12
GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee

GIOVEDÌ 18 GENNAIO 2001

245a Seduta

Presidenza del Presidente
BEDIN



Interviene il Ministro per le politiche comunitarie, Mattioli


La seduta inizia alle ore 8,35




OSSERVAZIONI E PROPOSTE SU ATTI DEL GOVERNO


(825) Schema di decreto legislativo recante norme di recepimento della direttiva 98/27/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a provvedimenti inibitori a tutela degli interessi dei consumatori
(Esame, ai sensi dell’articolo 144, comma 3, del Regolamento. Osservazioni favorevoli alla 10a Commissione)

Il relatore BESOSTRI illustra lo schema di decreto legislativo in titolo il quale è volto a completare l’attuazione della direttiva 98/27/CE, già recepita dalla legge n. 281 del 1998, per quanto attiene alla precisazione delle fattispecie in cui gli organismi di tutela dei consumatori abilitati sono legittimati a proporre azioni inibitorie a tutela degli interessi collettivi dei consumatori. Al riguardo, in conformità con la suddetta direttiva, si chiarisce che tali azioni inibitorie possono essere proposte in relazione ad atti o comportamenti lesivi per i consumatori contemplati nelle direttive concernenti la tutela dei consumatori espressamente indicate nell’apposito allegato. Il provvedimento in esame, opportunamente, prevede poi la possibilità di aggiornare il suddetto allegato con decreto ministeriale, snellendo in questo modo l’adeguamento dell’ordinamento interno all’evoluzione della normativa comunitaria.
L’oratore rileva altresì che lo schema di decreto legislativo legittima ad agire per la tutela degli interessi collettivi dei consumatori, relativamente alle ipotesi di violazioni intracomunitarie, le associazioni e gli enti di altri paesi membri dell’Unione inseriti nell’apposito elenco redatto dalla Commissione europea. Resta inteso – benché ciò non sia precisato dal decreto legislativo – che possono promuovere tali azioni solamente le associazioni dei consumatori i cui statuti consentano di agire in tal senso.
Il relatore propone pertanto di esprimere osservazioni favorevoli.

Verificata la presenza del numero legale, la Giunta conferisce mandato al relatore a redigere osservazioni favorevoli nei termini proposti.


IN SEDE CONSULTIVA


(4933) Disciplina relativa alla fornitura di servizi di accesso ad Internet
(Parere all’8a Commissione: favorevole)

