COMMISSIONE STRAORDINARIA
per la tutela e la promozione
dei diritti umani
MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE 2001
7ª Seduta
Presidenza del Presidente
PIANETTA
Intervengono, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, il professore Antonio Papisca, direttore del Centro interdipartimentale di ricerche e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova, e il professore Marco Mascia, vicedirettore del Centro.
La seduta inizia alle ore 13,45.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti nella realtà internazionale: audizione, in rappresentanza del Centro interdipartimentale di ricerche e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova, del direttore professor Antonio Papisca
Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 28 novembre scorso.
In apertura di seduta, il presidente PIANETTA, prima di dare la parola agli illustri ospiti, rivolge un caloroso augurio di buon lavoro alla senatrice De Zulueta che a partire da oggi il presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, in sostituzione del senatore Maritati dimissionario.
Ricorda che l’indagine conoscitiva ha lo scopo di effettuare una ricognizione ad ampio raggio sugli argomenti che rientrano nell’ampia tematica dei diritti umani, per poi individuare linee privilegiate intorno alle quali concentrare il lavoro della Commissione con particolare riferimento al ruolo che il nostro Paese può svolgere per la tutela e la promozione dei diritti su scala internazionale.
Il professor PAPISCA esordisce dicendo di aver molto gradito l’invito della Commissione. Per facilitare un più proficuo scambio di idee, consegna un appunto che vuole essere il compendio delle idee e delle posizioni portate avanti dal Centro interdipartimentale in ordine al problema dello sviluppo della «infrastruttura Diritti Umani» in Italia.
Prima di iniziare la propria esposizione vuole premettere come la recente redazione di una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, ancorché non configurante un accordo giuridico in senso stretto e quindi di incerta collocazione nella scala delle fonti di diritto, costituisce non di meno per l’Unione Europea un’importante bussola in vista dei successivi impegni e soprattutto guida e direttiva vincolanti sul piano politico per gli stati membri.
Da un punto di vista più generale vuole ricordare come l’esperienza delle Nazioni Unite, nel campo del riconoscimento giuridico internazionale dei diritti umani e della loro tutela, ancorché sviluppatesi con un sostegno irrisorio dal punto di vista dei bilanci finanziari, abbia avuto enormi ripercussioni sul piano della società civile intesa nelle sue accezioni più globali, sicché una volta tanto può essere riconosciuto che i giuristi hanno per così dire sapravanzato i filosofi quanto a capacità di congegnare istituti capaci di incidere sulla crescita della coscienza collettiva. Una volta che il sigillo giuridico (rappresentato dal complesso delle istituzioni dell’ONU) ha avuto l’impatto sulla coscienza collettiva, ne è venuta una spinta che certamente sarà da stimolo per altre discipline non solo filosofiche, come sono quelle che si connettono per esempio agli studi storici ed antropologici, con ulteriori effetti di ritorno e quindi di progressivo sviluppo di un sapere veramente universale sul tema dei diritti umani. Per rappresentare l’insieme di spinte e controspinte; la composizione di forze culturali e politiche insomma che via via si è venuta configurando, gli sembra che si possa parlare di «fecondazione incrociata e trasversale», sia per quanto attiene alle materie su cui reagiscono gli impulsi sia per quel che riguarda il numero e la qualità dei soggetti coinvolti.
Detto processo trasversale e multinazionale ha avuto effetti ulteriormente benefici nei paesi che già, in virtù della propria tradizione democratica, riconoscevano (nella prima parte delle loro costituzioni) un livello di diritti che ha carattere prioritario rispetto agli altri; ma soprattutto ha suscitato movimenti liberatori in paesi che invece non avevano tradizioni democratiche garantiste.
Per venire al nostro Paese, il professor Papisca ricorda come, a partire almeno dal 1991, vi sia stata in tanti statuti comunali la tendenza a fare riferimento alla pace e ai diritti umani come materia di iniziativa anche per i livelli di governo più vicini alla società civile. Per quanto riguarda le regioni, molte di esse a partire dall’esperienza pionieristica compiuta dal Veneto, nel 1988, con la legge regionale si sono dotate di strumenti che consentono un rapporto diretto con le organizzazioni non governative e conseguentemente di apparati, come dipartimenti, consulte, difensori civici, eccetera deputati alla tutela e alla promozione dei diritti umani. In sintesi si è registrato un fenomeno di crescita che è stato estremamente fecondo dal punto di vista della formazione e della educazione civica.
Inoltre, sempre per quanto riguarda il nostro Paese, c’è da registrare positivamente il ruolo che le recenti riforme dei corsi di laurea, di primo e secondo livello, hanno avuto al fine di far crescere la sensibilità e la conoscenza di valori i quali possono maturare solo nel segno del dialogo tra istituzioni e società civile. Gli corre il dovere di ricordare a questo proposito come l’Università di Padova abbia svolto in questo senso un ruolo irradiante all’interno del mondo universitario per l’insegnamento e la ricerca sui diritti umani.
La crescita e maturazione dei valori legati alla tutela dei diritti della persona e dei popoli non hanno avuto, gli spiace farlo rimarcare, uno sbocco corrispondente a livello nazionale, insufficienza che si è fatta sentire negativamente sul piano dei contributi che l’Italia è chiamata a svolgere sul piano internazionale. Dette insufficienze si sono avvertite in occasioni come quelle legate a conferenze internazionali che non sono state adeguatamente preparate dal nostro Paese, quando non addirittura disertate.
Il professor Papisca conclude la sua esposizione ribadendo la necessità di attrezzare l’Italia di una dotazione
standard
sulla base di raccomandazioni recepite anche dal Consiglio d’Europa. In particolare si tratta di costituire una Commissione nazionale che svolga il ruolo di autorità collegiale di garanzia, che è cosa del tutto diversa dalle funzioni svolte dal Comitato interministeriale presso il Ministero degli affari esteri, cui compete essenzialmente di preparare i rapporti periodici indirizzati ai sei Comitati delle Nazioni unite deputati a vigilare sull’applicazione delle più importanti convenzioni giuridiche sui diritti umani. La preconizzata Commissione nazionale dovrà avere un’importante funzione di monitoraggio in ordine alle problematiche connesse alla promozione dei diritti civili, e conseguentemente sarà chiamata a svolgere un dialogo incessante con la società civile.
Inoltre è importante introdurre nel nostro Paese l’istituto del difensore civico il quale potrà occuparsi utilmente dei temi più svariati, ivi compresi l’ambiente e la sanità, ma sempre sotto il profilo dei riflessi che la buona o cattiva amministrazione ha in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona.
Il presidente PIANETTA ringrazia il professore Papisca per la stimolante introduzione, di cui ha particolarmente apprezzato l’approccio perché ha messo in luce le importanti sinergie – fenomeni di «fecondazione incrociata e trasversale» per usare un efficace espressione del professor Papisca – che possono essere messe in movimento purché si sia in grado, soprattutto da parte delle istituzioni parlamentari e governative, di imprimere un sigillo giuridico a certe conquiste a carattere primario.
Dichiara quindi aperta la discussione.
Intervengono i senatori BONFIETTI, BASILE, MARTONE e MANIERI.
A tutti risponde il professor Papisca il quale coglie l’occasione per mettere ancora meglio in luce la funzione costituente che, ai fini degli adempimenti connessi alla istituzione della Commissione nazionale e del Difensore civico, può avere la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.
La seduta termina alle ore 15.