AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

GIOVEDI' 26 OTTOBRE 2000

323a Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE



Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Ranieri.


La seduta inizia alle ore 15,10.


PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sull'impegno italiano in Albania. Audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri Ranieri.

Riprende l'indagine, sospesa nella seduta del 3 febbraio 2000.

Il presidente MIGONE avverte che l'odierna audizione del sottosegretario Ranieri è stata prevista in preparazione di un sopralluogo in Albania, che si svolgerà nelle prossime settimane. Si è avvertita infatti l'esigenza di una verifica della situazione attuale in quel paese, nonché dello stato dei rapporti bilaterali dopo la soppressione del Commissario straordinario e della delegazione diplomatica speciale, con il conseguente ritorno degli interventi in Albania nelle competenze istituzionali del Ministero degli affari esteri.
Dà quindi la parola al sottosegretario Ranieri per il suo intervento introduttivo.

Il sottosegretario RANIERI pone in risalto anzitutto che il processo di stabilizzazione democratica dell'Albania è proseguito, sia pure tra prevedibili difficoltà, grazie all'impegno dimostrato dal Governo del presidente Meta e al sostegno che esso ha ricevuto dai paesi amici. Un segno tangibile del miglioramento complessivo della situazione politica si è avuto in occasione delle recenti elezioni amministrative, su cui l'OSCE ha espresso un giudizio positivo, soprattutto perché la lotta politica non è degenerata in incidenti gravi e gli osservatori hanno segnalato un comportamento corretto della polizia.
Nel corso di una recente visita a Tirana ha ricavato l'impressione che il gruppo dirigente albanese voglia procedere sulla via delle riforme. In particolare, il Ministro dell'interno ha assicurato i rappresentanti del Governo italiano che intende rafforzare la lotta alla criminalità organizzata, garantire una severa applicazione della cosiddetta legge sui gommoni e il controllo dei porti, al fine di stroncare il traffico di clandestini verso l'Italia.
Il rispetto di tali impegni costituisce una condizione per l'ulteriore sviluppo della cooperazione italo-albanese, nel quadro di un più generale approccio volto a favorire l'ancoraggio dell'Albania ai valori democratici europei e, in prospettiva, il suo pieno coinvolgimento nel processo di integrazione. E' probabile che nel prossimo anno sia possibile avviare i negoziati per un accordo di associazione tra l'Unione europea e lo Stato balcanico, come auspica il Governo italiano, che a tal fine ha chiesto la istituzione di un apposito gruppo di lavoro.
La situazione economica albanese appare in netto miglioramento, sulla base dei dati rilevati dal Fondo monetario internazionale: vi è un aumento del PIL di circa l'8 per cento, su base annua, il tasso di inflazione è stato notevolmente ridotto, arrivando a oscillare tra il 3 e il 4 per cento, e sussistono quindi le condizioni per una crescita economica in un quadro di stabilità monetaria. La graduale integrazione del paese nell'Unione europea è dunque possibile e soprattutto opportuna, perché vincolerebbe il Governo di Tirana al rispetto degli standards europei nella politica economica e alla salvaguardia dei principi democratici.
Contemporaneamente si deve favorire l'avvicinamento dell'Albania alle altre istituzioni europee e alla NATO, con la quale ha già sottoscritto la partnership for peace.
Nel vertice che si terrà a Zagabria il prossimo 24 novembre, per rilanciare l'impegno dell'Unione europea verso i Balcani, l'Italia intende chiedere che si discuta anche dei rapporti con l'Albania e dei possibili interventi in ambito multilaterale. Sotto il profilo politico, è auspicabile che il Governo di Tirana mantenga una sintonia con l'ONU e con l'Unione europea relativamente alla questione del Kosovo e ai rapporti con gli stati dell'ex Iugoslavia, tenendo sotto controllo il nazionalismo latente nella popolazione, come è riuscito a fare finora.
Per quel che riguarda l'orizzonte strategico della politica italiana verso l'Albania, gli interventi proseguono anche dopo la soppressione del Commissariato straordinario, nel quadro di un'impostazione che è stata condivisa dall'intero Parlamento. E' pressoché inevitabile che tale cooperazione continui anche nei prossimi anni, ma occorre vigilare affinché le autorità di Tirana garantiscano un impegno adeguato nella lotta alla criminalità e alla corruzione.

