IGIENE E SANITA' (12ª)

MERCOLEDI’ 22 MARZO 2000

315ª Seduta

Presidenza del Presidente
CARELLA


Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Bettoni Brandani.

La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE REFERENTE

(4519) Conversione in legge del decreto-legge 14 febbraio 2000, n. 18, recante disposizioni urgenti per assicurare le prestazioni sanitarie della S.r.l. “Case di cura riunite" di Bari, approvato dalla Camera dei deputati.
(Esame e rinvio)

Il presidente CARELLA, relatore alla Commissione, illustra i contenuti del decreto-legge in titolo, che proroga al 14 maggio 2000 l'amministrazione straordinaria della società "Case di cura riunite" di Bari introducendo una deroga alla previsione di carattere generale recata dall'articolo 52, comma 4, della legge n. 448 del 1998. Il provvedimento si rende necessario per mantenere in essere le prestazioni sanitarie erogate dalla citata struttura e nello stesso tempo salvaguardare le esigenze dei dipendenti in essa occupati, nelle more delle trattative per la cessione dell'azienda.
Il relatore sottolinea quindi come il decreto-legge in conversione, se indubbiamente presenta aspetti di competenza della Commissione, d'altro canto coinvolge anche profili attinenti al comparto dell'industria.
Il Presidente dichiara quindi aperta la discussione generale.

Il senatore BUCCIERO ricorda come la società "Case di cura riunite", prima di essere assoggettata alla procedura di amministrazione straordinaria, fosse di proprietà di un imprenditore come Cavallari, di cui sono ben noti i sistemi clientelari di gestione i quali avevano determinato, assieme all'accaparramento in capo alla citata società di veri e propri monopoli in specifici settori della sanità pugliese, una abnorme crescita dei dipendenti, arrivati addirittura a toccare le 4.000 unità. Oggi peraltro i dipendenti occupati si sono ridotti a 938, un numero assolutamente insufficiente per soddisfare le esigenze assistenziali, tanto che si stima che l'attuale fatturato di 100 miliardi annui potrebbe essere addirittura raddoppiato ove la struttura fosse gestita in modo più congruo. Non sembra in effetti infondata l'impressione che l'attuale conduzione persegua l'intento di svilire l'immagine e la produttività dell'azienda al solo scopo di abbassarne il prezzo di vendita. Da questo punto di vista non può non destare perplessità la circostanza che il patrimonio dell'azienda, stimato pari a 250 miliardi in base ai documenti contabili, sia stato valutato 110 miliardi dagli organi della procedura di amministrazione straordinaria, e addirittura sembra che l'offerta massima di acquisto sia stata di soli 48 miliardi. Al riguardo è lecito dubitare che il Governo abbia fatto quanto dovuto per incanalare la trattativa di vendita verso sbocchi che tutelino in modo adeguato anche gli interessi dei dipendenti, i quali sono oltretutto creditori di rilevanti somme nei confronti della società.
Il decreto-legge in conversione – continua il senatore Bucciero – proroga al 14 maggio prossimo l'amministrazione straordinaria in attesa del perfezionamento della cessione a terzi del complesso aziendale: tuttavia esistono seri dubbi sulla possibilità che entro tale data le trattative possano essere concluse, ed appare pertanto più rispettoso delle esigenze tanto degli assistiti che dei dipendenti della società prevedere un più ampio termine di scadenza. A tal fine egli preannuncia la presentazione di un emendamento volto a fissare al 14 ottobre 2000 tale data, nel caso in cui entro il 13 maggio prossimo non sia stata formalizzata la vendita della società.
Con ciò il senatore Bucciero ritiene di avere illustrato anche i seguenti ordini del giorno:

