LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8ª)

MERCOLEDÌ 24 NOVEMBRE 2004
398ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
GRILLO
Interviene il sottosegretario di Stato per le comunicazioni Baldini.


La seduta inizia alle ore 9,15.


IN SEDE CONSULTIVA

(3224 e 3224-bis) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2005 e bilancio pluriennale per il triennio 2005-2007 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati
- (Tabb. 10 e 10-bis) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2005
- (Tabb. 11 e 11-bis) Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2005
(3223) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005), approvato dalla Camera dei deputati
(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Seguito dell'esame delle Tabelle 11 e 11-bis e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio)

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta di ieri.

Il presidente GRILLO dichiara aperta la discussione generale sullo stato di previsione del Ministero delle comunicazioni contenuto nelle tabelle 11 e 11-bis del bilancio pluriennale per il triennio 2005-2007 e sulle parti connesse della legge finanziaria per l'anno 2005.

Il senatore CHIRILLI (FI) interviene sottolineando che l'azione del Governo, derivante dalla manovra di bilancio, risulta in linea con gli impegni assunti per la più ampia diffusione della tecnologia digitale terrestre e dell'accesso ad Internet tramite la banda larga. Fa presente poi la necessità di intervenire sull'articolo 17, comma 8, relativo alla situazione del personale a tempo determinato della società Poste Italiane S.p.a. attraverso la migliore pianificazione dell'esigenze di risorse umane e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro dei cosiddetti precari.

Il senatore MONTINO (DS-U) chiede chiarimenti al Rappresentante del Governo circa l'effettiva diffusione sul territorio nazionale dei decoder e se il Ministero delle comunicazioni disponga di studi e ricerche al riguardo. Osserva che il ritardo nella diffusione della tecnologia digitale terrestre potrebbe mettere in discussione l'attuazione della legge n. 112 del 2004. Rileva poi l'inadempienza del Governo in merito alla localizzazione degli impianti di trasmissione televisiva in siti alternativi al fine di ridurre l'inquinamento elettromagnetico. Chiede infine se l'incentivo per l'accesso ad Internet a banda larga, previsto dal comma 8 dell'articolo 31 del disegno di legge finanziaria per l'anno 2005, sia concesso indipendentemente dal tipo di supporto - doppino telefonico o fibra ottica - utilizzato per la connessione al cosiddetto ultimo miglio.

Il senatore ZANDA (Mar-DL-U) ritiene possibile esprimere un giudizio sul disegno di legge finanziaria solo allorché sarà reso noto il contenuto dell'emendamento che il Governo si appresta a presentare e che modificherà sostanzialmente i saldi di bilancio. Nel merito dello stato di previsione del Ministero delle comunicazioni in esame ritiene poi che gli stanziamenti di cui ai commi 7 e 8 dell'articolo 31 per la diffusione del digitale terrestre e dell'accesso ad Internet a banda larga, il cui importo è esiguo rispetto alla complessità dell'obiettivo, avrebbero potuto essere più proficuamente impiegati se utilizzati in misure di sostegno al settore della carta stampata, la cui crisi è ben nota.

Il senatore Paolo BRUTTI (DS-U) giudica insufficiente l'intervento finanziario per la diffusione dei decoder stanziato dal Governo nella finanziaria per il 2005. Ritiene infatti difficile, ai ritmi attuali e con un impegno finanziario debole, riuscire a coprire i ventiquattro milioni di famiglie italiane nei tempi previsti dalla legge Gasparri per il passaggio dalla tecnica di trasmissione analogica a quella digitale. Fa presente infine che il mancato ampliamento dell'offerta dei contenuti finirà per incidere inevitabilmente sull'effettività del pluralismo informativo promesso dalla predetta legge.

Il senatore MONTALBANO (DS-U) si associa al senatore Paolo Brutti nell'esprimere preoccupazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi di pluralismo informativo indicati dalla legge Gasparri e manifesta i propri dubbi sulla validità delle misure previste dal comma 7 dell'articolo 31.

