LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8ª)

MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2005
417ª Seduta

Presidenza del Presidente
GRILLO


La seduta inizia alle ore 15,15.


PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sul sistema di reperimento delle risorse pubblicitarie dei mezzi di comunicazione di massa: seguito dell'esame del documento conclusivo

Riprende l'esame del documento conclusivo sospeso nella seduta del 20 ottobre 2004 e rinviato nella seduta del 3 novembre 2004.

Il senatore PESSINA (FI), relatore, illustra le modifiche che intende apportare al documento conclusivo dell'indagine in titolo, che tengono conto di talune osservazioni proposte dai rappresentanti dell'opposizione sul tema delle asimmetrie nel reperimento delle risorse pubblicitarie in favore delle emittenti televisive, nel settore dei mezzi di comunicazione di massa. Illustra quindi le modifiche da inserire nella parte finale del documento che propongono una serie di misure di supporto dell'editoria e che dovrebbero trovare positivo riscontro presso gli editori della carta stampata.

Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) interviene per chiedere al relatore Pessina di esplicitare gli interventi concreti che si propongono di attuare, al fine di bilanciare, per quanto possibile, le anzidette asimmetrie del mercato pubblicitario.

Il relatore PESSINA (FI) si impegna a chiarire ulteriormente la questione dei limiti relativi agli affollamenti pubblicitari, al fine di procedere alla definitiva approvazione del documento conclusivo.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


IN SEDE CONSULTIVA

(2742-B) Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee. Legge comunitaria 2004, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati
(Relazione alla 14ª Commissione. Seguito e conclusione dell'esame. Relazione favorevole con osservazioni)

Riprende l'esame sospeso nella seduta pomeridiana del 26 gennaio scorso.

Il senatore PEDRAZZINI (LP), facente funzione di relatore, propone l'espressione di una relazione favorevole nella quale inserire talune delle osservazioni emerse nel corso del dibattito sul provvedimento in titolo. Sottolinea a questo riguardo la necessità di definire, all'articolo 24, comma 12, parametri oggettivi in ordine alla previsione che attribuisce al Ministero dell'ambiente il compito di procedere all'aggiornamento dello studio di impatto ambientale, a seguito dell'introduzione di varianti alle opere di considerevole entità. Appare poi necessario prevedere, al medesimo articolo del disegno di legge, che le procedure di evidenza pubblica per le gare di affidamento delle opere pubbliche siano previste anche nel caso dei lavori cosiddetti "in house".

Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) dichiara il voto contrario sulla proposta di relazione favorevole con osservazioni del Relatore facente funzione, osservando che in essa non sono stati toccati temi rilevanti quali la congruità degli strumenti legislativi adottati ai fini del recepimento della normativa comunitaria e il ruolo assunto dai cosiddetti promotori delle opere pubbliche, che rischiano di assumere un peso eccessivo a scapito delle competenze degli organi pubblici.

Il senatore MENARDI (AN) , nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale, dichiara di condividere la posizione del senatore Zanda sulla necessità di rafforzare il ruolo delle amministrazioni pubbliche in relazione alla concessione di settori pubblici con caratteristiche di monopolio.

La senatrice DONATI (Verdi-U) dichiara il voto contrario del Gruppo dei Verdi, sottolineando che sarebbe stato necessario porre maggiore attenzione alla disciplina dei promotori di opere pubbliche. Sottolinea nuovamente che i criteri di delega indicati dall'articolo 25 sono eccessivamente generici e pertanto una osservazione in questo senso andrebbe inserita. Fa inoltre presente il rischio che la Commissione possa essere espropriata delle proprie competenze in materia di lavori pubblici nel recepimento di provvedimenti comunitari, come per esempio la sentenza C/247, più volte richiamata, sottolineando la necessità di aprire un dibattito, individuando gli strumenti regolamentari più opportuni, al fine di verificare con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti come si intenda procedere concretamente nella revisione della normativa.

