TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)
GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO 1998

151a Seduta
Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, con delega per la protezione civile, Barberi.

La seduta inizia alle ore 8,45.

IN SEDE REFERENTE
(3039) Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1998, n. 6, recante ulteriori interventi urgenti in favore delle zone terremotate delle regioni Marche e Umbria e di altre zone colpite da eventi calamitosi
(2839) Ronconi ed altri: Provvedimenti per le zone terremotate dell'Umbria e delle Marche
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

Il relatore GIOVANELLI replica agli intervenuti nella discussione generale apprezzando la sobrietà con cui essa è stata condotta: il raffronto con altri interventi legislativi in materia di calamità rivela progressi nel metodo e nella tempestività degli interventi compiuti in questa occasione. Il consenso raggiunto sul volume complessivo delle risorse stanziate si estende fino alla considerazione che le provvidenze statali non possono più consistere in un'indiscriminata copertura del danno nella sua interezza, ma devono invece confluire in una diversa metodologia degli interventi pubblici: essi vanno mirati - mediante una concertazione tra i vari livelli istituzionali - alla specificità territoriale (che nella fattispecie è rappresentata da piccoli e medi centri urbani a rischio di spopolamento, nell'ambito di paesaggi collinari e di montagna da preservare), nonchè all'esigenza che aree ad elevato pericolo sismico siano ricostruite secondo criteri rigorosamente ispirati alla prevenzione di ulteriori danni. Difende la scelta governativa di destinare le risorse stanziate al recupero e ricostruzione degli elementi strutturali degli edifici, che sono proprio quelli più connessi con la prevenzione di danni catastrofali; semmai, si potrebbe valutare per le parti non essenziali la proposta di modulare la risarcibilità secondo scaglioni di reddito, sul modello di quanto avviene ai fini dell'assegnazione di alloggi di edilizia economica e popolare.
Se è vero che un trasferimento massiccio di risorse potrebbe alterare il modello di sviluppo diffuso nelle regioni interessate dal sisma, è altrettanto vero che non ci si può sottrarre alla pressante richiesta di tempestività dell'intervento pubblico: perciò, concorda con le ipotesi di accelerazione delle procedure, che andrebbero corredate di una migliore precisazione dei soggetti destinatari degli adempimenti. Giudica equilibrato il testo nella parte riferita alle attività produttive, esprimendo perplessità sulle richieste di estensione delle agevolazioni a particolari categorie di lavoratori pubblici; per quanto riguarda i beni culturali ed ambientali, va esaltato il ruolo di tutela del Ministero, ma un suo miglior rapporto con gli enti locali deve ridurne il ruolo di centro di gestione e di spesa a favore dei soggetti pubblici più direttamente responsabili del territorio.
Concorda con il senatore Specchia sull'incongruità di previsioni derogatorie che rinviano sempre più il problema della semplificazione di procedure a regime: la trasparenza amministrativa, però, dipende meno dalla fissazione di regole astratte che dalla corretta individuazione dei soggetti gestori (che è particolarmente delicata nella questione della trattativa privata); d'altro canto, il ruolo di controllo compete sotto il profilo amministrativo alle istanze gerarchicamente sopraordinate, mentre sotto il profilo giurisdizionale operano le competenti istanze dell'autorità giudiziaria, per cui appare pleonastica la previsione di ulteriori istanze di vigilanza e controllo proposta dal senatore Asciutti.

Replica quindi il sottosegretario BARBERI che, nel dichiararsi disposto a valutare le istanze sollevate dai senatori Barrile e Zecchino (purchè non intacchino la copertura finanziaria del provvedimento), rammenta che proprio il metodo seguito in occasione delle catastrofi del Belice e dell'Irpinia rappresenta il prototipo di interventi che ha lasciato irrisolte situazioni di disagio che si protraggono a decenni di distanza: fermo intendimento del Governo, nel varare il testo in esame, è stato quello di evitare il ripetersi di tali situazioni, affinchè la ricostruzione delle zone colpite dallo sciame sismico dello scorso autunno avvenga secondo criteri di efficacia e di tempestività e con un metodo innovativo che è auspicabile diventi base di riferimento normativo per tutte le emergenze future. In relazione a quanto chiesto dal senatore Specchia e poi dal relatore nella replica, fa presente che il disegno di legge quadro sulle calamità naturali non è stato presentato al Parlamento sia per il verificarsi del terremoto nell'Umbria e nelle Marche, sia per attendere l'emanazione di alcuni decreti attuativi della legge n. 59 del 1997 preannunciati proprio nello stesso arco di tempo. In ogni caso, ha dato finora buoni risultati la formula di intervento e di concessione dei benefici sperimentata a partire dall'alluvione del 1996, anche in presenza di situazioni differenziate a seconda del tipo di calamità. Un aspetto significativo del decreto-legge in conversione è quello di mirare a ricostruire edifici più resistenti di quelli antecedenti al terremoto, laddove in passato i contributi sono stati commisurati al valore del danno, indifferenziati e non subordinati al rispetto della normativa antisismica: d'altra parte, proprio i recenti eventi sismici, nei quali le scosse pur frequenti non sono state di intensità particolarmente elevata, dimostrano come non fosse stato attuato nelle due regioni un adeguamento sismico delle costruzioni. Il provvedimento in esame ha privilegiato il riferimento al costo della ricostruzione anche per garantire una maggiore snellezza operativa o comunque per superare le difficoltà attuative che hanno ostacolato in passato l'attività di ricostruzione, ad esempio a causa dell'obbligo di riferire la progettazione all'intero edificio non ai singoli immobili oppure per il mancato raggiungimento di un accordo tra i singoli proprietari. In definitiva, il decreto assicura la concessione di un contributo per coprire il costo di ricostruzione della struttura, delle parti comuni come definite dal codice civile e degli elementi architettonici esterni, mentre rimane a carico dei privati il costo delle rifiniture interne, per le quali essi potranno comunque essere destinatari dei benefici previsti nell'ambito della legge in materia di finanza pubblica, che prevede ad esempio il totale rimborso dell'IVA ai soggetti residenti nelle zone terremotate. Al fine di prevedere un ulteriore contributo a favore delle categorie più deboli, è stato necessario il riferimento al parametro del reddito dichiarato, tenendo comunque conto della delibera CIPE che fissa la misura del reddito convenzionale per la definizione dei criteri di accesso all'edilizia residenziale e pubblica. Prendendo atto dei rilievi formulati su tale parametro, dichiara di non avere difficoltà a discutere di soluzioni alternative, così come è disponibile ad individuare meccanismi che possano garantire tempi più celeri per l'avvio della ricostruzione e per la ripresa delle attività produttive e turistiche, nonchè a valutare la possibile rivisitazione dell'articolo 8 ed il coordinamento dell'utilizzo dei fondi per il Giubileo e di quelli per la ricostruzione.

Su proposta del presidente GIOVANELLI, il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 12 di martedì 17 febbraio.

Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.

La seduta termina alle ore 9,30.