INDUSTRIA (10a)
MARTEDÌ 10 MARZO 1998

130a Seduta
Presidenza del Presidente
CAPONI

Intervengono i sottosegretari di Stato per il commercio estero CABRAS e per l'industria, il commercio e l'artigianato CARPI.

La seduta inizia alle ore 15,15.

AFFARI ASSEGNATI
Liberalizzazione del commercio, internazionalizzazione delle imprese e rispetto dei diritti umani
(Esame, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento e rinvio)
(R050 002, C10a, 0002°)


Il relatore Athos DE LUCA ritiene che lo sviluppo del commercio e delle relazioni internazionali non possa non tener conto del rispetto di essenziali diritti umani e civili. A tal fine illustra uno schema di risoluzione tesa ad impegnare il Governo: ad assumere, pur con la gradualità e la cautela necessarie, iniziative volte a incentivare gli investimenti commerciali diretti verso quei Paesi che risultino impegnati ad abolire lo sfruttamento del lavoro minorile e, ove la pena di morte non sia praticata; ad attivarsi affinchè vengano esercitate pressioni sui Paesi che non hanno ancora varato una adeguata legislazione sul lavoro; a studiare la possibilità di introdurre misure di penalizzazione, anche fiscali, relativamente alla importazione e commercializzazione dei prodotti la cui realizzazione implichi l'impiego di manodopera infantile; a favorire l'istituzione di un sistema di certificazione, ad adesione volontaria, che attesti, con riferimento alla realizzazione di ciascun prodotto, il rispetto dei diritti fondamentali, con particolare riguardo al divieto di sfruttamento di manodopera minorile.

Il presidente CAPONI, nel condividere le argomentazioni esposte dal relatore Athos De Luca e nel preannunciare, anche a nome della propria parte politica, il voto favorevole alla proposta di risoluzione, ritiene che si tratti di una iniziativa di alto valore politico e civile. Si tratta, pur senza porre vincoli stringenti ed eccessivi, di impegnare il Governo ad una azione coerente e definita in materia; al riguardo auspica un ampio consenso sullo schema presentato dal senatore Athos De Luca.

Il senatore PAPPALARDO, nel manifestare il proprio accordo con lo schema di risoluzione del relatore Athos De luca, rileva peraltro come il problema trattato sia al tempo stesso drammatico ma anche complesso. Paventa in particolare il rischio di una visione fondamentalistica della materia; occorre invece trovare un punto di equilibrio tra imprescindibili esigenze morali e di civiltà e il problema della disciplina degli scambi internazionali. Al riguardo, se giuste e da lui condivise, sono le molte iniziative intraprese dal Parlamento italiano per sollecitare la eliminazione della pena di morte dalla legislazione dei paesi che la praticano, ritiene discutibile che ciò possa divenire un parametro rigido nei rapporti commerciali internazionali. Propone conseguentemente alcune modifiche al testo presentato dal relatore Athos De Luca, in particolare l'eliminazione del riferimento ad eventuali penalizzazioni degli scambi internazionali con paesi la cui legislazione prevede la pena di morte.

Il senatore TRAVAGLIA rileva preliminarmente come oggetto della risoluzione sia una materia particolarmente complessa, nel cui ambito il rispetto dei diritti umani deve configurarsi come un dovere morale in assoluto, da sanzionarsi di per sè e non in rapporto alle transazioni commerciali. Dopo aver affermato di non credere che le imprese multinazionali siano influenzate nelle loro scelte di investimento dalla presenza di manodopera minorile da sfruttare, con riguardo alla pena di morte, dichiara di ritenere pertinenti le osservazioni del senatore Pappalardo, rilevando fra l'altro come, da una stretta applicazione del dispositivo della risoluzione proposta, potrebbe derivare un taglio al commercio estero italiano in misura pari al cinquanta per cento. La proposta di un sistema di certificazione, poi, non tiene conto dei numerosi «lacci» già esistenti e va in direzione opposta a quella delle semplificazioni e degli snellimenti auspicabili.