Il senatore Paolo BRUTTI (DS-U) dichiara il voto contrario del Gruppo dei Democratici di Sinistra, condividendo la necessità, sottolineata dalla senatrice Donati, di riportare nell'ambito della Commissione le questioni relative alla modifica della legge Merloni ai fini del recepimento delle indicazioni comunitarie. Ritiene inoltre necessario procedere ad una definizione più precisa dei criteri di delega indicati dall'articolo 25 e sottolinea la necessità di rendere effettivamente operativo il metodo del price-cap ai fini della determinazione del prezzo per la collettività dei servizi erogati dai concessionari delle infrastrutture pubbliche.

Verificata la presenza del numero legale, la Commissione, dà mandato al Relatore facente funzione di redigere una relazione favorevole con le osservazioni illustrate.


La seduta termina alle ore 16.
INDAGINE CONOSCITIVA


SUL SISTEMA DI REPERIMENTO
DELLE RISORSE PUBBLICITARIE
DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA

9º Resoconto stenografico

SEDUTA DI MARTEDÌ 1º febbraio 2005

Presidenza del presidente GRILLO

INDICE

Documento conclusivo
(Seguito dell’esame e rinvio)

PRESIDENTE
Pag. 3, 5

PESSINA (FI), relatore
3, 4, 5

ZANDA (Mar-DL-U)
4


ALLEGATO
6
Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democratici di Sinistra-l’Ulivo: DS-U; Forza Italia: FI; Lega Padana: LP; Margherita-DL-l’Ulivo: Mar-DL-U; Per le Autonomie: Aut; Unione Democristiana e di Centro: UDC; Verdi-l’Ulivo: Verdi-U; Misto: Misto; Misto-Comunisti Italiani: Misto-Com; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-La Casa delle Libertà: Misto-CdL; Misto-Lega per l’Autonomia lombarda: Misto-LAL; Misto-Libertà e giustizia per l’Ulivo: Misto-LGU; Misto-MSI-Fiamma Tricolore: Misto-MSI-Fiamma; Misto-Nuovo PSI: Misto-NPSI; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-PRI; Misto-Rifondazione Comunista: Misto-RC; Misto-Socialisti democratici Italiani-SDI: Misto-SDI; Misto Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.

I lavori hanno inizio alle ore 15,15.

PROCEDURE INFORMATIVE

Documento conclusivo

(Seguito dell’esame e rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito dell’esame dello schema del documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul sistema di reperimento delle risorse pubblicitarie dei mezzi di comunicazione di massa, sospeso nella seduta del 20 ottobre 2004 e rinviato nella seduta del 3 novembre 2004.

Do la parola al relatore, senatore Pessina, per illustrare le modifiche che intende apportare al documento conclusivo.

PESSINA, relatore. La proposta che sottopongo alla vostra attenzione per quanto riguarda il documento conclusivo tiene soprattutto conto di talune osservazioni avanzate dai rappresentanti dell’opposizione, i quali all’inizio della discussione hanno ritenuto non sufficientemente equilibrato lo schema di documento da me proposto. È stato sostenuto che non trattava in maniera opportuna le asimmetrie presenti nel mercato del reperimento delle risorse pubblicitarie in favore delle emittenti televisive, nel settore dei mezzi di comunicazione di massa.

