LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

MERCOLEDI' 3 MARZO 2004
313a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
GRILLO


Interviene il vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti Tassone.

La seduta inizia alle ore 8,40.


PROCEDURE INFORMATIVE

Comunicazioni del Governo, ai sensi dell'articolo 46, comma 1, del Regolamento, sulla situazione della società Alitalia S.p.A.

Il presidente GRILLO dà anzitutto lettura di una lettera inviata dal Capo dell'ufficio del coordinamento legislativo del Ministro dell'economia e delle finanze che giustifica l'assenza del ministro Tremonti dalla seduta odierna per impegni istituzionali precedentemente assunti. Dà quindi la parola al vice ministro Tassone.

In via preliminare il vice ministro TASSONE si scusa con la Commissione se ancora una volta il Governo, ieri, è stato costretto a chiedere un ulteriore differimento delle comunicazioni. Riconosce che la Commissione è stata particolarmente paziente e comprensiva nel rilevare le oggettive difficoltà di affrontare un tema così spinoso prima di averne analizzato opportunamente tutti gli aspetti, le cause che hanno determinato la crisi, le possibili conseguenze di essa e i modi per farvi fronte. Quanto alle cause, sono state compiute da più parti analisi e studi, non sempre disinteressati, che talvolta hanno condotto a formulare ipotesi suggestive e di forte impatto mediatico, ma insufficienti sul piano del metodo prima ancora che su quello del merito. In via di larga approssimazione, tuttavia, appare corretto sostenere che le ragioni della crisi Alitalia abbiano natura diversa e possano essere classificate in cause di origine internazionale, di origine sistemico e di origine interne alla Società. Quanto alle prime è sufficiente accennare alla grave crisi di domanda seguita ai tragici eventi dell'11 settembre 2001, agli eventi bellici nei diversi scacchieri internazionali, alle reiterate minacce dirette e indirette di Osama Bin Laden. Quanto alle seconde, invece, appare incidente l'eccessiva frammentazione delle strutture aeroportuali del Paese, la loro casuale distribuzione territoriale, l'eccesso di offerta, sia sul piano dell'infrastruttura che su quello dei vettori, l'inadeguata dimensione degli stessi e una vistosa carenza di regole di sistema. Quanto alle cause interne sottolinea una certa rigidità della struttura, l'inadeguata dimensione dell'azienda - troppo grande per essere un vettore regionale e troppo piccola per essere competitiva sul mercato europeo e internazionale - una certa difficoltà a comprendere che un piano di risanamento non condiviso sul piano sociale aggiunge difficoltà gestionale e, infine, una struttura dei costi fortemente sbilanciata. Senza soffermarsi su una più approfondita analisi che, se ritenuta utile, può essere compiuta con più larga disponibilità di tempo e con qualche supporto visivo, richiama l'attenzione sul fatto, ormai largamente accettato, che la crisi Alitalia si caratterizza per una perdita di competitività sul mercato a medio e lungo raggio e per la conseguente caduta della domanda, una diminuzione della capacità di leadership sul piano del mercato domestico e una perdita di gettito non accompagnata da analoga riduzione dei costi. In questa situazione di difficoltà, all'inizio del secondo semestre del 2002, la società Aliltalia ha elaborato un piano di risanamento che, approvato dal consiglio di amministrazione, è stato allegato alla proposta di privatizzazione e trasmesso alla fine del 2003 al Parlamento per il parere. Il piano, tra nuove entrate e tagli di spese, vale circa cinquecento milioni di euro. Tra i tagli figurano anche quelli occupazionali diretti per circa 1450 addetti e circa 1700 fuoriuscite per operazioni di esternalizzazione. Il messaggio mediatico che è passato è che su questo punto - e solo su questo - i sindacati abbiano alzato le barricate. Le cose non stanno esattamente così anche se in materia di riduzione della forza lavoro il sindacato mantiene, da tempo, una posizione di forte prudenza e diffidenza. Ed è proprio questa nota posizione del sindacato che doveva indurre a più convinte e tenaci relazioni industriali. Probabilmente si è ritenuto che l'urgenza del provvedere (la sbandierata perdita di 50.000 euro l'ora) dovesse far premio sul valore del consenso. In ogni caso va subito detto che il piano di risanamento si è collocato in un contesto di rapporti tesi fra sindacati e azienda e che le organizzazioni sindacali hanno subito dichiarato di considerare il piano sbagliato in radice e non solo per i tagli occupazionali. Per avviare la discussione su un terreno di utile dialettica è apparso subito indispensabile un deciso intervento del Governo, finalizzato a consentire almeno una serena illustrazione del piano. Questo impegno ha occupato tutto il mese di gennaio, nel corso del quale, sono state altresì approfondite le cause sistemiche della crisi, la loro concatenazione con la crisi della società Alitalia, nonché una prospettazione condivisa dei rimedi da attuare. L'illustrazione e la discussione del piano sono state accompagnate da uno studio valutativo di un advisor esterno nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri. Il resto è cronaca degli ultimi tre giorni: le dimissioni dell'amministratore delegato Mengozzi, la nomina del nuovo board e, nella serata di ieri sera, la incoraggiante notizia che l'azienda e i sindacati hanno ripreso le relazioni senza l'assistenza del Governo e hanno stabilito un percorso che non esclude ipotesi di aggiustamento delle misure contenute nel piano. Infine - aiutati dalla convocazione del "tavolo di Palazzo Chigi" sulla definizione delle misure di sistema contenute del documento curato dal Ministero d'intesa con tutte le parti sociali interessate - i sindacati hanno deciso di sospendere lo sciopero generale del 5 marzo prossimo. A questo riguardo, pur in assenza di fatti concreti, esprime l'impressione che si sia imboccato un sentiero stretto ma virtuoso: il Governo vigilerà e presterà tutta l'assistenza e l'ausilio necessari affinché questa via sia percorsa fino in fondo, in tempi rapidi, fornendo al Parlamento le doverose informazioni.

