AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

GIOVEDI' 1° MARZO 2001
353a Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE

Intervengono i sottosegretari di Stato per gli affari esteri Ranieri e per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica Pagano.

La seduta inizia alle ore 15,05.


PROCEDURE INFORMATIVE

Comunicazioni del Governo sulla destinazione del Padiglione italiano di Hannover 2000.

Il presidente MIGONE avverte che il sottosegretario Ranieri riferirà sulla destinazione finale del padiglione italiano all'Esposizione universale di Hannover, rimessa in discussione dalla decisione del comune di Bari di rinunciare alla donazione prevista espressamente dalla legge n. 36 del 28 gennaio 2000. Il Ministro degli affari esteri ha riferito al Consiglio dei Ministri, nella seduta del 2 febbraio scorso, sulle proposte di acquisizione avanzate dalla Fiera di Roma e dal comune di Trieste. Tale relazione è stata trasmessa alle Camere e si è pertanto ritenuto opportuno convocare un rappresentante del Governo per chiarire tutti gli aspetti della complessa vicenda.

Il sottosegretario RANIERI premette che l'Esposizione di Hannover si è conclusa il 31 ottobre 2000 e, ai sensi della legge n. 36 già citata, il padiglione avrebbe dovuto essere donato al comune di Bari, che però ha fatto presente di non disporre di fondi sufficienti a coprire le spese per il trasporto e il rimontaggio del padiglione, nonché i relativi oneri di urbanizzazione. Dopo un tentativo non riuscito di inserire un apposito stanziamento nella legge finanziaria 2001, il comune di Bari ha formalmente deciso di rinunciare alla donazione con una deliberazione del Consiglio comunale in data 26 gennaio 2001.
Poiché gli accordi sottoscritti con gli organizzatori dell' Expo 2000 prevedevano il termine del 28 febbraio 2001 per effettuare lo smontaggio, il Ministero ha chiesto e ottenuto una proroga, pagando una cauzione di 350 milioni di lire; la controparte tedesca ha comunque preteso che entro il 20 maggio prossimo il padiglione sia in avanzata fase di demolizione, ottenendo in caso contrario di poter incamerare la cauzione. Gli organizzazione dell' Expo si sono anche dichiarati disposti a smontare il padiglione, con un piccolo contributo da parte italiana, acquisendone la proprietà.
La società per azioni "Fiera di Roma" sin da novembre ha avanzato la propria candidatura ad acquisire il padiglione e, dopo aver acquisito le necessarie informazioni in merito alla possibilità di ottenere la relativa concessione edilizia, ha formalizzato la propria offerta impegnandosi a pagare tutte le spese necessarie per il trasporto e il rimontaggio del padiglione. Anche il comune di Trieste ha manifestato il proprio interesse ad acquisire il padiglione, nella prospettiva che sia accolta la sua candidatura ad ospitare un'esposizione internazionale tra il 2006 e il 2009, ma non ha assunto impegni circa il pagamento dei cospicui oneri connessi al trasferimento del padiglione. Pertanto l'unica offerta che può essere accolta, anche in considerazione della necessità di avviare subito i lavori di smontaggio del padiglione, è quella della Fiera di Roma.
Il Sottosegretario comunica poi che all'Esposizione universale di Hannover hanno partecipato 173 paesi, con un largo impiego di modernissime tecnologie, e che il padiglione italiano è stato tra quelli che hanno riscosso maggior successo, ricevendo circa 3 milioni di visitatori. Sotto il profilo finanziario, l'Esposizione non ha però raggiunto gli obiettivi che si prefiggevano i suoi organizzatori, poiché si è chiusa con un deficit di 2 milioni e mezzo di marchi.

Si apre il dibattito.

