DIFESA (4a)


MERCOLEDI' 29 MAGGIO 2002
37a Seduta

Presidenza del Presidente
CONTESTABILE


Interviene il ministro della Difesa Martino.

La seduta inizia alle ore 15.


SULLE MISSIONI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE propone l'effettuazione di una visita presso l'8o reggimento alpini (ubicato a Cividale del Friuli) e il 313° Gruppo dell'Aeronautica militare (ubicato a Rivolto – Udine), meglio noto con la denominazione Frecce Tricolori. Ipotizza come possibili date il 2 e il 3 luglio.

Conviene la Commissione.

Il senatore PALOMBO propone di effettuare il 16 luglio la visita presso il poligono militare di Nettuno, già deliberata nella seduta del 20 febbraio.

Conviene la Commissione.

Il PRESIDENTE rende noto che sarà possibile effettuare la visita in Kosovo, già deliberata nella seduta del 27 febbraio, nei giorni 26, 27 e 28 giugno.

Conviene la Commissione.


SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI

Il PRESIDENTE rende noto che era stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo per assicurare, ai sensi dell'articolo 33, comma 4 del Regolamento, la speciale forma di pubblicità dei lavori ivi prevista. In previsione di tale richiesta il Presidente del Senato aveva espresso il suo assenso già per la seduta del 17 aprile. Tale forma di pubblicità è pertanto adottata anche per il prosieguo della seduta, dedicata al seguito del dibattito sulle comunicazioni del ministro della Difesa, rese nella seduta del 17 aprile.


PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito del dibattito sulle comunicazioni del Ministro della difesa, rese nella seduta del 17 aprile 2002, sui programmi di sviluppo e di organizzazione del dicastero alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione politica internazionale.

Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta del 17 aprile il ministro della Difesa aveva già risposto ai quesiti dei senatori Battafarano, Bedin, Firrarello, Gubert, Meleleo, Pellicini e Palombo. Altresì rammenta che nel corso della stessa seduta erano intervenuti, i senatori Nieddu e Del Turco, ai quali il ministro intende rispondere, come pure ai senatori Boco, Calogero Sodano e Collino. Per l'esattezza il senatore Boco aveva chiesto informazioni in ordine alle modifiche operate dal disegno di legge n. 1927 in discussione presso la Camera dei deputati alla legge n. 185 del 1990, al commercio di armi destinate ai paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento alla possibile sospensione di aiuti militari all'India e al Pakistan, al ruolo dell'Italia nell'ambito della politica estera internazionale e nella regione balcanica e al possibile avviamento di un'inchiesta ministeriale per accertare le diverse cause degli incidenti che hanno visto recentemente coinvolto il veivolo AMX. Il senatore Calogero Sodano aveva chiesto informazioni relative alla cessazione dell'attività operativa delle caserme siciliane, mentre il senatore Collino desidera informazioni in ordine alla paventata soppressione dell'8o reggimento ed alle dismissioni di beni militari nella regione del Nord-est.

