AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

MARTEDI' 29 SETTEMBRE 1998

155a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
BOCO


Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Toia.

La seduta inizia alle ore 15,20.


IN SEDE REFERENTE

(3219) Ratifica ed esecuzione dell'Atto finale della Conferenza dei plenipotenziari sulla Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento, con relativi protocolli, tenutasi a Barcellona il 9 e 10 giugno 1995
(3256) Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti al Protocollo di Atene del 1980, relativo alla protezione del Mar Mediterraneo contro l'inquinamento di origine tellurica, con allegati, adottati a Siracusa il 7 marzo 1996
(Esame congiunto con esiti separati)

Il presidente BOCO, considerato che entrambi i disegni di legge in titolo riguardano gli equilibri ecologici del Mediterraneo, propone che si svolga un esame congiunto, fermo restando che ciascun disegno di legge avrà un esito distinto.

Concorda la Commissione.

Riferisce congiuntamente la senatrice SQUARCIALUPI, che ricorda anzitutto l'importanza della Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento, sottoscritta nel 1976 a Barcellona, che tuttora costituisce il quadro normativo entro cui si collocano gli ulteriori accordi conclusi in ambito multilaterale. Dopo circa vent'anni si è tenuta nella stessa città catalana una conferenza intergovernativa nel corso della quale sono stati adottati gli emendamenti alla Convenzione del 1976, nonchè gli emendamenti al Protocollo sulla prevenzione dell'inquinamento da operazioni di immersione effettuate con navi ed aeronavi - relativo alla stessa Convenzione già citata - e un nuovo Protocollo sulle aree specialmente protette e la diversità biologica nel Mediterraneo.
Ratificando l'Atto finale di tale conferenza, si recepiranno nell'ordinamento statale le disposizioni dei testi precedentemente ricordati, che nel complesso rappresentano un notevole passo in avanti rispetto alla normativa del 1976. E' significativo, ad esempio, che il titolo della Convenzione di Barcellona sia stato integrato, divenendo: "Convenzione per la protezione dell'ambiente marino e la regione costiera del Mediterraneo". Sono così comprese nel suo ambito di applicazione le acque marine territoriali e le aree costiere come definite da ogni Stato contraente per il proprio territorio.
Importante è anche il protocollo sulle aree specialmente protette, che innova rispetto al precedente protocollo sottoscritto a Ginevra nel 1982, in quanto comprende anche la tutela della diversità biologica. Più in generale, la Convenzione emendata e integrata dai nuovi testi recepisce i principali concetti accolti nella Conferenza di Rio de Janeiro del 1992, a cominciare dall'idea di sviluppo sostenibile.
Per quanto riguarda invece il disegno di legge n. 3256, che reca emendamenti al Protocollo relativo alla protezione del Mar Mediterraneo contro l'inquinamento di origine tellurica, la relatrice pone in risalto l'introduzione del principio di responsabilità di chi inquina, l'estensione della zona di intervento all'intero bacino idrologico del Mediterraneo, la previsione di nuovi sistemi di controllo e di misure più efficaci per l'eliminazione dell'inquinamento.
Sotto il profilo politico, appare importante che i due atti relativi alla protezione del Mar Mediterraneo siano stati firmati da tutti gli Stati rivieraschi, compreso i paesi tra cui vi sono forti tensioni, come la Grecia e la Turchia, nonchè Israele e i paesi arabi. Ciò costituisce una ragione di più per accelerarne il processo di ratifica.

Il senatore BOCO ricorda che il Mar Mediterraneo è un ecosistema fragilissimo, perchè sovrappopolato e percorso da un enorme volume di traffici navali, che sono altamente inquinanti e di difficile controllo. Si è pertanto raggiunto un livello di inquinamento estremamente pericoloso, che mette a rischio una gran parte delle specie viventi esistenti nel bacino.
Esprime dunque soddisfazione per l'inizio dell'iter parlamentare dei due disegni di legge, che auspica assai rapido, e sottolinea l'importanza delle riserve integrali marine, che potranno essere istituite sull'esempio della Francia.
Ricorda infine che la 1ª e la 5ª Commissione hanno espresso parere favorevole sul testo dei disegni di legge.

Il sottosegretario TOIA concorda con la relatrice e con il presidente Boco.

Con distinte votazioni la Commissione dà mandato alla relatrice Squarcialupi di riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione dei disegni di legge.


