AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 1996


15a Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE

Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Toia.

La seduta inizia alle ore 16,10.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
(A008 000, C03a , 0001°)

Il presidente MIGONE dà lettura innanzitutto di una lettera del ministro Dini con la quale annuncia di avere semplificato l'iter di formazione dei disegni di legge di ratifica dei trattati internazionali, introducendo una sorta di silenzio-assenso al momento del concerto interministeriale. Ciò non può che costituire motivo di soddisfazione per la risposta alle numerose sollecitazioni sorte in Commissione Affari esteri.
Dà quindi conto di una seconda lettera del ministro Dini relativo allo stato di attuazione dei lavori della Conferenza intergovernativa per la revisione del Trattato di Maastricht con la quale offre alla Commissione disponibilità di documenti e di relativa discussione.

IN SEDE REFERENTE
(1028) Finanziamento italiano della PESC (Politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea) relativo alla applicazione dell'articolo J 11, comma 2 del Trattato sull'Unione europea
(Esame)

Il relatore GAWRONSKI introduce il disegno di legge di finanziamento italiano alla politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea sottolineando l'importanza di una posizione univoca su questo principio dell'Unione a cui l'Italia deve portare ulteriori stimoli; si deve tenere conto infatti che in previsione delle ulteriori adesioni all'Unione si rischia uno squilibrio verso Nord che possa deviare gli interessi dell'area mediterranea. Si comprende quindi l'importanza all'interno del quadro europeo di un impegnativo ruolo dell'Italia di sostegno a tutte le forme di partenariato con i paesi mediterranei. Purtroppo una vera politica estera e di sicurezza comune si è rilevata assai difficile in quanto le posizioni dei singoli Stati europei si sono presentate divergenti nei confronti dei problemi e si è potuto realizzare un intervento solo sotto forma di tendenza alla prevenzione per smussare le crisi mediante negoziati e comunque strumenti non militari. Passando al merito del disegno di legge in esame, osserva che il contributo alle azioni comuni mediante finanziamento diretto riveste carattere di eccezionalità ritenendosi preferibile - come del resto afferma nella sua relazione anche il Governo - la forma di finanziamento attraverso il bilancio stesso della Comunità. Dopo aver ricordato il parere espresso dalla Giunta per gli affari europei che auspica chiarezza nelle previsioni generiche dell'articolo 2, pur condividendo il principio del rilievo esprime dubbi sulla sua fattibilità concreta. Raccomanda pertanto l'approvazione del disegno di legge anche per dare un segnale della disponibilità italiana ad assumere le responsabilità del ruolo che le compete in sede di Unione europea.

Il senatore PORCARI, dopo aver espresso assoluto consenso alle osservazioni del relatore, come pure all'esigenza di chiarezza sollevata dal parere della Giunta degli affari europei, auspica una riflessione su questa politica estera comune che sembra ben lontana dall'essere tale, così come purtroppo si è avuto modo di verificare in tutte le crisi internazionali verificatesi. Si era parlato della creazione di un segretariato sovranazionale che seppur valido come primo passo non è sufficiente a raggiungere l'obiettivo di una politica estera, se non proprio comune, almeno coordinata. Poichè occorre comunque incoraggiare questo processo di integrazione europea voterà senz'altro a favore senza invocare restrizioni di spesa in un caso che non le merita.

Il presidente MIGONE ricorda che un elemento di continuità nella politica estera italiana è stato proprio l'impegno volto a stabilire le condizioni per una politica estera comune: questo processo è lungi da porsi in contraddizione con il futuro allargamento dell'Unione europea, in quanto non è la fortificazione delle istituzioni comuni bensì la sua debolezza che porterebbe lo squilibrio temuto.

Il sottosegretario TOIA, nell'apprezzare la sintonia emersa dal dibattito che porterà a sostenere soluzioni più coese alle iniziative politiche del Governo, concorda con l'ipotesi preferibile di finanziare la politica estera europea direttamente con il bilancio comune. Per quanto riguarda il dubbio sollevato nel parere della Giunta per gli affari delle comunità europee rileva che poichè le azioni previste nascono in casi di emergenza esse sono diversificate e non prevedibili e pertanto impossibili da esplicitare in anticipo: più opportuno sarà prevedere un meccanismo di verifica ex post.