Interviene il ministro MARTINO soffermandosi inizialmente sugli argomenti oggetto dei quesiti posti nella scorsa seduta dai senatori Nieddu e Del Turco.
Risponde alla prima domanda del senatore Nieddu, con la quale viene palesata la perplessità sulla destinazione a reparti operativi dei militari di leva e dei volontari a ferma annuale. Ricorda che tale indicazione della direttiva ministeriale è riferita ad unità che si avvicendano in operazioni a più bassa intensità operativa, riservando l'impiego nelle zone più a rischio al personale in ferma breve o in servizio permanente. Condivide, comunque l'idea che i giovani di leva o in ferma annuale non debbano essere impiegati in aree, quali il Kosovo o l'Afghanistan ove è invece necessario che siano concentrate esperienze e professionalità di maggiore spessore. Concorda anche sull'opportunità di consentire ai giovani arruolati la scelta del tempo di partenza o della località dove prestare servizio, rammentando che è una procedura già in atto. Quanto all'annunciato provvedimento, di origine governativa, inteso a realizzare la riduzione della fase di transizione al dicembre 2004 assicura che le misure previste offrono ampie garanzie di successo, attraverso un sistema articolato su interventi di carattere economico, di reimpiego nell'ambito delle stesse Forze armate e di polizia e di inserimento nel mondo del lavoro.
Si sofferma poi sulla seconda domanda, con la quale vengono chiesti chiarimenti sul previsto snellimento degli organi di comando, in particolare quelli intermedi e sull'auspicato incremento delle forze operative. Rileva come le riforme indispensabili per le Forze armate debbano incidere proprio sull'architettura del sistema. Essa infatti dovrà essere disegnata secondo un modello coerente e calibrato alle missioni probabili ed alle dimensioni sostenibili. Un modello articolato in strutture di comando più semplici e snelle, quindi depurato di comandi ed enti intermedi che figurano come demoltiplicatori di funzioni ma moltiplicatori di esigenze. La direttiva richiama quindi l'esigenza di ridurre tutti quegli enti, ispettorati e comandi che, specie nell'Esercito, costituiscono doppioni o presentano sovrapposizioni nella catena ordinativa.
Procede poi alla disamina del terzo quesito in ordine alla coerenza, da parte del Governo, nell'incrementare la percentuale della funzione Difesa, fino all'1,5 per cento del PIL, con il provvedimento della cartolarizzazione dei beni demaniali, i cui proventi non rientrerebbero più in via diretta nelle disponibilità della Difesa. Ricorda che quello dei costi del modello previsto rappresenta un nodo di non facile soluzione per l'Italia, che parte da basse percentuali del PIL per la funzione Difesa e che ha in corso una vasta opera di risanamento finanziario. Tuttavia, sulla base delle esigenze e del quadro complessivo della finanza pubblica, sarà possibile contare su un trend moderatamente crescente della Funzione difesa, in modo da portarla nel medio periodo, al traguardo dell'1,5 per cento del Prodotto interno lordo, che consentirebbe l'opportuno avvicinamento al livello di spesa dei nostri maggiori partners europei. Altra prospettiva meritano invece i provvedimenti-una tantum, che, caratterizzati da saltuarietà, producono effetti in archi temporali limitati ed in settori di spesa ben determinati, ove si colloca l'eventuale assegnazione dei proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio demaniale della Difesa, non più necessario o rispondente alle esigenze. La nuova normativa, inoltre, nel prevedere la cartolarizzazione di tutti i beni dismissibili dello Stato, non esclude il ricorso alla precedente procedura. Sulla base di quest'ultima ed in relazione all'aggiornamento delle esigenze è in corso infatti la definizione degli immobili della Difesa da inserire in un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di prossima emanazione.
La quarta domanda auspica un aumento del Fondo unico di amministrazione al fine di promuovere la riqualificazione di personale civile: conferma che si tratta di un aspetto prioritario per il dicastero. Infatti, il Fondo unico di amministrazione (F.U.A.), previsto dal Contratto collettivo di lavoro per il personale inquadrato nelle qualifiche funzionali, viene alimentato con gli stanziamenti in precedenza destinati alle diverse tipologie lavorative.
Per ciò che concerne la quinta domanda conferma che tra le priorità figurano l'unificazione dei servizi comuni alle Forze armate, quali sanità, infrastrutture, reclutamento, trasporti, vestiario. Sono infatti allo studio soluzioni volte a valorizzare le competenze e le specificità presenti nell'amministrazione, realizzando criteri di economia e funzionalità: la prima imposta dalla progressiva riduzione dello strumento e dall'esigenza di razionalizzare le risorse disponibili, la seconda conseguente alla comunalità dei servizi richiamati per le diverse Forze armate. Anche per questo fine ci si potrà avvalere della delega per l'aggiornamento dell'organizzazione della Difesa, prevista nell'ambito dei disegno di legge per la riforma del Governo ed attualmente in fase di approvazione alla Camera, in seconda lettura.
L'ultimo quesito riguarda il processo di razionalizzazione delle Forze armate, con riferimento ad un maggiore carattere interforze degli organi di Comando. Il ministro ribadisce che la riorganizzazione dovrà prendere le mosse dai risultati degli studi avviati con la direttiva ministeriale. Ricorda che è in atto uno studio volto a valutare quale sia la migliore soluzione per la condotta delle operazioni e dell'addestramento delle forze. Se quella in atto presso l'Aeronautica, con due comandi distinti (la Squadra aerea, che addestra, ed il Comando delle Forze aeree, che impiega) ovvero quella della Marina, con il solo Comando in Capo della Squadra navale, che addestra ed impegna la flotta, con un efficace sistema sinergico di conduzione delle attività. Altro argomento da approfondire è quello del COI, il Comando operativo di vertice interforze, che a fronte della sempre più marcata caratterizzazione interforze delle operazioni, ha assunto notevoli proporzioni. Non sfugge d'altra parte la proliferazione di tanti comandi nazionali, europei e Nato, che rende necessaria una razionalizzazione coerente con la riduzione complessiva dello strumento militare.
Vi è un problema di ridimensionamento complessivo, e di definizione delle funzioni, fra organi di staff, dove si fanno i piani ed i programmi, e comandi. Per questo è stato avviato un processo di revisione delle strutture di comando e di trasformazione e ridimensionamento degli organi centrali e degli enti territoriali, che sia improntato alla massima efficacia e che tenga anche conto delle esperienze degli eserciti dei paesi più avanzati.