Il senatore PEDRAZZINI (LP) rileva che l'articolo 38, comma 1, lettera a), punto 2, in materia di contrasto all'economia sommersa, prevede l'obbligo di comunicare taluni dati personali ai soggetti concessionari dei servizi telefonici, idrici e del gas. Giudica tale disposizione poco congrua rispetto alle finalità da perseguire nel caso di contratti di telefonia in considerazione della possibilità, nel caso di telefonia mobile, di stipulare tali contratti senza la dimostrazione di una residenza fissa.

Poiché non vi sono altri interventi, il presidente GRILLO invita il Relatore ed il Rappresentante del Governo alla replica.

Il senatore PESSINA (FI), relatore, ribadisce le finalità dell'ampliamento della platea dei beneficiari delle disposizioni di cui ai commi 7 e 8 dell'articolo 31, tese a conseguire una più rapida diffusione della tecnologia digitale terrestre e dell'accesso ad Internet a banda larga. Fa presente poi che, nonostante quanto affermato dai membri dell'opposizione, è già presente sul mercato della produzione una nuova offerta di programmi televisivi da trasmettere sui canali resi disponibili dal digitale terrestre.

Il rappresentante del Governo, sottosegretario BALDINI, ricorda che il termine previsto per il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale terrestre, il 31 gennaio 2006, è stato stabilito dal passato Governo di centrosinistra. Esprime pertanto perplessità sul fatto che a dubitare della fattibilità della conversione al digitale terrestre siano oggi coloro che, rappresentando la maggioranza parlamentare nella scorsa legislatura, fissarono quella data. Nel merito degli interventi previsti dai commi 7 e 8 dell'articolo 31 del disegno di legge finanziaria, fa presente che la riduzione dell'importo dei singoli contributi è stata decisa in considerazione della progressiva riduzione dei prezzi dei decoder e dei costi per l'accesso alla cosiddetta banda larga. Tra le altre iniziative portate avanti dal Ministero con la finanziaria per il 2005, segnala poi gli stanziamenti al fondo per il numero telefonico di assistenza all'infanzia "114" ed al fondo per le televisioni di ambito locale. Fa presente infine al senatore Montino che il Governo condivide la sua preoccupazione sulla necessità di localizzare gli impianti di trasmissione televisiva in modo da minimizzare l'inquinamento elettromagnetico.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


La seduta termina alle ore 10.
SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA


BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L’ANNO FINANZIARIO 2005 E BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2005-2007 E RELATIVA NOTA DI VARIAZIONI (nn. 3224 e 3224-bis) (Approvato dalla Camera dei deputati)

Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
per l’anno finanziario 2005
(Tabelle 10 e 10-bis)

Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni
per l’anno finanziario 2005
(Tabelle 11 e 11-bis)

DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2005) (n. 3223) (Approvato dalla Camera dei deputati)

IN SEDE CONSULTIVA

2º Resoconto stenografico

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 novembre 2004

(Antimeridiana)

Presidenza del presidente GRILLO

I N D I C E
(3224 e 3224-bis) Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2005 e bilancio pluriennale per il triennio 2005-2007 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati
(Tabelle 10 e 10-bis) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l’anno finanziario 2005
(Tabelle 11 e 11-bis) Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l’anno finanziario 2005
(3223) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005), approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)
Presidente
Pag. 3, 8, 11

Baldini, sottosegretario di Stato per le comunicazioni
9, 11

Brutti Paolo (DS-U)
6, 9

Chirilli (FI)
3

Montalbano (DS-U)
6, 8

Montino (DS-U)
4, 8, 9 e passim

Pedrazzini (LP), relatore sulle tabelle 10 e 10-bis e sulle parti ad esse relative del disegno di legge finanziaria
7

Pessina (FI), relatore sulle tabelle 11 e 11-bis e sulle parti ad esse relative del disegno di legge finanziaria
8, 9

Zanda (Mar-DL-U)
5, 7, 8
N.B.: Gli interventi contrassegnati con l’asterisco sono stati rivisti dall’oratore.