Il presidente relatore BEDIN riferisce sul provvedimento in titolo che affronta il problema della distorsione che si presenta sul mercato dei servizi di accesso ad Internet, per via della penalizzazione subita dagli operatori minori, col fine di favorire quella pluralità di operatori che il processo di crescita e diffusione del servizio richiede.
La distorsione attualmente esistente deriva dal fatto che i grandi gestori di infrastrutture offrono il servizio di accesso ad Internet gratuitamente, in quanto si finanziano con il relativo traffico telefonico, a fronte dei numerosi fornitori di accesso ad Internet, di dimensioni più piccole, che si finanziano con l’abbonamento pagato per il servizio erogato. Per ovviare a tale situazione, Telecom Italia ha stipulato accordi con alcuni dei suddetti Internet service provider, volti a risolvere parte del problema ma che hanno trovato molte difficoltà di applicazione. In materia è stato infatti presentato anche un ricorso all’Autorità antitrust. L’oratore evidenzia pertanto come si renda necessario un intervento legislativo che impedisca la violazione del principio fondamentale di non discriminazione offrendo pari condizioni a tutti coloro che operano sul mercato affinché non vengano pregiudicati il processo di liberalizzazione e lo sviluppo del settore.
Il disegno di legge consta di un unico articolo che riconosce il diritto degli Internet service provider di usufruire di condizioni economiche simili a quelle riconosciute agli organismi di telecomunicazione titolari di licenza individuale. Ciò avviene attraverso la stipula di accordi di interconnessione con l’organismo notificato quale avente significativo potere di mercato, vale a dire Telecom Italia, avvalendosi delle più favorevoli forme tariffarie, indipendentemente dall’evoluzione del mercato, con effetti retroattivi al 1° settembre 1999. A tale proposito il Presidente relatore precisa come Telecom Italia abbia stipulato in tale epoca accordi con taluni Internet service provider che prevedono la retrocessione di parte dei ricavi derivanti dal traffico telefonico registrato sulla propria rete.
Soffermandosi sui profili comunitari l’oratore rileva come l’obiettivo di superare le condizioni di posizione dominante godute finora dal gruppo Telecom Italia nei confronti dei fornitori di accesso ad Internet minori sia coerente con le indicazioni dell’Unione europea e, in particolare, con le direttive 90/387/CEE e 97/33/CE, in materia di interconnessione nel settore delle telecomunicazioni, recepite dal decreto del Presidente della Repubblica n. 318 del 1997. Nel settore è intervenuta anche una raccomandazione della Commissione europea, del 25 maggio 2000, relativa all’accesso disaggregato all’anello locale. Lo scorso 12 luglio la Commissione ha inoltre presentato un pacchetto di proposte legislative volte a rafforzare la competitività dei mercati delle comunicazioni elettroniche nell’Unione, tenendo conto del processo di convergenza tra telecomunicazioni, radiodiffusione e tecnologie dell’informazione. Il piano d’azione globale “e-Europe 2002”, approvato dal Consiglio europeo di Feira, evidenzia come l’obiettivo di fondo sia quello di favorire l’accesso a Internet ad alta velocità, contenendone i costi, e favorirne la diffusione in tutti gli Stati membri attraverso l’introduzione di meccanismi che consentano la separazione del traffico di telefonia vocale da quello per l’accesso a Internet, che dovrebbe risultare così incentivato.
Rilevando quindi la coerenza del disegno di legge in titolo con la normativa e gli orientamenti dell’Unione europea l’oratore propone di esprimere parere favorevole.

Verificata la presenza del numero legale, la Giunta conferisce mandato al Presidente relatore a redigere un parere nei termini esposti.


(4681) COLLINO e BUCCIERO – Disposizioni per la tutela di nomi e di marchi nella rete INTERNET
(Parere alla 2a Commissione: favorevole con osservazioni)

Il presidente relatore BEDIN illustra il provvedimento in titolo ricordando che lo scorso 26 ottobre la Giunta si è espressa sul disegno di legge n. 4594, di iniziativa governativa, recante analoghe disposizioni, con un parere condizionato all’introduzione di emendamenti volti tra l’altro a sopprimere i riferimenti alla disciplina sulla registrazione di siti nell’ambito di domini di competenza non italiana. Al riguardo l’oratore evidenzia come la stessa Commissione europea sia giunta a considerazioni simili presentando un parere motivato contro il suddetto disegno di legge.
Il testo in esame, di iniziativa dei senatori Collino e Bucciero, non presenta i suddetti problemi in quanto si limita a disciplinare i domini con suffisso “.it”, di stretta competenza delle autorità nazionali. Lo scopo del provvedimento è quello di impedire un uso non corretto di nomi di persone o di imprese, di contrastare il commercio illecito di nomi di siti Internet e di assicurare la chiarezza nei confronti dei navigatori.
Non ravvisando quindi specifici profili di contrasto con la normativa comunitaria il Presidente relatore propone di esprimere parere favorevole osservando tuttavia che all’estero si va affermando una tendenza difforme da quella cui è improntato il disegno di legge n. 4681. Esso prevede infatti che la cosiddetta autorità di naming passi dal CNR al Ministero delle comunicazioni, laddove negli Stati Uniti e in Europa si va affermando l’orientamento di affidare la gestione dei domini Internet ad organismi non governativi. Al riguardo, tenendo conto che l’Unione europea si accinge a disciplinare in maniera più compiuta il settore, sarebbe opportuno invitare il Governo e la Commissione di merito a tener conto dell’evoluzione del settore a livello comunitario e globale.
L’oratore propone pertanto di esprimere parere favorevole con le suddette osservazioni.