"Il Senato,
- visto il disegno di legge n. 4519, di conversione in legge del decreto-legge n. 18 del 14 febbraio 2000, recante disposizioni urgenti per la proroga dell'amministrazione straordinaria della società "Case di cura riunite", con sede in Bari;
- considerato che trattasi di azienda di rilevante importanza per l'assistenza sanitaria in Puglia e in parte del Meridione, dotata, tra gli altri, di centri per la dialisi e per la cardiochirurgia;
- premesso che da cinque anni è in corso una procedura di amministrazione straordinaria, prevista dalla legge n. 95 del 1979, e che si rende necessario un intervento risolutore della relativa preoccupante crisi aziendale ed occupazionale;
- rilevato che è stato pubblicato un bando di vendita dell'azienda, l'esito della cui procedura deve rientrare nella finalità della citata legge n. 95, e quindi essere satisfattorio tanto delle attese del ceto creditorio, quanto delle esigenze occupazionali;
- premesso che è prevista una riduzione dell'organico aziendale per n. 2038 lavoratori che si presumono eccedentari e che a seguito dei licenziamenti può ragionevolmente prevedersi uno stato di maggiore allarme sociale in una città con una già grave emergenza occupazionale;
impegna il Governo
- a ricercare ed individuare con immediatezza idonee misure, da un lato, per garantire la trasparenza e la legittimità delle operazioni di trasferimento della proprietà della "Case di cura riunite" S.r.l. e, dall'altro, per fronteggiare la grave crisi occupazionale conseguente, facendo ricorso non soltanto alle transitorie misure degli ammortizzatori sociali, ma sostenendo la creazione e lo sviluppo di nuove occasioni di impiego nel settore sia pubblico che privato, anche sollecitando iniziative di lavoro cooperativo;
- a vigilare sui criteri di assegnazione in vendita dell'azienda, affinchè siano scoraggiate operazioni speculative e siano, invece, sostenute quelle volte al reale recupero e rilancio della redditività aziendale;
- a controllare la regolarità della procedura per la mobilità dei lavoratori in esubero, affermando l'opportunità di far ricorso ad una rigorosa applicazione dei criteri di scelta di cui alla legge n. 223 del 1991, con riferimento a tutti i dipendenti in organico e non solo a quelli già sospesi in cassa integrazione, al fine di assicurare una sostanziale equità di trattamento e di scongiurare perversi meccanismi clientelari;
- a verificare la ricorrenza di presupposti di legge e di fatto per l'attuazione di un concordato stragiudiziale che, chiudendo la procedura di amministrazione straordinaria, consenta una più consona soddisfazione dei crediti e garantisca più elevati livelli di organico, anche prevedendo forme di conversione dei crediti in azioni della società".
0/4519/1/12 BUCCIERO

"Il Senato,
visto il disegno di legge n. 4519, di conversione in legge del decreto-legge n. 18 del 14 febbraio 2000, recante disposizioni urgenti per la proroga dell'amministrazione straordinaria della società "Case di cura riunite", con sede in Bari;
impegna il Governo
a preordinare un decreto-legge di ulteriore proroga dell'amministrazione straordinaria sino al 14 ottobre 2000, ove entro il termine del 13 maggio non sia stata formalizzata la vendita della società "Case di cura riunite" di Bari".
0/4519/2/12 BUCCIERO

Il senatore CAMERINI sottolinea che la crisi della società "Case di cura riunite" di Bari risale addirittura al 1995, anno in cui ebbe inizio la procedura di amministrazione straordinaria, e chiama pesantemente in causa le pregresse responsabilità della regione Puglia, la quale sembra aver totalmente abdicato alle sue funzioni di controllo. Si è purtroppo di fronte ad una vicenda segnata dal degrado amministrativo e dalla corruzione, che vede l'azienda gravata da un elevatissimo indebitamento frutto di una gestione che può essere annoverata tra i peggiori esempi di clientelismo. Con il decreto-legge in esame il Governo si è visto costretto a gestire una simile incresciosa situazione, a causa delle richiamate esigenze sia di carattere occupazionale che di mantenimento dell'erogazione delle prestazioni sanitarie; alcuni chiarimenti da parte dell'Esecutivo potranno pertanto risultare utili per una migliore comprensione della situazione, in particolare per quanto attiene ai modi e ai tempi di perfezionamento della procedura di vendita della società.

