1. LAVAGNINI ed altri. – Nuove norme per la salvaguardia dell'integrità psicofisica dei pugili
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 8a, della 10a, della 12a Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(Pareri della 1a, della 5a, della 11a e della 12a Commissione)
II. Comunicazioni del Ministro del tesoro sui ritardi nella retribuzione dei docenti precari. III. Comunicazioni del Ministro dell'Università e della ricerca scientifica e del Ministro della pubblica istruzione sulle modalità della formazione universitaria dei docenti della scuola di base e della scuola secondaria.
che, all’esito della recente ristrutturazione in Parma del piazzale della Pace, risulta profondamente modificato il Monumento al partigiano – opera dello scultore Marino Mazzacurati e dell’architetto Guglielmo Lusignoli – che é collocato in quel piazzale da quasi cinquant’anni; che le modifiche apportate sono di grave pregiudizio per il Monumento – del quale innovano le «strutture» e trascurano l’ispirazione originaria di «rappresentare l’immagine della Resistenza in forma aperta» – non solo ad avviso dello stesso architetto Lusignoli, l’unico vivente dei due autori dell’opera, ma anche di uomini di cultura autorevoli (quali lo storico dell’arte professor Arturo Carlo Quintavalle e l’architetto Franco Carpanelli) – che avanzano critiche particolarmente severe – di partigiani e di tanti cittadini; che, in particolare, l’architetto Lusignoli cita in giudizio il comune di Parma – che ha realizzato, con la ristrutturazione del piazzale, la modifica del Monumento – per ottenerne, tra l’altro, la «restituzione in pristino», sottolineando come «dall’originario quadrato di base, che accoglieva – secondo una ben calibrata collocazione plastico spaziale – il rustico muretto, contro il quale drammaticamente si stagliava lo splendido bronzo del partigiano caduto, nonché le ruvide panche in pietra a spacco di cava, liberamente disposte e ben fruibili all’interno della scultura centrale rappresentante il Partigiano in armi, si (sia) disinvoltamente passati al cerchio, affastellando, sopra un cocuzzolo in terra riportata, muretto, pianta e Partigiano caduto, eliminando le stesse panche di pietra e cancellando ogni altro riferimento planimetrico (percorsi i cubetti di porfido eccetera). È così venuto meno il rapporto fra la struttura in roccia scavata e l’ambiente circostante (...)»; che il «ripristino del Monumento» é stato richiesto, altresì, da Teodoro Bigi – comandante partigiano, dirigente dell’ANPI ed ex deputato – con propria istanza al Presidente della Repubblica in data 17 luglio 2000; che, stando alle diffuse critiche (su riferite, solo in parte), le prospettate modifiche del Monumento al partigiano pongono gravi problemi non solo di tutela di un’opera di grande valore artistico, ma anche di doverosa salvaguardia della memoria storica; che, in tale prospettiva, sono chiamate ad impegnarsi tutte le istituzioni – che ne hanno competenza e responsabilità a titolo ed a livelli diversi – risultando inidonea o, comunque, affatto inadeguata la sola tutela giurisdizionale, si chiede di conoscere: quale sia la ricostruzione dei fatti e la posizione sui problemi, che sono stati prospettati in premessa, da parte del Governo; quali iniziative il Governo, la regione e gli enti locali intendano assumere, con l’urgenza del caso, per dare finalmente a quei problemi la soluzione adeguata.