Sigle dei Gruppi parlamentari: Alleanza Nazionale: AN; Democratici di Sinistra-l’Ulivo: DS-U; Forza Italia: FI; Lega Padana: LP; Margherita-DL-l’Ulivo: Mar-DL-U; Per le Autonomie: Aut; Unione Democristiana e di Centro: UDC; Verdi-l’Ulivo: Verdi-U; Misto: Misto; Misto-Comunisti Italiani: Misto-Com; Misto-Lega per l’Autonomia lombarda: Misto-LAL; Misto-Libertà e giustizia per l’Ulivo: Misto-LGU; Misto-MSI-Fiamma Tricolore: Misto-MSI-Fiamma; Misto-Nuovo PSI: Misto-NPSI; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-PRI; Misto-Rifondazione Comunista: Misto-RC; Misto-Socialisti democratici Italiani-SDI: Misto-SDI; Misto Popolari-Udeur: Misto-Pop-Udeur.

I lavori hanno inizio alle ore 9,15.

(3224 e 3224-bis) Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2005 e bilancio pluriennale per il triennio 2005-2007 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati
(Tabelle 10 e 10-bis) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l’anno finanziario 2005
(Tabelle 11 e 11-bis) Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l’anno finanziario 2005
(3223) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005), approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca, per il rapporto alla 5ª Commissione permanente, il seguito dell’esame congiunto, per quanto di competenza, dei disegni di legge nn. 3224 e 3224-bis (tabelle 10, 10-bis, 11 e 11-bis) e 3223, già approvati dalla Camera dei deputati, sospeso nella seduta di ieri.

Dichiaro aperta la discussione sulle tabelle 11 e 11-bis e sulle parti ad esse relative del disegno di legge finanziaria.

CHIRILLI (FI). Signor Presidente, la manovra finanziaria di quest’anno, in linea con gli impegni assunti dal Governo, sta dedicando grande attenzione all’innovazione tecnologica, anche per permettere che la cosiddetta legge Gasparri espleti per intero la sua missione. In particolare, si continua a finanziare l’acquisto e il noleggio dei decoder e di apparecchiature per la più ampia diffusione della tecnologia digitale terrestre e dell’accesso ad Internet tramite la banda larga.

Il Governo ha fatto e sta facendo il possibile affinché la società Poste italiane S.p.A si rinnovi, sia in grado di offrire servizi di intermediazione bancaria e diventi una società all’altezza dei compiti che le sono stati assegnati. Dall’esame dei documenti finanziari noto che in merito, dal punto di vista logistico, con la ristrutturazione di locali, anche in periferia, si stanno facendo sforzi notevoli. Tuttavia, dal comma 8 dell’articolo 17 si evince che l’azienda continuerà a mantenere personale a tempo determinato. Ma è possibile che le Poste italiane continuino ad utilizzare personale a tempo determinato senza una pianificazione definitiva? E’ possibile che questo personale così indispensabile non venga immesso in ruolo? Lo chiedo perché nella distribuzione della posta vengono utilizzate proprio unità di personale precario, spesso provenienti dal meridione o dalle aree che più soffrono la disoccupazione, mantenute in zone diverse da quelle di loro residenza. Proporrò quindi un emendamento alla finanziaria affinché vengano agevolati i trasporti e i viaggi delle persone che vogliano ricongiungersi al loro nucleo familiare. Distanze considerevoli lo impediscono, per le note difficoltà di natura economica che comporta l’acquisto anche di un biglietto di treno. Bisogna aiutare le famiglie, i genitori, sia con la stabilizzazione del precariato nelle Poste italiane sia con tariffe agevolate per l’utilizzo dei mezzi di trasporto.

MONTINO (DS-U). Signor Presidente, chiedo intanto scusa al relatore per non aver potuto ascoltare il suo intervento di ieri. La lettura, anche se rapida, della documentazione e della scheda informativa del Ministero mi spinge a porre alcune domande e a fare una considerazione.

