LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8ª)

MERCOLEDÌ 9 FEBBRAIO 2005
421ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
GRILLO

Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il capo dipartimento della protezione civile dottor Guido Bertolaso.


La seduta inizia alle ore 8,45.


SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI

Il presidente GRILLO avverte che è stata avanzata, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento, la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo per lo svolgimento del seguito dell'audizione del Capo Dipartimento della protezione civile, che ha informato della richiesta anzidetta il Presidente del Senato il quale ha preannunciato il proprio assenso. Fa altresì presente che, data la rilevanza del tema oggetto dell'audizione, il Presidente del Senato ha preannunciato il proprio assenso anche per la pubblicità dei lavori mediante l'attivazione tanto della trasmissione radiofonica quanto di quella televisiva attraverso il canale satellitare del Senato. Propone pertanto di adottare dette forme di pubblicità.

La Commissione conviene.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza della circolazione stradale ed autostradale: seguito dell'audizione del Capo Dipartimento della protezione civile in merito ai disagi provocati alla circolazione stradale sull'autostrada A3 dalle precipitazioni nevose verificatesi nei giorni 26 e 27 gennaio 2005

Riprende l'indagine conoscitiva sospesa l'8 febbraio:

Prosegue l'audizione del Capo Dipartimento della protezione civile iniziata nella seduta pomeridiana del 2 febbraio 2005.

Il presidente GRILLO, dopo aver ringraziato il dottor Bertolaso per la relazione svolta, dichiara aperto il dibattito.

Il senatore PEDRINI (Aut) chiede, in primo luogo, chiarimenti sui rapporti operativi tra l'ANAS ed il Dipartimento della protezione civile. Osserva poi che, anche in questa occasione, gli avvisi di allerta probabilmente non sono stati correttamente percepiti in quanto non sempre ai bollettini diffusi dalla protezione civile corrispondono condizioni di pericolo effettive. Ciò, peraltro, non consente agli enti locali di tradurre in interventi concreti i segnali di allarme e ciò può comportare situazioni come quelle che si sono verificate sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria qualche giorno fa. A tale riguardo chiede dunque di sapere quale sia lo stato dei piani di intervento per far fronte ai diversi tipi di emergenza a livello locale di cui il Dipartimento della protezione civile ha cognizione.

La senatrice DONATI (Verdi-U) ritiene che il sistema di allerta messo in atto dalla protezione civile abbia correttamente funzionato e che la disfunzione si sia verificata all'atto degli interventi concreti da porre in essere sul tratto stradale. Al di là di qualunque polemica sulle responsabilità delle varie istituzioni tenute a garantire la circolazione e la mobilità, chiede quale sia l'opinione del Capo dipartimento della protezione civile sugli aspetti critici della procedura che hanno dato luogo alla situazione di crisi e quali possano essere i rimedi affinché quell'emergenza non si ripeta. Chiede inoltre se il decreto ministeriale del 27 gennaio 2005 sia sufficiente a risolvere questi problemi.

Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) chiede quali siano le previsioni della protezione civile in merito all'incidenza del cambiamento climatico sul sistema dei trasporti. Chiede inoltre chiarimenti sul funzionamento del Dipartimento della protezione civile in relazione all'effettuazione degli interventi di emergenza anche da parte degli enti locali, date le posizioni diversificate espresse dai concessionari autostradali e dall'ANAS in merito al blocco dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria dei giorni scorsi che non hanno consentito di fare chiarezza.

Il senatore Paolo BRUTTI (DS-U) chiede se, ad avviso de dottor Bertolaso, esistano gli estremi per l'azione di responsabilità, civile e penale, contro gli autotrasportatori bloccati sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria iniziata dall'ANAS. Chiede inoltre se quella nevicata possa considerarsi eccezionale e se sia effettivamente impossibile impedire alla neve di aderire al manto stradale. Per quanto riguarda l'obbligo di tenere le catene a bordo, chiede se corrisponda a verità il fatto che catene montate non correttamente si rivelino controproducenti ai fini della sicurezza della circolazione. Chiede infine se risponde al vero quanto risulta dagli organi di stampa, ovvero che il Dipartimento della protezione civile avrebbe subito l'emanazione del decreto ministeriale del 2 febbraio 2005, concernente l'istituzione del centro di coordinamento della viabilità e del traffico presso il Ministero degli interni, con un ruolo di primo piano per la Polizia stradale e ciò avrebbe condizionato l'intervento del Dipartimento medesimo in occasione delle nevicate di fine gennaio.

Il senatore VERALDI (Mar-DL-U) stigmatizza le azioni penali e civili intraprese dall'ANAS contro gli automobilisti bloccati sull'autostrada. Chiede quindi al dottor Bertolaso se condivida l'opinione dell'ingegner Pozzi secondo cui i responsabili ultimi del blocco autostradale sarebbero i cittadini che transitavano sull'autostrada senza le catene.

Il senatore PEDRAZZINI (LP) ritiene che parte della responsabilità di quanto accaduto debba, correttamente, essere imputata gli automobilisti in viaggio sulla autostrada A3 che, non valutando adeguatamente il rischio alla viabilità derivante dalle nevicate in corso, non hanno montato le catene sui loro mezzi di trasporto. Chiede quindi chiarimenti sui tempi e le modalità degli interventi di assistenza operati dai volontari della protezione civile.

Il senatore PESSINA (FI) sottolinea la responsabilità degli automobilisti e degli autotrasportatori sprovvisti di catene e la leggerezza con cui hanno affrontato il tragitto autostradale incuranti delle segnalazioni di pericolo trasmesse non soltanto via radio. Chiede quindi quanto abbia influito la mancata, tempestiva chiusura degli accessi all'autostrada al verificarsi del blocco del traffico.

Il senatore GASBARRI (DS-U) ritiene che l'ANAS ed il Dipartimento della protezione civile abbiano distinte responsabilità. In particolare, il Dipartimento della protezione civile ha trascurato la previsione dell'articolo 4 della legge n. 225 del 1992 che prevede la predisposizione di piani di emergenza, anche in relazione a eventi come quello verificatosi. Il Dipartimento della protezione civile non è stato inoltre capace, a cinque giorni dall'inizio della nevicata, di predisporre una mappatura delle situazioni di maggiore criticità al fine di localizzare più efficacemente le aree in cui intervenire.

Il senatore MONTINO (DS-U) ritiene che il Dipartimento della protezione civile sia stato tempestivo nella comunicazione del cosiddetto rischio neve e che la responsabilità sia ravvisabile nel tardivo intervento dell'ANAS. Chiede quindi se l'attivazione del soccorso agli automobilisti sia stata sufficientemente pronta, in considerazione delle proteste di coloro che hanno dichiarato di essere rimasti senza alcuna forma di assistenza in autostrada per alcuni giorni.

Il presidente GRILLO interviene per precisare che il presidente Pozzi non ha imputato ai soli autotrasportatori la responsabilità di ciò che è avvenuto, ma piuttosto all'eccezionalità della nevicata in relazione alla quale la leggerezza di alcuni è stata causa determinante del blocco. Le denunce dell'ufficio legale dell'ANAS sono state poi presentate soltanto nei confronti di coloro che hanno forzato i blocchi agli accessi in autostrada. Chiede quindi al Capo Dipartimento della protezione civile quali siano gli elementi da mettere in campo per evitare che in futuro possano replicarsi avvenimenti come quelli accaduti sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Dà infine la parola al dottor Bertolaso per la replica.