Si apre il dibattito.

Il senatore ZANDA (Mar-DL-U), dopo aver espresso il proprio disagio per la reiterata assenza del ministro Tremonti che sulla questione della società Alitalia è il soggetto che più di tutti potrebbe fornire soddisfacenti informazioni - questione della quale chiede al presidente Grillo di investire formalmente il Presidente del Senato - sottolinea che nella vicenda della compagnia di bandiera quella che viene in luce è una totale assenza del Governo e la mancanza di strategie politiche nella gestione del trasporto aereo. La Commissione avrebbe inoltre un preciso interesse ad avere informazioni dai soggetti che concretamente hanno deciso le sorti della società fino a questo momento in una serie di riunioni che hanno visto coinvolto direttamente il Presidente del Consiglio, soprattutto in relazione alla nomina dei nuovi vertici. In riferimento in particolare a quella dell'amministratore delegato chiede di sapere se il Governo abbia operato una seria disanima dei requisiti di tipo manageriale che questa nomina richiede. Inoltre, poichè uno dei punti messi fortemente in discussione, non solo dalle organizzazioni sindacali, è il piano industriale sin qui elaborato, viene da chiedersi se il nuovo amministratore delegato, nella sua precedente veste di direttore generale, non sia responsabile proprio della stesura di questo atto e tutto ciò in vista di una difficile trattativa internazionale per alleanze future e in un'ottica di auspicabile risanamento dell'Azienda. A questo riguardo appare inoltre necessario chiedersi se la strada che si intende perseguire sia ancora quella delle privatizzazioni o degli aiuti pubblici alla società e quanti siano realmente gli esuberi dato che, in questi giorni, sono apparse sulla stampa cifre molto diverse e assai distanti tra di loro. Pur ringraziando il vice ministro Tassone per la sua presenza e per la relazione svolta, ritiene tuttavia che essa non abbia toccato il cuore dei problemi della crisi della società Alitalia.

Il presidente GRILLO assicura il senatore Zanda che si farà carico di investire formalmente il Presidente del Senato della questione sollevata all'inizio del suo intervento.

Il senatore FALOMI (Misto) ringrazia a sua volta il vice ministro Tassone che non ha mai mancato di partecipare assiduamente ai lavori della Commissione. Ritiene tuttavia che la Commissione debba insistere per la presenza del Ministro dell'economia e delle finanze che ha il dovere di riferire al Parlamento sulle questioni della società Alitalia che direttamente coinvolgono le responsabilità del suo dicastero. E' infatti da sottolineare che la vertenza della società Alitalia con i sindacati non è una comune vertenza aziendale; in questa vicenda il Governo non può essere un attore neutro e senza un impegno dell'Esecutivo sulla politica complessiva del trasporto aereo non è possibile risanare l'azienda. Dichiara quindi di apprezzare le osservazioni del Vice ministro riguardo alle trattative sindacali in corso dalla giornata di ieri, sottolinea tuttavia come il Governo non stia ancora esercitando quel ruolo dal quale non si può sottrarre. Chiede infine di sapere se il Governo intenda ritirare lo schema di privatizzazione della società e il piano industriale presentati in Parlamento qualche mese fa.

Il vice ministro TASSONE fa incidentalmente presente che il tavolo della trattativa è aperto da tempo ed ha già prodotto un documento che si dichiara disponibile a mettere a disposizione dei membri della Commissione.

