AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

MARTEDI' 9 GENNAIO 2001

394a Seduta

Presidenza del Presidente
SCIVOLETTO


Interviene il sottosegretario di Stato alle politiche agricole Nocera.

La seduta inizia alle ore 15,15.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il presidente SCIVOLETTO, preso atto che non è stato ancora raggiunto il numero legale necessario per procedere all'esame del primo punto iscritto all'ordine del giorno, recante l'esame dell'affare assegnato sui problemi applicativi della normativa comunitaria in materia di denominazioni di origine protette, propone di procedere all'esame, in sede consultiva, del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 335 del 2000 recante misure per il potenziamento della sorveglianza epidemiologica della encefalopatia spongiforme bovina.

Conviene la Commissione.


IN SEDE CONSULTIVA

(4931) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 novembre 2000, n. 335, recante misure per il potenziamento della sorveglianza epidemiologica della encefalopatia spongiforme bovina, approvato dalla Camera dei Deputati.
(Parere alla 12a Commissione: esame e rinvio)

Il senatore MURINEDDU chiarisce preliminarmente che le misure proposte con il provvedimento in esame riguardano il controllo epidemiologico con esclusione di altri problemi inerenti al morbo della BSE la cui recrudescenza in alcuni Stati europei ha determinato un vistoso calo dei consumi di carne bovina parallelamente all'insorgere di ulteriori preoccupazioni da parte degli abituali consumatori. Segnala quindi alcuni limiti nella formulazione delle misure previste dal provvedimento: in primo luogo, la previsione di soli controlli epidemiologici mediante tests rapidi; in secondo luogo, la mancata implementazione di misure (preannunciate nel preambolo del decreto-legge in esame) relative al potenziamento delle attività di tracciabilità dei bovini vivi. Ritiene che per tali misure andrebbe prevista una attivazione immediata (tanto più in quanto l'Italia è un grande importatore di carni di provenienza estera). Da ultimo, segnalata l'opportunità di potenziare i controlli alle frontiere, ribadisce l'esigenza di perfezionare - al fine di garantire la sicurezza dei consumatori - le misure inerenti i test da effettuare (nella formulazione introdotta dalla Camera dei Deputati). Inoltre, esprime la propria perplessità in merito alla modifica dell'età minima, portata da 24 a 30 mesi nel corso dell'esame del decreto-legge presso la Camera dei Deputati, dei bovini da sottoporre al programma di prevenzione totale e sull'assenza di previsioni in merito allo smaltimento del materiale a rischio di contaminazione. Da ultimo preannuncia un orientamento favorevole alle misure proposte, con le osservazioni e le considerazioni dianzi formulate.

Il PRESIDENTE, tenuto conto dei tempi di esame del provvedimento, propone di integrare anche l'ordine del giorno della seduta convocata per domani, con il seguito dell'esame del provvedimento in titolo.

Conviene la Commissione.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


AFFARI ASSEGNATI

Problemi applicativi della normativa comunitaria in materia di denominazioni di origine protette, con particolare riferimento ad alcune produzioni nazionali che hanno già ottenuto il riconoscimento comunitario.
(Esame, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento e rinvio)