Intervenendo in replica, il dottor BERTOLASO fa preliminarmente presente che le precipitazioni nevose verificatesi sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria non sono state eccezionali per la loro intensità, ma piuttosto per la durata. Infatti la nevicata, che è iniziata nella sera del 24 gennaio ed è proseguita nella giornata del 25 gennaio e nei giorni successivi, è la quarta in una classifica che va dal 1990 ad oggi su quel tratto di autostrada. La nevicata che nello stesso periodo si è verificata nelle Marche è stata certamente di entità superiore. Ritiene comunque positivo il fatto che il notevole risalto dato all'evento dai mezzi di comunicazione, possa prevenire il ripetersi del blocco autostradale e consentire all'ANAS di attrezzarsi adeguatamente, così come è avvenuto nel caso dell'autostrada adriatica in cui il gestore, per evitare il blocco dell'anno scorso sull'autostrada A1, ha messo in atto le contromisure necessarie. A tal fine dovranno trovare attuazione i piani antineve elaborati a livello locale, provinciale e regionale ed opportunamente coordinati dalle prefetture. Dopo aver richiamato brevemente il ruolo dei sindaci nell'ambito delle emergenze e delle attività di protezione civile, fa presente che le condizioni meteorologiche verificatesi sull'autostrada A3 hanno impedito l'intervento degli elicotteri, altrimenti utilizzati dalla protezione civile ai fini della ricognizione dei punti di criticità. Passa quindi a descrivere il meccanismo di funzionamento in base al quale si procede all'attivazione dei centri di intervento della protezione civile e sottolinea la necessità, a tale riguardo, di comunicare per tempo i rischi connessi a particolari situazioni meteorologiche, anche se poi, nei fatti, non accade che si verifichino concrete situazioni di pericolo. Riguardo alle nevicate dei giorni scorsi sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria è tuttavia da sottolineare che il centro di coordinamento dei soccorsi di Cosenza è entrato in funzione solo nel pomeriggio del 26 gennaio. Si è potuto dunque procedere a coordinare i soccorsi ma non impedire tempestivamente l'accesso all'autostrada. Su quest'ultimo elemento, ed in particolare sulla vigilanza agli accessi autostradali, non è pertanto ravvisabile una responsabilità del Dipartimento della protezione civile. Fa infine presente che il Dipartimento della protezione civile ha in questa materia solo una funzione di coordinamento di tutti i soggetti che svolgono la funzione di protezione civile, soggetti che vanno dalle forze dell'ordine ai sindaci alle associazioni dei volontari. La legge istitutiva del Dipartimento (legge n. 285 del 1992), combinata con le norme del decreto legislativo n. 112 del 1998, ha tuttavia creato una complessità sulla quale sarebbe opportuno fare chiarezza al fine di individuare con più precisione i compiti operativi di ciascuno nello svolgimento della funzione di protezione civile.

Il presidente GRILLO, dopo aver ringraziato il Capo del Dipartimento della protezione civile dottor Bertolaso, dichiara conclusa l'audizione e rinvia il seguito della procedura informativa.

La seduta termina alle ore 10.

INDAGINE CONOSCITIVA


SULLA SICUREZZA DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE ED AUTOSTRADALE

15º Resoconto stenografico

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 9 febbraio 2005

(Antimeridiana)

Presidenza del presidente GRILLO

INDICE

Seguito dell’audizione del Capo Dipartimento della protezione civile

* PRESIDENTE
Pag. 3, 4, 11 e passim

BRUTTI Paolo (DS-U)
6, 15, 19 e passim

* DONATI (Verdi-U)
4, 11

GASBARRI (DS-U)
11, 12, 17

MONTINO (DS-U)
11, 13, 14

PEDRAZZINI (LP)
9, 10

* PEDRINI (Aut)
3, 4, 16

* PESSINA (FI)
10, 11

VERALDI (Mar-DL-U)
8, 10, 11 e passim

* ZANDA (Mar-DL-U)
5, 20

BERTOLASO
Pag. 15, 16, 17 e passim
N.B. L’asterisco indica che il testo del discorso è stato rivisto dall’oratore.

Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democratici di Sinistra-l’Ulivo: DS-U; Forza Italia: FI; Lega Padana: LP; Margherita-DL-l’Ulivo: Mar-DL-U; Per le Autonomie: Aut; Unione Democristiana e di Centro: UDC; Verdi-l’Ulivo: Verdi-U; Misto: Misto; Misto-Comunisti Italiani: Misto-Com; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-La Casa delle Libertà: Misto-CdL; Misto-Lega per l’Autonomia lombarda: Misto-LAL; Misto-Libertà e giustizia per l’Ulivo: Misto-LGU; Misto-MSI-Fiamma Tricolore: Misto-MSI-Fiamma; Misto-Nuovo PSI: Misto-NPSI; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-PRI; Misto-Rifondazione Comunista: Misto-RC; Misto-Socialisti democratici Italiani-SDI: Misto-SDI; Misto Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.

Interviene il Capo Dipartimento della protezione civile, dottor Guido Bertolaso.

I lavori hanno inizio alle ore 8,45.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell’audizione del Capo Dipartimento della protezione civile

* PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito dell’indagine conoscitiva sulla sicurezza della circolazione stradale e autostradale, sospesa nella seduta di ieri.

Comunico che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, è stata chiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha già preventivamente fatto conoscere il proprio assenso.
Comunico altresì che il Presidente del Senato, data la rilevanza del tema oggetto dell’audizione, ha autorizzato – se deliberato dalla Commissione – la pubblicità dei lavori della seduta attraverso l’attivazione sia della trasmissione radiofonica, sia di quella televisiva attraverso il canale satellitare del Senato. Se non si fanno osservazioni, tali forme di pubblicità sono dunque adottate per il prosieguo dei lavori.
Oggi è in programma il seguito dell’audizione del Capo Dipartimento della protezione civile, sospesa nella seduta pomeridiana del 2 febbraio scorso.
Ringrazio il dottor Bertolaso per la disponibilità manifestata e per la relazione che ci ha presentato nella seduta della scorsa settimana in ordine ai noti eventi che hanno interessato un tratto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Mi sembra che dalla relazione siano emerse numerose questioni che possono essere oggetto di richieste di chiarimento e di intervento da parte dei colleghi, ai quali lascio subito la parola.

* PEDRINI (Aut). Ringrazio anzitutto il Capo Dipartimento della protezione civile per essersi reso nuovamente disponibile. Ho avuto modo di avere rapporti con il dottor Bertolaso e devo testimoniarne la sua sensibilità in ordine ai temi della protezione civile.

Vorrei porre una serie di domande per cercare di capire meglio alcuni aspetti, al di là dei rapporti formali.
Innanzi tutto, vorrei sapere quali sono, nel concreto, i rapporti tra ANAS e Dipartimento della protezione civile, cioè chi deve fare cosa. Dalle relazioni svolte ho compreso che non è opportuno che una serie di azioni venga basata sulla ripetitività, la quale alla fine diventa routine; quando diventa routine, infatti, cala la tensione rispetto ad alcuni eventi sui quali invece è necessario intervenire. Ad esempio, spesso accade che ai bollettini meteorologici diffusi dalla protezione civile non corrispondano situazioni di pericolo effettive, in quanto, trattandosi di previsioni, non possono comportare un dato di certezza. Così, quando si verifica l’evento eccezionale, colui che deve intervenire non interviene, creando un conseguente disguido. Tra l’altro, io sono anche sindaco e devo testimoniare che non ho ancora capito, oltre che a Gesù, a chi devo fare riferimento.

PRESIDENTE. Il senatore Pedrini è sindaco di Zeri, in Provincia di Massa Carrara.
PEDRINI (Aut). Al di là dei doveri imputati agli amministratori, mancano le possibilità concrete di organizzare il territorio e di difendersi. Alla fine diventa un gioco volto alla ricerca delle responsabilità. Non sto puntando il dito su nessuno, sto soltanto evidenziando il senso di frustrazione che sta alla base delle esperienze amministrative di ognuno di noi.

Ritengo che la protezione civile spesso non venga messa nella scala delle priorità degli interventi per quanto concerne gli investimenti e la difesa del territorio. Da quanto mi è dato capire, il dottor Bertolaso ha competenze a livello nazionale, mentre altri enti dovrebbero intervenire a livello locale. Tuttavia, se l’organizzazione della protezione civile non rientra tra le priorità, a livello di enti locali diventa difficile capire come agire. Molti piani di intervento, soprattutto quelli dei Comuni, dove il sindaco è anche ufficiale di protezione civile, restano sulla carta. Teoricamente c’è la possibilità di individuare piazzole di sosta, sistemi di fuga in caso di calamità e così via, ma dal punto di vista pratico, anche per la situazione finanziaria degli enti locali, queste restano soltanto esercitazioni teoriche.
Vorrei sapere, allora, cosa si deve fare in questo Paese per prevenire piuttosto che intervenire successivamente, se esiste un sistema che prevede un’organizzazione differente e se ci sono disponibilità finanziarie ulteriori. Peraltro da un po’ di tempo a questa parte è quasi ripetitivo quello che accade nelle varie regioni nei diversi periodi dell’anno. Il mondo si è capovolto e – questo non dipende da lei, ma noi non possiamo non tenerne conto – siamo in presenza di una fuga delle popolazioni dai territori di montagna; non abbiamo difeso questa gente e le montagne si sono spopolate. Pertanto, non c’è più chi si occupa della difesa idrologica perché non c’è più il contadino che sposta la pietra o il corso del rigagnolo. Si sa che in alcuni periodi dell’anno, ciclicamente, sorgono alcune difficoltà con le relative conseguenze: si lancia l’allarme nel momento contingente, finché fa notizia, poi però ci si ritrova nelle stesse condizioni l’anno successivo.
Vorrei sapere se la protezione civile a livello nazionale viene informata dei piani di emergenza predisposti localmente o se, invece, tutto resta a livello di enti locali e di prefetture.

