AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)


MERCOLEDI' 10 GENNAIO 2001

395a Seduta

Presidenza del Presidente
SCIVOLETTO



Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del commercio con l'estero Letta.
Interviene il sottosegretario di Stato alle politiche agricole, Nocera.


La seduta inizia alle ore 14,40.

SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI

Il presidente SCIVOLETTO propone l'attivazione dell’impianto audiovisivo per assicurare, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento la speciale forma di pubblicità dei lavori ivi prevista per lo svolgimento dell'odierna procedura informativa.
Avverte altresì che la Presidenza del Senato, in previsione di tale richiesta, aveva preventivamente fatto conoscere il suo assenso.

Poiché conviene la Commissione, si procede all’attivazione dell’impianto audiovisivo.



PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sul programma agricolo della Commissione europea in relazione alle prospettive di allargamento, del Millennium Round e del partenariato euromediterraneo: audizione del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del commercio con l'estero.

Il PRESIDENTE, nel rivolgere parole di benvenuto al ministro Letta, sottolinea la particolare importanza che la Commissione attribuisce all'audizione odierna, al fine di approfondire le strategie di rilancio nella commercializzazione dei prodotti agricoli e agroalimentari nel quadro della globalizzazione dei mercati e di integrazione delle economie. Richiama inoltre il recente sopralluogo svolto, nell'ambito dell'indagine conoscitiva, in Polonia e in Russia, ribadendo l'opportunità di un adeguamento e di un ammodernamento delle strutture di penetrazione commerciale all'estero, superando la logica più tradizionale basata sulle fiere commerciali, anche nella convinzione che i prodotti italiani, fortemente caratterizzati sul tema della qualità e della sicurezza alimentare, corrispondano alla richiesta sempre più pressante, da parte dei consumatori mondiali, di garanzie su tale terreno.

Il ministro LETTA ringrazia per l'opportunità offerta di esprimere il punto di vista dei due Ministeri (dell'industria e del commercio con l'estero) su una tematica di così grande rilievo, precisando che si atterrà nel proprio intervento ai profili più strettamente attinenti alla politica industriale e al commercio internazionale in relazione al WTO.
In particolare, ricorda che è noto che il quadro del commercio internazionale, dopo il fallimento di Seattle, ha presentato elementi molto forti di discontinuità, che inducono a riflettere sulle ragioni che hanno di fatto bloccato i negoziati avviati, anche per approfondire i riflessi sul settore agricolo ed agroalimentare. Rileva come il fallimento della cosiddetta "ministeriale" ha avuto un impatto negativo sulla situazione dei negoziati del commercio internazionale, anche con riferimento ad altre attività di regolazione di tale fenomeno commerciale, che ha peraltro conosciuto, nello stesso anno, una crescita di circa il 10 per cento. Ricorda inoltre che in base ad una precisa disposizione era stata comunque prevista una clausola che ha fatto "scorporare" la parte relativa ai negoziati agricoli dai negoziati globali, sulla base di una esigenza fortemente avvertita da parte dei paesi in via di sviluppo, che avevano imputato all'Unione europea di mantenere una approccio protezionistico, in particolare in campo agricolo. Conseguentemente, l'anno testé conclusosi, mentre ha visto il blocco di tutti i settori negoziali, ha però fatto registrare l'avvio dei negoziati relativi alla parte agricola, pur in un clima di stasi che non ha mancato di riflettersi anche su tale parte delle trattative.
Il ministro Letta richiama poi l'attenzione sui risultati, a suo avviso importanti, raggiunti dall'Italia, nella delineazione della piattaforma negoziale dell'Unione europea, in cui sono stati accolti tre importanti principi: in primo luogo è stato accettato il principio del riequilibrio e del collegamento fra le materie agricole di più stretta attinenza e competenza con questioni di più ampio respiro, attinenti alla tutela dei consumatori, alla sicurezza alimentare e al territorio rurale; ed è stato anche accolto il criterio del riequilibrio fra i problemi di commercializzazione e i cosiddetti non-trade concerns; in secondo luogo va segnalato il consenso raggiunto sul tema della qualità a tutela di tutte le denominazioni protette dalla normativa comunitaria che – come è noto – hanno applicazione solo nel territorio dell'Unione: a tale riguardo ricorda che nel mandato negoziale è stata inclusa la richiesta italiana di istituire un registro multilaterale delle denominazioni di qualità; infine, va ricordato l'importante principio del riequilibrio fra produzioni mediterranee e continentali, in particolare in relazione ai negoziati agricoli in corso a Ginevra.
A tale riguardo, il ministro Letta esprime la convinzione che l'Italia, la cui produzione agricola e agroalimentare è in particolare caratterizzata da prodotti di alta qualità, potrebbe risultare penalizzata da una stasi nei negoziati del Millennium Round ed anzi sia uno dei paesi che maggiormente potrà beneficiare di un rafforzamento di tutti gli organismi e le strutture di regolazione del commercio internazionale (a partire dal WTO), al fine di identificare fori negoziali che possano applicare anche meccanismi di tipo sanzionatorio a tutela dei criteri produttivi della qualità e della tipicità. In tale ottica richiama anche l'opera e gli sforzi svolti dal Governo italiano, volti a favorire una ripresa dei negoziati del WTO, anche per promuovere una riforma di tale importante struttura negoziale alle cui modalità di funzionamento è anche da ricondurre, in buona parte, una delle ragioni dell'insuccesso registrato a Seattle. Ricorda infatti che il Direttore generale del WTO è dotato di poteri inferiori a quelli del Segretario generale delle Nazioni unite, dovendosi inoltre rapportare direttamente con l'Assemblea degli Stati, con evidenti problemi nella struttura dei processi decisionali.
In particolare, precisa che ci si sta operando per far ripartire i negoziati e per assicurare maggiore trasparenza in tali processi decisionali, con un più ampio coinvolgimento delle sedi parlamentari nazionali. Informa infine che è previsto un incontro con la Presidenza svedese dell'Unione europea per rendere più complementari le agende di lavoro del semestre svedese di Presidenza dell'Unione con la Presidenza italiana del "G8" che potrebbe consentire una riapertura fra i paesi del Nord e i paesi del Sud, con l'obiettivo di una ripresa negoziale del round globale entro il 2001.
Avviandosi alla conclusione, precisa che non affronterà gli altri temi oggetto dell'indagine, in quanto non rientranti fra materie di sua stretta competenza, richiamando sinteticamente le valutazioni già esposte e ribadendo l'impegno dell'Italia per una ripresa dei negoziati globali.