Nella manovra finanziaria al nostro esame si mantiene sostanzialmente lo stanziamento dell’anno precedente, ma lo si distribuisce diversamente a causa della diminuzione del prezzo dei decoder sul mercato, con relativa riduzione del contributo per il loro acquisto. Mi auguro che questa scelta sia legata a quanto avvenuto nel corso del 2004 ma vorrei alcuni chiarimenti. Quanti decoder sono stati venduti? E con quale distribuzione nelle diverse Regioni italiane? In relazione alla cosiddetta legge Gasparri, il Ministero ha fatto un’analisi del rapporto tra l’acquisto di decoder, la diffusione delle nuove tecniche digitali e le produzioni radio-televisive immesse sul circuito del digitale terrestre? In merito, si ha l’impressione che dopo la prima messa in campo di alcuni canali digitali da parte di RAI e Mediaset ora si sia tutto bloccato. Tra l’altro gli stessi programmi vengono irradiati sui diversi sistemi e si assiste a una ripetizione dei programmi che vanno in onda sul satellite, in analogico e sul digitale terrestre. Pertanto si ha l’impressione che le previsioni iniziali, ripetute durante la discussione della cosiddetta legge Gasparri, non abbiano in realtà raggiunto alcun tipo di risultato.
Nonostante ciò, in questa manovra voi fate una scelta completamente diversa proponendo addirittura di abbassare il contributo per l’acquisto dei decoder. Ritenete infatti di aver raggiunto l’obiettivo prefissato e un’analisi di mercato vi ha fatto rilevare che i decoder ormai costano pochissimo sul mercato nazionale. Voglio però ricordare che esistono decoder di diverso tipo: forse i decoder standard, quelli che si acquistano al supermercato o nei negozi di casalinghi, possono anche avere un costo contenuto ma non so quale sia la loro consistenza tecnologica; sicuramente però i decoder di marca hanno ancora costi elevati. Se veramente è stata effettuata un’indagine in merito vorrei che i risultati fossero messi a nostra disposizione; in questo modo potremo comprendere la fondatezza delle affermazioni che qui vengono fatte.
La seconda questione riguarda la localizzazione degli impianti di trasmissione televisiva e il loro decentramento al fine di ridurre l’inquinamento elettromagnetico. Sotto questo profilo si registra una forte inadempienza: da molto tempo si sarebbe dovuto procedere all’individuazione di modalità completamente diverse e alla costruzione su siti alternativi per realizzare impianti meno inquinanti. Ricordo a tutti che le diverse realtà italiane si sono consolidate caoticamente, spesso anche in modo abusivo. Esisteva un piano di ridefinizione degli impianti di trasmissione televisiva ma di questo ma non vedo traccia nella manovra finanziaria. Compiere una seria operazione di pulizia ambientale di questo sistema di apparati è elemento di grande priorità: è quindi necessario un sostegno da parte dello Stato soprattutto per le emittenti locali, cioè per quel sistema di informazione più povero, che dispone di scarse risorse per ridefinire il sistema dei piani insieme con le Regioni interessate. Non vedo traccia di questo nella manovra finanziaria; pertanto deduco che il Governo intende lasciare invariata questa realtà e questo mi sembra molto grave.
La terza questione riguarda l’incentivo per l’accesso ad Internet a banda larga previsto dall’articolo 31 del disegno di legge finanziaria. L’accesso ad Internet a banda larga avviene in due modi: attraverso il sistema dell’ADSL, per la connessione al cosiddetto ultimo miglio come supporto può essere utilizzato il doppino telefonico o la fibra ottica. Però in nessun punto del disegno di legge finanziaria, neanche in questa relazione minimale del Ministro delle comunicazioni, si precisa se il contributo sia concesso per l’accesso ad Internet con il sistema misto – fibra ottica con il doppino finale – oppure sia concesso esclusivamente a quegli utenti che si connettono direttamente con la fibra ottica. Ritengo che questa distinzione sia estremamente rilevante perché i due sistemi sono ben diversi e hanno qualità e capacità trasmissiva completamente diverse.

ZANDA (Mar-DL-U). Mi riservo un giudizio definito sul disegno di legge finanziaria solo quando sarà reso noto il contenuto dell’emendamento che il Governo si appresta a presentare e che modificherà sostanzialmente i saldi di bilancio. Sembra che questo avverrà la prossima settimana e solo allora la manovra finanziaria avrà avuto il suo assetto finale. Ritengo infatti che molte delle disposizioni di cui discutiamo oggi saranno modificate o comunque è possibile che lo siano e quindi penso che sia meglio affrontare la questione quando potremo disporre di dati certi.