* DONATI (Verdi-U). Vorrei rivolgere al dottor Bertolaso, che anch’io ringrazio, due quesiti.

In primo luogo, da un punto di vista analitico, non chiedo giudizi sull’ANAS (non sarebbe neanche opportuno farlo), ma da quanto abbiamo ascoltato nelle audizioni mi sembra di capire che, nonostante il sistema abbia dato l’allarme e abbia reagito, si è verificata ugualmente una situazione di grave difficoltà che è perdurata per giorni. Vorrei sapere, pertanto, cosa non ha funzionato nel sistema di allerta, di trasmissione dei dati e di reazione. Ripeto che non mi interessano i giudizi, voglio soltanto capire cosa si dovrebbe fare in futuro e cosa andrebbe evitato. Ritengo, infatti, che questi drammi debbano servire soprattutto a mettere a punto sistemi capaci di reagire in situazioni analoghe in modo differente. Riscontro, invece, che si tende sempre ad attribuire la colpa alla nevicata eccezionale; pertanto, se le condizioni si ripetessero, visto che abbiamo fatto il massimo, non saremmo in grado di fare niente di diverso. Mi preoccupa, allora, non solo quello che è già accaduto, ma il fatto che in presenza di analoghe condizioni generali ciò si potrebbe ripetere.
In secondo luogo, vorrei sapere se il centro di coordinamento istituito con il decreto ministeriale del 27 gennaio 2005 – che non so se definire troppo tempestivo o troppo in ritardo, ognuno può esprimere un giudizio al riguardo – è in grado di aggredire e risolvere i problemi che si sono verificati in questo caso o se sono necessari ulteriori provvedimenti per definire un sistema efficace di allarme, di trasmissione e di reazione.

* ZANDA (Mar-DL-U). Anch’io desidero ringraziarla, dottor Bertolaso, e poi rivolgerle due brevi domande.

La protezione civile, come lei ha evidenziato nell’audizione della scorsa settimana, investe molte energie e risorse nelle previsioni meteorologiche. Vorrei sapere se lei pensa sia identificabile, dal punto di vista climatico, un trend negativo globale che possa far prevedere inverni sempre più rigidi ed estati tropicali. Tutti i fenomeni che oggi osserviamo in modo empirico sono certamente studiati dai climatologi; forse è possibile fare delle previsioni in linea generale e attrezzarci di conseguenza, in modo strutturale, anche per quanto riguarda i trasporti.
Vorrei chiederle, poi, di aiutarmi a capire meglio come funziona il sistema dei soccorsi. Il Vice Presidente del Consiglio ha chiesto scusa agli italiani, ma senza spiegarne il motivo; il ministro Lunardi ha dichiarato che lui non può portare i cappuccini sulle autostrade per alleviare il disagio dei cittadini rimasti bloccati per quattro giorni e che lui ha soltanto compiti organizzativi generali. L’anno scorso, in occasione di un evento nevoso che aveva creato analoghi disagi, intervenne in questa sede l’amministratore delegato della Autostrade per l’Italia S.p.A., ingegner Gamberale, il quale dichiarò che la sua azienda aveva provveduto a quanto le competeva e che la responsabilità di quanto accaduto era da attribuirsi alla rete viaria statale e provinciale non adeguatamente attrezzata.
Ieri si è svolta l’audizione del presidente dell’ANAS S.p.A., dalla quale l’unica cosa chiara che è emersa, a mio avviso, è che l’organizzazione di tale società è esattamente l’opposto di quella di cui dovrebbe dotarsi un’azienda. Peraltro, per inciso, signor Presidente, ieri non è stato sottolineato un fatto che, invece, mi sembra importante, e cioè che il presidente Pozzi ha distribuito delle deleghe al consiglio, contravvenendo così al mandato che gli era stato affidato dal Parlamento con l’approvazione della sua nomina e dei suoi poteri, di cui – ripeto – si è spogliato delegandoli a terzi. Credo sia opportuno un chiarimento a riguardo.
Al dottor Bertolaso chiedo di fornire chiarimenti in ordine alla filosofia e al metodo di lavoro sottesi all’attività del Dipartimento da lui diretto. Quali sono i compiti della protezione civile in caso di catastrofe naturale o anche più semplicemente di eccezionali eventi meteorologici? Quale è in questi ambiti la responsabilità del Dipartimento, quella di informare le autorità e la popolazione, quella di intervenire direttamente? Esiste in proposito un protocollo, un regolamento, comunque una regola?
Sarebbe importante che lei potesse fornire qualche chiarimento in ordine a questi aspetti e, qualora ne fosse in possesso, se possibile, farci avere la documentazione contenente eventuali protocolli e disposizioni in materia di funzionamento del suo Dipartimento in occasione di calamità naturali.

BRUTTI Paolo (DS-U). Signor Presidente, mi interesserebbe conoscere in primo luogo l’opinione del dottor Bertolaso circa un fatto. Quando ha avviato i soccorsi degli automobilisti bloccati in autostrada, anche lei era convinto – e magari lo è tuttora – che gli aiuti fossero diretti a degli improvvidi criminali, i quali – ritengo – dovevano evidentemente aver commesso diversi reati per venirsi a trovare in quella situazione? Di questo tenore è infatti il parere espresso ieri dal presidente dell’ANAS, il quale nei giorni scorsi ha provveduto a denunciare i suddetti automobilisti, imputando loro una serie di reati, quali danneggiamento e blocco del traffico. È anche lei, come l’ingegner Pozzi, dell’idea che questa gente, che è rimasta bloccata in autostrada, debba essere punita penalmente e in sede civile chiamata a risarcire i danni, oppure ritiene che sia stato più consono il comportamento del Governo, il quale ha provveduto immediatamente a chiedere scusa? Ora, se si chiede scusa, evidentemente non si immagina di avere a che fare con dei malfattori, posto che nessuno porgerebbe le sue scuse a un ladro se, mentre compie un furto, cade incidentalmente su un gradino non segnalato.