I senatori pongono alcuni quesiti.

Il senatore BETTAMIO, ringraziato il Ministro per la puntuale esposizione e dichiarato il proprio consenso in merito alle considerazioni relative alla inadeguatezza delle strutture del WTO, chiede, in merito alla rilevante problematica della difesa dei prodotti di qualità, se tale iniziativa non richieda anche una idonea azione volta a conseguire una armonizzazione delle normative sanitarie e degli ordinamenti giuridici in senso ampio posti a tutela del commercio internazionale. In ordine alla problematica del riequilibrio tra le produzioni agricole comunitarie, segnala l'assenza nell'ultima legge finanziaria appena approvata di misure adeguate a porre rimedio all'attuale squilibrio mediante la configurazione di un quadro finanziario più appropriato.

Il senatore PREDA, dopo aver dichiarato di condividere le linee di fondo dell'esposizione del Ministro, si professa convinto che l'accettazione dei processi di globalizzazione debba accompagnarsi ad un iter parallelo di fissazione di regole valide per tutti. Ricollegandosi alle considerazioni preliminari svolte dal Presidente, sottolinea che i problemi dell'agricoltura non consistono solo nella necessità di un riequilibrio tra le produzioni, ma anche nella necessità di stabilire regole su base comunitaria relativamente alle diverse filiere agroalimentari, anche al fine di ovviare alla eccessivo potere di mercato delle multinazionali. Inoltre, appare oltremodo necessario potenziare l'apparato logistico a supporto dell'export agroalimentare, anche mediante una apposita struttura, attese le visibili difficoltà a conquistare i mercati esteri. Rileva in proposito come dal protocollo d'intesa dell'ICE con la Sopexa francese (stilato l'altr'anno) non siano ancora conseguiti idonei atti applicativi, segno di una cultura della difesa delle produzioni italiane troppo sbilanciata a favore del settore industriale e talora scarsamente cosciente dei problemi delle associazioni di produttori italiani.

