GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee



Giovedì 5 novembre 1998

112a Seduta

Presidenza del Presidente

BEDIN








Interviene il ministro per le politiche comunitarie Letta.



La seduta inizia alle ore 8,35.



PROCEDURE INFORMATIVE



Comunicazioni del Ministro per le politiche comunitarie sugli indirizzi del Governo in merito ai rapporti con l'Unione europea


(R046 003, C23a, 0001°)


Il presidente BEDIN sottolinea come la presenza del Ministro per le politiche comunitarie costituisca anche il risultato delle sollecitazioni rivolte dalla Giunta e dalla Commissione per l'Unione europea della Camera al precedente Governo affinché individuasse un interlocutore stabile e specifico per gli affari comunitari. Tale problema era stato affrontato in precedenza affidando al sottosegretario agli affari esteri Fassino, cui va il riconoscimento della Giunta per l'attività svolta, una specifica delega e giunge finalmente ora a soluzione con la nomina di un Ministro cui l'oratore rivolge parole di apprezzamento.
Il Presidente rileva altresì che la giornata odierna potrebbe segnare un'ulteriore novità in quanto si riunirà la Giunta per il Regolamento nell'ambito della quale il relatore Smuraglia dovrebbe proporre, unitamente ad altre modificazioni, la trasformazione della Giunta per gli affari delle Comunità europee in Commissione permanente. Al riguardo l'oratore invita i rappresentanti dei Gruppi parlamentari a contattare i loro omologhi nella Giunta per il Regolamento onde informarli che tale trasformazione è stata proposta e sostenuta unanimemente da parte della Giunta per gli affari delle Comunità europee.

