INDUSTRIA (10a)

MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 1997


102a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
PALUMBO

Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, i dottori Giorgio Sampietro (presidente del comitato imprese multinazionali), Giovanni Palladino (direttore dell'area finanza della Confindustria), Lucio Scialpi (direttore dell'area economica e di impresa) e Sergio Gelmi (capo del servizio rapporti con il Parlamento).

La seduta inizia alle ore 15,10.

PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell'indagine conoscitiva sulle imprese multinazionali con sede in Italia: audizione dei rappresentanti della Confindustria
(R048 000, C10a, 0005°)

Si riprende l'indagine sospesa nella seduta del 17 settembre.

Dopo un breve indirizzo di saluto del presidente PALUMBO, interviene il dottor SAMPIETRO che, dopo aver fornito alcuni dati sulla presenza delle imprese estere in Italia, segnala il rilievo che tale presenza - se stabile ed organica - assume, segnatamente con riguardo allo sviluppo tecnologico ed organizzativo ed alla formazione del personale. L'Italia rappresenta per le imprese multinazionali un centro di attività ed un mercato di assoluto rilievo, come dimostra l'ampia presenza delle stesse. Tuttavia, i dati più recenti evidenziano una minore capacità del Paese di attrarre investimenti delle imprese multinazionali rispetto a quella dimostrata dagli altri grandi Paesi industrializzati. Al riguardo lamenta l'assenza di un'adeguata politica di attrazione degli investimenti esteri e la mancata creazione, sull'esempio di molti paesi stranieri, di un'agenzia di promozione di tali investimenti.
Passa quindi ad esaminare alcuni significativi problemi che, a suo avviso, ostacolano la diffusione e l'incremento della presenza delle multinazionali. Tra questi, in primo luogo, l'ordinamento fiscale, caratterizzato da un livello di imposizione complessiva sul sistema delle imprese di dieci-venti punti superiore rispetto alla media degli altri paesi europei, afflitto da una farraginosità estrema della normativa, che determina incertezza nell'azione delle imprese, e da un sistema sanzionatorio esageratamente gravoso. In secondo luogo ricorda il costo e la scarsa flessibilità del lavoro rispetto ai quali l'accordo del 1993 e i più recenti interventi normativi hanno introdotto elementi migliorativi; tuttavia, a fronte di salari competitivi, continuano a restare troppo elevati gli oneri sociali e gli oneri impropri. Anche la legislazione sul lavoro appare troppo garantista mentre la flessibilità appare inadeguata.
Segnala, infine, quale ulteriore elemento di disincentivo per gli investimenti delle imprese multinazionali, la natura complessa e farraginosa della legislazione italiana. Al riguardo le cosiddette leggi Bassanini rappresentano un passo importante; urgente ne appare dunque una piena e completa attuazione.

Interviene quindi il dottor PALLADINO che, preliminarmente, pone a confronto l'ampio saldo positivo, realizzatosi nell'ultimo anno nel rapporto fra investimenti esteri in titoli italiani e investimenti italiani in titoli esteri, con il disavanzo registratosi nel rapporto tra investimenti diretti esteri in Italia e corrispondenti investimenti delle imprese italiane all'estero.
Nel commentare questi dati, ritiene che, tra le ragioni essenziali del rallentamento nell'afflusso degli investimenti reali esteri in Italia vi sia il sistema fiscale, ricordando in particolare la negativa incidenza dell'IRAP, di prossima istituzione che, sostituendo, tra l'altro, l'ILOR potrebbe, a suo avviso, generare, per le imprese multinazionali, fenomeni di doppia imposizione. Si sofferma quindi su alcune misure di revisione dell'ordinamento fiscale che potrebbero agevolare l'attività di tutte le imprese e di quelle multinazionali in particolare; ricorda al riguardo la proposta di istituire uno sportello ad hoc per le imprese multinazionali presso il Ministero delle finanze; quella di pervenire ad una tassazione consolidata di gruppo e segnala infine la opportunità di rendere più celere il procedimento di rimborso dei crediti IVA.

Il dottor SCIALPI, soffermandosi sui problematici rapporti tra le imprese multinazionali e la pubblica amministrazione, sottolinea nuovamente la complessità della normativa e la farraginosità del sistema amministrativo italiano, ed illustra quindi, analiticamente, i costi per le imprese di tali inefficienze. In conclusione, rifacendosi a quanto espressamente richiesto dalle organizzazioni di categoria al Governo, ribadisce la opportunità di procedere alla creazione di un'agenzia nazionale di promozione degli investimenti esteri in Italia, dotata di una adeguata rete di rappresentanza all'estero, ed auspica una tempestiva realizzazione del processo di semplificazione dell'azione amministrativa previsto dalle cosiddette leggi Bassanini, recentemente approvate dal Parlamento.

Seguono brevi interventi e domande dei senatori.