Ho quindi cercato di recepire tutti i suggerimenti pervenuti dagli esponenti dell’opposizione nel documento sottoposto alla vostra attenzione. Ovviamente non mi è stato possibile recepire alcune osservazioni in un certo senso estremizzate e di eccessiva critica nei confronti del settore televisivo, anche perché non le ritenevo corrette. Oggi, però, può essere sottoposto a discussione quanto è stato inserito ad integrazione del precedente schema di documento. Sono, quindi, disponibile a rispondere o comunque a giustificare qualsiasi argomentazione venisse apportata o presentata a commento del documento sottoposto alla vostra attenzione.
Nella parte finale del documento si propongono alcuni suggerimenti che potrebbero essere presi come spunto per eventuali iniziative a favore soprattutto del mondo della carta stampata. Tali suggerimenti sono stati sottoposti, in maniera non ufficiale e in termini non così precisi, anche all’attenzione della Federazione degli editori che ha condiviso comunque gli indirizzi contenuti nel documento stesso.
Tra i vari suggerimenti ricordo quello relativo all’applicazione di accorgimenti in relazione al Fondo complementare di previdenza «Fiorenzo Casella» per i lavoratori dei quotidiani e delle agenzie di stampa. Si suggerisce di sviluppare nel periodo che va dal 2004 al 2011 (quindi in un medio-lungo periodo) alcuni interventi che vengono proposti come alternativa: si tratterebbe di intervenire sulle ritenute IRPEF, addizionali regionali e comunali; o su una riduzione di otto punti della aliquota contributiva INPS; o con la costituzione di un fondo di dotazione presso la Presidenza del Consiglio. Inoltre, si esplicita il costo che ogni singolo provvedimento comporterebbe al bilancio dello Stato: si tratta di una cifra assolutamente affrontabile di circa 22 milioni di euro all’anno per il periodo che ho poc’anzi menzionato.
In conclusione, la Commissione ritiene che l’adozione di tutte o quasi le misure suggerite (in realtà sono quattro e sono precisate in maniera piuttosto chiara) potrebbe rappresentare un valido contributo per compensare almeno in parte i disequilibri emersi nel corso dell’indagine conoscitiva in relazione alle asimmetrie riscontrate nel sistema di reperimento delle risorse pubblicitarie dei mezzi di comunicazione di massa. Questo era il nostro obiettivo.
Con questa ultima considerazione concludo la presentazione del documento e rimango a disposizione della Commissione per ascoltare qualsiasi osservazione venga fatta in merito.

ZANDA (Mar-DL-U). Vorrei avere dal relatore Pessina chiarimenti su alcune parti del documento. Le rivolgo questa domanda perché non ne capisco il senso.

A pagina 7 del documento leggo una nuova frase che prevede come prima misura a favore della stampa «l’introduzione legislativa di vincoli asimmetrici nella distribuzione delle risorse pubblicitarie capaci di predisporre gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata». Vorrei sapere che cosa esattamente significhi questa frase. Le chiedo quale misura concreta intende prevedere. La vera novità dovrebbe essere questa, ma non capisco di che cosa stiamo parlando.

PESSINA, relatore. La frase che ha citato nasce da un appunto presentato dal senatore Falomi. Adesso purtroppo è passato diverso tempo dal momento in cui il documento integrativo è stato presentato alla mia attenzione, per cui non ricordo bene a che cosa essa si riferisce.

Sarebbe stata opportuna la presenza del senatore Falomi per poter fare chiarezza su questa parte del testo che è stata riportata esattamente da un suo appunto ed inserita nel contesto della vecchia relazione.
In ogni caso, credo si riferisca al potenziamento della pubblicità dello Stato e degli enti pubblici.

ZANDA (Mar-DL-U). Senatore Pessina, la pubblicità dello Stato e degli Enti pubblici è indicata nel documento al periodo successivo a quello in questione. Se ragiono su quella frase, forse più comprensibile nel contesto in cui era collocata, ossia nel testo del senatore Falomi, penso che il riferimento sia ai tetti pubblicitari che colpiscono in qualche modo la pubblicità televisiva. L’unico vincolo asimmetrico che il nostro ordinamento prevede è quello dei tetti di pubblicità televisiva. Evidentemente questa previsione implica una revisione di detti tetti.

Se così fosse, suggerirei una maggiore chiarezza al fine di una totale condivisione e approvazione.

PESSINA, relatore. L’argomento dell’affollamento pubblicitario è stato recepito a pagina 3 del documento. Il concetto è espresso in maniera fin troppo chiara e si evince che l’offerta molto vasta, non condizionata dai limiti di affollamento, ha una conseguenza rappresentata dalla possibilità di presentare prezzi talmente favorevoli da mettere fuori mercato ogni potenziale concorrente. È questo il concetto che ribadisce la necessità che venga salvaguardato il tetto dell’affollamento pubblicitario.

