AFFARI COSTITUZIONALI (1ª)

MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2005
478ª Seduta

Presidenza del Presidente
PASTORE


Intervengono i ministri per le riforme istituzionali e la devoluzione Calderoli e per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo e i sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Brancher e Saporito e per l'interno Mantovano.

La seduta inizia alle ore 15,05.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

In conformità a quanto convenuto in sede di Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, il PRESIDENTE informa la Commissione che l'ordine del giorno dei lavori per la prossima settimana comprenderà anche, quale nuovo argomento, il disegno di legge n. 3065, d'iniziativa della senatrice D'Ippolito Vitale, recante "Modifica della «provincia Catanzaro» in «provincia di Catanzaro - Lamezia Terme»".

La Commissione prende atto.


SULLA COMPETENZA IN MERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 2799 (RICONOSCIMENTO NORMATIVO DEI QUADRI INTERMEDI NEL SETTORE PRIVATO E NEL SETTORE PUBBLICO)

Il presidente PASTORE sottopone alla Commissione la proposta di richiedere al Presidente del Senato una nuova assegnazione del disegno di legge, già deferito alla Commissione lavoro in sede referente, alla stessa Commissione ma in sede riunita con la Commissione affari costituzionali. A suo avviso, infatti, il disegno di legge riguarda anche un elemento di ordine generale della disciplina legislativo dell'impiego pubblico: ciò è desumibile dal titolo dell'iniziativa, dal suo nucleo normativo qualificante e dalla disposizione, accessoria ma non certo irrilevante, che comprende la vicedirigenza pubblica nella qualifica di quadro intermedio.

La Commissione consente.

SULLA COMPETENZA DELLA COMMISSIONE IN MERITO AL DISEGNO DI LEGGE DI AUTORIZZAZIONE ALLA RATIFICA DEL TRATTATO RECANTE UNA COSTITUZIONE PER L'EUROPA

Il presidente PASTORE riferisce la risposta del Presidente del Senato alla richiesta di considerare, nell'assegnazione del disegno di legge in titolo, l'opportunità di coinvolgere la Commissione affari costituzionali, insieme alla Commissione affari esteri, nella sede referente anziché, come di norma per le ratifiche dei trattati, nella sede consultiva. Ricorda che la richiesta si fondava su sollecitazioni, provenienti da varie parti e manifestate nella seduta del 26 gennaio, che si concentravano, sostanzialmente, sugli effetti diretti e rilevanti di quel Trattato per l'ordinamento costituzionale italiano, con particolare riguardo alle fonti del diritto e all'assetto delle istituzioni pubbliche.
Il Presidente del Senato ha risposto ritenendo di confermare la prassi parlamentare, che vuole la competenza esclusiva della Commissione affari esteri, in sede referente, per i disegni di legge di ratifica dei trattati internazionali. Nell'occasione, il Presidente del Senato precisa che le poche, limitate eccezioni a tale prassi, sono state giustificate dall'integrazione dello strumento di ratifica, con disposizioni legislative di esecuzione e adattamento dell'ordinamento interno, che però non vi sono nel disegno di legge in questione.
Pur rammaricato per l'orientamento negativo del Presidente del Senato verso la sollecitazione della Commissione, egli ne prende atto ritenendo di dover cogliere positivamente, a sua volta, l'indicazione dello stesso Presidente del Senato circa il valore particolare del parere che la Commissione sarà comunque chiamata ad esprimere. In proposito, egli ritiene anzitutto che il parere debba essere reso nella sede plenaria e che la valutazione a titolo consultivo possa dare l'occasione di formulare indicazioni ed esprimere indirizzi provvisti del necessario approfondimento, considerato il rilievo delle questioni per l'ordinamento costituzionale italiano.

Il senatore BASSANINI (DS-U) condivide il rammarico espresso dal Presidente e vi aggiunge il suo radicale dissenso, nei riguardi di una determinazione, quella del Presidente del Senato, che considera fondata su un criterio formale ma non persuasivo. Egli osserva, infatti, che il Trattato in questione si distingue dagli altri per la natura di atto fondativo di un ordinamento, quello dell'Unione europea, i cui effetti sull'ordinamento italiano sono diretti, estesi e profondi. Ciò si realizza senza la necessità di norme di esecuzione e di adattamento ad integrazione dello strumento di ratifica, perché - come è noto - mediante l'articolo 11 della Costituzione l'adattamento dell'ordinamento interno all'ordinamento comunitario è automatico, a maggior ragione quando il mutamento avviene a livello costituzionale europeo.
Di conseguenza, il contenuto stesso del Trattato, in questo caso, è l'oggetto del procedimento legislativo per l'autorizzazione alla ratifica e la competenza primaria della Commissione ne risulta investita in modo diretto e in misura assai più ampia e significativa di quanto non sia per la stessa Commissione affari esteri.