Risponde al senatore Del Turco in ordine alla paventata soppressione della caserma "Pasquali" all'Aquila: assicura che la struttura manterrà la propria operatività senza subire alcun declassamento o contrazione. Essa è sede del 33° reggimento "Acqui", attualmente costituito da personale volontario in ferma annuale e successivamente alimentato da personale volontario in ferma prefissata. Sotto il profilo infrastrutturale la caserma è interessata a vari programmi di investimento, quali la realizzazione di un poligono coperto e la ristrutturazione di due palazzine per il personale volontario. Tali iniziative rendono evidenti le intenzioni della Difesa di rivalutare la propria presenza nel capoluogo abruzzese.
Il ministro Martino passa quindi a rispondere ai senatori che avevano fatto pervenire anticipatamente dei quesiti. Per ciò che attiene alle domande poste dal senatore Calogero Sodano in ordine alle previste dismissioni in Sicilia, conferma trattarsi di un'area oggetto di particolare attenzione, in virtù della sua cruciale posizione geo-strategica, al centro del Mediterraneo. Per tale motivo, nell'intera regione non sono state disposte alienazioni o permute che interessino caserme o infrastrutture di reparti ivi dislocati. I beni immobili dichiarati dismissibili appartengono, infatti, ad altre tipologie di installazioni, come ad esempio fari non più utilizzati ed ex depositi di combustibili e di armi. In particolare, nell'area palermitana sono in corso le dismissioni dell'ex Centro stazione radio telegrafica "La Nave" e dell'ex deposito combustibili "Monte Pellegrino". Infine, potrà essere incluso tra i beni dismissibili il distaccamento aeroportuale di Boccadifalco, esclusa l'area alloggiativa, fino a che non siano soddisfatte le esigenze delle amministrazioni statali, tra cui l'aviazione civile.
Risponde poi ai quesiti del senatore Collino in ordine all'8° reggimento alpini e alle prospettive delle dismissioni nel Nord-Est. Osserva preliminarmente che la riduzione a 190 mila comporterà per l'Esercito una contrazione da 150 mila a 112 mila unità. In particolare per le truppe alpine, che unitamente ai paracadutisti rappresentano la componente leggera delle forze di manovra, ciò comporta il passaggio da 3 a 2 brigate, una dislocata nell'area occidentale dell'arco alpino (la brigata "Taurinense"), l'altra nell'area orientale (la brigata "Julia"). Tale nuova configurazione lascerà inalterato il peso percentuale delle Truppe alpine nel contesto delle Forze di manovra (da 5 brigate su 25 del 1990, a 2 brigate su 11 del modello professionale), consentendo di mantenere l'equilibrio tra le componenti pesante, media e leggera delle forze operative. I corrispondenti 6 reggimenti sono stati dislocati omogeneamente sul territorio: due a Pinerolo e Cuneo, uno a Feltre, uno a Vipiteno, uno a Venzone ed uno all'Aquila. L'8° reggimento è stato inserito tra quelli di prossima soppressione. Peraltro, per salvaguardare le tradizioni del reparto, la denominazione e la bandiera di guerra transiteranno al 14° reggimento di Venzone. Provvisoriamente, anche per soddisfare aspettative locali, l'unità sarà alimentata con volontari in ferma annuale e per il solo anno 2002; successivamente, sarà riconfigurata in Nucleo di attivazione.
Per quanto riguarda la situazione delle dismissioni di infrastrutture della Difesa nell'area Nord-Est osserva che nelle due regioni a statuto speciale, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, non risultano novità significative rispetto a quanto a suo tempo previsto dai decreti legislativi n. 495 del 1998 e n. 237 del 2001, mentre in ordine ai beni dismissibili della regione Veneto, la situazione è in evoluzione. Dei beni già inseriti in apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, cinque sono già stati oggetto di vendita (il poligono di Malcesine, le caserme Marras e Cella e i due depositi di Gaiarina e Postiona), per altri è in corso di formalizzazione il contratto preliminare di vendita (alcuni depositi, una caserma ed un poligono in disuso). Vi sono inoltre beni per i quali si sta valutando la possibilità di inserimento nel prossimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ovvero la cessione all'amministrazione finanziaria dello Stato. Si tratta, nel primo caso, di alcune aree demaniali, magazzini, depositi, poligoni, rifugi, zone logistiche e di lancio, e nel secondo di batterie, caserme di piccole dimensioni, magazzini, poligoni, opere fortificate e varie strutture in disuso. In ultimo, vi sono tre immobili (Forte Alberoni e Forte Sirtori di Venezia ed un poligono in provincia di Verona) i cui contratti di vendita potranno essere definiti solo a seguito della prevista emanazione di un regolamento di cui alla legge n. 448 del 1998, trattandosi di infrastrutture di interesse storico e artistico.
Risponde da ultimo alle domande del senatore Boco. Ricorda che il disegno di legge governativo atto Camera n. 1927, che reca la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo quadro definito LOI (Letter of Intent) tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia e Regno Unito, relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa, nonché alle modifiche alla legge n. 185 del 1990, che disciplina i controlli di importazione, esportazione e transito di materiali di armamento, si inquadra nel più ampio progetto di accelerare, mediante programmi basati su intese intergovernative tra paesi Nato o UE, il processo di razionalizzazione e concentrazione delle industrie europee per la difesa, al fine di potenziarne le capacità tecnologiche e il grado di competitività e di autonomia. In tale contesto, le modifiche alla legge n. 185/90, tendono ad adeguare la normativa alle esigenze di cooperazione integrata fra gli Stati firmatari dell'Accordo e, più ampiamente, fra tutti i Paesi Ue o Nato. La parte innovativa del trattato introduce una forma particolare di autorizzazione, la "Licenza globale di progetto", che non liberalizza l'export, ma solo il transito dei materiali necessari alla realizzazione del programma congiunto. L'export viene autorizzato in un secondo tempo, con una normale licenza in linea con la normativa già in vigore. Inoltre l'introduzione della novità procedurale non elude i previsti controlli da parte del Parlamento.