Il senatore GASPERINI chiede chiarimenti sui rilievi esposti dal Presidente relatore.

Il presidente BEDIN precisa che i più rilevanti profili di contrasto con la normativa comunitaria attengono al disegno di legge n. 4594, su cui la Giunta si è già espressa lo scorso ottobre, che la Commissione di merito si accinge ad esaminare congiuntamente con il disegno di legge n. 4681, all'ordine del giorno della seduta odierna della Giunta.

Verificata la presenza del numero legale, la Giunta conferisce quindi mandato al Presidente relatore a redigere un parere favorevole con le osservazioni esposte.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO


(824) Schema di Intesa tra il Governo italiano e la Commissione delle Comunità europee per l’istituzione del Centro nazionale di informazione e documentazione europea
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 1 della legge 23 giugno 2000, n. 178. Esame, ai sensi dell’articolo 139-bis del Regolamento, e rinvio.)

Il presidente BEDIN, relatore sullo schema di intesa in titolo, rileva preliminarmente le perduranti difficoltà nell'acquisizione da parte delle amministrazioni competenti della documentazione richiesta dalla Giunta, attraverso il Dipartimento per le politiche comunitarie, sui progetti di atti comunitari deferiti.
Illustrando il provvedimento in esame l'oratore rileva come la legge n. 178 del 2000 autorizzi il Governo a stipulare una convenzione con la Commissione europea al fine di costituire il Centro nazionale di documentazione e informazione europea nella forma giuridica di un Gruppo europeo di interesse economico (GEIE), figura disciplinata dal regolamento (CEE) n. 2137/85.
Le finalità dell'istituendo Centro sono indicate dal comma 3 dell'articolo 1 della suddetta legge n. 178 con riferimento alla realizzazione, anche attraverso le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, di programmi di diffusione dell'informazione e documentazione, alla formazione del personale addetto a compiti di diffusione e gestione della documentazione comunitaria e al coordinamento delle attività di informazione esistenti. Il comma 5 dello stesso articolo prevede che le Commissioni parlamentari competenti per gli affari comunitari esprimano il parere sullo schema di intesa con la Commissione europea e sulle sue successive modificazioni, sull'ingresso di persone fisiche o giuridiche in qualità di soci ordinari e sulla designazione dei componenti degli organi direttivi del Centro da parte del Governo. Il Ministro per le politiche comunitarie è inoltre chiamato a presentare annualmente alle suddette Commissioni una relazione sul programma, sul bilancio e sull'attività svolta dal Centro.
Il Presidente relatore, rilevando come la suddetta iniziativa, che vede due precedenti in analoghi Centri di informazione istituiti a Parigi e a Lisbona, si inserisca nell'evoluzione della politica di informazione comunitaria che premia la collaborazione tra istituzioni dell'Unione e Stati membri, descrive quindi l'intesa, su cui la Commissione europea ha espresso il suo assenso lo scorso 29 novembre. In conformità con la citata legge n. 178 del 2000 essa prevede la possibilità di adesione, in qualità di soci ordinari, di persone fisiche e giuridiche, private o enti pubblici, stabilisce il quadro delle fonti di finanziamento e definisce le forme di indirizzo e vigilanza.
Considerando che la Giunta non sarà chiamata ad esprimere il parere sul contratto che darà luogo all'istituzione del GEIE l'oratore evidenzia come l'esame dello schema d'intesa offra alla Giunta anche l'occasione per esprimere delle considerazioni sugli orientamenti cui ispirare l'atto costitutivo. Al riguardo il Presidente relatore segnala l'opportunità di invitare il Parlamento europeo a far parte del Centro quale socio ordinario completando in questo modo la presenza delle istituzioni comunitarie - essendovi già rappresentati la Commissione europea e, attraverso il Governo italiano, il Consiglio - ed in conformità con l'accordo quadro tra Parlamento europeo e Commissione europea del 5 luglio 2000, volto a consolidare la cooperazione tra tali organismi nel settore dell'informazione e della comunicazione. L'opportunità di tale collaborazione appare rafforzata dalla documentazione trasmessa dal Ministro per le politiche comunitarie, da cui si evince che la sede del Centro verrà collocata nell'edificio che attualmente ospita gli uffici di Roma del Parlamento europeo e della Commissione.