Il senatore MONTINO (DS-U), dopo aver sottolineato la gravità dell'assenza del Ministro dell'economia e delle finanze e anche del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, chiede che della questione sia investito il Presidente del Senato. Quanto alla nomina del nuovo amministratore delegato ritiene che il soggetto prescelto sia sicuramente stato estensore del piano contestato. Rileva quindi la mancanza di indicazioni programmatiche e strategiche del Governo nel settore del trasporto aereo e chiede che il documento cui ha fatto riferimento il Vice ministro sia celermente consegnato ai senatori trovando discutibile che ciò non sia ancora accaduto.

Il senatore CICOLANI (FI) ritiene che la strada della privatizzazione avviata dal Governo, e non ancora smentita con atti formali, sia la via necessaria al risanamento di un'azienda che per l'assunzione di importanti decisioni è fortemente penalizzata dalla lentezza con la quale deve operare. Ritiene pertanto che il DNA della società debba essere radicalmente cambiato per renderla operativamente più snella e veloce. In secondo luogo si dichiara convinto che l'assetto attualmente operante nel management non possa che essere provvisorio e obbligato dalla particolarità del momento. L'assetto definitivo, anche sul piano della struttura di guida della società, non potrà che essere definitivo alla fine del processo di privatizzazione, che per essere condotto a termine, necessita ancora di tempo. In terzo luogo fa presente come il Governo abbia assunto iniziative importanti sia sul piano generale del funzionamento del sistema aeroportuale sia sul piano più strettamente legato al funzionamento dell'azienda e alle condizioni della sua ripresa. In particolare, rispetto a quest' ultimo tema, ritiene che la ripresa delle relazioni sindacali sia così vitale e positiva per l'azienda che lo sciopero generale del settore programmato dalle organizzazioni sindacali per il 5 marzo prossimo è stato revocato. Fa infine presente che vi sono proposte concrete del Governo anche sul tema degli esuberi del personale, sull'utilizzo dell'outsourcing, sulle questioni relative al costo del carburante e del noleggio eventuale degli aerei. Ritiene quindi che l'interesse del Governo nei confronti della società Alitalia, pur in presenza dei vincoli comunitari, non possa non essere apprezzato. Suggerisce da ultimo l'utilizzazione dei fondi per la formazione del personale della regione Lazio e della regione Lombardia destinate ai lavoratori del trasporto aereo.

Il senatore FORTE (UDC), dopo aver ringraziato il vice ministro Tassone, sottolinea come, una volta nominati i nuovi vertici dell'azienda e avviato il processo di risanamento, il Parlamento non possa che dare al Governo il tempo necessario per portare a termine le strategie che renderanno nuovamente competitiva la società Alitalia e il settore del trasporto aereo. Invita pertanto i membri dell'opposizione a non utilizzare strumentalmente l'assenza di alcuni ministri che da molto tempo, purtroppo, e nonostante i molti inviti, ritengono di non dover presenziare ai lavori della Commissione.

Il senatore Paolo BRUTTI (DS-U) ritiene che l'assenza dei Ministri invitati sia fortemente connessa alla mancanza di strategie e di politiche concrete nei riguardi del settore del trasporto aereo. Chiede tuttavia se per avere la loro presenza in Commissione sia necessario scendere ad argomenti quali le insinuazioni di una volontà di svendita della società Alitalia a quelli che vengono definiti anche dalla stampa "gli amici degli amici". Nel merito della situazione della società ricorda che l'Alitalia ha ormai perso il quaranta per cento delle quote di mercato interno ed il venti per cento di quelle del mercato internazionale. A questo riguardo chiede che cosa il Governo intenda fare per rendere nuovamente competitiva l'Azienda e recuperare le quote di mercato perse. Chiede quindi di sapere che cosa si intenda fare affinchè la compagnia possa misurarsi con le compagnie aeree che operano voli slow cost e quali siano le politiche necessarie allo sviluppo dell'aeroporto di Malpensa. A questo ultimo riguardo chiede di sapere quale sia la ragione che spinge a fare alleanze con compagnie aeree che hanno, nei loro paesi, hub in competizione con quello di Malpensa. Per avere le risposte a queste domande ritiene che la trattativa sindacale in corso non sia rilevante. Chiede infine di sapere se i due provvedimenti presentati al Parlamento riguardanti la privatizzazione della società e il relativo piano industriale siano ancora validi o se il Governo intenda ritirarli. Chiede infine di avere nozione più precisa circa la volontà di privatizzazione della società dato che il Presidente del Consiglio nega questa possibilità mentre altri rappresentanti di Governo fanno affermazioni di opposto contenuto.

Il presidente GRILLO ringrazia il vice ministro Tassone e rinvia il seguito delle comunicazioni ad una seduta che sarà convocata per giovedì 11 marzo 2004 alle ore 8,30.

La seduta termina alle ore 9,50.