In ogni caso, mi impegno a chiarire ulteriormente la questione dei limiti relativi agli affollamenti pubblicitari, al fine di procedere alla definitiva approvazione del documento conclusivo.

PRESIDENTE. Rinvio il seguito dell’esame del documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul sistema di reperimento delle risorse pubblicitarie dei mezzi di comunicazione di massa ad altra seduta.
I lavori terminano alle ore 15,30.
Licenziato per la stampa dall’Ufficio dei Resoconti

Allegato
PROPOSTA DI DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL’INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DI REPERIMENTO DELLE RISORSE PUBBLICITARIE DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA
Le risorse pubblicitarie rappresentano per i mezzi di comunicazione di massa una parte essenziale del sostentamento delle aziende editoriali, anche per quelle che non vivono soltanto della pubblicità. Il tema del loro reperimento e della ripartizione tra questi differenti mezzi ha dunque implicazioni dirette sul pluralismo dell’informazione sia essa di natura giornalistica o televisiva.
Inoltre, il mondo della televisione e quello della carta stampata, pur intervenendo con metodologie profondamente differenti nel contatto con i fruitori delle notizie, insistono tuttavia sullo stesso mercato pubblicitario che gli investitori in pubblicità decidono di ripartire secondo strategie di comunicazioni funzionali alle diverse attività delle aziende.
Le molteplici implicazioni relative ad un argomento, solo in parte di natura economica, sono venute all’attenzione della Commissione con l’esame della legge sul riordino del sistema radiotelevisivo che ha imposto necessità di approfondire il tema per valutare gli effetti della riforma anche sotto questo profilo. Il 29 gennaio 2004 è stato pertanto deliberato lo svolgimento di una indagine conoscitiva al fine di acquisire il punto di vista di tutti gli operatori che dal mercato pubblicitario ricavano in parte o interamente il sostentamento per le loro aziende di comunicazione o che in pubblicità investono per il conseguimento dei loro obbiettivi aziendali. Sono state quindi effettuate una serie di audizioni che hanno coinvolto gli editori della carta stampata e gli operatori del settore della distribuzione, gli editori televisivi, i giornalisti, i concessionari di pubblicità e gli utenti della pubblicità.
Le audizioni di tutti questi soggetti hanno fornito un quadro piuttosto chiaro del problema. I differenti punti di vista hanno infatti evidenziato alcune questioni cardinali.
I dati forniti dalla pluralità dei soggetti auditi, anche se estrapolati da fonti differenti, sono univoci nel porre in evidenza che nella distribuzione delle risorse pubblicitarie tra i differenti mezzi di comunicazione il mezzo televisivo complessivamente considerato raccoglie circa il 54 percento delle risorse a fronte di un 37 percento a favore della carta stampata e percentuali molto inferiori per gli altri mezzi. Questo dato di partenza, su cui tutti i soggetti auditi si sono confrontati, ha dato luogo ad una serie di differenti considerazioni.
Va anzitutto chiarito che l’ordinamento giuridico italiano si differenzia da altri ordinamenti europei, sotto questo profilo, per la mancanza di forme di asimmetria volte a proteggere gli investimenti pubblicitari nella carta stampata rispetto a quelli veicolati attraverso il mezzo televisivo (a questo riguardo è da specificare che un rapporto così scarsamente equilibrato esiste solo in Italia ed in pochi altri paesi, a fronte di un vantaggio o di una sostanziale parità della stampa rispetto alla televisione non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti) . Ciò spiega che nel mercato pubblicitario italiano l’allocazione delle risorse si rivolge di preferenza al canale giudicato più efficacie nel raggiungimento dei targets adeguati alla vendita dei prodotti pubblicizzati, ovvero a quello televisivo; il che rende evidente come il reale problema della carta stampata sia da individuarsi nel drenaggio di risorse pubblicitarie operato dalla concorrenza delle emittenti televisive nazionali che, grazie ad una offerta molto vasta ed a limiti di affollamento pubblicitario non rispettati, possono praticare condizioni di prezzo talmente favorevoli da mettere fuori mercato ogni potenziale concorrente a partire dal settore della stampa.