Rilevando che lo schema di intesa precisa altresì che la Repubblica italiana sarà rappresentata nel Centro dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro per le politiche comunitarie, dal Capo del dipartimento per le politiche comunitarie e dal Direttore generale per l'integrazione europea del Ministero degli esteri, o dai loro delegati, l'oratore chiede al ministro Mattioli se sia prevista l'espressione del parere parlamentare anche in merito alla designazione dei componenti degli organi direttivi del Centro.
Soffermandosi sui profili finanziari il Presidente relatore rileva che al limite di spesa previsto dalla legge n. 178 - di 1,5 miliardi, cui si aggiungono altrettante risorse rese disponibili dalla Commissione europea - si somma lo stanziamento di 500 milioni per attività di informazione e documentazione europea previsto dall'articolo 26 della legge comunitaria 2000, in corso di pubblicazione. Lo schema di intesa prevede inoltre che il Centro risponderà allo scopo di assicurare una funzione di informazione, documentazione e servizio inerente ai temi legati all'Unione nonché all'esigenza della Commissione europea di esercitare una funzione di raccordo nazionale dei soggetti che compongono le reti comunitarie di informazione che operano sul territorio italiano. Il paragrafo 5 precisa poi che la Repubblica italiana si obbliga a liberare la Comunità europea dagli oneri superiori ai limiti di spesa concordati.
In relazione agli obiettivi del Centro l'oratore raccomanda quindi che la sede di Roma sia considerata come un punto di partenza nella prospettiva del coinvolgimento dell'insieme del territorio nazionale. Egli raccomanda altresì che il Centro includa nelle sue finalità la preparazione dei cittadini alla crescente integrazione europea, tenendo conto delle dimensioni attuali dell'Unione, del suo prossimo ampliamento ai paesi candidati e dei rapporti di partenariato con i Paesi mediterranei. L'informazione su tali aspetti e sul programma MEDA, in particolare, potrebbe offrire al Centro l'occasione per attingere a risorse aggiuntive e caratterizzarsi, fra gli analoghi centri istituiti negli Stati membri, come quello proiettato anche sulle politiche dell'Unione per il Mediterraneo. Il ruolo di riferimento e di coordinamento del Centro risulterà maggiormente apprezzabile se esso riuscirà a promuovere la collaborazione e il coordinamento con i soggetti che partecipano alle suddette reti comunitarie, nel rispetto della loro autonomia, e con gli altri soggetti, anche non governativi, che attualmente svolgono analoghe funzioni di informazione.
Rilevando che la documentazione trasmessa dal ministro Mattioli illustra in termini analitici la missione, gli obiettivi, i programmi di azione e gli aspetti organizzativi e gestionali dell’istituendo Centro, l’oratore osserva che viene ipotizzata anche la realizzazione di sportelli decentrati senza tuttavia precisare se ci si intenda avvalere di strutture ad hoc, che non sembrerebbero compatibili con le scarse risorse disponibili, ovvero collegare a strutture pubbliche esistenti come le scuole, di cui viene peraltro sottolineata l’importanza quali utenti dei servizi offerti dal Centro, e le biblioteche locali.
Prendendo positivamente atto che il Governo intende fare in modo che il Centro si avvalga delle più avanzate tecnologie di comunicazione – incluso Internet e call center – il Presidente relatore ne sottolinea le potenzialità ai fini della formazione degli operatori addetti all’informazione e alla documentazione su questioni europee ed auspica infine che esso possa adoperarsi, nel rispetto dell’autonomia dei vari soggetti interessati, per rendere più omogenea la presenza sul territorio di centri di riferimento o di sportelli per l’informazione e la documentazione.

