GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee



Mercoledì 28 Aprile 1999

147a Seduta

Presidenza del Presidente

BEDIN








Interviene il ministro per le politiche comunitarie Letta.



La seduta inizia alle ore 8,40.





IN SEDE CONSULTIVA



(2471) LAVAGNINI - Norme di decentramento e razionalizzazione della spesa farmaceutica

(2992) TOMASSINI ed altri - Disposizioni normative in materia di medicinali ad uso umano
(Parere alla 12a Commissione. Rinvio del seguito dell'esame.)


Rinvio del seguito dell'esame sospeso nella seduta del 21 aprile.

Su proposta del PRESIDENTE la Giunta conviene di rinviare il seguito dell'esame dei provvedimenti in titolo.




IN SEDE REFERENTE



(Doc. LXXXVII, n. 6) Relazione sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario e sul programma di attività presentato dalla Presidenza di turno del Consiglio dei ministri dell'Unione europea (Secondo semestre 1998)
(Seguito dell'esame e rinvio) (R142 003, C23a, 0010°)


Riprende l'esame sospeso nella seduta del 21 aprile.

Il presidente relatore BEDIN, porgendo il benvenuto al ministro Letta, ricorda che nelle sedute precedenti ha esposto la relazione sul documento in titolo e che il senatore Manzi, intervenendo nel dibattito, ha chiesto chiarimenti sugli sviluppi della politica estera e di sicurezza comune (PESC), cui è dedicato un capitolo della relazione del Governo che prende spunto dalla Presidenza italiana dell'UEO, nel corso del semestre che si è concluso lo scorso dicembre. A tale riguardo la Giunta è interessata in particolare a comprendere se gli sviluppi della crisi nei Balcani stiano determinando un'accelerazione nella definizione degli aspetti organizzativi ed istituzionali della PESC.
Rilevando che il Consiglio affari generali dello scorso 8 aprile è stato espressamente dedicato alla crisi nel Kosovo, prefigurando anche la possibilità di fornire delle forme di sostegno al governo del Montenegro, l'oratore chiede inoltre al Ministro chiarimenti sul ruolo assunto dall'Unione europea nell'ambito della suddetta crisi.
Osservato poi che la relazione semestrale espone un quadro non lusinghiero per l'Italia in merito alla situazione del contenzioso, domanda infine se siano disponibili dei dati di aggiornamento sulla materia.

Il senatore BETTAMIO, ricordando di aver presentato un disegno di legge di modifica della cosiddetta "legge La Pergola", pone dei quesiti sulle eventuali iniziative legislative assunte per aggiornare il meccanismo di recepimento delle direttive comunitarie.

Il senatore MUNGARI chiede chiarimenti sulla linea adottata dalla Commissione europea, su un problema drammatico come l'occupazione, a seguito della presentazione, da parte dei vari Stati membri, dei rispettivi piani nazionali.
L'oratore chiede altresì se le procedure di infrazione possano offrire lo spunto per una più efficace partecipazione dell'Italia alla fase formativa del diritto comunitario e quale contributo, al riguardo, possa essere recato dal Parlamento.
Ricordando le sollecitazioni espresse dal commissario Monti per una positiva conclusione del negoziato l'oratore chiede infine chiarimenti sullo sviluppo delle trattative inerenti lo statuto della società europea, tema che si trascina dagli anni '70 e di grande complessità. A tale proposito il senatore Mungari rileva che l'associazione degli industriali francesi ha proposto di sbloccare la questione ipotizzando un riconoscimento automatico, a livello europeo, per quelle società che non attingono al risparmio pubblico e ricorda i problemi posti, per il nostro ordinamento giuridico, dalla configurazione in sede europea di società costituite da un unico soggetto e le perplessità manifestate da taluni Stati membri sulle forme di cogestione previste dall'ordinamento tedesco.