Il senatore CAMERINI prende atto delle comunicazioni del rappresentante del Governo, ma sottolinea che il sindaco di Trieste Illy ha scritto al Presidente del Consiglio in data 19 gennaio 2001, avanzando la candidatura della sua città, e che dopo due giorni il Ministero degli affari esteri gli ha inviato una risposta interlocutoria, da cui si evince chiaramente che in quella data la questione era ancora impregiudicata. Il successivo 29 gennaio il sindaco Illy ha inviato una nuova lettera in cui sollecitava chiarimenti circa le condizioni previste per poter acquisire il padiglione italiano, di cui la sua città avrebbe avuto bisogno nel caso - assai probabile - che ne fosse stata accolta la candidatura ad ospitare un'esposizione universale.
Pertanto non si comprende come il rappresentante del Governo possa affermare che soltanto la società per azioni "Fiera di Roma" abbia assunto l'impegno ad accollarsi le spese per il trasferimento del padiglione. Vi sono numerosi aspetti poco chiari, a cominciare da chi e quando abbia assunto la decisione, e vi è il fondato rischio che lo Stato debba accollarsi tra qualche anno oneri maggiori per l'esposizione che potrà essere ospitata dalla città di Trieste, avendo deciso di donare il padiglione alla Fiera di Roma.

Il senatore PIANETTA trova alquanto singolare che la società "Fiera di Roma" abbia potuto manifestare la propria disponibilità, sin dal mese di novembre, cioè ben prima che il comune di Bari rinunciasse alla donazione. E' poi assolutamente inaccettabile l'opinione secondo cui l'offerta del comune di Trieste sia stata tardiva, poiché il sindaco Illy ha inviato la prima lettera sette giorni prima che il consiglio comunale di Bari rinunciasse alla donazione e, tre giorni dopo tale deliberazione, ribadì la disponibilità della sua città, attendendo dal Governo l'indicazione degli oneri che il comune avrebbe dovuto accollarsi.
Si deve dunque ritenere che sia ancora possibile effettuare una valutazione comparativa di tutti i soggetti interessati all'acquisizione del padiglione, considerando anche l'interesse pubblico a valorizzare l'impiego di un'opera architettonica che il contribuente ha pagato a caro prezzo. In tale ottica non è certo irrilevante la candidatura della città di Trieste ad ospitare un'esposizione internazionale.

La senatrice SQUARCIALUPI sottolinea in primo luogo l'opportunità di definire procedure trasparenti per le operazioni di dismissione dei padiglioni dopo la conclusione delle esposizioni per le quali questi vengono allestiti.
Rileva poi come l'ipotesi di assegnazione del padiglione italiano di Hannover alla città di Trieste meriti attenta considerazione, anche perché sul piano politico potrebbe assicurare una preziosa opportunità di cooperazione transfrontaliera.

La senatrice DE ZULUETA manifesta forti perplessità sugli sviluppi della vicenda dell'assegnazione del padiglione di Hannover, rilevando come sia arduo considerare tardiva la richiesta formulata in tal senso dal comune di Trieste, visto che questa è stata avanzata sin dal 19 gennaio 2001, quindi addirittura qualche giorno prima della decisione definitiva del comune di Bari di rinunciare alla donazione prevista dalla legge. E' ben vero che la candidatura romana era stata espressa nel novembre precedente, ma non sembra giusto, e conforme a criteri di trasparenza, attribuire un carattere decisivo alla maggiore rapidità con la quale il comune di Roma è stato in grado di venire a conoscenza, attraverso canali non ufficiali, del profilarsi della rinuncia del comune di Bari.
In ogni caso, resta da chiarire come mai non sia stata data risposta alla richiesta avanzata dal comune di Trieste affinchè venissero formalmente comunicati i termini dell'offerta, e quali siano state le spese sostenute in relazione al protrarsi dell'occupazione del suolo ove è installato il padiglione.

