LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8ª)

MERCOLEDÌ 13 LUGLIO 2005
482ª Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
GRILLO
Interviene il ministro delle comunicazioni Landolfi.

La seduta inizia alle ore 15,10.


SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI

Il presidente GRILLO avverte che è stata avanzata, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento, la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo per lo svolgimento del seguito delle comunicazioni del Ministro delle comunicazioni e che ha informato della richiesta anzidetta il Presidente del Senato, il quale ha preannunciato il proprio assenso. Propone pertanto di adottare detta forma di pubblicità.

La Commissione conviene.


PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito delle comunicazioni del Ministro delle comunicazioni sulle linee programmatiche del suo dicastero

Riprende la procedura informativa sospesa nella seduta pomeridiana del 6 luglio scorso.

Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) interviene nel dibattito sulle comunicazioni del ministro Landolfi chiedendo chiarimenti sulla proposta dello stesso Ministro volta a modificare il meccanismo di nomina del Presidente della RAI. Ritiene infatti che il mancato accordo su tale nomina non dipenda dalla elevata maggioranza richiesta dalla cosiddetta legge Gasparri, dato che il vertice della emittente pubblica era già instabile prima ancora dell'entrata in vigore della legge n. 112 del 2004. Chiede quindi di sapere: quali sono gli investimenti sostenuti dalla RAI per lo sviluppo della tecnologia digitale terrestre, se il sistema di governance dell'emittente pubblica non preveda un numero eccessivo di interlocutori a cui l'azienda deve rispondere e quale sia l'opinione del Ministro sull'ipotesi di separazione societaria prospettata al fine del rilancio dell'azienda. Chiede poi chiarimenti sul superamento dei limiti pubblicitari nel caso dei cosiddetti mini spot e se non sia opportuno che talune funzioni di monitoraggio attualmente svolte dall'Auditel siano trasferite all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Chiede infine di sapere perché gli utili di ottanta milioni di euro, accertati con l'ultimo bilancio approvato dall'emittente pubblica, siano stati versati al Tesoro e non siano stati invece impiegati in investimenti in tecnologia o nella riduzione del canone televisivo.

Il ministro LANDOLFI ritiene che l'elemento critico nelle modalità di nomina del Presidente della RAI sia costituito dalla eccessiva rigidità della norma che non prevede maggioranze inferiori di quella dei due terzi dopo un certo numero di votazioni esperite infruttuosamente. In tal senso è pertanto orientata la sua proposta che prevede la presenza di dieci consiglieri nel consiglio di amministrazione della RAI e che il decimo consigliere sia proprio il Presidente nominato dalla Commissione parlamentare di vigilanza. Auspica quindi il raggiungimento di un accordo tra le parti politiche per la nomina di un Presidente di garanzia che venga individuato senza compromessi sulla figura del Direttore generale. E' necessario inoltre che la RAI disponga di risorse finanziarie che le permettano di far fronte alla concorrenza privata nel campo degli investimenti ed in tale ottica gli ottanta milioni di euro conseguiti ritiene debbano essere impiegati nella sfida tecnologica che l'azienda deve sostenere. Sul tema della separazione societaria ritiene necessario avviare una riflessione approfondita che, lungi dal rappresentare una soluzione di immagine, permetta l'introduzione di modelli gestionali di tipo privatistico. Prima di arrivare alla separazione societaria appare comunque necessaria una separazione contabile e su questo aspetto sono in corso i necessari approfondimenti in sede di redazione del contratto di servizio. Concorda infine con il senatore Zanda circa le osservazioni relative alle funzioni svolte dall'Auditel e dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il senatore Paolo BRUTTI (DS-U) ritiene che l'ampia relazione illustrata dal ministro Landolfi risulti dispersiva e non consenta di individuare le linee strategiche che il Ministro intende implementare. Quanto alla privatizzazione della RAI chiede chiarimenti sulle modalità di collocazione delle sue quote azionarie sul mercato mobiliare. Il limite dell'uno per cento è infatti troppo esiguo per richiamare l'interesse di investitori istituzionali e, se l'intenzione è quella di attrarre istituzioni pubbliche, lo strumento della società per azioni è eccessivo e, forse, sarebbe stato meglio ricorrere a quello della fondazione. Auspica chiarimenti sulle linee strategiche del nuovo contratto di servizio e chiede di sapere se il Ministro non ritenga necessario il riordino del piano delle frequenze radiotelevisive concesse. Manifesta poi perplessità sulla costituzione della società di scopo "INFRATEL S.p.A." e sulle funzioni pubbliche attribuite alla società partecipata da Sviluppo Italia S.p.A. per la diffusione delle tecnologie di comunicazioni nel nostro Paese.

Il ministro LANDOLFI fa presente che la cautela con cui è necessario affrontare la privatizzazione della RAI non implica che la stessa privatizzazione non debba poi avvenire. La cautela è infatti imposta dalla necessità di definire un quadro, anche legislativo, certo che rappresenti motivo di attrazione di investitori, pubblici o privati, nell'operazione di collocazione dei titoli in borsa. Fa poi presente che provvederà presto a comunicare alle competenti Commissioni parlamentari le linee guida del prossimo contratto di servizio per rendere noti gli orientamenti strategici dell'azienda. Sottolinea inoltre che il passaggio dall'analogico al digitale rappresenta uno sforzo cospicuo per le emittenti televisive impegnate nella trasmissione in simulcast, e che bisogna pertanto valutare con cautela eventuali operazioni di riordino delle frequenze che in questo momento sarebbe difficoltosa. Giudica poi positivamente l'azione di indirizzo pubblico svolta da INFRATEL S.p.A., che ha concentrato la propria azione nelle regioni previste dall'Obiettivo 1, nonché in Abruzzo e Molise. Si impegna inoltre a trasmettere, quanto prima, alla Commissione le riflessioni elaborate dal Ministero sulla questioni relative alle diverse ipotesi di assetto societario.