Il senatore MANCINO (Mar-DL-U), premesso che le valutazioni del Presidente del Senato nell'assegnazione dei disegni di legge non possono formare oggetto di discussione né di critica in Commissione se non nei limiti di una formale questione di competenza, esprime apprezzamento per la richiesta avanzata dal Presidente della Commissione affinché fosse affermata la piena competenza della Commissione affari costituzionali su un disegno di legge di autorizzazione alla ratifica di un trattato internazionale che ha evidenti e rilevanti conseguenze per l'ordinamento costituzionale italiano, in particolare per la sua incidenza sul sistema delle fonti del diritto nazionale. Ritiene, dunque, che nell'occasione si potrebbe mostrare più coraggio e innovare la prassi richiamata dal Presidente del Senato per motivare il diniego.

Il senatore VIZZINI (FI) consente con la proposta del Presidente di approfondire l'esame della Costituzione europea in sede di espressione del parere ed esprime il rammarico per il fatto che si sia fornita una risposta negativa in base alla prassi, quando la questione investiva un punto di diritto. Infatti, a suo avviso, il trattato ha contenuti assai specifici e innovativi e implica rilevanti modifiche dell'ordinamento costituzionale. Si dovrebbe piuttosto innovare la prassi, nel presupposto che la Commissione non intende espropriare della competenza altri organi parlamentari, bensì allargare il dibattito istituzionale.

Il senatore MANZELLA (DS-U) ritiene che la rivendicazione di competenza da parte della Commissione potrebbe essere anche più radicale, nel senso di richiedere l'assegnazione del provvedimento in sede referente in via esclusiva. A suo giudizio, infatti, quella del trattato internazionale è solo la veste formale di un atto che pertiene a un procedimento costituente nel senso più proprio.

Il presidente PASTORE considera non prive di rilievo e di pregio alcune delle opinioni appena manifestate, tutte concordi nel ribadire la sussistenza, nel caso specifico, di una competenza primaria della Commissione affari costituzionali. Osserva, al riguardo, che la prima segnalazione da lui inoltrata a nome della Commissione al Presidente del Senato non aveva la forma di una rivendicazione di competenza, anche perché il disegno di legge non era ancora stato deferito in commissione. Ritiene, dunque, che vi sia la possibilità di sottoporre nuovamente la questione al Presidente del Senato, avendo ulteriormente approfondito le ragioni che la Commissione considera valide per una assegnazione in sede referente. Egli osserva, al riguardo, che il caso in esame, per contenuto e caratteri, si può in effetti considerare come un caso senza precedenti, e pertanto non è pienamente assimilabile a un normale procedimento di autorizzazione alla ratifica di un trattato internazionale. Di conseguenza, ritiene di dover sottoporre nuovamente la questione al Presidente del Senato, come una formale questione di competenza.

La Commissione consente.


IN SEDE REFERENTE

(1635) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - DE CORATO ed altri. - Modifica all' articolo 31 della Costituzione in materia di tutela della persona anziana
(3219) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - TRAVAGLIA ed altri. - Modifica dell' articolo 31, secondo comma, della Costituzione, in materia di tutela degli anziani
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 25 gennaio.

Non essendovi richieste di intervento in discussione generale, il presidente PASTORE propone di accogliere il suggerimento del relatore Maffioli, di assumere quale testo base il disegno di legge n. 3219.
Propone, inoltre, di fissare il termine di presentazione di eventuali emendamenti alle ore 18 di giovedì 10 febbraio.

La Commissione consente.

(2871) MAFFIOLI ed altri. - Modifiche all' articolo 11 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in materia di negazione di autorizzazioni di polizia
(Esame e rinvio)

Il relatore BOSCETTO (FI) illustra il contenuto del disegno di legge in titolo tendente a prevedere, attraverso una modifica dell'articolo 11 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che le autorizzazioni di polizia non siano concesse a chi ha prestato servizio civile sostitutivo o obiezione di coscienza da meno di dieci anni, in modo che, superato tale lasso di tempo, gli interessati possano ottenere l'autorizzazione prescritta ai fini del rilascio del porto d'armi. Osserva che, con la cessazione della leva obbligatoria e l'istituzione di forze armate su base volontaria, vengono meno le possibilità di invocare l'obiezione di coscienza. Inoltre, è opportuno consentire che i giovani che abbiano prestato servizio civile sostitutivo o formulato obiezione di coscienza ottengano le autorizzazioni necessarie, anche per partecipare ai bandi di concorso pubblici che prevedono il porto d'armi.