Oggi voglio solo sottolineare che una manovra finanziaria si giudica non solo da un’analisi dei valori quantitativi dei finanziamenti che vengono appostati sui diversi obiettivi ma anche dalla qualità complessiva del disegno, dalle scelte che vengono compiute e dagli intenti politici che essa esprime. Adesso intendo quindi solo precisare che condivido totalmente l’analisi del senatore Montino in ordine alle questioni legate alla diffusione del digitale terrestre e all’accesso ad Internet a banda larga, a favore delle quali è stato previsto uno stanziamento di importo esiguo rispetto alla complessità dell’obiettivo.
Ricordo che tutti noi, nel corso di numerose audizioni, abbiamo constatato l’evidente crisi del settore della carta stampata (colgo l’occasione per auspicare che il documento conclusivo dell’indagine sui problemi della stampa proposto dal senatore Pessina possa essere esaminato al più presto). Ma voglio aggiungere che sarebbe stato più proficuo se il Governo avesse destinato quegli stanziamenti alle necessità del settore della carta stampata anziché all’acquisto e al noleggio di decoder (sottolineo anche al noleggio). Faccio questa osservazione perché il problema della qualità dell’impiego delle poche risorse disponibili è a mio avviso un elemento discriminante. Quando il Governo ci comunicherà dove intende reperire le risorse per il taglio delle tasse preannunciato dovremmo fare importanti valutazioni. Però fin da adesso, con i dati che abbiamo a disposizione, possiamo giudicare questa manovra finanziaria sulla base dell’impiego delle poche risorse disponibili. Ribadisco pertanto che questi 140 milioni avrebbero potuto essere più proficuamente impiegati se utilizzati in misure di sostegno al settore della carta stampata, piuttosto che all’acquisto e noleggio di decoder.

BRUTTI Paolo (DS-U). Signor Presidente, riprendendo gli argomenti dei colleghi Montino e Zanda e ricordando quel che ci ha detto il ministro Gasparri, ascoltato recentemente dalla nostra Commissione, anche io osservo che il numero di decoder da assoggettare a questo tipo di intervento è molto limitato e che quindi forse sarebbe stato meglio destinare il finanziamento ad altro scopo. Infatti, quand’anche lo si potesse utilizzare al meglio, entro la fine del 2005 si raggiungerebbe, come ci ha ricordato il Ministro, la cifra tre milioni di decoder; con questi numeri non si potrà nel 2006 giungere allo switching off, cioè alla cessazione delle trasmissioni analogiche. Per tale operazione, infatti, la copertura dovrebbe riguardare il 90 per cento delle famiglie (il restante dieci per cento, per motivi geografici, sarà coperto dal digitale satellitare gratuito), ossia un numero pari a circa 24 milioni di famiglie. Partendo dalla cifra di tre milioni, questo è un risultato praticamente impossibile.

Perché questo insuccesso? Certo, per le carenze di finanziamento, ma soprattutto perché le trasmissioni televisive in digitale sono una replica delle trasmissioni in chiaro, per cui l’utente non ha alcun vantaggio ad acquisire nuove tecnologie in termini di programmi diversificati, interattività e così via. Mi sembra che nella cosiddetta legge Gasparri si affermava che, per poter considerare effettivamente una diversificazione del sistema televisivo e quindi una amplificazione dell’offerta, bisognava che le reti digitali trasmettessero programmi che non fossero la replica, né in simultanea né in differita, dei programmi analogici. Mettendo insieme il dato dei pochi decoder venduti e il mancato ampliamento dell’offerta televisiva, non raggiungeremo né l’obiettivo dello switching off né quello della amplificazione della concorrenza e del pluralismo.
Per cui, sotto questo profilo, le osservazioni fatte dai due colleghi che mi hanno preceduto sono ancora più pregnanti: rischiamo infatti di finanziare una cosa che nella sostanza non esiste. E certo non è con questi limitatissimi finanziamenti che si potrà invertire la rotta. Sono dell’opinione che sarebbe una buona decisione destinare altrove questo modesto finanziamento, per esempio all’editoria.