Fatto 100 l’indice del costo contatto medio per mille adulti rilevato per la televisione italiana, lo stesso indice sale a 147,5 in Francia, 183,7 in Gran Bretagna, 121,2 in Germania, 216,9 negli USA, 246,4 in Giappone (dati 2002 del WARC-World Advertising Research Center). Gli effetti negativi della mancanza di forme di asimmetria capaci di consentire un diverso equilibrio tra televisione e carta stampata nella distribuzione delle risorse, si sono ulteriormente manifestati con la legge n. 112/2004. Dalle audizioni è emerso inoltre che lo squilibrio nella raccolta pubblicitaria tra editoria e televisione potrebbe essere attenuata se i limiti che l’ordinamento pone alla raccolta pubblicitaria televisiva fossero resi sostanzialmente effettivi. È stato segnalato, infatti, da più parti che la situazione attuale delle sanzioni le ha rese del tutto virtuali ed inefficaci a contrastare il fenomeno degli sfondamenti dei tetti imposti alla raccolta pubblicitaria dalla normativa. Un adeguato intervento potrebbe riguardare quindi il sistema sanzionatorio degli abusi d’affollamento e del superamento dei limiti complessivi di acquisizione di quote del mercato pubblicitario, in quanto il sistema sanzionatorio attuale, sia per com’è stato congegnato, sia per com’è stato gestito dall’Autorità garante, avvalora negli operatori del settore la convinzione che le norme possano essere impunemente violate. Le sanzioni previste, infatti, dalla legge attuale risultano essere praticamente inefficaci. Esse consentono alle emittenti di rastrellare pubblicità oltre i limiti prefissati, senza subire multe, sospensioni o revoche di concessioni. Ciò in sostanza perché l’Autorità garante, accertata la violazione, e contestato l’addebito, non può procedere ad irrogare la sanzione ma può solo diffidare gli interessati a cessare dal comportamento illegittimo. Questi passaggi burocratici e puramente formali che limitano l’effetto sanzionatorio della Autorità, dovrebbero essere eliminati.
Sempre in merito all’argomento televisivo significativa è stata l’audizione dell’associazione degli utenti della pubblicità che ha sottolineato una preferenza degli investitori pubblicitari ad allocare risorse nel settore televisivo in quanto capace di raggiungere in maniera più capillare una altissimo numero potenziale di consumatori, mentre le inefficienze nel settore della carta stampata, la sua eccessiva parcellizzazione ed il modesto e statico numero dei lettori di quotidiani e periodici che caratterizza l’Italia rispetto ad altri paesi europei sarebbe la ragione fondamentale che scoraggia le imprese ad effettuare investimenti significativi in questo settore. È stato inoltre sottolineato il cospicuo allargamento del mercato pubblicitario, a partire dall’inizio degli anni ottanta, dovuto proprio alla nascita delle televisioni commerciali, di cui avrebbe goduto «per trascinamento» anche il settore della carta stampata. È stato inoltre fatto presente che il costo dell’investimento pubblicitario televisivo si è abbassato in modo tale da permettere anche ad imprese di medie dimensioni l’accesso a questo mezzo in una misura non prevedibile nel passato. Si è infine messo in evidenza il fatto che minori investimenti in pubblicità televisiva non si traducono necessariamente in pubblicità a favore del settore della carta stampata. L’associazione degli utenti ha peraltro evidenziato che gli investitori non hanno in genere alcuna remora ad investire in pubblicità sulla stampa quando questa si riveli efficace allo scopo.
Le stesse posizioni sono emerse anche dalle audizione degli editori televisivi i quali hanno sottolineato a loro volta come l’allargamento del mercato pubblicitario sia stato benefico per tutti i settori editoriali sia della televisione che della stampa ma come non risulti in alcun modo provato che un eventuale tetto pubblicitario imposto alle televisioni nel loro complesso comporterebbe un meccanico trasferimento di risorse pubblicitarie agli altri mezzi di comunicazione di massa.
