IGIENE E SANITA' (12ª)

MARTEDI' 25 LUGLIO 2000

341ª Seduta

Presidenza del Presidente
CARELLA

Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Fumagalli Carulli.

La seduta inizia alle ore 14,55.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, e successive modificazioni, per il potenziamento delle strutture per l'attività libero-professionale dei dirigenti sanitari” (n. 700).
(Parere al Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell’articolo 10, comma 2, della legge 13 marzo 1999, n. 133. Seguito dell'esame e rinvio).


Prosegue l'esame del provvedimento, sospeso il 19 luglio.

In apertura di seduta il senatore TOMASSINI invita il presidente Carella a constatare la mancanza del numero legale e fa presente che la 5a Commissione permanente non ha ancora trasmesso le osservazioni di sua competenza sullo schema di decreto legislativo in titolo.

Il presidente CARELLA, ricordato che la Commissione può ben procedere nella discussione e nella votazione del parere sullo schema di decreto legislativo indipendentemente dalle osservazioni che la 5a Commissione permanente riterrà di formulare e che verranno comunque allegate al parere, constata la mancanza del numero legale richiesto e sospende pertanto la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 15, è ripresa alle ore 15,30).

Il presidente CARELLA, constatata la presenza del numero legale, ricorda che nella precedente seduta è iniziata la discussione generale sullo schema di decreto legislativo.

Il senatore ZILIO sottolinea come la dizione di "disposizioni integrative e correttive" recata dal titolo del provvedimento in esame sia stata interpretata dai mass media in maniera alquanto squilibrata, giacché l'accento è stato posto soprattutto sulle presunte correzioni che lo schema di decreto legislativo introduce al precedente decreto n. 229, nel quale ha trovato corpo la cosiddetta riforma ter. In realtà lo schema di decreto in esame, come giustamente è stato rilevato dal relatore, non reca alcuno stravolgimento della riforma Bindi, ma si limita a dettare alcune opportune disposizioni integrative per meglio assicurarne la concreta attuazione.
Il senatore Zilio dichiara di condividere sia il parere sostanzialmente positivo espresso dal relatore sul provvedimento sia le osservazioni e i suggerimenti avanzati dal medesimo relatore: è questo il caso per quanto riguarda l'esigenza di consentire un immediato avvio delle procedure per la realizzazione delle strutture per l'attività libero-professionale, la quale deve giovarsi di risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle previste dall'articolo 20 della legge n. 67 del 1988. In ordine all'assunzione del personale di supporto necessario per lo svolgimento dell'attività libero-professionale, occorre prestare la massima attenzione al fine di evitare qualsiasi disfunzionale sovrapposizione con le attività di ricovero ordinario mentre, in riferimento all'articolo 6 dello schema di decreto, se è da condividere il principio in base al quale la rappresentatività delle organizzazioni sindacali è basata sulla consistenza associativa, è consigliabile integrarlo includendovi il riferimento alla effettiva diffusione sul territorio delle predette organizzazioni. Allo stesso modo è da condividere il suggerimento avanzato dal relatore di demandare ad un atto di indirizzo della Conferenza Stato-Regioni una riformulazione dell'articolo 7 in materia di accordi contrattuali tra le strutture sanitarie militari e il Servizio sanitario nazionale che eviti situazioni di difficile programmabilità e gestibilità finanziaria per le Regioni.
Il senatore Zilio esprime quindi consenso in ordine alla opportunità di incrementare l'autonomia regionale in materia di piani sanitari - assicurando peraltro il dovuto controllo da parte del Ministero sulla loro effettiva attuazione - nonché agli orientamenti indicati dal relatore per quanto concerne l'aggiornamento della disciplina della figura dei direttori generali delle ASL, dei criteri di definizione delle aziende ospedaliere e delle sperimentazioni gestionali.

Il senatore MIGNONE esprime, a nome dei Democratici, un giudizio positivo sullo schema di decreto in esame ed anche sulla relazione svolta dal senatore Mascioni. Il provvedimento rappresenta la concretizzazione dell'intenzione più volte ripetuta dal ministro Veronesi di dare attuazione alla cosiddetta riforma Bindi attraverso strumenti aggiornati che tengono conto delle esigenze emerse e delle osservazioni critiche avanzate dagli operatori. Sicuramente utili a tale obiettivo appaiono le disposizioni volte a prevedere uno stanziamento di 3.000 miliardi – che devono intendersi come aggiuntivi rispetto al fondo di cui all'articolo 20 della legge n. 67 del 1988 – per la realizzazione delle strutture necessarie all'attività intra moenia nonché quelle che consentono per tre anni l'utilizzazione degli studi privati; appaiono altresì positive le norme volte a consentire, tramite contratti di diritto privato, l'acquisizione di personale di supporto necessario all'espletamento dell'attività intramuraria. A tale ultimo proposito egli raccomanda che il parere venga integrato con l'indicazione della esigenza di prevedere, con particolare riferimento all'attività intramuraria dei medici chirurghi, la possibilità di utilizzare a tal fine le strutture delle case di cura convenzionate. Un'ulteriore esigenza che è opportuno raccogliere è quella di non penalizzare, per quanto concerne i criteri per la definizione delle aziende ospedaliere, quelle situazioni proprie delle Regioni di ridotte dimensioni in cui esiste un solo ospedale regionale che peraltro non esercita un forte richiamo extra regionale.