Il presidente PALUMBO, considerato il notevole gap riscontratosi nei primi sette mesi dell'anno in corso tra investimenti diretti italiani all'estero e corrispondenti investimenti esteri in Italia, chiede verso quali Paesi principalmente si orientino gli investitori italiani e quali siano le ragioni sottese a dette scelte. Quanto alla prospettata agenzia per l'attrazione degli investimenti esteri, chiede i suggerimenti della Confindustria in ordine al modello più adatto all'ordinamento e alla struttura industriale italiana anche in rapporto alle esperienze straniere conosciute.

Il dottor PALADINO, nel rispondere alla prima domanda formulata dal Presidente, rileva come gli investimenti italiani si siano diretti principalmente verso l'Europa occidentale - che ha dimostrato di saper svolgere una positiva attività di attrazione - nonchè verso l'Europa dell'est, in ragione del più basso costo del lavoro, mentre l'Asia rappresenta tuttora principalmente un'area di destinazione delle esportazioni per il nostro paese.

Il dottor SCIALPI risponde all'interrogativo avanzato circa il modello di agenzia per l'attrazione degli investimenti auspicabile, soffermandosi sui compiti che tale agenzia dovrebbe svolgere, riconducibili principalmente a quelli di informazione sulle caratteristiche del paese e sulla sua legislazione; di certificazione dei pacchetti localizzativi; di collegamento con lo sportello unico della pubblica amministrazione; di scouting, infine, nei paesi investitori.

Il senatore MICELE, dopo aver rilevato come la mancanza di una politica di attrazione degli investimenti esteri non sia che un aspetto della più generale carenza di politiche rivolte al sistema industriale nazionale, sottolinea come alcuni passi avanti siano stati fatti, in particolare con la legge Bassanini sulla semplificazione dei procedimenti amministrativi. Considerato che gran parte degli investimenti esteri si concentrano nel nord e nel Centro del paese, chiede se le misure auspicate dai rappresentanti della Confindustria siano valide per stimolare un maggior flusso di investimenti verso il Mezzogiorno o se quest'area del paese richieda azioni ulteriori.

Il senatore NAVA esprime un giudizio fortemente critico sull'avvenuto scioglimento della Cassa per il Mezzogiorno e sulla cessazione dell'intervento straordinario, che ha accentuato il dualismo ed ha aumentato lo stato di disagio delle popolazioni meridionali. Chiede pertanto se non converrebbe pensare ad un'agenzia di promozione degli investimenti esteri verso il Mezzogiorno anzichè ad un organismo operante per l'intero territorio nazionale.

Il senatore ASCIUTTI chiede ai rappresentanti della Confindustria quanto a loro avviso incidano sulla scarsa capacità di attrazione dimostrata dall'Italia rispettivamente le carenze infrastrutturali e il rischio paese, con particolare riferimento alla criminalità. Domanda inoltre se le multinazionali che investono in Italia oggi presentino caratteristiche differenziate rispetto a quelle che hanno operato in passato e se nel rapporto tra investimenti diretti in uscita e investimenti diretti in entrata il nostro paese faccia riscontrare differenze significative rispetto agli altri paesi industriali, precisando, comunque, che egli non giudica negativamente l'aumento degli investimenti italiani all'estero.

La senatrice FIORILLO riscontra preliminarmente come i problemi di disavanzo pubblico connessi all'adesione alla moneta unica europea si presentino in Francia e in Germania non meno che in Italia. Posto che questi paesi risultano più attraenti sotto il profilo fiscale e della flessibilità del lavoro, generando un rilevante flusso di investimenti esteri, chiede di cosa il nostro paese avrebbe ancora bisogno - una volta realizzate condizioni di parità sotto tali profili - per attrarre un corrispondente flusso di investimenti.

Dopo che il dottor SCIALPI, rispondendo alla senatrice Fiorillo, ha posto l'accento sulla snellezza dei procedimenti amministrativi come importante fattore di attrazione degli investimenti, risponde il dottor SAMPIETRO, il quale, con riferimento al Mezzogiorno, sottolinea come le imprese multinazionali incontrino ostacoli sostanzialmente non differenti da quelli delle imprese nazionali. Si riferisce in particolare alla perifericità geografica (per controbilanciare la quale sono necessari incentivi), ed alla carenza di infrastrutture, mentre la criminalità non gli appare come specifico fattore disincentivante. Quanto al lavoro, più che un problema di costi si pone un problema di flessibilità che andrebbe sperimentata al Sud in funzione incentivante.

Il dottor PALLADINO ritiene che non si tratta di porsi l'obiettivo di una riduzione degli investimenti italiani all'estero ma piuttosto quello di un aumento degli investimenti esteri in Italia: la multinazionalizzazione dell'economia è infatti un fenomeno positivo, come dimostra l'esempio statunitense. Quanto al Mezzogiorno, la sua visione è ottimistica considerato che le potenzialità di espansione degli investimenti industriali e la disponibilità di manodopera risultano superiori a quelle del Nord, ormai saturo.

Il presidente PALUMBO ringrazia i rappresentanti della Confindustria per gli apporti conoscitivi forniti e dichiara chiusa l'audizione.

Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,35.