Il senatore PORCARI prende atto della circostanza che, ad avviso del Governo, la situazione in Albania è in corso di positiva evoluzione sui principali versanti critici, anche se manifesta il dubbio che tale valutazione rifletta un atteggiamento eccessivamente ottimistico.
In particolare, l'andamento favorevole degli indicatori economici andrebbe sottoposto forse ad una più attenta verifica, mentre resta nel complesso delicata la situazione dell'ordine pubblico rispetto alla quale, pur in presenza di segnali incoraggianti, rimangono forti elementi di preoccupazione per ciò che attiene all'immigrazione clandestina.
Per altro verso, non vanno trascurati i segnali di disagio provenienti dal mondo delle piccole aziende nazionali che operano in Albania, le quali lamentano l'assenza di quella disposizione favorevole nei confronti delle iniziative imprenditoriali italiane che in qualche misura sarebbe ragionevole attendersi.
Per ciò che attiene alla futura collocazione internazionale dell'Albania, è senz'altro da condividere un indirizzo favorevole ad una progressiva integrazione di quel paese nei vari consessi regionali, ma occorre evitare fughe in avanti, ad esempio rispetto ad una partecipazione all'Unione europea.
Quanto alla presenza di un consistente dispositivo militare italiano in Albania, potrebbe essere opportuno – al di là della considerazione del ruolo senz'altro positivo attualmente da esso svolto – valutare in prospettiva il rischio che, col passare del tempo, si manifestino al riguardo nell'opinione pubblica albanese sentimenti di insofferenza.
Quanto all'atteggiamento del Governo di Tirana rispetto alla situazione nei Balcani, è senz'altro giusto dare atto della moderazione delle scelte finora in esso prevalse, specie riguardo al tipo di sostegno da dare alle comunità albanesi che vivono negli altri Stati della regione, ed in particolare a quelle del Kosovo.
Tuttavia, sarebbe una scelta scarsamente oculata immaginare che l'attuale moderazione sia destinata a rimanere invariata in futuro, anche dopo che l'Albania si sarà almeno in parte emancipata dai fattori di debolezza strutturale che attualmente la condizionano.
Di ciò occorre tenere adeguatamente conto, anche ai fini di una valutazione degli indirizzi di grande apertura da ultimo affermatisi nei rapporti con la Iugoslavia. Occorre al riguardo ricordare che il neo presidente Kostunica è pur sempre un esponente di matrice nazionalista, ed è quindi alquanto verosimile attendersi, nel prossimo futuro, una riaffermazione della sovranità serba sul Kosovo.
E' perciò auspicabile che il sostegno italiano all'Albania non sia viziato da un aprioristico ottimismo; ciò rappresenterebbe un grave errore, che si verrebbe ad aggiungere alla lista dei passi falsi che negli ultimi tempi hanno contrassegnato l'azione del Governo italiano nel campo della politica estera.

Il senatore ANDREOTTI prende atto con soddisfazione della positiva evoluzione che si registra sotto vari riguardi nella situazione in Albania.
Dichiara poi di condividere la scelta di valorizzare il ruolo delle istituzioni internazionali, come pure dell'Unione europea, ai fini dell'azione da svolgere in Albania, rilevando come il ricorso alle istituzioni comunitarie sia idoneo a prevenire possibili dissidi con altri paesi che, come in particolare la Grecia, intendono esercitare una speciale influenza nel contesto albanese.
Dopo aver ricordato come le imminenti elezioni presidenziali negli USA siano suscettibili di determinare rilevanti conseguenze circa l'impegno in Albania, manifesta apprezzamento per i risultati della scelta a suo tempo adottata di semplificare gli strumenti della partecipazione dell'Italia allo sforzo di riorganizzazione degli apparati pubblici in Albania.