Il senatore DI ORIO rileva, al di là di qualsiasi riferimento a maggioranze politiche attuali o passate, che quella delle "Case di cura riunite" di Bari rappresenta purtroppo una vicenda esemplificativa di un certo modo di gestire la sanità in Puglia. La crisi della società, che presenta aspetti sia di competenza del comparto sanitario sia più direttamente attinenti alla politica industriale, richiede comunque un intervento a livello centrale a tutela dei lavoratori dipendenti, ed è dunque condivisibile la decisione del Governo di farsi carico del problema.

Il senatore MANARA si dichiara allibito di fronte alla scelta del Governo di emanare un decreto-legge che in qualche misura costituisce una legittimazione della vergognosa vicenda di ruberie e clientelismo che caratterizza le "Case di cura riunite" di Bari, vicenda che oltretutto si trascina in amministrazione straordinaria da ben cinque anni. L'esigenza di difendere i livelli occupazionali costituisce in questa circostanza un argomento insufficiente, giacché è evidente l'impossibilità delle Stato di farsi carico delle problematiche connesse ai fallimenti di tutte le aziende senza tenere in alcun conto le cause e le responsabilità che li hanno determinati. Egli esprime pertanto il più profondo dissenso su un provvedimento che non può che suscitare indignazione, e ciò in via di principio e del tutto indipendentemente dalla collocazione geografica dell'azienda che ne è beneficiaria.

Il senatore TOMASSINI ritiene che il provvedimento in titolo determini numerosi motivi di perplessità; premesso infatti che, come giustamente rilevato dal relatore, il decreto-legge in conversione appare piuttosto di competenza della Commissione industria che della Commissione sanità, resta comunque il fatto che alla Commissione viene chiesto di pronunciarsi su una proroga dei termini previsti dalla legge sulle imprese in crisi, proroga che si sostiene essere necessaria per salvaguardare i livelli delle prestazioni sanitarie e quelli occupazionali, senza però fornire nel contempo una documentazione sufficiente per valutare la reale entità delle prestazioni sanitarie stesse in rapporto a quelle complessivamente erogate dalla regione Puglia.
D’altronde anche in questo caso, come già è avvenuto per il Policlinico Umberto I° di Roma, la surrogazione di funzioni regionali da parte dello Stato suscita le più vive perplessità.
Il Gruppo Forza Italia ritiene quindi prudente sospendere una valutazione definitiva sul decreto-legge in conversione, in attesa di un intervento chiarificatore da parte del Governo sugli aspetti che appaiono più oscuri.

Il senatore CAMPUS condivide le riserve del relatore circa l’opportunità dell’assegnazione alla Commissione sanità del decreto-legge in conversione, e rileva in proposito la profonda differenza con il caso del Policlinico Umberto I°, quando questa Commissione si trovò a dover valutare l’idoneità degli strumenti proposti dal Governo per far fronte ad una situazione di cattiva amministrazione sanitaria, le cui cause e la cui fenomenologia erano ben note ai componenti della Commissione stessa.
Il senatore Campus ricorda quindi brevemente la vicenda della S.r.l “Case di cura riunite" di Bari, società fondata da un discusso personaggio, il Dott. Cavallari, che era riuscito, grazie a connivenze con il ceto politico locale, a costituire una situazione di vero e proprio monopolio in alcuni importanti settori della sanità pugliese; come ciò sia stato consentito fa parte della storia della corruzione politica ed amministrativa di questo Paese, tuttavia va riconosciuto come, anche oggi che questa condizione di privilegio della società “Case di cura riunite” non esiste più, tale struttura continui ad esercitare un ruolo fondamentale per assicurare congrui livelli di prestazioni sanitarie in Puglia, in particolare nel settore delle dialisi, avendo in cura ben 440 pazienti.
In questo quadro è indubbio che, ferma restando l’opportunità di approfondire in altre sedi le problematiche sollevate dal senatore Bucciero circa la congruità del prezzo a cui la società sarà alla fine venduta, la sua parte politica è sicuramente d’accordo con l’urgenza del provvedimento ai fini della salvaguardia dei livelli delle prestazioni sanitarie oltre che dell’occupazione; è però evidente che i termini della proroga devono essere sufficienti per concludere il procedimento di vendita della società, e pertanto egli raccomanda l’approvazione dell’emendamento preannunciato dal senatore Bucciero.