Il senatore VERTONE, pur preannunciando il voto favorevole, si domanda se il frequente autoelogio dell'Italia in materia di impegni europei, in netto contrasto con la cautela e lo scetticismo di molti altri, manifesti una posizione di forza o piuttosto di debolezza della posizione nel contesto europeo.

Il senatore SERVELLO, nell'annunziare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza nazionale, osserva comunque che le relazioni tecniche così redatte sono estremamente vaghe e non permettono di verificare il seguito delle attività previste.

Il senatore ANDREOTTI esprime voto favorevole sottilineando l'utilità di questo disegno di legge che evita di suscitare poi di volta in volta singoli provvedimenti sparpagliati, concentrando l'attenzione sul merito del problema di avere un fondo comune per i finanziamenti delle azioni della politica estera dell'Unione europea.

Il presidente MIGONE, dopo aver ricordato i pareri favorevoli della 1a e della 5a Commissione pone ai voti il mandato al relatore Gawronski di riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge in esame.

La Commissione concorda all'unanimità.

(1213) Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione sui sistemi di difesa e relativo supporto logistico tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana ed il Ministero della difesa nazionale della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 16 settembre 1993 e a Seoul il 18 ottobre 1993
(Esame)

Il senatore JACCHIA, introducendo il memorandum d'intesa militare con la Repubblica di Corea osserva che questi tipi di atti in passato si svolgevano direttamente tra i competenti Ministeri della difesa e solo recentemente hanno rivestito la veste di veri e propri trattati internazionale. Si tratta di avviare le premesse per scambi tecnologici, per facilitare la cooperazione nella ricerca e nello sviluppo del materiale della difesa e nella fornitura di supporti logistici, al fine di aprire e ampliare nuovi mercati per il materiale della difesa e i relativi servizi, utilizzando le moderne tecnologie a vantaggio delle industrie del settore. Anche se il testo del memorandum appare dettagliato, segnala il persistere di rischi per l'impossibilità di un serio controllo nell'applicazione, soprattutto nell'ipotesi di triangolazione verso paesi terzi; la relazione tecnica inoltre prevede solo lo stanziamento di spesa per l'invio degli esperti mancando completamente una previsione sul momento successivo del controllo e della verifica delle attività poste in essere.

Il senatore PORCARI si domanda quale tecnologia sofisticata possa esportare un paese come l'Italia i cui Governi si sono impegnati negli ultimi 50 anni a demolire l'apparato difensivo e la ricerca scientifica del settore della difesa. Sembra quasi che si voglia finanziare una specie di turismo diplomatico con vaghi pretesti scientifici.

Il sottosegretario TOIA precisa che questo tipo di memorandum è volto a stabilire il quadro nel quale le iniziative potranno concretizzarsi secondo le occasioni e anche in base all'impegno e alla volontà dei componenti degli organismi misti che così si creeranno: si vuole solo fornire l'opportunità per dare un sostegno alle iniziative seguenti. Quindi può anche essere vero il contrario in quanto a volte tale iniziative vengono a mancare. Concorda con la necessità di una verifica periodica dei risultati per soddisfare l'esigenza di controllo e di chiarezza.

Il presidente MIGONE, dopo aver ricordato i pareri favorevoli della 1a, della 4a e della 5a Commissione, pone ai voti il mandato al relatore Jacchia di riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge in esame.

La Commissione concorda all'unanimità.

(1214) Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dei materiali per la difesa tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana ed il Ministero della difesa della Repubblica indiana, fatto a Roma il 4 novembre 1994
(Esame)

Il relatore JACCHIA, passando al secondo memorandum in esame, ne sottolinea la maggior delicatezza in quanto si tratta di una cooperazione nel campo dei materiali per la difesa con la Repubblica indiana, paese possessore della potenza atomica. Il testo appare pertanto più dettagliato concordando la cooperazione, nel campo dei materiali per la difesa e degli scambi di tecnologia e servizi, prevedendo un comitato misto responsabile dell'individuazione dei settori di possibile cooperazione, precisando altresì una serie di garanzie di sicurezza e segretezza. Rimane comunque la difficoltà del controllo sull'applicazione nonchè la protezione da possibili triangolazioni con paesi terzi.