Seconda questione. Ieri, nel corso della sua audizione, mi ha molto preoccupato – e per questo torno ad insistere sull’argomento – la dichiarazione dell’ingegner Pozzi, secondo cui, in contrasto con le sue affermazioni, dottor Bertolaso, l’evento nevoso verificatosi sul tratto autostradale della Basilicata sarebbe stato del tutto straordinario ed eccezionale anche rispetto a quanto accaduto nella stessa giornata in molte regioni italiane. Secondo l’ingegner Pozzi la spiegazione di quanto accaduto sta essenzialmente nella eccezionalità dell’evento che ha colto tutti di sorpresa, proprio per l’intensità della nevicata; inoltre, a chi come il sottoscritto ha osservato che nelle Marche la nevicata è stata di proporzioni maggiori, l’ingegner Pozzi ha replicato che non si trattava della verità dei fatti e in ogni caso che nelle Marche le cose erano andate diversamente solo perché quella regione, e nello specifico l’autostrada marchigiana, sono costantemente innevate in quanto particolarmente esposte ai venti dei Balcani. Ebbene, secondo l’ingegner Pozzi il tratto autostradale che attraversa la montagna del Pollino non sarebbe mai innevato, lo sarebbe invece costantemente quello marittimo che percorre le Marche! Tengo a precisare che quanto sto riferendo è riportato nel resoconto stenografico della seduta.
Terza questione altrettanto preoccupante. L’ingegner Pozzi ha anche sostenuto che non esiste alcun modo per impedire che la neve aderisca al manto stradale rendendolo impercorribile, rispondendo così a quanti di noi avevano osservato che, se si fosse intervenuti spargendo i vari cloruri in tempo utile e in quantità adeguate, l’autostrada non sarebbe diventata – per usare una espressione dei tecnici – «bianca», bensì «nera», con quella poltiglia scura che si forma con l’uso dei sali. L’ingegner Pozzi ha ribadito che le cose non stavano in quei termini, che la distribuzione di sale era stata effettuata, ma non era servita ad evitare i disagi che si sono comunque verificati, e che quindi in questi casi esiste un’esposizione al rischio purtroppo insuperabile. L’unica iniziativa a suo avviso utile potrebbe essere quella di stabilire l’obbligo per tutti gli automobilisti di avere le catene a bordo in certi periodi dell’anno: solamente questo sembrerebbe essere lo strumento in grado di evitare simili incidenti, posto che ogni altro presidio sembrerebbe risultare inutile. Vorrei sapere da lei, dottor Bertolaso, che è a capo del Dipartimento della protezione civile, se condivide questa affermazione dell’ingegner Pozzi. In tal caso potremmo tranquillamente evitare di posizionare presidi ogni 30 chilometri, dotandoli di quintali di sale e delle macchine necessarie a spargerlo e limitarci a distribuire le catene agli automobilisti con l’obbligo di conservarle a bordo.
Tra l’altro, anche sulle catene da neve avrei una richiesta di chiarimento di natura prettamente tecnica. Molti automobilisti, soprattutto autotrasportatori, in questa occasione hanno sostenuto che se le catene non vengono messe in officina, comunque in maniera corretta in modo che possano aderire perfettamente al pneumatico, ma in viaggio e in condizioni di emergenza si rivelano controproducenti ai fini della sicurezza, in quanto la catena non aderisce perfettamente e il peso del camion è tale che il pneumatico, slittando all’interno, della catena si surriscalda causando rischi addirittura maggiori. Mi interesserebbe pertanto sapere se esistono sistemi di sicurezza più idonei.
In sostanza, vorrei capire se c’è la possibilità di intervenire in modo che eventi come quelli di fine gennaio non si ripetano più, anche perché, stando all’audizione dell’ingegner Pozzi, sembrerebbe che, purtroppo, in presenza di una forte nevicata non ci sia niente da fare, ad eccezione del blocco delle autostrade.
Personalmente, dottor Bertolaso, ho avuto l’impressione – condivisa anche da taluni organi di stampa – di leggere qualche rilievo critico nei suoi confronti, e ovviamente in quelli della struttura che dirige, dal momento in cui è stata avviata la procedura per l’istituzione di un centro di coordinamento nazionale per fronteggiare le situazioni di crisi in materia di viabilità, poi concretizzatasi con l’emanazione del decreto del Ministero dell’interno dello scorso 27 gennaio. In base a tale provvedimento, infatti, il Dipartimento della protezione civile sembrerebbe chiamato a svolgere un ruolo secondario rispetto a quello affidato alla Polizia stradale e ciò, secondo alcuni, avrebbe condizionato l’intervento del Dipartimento stesso in occasione delle nevicate di fine gennaio, relativamente alle quali il coordinamento è stato attivato con ritardo, ritardo che sarebbe stato dovuto almeno in parte al fatto che lei, dottor Bertolaso, nelle settimane precedenti o forse anche prima si sarebbe tirato in qualche modo fuori.

VERALDI (Mar-DL-U). Signor Presidente, ho necessità di rivolgermi a lei perché quello che sto per dire può riguardare la legittimità della Commissione che lei presiede.

Lei, come me, questa mattina avrà letto sui giornali quanto ricordava il senatore Brutti, cioè il comunicato secondo il quale il presidente dell’ANAS denuncerà all’autorità giudiziaria tutti gli automobilisti che nei giorni 26, 27, 28 e 29 gennaio si sono avventurati, ovviamente per diporto, sull’Autostrada Salerno-Reggio Calabria. Non c’era nessun camion che trasportasse merci, magari partito da Milano; non c’erano macchine che trasportassero persone malate: erano lì per diporto, per vedere se invece di raggiungere Cortina d’Ampezzo potevano sciare a Sicignano!
Era nelle intenzioni del presidente Pozzi accusare anche gli automobilisti che non hanno l’autoradio: come si permettono di viaggiare senza autoradio e, soprattutto, come si permettono di ascoltare una qualsiasi radio privata! Devono collegarsi a Isoradio se hanno la radio, altrimenti non possono viaggiare!
Ieri il presidente Pozzi ha commesso una grave mancanza di riguardo per la quale non chiedo atti di censura; tuttavia vorrei che la nostra Commissione si riappropriasse della sua dignità istituzionale e domandasse all’ingegner Pozzi per quale motivo ha nascosto alla Commissione la volontà di presentare denuncia all’autorità giudiziaria, manifestata invece fuori di qui.
Caro Presidente, si deve andare al di là dei tentativi, generosi da parte sua, di difendere l’operato dell’ingegner Pozzi. Se il presidente Pozzi ha intenzione di denunciare gli automobilisti, chiedo al capo Dipartimento della protezione civile se intende sporgere o se ha sporto analoga denuncia, come succede in molti casi (le ricordo la tragedia di Soverato), nei confronti delle autorità alle quali erano stati diramati i bollettini di allerta che non sono stati presi in considerazione. Se è vero quello che ha fatto l’ingegner Pozzi, lei deve – se lo condivide – denunciare i prefetti, deve denunciare l’ANAS perché non hanno messo in atto i sistemi di allarme e i sistemi di protezione che pure erano necessari.
Visto che nessuno è tenuto ad avere l’autoradio o a collegarsi a Isoradio, le chiedo se, per esempio, l’ANAS ha sbarrato gli accessi all’autostrada A3. Se così non è, lei deve denunciare l’ANAS, come farà l’ingegner Pozzi denunciando gli autisti che non avevano montato le catene. Se i prefetti non sono intervenuti tempestivamente (lei continua ad affermare che i bollettini meteo sono stati diramati il 24 gennaio) deve denunciarli, al di là della generosità che poi hanno dimostrato gli operai, non certamente le istituzioni. La mia non è una provocazione!
Non le domando se condivide quello che ha fatto il presidente Pozzi, ma le chiedo se è legittimo – visto che lei dirige un settore fondamentale e strategico per la sicurezza dello Stato – e, se è legittimo, perché non agisce nella stessa maniera nei confronti delle istituzioni o degli enti che dovevano intervenire e non lo hanno fatto. Non è il caso di continuare la politica dello scaricabarile. Abbiamo saputo di chi è la colpa: la colpa è degli automobilisti che trasportavano ammalati, come quella bambina che doveva essere portata in ospedale per essere operata il giorno dopo per una malattia rarissima ed è rimasta bloccata per la neve.
Sappiamo che gli automobilisti vanno su e giù per l’Italia per diporto. Abbiamo saputo di chi è la colpa. Ma se lei ritiene legittimo e condivisibile quello che ha fatto l’ingegner Pozzi, deve assolutamente dire a questa Commissione qual è il suo pensiero in ordine alla possibilità che lei chieda l’intervento dell’autorità giudiziaria anche nei confronti dell’ANAS e dei prefetti interessati dall’evento neve.

PEDRAZZINI (LP). Dottor Bertolaso, credo di aver capito che da parte sua c’è stata una giusta informativa sulle previsioni meteorologiche e che tutti ne fossero a conoscenza. Personalmente sono poco portato a pensare che persone che si muovono lungo itinerari piuttosto lunghi non si informino minimamente di cosa può succedere. Purtroppo è diffusa la mentalità di chi pensa «può anche andarmi bene» e si sottovaluta il rischio.

L’ingegner Pozzi ha più volte riferito che numerosi mezzi di trasporto, entrati in autostrada privi di catene, si sono messi di traverso sulla carreggiata interrompendo il flusso dei soccorsi. Normalmente può succedere che qualche mezzo si metta di traverso; il problema nasce quando sono molti e questo mette in crisi il sistema. Basti pensare che per raddrizzare un autotreno ci vogliono dei mezzi particolari. Allora può andar bene se capita per uno o due camion, ma qui si parla di decine, per cui era praticamente impossibile intervenire. C’è stata pertanto una certa negligenza, almeno secondo quanto ci è stato raccontato.
Non condivido quello che dice il senatore Brutti: quando una persona crea un danno agli altri è giusto che venga sanzionata. Non sono giustizialista, ma non sono neanche per chiedere sempre scusa e far tornare tutto come prima. Bisogna avere delle regole precise.
Passato il primo momento, strettamente di competenza di chi deve gestire la strada, in questo caso l’ANAS, se ho capito bene, l’intervento della protezione civile è avvenuto quando praticamente non si riusciva a gestire più nulla, quando i mezzi di trasporto, messi di traverso, hanno creato una situazione tale che non c’era più nulla da fare. Allora è stata chiamata la protezione civile. In questo credo stia la risposta a chi dice che i soccorsi sono arrivati presto o tardi. Bisogna pensare a cosa succede in quei particolari momenti: non si tratta di mezz’ora o di un’ora, ci vuole del tempo per riuscire a raggiungere quelle zone.
L’ANAS ha dichiarato di aver assistito 107 persone, magari le persone realmente in difficoltà in quel momento; lei, invece, ha parlato di molte di più per la protezione civile e anche per un tempo più lungo, perché penso ci sia stato un passaggio con l’ANAS di gestione dell’emergenza. Credo, infatti, che gli uomini dell’ANAS non siano abituati a fare assistenza alle persone e che non sia neanche un loro preciso compito. La mia domanda è la seguente: quanto tempo è trascorso da questo passaggio alla fine dell’emergenza e quante persone sono state assistite? Dopo le lamentele (di sicuro lei non troverà che tutti sono soddisfatti) l’importante è che nell’insieme il sistema abbia funzionato.