In merito alle preoccupazioni espresse sul controllo delle armi leggere, pur concordando sull'esigenza di adeguare l'attuale normativa assicura che anche per questa tipologia di armi il rilascio delle autorizzazione viene vagliato dai ministeri competenti, tenendo anche conto delle nuove regole procedurali e dei criteri stabiliti dal Codice di condotta europeo, approvato il 25 maggio 1998 del Consiglio europeo. Per ciò che attiene all'addestramento di personale militare estero nel periodo 1995- 2001 ricorda che le Forze armate, nell'ambito dei programmi di formazione e di addestramento, accolgono personale proveniente di più di 50 paesi sparsi nel mondo. I relativi criteri di ammissione prevedono l'accoglienza di militari stranieri, sulla base di differenti forme di corresponsione degli oneri: a pagamento totale o in forma parzialmente gratuita.
Le diverse modalità conseguono a vari elementi di valutazione. In particolare, nei riguardi di paesi soggetti a sanzioni internazionali ovvero responsabili di violazioni dei diritti fondamentali gli oneri sono a loro totale carico, mentre per i militari appartenenti a paesi internazionalmente riconosciuti "poveri", ovvero in applicazione di trattati bilaterali, gli oneri sono a totale carico dell'amministrazione Difesa. Nel caso infine in cui la situazione economica del paese sia particolarmente critica, i corsi vengono effettuati elargendo al personale anche un trattamento economico concordato.
Quanto agli oneri per l'amministrazione relativi all'anno accademico in corso, essi sono pari a circa uno e due milioni di euro, rispettivamente per gli esercizi finanziari 2001 e 2002, per un totale di 524 militari stranieri ammessi, dei quali 107 a pagamento, 223 in forma parzialmente gratuita e 194 gratuitamente. Sempre in riferimento alla legge 185 osserva che il Pakistan ha fornito un indispensabile sostegno alla lotta contro il terrorismo transnazionale e la sua leadership si sta adoperando per la costruzione di una società civile scevra da quegli accenni di fondamentalismo che rappresentano un alveo naturale per potenziali collusioni con il terrorismo, anche se molta strada resta ancora da percorrere sulla via della democratizzazione del paese. Occorre mantenere i rapporti per assecondare le tendenze laiche e moderate presenti e per aiutare la democrazia a radicarsi. Il medesimo discorso vale per l'India, ormai potenza regionale. È interesse dell'Italia intrattenere strette relazioni con entrambi i paesi, soprattutto per indirizzane il ruolo nell'area verso accentuate forme di stabilizzazione quali precondizioni, sia per contrastare il terrorismo, sia per accedere alle risorse energetiche primarie nell'area caucasica e centro asiatica.
Precisa comunque che in entrambi i casi non esistono programmi o progetti di cooperazione nel campo dei materiali per la Difesa, né sono attivi programmi relativi alla formazione del personale in Italia; inoltre, non sono state effettuate, a loro favore, cessioni di materiali di armamento, a titolo gratuito, e, per quanto riguarda l'esportazione di materiali di armamento verso i due Paesi, il Governo ne effettua un controllo particolarmente rigoroso, sulla base delle vigenti disposizioni che prevedono di evitare la cessione di materiali che possano vere effetti immediati sulle sorti del conflitto. La Letter oj Intent, dunque, non intacca i principi ispiratori della legge 185, ma ne attualizza e razionalizza alcune previsioni in materia di procedure amministrative, per adeguarle alle nostre scelte di politica estera ed a quelle di sicurezza e difesa comune in ambito Nato e UE.
Per quanto riguarda il ruolo del Paese all'interno della Politica europea di Sicurezza e Difesa, ricorda che la politica governativa è caratterizzata dalla continuità negli impegni con l'Alleanza Atlantica e con l'Unione europea, nella consapevolezza che quello della difesa comune rappresenta un importante percorso politico, da consolidare e rafforzare con scelte coerenti ed efficaci. Nel dicembre 2001 in occasione del Consiglio di Laeken l'Unione europea ha preso atto di disporre, ormai, di una "capacità militare iniziale", e di essere in grado di condurre alcune operazioni di crisis management. Questa capacità potrà progressivamente svilupparsi fino a gestire operazioni nell'intera gamma delle missioni di Petesberg, incluse quelle di imposizione della pace, grazie anche alla formalizzazione del raccordo operativo con la Nato. Deve quindi essere concluso quanto prima il cosiddetto accordo Berlin Plus, relativo al meccanismo che garantirà il prestito di risorse e capacità dell'Alleanza.
Nell'ambito dello stesso Consiglio è stato inoltre approvato il "Piano d'azione europeo sulle capacità", nell'ambito del quale l'Italia sta svolgendo un ruolo rilevante. Esso stabilisce un metodo che consente di concentrare tutti gli sforzi, investimenti, sviluppi e misure di coordinamento nazionali e multinazionali, per migliorare i mezzi esistenti e sviluppare gradualmente le previste capacità operative. Ricorda che è stato avviato nell'area un percorso di ricostruzione e sviluppo, in parallelo col processo di allargamento delle istituzioni euro-atlantiche verso Est e verso Sud.
Processi di rivitalizzazione politica, economica e sociale e di riscostruzione del tessuto istituzionale, nei paesi che escono da laceranti conflitto o collassi interni, si sviluppano secondo dinamiche di lungo periodo che necessitano, per un tempo breve, il mantenimento di una adeguata cornice di sicurezza. L'Italia figura in prima linea, con un contingente di 8.200 uomini, anche perché la sicurezza del Paese non può prescindere dalla stabilità della regione balcanica. In particolare, l'operazione Amber Fox in Macedonia è oggetto di successive proroghe, di volta in volta richieste dal Presidente macedone e deliberate dal Consiglio Atlantico. In conseguenza di ciò, il Governo ha deciso per la permanenza del nostro contingente, mantenendo inalterati i livelli di personale e mezzi impiegati.
Circa la domanda del senatore Boco relativa al velivolo AMX. Osserva che, dopo l'ultimo incidente del 15 aprile sono state avviate inchieste da parte delle magistrature ordinaria e militare e della stessa Aeronautica militare. Contestualmente la procura militare di Padova ha disposto il sequestro dei velivoli del 51° stormo di Istrana. Inoltre il Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica aveva già disposto, a titolo precauzionale, la sospensione temporanea delle attività di volo addestrativo ed operativo della linea AMX, al fine di acquisire evidenze di prima analisi. Conferma che i dati mostrano un andamento del numero di incidenti che si pone nella media statistica, sia in confronto ai dati relativi a velivoli similari di altri paesi, sia rispetto ad altri aerei in dotazione all'Aeronautica. Inoltre, comportando il fermo dell'intera linea dei velivoli AMX problemi sia a livello addestrativo sia rispetto alla capacità operativa complessiva della nostra forza aerea, auspica una rapida e positiva conclusione degli accertamenti in corso.

