DIFESA (4a)
MERCOLEDI' 30 GENNAIO 2002
25a Seduta

Presidenza del Presidente
CONTESTABILE


Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Bosi.

La seduta inizia alle ore 15,10.

SULLE MISSIONI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE rende noto che la prevista visita allo Stato maggiore dell'Aeronautica, che si sarebbe dovuta effettuare nella giornata di ieri, non ha potuto avere luogo a seguito della chiusura per nebbia degli aeroporti di Linate e di Fiumicino. Ciò ha di fatto impedito il tempestivo rientro a Roma di diversi senatori. Propone quindi la giornata del 26 febbraio come nuova data per l'effettuazione della missione.

Conviene la Commissione.

Il PRESIDENTE rende altresì noto che è maturata l'intenzione di effettuare fra due settimane una visita congiunta in Afghanistan da parte delle Commissioni esteri e difesa del Senato con le omologhe Commissioni della Camera dei deputati.

Il senatore NIEDDU interviene sottolineando l'opportunità di stabilire criteri precisi per assicurare una giusta proporzione tra i Gruppi parlamentari all'interno della delegazione. Alle osservazioni del senatore Nieddu si associa il senatore BEDIN.

Il PRESIDENTE ricorda di aver già provveduto ad esercitare sul dicastero i necessari solleciti al fine di garantire, attraverso un vettore adatto, la più ampia possibile partecipazione di senatori.

SULL'ARRUOLAMENTO DEGLI IMMIGRATI NELLE FORZE ARMATE

Il senatore PERUZZOTTI fa presente che da notizie giornalistiche sembra emergere l'intenzione di istituire nell'ambito delle Forze armate italiane un corpo militare composto da persone non in possesso della cittadinanza italiana. A tal proposito reputa opportuno, qualora tali notizie risultassero veritiere, che il Parlamento possa preventivamente acquisire i necessari elementi conoscitivi per conoscere le modalità della prospettata innovazione.

Il PRESIDENTE ricorda che a tale proposito è stato presentato dal senatore Meleleo il disegno di legge n. 907, concernente appunto l'arruolamento degli immigrati nelle Forze armate.

Il sottosegretario BOSI, rammentando una passata intervista che egli concesse in ordine allo stesso argomento ad un quotidiano della capitale, fa presente come nelle realtà storica e culturale italiana non emergano allo stato i presupposti per tale innovazione.

Il senatore FIRRARELLO si associa ai rilievi mossi dal rappresentante del Governo.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

La relatrice STANISCI osserva che il ministero dell'Economia non ha ancora fatto pervenire la relazione tecnica sul disegno di legge n. 495 recante "Proroga delle facoltà previste dall'articolo 32, comma 5 e dall'articolo 43, comma 5 della legge 19 maggio 1986, n. 224", rendendo impossibile l'emissione da parte della Commissione Bilancio del prescritto parere. Chiede pertanto al rappresentante del Governo se vi siano elementi che possano far supporre un atteggiamento contrario da parte dell'esecutivo nei confronti del provvedimento.

Il senatore GRECO interviene per sollecitare l'emissione del parere.

Il PRESIDENTE chiede al rappresentante del Governo se vi sia una formale opposizione al provvedimento da parte dell'esecutivo.

La relatrice STANISCI interviene nuovamente, per ricordare che, nella seduta del 12 dicembre scorso il rappresentante del Governo aveva confermato l'avviso favorevole del ministero della Difesa in ordine allo spirito sotteso al provvedimento. Chiede quindi di sapere se tale avviso sia confermato e se vi è il modo di superare eventuali pareri negativi da parte del ministero dell'Economia, tenendo anche conto che il provvedimento non comporta, a suo avviso, oneri finanziari particolarmente gravosi.

Il sottosegretario BOSI ribadisce l'avviso favorevole del dicastero in ordine al disegno di legge in titolo e prende l'impegno ad esprimere i dovuti solleciti presso il ministero dell'Economia al fine di avere una risposta di natura definitiva in ordine alla presenza o meno di avvisi contrari al provvedimento.