Il senatore CORRAO segnala l'opportunità di un'azione congiunta dei Ministri per le politiche comunitarie, dell'agricoltura, del commercio estero e degli affari esteri presso l'Unione europea per affrontare le questioni connesse alla politica comunitaria della pesca. Si pone infatti l'esigenza di un intervento urgente in favore dei pescherecci italiani bloccati dalle autorità della Guinea Bissau - con il pretesto di controlli che costituiscono, sostanzialmente, una forma di pressione sull'Unione europea - e, più in generale, per la ridefinizione o il completamento degli accordi con i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo.

Il senatore MANZI, dopo aver rilevato che il Movimento federalista europeo ascrive al ruolo preponderante del Consiglio la principale causa del deficit democratico dell'Unione europea, chiede chiarimenti sulle prospettive di un riequilibrio dei poteri fra le istituzioni comunitarie. Con riferimento alle considerazioni del presidente Bedin l'oratore chiede altresì di approfondire le prospettive della PESC dopo l'esperienza della crisi nei Balcani.

Il senatore TAPPARO ricorda che la Giunta ha avuto modo di approfondire il tema del deficit di democrazia delle istituzioni comunitarie, materia oggetto di una sua relazione in corso di esame, individuando nella mancanza di una legittimazione democratica della Commissione - piuttosto che nel ruolo del Consiglio, come invece indicato dal Movimento federalista europeo - uno dei problemi meritevoli di maggiore approfondimento.
Sottolineando come dall'incidente del Monte Bianco si riscontrino i limiti della rete di trasporto italiana, soprattutto nel Nord Ovest, in rapporto ai collegamenti con il resto d'Europa, l'oratore chiede chiarimenti sulla politica dei trasporti in relazione alle strategie europee.
Il senatore Tapparo chiede altresì se, prendendo atto che l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha chiuso la vertenza sulle banane risolvendola in favore degli Stati Uniti e che tale paese ha preso posizione nell'ambito dell'OMC affinché non venissero vietati gli aiuti alla ricerca e allo sviluppo, il Governo non ritenga di intervenire in sede europea per indurre le istituzioni comunitarie ad assumere un atteggiamento meno rigoroso in merito agli aiuti di Stato destinati alla ricerca e all'innovazione tecnologica. L'esempio degli Stati Uniti, che sostengono il settore attraverso le commesse militari, dovrebbe infatti spingere l'Europa a sostenere maggiormente i settori innovativi, come quelli informatico o delle telecomunicazioni, considerando che i contributi comunitari in materia non sono sufficientemente consistenti.