Il presidente MIGONE rileva come, dalla successione degli atti e delle decisioni dei vari soggetti coinvolti, risulti evidente che nella riassegnazione del padiglione di Hannover, dopo la rinuncia del comune di Bari, non ci si è attenuti a procedure trasparenti, e si è rinunciato ad effettuare una comparazione fra le domande dei vari enti interessati.
Desta inoltre perplessità il tentativo di prospettare come avvenuto un coinvolgimento del Parlamento nell'ipotesi di attribuire il padiglione alla Fiera di Roma, visto che al momento vi è stata solo la trasmissione ai Presidenti delle Camere di una relazione svolta dal Ministro degli affari esteri in Consiglio dei Ministri, accompagnata dal preannunzio dell'invio di non meglio precisati "emendamenti" attuativi dell'ipotizzata scelta.
In conclusione, si augura che il Governo consideri con attenzione le indicazioni provenienti dal dibattito in corso, come pure dalla discussione svoltasi alla Camera, e definisca al più presto criteri operativi idonei a garantire la possibilità di una scelta fondata su una trasparente comparazione fra i vari enti candidati.

Il senatore CAMERINI rileva come, alla stregua delle indicazioni del dibattito odierno, il Governo debba essere chiamato a fornire più esaurienti chiarimenti circa i criteri finora seguiti, e a riconsiderare la scelta da esso prospettata a favore della Fiera di Roma sulla base di una adeguata ponderazione fra le varie soluzioni possibili.

Replica quindi agli intervenuti il sottosegretario RANIERI, rilevando come la discussione abbia fatto emergere, sia pure con accenti in generale più pacati, interrogativi e sollecitazioni per molti aspetti sovrapponibili alle risultanze del dibattito svoltosi alla Camera.
La scelta di indicare addirittura all'interno della legge l'ente che avrebbe dovuto ricevere in dono il padiglione non fu con ogni probabilità particolarmente felice. Con la rinuncia del comune di Bari, si è comunque determinata l'esigenza di individuare un destinatario alternativo, e a quanto gli risulta non esistono specifiche procedure per far fronte alle relative valutazioni.
Anche in considerazione delle difficoltà affiorate a suo tempo in occasione della discussione del provvedimento relativo alla partecipazione italiana all' Expo di Hannover, sarebbe stato forse opportuno, una volta intervenuta la rinuncia del comune di Bari, far precedere la scelta del nuovo assegnatario del padiglione da un confronto parlamentare, anche se è lecito dubitare che in altri paesi questioni del genere siano sottoposte all'esame delle Camere.
Dopo aver assicurato che le questioni affrontate nell'odierna seduta saranno attentamente considerate dal Governo, si riserva infine di dare risposta in tempi ravvicinati in modo più puntuale ai quesiti relativi alle modalità e ai tempi con cui sono state esperite le procedure, sottolineando come l'Amministrazione abbia comunque agito con scrupolo e trasparenza, in un contesto reso difficoltoso da normative farraginose.

Il presidente MIGONE prende atto dell'impegno annunciato dal sottosegretario Ranieri affinchè la Commissione sia informata in modo più approfondito sui criteri e gli indirizzi che sono stati finora seguiti nella vicenda del padiglione, auspicando che siano tempestivamente definite regole idonee ad evitare che in futuro in circostanze analoghe possano nuovamente determinarsi condizioni di incertezza.
Per quanto riguarda poi la destinazione della struttura, non essendo stata sottoposta al Consiglio dei Ministri non una delibera formale in senso favorevole alla candidatura della Fiera di Roma, ma unicamente una relazione illustrativa, risulta più agevole riconsiderare la questione, facendo precedere la scelta definitiva da una valutazione comparativa che a tutt'oggi non è stata effettuata.
Ringrazia quindi il Sottosegretario, e dichiara concluso il dibattito sulle comunicazioni del Governo.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di regolamento recante norme di attuazione della legge 25 luglio 2000, n. 209, concernente "Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati". (n. 853)
(Parere al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, della legge 25 luglio 2000, n. 209)
(Esame: parere favorevole con osservazioni)