Il ministro MATTIOLI sottolinea in primo luogo il proprio impegno nell’ambito del Consiglio dei Ministri affinché le Amministrazioni interessate vengano sollecitate a predisporre la documentazione necessaria per conferire adeguata efficacia al coinvolgimento del Parlamento nella fase ascendente del diritto comunitario.
L’oratore afferma inoltre l’intenzione del Governo, dopo aver consultato la Commissione europea, di coinvolgere immediatamente nel Centro, come socio ordinario, il Parlamento europeo. In merito alla sede del Centro il Ministro precisa che è stata accolta l’offerta dei locali dell’edificio in cui si trovano anche gli uffici di Roma della Commissione e del Parlamento europeo, in quanto immediatamente disponibili, ma che,
considerando le limitate risorse finanziarie in bilancio, a fronte degli elevati costi di locazione dei suddetti ambienti, ci si intende avvalere dell’offerta del Comune di Roma, non appena sarà possibile, concernente l’utilizzo di locali a titolo gratuito.
Sottolineando come il Centro dovrebbe consentire di superare l’esigenza di rivolgersi a presunti esperti e portaborse per acquisire informazioni sulle questioni europee, l’oratore afferma la disponibilità del Governo a sottoporre all’esame delle Commissioni parlamentari, per il parere, anche la designazione dell’amministratore delegato dell’istituendo GEIE. Tale parere sarà richiesto interpretando in modo estensivo la legge n. 178 del 2000 in quanto, a rigore, essa prevede la consultazione del Parlamento solamente sulla designazione degli organi direttivi, costituiti unicamente dall’Assemblea generale del Centro - che s’intende effettuata con il parere sull’atto in esame, il quale include l’indicazione dei rappresentanti del Governo nella suddetta Assemblea – ma non sull’organo di gestione, costituito appunto dall’amministratore delegato.
Il Ministro conviene altresì sulle indicazioni del Presidente relatore – che si dichiara disponibile a recepire - in merito agli obiettivi del Centro, la cui sede di Roma dovrà costituire il punto di partenza per estendere progressivamente le sue attività sul territorio. Al riguardo numerose città si sono già offerte per ospitare eventuali articolazioni del Centro, il quale dovrà anche svolgere una funzione di impulso per promuovere conferenze, seminari e sedi di dibattito su affari europei. Si dovrà tuttavia tener conto che le ridotte risorse iniziali, che ammontano a circa 3 miliardi, non potranno che rendere graduale l’estensione della presenza del Centro sul territorio, che si potrà articolare anche in relazione al coinvolgimento di nuovi interlocutori. Il Centro servirà comunque ad avvicinare l’Europa ai cittadini tenendo conto, come suggerito, dall’esigenza di potenziare l’informazione sul processo di ampliamento e sul partenariato euromediterraneo e delle opportunità offerte dallo sviluppo del coordinamento e della cooperazione con gli enti esistenti. Al riguardo ci si avvarrà degli strumenti d’informazione offerti dalla rete Internet – di cui il sito del Ministero delle politiche comunitarie offre già un valido esempio – mentre sono già in corso di definizione delle forme di collaborazione con le amministrazioni centrali, con le regioni e con gli altri enti.

Il senatore BETTAMIO rileva come i cittadini e gli operatori si rivolgano ad esperti per avere risposte su questioni e pratiche amministrative attinenti alle istituzioni comunitarie – quali richieste di finanziamenti, di borse di studio e stages – rispetto alle quali gli uffici periferici della Commissione europea non risultano strutture adeguate. Considerando, ad esempio, che l’istituzione del citato Centro di Lisbona non si è rivelato altro che un doppione del locale Ufficio di rappresentanza della Commissione europea, egli esprime le proprie perplessità sull’utilità di aggiungere un terzo ufficio alle attuali rappresentanze della Commissione europea di Roma e Milano.
Tenendo conto, tuttavia, che la decisione di fondo è stata già presa, l’oratore sollecita un rinvio dell’esame del provvedimento in titolo al fine di valutare quanto meno con la giusta attenzione le indicazioni più utili per conferire all’istituenda struttura la maggiore efficacia possibile.

