150a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, con delega per la protezione civile, Barberi.

La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE REFERENTE
(3039) Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1998, n. 6, recante ulteriori interventi urgenti in favore delle zone terremotate delle regioni Marche e Umbria e di altre zone colpite da eventi calamitosi
(2839) Ronconi ed altri: Provvedimenti per le zone terremotate dell'Umbria e delle Marche
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.

Interviene il senatore RESCAGLIO il quale, espresso apprezzamento nei confronti dell'operato del sottosegretario Barberi, rileva come per la prima volta non si siano verificati i ritardi e le incongruenze che solitamente hanno accompagnato le calamità naturali, ma anzi sono stati individuati con rapidità ambiti puntuali di intervento e predisposte in tempi altrettanto brevi le risorse necessarie utilizzando tutte le forze disponibili, compreso il volontariato e nel suo ambito le diocesi.
In relazione al contenuto degli articoli 3 e 8, prospetta poi l'opportunità di organizzare nel futuro in alcuni dei centri colpiti dalla crisi sismica convegni a carattere europeo per sottolinearne la grande valenza del patrimonio culturale appartenente non solo all'Italia, attraverso la sollecitazione soprattutto delle strutture universitarie.
Con riferimento infine all'articolo 23, richiama l'attenzione del Governo sull'esigenza di dare una sistemazione definitiva alla golena del Po che, tra l'altro, non richiederebbe nemmeno un grosso sforzo finanziario.

Il senatore BARRILE, espressa soddisfazione per il contenuto del decreto-legge, che nel capo II si estende ad eventi calamitosi di diverse aree del Paese, sollecita l'attenzione della Commissione sul contenuto di un proprio disegno di legge riguardante il territorio del Belice che potrebbe trovare accoglimento nel provvedimento in esame. Si tratta infatti di modifiche alla legislazione vigente al fine di rimuovere degli ostacoli che impediscono l'attività di ricostruzione e non comportano pertanto oneri finanziari. In particolare, tali modifiche potrebbero garantire la completa definizione di tutte le pratiche finanziate prima della legge n. 120 del 1987, rimaste pendenti a seguito della soppressione dell'Ispettorato generale per le zone terremotate di Palermo, gli inserimenti in mappa dei nuovi centri urbani ricostruiti, la proroga dei termini per l'utilizzo di fondi ex legge n. 167 del 1988 e più efficienti modalità di cessione degli alloggi popolari.

Il senatore CAPONI sottolinea l'esistenza nelle popolazioni interessate dalla recente crisi sismica di uno stato d'animo di serenità al cui raggiungimento ha senza dubbio influito la circostanza che per la prima volta esse non hanno sentito lo Stato assente o distante e ciò va senz'altro ascritto a merito del Governo, del sottosegretario Barberi e delle forze politiche che hanno costantemente svolto un'azione di stimolo. Affinchè si proceda in questa direzione, è ora necessario garantire una ricostruzione in tempi accettabili: è da questo punto di vista apprezzabile il criterio sperimentale di parametrare il risarcimento sul costo della ricostruzione anzichè sul valore del danno, prevedendo anche un potere sostitutivo dello Stato in caso di inadempienza del privato, così come sono soddisfacenti le risorse destinate alle regioni Marche e Umbria. In particolare, per quanto riguarda l'Umbria che vedrà un flusso di risorse di più di 3 mila miliardi di lire rispetto ad un PIL annuo di circa 30 mila miliardi, potrebbe addirittura paventarsi il rischio di uno stravolgimento del patrimonio storico e culturale nel caso di una gestione non oculata e non ben governata di tali fondi. A tal fine si impongono alcune modifiche ed in particolare egli preannuncia la presentazione di un emendamento all'articolo 14 per abbassare la soglia di 5 milioni di ECU stabilita per il ricorso alla trattativa privata, anche in ragione del fatto che la prima stesura del provvedimento fissava tale soglia ad un milione di ECU. Altre garanzie vanno individuate per far sì che la competizione tra le imprese partecipanti alla ricostruzione avvenga sul piano non della loro collocazione geografica ma dei requisiti e della regolarità del rapporto di lavoro con i rispettivi dipendenti. Inoltre, sarebbe preferibile individuare nuovi strumenti contabili perchè le risorse non arrivino direttamente ai presidenti delle due regioni ma transitino nei bilanci regionali, nonchè ridurre le funzioni attribuite alle Soprintendenze, enfatizzando il ruolo dei responsabili civili locali. Sollecitato un miglioramento degli interventi a favore delle attività produttive, ricorda infine che esistono altri provvedimenti contenenti stanziamenti già autorizzati riguardanti le due regioni colpite dal sisma che sarebbe opportuno convogliare nel decreto-legge in esame.