* PESSINA (FI). Signor Presidente, purtroppo ieri non ho avuto l’opportunità di ascoltare per intero l’audizione del presidente Pozzi; vorrei comunque svolgere una considerazione sulla scorta di quanto ha evidenziato il senatore Brutti rispetto alle denunce dell’ingegner Pozzi all’autorità giudiziaria. Personalmente continuo a sottolineare l’assoluta responsabilità dei conducenti, soprattutto di quelli dei TIR. È vero che al Sud il fenomeno della neve non è così frequente...
VERALDI (Mar-DL-U). Chi l’ha detto? Sul Pollino si ripete ogni anno.
PEDRAZZINI (LP). C’è una stazione sciistica o sbaglio?
PESSINA (FI). Mi lasci terminare, senatore Veraldi. In effetti, ultimamente questo fenomeno è stato più frequente.

A questo punto ritengo che l’imposizione dell’obbligo delle catene, se non altro in via temporanea (senza l’obbligo di montarle all’origine del viaggio, ma solo durante l’improvvisa evenienza), avrebbe migliorato e forse anche evitato tutti gli inconvenienti che si sono verificati.
In secondo luogo, vorrei svolgere una considerazione in merito ai tempestivi interventi che si rendono necessari per vietare l’accesso alle strade che diventano automaticamente pericolose e impercorribili di fronte ad eventi eccezionali. In questo caso credo che la protezione civile abbia responsabilità successive e non certo preventive. Ritengo invece che, per quanto riguarda l’intervento preventivo, il gestore della strada debba poter disporre degli strumenti idonei (transennamenti o altro) per impedire l’accesso, non certo, come è accaduto in questo caso, almeno da quanto mi è sembrato di capire dalle parole dell’ingegner Pozzi, avvalendosi di cumuli di neve; questi, infatti, sono stati tranquillamente spalati o superati da coloro che avevano interesse a proseguire il proprio viaggio. Le responsabilità, quindi, ritornano ad essere quelle proprie dell’eccezionalità dell’evento. Vorrei sapere se esiste oggettivamente la possibilità di evitare preventivamente, in casi di questo genere, l’accesso alle strade che presentano – e presenteranno ancora per molto tempo – rischi di questo tipo.

VERALDI (Mar-DL-U). I camionisti erano tutti piemontesi e lombardi: invieremo il resoconto stenografico della seduta!
DONATI (Verdi-U). Dagli accenti non si direbbe.
MONTINO (DS-U). Vorrei ricordare ai colleghi del centro-destra che, tra l’altro, i camionisti sono collegati via radio a questa seduta!
PESSINA (FI). Va benissimo.
GASBARRI (DS-U). Dottor Bertolaso, non credo che si possa interpretare questa tornata di audizioni sul blocco della A3 come un’operazione di scaricabarile, come è stata definita sulla stampa. Sulla base di quanto mi è dato di conoscere, non credo sia così. Va detto però, che lei, dottor Bertolaso, dal punto di vista della veicolazione dei suoi intendimenti, ha battuto l’ingegner Pozzi con un secco 2 a 0. Infatti è apparso chiaramente sui media che l’ingegner Pozzi si è difeso stentatamente; egli si è presentato in questa sede affermando, come sui giornali, che non ha alcuna responsabilità.

Questo è il bilancio odierno. La situazione, però, mi consente di esprimere la mia opinione, che è diametralmente opposta. Infatti, non è vero che il Dipartimento e lei in quanto responsabile della protezione civile non avete competenze in ordine a tali questioni. Anche ammesso che sia così, avrei voluto vedere, per far fronte al blocco della A3, la stessa solerzia che lei ha dimostrato, ad esempio, per la gestione dei soldi raccolti tramite SMS destinati alle vittime dello tsunami. Veramente la protezione civile non ha alcuna competenza nella ricostruzione dello Sri Lanka o di altre parti del mondo, ma avrei voluto vedere la stessa solerzia!
A mio avviso, per quanto riguarda la protezione civile, siamo in presenza di due fasi ben distinte nelle quali le responsabilità sono state disattese. Innanzi tutto a me risulta – abbiamo già avuto una discussione al riguardo in altra sede – che l’articolo 4 della legge n. 225 del 1992 prevede che il Dipartimento debba predisporre i piani di direzione e coordinamento delle attività di soccorso in relazione alle varie ipotesi di rischio. So che potrebbe diventare una discussione da bar, ma credo sia ridicolo affermare che in Italia non c’è il rischio neve. Ebbene, per il rischio neve, il rischio terremoto e il rischio alluvione non esistono piani, di cui al citato articolo 4, predisposti dalla protezione civile; esiste un piano per il rischio Vesuvio che risale a secoli fa. È un’omissione. Non si tratta di invocare un teorico ed astratto coordinamento...

PRESIDENTE. Senatore Gasbarri, la prego di concludere il suo intervento.
GASBARRI (DS-U). Signor Presidente, mi dispiace, ma la questione è molto delicata e non vorrei che, passata la neve, passasse la memoria. Ricordo che le stesse cose sono state dette anche l’anno scorso. Prima di porre le domande, però, devo fare alcune valutazioni.
PRESIDENTE. Non desidero contrastare il suo intervento, ma ci interessa molto ascoltare le risposte del dottor Bertolaso. Sono ormai le 9,25 e tra pochi minuti dovremo recarci tutti in Aula.
GASBARRI (DS-U). Credo che, per funzionare, gli interventi di emergenza debbano essere non tanto coordinati, quanto pianificati: ritengo sia questo quello che manca.

In secondo luogo vorrei ricordare che nel 1980, quando vi fu il terremoto in Irpinia, vi fu una vera e propria reazione di rigetto del Paese verso clamorose inadempienze. Ricorderete l’intervento dell’allora Presidente della Repubblica e altri episodi che conosciamo a memoria. In quell’occasione fu mossa l’accusa che dopo quattro giorni non c’era stato ancora alcun intervento. Per fortuna il 26 e il 27 gennaio scorsi non si è trattato di una disgrazia, non ci sono state vittime. Vorrei sapere però, dottor Bertolaso, se corrisponde al vero che, dopo ben cinque giorni, non c’è stato alcun interessamento al soccorso delle persone nelle regioni colpite e che non era stata predisposta dal suo Dipartimento una mappatura completa delle zone colpite, che nel frattempo erano rimaste isolate e prive di energia elettrica, anche al di fuori della vicenda localizzata sulla A3. Vorrei sapere anche se, stante la difficoltà di agire a causa dei camion messi di traverso e di altre questioni evidenziate, si sarebbe potuti intervenire dall’alto, considerati i mezzi a disposizione e le capacità della protezione civile. Sottolineo che anche nelle alluvioni o nei terremoti c’è difficoltà a passare sulle strade.
Vorrei poi soddisfare una mia curiosità, che però credo sia interessante anche per la Commissione. Vorrei conoscere il giorno preciso in cui è intervenuto il Dipartimento della protezione civile sulla A3 per far fronte alle precipitazioni nevose.
L’ingegner Pozzi ha citato una cifra ben precisa, ma io vorrei sapere anche da lei quante persone sono state assistite dalla protezione civile nel corso dell’evento e la loro localizzazione geografica.
Un’ultima domanda. Lei, dottor Bertolaso, nel suo intervento ha molto enfatizzato l’azione condotta dalla struttura che dirige, sottolineandone la capacità di fare previsioni meteorologiche e anche come questo aspetto rappresenti un criterio di miglioramento qualitativo del suo Dipartimento. Sulla questione degli allertamenti non ha invece detto niente. Ebbene, come spiega questa «capacità di fare previsioni meteorologiche», su cui si è soffermato nella prima parte della sua audizione, se la si mette in relazione con la nota ANSA del 26 gennaio 2005 delle ore 15,38, secondo cui il primo giorno dell’emergenza lei avrebbe dichiarato che la perturbazione stava passando?