Il sottosegretario MANTOVANO sottolinea l'opportunità del provvedimento, volto a rimuovere un divieto che ha minore significato dopo l'avvio dell'esperienza di un servizio militare solo volontario.
Suggerisce di riformulare la norma in modo che essa modifichi l'articolo 15 della legge n. 230 del 1998, che disciplina gli effetti dell'obiezione di coscienza, stabilendo che il divieto di rilasciare o rinnovare autorizzazioni di polizia sia limitato a un periodo di dieci anni dalla data in cui è stata manifestata l'obiezione di coscienza o in cui è stato prestato il servizio civile.

Il senatore MAFFIOLI (UDC) esprime il suo consenso alla riformulazione del testo, nel senso proposto dal rappresentante del Governo.

Il senatore PIROVANO (LP) esprime la sua personale riserva sulla possibilità di rilasciare il porto d'armi a chi abbia manifestato obiezione di coscienza o abbia prestato servizio civile. In molti casi, a suo avviso, si tratta di espedienti che i giovani hanno utilizzato per sottrarsi all'obbligo della leva: se si trattasse di autentica convinzione, essi non la modificherebbero con leggerezza al fine di ottenere il porto d'armi.

Il relatore BOSCETTO (FI), accogliendo le osservazioni del rappresentante del Governo, si riserva di formulare una proposta di nuovo testo del disegno di legge, in modo da riferire la norma in esame alla disciplina dell'obiezione di coscienza.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

(2544-B) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - Modifiche alla Parte II della Costituzione, approvato in prima deliberazione dal Senato della Repubblica e modificato dalla Camera dei deputati
(1941) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA. - Disposizioni concernenti la forma di governo regionale
(2025) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA. - Modifiche ed integrazioni degli articoli 122 e 126 della Costituzione
(2556) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - VIZZINI ed altri. - Modifica degli articoli 121 e 126 della Costituzione
(2651) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE. - Modifica all' articolo 126 della Costituzione
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l’esame sospeso nella seduta del 26 gennaio.

Il relatore D'ONOFRIO (UDC) manifesta la difficoltà di esprimere un parere sui numerosi emendamenti presentati, attraverso i quali i Gruppi di opposizione hanno avanzato le più disparate proposte di modifica, alcune delle quali hanno anche un tenore provocatorio. Inoltre, gli emendamenti sono stati presentati in modo diversificato da parte dei Gruppi e nell'ambito degli stessi: ciò comporta un'ulteriore difficoltà nel confronto tra le forze politiche.
Ciò premesso, rivolge un appello ai rappresentanti dei Gruppi dell'opposizione affinché chiariscano le condizioni che ritengono necessarie per realizzare un consenso più ampio sulla riforma costituzionale, restando ferma l'esigenza, propria della maggioranza, di approvare il testo entro la legislatura. La discussione sugli emendamenti dovrebbe rientrare, a suo avviso, in una logica di trattativa costituzionale conclusiva, con la scelta di alcune modifiche essenziali e limitate.