MONTALBANO (DS-U). Signor Presidente, il provvedimento che viene proposto va in controtendenza rispetto agli obiettivi che nell’acceso dibattito sulla cosiddetta legge Gasparri ci si proponeva di perseguire. Il ragionamento di allora si fondava sulla diffusione del digitale terrestre come vera occasione strutturale per ampliare l’offerta e quindi avere un effettivo pluralismo nel campo della diffusione televisiva, con i conseguenti provvedimenti che riguardavano Rete 4 e l’assetto complessivo del sistema radiotelevisivo italiano.

In quella circostanza, il legislatore era certo di poter realizzare, per noi con modalità assai discutibili, la diffusione del digitale terrestre e la presenza nei negozi dei decoder. E le suggestive argomentazioni servivano a far passare in quella strettoia uno stato di fatto che ancora non esisteva, ossia un digitale terrestre con un blocco di diffusione al 1 gennaio 2004 del 50 per cento della popolazione e al primo gennaio 2005 del 70 per cento. Questo dato non è stato raggiunto e questi traguardi non sono contenuti in alcuna relazione.
Poco fa il senatore Montino diceva che un riferimento più preciso allo stato attuale di diffusione del digitale terrestre avrebbe dovuto essere inserito anche nella relazione che accompagna le misure finanziarie.
Non possiamo parlare di perseguimento o di raggiungimento dell’obiettivo che ci si proponeva, nel momento in cui la produzione delle trasmissioni in digitale terrestre non solo segna il passo, ma è lontana dal realizzare l’obiettivo minimo per far sì che già nel 2006 si possa parlare di sostituzione dell’analogico con il digitale terrestre.
La misura di diminuzione del contributo per l’acquisto di decoder, all’interno di uno stanziamento che rimarrà stabile, appare quindi posta su basi non chiare, certamente empiriche, dello stato di attuazione. Se ci sono ritardi, come noi presumiamo, si deve investire ulteriormente e seriamente, da parte della RAI e da parte del Parlamento, sul piano finanziario e sul piano dei programmi. Allora da 120 si dovrebbe passare a 150-170-200 e non scendere a 70 euro per il contributo. Parlare di un contributo di 70 euro significa che di fatto si è preso atto che si trattava di una norma paravento! Quella norma sosteneva che il digitale già esisteva, mentre ora si afferma che bisogna fare cassa e pertanto il contributo passa da 120 a 70 euro. Mi sembra che il Governo faccia questo ragionamento oltre modo censurabile; si confermano le perplessità e i dubbi che noi avevamo manifestato nel corso della discussione della cosiddetta legge Gasparri su questo specifico punto. Non ci sono elementi di chiarezza.

ZANDA (Mar-DL-U). Solo per aggiungere a queste opportune considerazioni – perché resti agli atti – che la mancata diffusione del digitale in realtà fa venir meno i presupposti sulla base dei quali l’Autorità aveva autorizzato la prosecuzione delle trasmissioni di Rete 4. Infatti l’Autorità ha ritenuto che la cosiddetta legge Gasparri concedeva la potenzialità per poter diffondere il digitale terrestre e in questo modo realizzare quel pluralismo informativo che la Corte costituzionale chiedeva. La mancata diffusione del digitale fa venir meno il presupposto su sui si è fondato il ragionamento dell’Autorità.
PEDRAZZINI, relatore sulle tabelle 10 e 10-bis e sulle parti ad esse relative del disegno di legge finanziaria. L’articolo 38, comma 1, lettera a), punto 2, in materia di contrasto all’economia sommersa, prevede l’obbligo di comunicare taluni dati personali ai soggetti concessionari dei servizi telefonici, idrici e del gas. In effetti si tratta di una forma di controllo incrociato di alcuni dati che consentono di verificare l’unità immobiliare e il reddito catastale. Sono d’accordo con il principio ma sinceramente mi imbarazza il discorso relativo al servizio telefonico. Infatti ormai i servizi telefonici possono essere di tipo fisso o di tipo mobile e soprattutto per questi ultimi i contratti possono essere stipulati anche nei call center. Se si chiede un allacciamento telefonico a un call center non è necessaria la dimostrazione di una residenza fissa e pertanto viene a mancare la possibilità di verifica incrociata dei dati. Credo che tale previsione si risolverà semplicemente con un onere per le società di gestione; si tratta quindi di un aggravamento dei costi senza alcun beneficio.