La senatrice DANIELE GALDI osserva che una valutazione realmente approfondita e completa da parte della Commissione del ruolo della S.r.l. “Case di cura riunite" di Bari nell’ambito della sanità pugliese appare alquanto difficile, anche in considerazione del fatto che in Puglia manca tuttora il Piano sanitario regionale. Ciò non esime peraltro il Parlamento nazionale dal farsi carico, come già ha fatto il Governo, di un problema di salvaguardia dei livelli occupazionali e soprattutto di tutela sanitaria della popolazione le cui dimensioni appaiono estremamente rilevanti, anche sulla base dei soli dati disponibili e in particolare di quello sul numero di dialisi effettuate dalla struttura. Ella ritiene poi che l’approvazione dell’emendamento preannunciato dal senatore Bucciero, pur condivisibile, potrebbe determinare il rischio della decadenza del decreto-legge; del resto, ove si consideri che la società è in amministrazione straordinaria da ormai 5 anni, non è certamente inopportuno che il Governo, fissando una proroga non troppo lunga, dia un segnale chiaro a favore di una rapida conclusione delle procedure di vendita.

Il senatore MASCIONI concorda sul fatto che sarebbe stato opportuno fornire alla Commissione una maggiore documentazione circa il reale peso della S.r.l. “Case di cura riunite" di Bari nell’assicurare i livelli essenziali di assistenza sanitaria in Puglia; a tale proposito egli, condividendo l’inopportunità dell’approvazione dell’emendamento preannunciato dal senatore Bucciero che determinerebbe il rischio di una non conversione del decreto-legge, rappresenta la necessità che, ove il Governo fosse costretto a emanare a maggio un nuovo provvedimento di urgenza, la Commissione sia posta nelle condizioni di svolgere un esame più approfondito, in particolare attraverso una audizione dei responsabili regionali e dell’amministrazione straordinaria.

Il Presidente dichiara chiusa la discussione generale.

Intervenendo in sede di replica, il relatore CARELLA concorda con quanti hanno rappresentato la necessità di convertire in legge il decreto in titolo, al fine di garantire la conservazione di numerosi posti di lavoro, sicuramente vitali nel quadro economico barese, e soprattutto di salvaguardare i livelli di assistenza della sanità pugliese.
Per quanto riguarda i maggiori elementi conoscitivi richiesti da alcuni degli intervenuti, egli ritiene che possano essere sufficienti i documenti inviati dal Governo alla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati e riportati nel fascicolo di documentazione allegato al disegno di legge n. 4519.
Il relatore conclude invitando la Commissione a non modificare il decreto-legge, dal momento che ciò ne impedirebbe probabilmente la conversione in tempi utili, e ad accogliere invece l’ordine del giorno del senatore Bucciero che impegna il Governo a reiterare, ove necessario, il provvedimento di urgenza.

Il sottosegretario BETTONI BRANDANI rileva in primo luogo di essere presente in sostituzione del sottosegretario all’industria Morgando, che ha seguito il provvedimento alla Camera dei deputati; del resto il decreto-legge afferisce all’applicazione della legge n. 95 del 1979 che rappresenta un tipico strumento di politica industriale, anche se nel caso specifico la natura della società in amministrazione straordinaria fa sì che alle finalità di tutela occupazionale tipiche di tale strumento si affianchino esigenze di cura sanitaria della popolazione.
Dopo essersi soffermata brevemente sulle motivazioni che inducono ad auspicare che l’amministrazione straordinaria possa essere conclusa entro il prossimo mese di maggio, si dichiara disponibile ad accogliere l’ordine del giorno del senatore Bucciero che impegna il Governo ad emanare una nuova proroga se i termini fissati dal decreto-legge in conversione non risultassero congrui.

Il presidente CARELLA fissa il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 12 di venerdì 24 marzo 2000. Prende atto la Commissione.

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,15.