Il senatore NIEDDU, muovendo dai notevoli spunti d'interesse emersi durante la visita del 20 maggio al Comando di Corpo d'armata di reazione rapida di Solbiate Olona chiede al ministro assicurazioni in ordine al pieno sostegno del Governo alla candidatura italiana ad ospitare un comando NATO ad alta intensità operativa nella zona. Tale candidatura riveste infatti una notevole importanza per le forze armate, sia in ambito NATO, sia in ambito europeo.

In senso adesivo alle considerazioni svolte dal senatore Nieddu interviene anche il senatore PALOMBO, il quale manifesta la sua piena condivisione a quanto detto dal ministro relativamente all'impegno militare profuso dal Paese nell'area balcanica. Esprime invece delle perplessità per ciò che attiene all'attuale situazione di stallo relativa alla linea di volo AM-X: un periodo di ben 180 giorni di inoperatività dei velivoli avrebbe come unico effetto quello di compromettere gravemente la sicurezza aerea nazionale. Inoltre, l'attuale stato delle cose si rivela gravemente nocivo con riferimento all'addestramento dei piloti, che, per essere proficuo deve vedersi garantita una necessaria continuità.

Replica ai due interventi il ministro MARTINO, assicurando il pieno sostegno del dicastero alla candidatura della caserma di Solbiate Olona a sede del Comando di Corpo d'armata di reazione rapida della NATO. Per ciò che attiene ai gravi problemi che vedono coinvolto il velivolo AMX, concorda con il senatore Palombo sul fatto che un fermo esageratamente lungo della linea di volo potrebbe gravemente compromettere la sicurezza aerea del Paese ed il profilo addestrativo dei piloti. Inoltre ciò potrebbe rendere particolarmente difficile far fronte agli impegni assunti dall'Italia in ambito internazionale. Auspica quindi una risoluzione in tempi brevi del problema.
Ricorda infine che l'Aeronautica militare è la Forze armate maggiormente bisognosa di investimenti ed ammodernamenti.