In un breve intervento, il senatore Roberto NAPOLI chiede a nome dell'UDEUR di inserire nel parere favorevole della Commissione sullo schema di decreto in esame il richiamo all'esigenza di introdurre una norma transitoria che consenta a quei medici che hanno optato per il regime di intra moenia nel termine previsto del 14 marzo 2000 di rivedere tale scelta, giacché successivamente alla data indicata sono state modificate condizioni rilevanti ai fini della medesima opzione. L'introduzione di tale norma transitoria sul carattere di irreversibilità dell'opzione consentirebbe di evitare un cospicuo contenzioso, in parte già in corso e che vede già alcune pronunce della Magistratura favorevoli ai ricorsi presentati dai medici interessati.


La senatrice Carla CASTELLANI esprime, a nome del Gruppo di Alleanza Nazionale, una valutazione radicalmente contraria sullo schema di decreto in titolo, che sconta le conseguenze di una riforma della disciplina delle incompatibilità dei dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale illiberale e autoritaria, nonché viziata da un'impostazione ideologica che, in quanto tale, spregia l'effettiva realtà delle strutture sanitarie e delle aspettative ed esigenze dei cittadini.
La stessa relazione illustrativa che accompagna lo schema di decreto legislativo riconosce l'esistenza di un "dissenso sostanziale" della gran parte degli operatori sanitari nei confronti del nuovo sistema dell'incompatibilità, ed afferma che tale dissenso avrebbe orientato negativamente i mezzi di comunicazione di massa e, di conseguenza, l'opinione dei cittadini. In realtà non è solo il dissenso dei medici, ma anche la valutazione negativa dell'utenza ad aver indotto il sistema mediatico, pure in gran parte controllato dal Governo o ad esso favorevole, ad esprimere critiche anche severe sul sistema costruito in questi quattro anni; del resto è stata proprio la consapevolezza dell'impopolarità della riforma a determinare, dopo la vittoria dell'opposizione alle elezioni regionali, la mancata conferma del Ministro Bindi nel nuovo Governo.
Purtroppo non è bastato cambiare il Ministro della sanità per cambiare realmente gli indirizzi di politica sanitaria; dopo talune dichiarazioni iniziali che avevano suscitato aspettative positive, infatti, il Professor Veronesi, prigioniero della logica perversa della riforma, non ha saputo predisporre altro che un provvedimento correttivo insufficiente e ambiguo, che finalizza ad un incerto completamento delle strutture per la libera professione intramuraria risorse già destinate all'ammodernamento del sistema ospedaliero nel suo complesso che - come si evince dalla relazione del senatore Di Orio conclusiva dell'inchiesta sugli ospedali incompiuti - è in gran parte vetusto.
La senatrice Castellani osserva poi come anche gli aspetti in qualche misura apprezzabili dello schema di decreto, come la revisione della nomenclatura dei dirigenti, vanno valutati in relazione ad un sistema, quello introdotto dal decreto legislativo n. 229 del 1999, che determina l'appiattimento professionale dei dirigenti sanitari e una negativa confusione delle responsabilità.

Il senatore DI ORIO rileva in primo luogo che dall'intervento della senatrice Castellani, così come da molte dichiarazioni di esponenti dell'opposizione, traspare il tentativo di accreditare la mancata riconferma del Ministro Bindi come un'implicita sconfessione della sua riforma da parte della maggioranza, e il Ministro Veronesi come un aspirante controriformatore ridotto all'impotenza da vincoli di carattere politico. In realtà si tratta di una interpretazione assolutamente strumentale, in quanto il Ministro Veronesi ha sempre rivendicato in tutte le sedi politiche l'assoluta continuità della linea del suo dicastero con le riforme introdotte in questi anni dal centro-sinistra.
L'opposizione ha più volte parlato, anche nel corso di questo dibattito, della riforma sanitaria voluta dal Ministro Bindi, e in particolare delle disposizioni relative alle incompatibilità dei dirigenti sanitari, come di provvedimenti illiberali e fonte di abusi nei confronti dei professionisti; evidentemente gli abusi nei confronti dei cittadini ed i privilegi determinati dal sistema finora vigente non preoccupano l'opposizione di centro-destra.
In realtà tutta l'iniziativa riformistica di questa legislatura è stata diretta a ridisegnare il sistema sanitario italiano nell'interesse dell'utenza, che ha mostrato di comprendere e apprezzare questo sforzo molto più di quanto si tenta spesso di far credere da parte di taluni settori dell'informazione.
Lo schema di decreto legislativo in titolo rappresenta un momento importante di questo processo riformatore, e anche le indispensabili modifiche suggerite dal Parlamento devono muoversi, così come fa il parere proposto dal relatore Mascioni di cui è evidente la spiccata impostazione federalista, nel segno del completamento e della realizzazione di tale processo.