Il senatore ZECCHINO interviene per sollecitare l'inserimento nel decreto-legge di una disposizione volta ad affrontare talune difficoltà procedurali che impediscono la definizione di alcuni interventi connessi con il terremoto del 1980 in Campania e Basilicata.

Il senatore ASCIUTTI, nel ringraziare il sottosegretario Barberi anche per come si è rapportato ai rappresentanti delle due regioni terremotate, esprime riserve sull'iter procedurale previsto, che non sembra garantire la necessaria celerità per l'avvio dei lavori di ricostruzione. Lamentata altresì l'insoddisfacente portata degli interventi per le attività produttive, che nelle due regioni interessate non versavano nelle migliori condizioni anche prima del sisma, dichiara di non condividere i commi 4 e 5 dell'articolo 4 in quanto il divieto di alienare l'immobile ricostruito o riparato prima di cinque anni dalla concessione del contributo non ha senso rispetto al contenuto del comma successivo il quale, nel subordinare la concessione dei contributi a limiti reddituali irrisori, pone le condizioni perchè ben pochi soggetti possano accedervi e completare la ricostruzione di un immobile nell'arco di pochi anni. Espressosi criticamente in merito ad una disposizione del decreto del Ministro delle finanze del 9 gennaio 1998 che esclude dal ricorso al modello 730 dei soggetti delle zone terremotate che hanno usufruito di proroghe per il versamento dei tributi, suggerisce di inserire un limite temporale al comma 7 dell'articolo 4 nonchè, con riferimento ai commi 4 e 5 dell'articolo 14, di prevedere una maggiore responsabilizzazione dei sindaci anzichè la semplice applicazione dei criteri della normativa generale sugli appalti. Conclude esprimendo perplessità anche sul comma 2 dell'articolo 14, in merito all'affidamento diretto a liberi professionisti di progetti per un valore stimato dell'incarico non eccedente i 200 mila ECU, sulle disposizioni in materia di vigilanza, che non garantiscono la necessaria terzietà, nonchè sulla copertura finanziaria.

Interviene quindi il senatore SPECCHIA, che solleva la questione di carattere generale - ricorrente in Commissione sin dalla sua stessa costituzione - della grave disparità di trattamento cagionata dall'assenza di un quadro legislativo uniforme in materia di calamità naturali: il ripetersi di decreti successivi a singole catastrofi produce infatti misure ed interventi diversi caso per caso, con grave nocumento delle popolazioni meno in grado di incidere sull'apparato decisionale dal quale derivano le provvidenze.
Il provvedimento per la ricostruzione delle aree dell'Italia centrale colpite dallo sciame sismico dell'autunno scorso, poi, contiene al suo interno gravi incognite che rischiano di frustrarne l'obiettivo: la stessa Unione Europea avrebbe lamentato l'assenza di progetti e localizzazioni di spesa riferiti ai cofinanziamenti di mille miliardi di fonte comunitaria, sui quali solo il 19 gennaio scorso il Governo italiano ha dichiarato di aver raggiunto un accordo a livello regionale. L'articolo 5 è stato criticato dall'imprenditorìa locale per la scarsa attenzione ai danni indiretti subìti dalle aziende (specie turistiche), mentre l'articolo 9 non valorizza adeguatamente il ruolo (anche solo consultivo) delle regioni nella definizione degli interventi su immobili statali, segnatamente quelli di competenza del Ministero per le politiche agricole.
Oltre ad auspicare un maggior ruolo delle autonomie locali anche in materia di interventi sui beni artistici e culturali, l'oratore giudica negativamente il metodo delle deroghe alla legislazione vigente che ancora una volta si rinviene in questo tipo di decreti: l'articolo 14, infatti, col pretesto di procedure acceleratorie prosegue la perniciosa prassi derogatoria, mentre sarebbe preferibile semplificare una volta per tutte con legge quelle procedure che dimostrino scarsa efficacia o producano conseguenze defatigatorie.

Il presidente GIOVANELLI, dichiarata chiusa la discussione generale, rinvia il seguito dell'esame congiunto alla seduta di domani.

ANTICIPO DELL'ORARIO DI INIZIO DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA E SCONVOCAZIONE DELLA SEDUTA POMERIDIANA DI DOMANI

Il presidente GIOVANELLI avverte che, in conseguenza delle modifiche apportate al calendario dell'Assemblea, la seduta pomeridiana già convocata per domani, giovedì 12 febbraio alle ore 15, non avrà più luogo e, conseguentemente, che l'orario di inizio della seduta già convocata sempre per domani, alle ore 9, è anticipato alle ore 8,30.

Prende atto la Commissione.

La seduta termina alle ore 16,30.