Interviene quindi la senatrice STANISCI, svolgendo delle considerazioni a carattere generale legate al mutamento dello scenario politico internazionale ed alla comparsa del pericolo terroristico, che hanno imposto un nuovo modello di sviluppo del meccanismo del sistema della difesa. Esso presenta anche delle conseguenze negative, comportando un notevole ridimensionamento delle strutture esistenti, nonché la loro soppressione, sopratutto nelle aree del Mezzogiorno. Ricorda come nel Sud del Paese l'esistenza di strutture militari abbia spesso rappresentato un elemento importante da un punto di vista economico ed un imprescindibile fattore di sviluppo, sottolineando come nel Libro bianco non sia adeguatamente trattato il problema delle eventuali alternative al ridimensionamento ed alla soppressione delle strutture al fine di assicurare un adeguato sviluppo delle aree interessate. Sotto questo aspetto pone l'accento sul fatto che la Puglia è una delle regioni italiane che rischia di essere colpita in maniera rilevante da tale processo.
Sottolinea inoltre che la dignità dei dipendenti civili del ministero non è adeguatamente tutelata, come attesta peraltro lo stato delle non buone relazioni con i loro organismi sindacali. Ricorda comunque che nella seduta del 13 febbraio il sottosegretario Berselli rispondendo ad una sua interrogazione sulla base ONU di Brindisi confermava lo stanziamento di 15 miliardi di lire allo scopo di garantire l'efficienza della base, ed a tal riguardo domanda se vi è stata un'evoluzione della situazione e come si intende valorizzare maggiormente una base, come quella di Brindisi, che riveste una notevole importanza logistica.