Il senatore DEMASI dichiara preliminarmente che Alleanza Nazionale condivide in pieno lo spirito della risoluzione. Sul merito del dispositivo, egli ritiene, però, improprio l'accostamento della problematica della tutela minorile a quella della pena di morte: ove si accogliesse tale impostazione, infatti, il discorso andrebbe allargato fino a comprendere anche la tutela della gravidanza, della vita embrionale ed altre forme di tutela di elevato valore morale.
D'altra parte, gli appare impropria l'introduzione di determinati parametri strettamente italiani, come l'assolvimento dell'obbligo scolastico e lo specifico riferimento alla violazione degli obblighi di legge e regolamentari vigenti sul territorio della Repubblica. Quanto alla certificazione, si domanda da quali misure sanzionatorie essa possa essere sorretta, mentre gli appare privo di senso incentivare gli investimenti commerciali in quei paesi che, per essere impegnati nell'abolizione dello sfruttamento minorile, risultino attualmente caratterizzati proprio da un elevato livello di utilizzazione della manodopera infantile. Conclude, quindi, dicendosi favorevole allo spirito della risoluzione, ma invitando il relatore ad introdurre modifiche sostanziali che la rendano più aderente alle osservazioni emerse nel dibattito.

Il senatore LARIZZA, dopo aver premesso di condividere le osservazioni del senatore Pappalardo, ritiene che sulla questione della pena di morte la battaglia - certamente degna del massimo impegno - vada svolta in altra sede, circoscrivendo, quindi, il contenuto della risoluzione alle questioni del lavoro e dello sfruttamento minorile. Sottolineata l'importanza di una battaglia culturale come quella di cui la proposta di risoluzione si fa portatrice, rileva, quindi, come ci si potrebbe porre l'obiettivo di non consentire la reimportazione in Italia di prodotti fabbricati in altri Paesi con l'utilizzo del lavoro dei minori.

Il senatore LAGO manifesta il proprio consenso alla proposta di risoluzione del relatore Athos De Luca ed alle osservazioni su di essa svolte dal senatore Pappalardo. Richiama, poi, l'attenzione sullo sfruttamento del lavoro minorile che avviene anche in Italia, soprattutto nell'ambito della manodopera extracomunitaria. Dopo avere affermato anch'egli che il riferimento alla problematica della pena di morte andrebbe eliminato dal contesto della risoluzione per essere collocato altrove, conclude preannunciando il voto favorevole della Lega Nord per la Padania indipendente.

Il senatore MUNGARI si dice favorevole all'impostazione complessiva della risoluzione, svolgendo, però, su di essa alcune osservazioni di carattere metodologico. Dopo aver osservato che lo sfruttamento dei minori avviene anche in Italia, ove si riscontra una crescente ritrosia a far ricorso alla denuncia del mancato rispetto della legislazione garantista a tutela del lavoro, egli si domanda se la sede scelta sia quella più opportuna per affrontare problemi che possono in realtà risolversi solo nelle sedi internazionali competenti. Ove si riuscisse, poi, a condizionare le imprese italiane - ipotesi rispetto alla quale egli esprime forti dubbi - si porrebbero tali imprese in una situazione di sfavore rispetto alla concorrenza degli altri paesi industrialmente avanzati. Conclude quindi dicendosi d'accordo con lo spirito della risoluzione proposta, ma manifestando perplessità sullo strumento individuato per far valere principi condivisibili, nonchè sulle ripercussioni che potrebbero verificarsi per le imprese italiane.

