TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

MERCOLEDI' 13 OTTOBRE 1999

358ª Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI
indi del Vice Presidente
MANFREDI


Intervengono il sottosegretario di Stato per l'interno, con delega per la protezione civile, Barberi e il ministro per i beni e le attività culturali Melandri.

La seduta inizia alle ore 14,30.


IN SEDE CONSULTIVA

(4237) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2000 e bilancio pluriennale per il triennio 2000-2002

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno finanziario 2000 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tab. 8) Stato di previsione del Ministero dei lavori pubblici per l'anno finanziario 2000 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tab. 17) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2000 (limitatamente alle parti di competenza)
- (Tab. 18) Stato di previsione del Ministero dell'ambiente per l'anno finanziario 2000.
(4236) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2000)

(Rapporti alla 5a commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Rapporto sulla parte di competenza della Tabella n. 17 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria: favorevole con osservazioni)

Riprende l'esame sospeso nella seduta antimeridiana.

Il presidente GIOVANELLI avverte che il Ministro dell'interno ed il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Minniti sono impossibilitati a presenziare la seduta ed hanno pertanto all'uopo delegato il sottosegretario di Stato per l'interno, Barberi.

La Commissione prende atto.

Il relatore CAPALDI riferisce sulle parti di competenza della tabella n. 2 del bilancio dello Stato e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria. L'inserimento dei centri di responsabilità sulla Protezione civile e sui Servizi tecnici nazionali nello stato di previsione del Ministero del tesoro sono avvenuti nell'ottica della riforma dei Ministeri, operata con decreto ministeriale n. 300 del 1999: c'è però necessità di completare tale nuovo disegno della pubblica amministrazione di settore con una legge quadro sulla protezione civile, nella quale raccordare i Servizi tecnici ricondotti alla relativa agenzia.
Le situazioni emergenziali incidono sull'ammontare della spesa per gli investimenti, ma essa è anche stata riorientata secondo le nuove priorità di coordinamento con la finanza locale; una nuova politica della protezione civile sempre più implica nuove forme di organizzazione, che – facendo tesoro delle esperienze accumulatesi a livello internazionale, anche sull'utilizzo dello strumento assicurativo – coniughino oculatezza nella spesa e corrispondenza alle esigenze dei cittadini. In tale ottica, va rilevata la disomogeneità dei residui, che comporta una difficoltà interpretativa nella leggibilità degli strumenti di bilancio; peraltro, non si può non rilevare la discrasia tra le spese per il personale dei Servizi tecnici, che ammontano a 59 miliardi di lire, e quelle per il personale della protezione civile, che si limitano a 17 miliardi.
Preannuncia pertanto la volontà di richiedere alla Commissione la redazione di un rapporto favorevole, con le osservazioni che dovessero emergere dal dibattito.

Il presidente MANFREDI richiede al rappresentante del Governo se intenda intervenire preliminarmente alla discussione.