Il senatore VERTONE GRIMALDI, nel concordare con il senatore Andreotti circa l'importanza degli effetti che potranno derivare per l'impegno internazionale in Kosovo dalle elezioni presidenziali negli USA, rileva come le dichiarazioni del sottosegretario Ranieri circa l'inesistenza nel contesto politico albanese di posizioni di nazionalismo estremo, comportanti rivendicazioni sul Kosovo, siano forse eccessivamente ottimistiche. Infatti, al di là degli indirizzi dichiarati a livello ufficiale, è noto che orientamenti nazionalistici allignano nel Kosovo come anche in Albania. Ciò che è più grave, risulta che tali atteggiamenti siano alimentati dall'esterno; al riguardo, suscita forti riserve l'incoraggiamento del Dipartimento di Stato americano rispetto a prospettive di indipendenza per il Kosovo.
Il fatto che tali orientamenti nazionalistici non si siano finora apertamente affermati rappresenta certamente un successo per la politica estera italiana; occorre però realisticamente prendere in considerazione la possibilità che in futuro si trovino a prevalere altre posizioni e diversi interessi.
E' augurabile che il Governo sia in condizione di far fronte nel prossimo futuro con efficacia, analogamente a quanto è avvenuto finora, alle delicate responsabilità internazionali dell'Italia, in particolare rispetto al contesto albanese. Al riguardo, sarebbe senz'altro lecito essere ottimisti, anche in considerazione delle capacità personali del ministro Dini, che ha diretto finora con grande autorevolezza la politica estera italiana. Qualche elemento di preoccupazione si giustifica però di fronte al manifestarsi, negli ultimi due mesi, di una preoccupante disarmonia, presso il Ministero degli affari esteri, tra le istanze politiche e la struttura burocratica, fenomeno al quale è in larga misura riconducibile la sequela di insuccessi e di passi falsi che hanno caratterizzato la presente fase. Si riferisce alla inopportuna scelta di ripresentare una candidatura italiana per il prossimo biennio al Consiglio di sicurezza dell'ONU, alla doppia candidatura italiana per il ruolo di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, nonché alle improvvide dichiarazioni dell'ambasciatore Vento circa ipotetici retroscena del linciaggio dei militari israeliani nei territori (cui ha fatto seguito – a mo' di impropria riparazione – un voto di astensione sulla risoluzione delle Nazioni Unite concernente l'eccessivo uso della forza da parte di Israele), e infine alla sorprendente lettera del Segretario generale della Farnesina all'ambasciatore dell'Estonia a Roma.
E' evidente l'opportunità di porre rimedio in tempi brevi a tale stato di cose, onde evitare che possano determinarsi altri inconvenienti.

Dopo che il senatore PORCARI, con riferimento alle dichiarazioni rese, a conclusione del suo intervento, dal senatore Vertone Grimaldi, ha sottolineato l'opportunità di evitare di attribuire ai diplomatici responsabilità che spettano unicamente ai politici, il senatore PIANETTA chiede al sottosegretario Ranieri ragguagli circa le modalità operative del sostegno all'Albania, sia sul piano bilaterale che relativamente al canale multilaterale, domandando se e in che misura possano ritenersi superati i gravi inconvenienti che si sono registrati nel passato.
Chiede inoltre che siano forniti chiarimenti circa la salvaguardia del ruolo degli imprenditori italiani che operano in Albania.

Il senatore MAGLIOCCHETTI rileva in primo luogo come l'ampiezza dell'impegno italiano in Albania sia verosimilmente destinata ad aumentare, specie se si dovesse assistere ad un disimpegno da parte degli USA.
Per quanto riguarda il processo di democratizzazione, le dichiarazioni del rappresentante del Governo sembrano ispirate ad un eccessivo ottimismo, anche in considerazione del fatto che quel paese si sta affacciando alla democrazia soltanto ora, dopo aver conosciuto una ininterrotta serie di regimi dispotici, l'ultimo dei quali, protrattosi per mezzo secolo, particolarmente negativo ai fini dello sviluppo civile ed economico-sociale.
La ricerca di un rapporto di fattiva cooperazione con l'Albania, che risponde certamente ad un interesse nazionale, non deve condurre a sottovalutare la persistenza di seri problemi nei rapporti bilaterali, specialmente sul versante nel contrasto all'emigrazione clandestina, che alimenta forme odiose di sfruttamento delle donne e dei bambini, come ognuno può constatare nelle principali città italiane, ove è frequente imbattersi, ad esempio, nel fenomeno dell'accattonaggio infantile. Né può trascurarsi la portata del fenomeno delle coltivazioni sul territorio albanese destinate alla produzione di stupefacenti che poi finiscono per essere riversati in Italia.
Alla luce di tali considerazioni, si augura che da parte del Governo siano comunicati in tempi ragionevoli dati e informazioni puntuali circa i casi di arresto o di coinvolgimento di persone di cittadinanza albanese in attività criminali, particolarmente per quanto riguarda il traffico di armi e di droga, e circa la portata delle infrazioni al regime doganale; chiarimenti sarebbero inoltre opportuni in ordine al problema delle estorsioni poste in essere, anche con la connivenza delle autorità albanesi, in danno dei piccoli imprenditori italiani che operano in Albania.