Inoltre, tanto gli utenti della pubblicità quanto gli editori televisivi hanno messo in luce le inefficienze del settore editoriale della carta stampata che sarebbero a loro avviso alla base di minori investimenti pubblicitari in questo settore. Gli editori televisivi hanno infine auspicato che alla carta stampata siano riservati maggiori investimenti per pubblicità di natura istituzionale e di servizio che al momento è poco sviluppata e che invece potrebbe rappresentare un settore di notevole importanza, come ampiamente dimostrato dalle numerose indagini effettuate sui mercati europei e mondiali.
Il settore editoriale della carta stampata nel suo complesso, in riferimento al dato della raccolta pubblicitaria ha invece evidenziato altri aspetti critici del settore. Innanzitutto i dati forniti dalla federazione degli editori della stampa ha messo in luce come il dato della lettura giornaliera dei quotidiani in Italia debba tener conto della diffusa abitudine del nostro paese ad una lettura «collettiva» del medesimo quotidiano. Infatti, in molti luoghi pubblici (bar, circoli ricreativi ecc.) sono messi a disposizione dei clienti giornali che vengono letti da molte persone in momenti differenti della giornata, mentre negli altri paesi il rapporto soprattutto con la stampa quotidiana ha natura più individuale. Sul piano tecnico, inoltre, si è giustamente evidenziato come il costo della pubblicità per un editore di giornali sia legato all’aumento della foliazione in caso di presenza della pubblicità mentre ciò non accade per la pubblicità televisiva, la quale di contro beneficia di un considerevole risparmio con la copertura dei costosi spazi televisivi mediante numerosi intervalli pubblicitari. Questo aspetto ridimensionerebbe i dati sulla scarsa lettura dei quotidiani in Italia e quindi anche la ragione dei minori investimenti pubblicitari sulla stampa. In ogni caso le associazioni degli editori della carta stampata non hanno avuto difficoltà ad ammettere che esistono margini di intervento che per esempio potrebbero migliorare la distribuzione attraverso un ammodernamento strutturale del sistema distributivo delle edicole e di un migliore funzionamento delle poste per gli abbonamenti.
A fronte dei dati acquisiti con l’indagine conoscitiva e tenuto conto dell’avvenuta approvazione della legge di riordino del sistema radiotelevisivo (legge 3 maggio 2004, n. 112), altre linee di intervento che la Commissione avrebbe individuato per agevolare in tempi ragionevoli il settore della stampa sono: l’introduzione legislativa di vincoli asimmetrici nella distribuzione delle risorse pubblicitarie capaci di predisporre gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata, il potenziamento della pubblicità dello Stato e degli enti pubblici e la sua più puntuale regolamentazione, il miglioramento delle strutture della rivendita e un intervento per il sostegno finanziario al Fondo complementare di previdenza «Fiorenzo Casella» per i lavoratori dei quotidiani e delle agenzie di stampa.
Riguardo al potenziamento della pubblicità dello Stato e degli Enti pubblici è da ricordare che la legge sul riassetto del sistema radiotelevisivo introduce già miglioramenti in tale settore. È necessario, però, approfondire tale tema sia per far sì che gli obblighi di destinazione alla stampa di tale tipo di pubblicità siano effettivamente rispettati, garantendo che le spese relative abbiano effettiva copertura da parte dello Stato, sia per incrementare le risorse destinate a tale tipo di pubblicità perseguendo così obiettivi di trasparenza e di maggiore coinvolgimento della opinione pubblica nei processi di innovazione legislativa attuati dal Parlamento.