Il ministro LETTA dà atto alle Commissioni per gli affari europei delle due Camere dell'impegno profuso nei primi due anni e mezzo della legislatura affinché venisse individuata, nell'ambito del Governo, una figura espressamente preposta alle politiche comunitarie o, per meglio dire, alle politiche dell'Unione europea. Il Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri, peraltro, ha sofferto della mancata nomina di un Ministro preposto alla sua direzione negli ultimi due Governi, risentendone in termini di depauperamento del personale e di strutture logistiche e di definizione del proprio ruolo. La soluzione adottata negli ultimi mesi dal precedente Governo, con l'affidamento di una delega per gli affari europei al Sottosegretario agli affari esteri, ha costituito un primo progresso ma il cosiddetto "doppio cappello", sebbene abbia consentito di affrontare l'emergenza, non si è rivelato adeguato ai fini dell'individuazione di un assetto strutturale definitivo. L'attuale Governo ha avviato una ridefinizione dei rapporti tra Presidenza del Consiglio dei ministri e Ministero degli affari esteri in relazione al raccordo con l'Unione europea, problematica che è all'ordine del giorno di tutti i Governi degli Stati membri e che è resa ancora più complessa dalla trasformazione del ruolo e del modo di lavorare del Consiglio dell'Unione europea conseguenti alla riforma delle istituzioni comunitarie in corso.
Il Ministro illustra poi la prima area di impegno della propria attività, che sarà costituita dall'applicazione del diritto comunitario nell'ordinamento interno, materia che rappresenta in termini quantitativi la mole più gravosa di lavoro. Al riguardo l'oratore invita la Giunta a sensibilizzare le sedi competenti affinché sia consentita una rapida approvazione del disegno di legge comunitaria 1998 - tema che è stato oggetto di un colloquio con il Presidente del Senato - e assicura il massimo impegno affinché il disegno di legge comunitaria per il 1999 sia presentato entro il prossimo gennaio. Si rende tuttavia necessaria anche una riflessione sul procedimento di trasposizione delle direttive comunitarie, definito dalla cosiddetta legge La Pergola, legge n. 86 del 1989, poiché lo sviluppo della produzione legislativa comunitaria ha reso eccessivamente farraginoso, anche rispetto a un confronto con altri Stati membri, il meccanismo connesso alla legge comunitaria annuale. È necessario pertanto individuare delle forme di recepimento più rapide, e caratterizzate da maggiori automatismi, in merito alle quali la Giunta, soprattutto se sarà trasformata in Commissione permanente, sarà chiamata a svolgere un ruolo determinante.
Un altro campo di attività del Ministero sarà costituito dalla partecipazione al Consiglio mercato interno il cui ruolo, peraltro, dovrà essere ridefinito a seguito del completamento del mercato unico condotto sotto la guida del commissario Monti. Anche la riflessione su tale argomento potrà beneficiare dell'apporto della Giunta.
Un impegno particolarmente delicato che attende il Governo è quello della partecipazione alla produzione normativa comunitaria, cosiddetta fase ascendente, che viene affrontata da ciascuno Stato membro con soluzioni diverse in relazione all'esigenza di assicurare un coordinamento fra i vari Ministeri e il raccordo più efficace fra questi e l'Unione europea. Come dimostra la vicenda Malpensa si tratta di una materia di importanza fondamentale per l'Italia poiché può determinare un impatto non inferiore a quello delle riforme istituzionali. Sull'argomento il Governo non ha ancora formalmente definito una ripartizione di competenze e ruoli ma si impone l'esigenza di affrontare tali aspetti con la massima attenzione onde assicurare, evitando sovrapposizioni e conflitti istituzionali, il migliore coordinamento fra Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero degli affari esteri, Ministero del tesoro e altri ministeri nei rapporti con la Rappresentanza presso l'Unione europea e con le istituzioni comunitarie.
Nel rispetto delle competenze esercitate dai vari Dicasteri l'oratore rileva inoltre come un ulteriore terreno di attività per il proprio Ministero sarà costituito dalla individuazione degli strumenti necessari per una più efficace informazione sulle politiche europee nei riguardi di soggetti istituzionali, quali gli enti locali, dei cittadini e delle imprese.
Osservando come, in attesa della completa definizione delle deleghe, i suddetti indirizzi abbiano ancora un carattere non formalizzato, il Ministro annovera tra i compiti cui dovrà far fronte anche la direzione di un sottocomitato del CIPE che sarà preposto alla verifica della compatibilità della politica economica nazionale con i vincoli comunitari.
Rilevando i limiti di una struttura propria di un Ministero senza portafoglio l'oratore afferma il proprio impegno a realizzare uno strumento di raccordo con le politiche comunitarie che non sia episodico né legato alla permanenza in carica di un Ministro ma piuttosto assicuri una continuità istituzionale, prospettiva rispetto alla quale dovrebbero essere interessati tanto i Gruppi di maggioranza quanto i Gruppi di opposizione, trattandosi di una materia in cui le differenziazioni politiche sono più sfumate. In tale prospettiva il Ministro esprime l'intenzione di immettere nuove energie nel Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie - che peraltro necessita della soluzione di taluni problemi logistici - attingendo anche ad esperienze provenienti dal Parlamento europeo e dal mondo accademico. L'oratore sottolinea inoltre il ruolo protagonista delle Commissioni per gli affari europei dei due rami del Parlamento - soprattutto per quanto attiene i profili legislativi - in tale azione di upgrading della struttura amministrativa e chiede la loro collaborazione offrendo, per quanto la riguarda, la massima disponibilità.