Sollecito pertanto un’attenta riflessione su questa disposizione.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulle tabelle 11 e 11-bis.
PESSINA, relatore sulle tabelle 11 e 11-bis e sulle parti ad esse relative del disegno di legge finanziaria. Lo stanziamento previsto dal Ministero per lo sviluppo e la diffusione dei decoder è in linea con il consuntivo di quanto avvenuto nell’anno in corso: infatti nel 2004 vi è stata una grossa diffusione di questo strumento. Si è quindi ritenuto di mantenere lo stanziamento del 2004 ma di ridurre il contributo per singolo decoder proprio perché le previsioni del mercato prevedono un notevole sviluppo durante il 2005 di questo strumento. Tutto ciò anche in considerazione del fatto che il numero dei programmi televisivi trasmessi in digitale terrestre sarà notevolmente ampliato non solo per quanto preannunciato in precedenza dalla RAI ma anche per il fermento di nuovi operatori che si stanno attrezzando per poter sviluppare una pluralità di trasmissioni con il sistema digitale.
MONTINO (DS-U). Finora non abbiamo visto niente di tutto ciò.
ZANDA (Mar-DL-U). Sono previsioni per il 2005.
PESSINA, relatore sulle tabelle 11 e 11-bis e sulle parti ad esse relative del disegno di legge finanziaria. Infatti sono previsioni per il 2005. Vorrei sottolineare il fatto che quando si intraprende una iniziativa nuova e importante come quella del digitale terrestre è chiaro che sono necessari tempi congrui: si ha una partenza modesta e lenta, per poi avere un’accelerazione progressiva.
MONTALBANO (DS-U). Quanta pubblicità assorbe il digitale terrestre? Da questo dato si capisce la vera diffusione.
MONTINO (DS-U). I termini della questione li avete fissati voi nella legge n. 112 del 2004!
PESSINA, relatore sulle tabelle 11 e 11-bis e sulle parti ad esse relative del disegno di legge finanziaria. Concludo rispondendo alle preoccupazioni che vedo nascere nell’opposizione: possiamo essere tranquilli perché lo sviluppo del digitale terrestre si sta realizzando secondo i piani predisposti dal Ministero delle comunicazioni. Secondo noi questo sviluppo subirà una notevole accelerazione proprio grazie al grande fermento del mondo della comunicazione e all’ingresso di nuovi operatori in termini di fornitura e di contenuti.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Per quanto riguarda le osservazioni fatte dai senatori dell’opposizione ricordo anzitutto che per il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale terrestre la data del 31 gennaio 2006 è stata stabilita dal passato Governo di centrosinistra e dalla maggioranza che lo sosteneva.
BRUTTI Paolo (DS-U). Si tratta di molti anni fa.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Sono passati soltanto 6 anni. Mi meraviglia il fatto che a dubitare della fattibilità della conversione al digitale terrestre siano oggi coloro che, rappresentando la maggioranza parlamentare nella scorsa legislatura, fissarono quella data; sembra addirittura che si debba abbandonare il digitale terrestre per tornare a una posizione precedente.
MONTINO (DS-U). Ma voi non state realizzando il digitale terrestre! Mi sono spiegato male.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Vi siete spiegati molto bene! Affermate che vi sono difficoltà nella realizzazione del digitale terrestre ed è bene che queste difficoltà non vengano affrontate perché si ritiene più opportuno fare fronte ad altre emergenze, come ad esempio quella della carta stampata. Ritenete opportuno sottrarre risorse al digitale terrestre per dirottarle su altri settori, come del resto il senatore Pessina ha messo correttamente in evidenza.
MONTINO (DS-U). Dobbiamo pensare a togliere una rete a Mediaset.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Questo è un altro discorso che non ha nulla a che vedere con il digitale terrestre. E’ una posizione politica di altro genere. Capisco i vostri argomenti perché, pur non condividendoli, ho seguito attentamente il dibattito nel corso della passata legislatura. Il vostro problema non è affrontare seriamente il digitale terrestre; il vostro problema è quello di abbassare i tetti pubblicitari e chiudere Rete 4. Ecco l’obiettivo reale della discussione. E’ chiaro che non potevamo accettare tale presa di posizione perché ci sembrava strumentale e finalizzata soltanto a creare disagio e non a sviluppare il digitale terrestre che tutti noi invece avevamo interesse a sviluppare. Una posizione del genere è arretrata e non aggiunge nulla rispetto ai problemi che abbiamo davanti. Di fronte alle opportunità che offre il digitale terrestre e alle esigenze di sostenere questo cambiamento, la vostra posizione, ripeto, è arretrata.