Il presidente BEDIN precisa che la Giunta è chiamata ad esprimere il suo parere entro il 29 gennaio e ricorda che una decisione di principio è stata già assunta dal Parlamento con l’approvazione della legge n. 178 del 2000.

Il senatore MUNGARI esprime forti perplessità per la scelta della forma del GEIE che, trattandosi di una figura giuridica nata per disciplinare i raggruppamenti fra imprese, non appare la più adeguata per un ente che invece non sembra destinato a svolgere attività con fini di lucro. L’assoggettamento del futuro Centro al regime delle imprese lo espone peraltro ai rischi propri di tali soggetti, quali il fallimento e la liquidazione, aspetto che potrebbe indurre a valutare la possibilità di un ripensamento circa tale soluzione.
L’oratore domanda inoltre chiarimenti sull’articolazione degli organi del Centro, in quanto dai documenti disponibili si evince solamente la presenza di una Assemblea generale, e sottolinea l’esigenza di una più efficace azione di informazione sulle attività dell’Unione europea, soprattutto nelle regioni maggiormente periferiche.

Il senatore MAGNALBO’ condivide le considerazioni del senatore Mungari, compresa l’esigenza di una più diffusa informazione nelle realtà periferiche. A tale proposito l’oratore, ricordando di essersi attivato per l’istituzione di analoghi centri di documentazione in sede locale, chiede chiarimenti sulle possibili forme di collaborazione fra l’istituendo Centro ed altri soggetti quali associazioni di categoria, istituti di credito e fondazioni bancarie.

Il senatore BIASCO osserva che i riferimenti del Ministro alle forme di collaborazione con le regioni appaiono marginali laddove queste potrebbero invece arrecare un apporto significativo, purché coinvolte tempestivamente, anche alla luce delle risorse limitate di cui dispone l’istituendo Centro.

Il ministro MATTIOLI condivide le precisazioni del presidente Bedin ed evidenzia come il Governo non possa che applicare una legge approvata dal Parlamento, il quale ha altresì assunto la decisione di ricorrere alla forma del GEIE, fortemente sostenuta, a suo tempo, dalla XIV Commissione della Camera. Il Governo peraltro è ben consapevole delle implicazioni derivanti dal ricorso ad una figura che è assoggettata al regime delle imprese ma in questa fase pare difficile rivedere la legge istitutiva ovvero lo schema di intesa con la Commissione, che è stato concordato dopo una complessa trattativa.
Precisando che gli organi del Centro sono costituiti, oltre che dall’Assemblea generale, dal Comitato di sorveglianza e dall’Amministratore unico, l’oratore sottolinea l’importanza del ruolo di quest’ultimo che, benché non sia chiamato a gestire enormi interessi, dovrà costituire un elemento fondamentale per la vita del Centro, anche perché spetterà a lui formulare delle proposte all’Assemblea sulla struttura operativa, sulle forme di reclutamento e su altre scelte di grande responsabilità. Per tale motivo il Governo intende sottoporre al Parlamento anche la nomina di tale figura benché tale designazione non rientri formalmente fra quelle indicate dalla legge. Proprio il diretto rapporto con il Parlamento dovrebbe infatti costituire un punto di forza del Centro, venendolo a caratterizzare rispetto ad analoghe iniziative assunte in altri Stati membri, anche perché gli stessi parlamentari potranno così rappresentare direttamente le esigenze più sentite nelle rispettive realtà territoriali. Lo sviluppo delle interazioni con gli enti locali e regionali nonché con soggetti privati come le imprese costituisce infatti un obiettivo prioritario, che potrà essere perseguito anche avvalendosi dell’opportunità di coinvolgere tali soggetti quali soci ordinari.
In merito ai rapporti con le regioni il Ministro precisa infine come sulla questione dell’istituzione del Centro siano stati già avviati i contatti con il presidente del Piemonte Ghigo nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni.

Su proposta del presidente BEDIN la Giunta conviene di rinviare il seguito dell’esame.