludono il ricorso in giudizio.

Il senatore SCANU (PD) osserva che da quanto è emerso nel corso del dibattito permane una situazione deficitaria sotto il profilo della accelerazione della procedura di erogazione dei benefici alle persone che hanno contratto patologie invalidanti in seguito alla partecipazione a missioni internazionali; la recente modifica legislativa, infatti, non si è tradotta in un impulso al riesame delle pratiche già esaminate e all'esaurimento della trattazione di quelle pendenti innanzi al Comitato di verifica per le cause di servizio. Tale situazione si verifica anche perché gli effetti finanziari della modifica legislativa non sono stati presi in considerazione con la dovuta attenzione. E' quindi opportuno che la Commissione, avendo valutato le criticità che sono state esposte nella seduta odierna, si rivolga alle amministrazioni oggi presenti, affinché contribuiscano all'inchiesta parlamentare in corso con suggerimenti ed indicazioni idonei a chiarire il quadro normativo e finanziario relativo agli indennizzi di cui - è bene ricordarlo - sono in attesa, non ulteriormente prorogabile, persone che hanno subito gravi danni per servire il paese, nonché gli eventuali interventi da porre in essere per rendere più spedita e coerente la procedura di attribuzione dei benefici.
Chiede quindi se l'Amministrazione, nell'istruire la pratica, formula su di essa una propria valutazione, se esistono casi in cui l'Amministrazione ha chiesto al Comitato di riesaminare un proprio parere e quali sono i margini di discrezionalità dell'Amministrazione stessa.

Il senatore GALLO (PdL) osserva che il dibattito in corso ha messo in evidenza l'insufficienza dell'impegno di spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2008 al 2010 e che alle circa 400 pratiche all'esame del Comitato di verifica per le cause di servizio si devono aggiungere le 50 sulle quali il Comitato si è già negativamente pronunciato ma che saranno riesaminate alla luce della modifica normativa che ha eliminato il nesso di causalità tra esposizione all'uranio e l'insorgere delle patologie come presupposto per l'attribuzione dell'indennizzo. Occorre altresì considerare che, nell'ordinamento vigente, anche in presenza del riconoscimento della sussistenza del nesso di causalità da parte del Comitato di verifica per le cause di servizio, è possibile adire il giudice ordinario per ottenere il risarcimento del danno subito. Occorrerebbe pertanto regolamentare più puntualmente la posizione di chi ottiene l'indennizzo, nonché la possibilità che si possa pervenire ad accordi di carattere transattivo tra gli interessati e l'Amministrazione per la liquidazione del danno. Chiede se i rappresentanti del Ministero della Difesa presenti siano a conoscenza di transazioni già concluse.
Con riferimento alla situazione attuale - prosegue il senatore Gallo - occorrerebbe poi capire di quale entità dovrebbero essere le risorse finanziarie aggiuntive da destinare agli indennizzi: a suo avviso, infatti, chi ha contratto una patologia invalidante a seguito di una situazione di esposizione verificatasi nel corso di missioni di qualsiasi natura ha diritto ad essere indennizzato in misura piena, e se le risorse attualmente disponibili sono insufficienti, esse devono essere adeguatamente integrate.

Il senatore GALPERTI (PD) ritiene opportuno che la Commissione, salvaguardando il diritto alla riservatezza degli interessati, acquisisca i pareri e gli atti relativi alle sei domande sulle quali il Comitato di verifica per le cause di servizio si è pronunciato in senso favorevole. In questi casi, infatti, dovrebbe essere stato accertato un nesso di causalità che potrebbe essere riferito anche alla fattispecie dell'esposizione all'uranio impoverito. A tale proposito, il senatore Galperti osserva che da quando è stata istituita la Commissione, si sono svolte numerose audizioni di esperti nel tentativo di comprendere quali sono le cause delle patologie invalidanti che hanno colpito il personale militare. Fino ad oggi l'opinione nettamente maggioritaria afferma che non è stato possibile accertare l'esistenza di un rapporto causale tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie; di conseguenza il campo di indagine è stato allargato sia agli effetti patogeni derivanti dall'ingestione o dall'inalazione delle nanoparticelle di metalli pesanti prodotte dalle esplosioni di armamenti ad alta tecnologia, ivi comprese quelle all'uranio impoverito, sia alle reazioni avverse alla somministrazione di vaccini. Per tali ragioni, sarebbe di grande utilità conoscere le motivazioni con cui il Comitato di verifica per le cause di servizio ha espresso il proprio parere favorevole e sottoporle per una valutazione ai consulenti della Commissione: se infatti i pareri fossero basati sull'accertamento della contaminazione da uranio impoverito, il campo della ricerca svolta dalla Commissione risulterebbe notevolmente circoscritto e ridefinito.