Il senatore PEDRINI (Aut) ricorda preliminarmente le difficoltà di coordinamento tra centro e periferia che la Pubblica Amministrazione ha spesso incontrato nella realizzazione di programmi di Governo per i quali è richiesto un largo impiego delle moderne tecnologie di comunicazione. Dall' e-government alla carta di identità elettronica, alla sperimentazione del WiMAX (Wordwide interoperability for Wireless Access) si è posto il problema di rendere effettivamente operanti a livello locale le decisioni prese a livello centrale. Dopo aver ricordato i problemi del passaggio dall'analogico al digitale terrestre, sottolinea che l'azione di Sviluppo Italia S.p.A. si concentra soltanto su alcune regioni come se il digital divide non interessasse tutto il Paese. Chiede infine chiarimenti sul piano strategico di Poste Italiane e quali siano le limitazioni alla privatizzazione di importanti settori delle telecomunicazioni che il Ministero intende sostenere per far fronte anche alle recenti emergenze antiterroristiche.

Il ministro LANDOLFI ricorda innanzitutto che le regioni interessate dagli interventi nel settore delle telecomunicazioni da parte di Sviluppo Italia S.p.A. sono prioritariamente quelle previste dall'Obiettivo 1, il Molise e l'Abruzzo. Per quanto riguarda poi Poste Italiane S.p.A., fa presente che l'attività del Ministero si esplica principalmente nella vigilanza sullo svolgimento del cosiddetto servizio universale. Sottolinea inoltre che il decentramento che tocca anche il settore delle comunicazioni previsto dal nuovo titolo V della Costituzione comporta necessariamente la frammentazione dei soggetti pubblici chiamati ad attuare strategie di rilevanza nazionale. In tale contesto si colloca anche la sperimentazione delle tecnologie Wi-Fi (Wireless Fidelity), utili alla infrastrutturazione del territorio. Rammenta inoltre che il nostro Paese può essere considerato, a pieno titolo, un leader nel settore della sicurezza informatica e delle telecomunicazioni.

Il senatore FALOMI (Misto-Cant) richiama anzitutto la recente sentenza della Corte di giustizia europea che ha considerato la pay per view come trasmissione televisiva e non come servizio di comunicazione e ricorda che tale interpretazione era stata sostenuta anche dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dal Consiglio di Stato e ripresa dalla Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato in sede di espressione del primo parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante il codice della radiotelevisione. Chiede quindi di sapere le ragioni del diverso avviso del Governo che continua a considerare la pay per view come un servizio di comunicazione ribadendo il concetto nel nuovo schema recante il codice della radiotelevisione. Ciò infatti consente ai proprietari di televisioni a pagamento di essere esclusi dal calcolo del venti per cento del limite antitrust previsto dalla legge n. 112 del 2004 ed ai proprietari dei multiplex di trarre evidenti benefici sottraendosi all'obbligo di cedere il quaranta per cento delle frequenze di cui dispongono per il passaggio al digitale terrestre.

Il ministro LANDOLFI replica sostenendo che l'elemento discriminante tra i servizi di comunicazione e le trasmissioni televisive è costituito dall'accesso condizionato ai servizi della pay per view, che fa si che le relative trasmissioni non siano rivolte ad una pluralità indistinta ma soltanto a coloro che dispongono di chiavi di accesso a tali servizi sul pagamento di un corrispettivo.

Il senatore CHIRILLI (FI) chiede quali siano i benefici derivanti dallo sviluppo delle televisioni cosiddette di strada per gli enti locali, grazie alle nuove frequenze che si renderebbero disponibili con lo sviluppo del digitale terrestre. Chiede inoltre informazioni sulla vicenda dei contratti trimestrali di lavoro del personale precario assunto da Poste Italiane S.p.A. e quali siano i risultati conseguiti grazie alla differenziazione dei contributi per l'accesso alla banda larga.

Il presidente GRILLO interviene per chiedere quale sia l'opinione del Ministro in merito alla questione che vede interessati sindaci e presidenti delle regioni nella realizzazione di emittenti televisive di rilevanza locale.

Il ministro LANDOLFI fa presente che la questione delle televisioni di strada rimane ben distinta rispetto al tema delle cosiddette emittenti cittadine gestite, direttamente o indirettamente, da regioni o enti locali. Si impegna quindi a fornire al presidente Grillo gli approfondimenti fin qui operati dal suo dicastero sulla questione. Per quanto riguarda infine la sistemazione del personale assunto con contratto trimestrale da Poste Italiane S.p.A., ritiene necessario elaborare una soluzione legislativa che contemperi le giuste aspettative dei lavoratori con gli equilibri gestionali della società per azioni e non comporti oneri per il bilancio dello Stato.

Il presidente GRILLO, dopo aver ringraziato il ministro delle comunicazioni Landolfi per l'ampia disponibilità manifestata, dichiara conclusa la procedura informativa.

La seduta termina alle ore 16,30.