AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

GIOVEDI' 4 MARZO 1999

183a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
BOCO


La seduta inizia alle ore 15,15.


IN SEDE REFERENTE

(3307) SEMENZATO ed altri.- Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla proibizione dell'uso, lo stoccaggio, la produzione ed il trasferimento di mine antipersona, e per la loro distruzione, fatta ad Oslo il 18 settembre 1997 ed aperta alla firma a Ottawa il 3 dicembre 1997

(3800) Ratifica ed esecuzione della Convenzione sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione, firmata ad Ottawa il 3 dicembre 1997. Modifiche alla legge 29 ottobre 1997, n. 374, riguardante la disciplina della messa al bando delle mine antipersona, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame congiunto e rinvio)


Riferisce alla Commissione il senatore RUSSO SPENA, il quale ricorda anzitutto l'importanza della Convenzione di Ottawa, che rappresenta un salto di qualità nel processo di progressiva messa al bando delle mine antipersona, iniziato con la convenzione sulle armi indiscriminate del 1980. Per merito della straordinaria campagna di opinioni effettuata dalle organizzazioni non governative, nonché per l'iniziativa del governo del Canada, si è infine pervenuti a un accordo che proibisce non solo l'uso, ma anche la produzione e il trasferimento di tale tipo di mine. Aperta alla firma il 3 dicembre 1997, la Convenzione di Ottawa è stata finora sottoscritta da 133 Stati ed è entrata in vigore lo scorso 1° marzo, dopo che è stato raggiunto e ampiamente superato il quorum di 40 ratifiche previsto dall'articolo 17 della Convenzione stessa.
Per quel che riguarda l'Italia, la consapevolezza dei limiti degli accordi internazionali preesistenti spinse il legislatore ad approvare la legge n. 374 del 1997, che già proibiva unilateralmente la produzione e la vendita delle mine, con disposizioni che costituiscono ancora un termine di riferimento per gli altri paesi. Basti pensare che nella definizione di mine antipersona è compreso anche un certo tipo di mine anticarro, dotate di dispositivo antimaneggiamento, che invece è esplicitamente escluso dall'articolo 2 della Convenzione di Ottawa.
L'Atto Camera n. 5005, presentato dal Governo, prevedeva originariamente modifiche alla già citata legge n. 374, adeguandola al testo della Convenzione per la definizione di mine antipersona, nonché per il termine entro cui dovrà essere distrutto l'arsenale in dotazione alle forze armate. Durante la discussione presso l'altro ramo del Parlamento sono stati approvati su tali punti emendamenti di grande rilievo politico, che hanno consentito di far salve le disposizioni della legge n. 374. Un altro importante emendamento parlamentare ha introdotto il secondo comma dell'articolo 5, in base al quale le disposizioni della Convenzione si applicano anche alle forze armate di altri Stati di stanza in Italia, in forza di accordi internazionali.
Viceversa alla Camera non è stato risolto il problema del controllo da parte di un'autorità indipendente, che non può certo essere individuata nel Ministero della difesa, designato quale autorità nazionale competente ad effettuare gli adempimenti previsti dalla Convenzione. Essendo stato respinto l'emendamento del relatore Occhetto, volto a istituire un comitato parlamentare di controllo, manca una sede istituzionale cui imputare la funzione di vigilanza sull'attuazione della Convenzione.
Considerata l'estrema urgenza di ratificare l'accordo in esame, per poter partecipare alla prima conferenza delle parti che si terrà a Maputo all'inizio di maggio, il relatore Russo Spena prospetta l'opportunità di approvare il testo trasmesso dalla Camera, benché non del tutto soddisfacente, accompagnandolo con alcuni ordini del giorno che dovrebbero essere accolti dal Governo con un serio impegno politico. In particolare, si tratterebbe di sollecitare la seconda relazione semestrale prevista dalla legge, di chiedere al Governo una graduale riduzione del numero di mine antipersona che le forze armate possono detenere per l'addestramento - comunque già ridotto da 10.000 a 8.000 con un emendamento approvato alla Camera dei deputati - di ribadire l'esigenza che la Convenzione sia pienamente rispettata nelle basi NATO in Italia, nonché di invitare il Governo ad assumere le iniziative necessarie per coinvolgere in questo processo di disarmo anche le grandi potenze che non hanno firmato la Convenzione di Ottawa.
Infine preannunzia un ordine del giorno che rechi precisi indirizzi al Governo in vista della conferenza di Maputo, soprattutto in relazione all'opportunità di modificare la definizione di mine antipersona, adeguandola a quella prevista dalla legge italiana.

Si apre la discussione generale.