PRESIDENTE. Do ora la parola al senatore Montino, pregandolo di contenere i tempi del suo intervento.
MONTINO (DS-U). Signor Presidente, siamo alle solite: lei continua a convocare importanti audizioni come la presente in concomitanza con altri impegni parlamentari. Ieri, ad esempio, contemporaneamente a questa erano state convocate altre Commissioni cui eravamo chiamati a partecipare. Si tratta di programmare meglio i nostri lavori, soprattutto in occasioni come queste, quando al nostro esame vi sono argomenti straordinari e particolarmente importanti. In ogni caso non ruberò molto tempo, limitandomi a sottolineare soltanto due aspetti.

Nel corso della prima parte della sua audizione il dottor Bertolaso ha sottolineato il particolare tempismo con cui la protezione civile ha diramato il comunicato, addirittura 72 ore prima che l’evento meteorologico straordinario iniziasse, affermando anche di aver fatto tutto quanto gli competeva e che a quel punto le responsabilità erano passate ad altri. Sono anch’io convinto che in questo caso le responsabilità spettassero direttamente ai soggetti chiamati a gestire i tratti autostradali interessati. Pertanto, esattamente come nel caso degli eventi nevosi verificatisi l’anno scorso nel nord del Paese le responsabilità spettavano alla Autostrade S.p.A., oggi siamo di fronte a responsabilità precise, evidenti, palesi e incontestabili dell’ANAS S.p.A. rispetto a una situazione confusa e ingestibile, nell’ambito della quale non si è stati capaci di prevedere, né addirittura di organizzare quel minimo di interventi che permettessero non dico la soluzione di tutti i problemi, ma perlomeno il loro governo.
Fatta questa breve premessa, c’è una situazione a valle di tutto ciò da considerare, posto che la protezione civile non ha competenze solo per quanto riguarda le previsioni meteorologiche, la diramazione dei comunicati o l’informazione dei cittadini, ma è chiamata a intervenire prestando soccorso. Opportunamente il senatore Gasbarri lamentava che dopo cinque giorni dall’inizio dell’evento nevoso ci sono state decine di persone con principio di assideramento, persone rimaste bloccate in autostrada senza che nessuno intervenisse, cui è stata prestata scarsa o addirittura nessuna assistenza. Quando accadono questi fatti ritengo vi sia una responsabilità che va al di là dell’ANAS, che pure è chiamata in causa come prima responsabile; mi riferisco alla responsabilità di chi è preposto ad intervenire a valle, al momento dei soccorsi.
Rivolgendomi ai colleghi del centro-destra, mi si permetta una battuta. Gli autotrasportatori in questo frangente sono stati più volte chiamati in causa ed è stato detto che sarebbe stato bene chiudere i caselli per non farli entrare nell’autostrada, ma vorrei fare presente che quei camionisti stavano già percorrendo l’autostrada quando si è verificata la nevicata. Del resto, il traffico pesante in quell’area è un traffico di attraversamento, non di entrata e uscita dai caselli. Ne consegue che non sarebbe stato opportuno chiudere gli accessi all’autostrada, bensì lavorare sul tronco autostradale per evitare quanto invece si è verificato. Per di più chiudere i caselli in quel tratto avrebbe significato far assiderare gli automobilisti o i camionisti non più in autostrada, ma nelle strade statali e provinciali limitrofe.
In conclusione, credo sia necessario individuare realmente a chi spettino le responsabilità di quanto è accaduto.

* PRESIDENTE. Prima di dare la parola al dottor Bertolaso per la replica, per cui avrà a disposizione circa 15 minuti, mi sembra doveroso richiamare un argomento e porre un quesito al nostro ospite.

Vorrei innanzi tutto sottolineare che siamo in presenza di un evento che, nonostante l’intensità della nevicata, i blocchi e quant’altro, non ha tuttavia registrato morti, né feriti o assiderati. Lo dico proprio per fare chiarezza.

MONTINO (DS-U). Doveva esserci una strage?
VERALDI (Mar-DL-U). Il dramma allora è proprio questo, che non ci sono stati morti! Ma come si ragiona! Tutto questo per difendere una persona che guadagna svariati milioni l’anno!
PRESIDENTE. Senatori, non intendevo fare polemica.

Ho letto il resoconto stenografico dell’audizione dell’ingegner Pozzi e francamente non mi sembra che egli attribuisca le maggiori responsabilità dell’accaduto al comportamento poco corretto degli autotrasportatori, ma che invece sostenga che la prima causa sia stata l’eccezionalità dell’evento nevoso, fermo restando che alcuni camionisti, incuranti delle disposizioni emesse dal CCISS Viaggiare Informati, hanno comunque continuato a procedere senza montare le catene.

VERALDI (Mar-DL-U). Ma chi ha comunicato queste disposizioni ai camionisti? E poi come si fa a comunicarle, chiamandoli uno per uno? Nemmeno capiscono il nostro dialetto, erano tutti lombardi!
PRESIDENTE. La risposta al suo quesito, senatore Veraldi, è contenuta nella documentazione lasciata dall’ingegner Pozzi, in cui si fa riferimento ai messaggi fatti circolare attraverso il CCISS Viaggiare Informati.
VERALDI (Mar-DL-U). Chi trasmette le notizie del CCISS Viaggiare Informati quando il camionista viaggia con la radio spenta?
PRESIDENTE. Quando si è in una situazione del genere bisognerebbe pensare a tenerla accesa.
VERALDI (Mar-DL-U). Forse per chi ha la patente è previsto l’obbligo di essere sempre collegati con il CCISS Viaggiare Informati?
PRESIDENTE. Ovviamente no, ma è una questione di buon senso. E in casi di questo genere si auspica e si presume che il buonsenso sia adoperato da tutti. Evidentemente però non lo hanno usato in tanti.

Ricordo anche che l’ingegner Pozzi ha dichiarato che le denunce già presentate dal Codacons riguardavano quegli autotrasportatori che si erano resi responsabili del blocco.
Credo che ciascuno di noi si sia ormai fatto un’idea sulle responsabilità in questa vicenda. Tuttavia, a fronte di quanto non ha funzionato, chiedo al dottor Bertolaso come crede sia necessario intervenire per fare in modo che in futuro in circostanze analoghe il sistema possa risultare più efficiente. Credo infatti che il nostro ospite sia nelle condizioni di giudicare al meglio la complessità del sistema e quindi mi rivolgo a lui per sapere qual è l’elemento che ritiene dovrebbe essere messo in campo per superare queste problematiche

BERTOLASO. Signor Presidente, le domande poste sono numerose e non credo che riuscirò a rispondere a tutte nell’ambito del quarto d’ora disponibile. Pertanto, se il Presidente è d’accordo, invierò alla Commissione alcune note scritte a integrazione del mio presente intervento.

Numerose questioni sollevate concernono le previsioni meteorologiche e l’eccezionalità o no dell’evento nevoso. Al riguardo non posso che ribadire quanto già dichiarato nella precedente occasione e che è contenuto nel documento consegnato agli atti della Commissione, nel quale si sottolinea la rilevanza dell’evento non tanto l’intensità della precipitazione nevosa, quanto per la persistenza. L’evento è stato particolare – c’è chi conosce il territorio molto meglio del sottoscritto – perché è durato praticamente per otto giorni dall’inizio alla fine, nel corso dei quali sono caduti alcuni giorni 15 centimetri di neve, altri 25 o 30 centimetri, che hanno portato complessivamente a registrare cifre piuttosto notevoli. Se però le dividiamo nell’arco delle diverse giornate, soprattutto nei giorni 25 e 26, cioè nei primi giorni (credo non interessi a nessuno sapere quanto ha nevicato il 28 e il 29, quando erano tutti bloccati e si stava cercando di liberare l’autostrada), le precipitazioni non hanno raggiunto valori straordinari. Dalla documentazione che ho consegnato (ma posso lasciarne di nuovo copia), se confrontiamo i dati, vediamo che il 24 gennaio 2000, il 15 febbraio 1991 e il 16 febbraio 1991 vi furono delle precipitazioni più violente rispetto a quelle che hanno interessato – se consideriamo i valori giornalieri – le vicende di fine gennaio.