Replica agli intervenuti il sottosegretario CABRAS, il quale sottolinea preliminarmente come la materia oggetto della risoluzione non possa prescindere dall'esistenza di trattati internazionali siglati dall'Italia e trasposti nella legislazione vigente. Fra le azioni in essa contemplate, quelle di carattere politico sono già perseguite dal Governo italiano in sede comunitaria e, attraverso l'Unione europea nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio, nonchè nelle sedi bilaterali. Ricorda, in particolare, l'iniziativa favorita dal nostro Paese e lanciata nella Conferenza ministeriale di Singapore del 1996 dall'Organizzazione mondiale del commercio che ha deciso di infittire i rapporti con l'Organizzazione mondiale del lavoro sotto la quale ricade la competenza in materia dei diritti dei lavoratori. Obiettivo finale di tale iniziativa sarebbe quello di legare il processo di liberalizzazione del commercio al rispetto degli obblighi internazionali di protezione dei lavoratori.
Quanto all'introduzione di misure di penalizzazione per l'importazione e la commercializzazione di tutti quei prodotti la cui fabbricazione o trasformazione ha implicato l'impegno di mano d'opera infantile, in violazione degli obblighi di legge e regolamentari vigenti sul territorio della Repubblica, il Sottosegretario invita la Commissione a valutare il fatto che, per gli impegni presi in sede di organizzazione mondiale del commercio, l'Italia non può introdurre trattamenti discriminatori o sanzionatori. Ciò vale ancor più per la certificazione, di cui tratta la proposta di risoluzione, che verrebbe interpretata come «ostacolo tecnico» agli scambi.

Il relatore Athos DE LUCA dichiara di avere ascoltato con interesse i suggerimenti pervenuti dal dibattito e la replica del sottosegretario Cabras. Egli ritiene che in una materia come quella del rispetto dei diritti umani, sia particolarmente significativo un segnale proveniente da una Commissione come quella dell'industria le cui competenze vertono sullo sviluppo economico e commerciale. Si impegna quindi ad accogliere alcuni dei suggerimenti emersi e a formulare una nuova proposta da sottoporre al voto della Commissione in una prossima seduta.

Il presidente CAPONI rinvia, quindi, il seguito dell'esame dell'affare assegnato ad altra seduta.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Proposta di nomina del Presidente dell'Ente autonomo Mostra d'oltremare e del lavoro italiano nel mondo (EAMO) (n. 60)
(Parere al Presidente del Consiglio dei Ministri: esame e rinvio)
(C014 078, C10a, 0015°)


Il relatore MACONI si sofferma preliminarmente sul combinato disposto dello statuto dell'Ente in titolo, dell'articolo 3 della legge n. 400 del 1988 e dell'articolo 1 della legge n. 202 del 1993, sulla base del quale il Presidente dell'EAMO è nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri adottata su proposta del Ministro dell'industria, di concerto col Ministro degli esteri. Si diffonde, poi, sul curriculum del professor Raffaele Cercola, designato dal Governo come presidente dell'Ente e conclude proponendo l'espressione di un parere favorevole.

Si apre la discussione generale.

Il senatore LAGO riscontra connotazioni meridionalistiche nella denominazione dell'Ente e nella figura del designato presidente, cui fa da contrappeso il riferimento - a suo modo di vedere errato - al concetto di lavoro italiano nel mondo.

Il senatore TURINI ricorda preliminarmente come l'EAMO fu istituita dal regime fascista dopo le conquiste realizzate in Africa e in omaggio ai Paesi del terzo mondo. Quanto al designato presidente, al di là delle sue competenze, che sono fuori discussione, egli ritiene che si tratti di un candidato troppo impegnato su vari fronti, mentre occorrerebbe dedicare alla guida dell'Ente fiera un impegno a tempo pieno.

Interviene, quindi, il sottosegretario CARPI, il quale sottolinea innanzitutto come la Fiera d'Oltremare rappresenti una delle grandi potenzialità fieristiche italiane e come, quindi, un rilancio imprenditoriale della medesima - peraltro già in atto - sia auspicato da tutti. Il Governo ha proceduto ad audizioni in loco delle associazioni imprenditoriali e degli amministratori locali, verificando un generale consenso sul nominativo proposto per la presidenza dell'Ente.

Visto il concomitante inizio dei lavori dell'Assemblea il presidente CAPONI rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,35.