Il senatore TOMASSINI osserva in primo luogo che la stessa necessità di futuri provvedimenti correttivi del decreto legislativo n. 229 del 1999, riconosciuta con l'articolo 10 della legge n. 133 dello stesso anno, testimonia il risultato fallimentare della politica sanitaria seguita dalla maggioranza negli ultimi quattro anni.
Mentre non uno degli obiettivi del Piano sanitario nazionale risulta conseguito, e mentre è aumentato il deficit finanziario del Servizio sanitario nazionale, il Governo e la maggioranza che lo sostiene hanno perseverato in questi anni nel tentativo di trasformare il Servizio sanitario nazionale secondo un modello tanto autoritario quanto fondamentalmente irrealizzabile.
Il senatore Di Orio ha affermato che i cittadini avrebbero apprezzato le riforme introdotte in questi anni: vi è da chiedersi che cosa abbiano potuto apprezzare quando a tutt'oggi il decreto legislativo n. 229 del 1999 continua ad essere di fatto disapplicato perché non applicabile.
Mentre il contratto del personale del Servizio sanitario nazionale, sottoposto ai rilievi della Corte dei conti, è attualmente vigente in via provvisoria, nella speranza che vengano reperite le risorse idonee ad onorarlo, il sistema della libera professione intramuraria viene forzatamente attuato, dando luogo ad un meccanismo perverso per il quale vengono stornate, come ha denunciato in un'audizione informale perfino la CGIL medici, risorse che dovrebbero essere destinate al miglioramento del sistema ospedaliero nel suo complesso per la realizzazione invece di strutture dedicate all'intra moenia. Si sancisce in tal modo un sistema sanitario pubblico differenziato, che eroga prestazioni che sono di fatto qualitativamente diverse ai meno abbienti e a coloro che possono permettersi di pagare; anche questi ultimi però, sono privati di qualsiasi libertà di scelta, continuando a non poter stipulare assicurazioni alternative al Servizio sanitario nazionale e vedendosi costretti a scegliere tra i soli medici indicati dalla sanità pubblica, ai quali peraltro quest'ultima finisce per estorcere una sorta di "pizzo".
Il Governo inoltre sembra avere le idee tutt'altro che chiare sui tempi di realizzazione di queste strutture, dal momento che mentre fissa l'irrealistica data del giugno 2001 per la realizzazione delle camere a pagamento, proroga per tre anni la possibilità di utilizzare gli studi privati; sarebbe stato più logico non porre alcun termine, che imporrà sicuramente future proroghe, e adeguare la velocità della riforma alla realtà delle cose.
L'oratore rileva quindi come dalla stessa relazione del senatore Mascioni risulti evidente l'assoluta improponibilità del sistema di reclutamento privo di qualunque garanzia, del personale di supporto per l'attività libero-professionale, di cui all'articolo 2, mentre suscita le più vive preoccupazioni la sostanziale deregolazione dei consulti introdotta con l'articolo 4.
Dopo essersi soffermato sui rischi derivanti dalle norme sull'integrazione della sanità militare nel Servizio sanitario nazionale, recate dall'articolo 7 del quale sarebbe opportuno lo stralcio, il senatore Tomassini esprime un parere fortemente negativo sulle proposte di modifica della disciplina del rapporto dei direttori generali avanzate dalle Regioni, e per fortuna per il momento accantonate, rilevando come la fissazione del limite di età a sessantacinque anni, il divieto di cumulo tra retribuzione e pensione, e l'incompatibilità con il collocamento in aspettativa avrebbero come conseguenza la rinuncia del Servizio sanitario nazionale ad utilizzare professionisti qualificati per la direzione delle aziende.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

CONVOCAZIONE DELLA SEDUTA DI DOMANI MERCOLEDI' 26 LUGLIO

Il presidente CARELLA, nel ricordare che la Commissione è tenuta ad esprimere il parere sullo schema di decreto legislativo n. 700 entro la corrente settimana, avverte che la Commissione stessa è convocata per le ore 14 di domani, mercoledì 26 luglio 2000, in un'ulteriore seduta oltre quella già prevista per le ore 8,30 di giovedì 27 luglio 2000.

La seduta termina alle ore 16,30.