Il senatore CUSIMANO, anche sulla base delle informazioni desunte dalla missione in Polonia e in Russia, afferma che l'allargamento dell'Unione europea ad est comporta rischi notevoli per il settore agroalimentare e danni economici certi per l'agricoltura mediterranea. Conseguentemente, chiede al Ministro quali iniziative specifiche intenda intraprendere al fine di coadiuvare i produttori agricoli italiani che non appaiano adeguatamente sostenuti quanto quelli del settore industriale, sebbene siano impegnati in una difficile concorrenza sui mercati esteri, peraltro già raggiunti dalle esportazioni di altri Paesi comunitari. In merito all'asserito atteggiamento protezionistico dell'Unione europea, ritiene che esso non sia certamente riscontrabile con riferimento ai prodotti mediterranei, settore nel quale l'Italia appare semmai subire l'iniziativa dei partners comunitari, con gravi penalizzazioni per quelle categorie di agricoltori per i quali non è possibile praticare nemmeno l'extrema ratio del ricorso ai blocchi alle frontiere operati da altre categorie di produttori.

Il senatore BEDIN, ringraziato il Ministro per l'esauriente esposizione, ritiene che la sfida maggiormente rilevante per il Paese sia quella di competere sul mercato globale al fianco dei partners comunitari piuttosto che nell'ambito comunitario. Rilevati i risultati positivi in tal senso conseguiti in questa legislatura, osserva come la centralità del sistema agroalimentare nell'ambito del mandato negoziale comunitario dimostri che la posizione italiana ottiene consenso e che l'agricoltura non rappresenta più una sorta di mera merce di scambio nelle trattative commerciali. Le informazioni testé ricevute dimostrano, quindi, l'indispensabilità di una ulteriore azione di indirizzo politico da parte del Parlamento. Nel merito specifico delle trattative commerciali, chiede quali alleanze si possano profilare anche con i Paesi in via di sviluppo, che non possano essere considerati in via di principio avversari dell'Unione europea, e quali apparati protezionistici vengano adottati da altri sistemi agricoli, senza peraltro ignorare le tematiche della difesa dell'eco-sistema mondiale e della solidarietà internazionale. Da ultimo, chiede al Ministro se la futura organizzazione del Governo introdotta dalle recenti riforme, con un Ministero unico delle attività produttive ed un Ministero delle politiche agricole, aiuterà o meno la penetrazione sui mercati internazionali delle produzioni italiane.

Il senatore PIATTI, in merito alla tematica delle biotecnologie, auspica un atteggiamento più costruttivo ed atto a conciliare diverse culture uscendo dalla logica degli estremismi. Infatti, l'uso delle biotecnologie in campo alimentare, se sostenibili ed accompagnate da adeguata informazione e prudente applicazione, non contrasta con la ricerca della qualità ma semmai la può rafforzare. Relativamente ai processi di internazionalizzazione produttiva, risulta necessaria una azione convergente da due direzioni: la prosecuzione di una azione volta a sollecitare le aggregazioni di produttori ed un intervento pubblico opportunamente coordinato a livello nazionale a sostegno delle imprese esportatrici. In ordine alla Agenzia per la sicurezza alimentare, preso atto delle determinazioni in sede europea e delle proposte avanzate nel corso della discussione dell'ultima legge finanziaria, anche alla luce delle ricorrenti emergenze agricole e sanitarie, chiede quali determinazioni ulteriori intenda intraprendere il Governo.

Il presidente SCIVOLETTO espone alcune considerazioni finali e questioni di ordine generale chiedendo entro quali margini sarà possibile governare il rapporto tra il processo di globalizzazione, la necessità di regole universali e la difesa delle produzioni tipiche nazionali. Ricollegandosi poi alle considerazioni dei senatori Cusimano e Bedin, rileva che la PAC è risultata fino ad oggi complessivamente sbilanciata tra eccessivo protezionismo a favore delle produzioni continentali ed eccessiva liberalizzazione sul fronte delle produzioni mediterranee. Risulta altresì necessario, anche alla luce degli insegnamenti tratti dalla nota vicenda dell'olio di oliva, riequilibrare gli interessi dell'industria agroalimentare e dei produttori agricoli. Da ultimo, in merito alle funzioni svolte dall'ICE, chiede al Ministro se non ritenga che alcune di esse risultino superate dall'evoluzione dei mercati auspicando, nel contempo, l'individuazione di uno strumento di intervento specifico a favore del comparto agroalimentare.