BRUTTI Paolo (DS-U). Il dottor Bertolaso dice esattamente il contrario. Ha detto che le precipitazioni nevose nei primi due giorni, il 25 e il 26 gennaio, sono state assolutamente eccezionali. Queste sono le parole che ho sentito.
BERTOLASO. Come precipitazione, è la quarta in classifica dal 1990 ad oggi, se facciamo una classifica di quanto ha nevicato in una giornata.
PRESIDENTE. Su tutto il territorio nazionale?
BERTOLASO. No, stiamo parlando di quella zona.

Èstato sicuramente un avvenimento molto rilevante. L’eccezionalità è consistita nel fatto che praticamente per otto giorni ha continuato a nevicare, ma nell’arco delle diverse giornate confermo quello che ho detto anche la scorsa volta e dai documenti che lascio potrete verificare la veridicità di tali affermazioni. Nelle Marche sicuramente è nevicato di più. D’accordo, forse nelle Marche sono più abituati rispetto ad altre parti del nostro territorio, però anche nella zona del Lagonegrese nevica abbastanza, di fatto quasi tutti gli anni.
Senatrice Donati, credo ci sia un fatto positivo in questa vicenda: secondo me è destinata a non ripetersi più perché ha avuto un tale risalto sugli organi di stampa, ha suscitato talmente tante polemiche e critiche che ritengo che in futuro ci sarà sicuramente un’organizzazione più efficace sul territorio. La scorsa volta ho riportato l’esempio dell’autostrada Adriatica dicendo che, a mio modestissimo avviso, il fatto che questa volta, in presenza di precipitazioni nevose molto forti, non ci sia stato il blocco totale come accadde l’anno scorso deriva anche dal notevole lavoro fatto nel corso degli ultimi 12 mesi dalla Società autostrade per cercare di predisporre sistemi e metodologie destinati a mitigare al massimo i disagi derivanti da situazioni del genere.
Analogamente ritengo che, anche per quanto concerne l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, sarà possibile migliorare ulteriormente i sistemi di allarme e l’organizzazione dei cosiddetti «piani anti-neve», che debbono esistere per legge a livello comunale, provinciale e regionale. Sono predisposti dalle tre amministrazioni che ho citato e conoscono nella persona del prefetto della Provincia il punto di riferimento che deve raccogliere tutti i piani elaborati dalle diverse amministrazioni. Non è obbligatorio, senatore Pedrini, che il Dipartimento sia messo a conoscenza dei singoli piani anti-neve o piani di emergenza comunali, previsti dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225. Le posso dire tuttavia che l’anno scorso abbiamo scritto a tutte le Regioni italiane chiedendo di farci conoscere quanti Comuni delle diverse Regioni avessero predisposto i piani di emergenza per i rischi più normali. È ben evidente che a Lagonegro c’è un piano neve; è inutile che ci sia un piano vulcano.

* PEDRINI (Aut). Qual è stata la risposta che le hanno dato? Quanti hanno risposto?
BERTOLASO. La risposta è stata molto desolante. Non mi aspettavo di dover rispondere oggi a tale quesito, ma questa sera stessa vi farò avere le statistiche. Prima di Natale abbiamo scritto a tutti gli assessori regionali per la protezione civile stigmatizzando la mancata risposta di molte Regioni.
PEDRINI (Aut). Presidente, possiamo acquisire i dati che ci fornirà il dottor Bertolaso per sapere cosa è successo, chi non ha risposto?
PRESIDENTE. All’inizio della sua replica il dottor Bertolaso ha detto che ci farà pervenire una documentazione scritta che sarà trasmessa a tutti colleghi.
BERTOLASO. Alcune Regioni sono molto avanti. Sto per andare ad Ancona dove questo pomeriggio si apre un convegno promosso dall’Associazione nazionale comuni italiani e finalizzato a discutere sul ruolo del sindaco nella protezione civile, denominato «Codice rosso».

Purtroppo mi capita spesso, ancora oggi, di arrivare in situazioni dove c’è una vera emergenza (mi riferisco, ad esempio, al terremoto di Brescia del novembre scorso) e accorgermi che molti sindaci non sanno neanche cosa sia la legge n. 225 e quindi non hanno neppure predisposto i piani di emergenza a livello locale. Non voglio gettare la croce addosso ai sindaci, sebbene li ritenga i principali protagonisti di un vero sistema di protezione civile che ancora siamo ben lungi dal raggiungere. Ritengo che il sindaco sia la figura essenziale: il sindaco può essere messo in condizione di lavorare e di svolgere il suo compito di responsabile di protezione civile. D’altra parte, abbiamo visto il ruolo svolto dai sindaci ad Atena Lucana, a Lagonegro, a Lauria anche nel corso di queste nevicate, perché sono stati loro che si sono allertati, che hanno aperto le scuole mettendoci dei letti, che hanno requisito gli alberghi e che hanno dato da mangiare alla gente che è stata soccorsa lungo l’autostrada A3. Ovviamente hanno avuto un supporto, ma sono il terminale sul territorio del Dipartimento, che, passando attraverso la Regione o la prefettura competente, dà le disposizioni affinché localmente si organizzino gli interventi di soccorso.
Non è possibile, soprattutto in certe situazioni di maltempo, immaginare di utilizzare gli elicotteri. Ci abbiamo pensato, senatore Gasbarri, ad usare gli Ericsson, gli elicotteri che utilizziamo per la lotta agli incendi boschivi e che riescono a sollevare anche dieci tonnellate di peso. Nessun elicottero si alza in condizioni di neve, è assolutamente impensabile. Di conseguenza, la gestione delle operazioni di soccorso si è svolta necessariamente attraverso le strutture locali, attraverso quelle oltre 5.000 persone di cui ho riferito l’altra volta.
Dire che gli automobilisti sono stati per quattro giorni abbandonati a se stessi francamente mi sembra quanto meno esagerato. C’è gente che sicuramente è rimasta bloccata per ventiquattr’ore, ma era un tratto di strada di oltre 100 chilometri di fatto non percorribile perché manca la corsia di emergenza e tutti i mezzi erano bloccati.

GASBARRI (DS-U). Al riguardo può indicare gli interventi precisi? Forse il ragionamento cambierebbe.
PRESIDENTE. Senatore Gasbarri, è tutto scritto con puntualità.
GASBARRI (DS-U). So benissimo cosa è stato detto. Tutte le cose che ho chiesto non sono state dette la scorsa volta.
PRESIDENTE. La risposta alla domanda che ha posto adesso è già scritta, come il dato relativo alle persone attivate.
BERTOLASO. Per quanto riguarda le risorse messe in campo sul tratto autostradale, ho già consegnato la settimana scorsa i dati, che confermo oggi in ordine ai numeri delle persone e alle diverse amministrazioni interessate.

Mi è stato chiesto come funziona il sistema. Senatore Zanda, il sistema è molto semplice: il Dipartimento nazionale della protezione civile è semplicemente la cabina di regia del sistema nazionale di protezione civile nel quale sono comprese le forze armate, le forze dell’ordine, i Vigili del fuoco, il Corpo forestale dello Stato, le organizzazioni di volontariato di protezione civile, i sindaci e gli assessori provinciali e regionali alla protezione civile. Questa è la struttura sulla quale si basa il Dipartimento.
Nel caso specifico il compito del Dipartimento è per legge quello di fare le previsioni meteorologiche. Ho già detto – e lo ripeto – che siamo stati in grado di migliorare moltissimo la percentuale dei risultati positivi delle previsioni meteorologiche. D’altra parte, senatore Pedrini, non possiamo non fare avvisi meteo quando vi sono situazioni meteorologiche che possono sembrare anche bizzarre. Ieri, ad esempio, abbiamo inviato l’allerta meteo per la Calabria, la Sicilia e la Sardegna perché c’era forte vento di maestrale: siamo obbligati a farlo perché si possono creare situazioni di rischio per i cittadini legate alla possibilità di venti molto forti. Facciamo avvisi quando c’è il rischio di vento molto forte, di nevicate, di pioggia violentissima o di incendi boschivi; ogni volta dobbiamo emanare bollettini che sono finalizzati a sensibilizzare il territorio sui possibili rischi.
Nella vicenda che ha interessato l’autostrada Salerno-Reggio Calabria è mancato qualcosa proprio nel reale allertamento della struttura sul territorio. Infatti, se si legge che nella prefettura di Potenza è stato aperto un Comitato di coordinamento soccorso (CCS) intorno alle ore 17 del 26 gennaio, ci si rende conto che quel CCS è servito a gestire i soccorsi, ma certamente non ad evitare il blocco autostradale perché a quell’ora, di fatto, si era già creato. La mia amarezza consiste nel fatto che si doveva evitare il blocco autostradale. Non credo, però, che questo sia un compito della protezione civile. Senatore Brutti, non ho fatto un passo indietro rispetto al problema che si è verificato l’anno scorso sull’Autostrada del sole; basta leggersi gli atti parlamentari, anche i resoconti delle audizioni svolte da voi. Mi sembra che tutti, Governo e Parlamento, abbiano sottolineato che la protezione civile non ha niente a che fare con i blocchi autostradali: ripeto, lo avete detto voi e lo ha evidenziato anche il vice ministro Martinat quando è venuto in questa sede a parlare proprio di tali questioni. Nonostante questo, non ho pensato di fare un passo indietro, neanche per idea! Abbiamo dato il nostro contributo alla creazione del comitato che si è costituito presso il Ministero dell’interno, in quel caso facendo realmente un passo indietro; sapete meglio di me, infatti, che la Presidenza del Consiglio non va abitualmente in un Ministero a farsi coordinare da un’altra amministrazione. Lo abbiamo fatto proprio perché siamo convinti che la gestione di questa problematica riguardi più il Ministero dell’interno e quello delle infrastrutture e dei trasporti, come avete evidenziato voi nelle audizioni dell’anno scorso e come hanno detto anche rappresentanti del Governo.