Il senatore GUBERT ribadisce le proprie perplessità, già espresse nella seduta del 21 novembre, in ordine all'anticipo del prepensionamento per i dipendenti delle Forze armate.

Il senatore NIEDDU domanda se l'eventuale atteggiamento contrario da parte dell'Esecutivo riguardi solo gli emendamenti presentati ovvero investa l'intero provvedimento.

Il PRESIDENTE interviene precisando che non sussiste, da parte dell'Esecutivo, un atteggiamento contrario in via definitiva al disegno di legge n. 495.

La relatrice STANISCI prospetta l'opportunità di una riapertura del termine per la presentazione di emendamenti.

Il PRESIDENTE fornisce assicurazioni in tal senso.


AFFARE ASSEGNATO

Affare relativo all'allegato II (recante dichiarazione sulla operatività della politica europea comune di sicurezza e di difesa) alle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Laeken del 14 e 15 dicembre 2001
(Esame e rinvio)

Riferisce il relatore BEDIN ricordando che la "Dichiarazione relativa all'operatività della politica europea comune di sicurezza e di difesa" afferma essere l'Unione europea capace di condurre operazioni di gestione della crisi. Infatti, sono state istituite strutture e procedure di gestione delle crisi che consentono di analizzare e condurre operazioni militari di gestione delle crisi in territori dove la NATO non sia impegnata.
La conduzione di operazioni progressivamente sempre più complesse dipende pertanto dallo sviluppo dei mezzi e delle capacità, la cui valutazione sarà decisiva ai fini della decisione su quali capacità impiegare. Pare profilarsi così un approccio pragmatico e improntato a valutazioni "caso per caso", al di fuori della definizione di una sorta di concetto strategico dell'unione europea. La Dichiarazione ribadisce che la Forza di Reazione rapida non implica la creazione di un esercito europeo, trattandosi di contributi volontari determinati con decisioni nazionali. Non solo gli Stati membri dell'Unione sono interessati al processo di costituzione della Forza di reazione, è stata infatti proseguita l'attuazione di accordi con gli Stati europei membri della NATO non appartenenti all'Unione europea nonché con Canada, Russia, Ucraina. L'operatività della gestione delle crisi è condizionata dallo sviluppo equilibrato e coordinato delle capacità. Tale sviluppo deve tener conto del processo di pianificazione e di riesame del Partenariato per la Pace (PfP).
La dichiarazione sollecita altresì la ricerca da parte dei ministri competenti di forme nuove di cooperazione sì da sviluppare le capacità necessarie, con un uso ottimale delle risorse.
Si è quindi di fronte ad una svolta della Pesd, in quanto si dà il via politico alle decisioni operative prese il 19 novembre scorso dalla Conferenza sul miglioramento delle capacità, che si è svolta a Bruxelles. Si comincia soprattutto a dare attuazione ad una delle decisioni prese al Consiglio europeo di Nizza; decisioni non solo politiche, ma istituzionali, in quanto il consiglio di Nizza si è concluso con l'approvazione del nuovo Trattato dell'Unione.
Il relatore passa dunque ad elencare gli elementi significativi, ai fini della costituzione della forza di reazione rapida dell'Unione, emersi dal Consiglio Europeo di Nizza. Sono state infatti istituite le strutture permanenti preposte alla conduzione della Pesd, ovvero il Comitato politico e di sicurezza, che assicura il controllo politico e la direzione strategica delle operazioni militari, il Comitato militare, composto dai Capi di stato maggiore ed organo di consulenza tecnica verso il Comitato innanzi detto, oltre che di direzione dello Staff militare, lo Stato maggiore, struttura tecnico-militare responsabile verso il Comitato militare delle componenti operative e di pianificazione, altresì titolare di una funzione di tempestivo allarme.