Il sottosegretario BARBERI invita a distinguere concettualmente gli stanziamenti per la protezione dagli impegni di spesa disposti per legge od ordinanza: pur essendovi stata una riduzione significativa dei residui passivi, quelli ancora esistenti derivano essenzialmente da questi ultimi impegni di spesa, soprattutto quando disposti da leggi intervenute da due anni a questa parte. Si tratta per lo più di limiti di impegno per mutui attribuiti alle regioni, per cui non riflettono inefficienze di spesa ma vincoli di bilancio.
A fronte di molteplici spese obbligatorie (le convenzioni con il Ministero della difesa e con istituzioni scientifiche, le gestioni di elicotteri, Canadairs e containers), gli stanziamenti in tabella C della legge finanziaria appaiono soddisfacenti: 260 miliardi si aggiungono ai 140 di copertura di mutui regionali; il fondo di manovra per le nuove emergenze ammonta poi a 107 miliardi di lire. Semmai, andrebbe mantenuta una maggiore detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie in aree sismiche, allo scopo di assicurarne valenza incentivante rispetto alla rimanente parte del territorio nazionale. Insoddisfacente appare soltanto il mancato rifinanziamento di alcune leggi su calamità antiche, il completamento della cui ricostruzione non è ancora avvenuto: si tratta della legge del 1984 sull'Italia centrale e quella del 1987 sui dissesti idrogeologici in Sicilia e Molise. In compenso, annuncia che la revoca dei finanziamenti inutilizzati in due anni ha consentito il recupero di 270 miliardi di lire, utilizzati per nuovi interventi disposti con ordinanze di protezione civile.
Il nuovo quadro istituzionale offerto dai decreti legislativi nn. 112 del 1998 e 300 del 1999 comporta una stretta cooperazione con gli enti locali; la scelta di sottoporre i Vigili del fuoco alla mera dipendenza funzionale della futura agenzia di protezione civile, poi, pur disattendendo le indicazioni parlamentari (favorevoli anche ad un dipendenza gerarchica, che invece è mantenuta nei confronti del Ministero dell'interno) dovrebbe consentire comunque l'esercizio di un ruolo incisivo nella formazione del volontariato e nella gestione delle emergenze: a tal fine opererà il rappresentante del Governo, oltre a valorizzare il ruolo della Conferenza unificata nella definizione delle relative direttive. E' imperativo assicurare la celere entrata in vigore della delega al Governo sulle misure successive alle calamità naturali, compreso quel modello assicurativo la cui formulazione discende da codesta Commissione; alla Camera la relativa disposizione è stata stralciata, nonostante vi si risolvesse il problema del finanziamento di interventi di prevenzione.
Il trasferimento alla nuova agenzia solo di alcuni compiti dei Servizi tecnici nazionali, in materia di rischio sismico, dovrebbe essere completato con una consequenziale ripartizione dei finanziamenti di cui alla legge n. 183 del 1989; la prassi, peraltro, ha sin qui visto principalmente la Protezione civile valersi della consulenza che, per legge, i Servizi dovrebbero dare a tutte le pubbliche amministrazioni richiedenti. Giudica paradossale che, a fronte di disponibilità complessive di appena 11 miliardi, la spesa per il personale dei Servizi ammonti a 60 miliardi: occorre risolvere tale contraddizione mediante una celere messa a disposizione delle risorse umane esistenti, di mezzi economici e strumenti operativi tali da garantire l'effettivo esercizio dei compiti attribuiti dalla legge.

Si apre la discussione, nella quale interviene il senatore LO CURZIO: egli esprime apprezzamento per la direzione impressa dal Sottosegretario al Dipartimento, ma lamenta le rimodulazioni effettuate negli interventi per le aree colpite dal sisma del 1990 in Sicilia orientale; preannuncia l'intenzione di presentare nelle sedi competenti un emendamento che incrementi tale previsione di spesa.

Il presidente GIOVANELLI, congedando il sottosegretario Barberi, avverte che il seguito della discussione sulle parti di competenza della tabella n. 2 (e corrispondenti del disegno di legge finanziaria) proseguirà nella seduta pomeridiana di domani.
Si passa quindi all'esame delle parti di competenza della tabella n. 17 e corrispondenti del disegno di legge finanziaria.