Il ministro LETTA, in sede di replica, dichiara di condividere molte delle considerazioni svolte nel dibattito e in particolare ribadisce che è comune a tutti la consapevolezza che sia necessario ed urgente un processo di riequilibrio nella tutela assicurata ai prodotti mediterranei rispetto ai prodotti continentali: in tale quadro, sottolinea ulteriormente il rilievo che va attribuito alla decisione comunitaria assunta alla fine di settembre, in materia di riequilibrio nei settori dell'ortofrutta, dei pomodori e degli agrumi. Conviene invece che, per quel che riguarda l'olio, siano stati registrati dei passi indietro, ma da tale vicenda occorre trarre l'insegnamento di proseguire con fermezza nella tutela delle produzioni nazionali. Per un tema poi che è stato toccato in molti interventi, relativamente al rapporto fra esigenze di globalizzazione e tutela della tipicità delle produzioni nazionali (dentro l'Unione europea ma anche in un quadro più vasto di globalizzazione delle politiche commerciali), richiama nuovamente gli importanti risultati raggiunti nella fissazione delle coordinate relative al mandato negoziale dell'Unione europea in relazione alle trattative del WTO.
Nel soffermarsi quindi sulle problematiche che attengono ai rapporti con i paesi in via di sviluppo, il ministro Letta ribadisce l'impegno dell'Italia a elaborare agende di lavoro fra G8 e Unione europea che possano risultare più "attraenti" per i paesi in via di sviluppo, tanto da indurli ad una ripresa dei negoziati globali. Quanto ai problemi dell'allargamento dell'Unione, pur se sussistono dei rischi, ritiene che occorra avere presente il quadro di insieme delle politiche commerciali, che vede spesso l'Italia quale primo o secondo partner commerciale dei paesi candidati all'adesione (come con la Polonia, la Repubblica ceca o la Slovenia). Nel precisare poi di non avere informazioni dirette sul quesito posto sulla sede dell'Agenzia italiana per la sicurezza alimentare, il ministro Letta si sofferma sui problemi dell'export dei prodotti agricoli e agroalimentari e in particolare sul ruolo e la funzione dell'ICE; al riguardo sottolinea in particolare che la stessa struttura del Governo è da considerare attualmente in una fase transitoria, con l'avvio, nella prossima legislatura, del nuovo Ministero delle attività produttive, da cui dipenderanno direttamente tutti gli strumenti - quali l'ICE, la SACE e le altre strutture specializzate previste – indispensabili per una sempre più efficace politica di penetrazione commerciale che poggi su diversi organismi operativi. Richiamata quindi l'importante iniziativa che l'ICE ha realizzato nell'ottobre dello scorso anno in Polonia, scelta come sede dell'iniziativa annuale dell'Istituto, ricorda tutte le missioni svolte nel periodo in cui è stato responsabile unicamente del Commercio con l'estero, periodo che ha visto la realizzazione di ben quindici "missioni paese" (con un elevata partecipazione del ceto imprenditoriale e bancario), e ribadisce infine l'impegno del Governo a tutela dei produttori nazionali.

Il PRESIDENTE, nel ringraziare il ministro Letta, dichiara conclusa l'odierna procedura informativa.



IN SEDE CONSULTIVA

(4931) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 novembre 2000, n. 335, recante misure per il potenziamento della sorveglianza epidemiologica della encefalopatia spongiforme bovina, approvato dalla Camera dei Deputati.
(Parere alla 12a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame: parere favorevole con osservazioni)

Riprende l'esame sospeso nella seduta del 9 gennaio scorso.

Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta di ieri il relatore Murineddu aveva svolto la relazione illustrativa.

Dichiara quindi aperto il dibattito.

Il senatore BIANCO, richiamata la gravissima situazione della filiera della carne bovina (che ha subito un crollo dei consumi dell'80 per cento e una drastica riduzione delle macellazioni), ribadisce l'urgenza di dichiarare lo stato di crisi del settore (in analogia con quanto verificatosi nel 1996) e di attivare immediatamente l'intervento pubblico comunitario al di fuori delle ordinarie condizioni poste dalla normativa europea, con previsione di adeguate misure finanziarie, proporzionate al danno subito e svincolate dai prezzi di riferimento sia comunitari che nazionali. Dopo aver fornito precisazioni dettagliate sul livello dei prezzi di acquisto e di intervento, in modo da tener conto delle esigenze dei produttori, ritiene che il plafond finanziario per tali interventi si attesterebbe intorno agli 80 miliardi di lire, con una previsione di durata dell'intervento per almeno 3 mesi e per circa 40 mila tonnellate di carne bovina di produzione nazionale. Ribadita quindi l'esigenza di un intervento finanziario compensativo dei danni subiti dai consumatori per la perdita di valore del bestiame in stalla e del differenziale di prezzo di mercato, sottolinea che sarebbe necessario predisporre anche interventi creditizi e agevolativi (almeno quinquennali) e lo spostamento, senza aggravio di interessi, di tutte le scadenze fiscali e previdenziali. Per tutte tali ragioni preannuncia un voto contrario sul provvedimento in esame.