Il relatore PREDA riferisce sull'affare assegnato in materia di tutela delle denominazioni di origine protetta.
Richiamate preliminarmente le finalità della normativa comunitaria istitutiva delle DOP e IGP, ricorda che con il regolamento n. 2081 del 1992 l'Unione europea ha istituito in campo agroalimentare le nuove categorie di prodotti "DOP e IGP", con lo scopo di favorire la diversificazione della produzione per conseguire un migliore equilibrio tra offerta e domanda sul mercato, di tutelare i prodotti di qualità aventi un'origine geografica determinata e rispondenti ad una serie di condizioni elencate in un apposito disciplinare, di fornire al consumatore, in considerazione della diversità dei prodotti immessi sul mercato, delle informazioni chiare e sintetiche sull'esatta origine del prodotto. L'obiettivo è quello di proteggere le produzioni tradizionali, già regolate in alcuni Stati membri da legislazioni specifiche preesistenti, dando ad esse efficacia nella competizione in un mercato sempre più liberalizzato.
Per quanto riguarda la tradizione agroalimentare italiana, ricorda altresì che l'Italia è stata certamente tra i paesi maggiormente interessati dalla nuova normativa – che non concerne come è noto i vini, settore disciplinato da una precedente regolamentazione – in ragione della sua vocazione verso produzioni agroalimentari con caratteristiche e denominazioni tradizionali consolidate. Tenuto conto della spiccata frammentazione fondiaria ed imprenditoriale del sistema Italia, e quindi della sua difficoltà a tutelare i prodotti nazionali in una competizione diretta basata solo sul prezzo, le DOP e le IGP rappresentano, per diversi comparti produttivi nazionali, lo strumento più adeguato, in quanto si unisce alla garanzia dell'origine e dell'uso di metodologie tradizionali, l'utilizzazione di un marchio unico sul quale i produttori possono riconoscersi e su cui possono investire insieme. Per questi motivi, è necessario riservare la massima attenzione alle DOP e alle IGP, evitando ogni smagliatura che potrebbe indebolire la credibilità di un prodotto o anche portare alla stessa revoca del riconoscimento (espressamente prevista dal regolamento istitutivo citato in apertura, nel caso che il prodotto non sia più conforme al disciplinare in virtù del quale ha beneficiato della DOP o della IGP). Occorre in definitiva che tra le istituzioni, a tutti i livelli, e i produttori sia stretto un "patto" che sancisca il comune impegno verso la valorizzazione del "made in Italy", tenuto conto che il mercato globale avanza con molto impeto e che le trattative del Millennium Round daranno un nuovo impulso alla sua ulteriore apertura.
In relazione alle DOP nel settore lattiero-caseario, che può essere considerato emblematico per le valutazioni più sopra espresse, sono state sino ad oggi registrate dall'Unione europea trenta denominazioni, (tutte DOP), per formaggi delle diverse tipologie ed aree produttive, che impiegano ben il 48 per cento del latte nazionale delle diverse specie animali. La più rilevante, sul piano economico e produttivo, è proprio quella relativa al formaggio "Grana Padano", che rappresenta (tra tutte le produzioni ad oggi riconosciute dall'Unione europea in base al regolamento n. 2081/92) la prima denominazione anche a livello europeo e riveste un rilievo strategico per l'area produttiva padana, la più avanzata e competitiva in ambito nazionale. Il formaggio, conosciuto fin dal XIV secolo, è stato consacrato nella sua denominazione attuale nel 1955, in applicazione della legge n. 125 del 1954 e poi confermato nella medesima denominazione dall'Unione europea col Regolamento n. 1107/96.
Osserva che, sulla base della struttura organizzativa e promozionale consolidata nel Consorzio di tutela e di una struttura di controllo e certificazione di recente costituzione, indipendente dai soggetti della filiera come previsto dall'articolo 10 del regolamento n. 2081/92, tale formaggio ha tutte le condizioni per difendersi efficacemente sui mercati ed accrescere la sua affermazione nei prossimi anni. Ricorda poi sul piano comunitario che, dal luglio del 2001 – alla scadenza di una deroga di durata quinquennale – sarà possibile recuperare anche l'uso esclusivo del termine "Grana" (ora consentito in via transitoria ad alcuni paesi, come la Danimarca che ne aveva attivato l'uso negli ultimi anni) che potrà diventare una denominazione italiana esclusiva a livello europeo e – se andranno a buon fine le trattative sul WTO (ossia i negoziati Millennium Round già ricordati) – a livello mondiale. Ritiene pertanto che tutti debbono impegnarsi nella difesa di tale denominazione, come strumento della capacità produttiva e commerciale e come espressione esclusiva della tradizione italiana a conferma di una scelta di indirizzo politico e strategico, in virtù del quale non possono essere tollerate confusioni, o peggio limitazioni ingiustificate delle denominazioni riconosciute, o anche industrializzazioni dei processi produttivi non conformi alla tradizione ed al disciplinare, da chicchessia richieste o patrocinate.
Preannuncia pertanto la presentazione, al termine del dibattito, di una proposta di risoluzione sul formaggio DOP "Grana Padano", al fine di ribadire con fermezza l'indirizzo politico e strategico a tutela del formaggio Grana Padano, nei termini dianzi esposti, e per impegnare il Governo ad adottare tutti i provvedimenti necessari ad impedire qualsiasi abuso della denominazione, di fronte al rischio concreto che alcune iniziative in atto possano messere in discussione la DOP.

Il presidente SCIVOLETTO, nel ribadire l'importanza della questione all'esame della Commissione, prende atto che la procedura adottata potrà sfociare nella presentazione di una proposta di risoluzione da sottoporre alla deliberazione della Commissione.

Il senatore MINARDO, prendendo la parola sull'ordine dei lavori, fa rilevare che quando la Commissione ha iniziato l'esame dell'affare assegnato erano presenti in Commissione un numero di senatori inferiore a quello previsto dal Regolamento.

Il presidente SCIVOLETTO fa rilevare che in base a quanto previsto dall'articolo 30 del Regolamento e dalla prassi costantemente seguita, nelle sedi deliberante, redigente e quelle nelle quali le Commissioni discutono di affari per i quali non debbano riferire all'Assemblea (come nell'odierno esame), la verifica del quorum è accertata dal Presidente all'inizio della seduta mediante il foglio delle firme e precisa di avere compiuto l'accertamento richiesto dal Regolamento prima che la Commissione procedesse all'esame dell'affare assegnato. Nel ricordare poi i casi in cui il Presidente, d'ufficio, dispone la verifica del numero legale mediante la conta dei presenti o mediante appello nominale, ribadisce l'importanza che sia assicurata la più puntuale osservanza di tutta la normativa regolamentare in materia di numero legale.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


INTEGRAZIONE DELL'ORDINE DEL GIORNO DELLA SEDUTA DI DOMANI

Il PRESIDENTE avverte che l'ordine del giorno della seduta già convocata per domani, mercoledì 10 gennaio alle ore 14,30, è integrato con l'esame, in sede consultiva, del decreto-legge 21 novembre 2000, n. 335, recante misure per il potenziamento della sorveglianza epidemiologica della encefalopatia spongiforme bovina.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle ore 16.