(2862) Ratifica ed esecuzione della Convenzione adottata con Atto finale della Conferenza internazionale del 1995 sulle norme per la formazione del personale delle navi da pesca, il rilascio di certificati e la tenuta della guardia, con annessi, fatto a Londra il 7 luglio 1995
(Esame e rinvio)

Il relatore, senatore CORRAO, rileva che la Convenzione in esame è stata adottata tre anni fa al termine della conferenza diplomatica svoltasi a Londra presso la sede dell'Organizzazione marittima internazionale. Con le sue disposizioni sostanzialmente si estendono al personale imbarcato su navi da pesca gli standards di professionalità e di formazione già previsti dalla Convenzione "Solas" del 1978 per i marittimi imbarcati sulle navi adibite al traffico di merci e passeggeri.
Ciò premesso, desta sorpresa che la relazione ministeriale ritenga possibile dare immediata esecuzione all'atto in esame, affermando che esso non comporta oneri finanziari per lo Stato e non incide direttamente su leggi o regolamenti vigenti. E' invece evidente che la gran parte dei pescatori italiani non è in grado di conseguire gli standards richiesti, se non vi sarà un'attività di formazione altamente qualificata, che non potrà non comportare oneri finanziari e numerosi adempimenti amministrativi.
Chiede pertanto che il Governo valuti la possibilità di far slittare di tre anni l'esecuzione della Convenzione in esame.

Il senatore ANDREOTTI, pur comprendendo le ragioni esposte dal relatore, ritiene che lo stesso risultato si possa conseguire in maniera più appropriata ratificando con ritardo la Convenzione.

Il senatore SERVELLO ricorda i drammatici incidenti di cui sono spesso vittima i pescherecci italiani nel canale di Sicilia per molteplici ragioni, tra cui l'inadeguatezza della normativa statale e internazionale. Chiede poi al rappresentante del Governo come sia possibile dar attuazione alle norme della Convenzione che consentono ispezioni delle navi di altri paesi in tutti i porti degli Stati contraenti.

Il sottosegretario TOIA si impegna ad approfondire le questioni sollevate dal relatore e dal senatore Servello e chiede pertanto un breve rinvio dell'esame, che potrebbe riprendere fra una settimana. Ritiene comunque che la ratifica della Convenzione non implichi l'esistenza di tutte le condizioni per la sua esecuzione, ma possa essere un primo passo cui ne seguiranno altri, con successivi provvedimenti.

Il relatore CORRAO fa presente che gli incidenti ricordati dal senatore Servello, nonchè disastri di altro tipo, si verificano anche per lo scarso addestramento professionale del personale delle navi da pesca. Nell'associarsi alla proposta del Sottosegretario, chiede anche di accertare quali organi dello Stato o delle Regioni dovranno occuparsi della formazione professionale dei marittimi e di quantificare il relativo onere finanziario.

Il senatore VOLCIC, rilevato che la Convenzione prevede la conoscenza dell'inglese, si domanda quanti dei pescatori italiani saranno in grado di mettersi in regola e prospetta l'opportunità di ricorrere ai tradizionali apparecchi di traduzione.

Il senatore VERTONE GRIMALDI si associa a tale proposta, ricordando che nella marineria era in uso una volta un linguaggio segnaletico quanto mai efficace.

Il presidente BOCO, rilevato che sarà forse necessario anche predisporre qualche emendamento, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.


(3347) Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 27 giugno 1997
(3348) Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia in materia di sicurezza sociale, fatto a Lubiana il 7 luglio 1997
(Esame congiunto con esiti separati)

Su proposta del relatore VOLCIC la Commissione concorda di procedere ad un esame congiunto dei due disegni in titolo, concernenti accordi bilaterali dal contenuto quasi identico.