Secondo il senatore AMATO (PdL), quando il legislatore ha opportunamente sostituito l'accertamento del nesso di causalità tra esposizione all'uranio e insorgenza di patologie invalidanti con l'adozione di un criterio probabilistico, necessario proprio perché la comunità scientifica converge nell'escludere la dimostrabilità del predetto rapporto causale, sono insorte problematiche che sollecitano un chiarimento. L'adozione di un criterio probabilistico ha infatti portato a privilegiare l'istituto dell'indennizzo rispetto a quello del risarcimento e tale scelta espone l'Amministrazione al rischio di sopportare oneri finanziari crescenti che sono alla base delle preoccupazioni rappresentate dalla Ragioneria Generale dello Stato. D'altra parte, come ha affermato il presidente Andreucci, permane la possibilità che l'indennizzo venga impugnato innanzi al giudice ordinario e che questi liquidi il risarcimento del danno secondo criteri discrezionali, come peraltro è effettivamente avvenuto in alcuni casi.
Si verifica quindi una situazione paradossale, poiché da un lato il legislatore adotta un criterio probabilistico avendo accertato l'impossibilità di dimostrare la sussistenza di un rapporto causale tra l'esposizione all'uranio e l'insorgere delle patologie e dall'altra parte il giudice riconosce la sussistenza di tale nesso con le sentenze e la burocrazia procede al riconoscimento del medesimo nesso in via amministrativa, attraverso le procedure in discussione. Occorre quindi superare questa situazione, come peraltro ha suggerito il senatore Scanu, chiarendo quale è la procedura migliore per assicurare un effettivo ristoro materiale e morale del danno subìto da chi si è ammalato e dalle famiglie.

Rispondendo ad un quesito della senatrice SBARBATI (UDC, SVP, Aut: UV-MAIE-IS-MRE), il dott. BILANZONE fa presente che oltre al tetto di spesa di 30 milioni di euro nel triennio 2008-2010, peraltro decurtato da alcuni tagli lineari, vi è un limite massimo di 200 mila euro pro capite per ciascun risarcimento.

La senatrice SBARBATI (UDC, SVP, Aut: UV-MAIE-IS-MRE) sottolinea la necessità di disporre di un chiaro quadro previsionale relativamente all'ipotesi di una riduzione proporzionale degli indennizzi per rientrare nel limite dell'autorizzazione di spesa, al fine di scongiurare il rischio di escludere qualche avente diritto, con grave pregiudizio del principio di uguaglianza. Qualora si pervenga alla decisione di rimuovere il vincolo costituito dal tetto di spesa, i Ministeri della Difesa e dell'Economia potrebbero prestare un supporto tecnico al Parlamento per cercare di reperire nelle pieghe del bilancio le risorse aggiuntive necessarie.
Dopo avere richiamato l'attenzione sulla difficoltà di individuare con chiarezza quali fattispecie afferiscono all'istituto dell'indennizzo e quali a quello del risarcimento, la senatrice Sbarbati auspica un forte impegno da parte del Parlamento e dell'Amministrazione per individuare soluzioni che rendano giustizia alle vittime e alle loro famiglie secondo modalità compatibili con l'esigenza di assicurare il pieno rispetto dei saldi di finanza pubblica.