Il senatore PORCARI esprime alcune perplessità per quanto riguarda l'atteggiamento generale dell'India, paese che ha dimostrato una sua politica militare molto autonoma, nonchè un grado molto elevato di affinamento della sua tecnologia, cosa esattamente opposta a quella dell'Italia che ha distrutto in materia ogni suo potenziale.

Il senatore PIANETTA evidenzia perplessità in quanto l'India non ha firmato recentemente il Trattato di messa al bando degli esperimenti nucleari e ciò rappresenta un indice di un atteggiamento generale verso la comunità internazionale decisamente dubbioso.

Il presidente MIGONE rileva l'opportunità di prevedere procedure di controllo sull'espletamento delle attività conseguenti all'entrata in vigore di questo memorandum che, pur non avendo un oggetto connesso con il bando degli esperimenti nucleari, offre tuttavia uno spunto per un indirizzo politico chiaro in materia, eventualmente da specificare attraverso un apposito ordine del giorno.

Il sottosegretario TOIA, condividendo le esigenze di controllo e chiarezza sull'applicazione di un Trattato che va ad incidere in un paese come l'India che ha prestato il fianco a critiche per la mancata firma del Trattato ricordato, osserva che per quanto riguarda le garanzie previste dall'articolo 7 del memorandum non vi è modo nè altra forma giuridica di prevenzione nè di controllo, per cui rimane solo la possibilità di rafforzare l'impegno dei responsabili della Commissione mista.

Il senatore ANDREOTTI invita la Commissione a riflettere sul fatto che in questa fase il Parlamento non può tirarsi indietro rispetto ad una firma di un Trattato internazionale che ha già impegnato il nostro Governo: annunzia pertanto il proprio voto favorevole.

Il senatore SERVELLO, non convinto da quest'ultima precisazione, osserva che se dalla firma del memorandum ad oggi, per ben due anni gli impegni sono rimasti sulla carta non si corre più il rischio di perdere l'immagine. Inoltre si domanda perchè mai non utilizzare in queste Commissioni miste il personale del corpo diplomatico italiano in loco ed in particolare gli addetti militari e commerciali.Annunzia pertanto il proprio voto contrario.

Il senatore PORCARI, precisando il motivo del voto contrario rispetto ad altri memorandum analoghi, chiarisce che ciò è dovuto all'esigenza di manifestare un atteggiamento politico verso l'India che sanzioni il rifiuto di adeguamento al comportamento seguito dalle maggiori potenze nucleari.

Il senatore BRATINA annunzia il proprio voto favorevole per l'esigenza di sostenere con continuità la firma già apposta dal Governo italiano, il che non toglie l'urgenza di approntare procedure che forniscano al Parlamento informazioni per blocchi di questioni fra cui quella della cooperazione militare in primo luogo.

Il relatore JACCHIA, associandosi alla constatazione del senatore Andreotti, raccomanda alla Commissione l'approvazione di un Trattato ormai firmato dal Governo italiano che trova comunque ragion d'essere e vantaggi per l'Italia nelle opportunità offerte al miglioramento tecnologico e commerciale tra i due paesi.

Il presidente MIGONE, dopo aver ricordato i pareri favorevoli della 1a, della 5a e della 7a Commissione, pone ai voti il mandato al relatore Jacchia di riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge in esame.

La Commissione concorda a maggioranza.

(1215) Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa riguardante la cooperazione per i materiali della difesa e supporto logistico tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana ed il Dipartimento della difesa dell'Australia, fatto a Roma il 27 aprile 1995
(Esame)

Il relatore JACCHIA introduce brevemente il memorandum di cooperazione militare con l'Australia, osservando come esso sia volto a favorire la cooperazione e lo scambio dei materiali, dei servizi, e delle informazioni, potenziando le opportunità di trasferimento di reciproche tecnologie e sistemi nella produzione e manutenzione di equipaggiamenti per la difesa. Anche questo Trattato prevede la creazione di un comitato misto per l'attuazione degli scopi prefissi e ne raccomanda pertanto l'approvazione.