Replica il ministro MARTINO, dichiarando di condividere le osservazioni di carattere generale mosse dalla senatrice Stanisci. Rileva tuttavia come, stante l'impossibilità di mantenere in funzione strutture non più rispondenti alle attuali esigenze delle Forze armate, l'unica soluzione concretamente attuabile per superare le difficoltà transitorie derivanti dalla loro soppressione sia quella di puntare sulla valorizzazione delle risorse umane, accelerando e sostenendo il passaggio da una fase ad alta intensità di lavoro ad una ad alta intensità di capitale, caratterizzata da un alto investimento nell'acquisizione da parte dell'individuo di conoscenze spendibili efficacemente anche nell'ingresso nel mondo del lavoro in ambito civile. Un esempio concreto dell'attuazione di tale dottrina è rappresentato dai corsi di informatica, recentemente istituiti dalla Difesa. Reputa però priva di fondamento la supposizione di contrasti con il personale civile delle Forze armate.

Interviene infine il senatore MINARDO sottolineando le proprie perplessità in ordine alla prevista trasformazione dell'Ospedale militare di Messina, attualmente qualificato come centro ospedale militare legale per la Sicilia orientale, in un centro medico ospedaliero e chiedendo dei chiarimenti al ministro in ordine alla questione.

Per i concomitanti impegni d'Aula il seguito del dibattito viene quindi rinviato a prossima seduta, da fissarsi nel mese di giugno.

La seduta termina alle 16.30.