Il Comitato politico e di sicurezza è ora richiamato dall'articolo 25 del trattato sull'Unione, così come modificato dal trattato di Nizza. Vi si prevede, altresì, che il Consiglio possa autorizzare questo Comitato ad assumere decisioni, in ordine al controllo politico ed alla direzione strategica delle operazioni.
Il trattato di Nizza mantiene per la PESD il voto all'unanimità in ordine alla deliberazione del Consiglio. Esclude inoltre possa instaurarsi una cooperazione rafforzata in ambiti che presentano implicazioni militari o nel settore della difesa; sopprime inoltre il riferimento alla UEO quale parte integrante dello sviluppo dell'Unione, nonché quale strumento dell'Unione per elaborare ed attuare decisioni ed azioni nel settore della difesa. In precedenza, il Consiglio ministeriale dell'UEO di Marsiglia del 13 novembre 2000 aveva sancito il trasferimento delle capacità di questa organizzazione alla Unione europea. Quanto all'Assemblea dell'UEO, essa ha raccomandato, nella riunione di Lisbona del 21 marzo 2000, ai governi degli Stati aderenti la sua trasformazione in "Assemblea europea della sicurezza e della difesa". Attualmente opera con questa denominazione, con l'aggiunta ad interim.
Dopo Nizza, l'impianto organizzativo che presiede a una capacità autonoma europea di intervento militare in "ambito Petersberg" può dirsi quindi compiuto.
La dichiarazione ribadisce che i contributi volontari degli Stati membri prefigurano l'esistenza di un insieme di mezzi composto da una potenzialità di oltre 100.000 uomini, 400 aerei da guerra e 100 navi. Essi potrebbero soddisfare bisogni quantitativi definiti dall'obiettivo globale per attuare vari tipi di operazioni di gestione delle crisi. Gli Stati membri hanno fornito inoltre contributi aggiuntivi che permettono di rimediare totalmente o parzialmente a varie carenze. In campo terrestre, questo riguarda le unità lancia missili multiple, di trasmissioni, di guerra elettronica, di fanteria meccanizzata e di genio. Per i mezzi marittimi, vi sono stati progressi in campo aeronavale. In campo aereo, i contributi aggiuntivi riguardano la ricerca e il salvataggio in guerra e armi di precisione. Sforzi ulteriori devono farsi per la protezione delle forze, per la capacità di pegno e per la logistica. Il grado di disponibilità degli elementi di terra, la mobilità operativa e la flessibilità delle forze devono migliorare. Lo stesso vale per i mezzi aeronavali e per l'evacuazione sanitaria marittima. Per le capacità strategiche i mezzi di comando paiono sufficienti quantitativamente; quelli di comunicazione e di informazione sono stati rafforzati con altri contributi ma carenze permangono, al pari che per la protezione e la mobilità strategica delle forze.
La dichiarazione rileva che le possibilità di informazione, acquisizione di obiettivi, sorveglianza e riconoscimento sono limitate. Per la mobilità strategica, le carenze maggiori riguardano gli aerei con grandi capacità di trasporto e le navi da trasporto.
Per rimediare alle carenze il piano d'azione prevede tre tipi di soluzioni: in primo luogo messa a disposizione di flotte e capacità nazionali ulteriori; in secondo luogo miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza delle capacità già disponibili; infine soluzioni multinazionali che possano includere la coproduzione, il finanziamento e l'acquisizione di capacità e eventualmente la gestione e l'uso comune di strutture acquisite in tal modo.
L'analisi e la valutazione qualitativa e quantitativa dell'insieme delle carenze continuerà sotto la direzione del Comitato militare. Per una maggiore efficacia e flessibilità e per responsabilizzare di più gli Stati membri il Piano d'azione prevede poi di riunire per tipo di capacità gruppi di esperti onde analizzare le carenze e individuare soluzioni. In base al parere del Comitato militare, il Comitato politico e di sicurezza farà rapporto al Consiglio.
La dichiarazione di Laeken quindi apre effettivamente degli scenari sui quali occorre avere costantemente informazioni.
L'inizio della discussione è rinviato alla prossima seduta.

La seduta termina alle ore 16,10.