In relazione poi alla rete delle rivendite dei quotidiani e periodici essa assolve ad un ruolo fondamentale anche in relazione alla scarsa diffusione degli abbonamenti e all’impostazione assunta dalle iniziative di vendita di prodotti collegati ai giornali assunte dagli editori anche per contrastare la crisi pubblicitaria. il potenziamento della rete di vendita è praticamente l’unico strumento sul quale si può puntare per ampliare la diffusione della stampa quotidiana e periodica in Italia. I principali problemi delle rivendite sono: l’arretratezza e l’insufficienza dei manufatti; la mancata integrazione della rete delle edicole in una rete informatica che consenta il controllo in tempo reale dell’andamento delle vendite. I soggetti da coinvolgere per un programma di intervento in questo settore sono: lo stato, le regioni, i comuni, gli editori, i distributori, gli edicolanti. I contenuti del progetto dovrebbero essere i seguenti: l’elaborazione di un piano nazionale di ammodernamento della rete di vendita con la partecipazione delle regioni e dei comuni; investimenti di ammodernamento delle strutture fisiche delle rivendite (allargamento e razionalizzazione); informatizzazione della rete di vendita attraverso un progetto che agevoli l’introduzione dei personal computer, delle penne ottiche e degli altri componenti hardware; la formazione dei rivenditori, l’assistenza, l’installazione di server presso i distributori. Un sistema così congegnato è finalizzato alla creazione di rilevazioni in tempo reale delle copie vendute che dia un feedback all’editore distributore locale su cosa stia avvenendo nel mercato. Gli obiettivi del progetto sono, da un lato, la riduzione del numero delle copie invendute (attualmente pari al quaranta percento del totale delle copie immesse nel sistema) e, dall’altro, l’eliminazione del fenomeno «dell’esaurito» che determina, ovviamente, una riduzione della diffusione globale. Il costo dell’informatizzazione per circa cinquemila edicole su circa cinquanta distributori locali è stimabile in circa e 6.500.000 l’anno per tre anni.
Per quanto riguarda infine l’intervento per un sostegno finanziario al Fondo complementare di previdenza «Fiorenzo Casella» per i lavoratori dei quotidiani e delle agenzie di stampa è necessario far presente che tale Fondo ha svolto una funzione fondamentale nell’offrire un efficace ammortizzatore sociale che ha assecondato il processo di profonda trasformazione tecnologica che ha investito l’industria editoriale nel suo complesso. Proprio la dimensione del fenomeno ha, però, determinato uno squilibrio nella gestione del Fondo. La creazione di 8.500 lavoratori prepensionati tra il 1982 ed il 2003 ha portato rapporto di uno a due quello tra lavoratori attivi e pensionati. Dal 1995 al 2004 il contributo è stato costantemente aumentato raggiungendo l’attuale livello del diciotto e mezzo percento. I calcoli attuariali indicano che tra il 2005 ed il 2011 tale aliquota dovrà essere aumentata di un punto ogni anno. Sostanzialmente si arriverà ad un onere per la previdenza integrativa pari al venticinque percento del costo diretto del lavoro poligrafico. Tale prospettiva è difficilmente compatibile con il livello di redditività delle imprese produttrici di giornali quotidiani. Occorre peraltro considerare che il Fondo Casella, nell’ambito dei fondi complementari privati, gode di un particolare status in quanto l’accordo sindacale istitutivo del 1958 è stato esteso erga omnes nel 1962 assumendo valore cogente di legge a tutti gli effetti, con la conseguente obbligatorietà per le aziende ed i lavoratori al di là del normale rapporto contrattuale. Tale situazione ha giustificato nel tempo l’intervento diretto od indiretto del Parlamento e del Governo a favore del Fondo con i seguenti provvedimenti legislativi ed amministrativi. Si tratterebbe di proseguire in questa direzione con ulteriori provvedimenti da sviluppare nel periodo 2004-2011 intervenendo alternativamente: sulle ritenute IRPEF, addizionali regionali e comunali o su una riduzione di 8 punti dell’aliquota contributiva INPS, con la costituzione di un Fondo di dotazione presso la Presidenza del Consiglio, per un costo di ogni singolo provvedimento di circa 22 milioni di euro all’anno per il periodo 2004-211.
La Commissione ritiene che l’adozione di tutte o parte delle misure suggerite potrebbe rappresentare un valido contributo per compensare almeno in parte i disequilibri emersi nel corso dell’indagine conoscitiva relativamente alle asimmetrie riscontrate nel sistema di reperimento delle risorse pubblicitarie dei mezzi di comunicazione di massa.
(Pessina Estensore)