Il relatore PAROLA riferisce sulla parte di competenza della tabella n. 17 – beni ambientali e paesaggistici – nonché sulle parti connesse del disegno di legge finanziaria, rilevando innanzitutto come il centro di responsabilità n. 6 rechi una previsione in termini di competenza per l'anno finanziario 2000 pari a poco più di 11 miliardi di lire, di cui 9 miliardi e 400 milioni destinati alle spese correnti e poco meno di 2 miliardi alle spese in conto capitale. Queste ultime sono relative, per la gran parte, alla realizzazione del sistema cartografico ambientale nazionale, alla redazione dei piani paesistici e alla progettazione di interventi di tutela ambientale e paesaggistica. La quasi totalità della cifra stanziata per tali voci è giuridicamente vincolata. Quanto invece alle spese correnti, quasi 7 miliardi in termini di competenza sono relativi alla gestione del personale e circa 2 miliardi concernono la gestione di beni e servizi. Complessivamente, la quota giuridicamente obbligatoria delle spese correnti ammonta a circa 6 miliardi e mezzo di lire. Quanto poi ai residui, essi risultano di poco inferiori rispetto alle previsioni di cui alla legge di bilancio per l'anno finanziario 1999: in particolare, sono previsti circa 1 miliardo e 150 milioni di residui per le spese correnti e poco meno di 1 miliardo e 700 milioni per le spese in conto capitale.
Nella sostanza, quanto indicato nel centro di responsabilità n. 6 afferisce al funzionamento dell'Ufficio Centrale per i beni ambientali e paesaggistici, istituito con il decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1994. Tale Ufficio – che ha il rango di direzione generale del Ministero per i beni e le attività culturali – esercita le competenze statali in materia di beni ambientali e paesaggistici, nonché in materia di valutazione di compatibilità ambientale. L'Ufficio Centrale ha in particolare poteri surrogatori nei confronti delle regioni per quanto concerne l'autorizzazione per le opere, sia pubbliche che private, da realizzarsi in territorio vincolato sulla base delle leggi di tutela ambientale.
Il relatore Parola si sofferma a questo punto sugli obiettivi e sui connessi indicatori enunciati nella nota preliminare che accompagna la tabella n. 17, e sottolinea quindi come, a fronte di tali obiettivi, non sembri eccessivo affermare che l'Ufficio Centrale per i beni ambientali e paesaggistici continua a disporre di stanziamenti piuttosto limitati, mentre va rilevato che non è stato fino ad oggi creato alcun capitolo relativo, specificamente, al restauro paesaggistico: in altri termini, non sono state destinate apposite risorse per gli interventi di ripristino ambientale nei casi di alterazione paesaggistica.
In conclusione, è intenzione del relatore redigere un rapporto favorevole, con le osservazioni testé indicate, senza trascurare ovviamente gli spunti che dovessero pervenire dal dibattito.

Prende quindi la parola il ministro MELANDRI che, dopo aver ringraziato il relatore, rileva come il riferimento alla limitatezza degli stanziamenti per il funzionamento dell'Ufficio Centrale per i beni ambientali e paesaggistici sia senz'altro condivisibile. Peraltro, tale tematica sarà oggetto della Conferenza sul paesaggio che si svolgerà domani, con l'obiettivo di dare il via ad un piano nazionale per il restauro del paesaggio, potendo beneficiare delle risorse messe a disposizione dai fondi strutturali europei nel quadro di Agenda 2000-2006. Si tratta di ben 5.000 miliardi che, in un quinquennio, verranno destinati all'asse paesaggio-cultura, con il fine di incrementare il livello di tutela paesaggistico-ambientale. A oltre quindici anni dall'approvazione della cosiddetta legge Galasso, si potrà quindi effettuare un primo bilancio sull'applicazione di quella importante normativa, anche in vista di eventuali proposte di modifica della vigente legislazione di tutela. Il punto di maggior debolezza della politica della tutela del paesaggio è stato fino ad oggi rappresentato dal fatto che l'esercizio delle previste forme di controllo avveniva a valle dei processi di pianificazione del territorio; è necessario a questo punto affrontare tale problematica senza però rimettere in discussione l'attuale distribuzione di competenze fra Stato ed enti periferici, in un'ottica di copianificazione del territorio.
Per quanto riguarda l'attività di pianificazione paesistica, e quindi l'esercizio dei poteri sostitutivi nell'adozione dei piani, il Ministro fa presente che il prossimo 26 ottobre scadrà il termine entro il quale la regione Puglia ha la possibilità di adottare il proprio piano paesistico: qualora entro quella scadenza il piano non dovesse essere adottato, il Ministro si impegna ad esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla legge.
Il Ministro per i beni e le attività culturali richiama quindi l'attenzione dei presenti sulla coralità dell'iniziativa del Governo in relazione all'attualità delle tematiche relative alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio, coralità di cui sono testimonianza il disegno di legge che verrà approvato a giorni dal Consiglio dei ministri sulla promozione della cultura architettonica e urbanistica, la cosiddetta "Carta della natura" in corso di elaborazione, nonché il disegno di legge sull'abusivismo edilizio approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso mese di luglio. Infine, appare sempre più prevalente in seno alla compagine governativa l'orientamento a non ricorrere più al meccanismo del silenzio-assenso.