Il senatore BASSANINI (DS-U) rileva che le dichiarazioni del relatore alterano il vero contenuto della questione che la Commissione si trova ad affrontare. Infatti, l'opposizione ha ampiamente dimostrato la disponibilità al confronto con la maggioranza, sia con la presentazione di numerose iniziative di riforma costituzionale sia nel corso dell'esame della proposta del Governo.
Purtroppo non solo le proposte presentate non sono state accolte, ma dopo l'esame da parte della Camera dei deputati, a suo avviso, il disegno di legge n. 2544-B risulta persino peggiorato per quanto riguarda l'aspetto centrale della riforma, cioè le garanzie costituzionali: in particolare segnala l'indebolimento della tutela in materia di libertà e di diritti fondamentali, vista l'esclusione della partecipazione del Senato dal procedimento legislativo, che era prevista nel disegno di legge governativo e nel testo approvato dallo stesso Senato.
Per quanto riguarda la pretesa disomogeneità delle proposte di modifica avanzate dai Gruppi dell'opposizione, ricorda che si tratta di ipotesi contenute nella cosiddetta "bozza Amato" e negli stessi disegni di legge, che non devono essere considerate alternative poiché rappresentano strumenti cumulativi per rafforzare il sistema delle garanzie. Un sistema costituzionale realmente liberale e democratico, infatti, dovrebbe affiancare a un Capo dell'esecutivo che disponga di poteri effettivi per la realizzazione del programma di Governo un sistema di garanzie delle libertà dei cittadini e delle minoranze.
Di fronte alla conferma sostanziale del testo approvato dalla Camera dei deputati, la sua parte politica giudica impossibile una intesa, confortata in tal senso dall'opinione dalla maggior parte della dottrina, secondo la quale il testo porrebbe la Costituzione italiana al di fuori della tradizione democratica o liberaldemocratica. Se invece la maggioranza dimostrasse concretamente di volersi confrontare sulle questioni poste dall'opposizione, il suo Gruppo sarebbe pronto a una ulteriore fase di discussione per la ricerca di un consenso più ampio.
Sottolinea che il confronto parlamentare sarà condotto in ogni caso fino in fondo da parte del suo Gruppo, con il ricorso a tutti gli strumenti messi a disposizione dal Regolamento.
Infine, rammenta che fra le proposte di modifica presentate dalla sua parte politica figurano emendamenti che hanno un valore subordinato e che sono da considerare alternativi a quelli principali. Ad esempio, la proposta di adottare la forma di Governo presidenziale degli Stati Uniti serve a indicare che perfino quel modello sarebbe più garantista e democratico, più rispettoso del principio di divisione dei poteri, dell'inedito sistema che emerge dal disegno di legge n. 2544-B.

Il presidente PASTORE invita i senatori della Commissione a rileggere i resoconti delle audizioni degli esperti costituzionalisti, i quali, a suo avviso, non hanno espresso i giudizi demolitori appena citati dal senatore Bassanini sul contenuto del testo in esame.

Il senatore MANCINO (Mar-DL-U) dichiara di non essere sorpreso dalle considerazioni svolte dal relatore, il quale nel corso dell'esame aveva più volte ribadito l'intenzione della maggioranza di approvare la riforma nel corso di questa legislatura, se possibile con la maggioranza qualificata dai due terzi nella seconda deliberazione delle Camere.
Con gli emendamenti presentati la sua parte politica ha sottolineato gli aspetti irrinunciabili, ma rileva che la maggioranza sembra orientata ad accelerare l'iter per l'approvazione del testo licenziato dalla Camera dei deputati.
L'aspetto centrale della riforma è, a suo avviso, il sistema delle garanzie costituzionali e ad esso sono dedicate numerose proposte di verifica. In particolare, dopo l'introduzione del criterio maggioritario, appare opportuna una modifica dei quorum richiesti per l'elezione dei giudici costituzionali da parte del Parlamento; analoghe considerazioni valgono per l'elezione del Capo dello Stato, che altrimenti sarebbe spogliato della sua funzione di garanzia nei confronti degli altri centri del potere politico.
Si sofferma, quindi, sul rapporto fra Camera dei deputati e Primo ministro. Il modello proposto nel testo, a suo giudizio, penalizza il significato di rappresentanza della sovranità popolare, tipico dei regimi parlamentari.
Concludendo, rivolge a sua volta un invito al relatore affinché specifichi le condizioni della maggioranza per consentire che i Gruppi di opposizioni riducano le proposte di modifica presentate, convergendo sulle ipotesi essenziali di emendamento del testo.

Il senatore PETRINI (Mar-DL-U) ritiene che il relatore abbia posto una questione impropria sotto il profilo metodologico. Infatti, come egli più volte ha ribadito, il progetto di riforma contenuto nel disegno di legge n. 2544-B rappresenta non una revisione costituzionale nei termini previsti dall'articolo 138 della Costituzione, ma l'esercizio di un potere costituente improprio, perché implica un clima di condivisione fra le forze politiche che non c'é. Dunque, piuttosto la maggioranza dovrebbe pronunciarsi sulle proposte avanzate dall'opposizione, dichiarando se vi è un terreno comune per discutere ed approvare alcune modifiche essenziali per migliorare il testo.
Ritiene infondata anche l'attribuzione di un potere salvifico al referendum confermativo. Infatti, quale che ne sia l'esito, esso implicherebbe una frattura della volontà popolare.