Il presidente BEDIN apre il dibattito esprimendo la disponibilità della Giunta a sollecitare il Governo affinché le strutture del Ministero per le politiche comunitarie vengano rafforzate.
Il senatore VERTONE GRIMALDI ribadisce, come già affermato in altre sedi, che l'Italia è sempre pronta a riaffermare in termini retorici la propria passione europea salvo dimostrarsi impreparata a tutelare i suoi interessi nazionali in sede comunitaria. Considerando che i due termini della questione appaiono inversamente proporzionali l'oratore osserva come uno dei nodi di una più efficace partecipazione dell'Italia alla vita dell'Unione europea sia costituito dalla definizione di un adeguato rapporto di collaborazione fra i due Ministeri cui spettano le principali responsabilità in materia, quello per le politiche comunitarie e il Ministero per gli affari esteri. Rilevando come il processo di globalizzazione tende a far si che gli interessi economici e finanziari prevalgano sulla politica l'oratore afferma altresì che l'euro potrebbe costituire una sorta di gabbia dorata per l'Italia la quale, impreparata a competere con gli altri partner, potrebbe divenire un mero mercato di consumo, perdendo progressivamente potere di acquisto, fino ad essere emarginata dall'Europa.
Il senatore Vertone Grimaldi rileva inoltre come lo stato di degrado delle città italiane rispetto ad altre realtà urbane europee dimostri l'inadeguatezza dei processi decisionali della Pubblica amministrazione, osserva come i ritardi che hanno determinato i disagi di Malpensa siano prevalentemente ascrivibili ad Enti locali piuttosto che allo Stato centrale e sottolinea, infine, come le scelte europee in materia di alta velocità, che potrebbero privilegiare Francoforte a danno di Torino e Milano, non rientrino solamente nell'ambito della politica dei trasporti ma assumano una valenza strategica di politica estera.
Il senatore BETTAMIO rivolge sincere parole di augurio al Ministro e trae spunto dal suo intervento per soffermarsi sull'esigenza di una riforma del meccanismo previsto dalla legge comunitaria. Al riguardo illustra due iniziative concernenti, rispettivamente, un disegno di legge di modifica della legge La Pergola e una proposta di modifica del Regolamento del Senato auspicando che tale riforma possa essere avviata già a partire dal 1999.
Considerando che il Consiglio dell'Unione europea non è responsabile innanzi al Parlamento europeo l'oratore ritiene che debba essere valorizzato il ruolo della Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC), quale strumento di supporto dell'attività di controllo svolta dai Parlamenti nazionali sull'atteggiamento assunto dai rispettivi Governi in seno al Consiglio. In tale ambito potrebbero essere rivolte anche delle sollecitazioni da parte dei Parlamenti nazionali alle istituzioni comunitarie affinché vengano assunte delle iniziative legislative europee in settori quali l'immigrazione clandestina, cui non ci si può più limitare a far fronte con misure di polizia nazionali. Il fenomeno della migrazione, peraltro, andrebbe affrontato anche creando delle occasioni di lavoro nei Paesi di provenienza.
L'oratore afferma infine come, in considerazione degli scarsi margini di manovra che restano agli Stati con il moltiplicarsi di vincoli quali l'unione economica e monetaria, il patto di stabilità, le norme sulla concorrenza e altre politiche comunitarie, si renda indispensabile la massima collaborazione tra il Ministero per le politiche comunitarie e il Ministero per gli affari esteri per coordinare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea e rendere più incisivo il suo ruolo nell'ambito del Consiglio.
Il senatore NAVA esprime la propria soddisfazione per la ricostituzione della figura del Ministro per le politiche dell'Unione europea, così come sollecitata in passato dalla Giunta, nonché per la concretizzazione della prospettiva della trasformazione della Giunta in Commissione permanente. Ritenendo che tali passaggi siano indispensabili per l'esercizio del diritto-dovere della partecipazione all'Europa l'oratore condivide l'importanza delle questioni sollevate dai senatori Vertone Grimaldi e Bettamio e sottolinea l'esigenza di una presenza più marcata dell'Italia nell'Unione europea.
Il senatore LO CURZIO, nella prospettiva della trasformazione della Giunta in Commissione permanente, auspica una conseguente trasformazione in un Dicastero permanente della struttura diretta dal Ministro Letta, cui rivolge parole di apprezzamento anche a nome del suo Gruppo parlamentare.
In relazione alle varie aree di impegno illustrate dal Ministro l'oratore sottolinea l'importanza di una più efficace partecipazione dell'Italia al procedimento normativo comunitario, come dimostrano il caso Malpensa, che si avvia a soluzione, e quello del lavoro temporaneo nelle imprese portuali, oggetto di un provvedimento su cui egli è relatore in 8a Commissione, materia che è connessa a pesanti rilievi mossi dalla Commissione europea.
L'oratore invita infine il Ministro a farsi carico, d'intesa con il Ministero degli affari esteri e con il Ministero degli interni, di porre la questione dei fenomeni migratori nel Mediterraneo - la cui rilevanza è stata riconosciuta anche in occasione della Conferenza dell'Unione interparlamentare che si è svolta recentemente a Mosca - all'attenzione delle istituzioni comunitarie affinché possa essere affrontata a livello europeo.
Considerando che vi sono altri senatori iscritti a parlare e l'imminente avvio dei lavori dell'Assemblea il presidente BEDIN propone di rinviare il seguito del dibattito ad altra seduta. Tenendo conto della disponibilità offerta dal Ministro e degli impegni della Giunta il dibattito potrebbe proseguire il prossimo 19 novembre.
Conviene la Giunta sulla proposta del Presidente.

La seduta termina alle ore 9,25.