Il sottosegretario TOIA si associa alle conclusioni del relatore.

Il presidente MIGONE, dopo aver ricordato i pareri favorevoli della 1a, della 4a e della 5a Commissione, pone ai voti il mandato al relatore Jacchia di riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge in esame.

La Commissione concorda all'unanimità.

(1216) Ratifica ed esecuzione della Convenzione di cooperazione nel campo militare tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina, fatto a Tunisi il 3 dicembre 1991
(Esame e rinvio)

Il relatore JACCHIA rileva innanzitutto la diversità del presente Trattato da quelli precedenti, richiamando l'attenzione sul carattere di vera e propria convenzione di cooperazione nel campo militare con la Repubblica tunisina. Esso risale a ben cinque anni fa ed è opportuno chiedere al Governo se da allora in poi questo rapporto bilaterale sia stato riesaminato alla luce della mutata realtà della sponda sud del Mediterraneo: da un lato alcuni sono portati a sconsigliare cooperazioni militari con paesi molto vicini a fenomeni di terrorismo e di estremismo islamico dall'altro molti credono che si debba cogliere l'occasione per tener vivo un rapporto con un paese sempre leale con il mondo occidentale.

Il senatore PORCARI, riallacciandosi alle valutazioni politiche presentate dal relatore, ritiene più prudente un momento di riflessione che tenga conto dei cambiamenti intervenuti dalla firma di questa convenzione ad oggi, il tutto tenendo presente gli impegni di politica mediterranea che l'Italia ha sottoscritto che prevedono la massima collaborazione a quei paesi che dimostrano il sostegno ai valori occidentali.

Il senatore ANDREOTTI si dichiara favorevole ad una pausa di riflessione per valutare i cambiamenti intervenuti da quando nel 1991 evidentemente il Governo italiano volle dare un segno di presenza alla Tunisia in base alla situazione dell'epoca.

Il senatore SERVELLO si associa a quest'ultima considerazione chiedendo altresì chiarimenti sul capitolo relativo alla protezione delle informazioni militari così dettagliato da prevedere un successivo accordo ad hoc.

Il sottosegretario TOIA ricorda che in questi ultimi anni i rappresentanti diplomatici della Tunisia sono stati estremamente attivi nel sollecitare impulsi in tutti i campi, manifestando un chiaro desiderio di intensificare i rapporti con l'Italia: evidentemente è questo un paese che offre collaborazione in campo mediterraneo e non deve essere sottovalutato il delicato momento che tutta la zona del fronte sud attraversa.

Il relatore JACCHIA, riallacciandosi a quanto detto dal sottosegretario, suggerisce di approfondire mediante i contatti in corso l'attualità dell'interesse alla cooperazione militare.

Il presidente MIGONE informa che in mancanza della trasmissione del prescritto parere da parte della 1a Commissione, il regolamento impone il rinvio della discussione.

La Commissione concorda.

IN SEDE DELIBERANTE
(1340) Deputati OCCHETTO ed altri - Norme per il sostegno dell'attività della Delegazione generale palestinese in Italia e per l'autorizzazione ad amministrazioni pubbliche e ad enti di promozione commerciale e di protezione assicurativa ad operare nei territori palestinesi della Cisgiordania e di Gaza, approvato dalla Camera dei deputati
(Discussione e rinvio)

Il presidente MIGONE illustra il disegno di legge, presentato alla Camera da tutti i Gruppi parlamentari, in un testo di cui l'articolo 1 riproduce una proposta di legge decaduta per lo scioglimento delle Camere e l'articolo 2 reca disposizioni del decreto-legge n. 238 del 1996, che non è stato convertito in legge nè reiterato.
Con il primo articolo si stanzia un contributo annuo di 500 milioni di lire, per il triennio 1996-1998, a favore della Delegazione generale palestinese in Italia, che non riesce a far fronte alle spese di funzionamento. L'articolo 2 autorizza tutte le amministrazioni pubbliche e, in particolare, gli enti di protezione assicurativa e di promozione commerciale ad operare nei territori palestinesi, superando alcune difficoltà che potrebbero derivare dal fatto che l'amministrazione palestinese non costituisce un ordinamento statale.
Rilevato che l'approvazione del disegno di legge avrebbe il significato di un chiaro sostegno al processo di pace, il presidente Migone conclude sottolineando l'opportunità di un forte segnale politico in questo senso proprio in ragione della difficile crisi scoppiata tra il nuovo Governo di Israele e l'Autorità nazionale palestinese.