Il presidente MIGONE rileva come, pur persistendo rilevanti motivi di preoccupazione, la situazione in Albania sia, anche alla stregua delle dichiarazioni del sottosegretario Ranieri, in corso di positiva evoluzione. Al fine di una più puntuale verifica di tale risultato, che va ascritto anche al merito della presenza italiana come si è dispiegata in Albania negli ultimi anni, potrebbe risultare opportuno acquisire la serie storica dei principali indicatori relativi alle condizioni socio-economiche e all'ordine pubblico.
Per quanto riguarda le modalità dell'impegno italiano, appare opportuno introdurre appropriati strumenti per rendere effettivo il ruolo di direzione e coordinamento attribuito all'ambasciata italiana a Tirana rispetto agli altri organismi nazionali ivi operanti ed in particolare rispetto alla missione interforze. L'ambasciatore dovrebbe essere adeguatamente supportato dalla presenza in loco di esperti nei vari comparti nei quali si esplica la cooperazione italiana - giustizia, enti locali, agricoltura - al fine di favorire l'affermazione delle necessarie competenze nelle istituzioni e negli apparati burocratici albanesi. Al riguardo, appare opportuno un chiarimento circa gli indirizzi di programmazione ai quali ci si intende attenere nell'utilizzo dei fondi già gestiti dal Commissariato straordinario.
In conclusione, auspica che, ai fini della definizione degli indirizzi di politica estera relativi all'Albania, il dibattito fra gli schieramenti italiani continui ad essere ispirato a una logica bipartisan, anche nello scorcio finale della legislatura, nella considerazione che il ritorno all'instabilità al di là dell'Adriatico sarebbe uno scenario oltremodo negativo per chiunque sia chiamato nel prossimo futuro alla guida del paese.

Il sottosegretario RANIERI fa presente preliminarmente di non aver inteso accreditare prospettive indebitamente ottimistiche circa la situazione in Albania, sottolineando invece come il suo sforzo sia stato di fornire una rappresentazione obiettiva del quadro esistente. A tale riguardo, il fatto che vi sia una visibile tendenza al miglioramento sui principali versanti operativi, ascrivibile anche all'impegno italiano dell'ultimo decennio, non induce in alcun modo il Governo ad una sottovalutazione dei persistenti fattori di fragilità ravvisabili in particolare nella struttura amministrativa della vicina Repubblica. E' peraltro giusto a tale riguardo ricordare che le istituzioni albanesi sono state in grado nell'ultimo triennio di assorbire tre situazioni potenzialmente destabilizzanti, dalla crisi delle finanziarie piramidali del 1997, ai conflitti politici che nel corso dell'anno successivo portarono il paese alle soglie della guerra civile, fino all'impatto della guerra nel Kosovo, con la sostanziale tenuta del tessuto civile albanese di fronte al gigantesco afflusso di profughi, valutato in 500.000 persone. Tutto ciò dimostra come, in definitiva, le istituzioni albanesi comincino a dare segnali incoraggianti di consolidamento.
Altri elementi positivi sono rappresentati dal rilevante incremento delle entrate doganali complessive, valutato per il periodo gennaio-agosto 2000 nel 29,9 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 1999; analoghi segnali giungono sul versante delle entrate fiscali, per il quale il raffronto fra i due periodi in considerazione evidenzia un incremento del 30, 8 per cento.
Tutto ciò, in un contesto segnato da una crescita sostenuta, dell'ordine del 7-8 per cento annuo, e con un tasso di inflazione vicino allo zero. Si tratta di risultati estremamente significativi, al di là della considerazione dei margini di incertezza che possono sussistere circa talune rilevazioni; ad essi si accompagna la soddisfazione per il significativo progresso che si registra sul lato della lotta al contrabbando e nell'azione di contrasto delle autorità albanesi al fenomeno della corruzione fra gli addetti alle dogane.
Significativo appare anche il bilancio per ciò che attiene le iniziative della cooperazione italiana, che nel decennio scorso ha realizzato programmi per un ammontare di 302 miliardi di lire, e ha in corso di realizzazione progetti per ulteriori 476 miliardi di lire.
Per quanto riguarda le recente elezioni amministrative, che hanno visto un'affermazione delle forze che compongono l'attuale maggioranza di Governo, penalizzando per converso il partito democratico, rileva come il clima della consultazione sia stato, secondo gli osservatori internazionali presenti, nel complesso corretto, sebbene non siano mancati episodi di segno contrario. L'impegno della comunità internazionale continuerà ovviamente ad essere rivolto all'ulteriore consolidamento del processo democratico.
Si riserva infine di trasmettere alla Commissione dati puntuali e analitici, conformemente alle richieste manifestate nel corso dell'odierno dibattito, circa i risultati della cooperazione italiana, come pure in ordine ai casi di coinvolgimento di cittadini albanesi in attività criminose.

Il presidente MIGONE, raccogliendo una sollecitazione espressa dal senatore PIANETTA, sottolinea l'opportunità dell'invio da parte del Ministero degli affari esteri, in tempo utile per far fronte ai previsti prossimi impegni della Commissione nei riguardi dell'Albania, di una documentazione aggiornata sulla situazione presente in quel paese.

Il sottosegretario RANIERI assicura che la documentazione sollecitata dal Presidente sarà trasmessa alla Commissione nei prossimi giorni.

Il PRESIDENTE dichiara conclusa l'audizione odierna.

Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,45.