Mi dispiace dover fare questa osservazione, ma di fronte alle difficoltà che si presentano quando si passa da un sistema ad un altro e quando c’è un Governo intenzionato ad agevolare questo processo di sviluppo, voi volete bloccare le spinte dello stesso, dirottare risorse altrove e lasciare che tutto proceda per inerzia. Non mi sembra un’impostazione corretta e conseguente alla politica che il Governo da voi sostenuto ha realizzato nel momento in cui affrontava questi problemi. C’è l’esigenza di sostenere questo processo di cambiamento. Dobbiamo arrivare agli appuntamenti previsti dalla legge nel 2006 nelle condizioni migliori e fare in modo che i decoder abbiano la massima diffusione. Siccome gli incentivi dell’anno scorso hanno dato risultati apprezzabili, perché c’è stata una corsa all’acquisto e i prezzi sono scesi, abbiamo pensato di continuare a sostenere il prodotto, anche se in termini diversi, ma mantenendo inalterato il contributo complessivo. Il fatto di poter arrivare ad una conclusione diversa non convince il Governo, il quale è seriamente intenzionato ad andare avanti.
Circa le percentuali, c’è un’Authority che ha certificato il raggiungimento di un obiettivo. Spetterà ancora a lei stabilire l’avvenuto raggiungimento o meno degli obiettivi previsti dalla legge. Non è più un problema del Governo, ma di una Autorità terza che noi tutti abbiamo voluto come elemento di equilibrio e che può senz’altro esprimere una valutazione sullo stato dell’arte. Proprio per le considerazioni esposte, intendiamo procedere su questa strada perché la riteniamo utile e opportuna per arrivare all’appuntamento finale nelle migliori condizioni possibili.
Per l’acquisto, il noleggio e la detenzione in comodato di apparecchi per la trasmissione o la ricezione a banda larga dei dati via Internet, il contributo è fissato nella misura di 50 euro, elevato a 75 qualora l’accesso a rete fissa ricada nei Comuni il cui territorio sia ricompreso nelle aree di cui all’obiettivo 1 e comunque a quelli con popolazione inferiore a diecimila abitanti.
Tra le altre cose, abbiamo stabilito un fondo da ripartire per provvedere a sopravvenute e maggiori esigenze di spesa per consumi intermedi e con il quale finanziare il sistema di emergenza «Infanzia 114».
Abbiamo previsto contributi a favore di concessionari per la radiodiffusione televisiva in ambito locale.
Molte iniziative sono già state illustrate dal senatore Pessina.
Per quanto riguarda poi il tema introdotto dal senatore Montino, condivido la sua preoccupazione sulla necessità di localizzare gli impianti di trasmissione televisiva in modo da minimizzare l’inquinamento elettromagnetico: conosciamo il problema, accogliamo l’invito e siamo fortemente sensibilizzati. Dobbiamo infatti agevolare lo sviluppo di segnali di diffusione meno inquinanti degli attuali. Senatore Montino, la sua preoccupazione è la nostra.

MONTINO (DS-U). Ma sul punto non si stanzia un soldo.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. E’ vero, ma comunque è una raccomandazione che noi accogliamo.
MONTINO (DS-U). Rispetto ai cinque milioni di euro dell’anno scorso non c’è nulla.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Ma questo lo verificheremo in sede di presentazione di eventuali emendamenti.
PRESIDENTE. Rinvio il seguito dell’esame congiunto dei disegni di legge in titolo alla seduta pomeridiana di oggi.
I lavori terminano alle ore 10.