La senatrice FONTANA (PD), nel dichiarare di condividere le osservazioni da ultimo formulate dalla senatrice Sbarbati, sottolinea la necessità di un supporto tecnico da parte delle Amministrazioni competenti, sul finanziamento degli indennizzi e sulla possibilità di superare l'attuale vincolo di spesa; a tal fine potranno essere utili le stime circa l'entità complessiva degli indennizzi da liquidare che potranno essere formulate entro il mese di luglio. Su tali dati, peraltro, potranno utilmente riflettere i gruppi di lavoro che sono stati istituiti in seno alla Commissione.

La senatrice GRANAIOLA (PD) chiede chiarimenti sulla composizione del collegio giudicante del Comitato di verifica per le cause di servizio e dichiara di condividere la richiesta del senatore Galperti, essenziale per integrare la riflessione in corso relativa alle possibili cause delle patologie contratte dal personale militare nel corso di missioni di qualsiasi natura o durante il servizio prestato presso siti come i poligoni di tiro o i depositi di armamenti.

Il dott. BILANZONE fa presente che la Direzione Generale della previdenza militare richiederà d'ufficio, a seguito delle modifiche normative intervenute, il riesame delle domande sulle quali il Comitato di verifica per le cause di servizio si è già pronunciato negativamente. Ricorda altresì che ai sensi della legislazione vigente, l'Amministrazione può preannunciare all'interessato la formulazione di un parere negativo e invitarlo conseguentemente a produrre nuovi documenti per una eventuale richiesta di riesame.
Per quel che riguarda il quesito riguardante i tempi entro i quali sarà possibile procedere ai pagamenti degli indennizzi, sottolinea che il problema essenziale concerne la formulazione del piano di riparto: se esso permane, non si può procedere a nessun pagamento se non dopo che tutte le pratiche saranno state esaminate. A tale proposito osserva che la Direzione Generale per la previdenza militare ha trasmesso al Comitato di verifica per le cause di servizio la stragrande maggioranza delle domande adeguatamente istruite, ma in alcuni casi l'istruttoria deve ripartire: si tratta delle istanze, già ricordate, per le quali l'Amministrazione si accinge a chiedere il riesame, alle quali si aggiungono quelle restituite dal Comitato per insufficienza della documentazione. Una previsione di spesa definitiva potrà essere formulata solo all'esito dell'esame di tutte le domande presentate, ed è difficile che ciò avvenga entro la metà del mese di luglio. Se il Comitato restituisce entro tale scadenza un numero adeguato di domande, la Direzione Generale potrà formulare una simulazione di spesa ipotizzando che l'erogazione dell'indennizzo avvenga sempre nella misura più elevata.

Il senatore FERRANTE (PD) precisa che la Commissione è interessata a conoscere la spesa prevedibile per ciascuna delle pratiche esitate.

Il dott. BILANZONE chiarisce che questa previsione è possibile, ma essa può avere un carattere puramente indicativo, in attesa che si disponga del quadro completo delle domande accolte per definire il piano di riparto.

Dopo che il dott. MASSICCI, nell'assicurare la piena disponibilità del suo ufficio a collaborare con la Commissione, ha richiamato l'attenzione sulle competenze della Ragioneria Generale dello Stato, che non ha un ruolo gestionale, ma presidia il controllo della spesa pubblica, il generale DEL SETTE ricorda di avere precisato nella precedente audizione che la previsione di rimozione del piano di riparto nasceva dall'intenzione di recepire l'esigenza posta dal legislatore, di accelerare il procedimento concessivo nel momento in cui il nesso di causalità tra l'esposizione all'amianto e l'insorgenza delle patologie era stato sostituito con il criterio probabilistico. Richiama quindi la necessità di pervenire al piano di riparto entro la fine del corrente esercizio finanziario: in caso contrario e in assenza di una misura di trascinamento delle risorse disponibili al prossimo esercizio finanziario, queste ultime andrebbero inevitabilmente in economia. Quanto all'ipotesi di ricorrere agli ordinari capitoli di bilancio dello stato di previsione del Ministero della Difesa, il generale Del Sette fa presente che questi ultimi sono destinati alle medesime finalità di copertura delle spese per l'indennizzo delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. Non sfugge che, in assenza di una modifica regolamentare, il Comitato di verifica per le cause di servizio si dovrà pronunciare sulla base della nuova normativa e delle norme secondarie di attuazione ad essa previgenti. Soccorre peraltro il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2006, concernente termini e modalità di corresponsione delle provvidenze alle vittime del dovere ed ai soggetti equiparati, a norma dell'articolo 1, comma 565, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria del 2006), che può essere applicato per analogia rispetto alla nuova formulazione degli articoli 603 e 1907 del decreto legislativo n. 66 del 2010, nonché il parere del Consiglio di Stato n. 2526 del 2010, che ha fornito ampi chiarimenti in ordine alle nozioni di "missione di qualunque natura" e di "particolari condizioni ambientali".
Rispondendo al quesito del senatore Gallo, ripreso anche dal senatore CAFORIO (IdV), il generale Del Sette precisa che non gli risultano accordi di carattere transattivo concernenti il personale militare contaminato da agenti patogeni di varia natura.