La senatrice SALVATO ritiene che per l'Italia sia prioritario ratificare al più presto la Convenzione, per poter prendere parte alla conferenza di Maputo e svolgere in quella sede un serio ruolo propositivo. Rileva poi che il giudizio complessivo delle associazioni più attive nella campagna contro le mine antipersona è positivo, anche se vengono lamentate alcune carenze nel testo approvato dalla Camera. Anche per questo è opportuno che il Governo assuma iniziative idonee a favorire un confronto periodico con tali associazioni su tutte le questioni connesse all'attuazione della Convenzione.
Dichiara poi di considerare utile il controllo esercitato dalle competenti Commissioni parlamentari sulla relazione semestrale del Governo, già prevista dalla legge n. 374, e propone che agli ordini del giorno già preannunciati dal Relatore se ne aggiunga un altro che impegni il Governo a interpretare il termine "importazione", usato impropriamente negli articoli 3 e 4 del disegno di legge, nello stesso senso dell'espressione "trasferimento" come definito dall'articolo 2 della Convenzione.

Il senatore PIANETTA, dopo aver ricordato le raccapriccianti testimonianze raccolte nel corso dei suoi viaggi in Africa e in Cambogia, sottolinea l'esigenza di ratificare e attuare in tempi molto brevi la Convenzione di Ottawa. Peraltro la soluzione preferibile sarebbe stata quella di separare le modifiche della legge n. 374 dal disegno di legge che autorizza la ratifica della Convenzione; si sarebbe così ottenuto un risultato certamente migliore di quello raggiungibile attraverso platonici ordini del giorno.

La senatrice SQUARCIALUPI auspica che, dopo la conferenza delle parti che si terrà a Maputo, i rappresentanti italiani in seno alle assemblee parlamentari delle organizzazioni internazionali sollevino con forza l'esigenza di un bando generalizzato delle mine antipersona. Fa poi presente che in Bosnia e in altri territori dell'ex Iugoslavia si è fatto grande uso di mine artigianali, considerate dagli esperti le più pericolose, perché di bassissimo livello tecnologico. Infine dà atto al contingente italiano in Bosnia del contributo alle operazioni di sminamento e sollecita ulteriori iniziative, in considerazione del numero incredibile di mine disseminato nei Balcani.

Il senatore CORRAO condivide l'orientamento del relatore ad approvare il testo della Camera senza modificazioni, accompagnandolo con ordini del giorno che esprimano indirizzi suscettibili di essere trasformati, in un secondo momento, in precise disposizioni legislative. Per quanto riguarda le operazioni di sminamento cui si riferiva la senatrice Squarcialupi, ritiene essenziale che chiunque abbia dispiegato mine nei Balcani consegni le mappe dei campi minati, favorendo la bonifica del territorio e la salvaguardia delle vite umane.

Il senatore VOLCIC ritiene improbabile che vi siano mappe affidabili dei campi minati nei territori dell'ex Iugoslavia, poichè si tratta in larga parte di ordigni artigianali disseminati da milizie prive di alcuna qualificazione tecnica.

Il presidente BOCO, dopo aver ricordato che la sua parte politica ha presentato disegni di legge certamente più avanzati di quello governativo, rileva che al punto in cui si è giunti l'esigenza di ratificare al più presto fa premio su qualsiasi questione di principio. Del resto non è praticabile neppure la soluzione prospettata dal senatore Pianetta, poichè lo stralcio degli articoli che modificano la legge n. 374 del 1997 comporterebbe comunque il ritorno del disegno di legge alla Camera.
E' fondamentale che l'Italia, dopo essere stata per molti anni uno dei principali produttori ed esportatori di mine antipersona, ratifichi la Convenzione e provveda a distruggere il suo arsenale nei tempi previsti. Si dovrà poi pensare a ridurre ulteriormente lo stock di ordigni consentito per l'addestramento, per il quale il disegno di legge n. 3307 propone un limite complessivo di 3.000 mine e un tetto per le sostituzioni, fissato in 500 unità all'anno.
Resta poi da affrontare e risolvere l'immenso problema dello sminamento, che richiede fondi rilevantissimi, dal momento che sminare un territorio è assai più costoso che trasformarlo in un campo minato.

La senatrice SQUARCIALUPI suggerisce al Relatore di affrontare in un ordine del giorno anche la questione della ricerca tecnologica, poichè le risulta che in altri paesi si incentiva la ricerca di sistemi a basso costo per lo sminamento.

Il relatore RUSSO SPENA ritiene necessario un rinvio del seguito dell'esame, poichè l'assenza del Governo non consente di concordare il testo degli ordini del giorno che saranno poi presentati e votati in Assemblea. Sottolinea altresì che alcuni dei documenti da lui preannunziati dovrebbero costituire un vero mandato negoziale per chi rappresenterà il Governo alla conferenza delle parti di Maputo.

Il presidente BOCO concorda con il Relatore e avverte che la Commissione riprenderà l'esame congiunto dei disegni di legge nella prossima settimana, dopo aver acquisito il parere delle Commissioni consultate, con particolare riguardo alla Commissione difesa.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,25.