Il senatore LAURIA Baldassare si sofferma preliminarmente sulle caratteristiche del morbo della BSE (malattia neurovegetativa dei bovini) che non ha fatto ancora registrare alcun caso in Italia, ricordando invece le peculiarità e le caratteristiche della malattia che colpisce l'uomo, che non sembra avere rapporti con la BSE. Ritiene pertanto che il Governo italiano abbia assunto tutte le iniziative necessarie di fronte ad un evento grave, che sta provocando seri problemi anche in altri paesi (come in Germania), e che il provvedimento all'esame sia adeguato rispetto alle finalità di prevedere test a diagnosi rapida, di potenziare i controlli e di introdurre i coloranti nelle farine: per tali ragioni auspica che esso sia approvato tempestivamente.

Il senatore SARACCO sottolinea l'esigenza di affrontare tale importante problematica con un approccio scientifico nell'opera di prevenzione e di controllo, così come sta facendo il Governo, e ricorda che l'Italia è risultata finora indenne dalla malattia, il che conferma che l'Esecutivo ha ben operato. Ribadisce comunque l'esigenza di integrare lo stanziamento previsto e in particolare di chiarire le competenze e le responsabilità relative all'indispensabile opera di smaltimento delle carcasse.

Il senatore MINARDO ritiene che il provvedimento assunto dal Governo non risolva in alcun modo il grave problema della mucca pazza, che ha fatto registrare un forte allarme nei consumatori e ha conseguentemente penalizzato i produttori. Ritiene inoltre che il problema andava affrontato a monte, inducendo l'Unione europea a garantire la sicurezza alimentare e ad assicurare adeguati interventi: in particolare va proibito l'ingresso di animali infetti in Italia e scongiurato il rischio del contagio (profilo che è anche emerso nella recente audizione informale svolta con i servizi veterinari regionali). Esprime inoltre forte preoccupazione per l'utilizzo di materiali di origine animale nelle operazioni chirurgiche.

Dopo un intervento del senatore LAURIA Baldassare (che precisa come tale aspetto sia superato da alcuni anni), ha nuovamente la parola il senatore MINARDO il quale, richiamata la gravità della situazione e ribadita l'esigenza di vietare l'ingresso di animali vivi, preannuncia il voto contrario, a nome del Gruppo di Forza Italia, sul provvedimento in esame.

Il senatore ANTOLINI riconosce che le misure adottate dal Governo costituiscono solo un intervento "tampone" ma precisa che, ove venissero accolte alcune proposte emendative della sua parte politica, l'orientamento potrebbe anche essere di segno favorevole, pur ritenendo insufficienti le risorse finanziarie stanziate, anche in relazione ai problemi dello smaltimento. Circa poi quanto previsto all'articolo 1, comma 1, lettera c) del decreto, ritiene che i sistemi di identificazione e registrazione dovrebbero prevedere strumentazioni più moderne ed efficaci (quali i chip sotto pelle o le marchiature), difficilmente eludibili.

Il senatore CUSIMANO osserva che il decreto adottato dal Governo sembra avere una duplice finalità: da un lato rassicurare e tranquillizzare l'opinione pubblica, e dall'altro programmare l'opera di prevenzione sui capi da consumare. Nel rilevare che solo il 10/15 per cento dei capi bovini potrà essere sottoposto a controlli, ricorda che per effetto di una modifica introdotta dalla Camera dei deputati, si è anche ridotta la platea degli animali da sottoporre al controllo. Nell'osservare quindi che non si potrà rassicurare la pubblica opinione e invertire così efficacemente il fenomeno del crollo dei consumi, osserva che il decreto non affronta né il problema dei danni agli allevatori, né la situazione degli istituti zooprofilattici e nemmeno la questione dello smaltimento. Per tutte queste ragioni preannuncia un orientamento contrario del Gruppo di Alleanza nazionale.