BRUTTI Paolo (DS-U). Riguarda l’ANAS e la Polizia stradale.
BERTOLASO. A proposito dei compiti del Dipartimento, sono pronto anche a preparare una memoria che possa fornire chiarimenti al senatore Gasbarri. Egli ha citato l’articolo 4 della legge n. 225 e io cito l’articolo 3, laddove si parla dei diversi livelli di emergenza – locale, regionale e nazionale – e dei compiti del Dipartimento e delle strutture territoriali. Il problema consiste proprio in questo: il Dipartimento ha specifiche competenze che deve sicuramente rispettare. Da questo punto di vista, il nostro compito era quello di fare le previsioni e poi di intervenire sui soccorsi.

Per quanto riguarda le valutazioni sui soccorsi, per fornire anche in questo caso risposte concrete al senatore Gasbarri, consegnerò agli Uffici della Commissione il report della sala operativa del Dipartimento, che contiene gli interventi effettuati dal Dipartimento stesso dal momento in cui è venuto a conoscenza – alle 13,50 del 26 gennaio – che c’era una situazione di crisi lungo l’autostrada A3. Il Dipartimento della protezione civile ha informato le Regioni Campania e Basilicata e le componenti del sistema di protezione civile a livello locale che c’era una situazione di crisi; successivamente ha allertato il volontariato di protezione civile delle diverse Regioni, ha parlato con le prefetture invitandole a muoversi e ad aprire il Comitato di coordinamento soccorso; il giorno dopo ha inviato l’esercito e si è occupato di tutto il resto. Credo, pertanto, che abbia fatto tutto quello che deve fare la protezione civile nazionale.
Ripeto, non ho alcun problema a gestire le situazioni in modo più diretto, ma ciò significherebbe stravolgere completamente l’impianto organizzativo. Il senatore Gasbarri ha citato giustamente la legge n. 225 del 1992, ma io ricordo anche l’articolo 108 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, che ha stabilito che la protezione civile è materia concorrente, che le Province, i Comuni e le Regioni hanno il compito di organizzare la protezione civile sul proprio territorio e che le prefetture rappresentano il Dipartimento sul territorio interessato da una qualsiasi situazione.
Apriremo certamente un dibattito sul problema della protezione civile in senso lato del nostro Paese. Nel merito, a mio modesto avviso, negli ultimi anni sono stati fatti moltissimi passi in avanti; magari saremo intervenuti anche laddove non ci competeva. Voglio chiarire che io ho subìto e non ho certamente promosso la vicenda degli SMS per le vittime dello tsunami; ho dovuto accettare quanto mi è stato chiesto dagli italiani che hanno deciso di dare i soldi alla protezione civile e non a qualcun altro. Ribadisco che l’ho davvero subìto – sottolineo questo termine – anche se ovviamente mi ha fatto piacere, perché credo sia stato un segnale indiscutibile di riconoscimento nei confronti di una struttura dello Stato: non era mai successo che gli italiani dessero gratuitamente i loro soldi allo Stato per qualche intervento umanitario. Questo, però, è un altro discorso.
Ripeto, un dibattito più complessivo sull’organizzazione della protezione civile in Italia sarebbe molto interessante e sono disponibile a svilupparlo. Infatti, con tutti i decreti emanati (ad esempio, il citato decreto legislativo n. 112 del 1998) e con tutte le decisioni relative all’affidamento a livello locale di una serie di responsabilità, può capitare – come è capitato – che poi non si capisca chi ha la responsabilità di certi interventi sul territorio. È inutile negare, infatti, che vi sono problemi di competenze tra prefetture, Province, Regioni ed enti locali. Stiamo cercando di affrontare e di risolvere tali questioni.
Sono un convinto sostenitore del gioco di squadra e, pertanto, non mi metto a dire di chi sono i compiti o le responsabilità. Noi cerchiamo di favorire il coordinamento risolvendo giorno per giorno problematiche anche di questo genere. Sono assolutamente convinto che questa esperienza – per leggerla in positivo – ci porterà a fare passi in avanti e a giungere alla soluzione di ulteriori problemi anche sulla Salerno-Reggio Calabria.
Senatore Gasbarri, l’agenzia ANSA delle ore 15,30 del 26 gennaio era da Napoli. Purtroppo mi trovavo a Napoli ad occuparmi dei rifiuti, cioè di un’altra materia che non sarebbe di competenza della protezione civile; guarda caso, però, è la protezione civile che deve cercare di affrontare e risolvere anche tali questioni.

BRUTTI Paolo (DS-U). Dottor Bertolaso, vorrei sapere se è vero, dunque, che non si può fare niente quando nevica.
BERTOLASO. Come non si può fare niente? Si è forse bloccata l’autostrada Adriatica? Anche sull’Adriatica ci sono i viadotti; forse ci saranno solo meno salite di quelle presenti sulla Salerno-Reggio Calabria.

Ripeto, il gioco di squadra è proprio questo: al primo fiocco di neve si devono muovere immediatamente le macchine. Ad esempio, la Polizia stradale sull’autostrada A1, sul valico tra Bologna e Firenze, quando inizia a nevicare ferma i mezzi e controlla se hanno le catene; se non hanno le catene, non possono proseguire. È possibile che per controllare le catene si creino 20 chilometri di coda: pazienza! Ieri sull’autostrada c’erano 35 chilometri di coda perché si era rovesciata un’autocisterna in Val di Chiana; non è scoppiato il finimondo e la gente ha aspettato pazientemente tre o quattro ore e poi è ripartita. Questo succede in tutti i Paesi del mondo. Quello che, ripeto, non dovrebbe accadere, e sono convinto che non accadrà più, è un blocco di 48 ore con la gente costretta a subire notevoli disagi, posto che il 26 gennaio i primi tre o quattro camion che si sono messi di traverso hanno bloccato tutto.

* ZANDA (Mar-DL-U). Scusi dottor Bertolaso, lei ha fatto riferimento al volontariato. Le risulta che la copertura assicurativa prevista per i volontari sia stata soppressa e che quindi sia ridotta anche la possibilità di utilizzare volontari sul territorio?
BERTOLASO. Lo escludo nel modo più assoluto, senatore Zanda. I volontari, quando attiviamo le relative organizzazioni – ed è quello che abbiamo fatto il 26 gennaio scorso, proprio perché avevamo compreso la situazione di crisi su quel tratto autostradale – sono coperti dall’assicurazione del Dipartimento della protezione civile. Autorizziamo la Regione – in questo caso le Regioni Campania, Basilicata e Calabria – ad attivare i volontari, che da quel momento agiscono per conto della protezione civile e quindi usufruiscono della copertura assicurativa prevista per lo stesso Dipartimento.
PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Bertolaso per il contributo offerto ai nostri lavori e i colleghi per la loro partecipazione.

Dichiaro conclusa l’audizione e rinvio il seguito dell’indagine conoscitiva ad altra seduta.

I lavori terminano alle ore 10.
Licenziato per la stampa dall’Ufficio dei Resoconti