Si apre la discussione generale.

Il senatore PORCARI, pur dichiarando di condividere le ragioni politiche a favore del disegno di legge, rileva che i ricchi paesi arabi produttori di petrolio stranamente fanno mancare il loro sostegno finanziario ad Arafat proprio in questi anni in cui sembra aver abbandonato la via del conflitto armato. In ogni caso ammette di avere una riserva di ordine morale nell'appoggiare la concessione di un contributo per il funzionamento di una rappresentanza straniera, mentre in Sicilia una larga parte della popolazione versa in una situazione di miseria.

Il senatore ANDREOTTI condivide le considerazioni del Presidente e sottolinea l'urgenza di approvare il disegno di legge, a causa del preoccupante stallo del processo di pace nel Medioriente. La nuova leadership di Israele è vincolata dalla posizione contraria agli accordi di Oslo che ha assunto in campagna elettorale e, per di più, è condizionata pesantemente dal successo dei partiti religiosi e dal primo partito etnico affermatosi in Israele, quello degli immigrati russi. Peraltro si deve riconoscere che Arafat è in grave difficoltà, anche all'interno dell'OLP, perchè è mancato il sostegno economico-internazionale che era stato promesso ai palestinesi nel 1993.
In tale contesto, l'Unione europea dovrebbe riprendere l'iniziativa politica che si espresse nella Dichiarazione di Venezia del 1980 ma che da molti anni risulta appannata, tanto più che il fallimento del summit di Washington dimostra che l'influenza degli Stati Uniti non è più sufficiente a determinare un successo del negoziato di pace.

Il senatore VERTONE fa presente al senatore Porcari che non vi è alternativa tra la solidarietà ai palestinesi e lo sviluppo del Mezzogiorno, anche perchè la Sicilia e l'Italia meridionale si gioverebbero molto delle prospettive di sviluppo economico che potrebbero derivare dalla pace in Medio Oriente. Si dichiara quindi favorevole al disegno di legge, che ritiene coerente con i genuini interessi nazionali.

Il senatore SERVELLO dichiara che il Gruppo di Alleanza nazionale è favorevole all'approvazione del disegno di legge, in coerenza con la posizione assunta dallo stesso Gruppo alla Camera dei deputati. Tale posizione deriva non solo dal consenso su questo specifico provvedimento, ma anche da una politica decisamente favorevole al dialogo con tutti i paesi del Mediterraneo e, in particolare, con il mondo islamico. Del resto il Senato ha recentemente approvato un disegno di legge che riconosce lo status diplomatico alla missione della Lega degli Stati arabi, sul quale è stato egli stesso relatore.

Il senatore RUSSO SPENA preannunzia che voterà a favore del disegno di legge, in quanto l'Italia non può certo disinteressarsi della crisi mediorientale, ma deve intervenire attivamente a sostegno della pace. Dichiara inoltre di condividere la grande importanza del dialogo euromediterraneo per il paese e, in particolare, per la Sicilia, la quale non potrà che giovarsi di un clima di cooperazione tra l'Europa e il mondo arabo.

Il senatore PIANETTA si dichiara favorevole al disegno di legge, sia per il suo concreto contenuto sia per l'indubbio significato politico di sostegno al processo di pace.

Il sottosegretario TOIA ribadisce il pieno appoggio del Governo al disegno di legge, la cui approvazione è urgente non solo per ragioni politiche, ma anche per evitare che vada in economia l'accantonamento previsto nel fondo globale per il 1996.