Il senatore PIATTI ricorda preliminarmente che esiste una pluralità di strumenti da rendere operativi rispetto ai quali il decreto si pone un obiettivo più immediato, tenuto anche conto che il problema della mucca pazza presenta una indubbia dimensione internazionale di cui occorre tenere conto. In tale quadro ritiene che l'azione del Governo italiano sia stata immediata ed efficace, se confrontata con i gravi ritardi registrati in altri paesi (per esempio in Gran Bretagna). Richiamate infine le finalità del provvedimento in esame (l'implementazione dei test rapidi, la politica per il benessere animale, le questioni in senso lato della tracciabilità e la campagna informativa), ricorda che il Governo ha adottato anche un altro provvedimento di urgenza. Quanto ai problemi che si pongono per gli istituti zooprofilattici, segnala l'intesa recentemente raggiunta con la regione Lombardia per abilitare ai controlli anche altri istituti e richiama l'esigenza di trasparenza e di una implementazione dell'anagrafe bovina. Ricordata altresì l'istituzione del Commissario straordinario per la BSE, ritiene che la Commissione potrebbe procedere anche ad una audizione dei Ministri della sanità e delle politiche agricole e forestali.

Il presidente SCIVOLETTO, nel dichiarare di condividere la relazione del relatore Murineddu e l'intervento del senatore Piatti, ritiene che nel parere andrebbero evidenziate tre importanti questioni: in primo luogo l'esigenza di una immediata attivazione dell'anagrafe bovina; in secondo luogo l'opportunità che il Governo dia immediata attuazione alle disposizioni inserite nella legge finanziaria con emendamenti di iniziativa parlamentare, in materia di tracciabilità e di tutela delle popolazioni bovine autoctone; in terzo luogo l'esigenza che al comma 1 dell'articolo 2 del decreto (come modificato dall'altro ramo del Parlamento) sia previsto che l'Ispettorato centrale repressione frodi operi alle dirette dipendenze del Ministro delle politiche agricole e forestali (e non del Ministero medesimo, così come ora previsto). Preannuncia in particolare la presentazione di una proposta emendativa in tal senso.

Il senatore BEDIN, nel richiamarsi al dibattito svoltosi, preannuncia un orientamento favorevole.

Il PRESIDENTE dichiara chiuso il dibattito.

Il relatore MURINEDDU condivide il tenore dell'intervento del senatore Piatti e fa proprie le osservazioni svolte dal Presidente, che inserirà nel testo del parere. Ritiene comunque che gli interventi non possano esaurirsi con le misure all'esame, in quanto si tratta di affrontare anche i temi della ricerca scientifica, della tracciabilità, di una campagna di informazione scientifica e in particolare il problema dei produttori danneggiati e delle farine animali. Ribadisce la proposta di parere favorevole con le osservazioni svolte nella relazione introduttiva e le ulteriori emerse nella discussione.

Il sottosegretario NOCERA fornisce precisazioni in relazione alle ordinanze del Ministero della sanità che hanno recentemente e tempestivamente vietato l'introduzione di animali vivi dalla Francia. Nel dichiarare di condividere l'intervento del senatore Piatti, ribadisce che il Governo ha adottato tempestivamente varie misure di urgenza (sia in tema di mangimi animali che di etichettatura delle carni), rilevando che spesso sui mezzi di informazione sono circolate notizie incomplete. Richiama infine i contenuti del nuovo decreto-legge che affronta i problemi dello smaltimento e degli aiuti alla filiera zootecnica.

Il presidente SCIVOLETTO, dopo aver accertato la presenza del numero legale previsto dall'articolo 30 del Regolamento per deliberare, pone in votazione il conferimento del mandato al relatore a trasmettere un parere favorevole con le osservazioni del tenore emerso.

La Commissione, a maggioranza, conferisce il mandato al relatore a trasmettere un parere favorevole con le osservazioni scaturite dal dibattito.


SCONVOCAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA PREVISTO PER OGGI E CONVOCAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA PER DOMANI

Il PRESIDENTE avverte che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, già convocato, per la programmazione dei lavori, al termine della seduta odierna, non avrà più luogo e si riunirà invece domani, giovedì 11 gennaio, alle ore 14,45.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle ore 16,50.