Il ministro CALDEROLI, a nome del Governo, prende atto delle dichiarazioni del relatore, il quale correttamente, a suo giudizio, ha chiesto ai Gruppi di opposizione di indicare le possibilità per perseguire un consenso ampio sulla riforma, senza alterare nella sostanza il testo licenziato dalla Camera dei deputati.
Dissente, quindi, dalle considerazioni svolte dal senatore Mancino, secondo il quale il Governo e la maggioranza tenterebbero di accelerare l'iter della riforma costituzionale. In verità, il Governo e la maggioranza hanno recepito molte delle proposte presentate dalle opposizioni, ma in questa fase ritengono che sarebbe più opportuno semplificare l'esame degli emendamenti scegliendo quelli più significativi sui quali è possibile proseguire il confronto. Tuttavia, se le proposte irrinunciabili sono quelle appena illustrate dal senatore Mancino, tendenti a rivedere il criterio di elezione dei giudici costituzionali e perfino il rapporto fra il Governo e la maggioranza della Camera dei deputati, se tuttora permangono obiezioni sul piano metodologico, come quelle esposte dal senatore Petrini, ritiene difficile una composizione tra le diverse opinioni. A suo giudizio, i Gruppi dell'opposizione dovrebbero o indicare un numero limitato di emendamenti su cui riaprire la trattativa con la maggioranza ovvero dichiarare l'indisponibilità al confronto, scegliendo di rimettersi agli esiti del referendum confermativo oppure ai risultati di una pratica ostruzionistica, rispetto alla quale la stessa maggioranza dovrebbe adeguare il suo atteggiamento parlamentare.
Concludendo, chiede a nome del Governo che, dopo un brevissimo termine entro il quale i Gruppi dell'opposizione dovrebbero chiarire le proprie intenzioni, la Commissione proceda senz'altro alla votazione degli emendamenti presentati.

Il presidente PASTORE conferma che nella seduta notturna di domani la Commissione procederà alla votazione degli emendamenti riferiti al disegno di legge n. 2544-B, mentre, in considerazione degli impegni politici dei senatori del Gruppo DS-L'Ulivo in relazione al Congresso nazionale del Partito, non si terranno votazioni nella seduta di giovedì 3 febbraio.

La Commissione prende atto.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


(1732) DATO e AMATO. - Modifiche alle leggi elettorali relative alla Camera dei deputati ed al Senato della Repubblica al fine di promuovere una partecipazione equilibrata di donne ed uomini alle cariche elettive
(2080) DENTAMARO ed altri. - Modifiche alle leggi elettorali relative alla Camera dei deputati, al Senato della Repubblica, ai Consigli regionali, ai Consigli provinciali e comunali atte ad assicurare alle donne e agli uomini parita' di accesso alle cariche elettive
(2598) ALBERTI CASELLATI. - Disposizioni per l' attuazione del principio delle pari opportunita' in materia elettorale
(3051) Misure per promuovere le pari opportunita' tra uomini e donne nell' accesso alle cariche elettive
(Rinviati in Commissione dall'Assemblea nella seduta pomeridiana del 29 luglio 2004)
-e petizione n. 503 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l’esame sospeso nella seduta del 27 ottobre.

Il relatore MALAN (FI) ricorda l'intenzione comune delle forze politiche di favorire un riequilibrio della partecipazione di uomini e donne nelle competizioni elettorali, in analogia a quanto previsto in occasione delle elezioni per il Parlamento europeo.
In considerazione dell'imminenza delle elezioni per il rinnovo dei Consigli comunali e provinciali e della impossibilità di raggiungere in tempi brevi un'intesa in particolare sulla questione delle sanzioni penali o amministrative da irrogare in caso di violazioni, ritiene opportuno illustrare un'ulteriore ipotesi tendente a recepire le proposte essenziali contenute nelle iniziative legislative in titolo. Essa prevede di limitare l'applicazione del limite per ciascuno dei sessi alle elezioni dei Consigli comunali, facendo riferimento al numero dei consiglieri eleggibili e non al numero dei candidati; se la lista contiene un numero di candidati di uno dei due sessi superiore ai due terzi dei seggi, i candidati eccedenti vengono cancellati. Per quanto riguarda i Comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, suggerisce di modificare le disposizioni che fissano la percentuale minima di candidati nelle liste elettorali in rapporto ai seggi, riducendola da tre quarti a due terzi come per i Comuni con popolazione superiore, in modo da consentire anche in quel caso l'applicazione del limite dei due terzi e la presentazione di liste composte da candidati di un solo sesso.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,40.