Il senatore VOLCIC riferisce congiuntamente sulle Convenzioni in materia di sicurezza sociale che l'Italia ha sottoscritto con la Croazia e con la Slovenia, al fine di sostituire la vigente convenzione stipulata tra l'Italia e la Iugoslavia. Con le sue disposizioni non si modificano i diritti acquisiti, ma sono disciplinate le prestazioni future, in alcuni casi anche tenendo conto della più recente normativa comunitaria.
Benchè il campo di applicazione riguardi tutti i regimi di sicurezza sociale e teoricamente tutti i cittadini degli Stati contraenti, in concreto le due Convenzioni sono rilevanti soprattutto per le prestazioni pensionistiche e avranno una particolare importanza per la Zona B dell'ex Territorio libero di Trieste. E' previsto che i periodi pensionistici compiuti fino al 4 ottobre 1956, nelle parti slovena e croata dell'ex Zona B, vengano presi in carico da parte italiana ovvero da parte slovena o croata, secondo il criterio della cittadinanza degli interessati alla data del 3 aprile 1978, coincidente con il termine finale per le opzioni di cittadinanza previste dal Trattato di Osimo.
In concreto, si è dovuto far fronte all'esigenza di dar copertura alle posizioni previdenziali di circa 1.500 cittadini italiani residenti in Italia, nonchè di attenuare le conseguenze negative delle nuove disposizioni per circa 300 cittadini croati e 400 cittadini sloveni, residenti nei rispettivi paesi ma beneficiari di pensione italiana. Si è ritenuto equo limitare tali conseguenze alla perdita del diritto alla reversibilità della pensione.
In conclusione il relatore fa presente che, in base alle disposizioni richiamate e tenuto conto dell'andamento demografico, le due Convenzioni dovrebbero comportare entro il 2007 un risparmio di circa 5 miliardi di lire, per ciò che riguarda la Croazia, e di oltre 5.300 milioni per quanto concerne la Slovenia.

Il senatore SERVELLO, pur dichiarandosi favorevole all'approvazione dei disegni di legge, sottolinea la delicatezza di accordi che riguardano cittadini di territori perduti dall'Italia e si rammarica che il Governo non abbia dimostrato uguale sensibilità verso i profughi di nazionalità italiana che hanno perduto i loro beni in Istria e in Dalmazia.

La senatrice SQUARCIALUPI chiede se, dopo la dissoluzione dell'ex Iugoslavia, l'Italia abbia continuato a pagare i trattamenti pensionistici riconosciuti in base al precedente accordo. Domanda altresì al rappresentante del Governo se gli uffici della Farnesina controllino adeguatamente lo stato di attuazione degli accordi e siano in grado, all'occorrenza, di informarne il Parlamento.

Il relatore VOLCIC precisa che, in linea generale, la Convenzione italo-iugoslava del 1957 è tuttora in vigore poichè la Croazia e la Slovenia si sono dichiarate, con il consenso dell'Italia, Stati successori in quell'accordo. Pertanto le pensioni erogate in precedenza sono state finora pagate, ad eccezione di quelle corrisposte da qualche ente previdenziale che ha sollevato dubbi interpretativi.

Il sottosegretario TOIA sollecita l'approvazione dei due disegni di legge, relativi ad accordi attentamente negoziati per adeguare la Convenzione del 1957 alla mutata realtà internazionale.
Rispondendo poi ad una domanda della senatrice Squarcialupi, assicura che la Direzione generale dell'emigrazione e degli affari sociali, nonchè i competenti organi di altri Ministeri, controllano attentamente l'esecuzione degli accordi.

Il presidente BOCO avverte che la 1ª e la 5ª Commissione hanno espresso parere favorevole sul testo dei disegni di legge.

La Commissione, con distinte votazioni, dà mandato al relatore Volcic di riferire all'Assemblea a favore dell'approvazione dei disegni di legge.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C03a, 0025°)


Il presidente BOCO avverte che le previste comunicazioni del Ministro degli affari esteri non potranno svolgersi nella seduta già convocata per giovedì 1° ottobre, a causa dell'anticipazione della seduta del Consiglio dei Ministri. Il ministro Dini ha quindi chiesto di rinviare alla prossima settimana le sue comunicazioni sulle principali tematiche internazionali trattate dall'Assemblea generale dell'ONU.

Il senatore SERVELLO coglie l'occasione per sottolineare l'urgenza di una discussione sul Kossovo, dopo l'approvazione della risoluzione 1199 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Il senatore ANDREOTTI reputa che a tale questione si possa dare ampio spazio nell'ambito delle comunicazioni del ministro Dini che si svolgeranno la prossima settimana.

La senatrice SQUARCIALUPI ritiene urgente anche un'informazione alla Commissione sugli sviluppi della situazione politica in Albania, dopo le dimissioni del primo ministro Fatos Nano.

Il presidente BOCO, preso atto di tutte le sollecitazioni pervenute, ribadisce la disponibilità del ministro Dini a riferire la prossima settimana, in data da concordarsi, su tutte le principali tematiche trattate nell'Assemblea generale dell'ONU.
Propone pertanto di sconvocare la seduta di giovedì prossimo.

Concorda la Commissione.

SCONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

Il Presidente BOCO avverte che la seduta, già convocata per giovedì 1° ottobre, alle ore 15, non avrà più luogo.

La seduta termina alle ore 16,30.