Il presidente GIOVANELLI coglie l'occasione per far presente al ministro Melandri come il disegno di legge sull'abusivismo edilizio non sia stato ancora presentato in Parlamento.

Si apre quindi la discussione nella quale interviene innanzitutto il senatore BORTOLOTTO che manifesta le proprie riserve sul disposto di cui all'ultimo periodo dell'articolo 5, comma 8, del disegno di legge finanziaria, laddove si prevede che, fino alla data di entrata in vigore del regolamento da adottare ai sensi del successivo articolo 32, le valutazioni di interesse storico e artistico devono essere effettuate entro trenta giorni dalla richiesta da parte dell'ente alienante, termine decorso il quale senza che la valutazione sia stata effettuata i beni immobili dello Stato da dismettere possono essere alienati. Al riguardo, è francamente assurdo che si provveda a cedere parte del patrimonio immobiliare dello Stato senza un'adeguata valutazione tecnica, sulla base del decorso del termine di soli trenta giorni.

Il senatore MAGGI richiama l'attenzione del Ministro sulla situazione di inadempienza in cui sono incorsi tanto la regione Puglia quanto i governi centrali succedutisi negli ultimi tredici anni per quanto attiene all'adozione del piano urbanistico territoriale di competenza regionale; difatti, la cosiddetta legge Galasso prevedeva che i piani paesistici venissero adottati dalle regioni entro la fine del 1986, termine decorso il quale il governo centrale avrebbe dovuto esercitare il proprio potere surrogatorio. Pertanto, della situazione di incertezza e di estrema difficoltà in cui si sono trovati tantissimi amministratori locali, ed in particolare – come può personalmente testimoniare – quelli della zona di Bari, sono egualmente responsabili la regione Puglia e gli ultimi esecutivi nazionali, a prescindere dalla loro colorazione politica. E' pertanto auspicabile che il ministro MELANDRI promuova un incontro con i responsabili della regione Puglia e del comune di Bari per risolvere una volta per tutte una situazione che ha creato un pesante clima di incertezza.

Il senatore LO CURZIO sottolinea l'esigenza di profondere il massimo impegno per assicurare il più elevato livello di tutela ai beni culturali e paesaggistici, che sono fra gli elementi più significativi del patrimonio della penisola. Si pensi, ad esempio, al bacino di Siracusa, che è stato definito un porto archeologico di incalcolabile valore. In presenza di beni di così grande importanza, si avverte la necessità di recuperare maggiori risorse finanziarie, per cui è innanzitutto auspicabile che si faccia ricorso a tale scopo ai cosiddetti progetti pilota.

Il senatore LASAGNA invita provocatoriamente il ministro Melandri a rassegnare le dimissioni dall'incarico governativo allo scopo di esprimere una ferma protesta per le scarsissime risorse finanziarie indicate nel centro di responsabilità relativo ai beni ambientali e paesaggistici: quegli 11 miliardi di lire previsti in termini di competenza per l'anno finanziario 2000 corrispondono infatti ad appena 200 lire per ciascun cittadino italiano. Si tratta di una cifra risibile, che andrebbe quanto meno decuplicata.