Rispondendo ad una domanda del senatore SERVELLO, il presidente MIGONE fa presente che l'articolo 2 del disegno di legge autorizza gli enti pubblici a considerare l'Autorità nazionale palestinese alla stessa stregua di un Governo straniero, non già perchè le leggi che ne regolano l'attività impongano di intervenire soltanto nei territori in cui esista un'autorità governativa ben definita; l'ostacolo che s'intende superare è costituito dalle obiezioni degli organi di controllo, che sovente interpretano estensivamente i principi recati da altre leggi.
Il Presidente prende poi atto del larghissimo consenso all'approvazione del disegno di legge e ricorda che le conferenze internazionali di Casablanca e di Barcellona sono nate dalla convinzione che vi sia un nesso indissolubile tra il processo di pace e lo sviluppo economico in Medi Oriente.

Il senatore PORCARI interviene per precisare la sua posizione, ribadendo di condividere l'opportunità del disegno di legge sotto il profilo politico. La sua riserva morale si riferisce alla continua emorrogia di denaro pubblico verso i paesi del Terzo mondo, soprattutto nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, che gli sembra paradossale dal momento che l'Italia stessa ha regioni sottosviluppate al suo interno. Peraltro lo stanziamento di 500 milioni all'anno a favore della Delegazione generale palestinese costituisce un intervento assai limitato. Resta il dubbio se la stessa somma di danaro non sarebbe stato più giusto spenderla a favore delle popolazioni palestinesi.

Il senatore RUSSO SPENA fa presente che anche i membri della Delegazione palestinese hanno disponibilità finanziarie talmente esigue da non potersi più permettere di risiedere a Roma.

Il senatore D'URSO concorda con le argomentazioni del Presidente e del Sottosegretario e preannunzia che voterà a favore del disegno di legge.

Anche il senatore BRATINA preannunzia che il Gruppo della Sinistra democratica-l'Ulivo voterà a favore del disegno di legge, di cui auspica una rapida approvazione.

Il presidente MIGONE dichiara chiusa la discussione generale ed avverte che, non essendo pervenuti tutti i pareri previsti, il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Proposta di indagine conoscitiva sull'attuazione della legge n. 185 del 1990 e sullo stato dei controlli in materia di importazione, esportazione e transito degli armamenti
(R048 000, C03a , 0002°)

Il presidente MIGONE riferisce alla Commissione che gli Uffici di Presidenza della 3a e della 4a Commissione, riunitisi lo scorso 3 ottobre, hanno concordato di sottoporre alle rispettive Commissioni la proposta di una indagine conoscitiva, da svolgersi congiuntamente sullo stato dei controlli in materia di commercio internazionale degli armamenti e, in particolare, sull'attuazione della legge n. 185 del 1990. Ricordato che tale legge fu esaminata dalla 3a e dalla 4a Commissione riunite, rileva che recenti episodi di cronaca fanno dubitare dell'efficacia della sua applicazione. Si rende pertanto necessario svolgere, previo consenso del Presidente del Senato, una indagine conoscitiva nel cui ambito sarà possibile procedere all'audizione dei responsabili politici e burocratici delle pubbliche amministrazioni interessate.
Rispondendo poi ad una domanda del senatore SERVELLO, precisa che ai lavori dell'indagine hanno diritto di partecipare tutti i componenti delle due Commissioni, ma auspica che ciascun Gruppo incarichi almeno un senatore a partecipare all'indagine in maniera costante ed impegnativa.

Il senatore ANDREOTTI si dichiara favorevole alla proposta di indagine conoscitiva e suggerisce di acquisire la documentazione raccolta dagli organismi delle Nazioni Unite che hanno studiato il problema del commercio degli armamenti, in vista della stipulazione di un accordo in tale materia.

Il senatore SERVELLO chiede se anche la Camera dei deputati intende svolgere una indagine nella stessa materia.

Il presidente MIGONE osserva che, in tal caso, i Presidenti delle due Camere possono raggiungere un'intesa, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento del Senato, affinchè le Commissioni dei due rami del Parlamento procedano congiuntamente.

La Commissione, all'unanimità, conviene di richiedere al Presidente del Senato l'autorizzazione a svolgere una indagine conoscitiva sull'argomento in titolo, con le modalità indicate dal Presidente.

La seduta termina alle ore 18,50.