Il relatore BOCO ricorda anzitutto che la legge n. 209 del 2000 prevede la cancellazione o la riduzione di crediti di aiuto e di crediti assicurati dalla SACE per un ammontare complessivo non superiore a 12 mila miliardi di lire. All'articolo 4 si stabilisce poi che, con un regolamento da emanare entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge siano fissati criteri e modalità per la stipula degli accordi di attuazione della legge medesima.
Tali accordi sono menzionati nell'articolo 3, al comma 1 - che fa riferimento ad accordi intergovernativi bilaterali con i singoli paesi interessati - e al comma 2, ove è previsto che l'annullamento dei crediti può essere "anche perseguito mediante utilizzo di tutti gli strumenti e meccanismi contemplati nell'ambito delle intese multilaterali raggiunte tra i paesi creditori". Lo scopo del legislatore era chiaramente di offrire al Governo gli strumenti per muoversi in autonomia rispetto alle organizzazioni internazionali, ritenendo insufficiente l'iniziativa multilaterale per la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo.
Lo schema di regolamento si discosta da questo punto fondamentale della legge n. 209 già citata ove prevede - articolo 3, comma 2 - che l'efficacia degli accordi bilaterali sia subordinata alla firma di un'intesa tra i paesi creditori partecipanti al Club di Parigi, organismo internazionale informale cui partecipano 19 governi tra cui l'Italia. Si tratta di un punto di straordinaria importanza per l'attuazione della legge n. 209 e, pertanto, sollecita chiarimenti dal Governo e una presa di posizione da parte dei Gruppi parlamentari.

La senatrice DE ZULUETA concorda con i rilievi critici del Relatore e propone di inserire nel testo del parere una precisa osservazione al riguardo. In realtà la ratio della legge n. 209 consiste appunto nell'esigenza di assumere iniziative bilaterali per superare la rigidità del Club di Parigi.

Il senatore MARINO fa presente che, nel corso di incontri internazionali cui ha partecipato, ha registrato grandi apprezzamenti per la legge n. 209 del 2000, soprattutto da parte di rappresentanti parlamentari dell'America Latina. Tuttavia non basta la mera approvazione della legge, ma occorre che sia applicata secondo i criteri voluti dal legislatore. Fa presente poi che l'articolo 7 di tale legge impegna il Governo a promuovere la richiesta, da parte delle istituzioni internazionali competenti, del parere della Corte internazionale di giustizia sulla coerenza tra le regole internazionali che disciplinano il debito estero dei paesi in via di sviluppo e i principi generali del diritto, con particolare riguardo ai diritti dell'uomo e dei popoli.

Il senatore PIANETTA osserva che il comma 2 dell'articolo 3 dello schema di regolamento, già criticato dal Relatore, contraddice un punto qualificante della legge n. 209. E' pertanto necessario che la Commissione ne chieda la soppressione.

Il sottosegretario PAGANO sottolinea che il Governo intende ancorare l'applicazione della legge a criteri di massima trasparenza e a parametri oggettivi, quali possano desumersi anche da intese con gli altri paesi creditori. Peraltro l'articolo 3 della legge n. 209 prevede espressamente che l'annullamento del debito può essere perseguito mediante gli strumenti contemplati nell'ambito delle intese multilaterali. Pertanto il comma 2 dell'articolo 3 dello schema di regolamento non può essere soppresso.

Il relatore BOCO propone di esprimere parere favorevole, con osservazioni critiche sull'articolo 3, comma 2, perché in contraddizione con il testo della legge n. 209, nonché con un riferimento alle iniziative di cui all'articolo 7 della legge, già ricordate dal senatore Marino.

Il presidente MIGONE dichiara che voterà a favore di tale proposta, osservando che il Ministero del tesoro sembra spesso attribuire alle organizzazioni internazionali - e in particolare alla Banca mondiale e al Fondo monetario - un carattere quasi sovranazionale.

La senatrice DE ZULUETA concorda con il parere proposto dal Relatore, osservando che in realtà non sono le organizzazioni internazionali a vincolare l'iniziativa italiana in materia di riduzione del debito, ma è il Governo che decide unilateralmente di subordinare la propria azione alle intese intercorse in ambito multilaterale.

Il presidente MIGONE, verificata la presenza del numero legale, pone ai voti la proposta di parere favorevole, con le osservazioni specificate dal Relatore.

La Commissione approva.

La seduta termina alle ore 16,20.