Il senatore SPECCHIA, dopo aver dato atto al ministro Melandri di essere tra i pochi esponenti governativi a dare pronta risposta agli strumenti di sindacato ispettivo, auspica un impegno volto a riportare ad unità un sistema che vede una certa confusione tra le competenze regionali e quelle statali in materia urbanistico-paesistica, e richiama quindi l'attenzione dei presenti sull'opportunità di non abbandonare del tutto il meccanismo del silenzio-assenso che, se può essere dismesso per quanto concerne gli interventi nelle aree vincolate, andrebbe conservato per quanto riguarda le altre zone del paese.

Si chiude quindi la discussione.

Prende a questo punto la parola il ministro MELANDRI che fa presente innanzitutto al senatore Bortolotto di aver a suo tempo tempestivamente costituito il comitato incaricato di definire il regolamento di cui all'articolo 5, comma 8, del disegno di legge finanziaria, già previsto dalla legge finanziaria per il 1999, regolamento che verrà puntualmente adottato prima della fine dell'anno in corso. In tal modo non sarà necessario adottare la procedura di cui al citato articolo 5, sulla quale il senatore Bortolotto ha espresso le proprie riserve.
Quanto alle altre questioni sollevate nel dibattito odierno, se ne parlerà diffusamente nell'ambito della Conferenza nazionale sul paesaggio che avrà inizio domani; in particolare, per ciò che concerne la limitatezza delle risorse destinate con il bilancio per l'anno finanziario 2000 alla tutela dei beni ambientali e paesaggistici, occorre tener conto del fatto che per la prima volta, nella ripartizione di risorse finanziarie dell'Unione europea, l'asse paesaggio-beni culturali assumerà un rilievo strategico, almeno per quanto riguarda i piani di restauro paesaggistico nelle regioni che rientrano nell'obiettivo 1. Un tale risultato è stato reso possibile anche dal fatto che il Ministro per i beni e le attività culturali fa oggi parte del CIPE, il che ha sicuramente agevolato l'approvazione da parte di tale comitato di ben quindici studi di fattibilità relativi ad altrettanti progetti di restauro paesaggistico-culturale.
Anche il nodo rappresentato dal rapporto tra normativa urbanistica e pianificazione paesistica formerà oggetto della Conferenza che avrà inizio domani, ovviamente in un'ottica che conferisce la necessaria priorità alle esigenze di tutela paesistica.

Il relatore PAROLA, dopo aver preso atto con soddisfazione del riconoscimento dell'esigenza di profondere il massimo impegno per la tutela dei beni ambientali e paesaggistici, esprime apprezzamento per l'iniziativa rappresentata dalla Conferenza sul paesaggio che avrà inizio domani, nonché per quanto riferito dal Ministro circa la destinazione dei fondi strutturali europei e per il richiamo al principio della copianificazione del territorio. Fa quindi presente di essere stato sempre tendenzialmente contrario al meccanismo del silenzio-assenso e sottolinea l'esigenza di fare il possibile per rendere antieconomico l'abusivismo edilizio, che continua purtroppo a registrarsi in parecchie aree del Paese, compresa – come gli consta personalmente - la XIII circoscrizione di Roma.

Dopo che il presidente GIOVANELLI ha verificato la presenza del numero legale, la Commissione approva la proposta di conferire al relatore mandato a redigere un rapporto favorevole, con le osservazioni indicate, sul centro di responsabilità n. 6 della tabella n. 17 del disegno di legge di bilancio e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.


ANTICIPAZIONE DELL'ORARIO DI CONVOCAZIONE DELLA SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDI' 14 OTTOBRE

Il presidente GIOVANELLI avverte che la seduta pomeridiana di domani, giovedì 14 ottobre, avrà inizio alle ore 14 anziché alle ore 15.

La seduta termina alle ore 16,45.