Il senatore FERRANTE (PD), nel prendere atto delle dichiarazioni del generale Del Sette, in particolare per quel che concerne la necessità di definire il piano di riparto entro il 2011, osserva che al fine di procedere entro il mese di luglio ad una quantificazione di massima della spesa relativa agli indennizzi, il Direttore Generale della previdenza militare dovrebbe chiarire quale è il numero delle pratiche non ancora trasferite al Comitato.

Il dott. BILANZONE precisa che le domande restituite dal Comitato per lacune della documentazione sono circa 40 alle quali si aggiungono le 50 per le quali verrà chiesto d'ufficio il riesame.

Il senatore SCANU (PD) chiede al Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della Difesa di valutare la possibilità di inserire una nuova norma di spesa ed altre modifiche normative che fossero ritenute necessarie nell'ambito del decreto sulle missioni internazionali in corso di predisposizione. Ritiene altresì opportuno proseguire anche in prossime audizioni l'esame delle criticità riguardanti le procedure di attribuzione dei benefici in discussione.

Il senatore CAFORIO (IdV) ripropone un quesito, già da lui sollevato in altre occasioni, circa l'estensione dei benefici previsti per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata alle vittime del dovere e ai cosiddetti soggetti equiparati. Su questo tema, a suo avviso, l'Amministrazione della difesa dovrebbe prendere atto della volontà già palesata dal legislatore, di procedere ad una effettiva equiparazione, agendo di conseguenza per rimuovere le differenze di trattamento attualmente ancora in essere.

Il PRESIDENTE, nel compiacersi per l'ampiezza del dibattito svoltosi, propone di fissare per il 19 luglio una nuova audizione al fine di tracciare un primo bilancio sull'attività che il Comitato di verifica per le cause di servizio e la Direzione Generale della previdenza militare si sono proposti di svolgere al fine di accelerare il procedimento di liquidazione delle pratiche e procedere ad una prima ipotesi di quantificazione della spesa. In tal modo, sarà possibile formulare previsioni più esatte sulle scadenze relative alla formulazione del piano di riparto e sulla possibilità di reperire, ove esse si rendessero necessarie, risorse aggiuntive.

La Commissione conviene con la proposta del Presidente.

Il PRESIDENTE afferma quindi che il senatore Galperti ha inoltre posto una questione estremamente rilevante, circa gli accertamenti effettuati in relazione alle sei domande sulle quali il Comitato di verifica per le cause di servizio si è pronunciato positivamente. La materia è di rilevanza tale che richiede una apposita audizione, che dovrebbe essere calendarizzata quanto prima.
Per quanto riguarda la questione posta dal senatore Gallo e da altri senatori, sulla natura del beneficio in discussione, non vi è dubbio che si tratti di un indennizzo e non di una misura risarcitoria. E' comunque intenzione della Commissione investire della questione i consulenti esperti in materie giuridiche, affinché forniscano un quadro degli indirizzi giurisprudenziali e, nel pieno rispetto dell'autonomia della magistratura, formulino ipotesi di linee guida, tratte dalla giurisprudenza stessa, circa i possibili criteri con cui affrontare le controversie in materia di danni derivanti dalla contaminazione da uranio impoverito ovvero da nanoparticelle.
Ringrazia quindi gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle ore 23,20.