Ai senatori intervenuti nel dibattito replica il ministro LETTA.
Sottolineando, nel merito, di aver voluto impostare la relazione in titolo in modo tale da offrire una panoramica sulle prospettive aperte per tutto il corso dell'anno 1999 - pur essendo il documento incentrato sul secondo semestre del 1998 - l'oratore precisa che, dal punto di vista metodologico, alcune delle questioni sollevate andrebbero più opportunamente approfondite con i Ministri rispettivamente competenti. Per quanto concerne le relazioni con i paesi terzi, in particolare, la competenza primaria spetta al Ministero degli affari esteri laddove il Ministro per le politiche comunitarie è prevalentemente competente per la parte che attiene all'attuazione delle politiche europee nell'ordinamento interno.
Dopo aver rilevato che considerazioni analoghe possono essere svolte a proposito delle politiche dei trasporti e della ricerca e dello sviluppo l'oratore illustra tuttavia quei passaggi della relazione semestrale che evidenziano il positivo apporto al sistema dei trasporti italiani e comunitari della conclusione dell'accordo con la Svizzera. In merito alla ricerca e allo sviluppo, considerando che dopo la presentazione della relazione in titolo è stato approvato il 5° programma quadro della Comunità europea, la Giunta potrebbe opportunamente approfondire con il Ministro competente il tema della partecipazione dell'Italia agli investimenti programmati dalla Commissione europea nel settore.
In relazione ai quesiti sulla politica comunitaria dell'occupazione il Ministro sottolinea come, con l'approvazione dell'Agenda 2000, che è stata ampiamente esaminata dalla Giunta, l'Unione europea sia passata dalla mera enunciazione di princìpi alla concreta realizzazione di politiche occupazionali. Dopo aver ricordato che il piano Delors non ha trovato concreta applicazione l'oratore rileva come la nuova strategia sia stata delineata con il Vertice europeo di Lussemburgo del 1997, nel quale è stata riconosciuta l'esigenza di finalizzare le politiche strutturali e di coesione alla promozione dell'occupazione. Tale principio, con l'approvazione dell'Agenda 2000, ha finalmente assunto la necessaria priorità nell'ambito dell'azione dei fondi strutturali, in relazione ai quali l'oratore ricorda che, a seguito della riforma, l'obiettivo 1 sarà finalizzato alle regioni del Mezzogiorno, le quali, non includendo più Abruzzo e Molise, potranno disporre di maggiori risorse. L'obiettivo 2 riguarderà invece le regioni con problemi di deindustrializzazione ed altre difficoltà strutturali mentre l'obiettivo 3, di carattere trasversale, sarà rivolto a tutte le regioni diverse da quelle interessate all'obiettivo 1, per la realizzazione di interventi connessi alla formazione, di carattere sociale o finalizzati alla promozione dell'occupazione. A tale proposito l'oratore sottolinea l'impegno profuso per sensibilizzare le regioni dell'Italia centro-settentrionale, tradizionalmente più attente all'obiettivo 2, affinché utilizzino le ingenti risorse, corrispondenti a circa 25 miliardi di euro, disponibili per l'obiettivo 3.
Soffermandosi sul tema della società europea, che rientra nello specifico campo d'azione del Ministro per le politiche comunitarie, in quanto competente per le trattative concernenti il mercato interno, l'oratore ne sottolinea l'estrema attualità in connessione con la vicenda della fusione tra Telecom Italia e Deutsche Telekom. La mancanza di un quadro normativo europeo ha determinato infatti il problema della definizione dell'ordinamento di riferimento. Il Governo tedesco è infatti favorevole alla costituzione di una società secondo il proprio ordinamento, onde garantire la partecipazione dei lavoratori negli organismi dirigenti, materia oggetto di contrapposti punti di vista da parte dei sindacati italiani.
Rilevando quindi come una serie di fattori, quali l'euro e il mercato unico, spingano per la configurazione di società di diritto europeo, il Ministro espone l'intenzione del Governo tedesco di concludere la trattativa sulla direttiva e sul regolamento che disciplineranno la materia entro la fine di giugno, utilizzando a tal scopo le riunioni del Consiglio dei ministri per gli affari sociali, prevista a maggio, e del Consiglio mercato interno, il prossimo 21 giugno. Tale prospettiva è resa possibile, oltre che dall'impegno della Presidenza tedesca, dal venir meno del veto spagnolo e dall'apertura della posizione italiana, che sarà definita in un tavolo cui il Governo ha chiamato a partecipare tutte le parti interessate, la Confindustria, i sindacati e gli altri soggetti coinvolti. Il negoziato si caratterizza per la volontà della Germania di estendere il principio della cogestione agli altri Stati membri, principio che potrebbe essere da questi riconosciuto a condizione di definirne le modalità applicative con adeguata flessibilità e di non considerare la partecipazione dei lavoratori negli organi societari come un obbligo.
Con riferimento ai quesiti del senatore Bettamio, sulla revisione del procedimento di attuazione delle direttive, l'oratore sottolinea come il convegno promosso su tale argomento lo scorso 25 marzo, assieme al Ministro delle riforme istituzionali, cui è intervenuto in qualità di relatore anche il presidente Bedin, abbia costituito un primo positivo passo per svolgere un'adeguata riflessione sulla materia. A seguito della suddetta iniziativa, cui sono intervenuti anche i Presidenti delle Camere e delle Commissioni affari istituzionali e diverse personalità del Governo, il Ministro ha infatti attribuito al Comitato scientifico costituito per l'organizzazione del convegno il compito di elaborare dei testi rispettivamente concernenti eventuali modifiche costituzionali, le modifiche della legislazione ordinaria e le proposte di carattere amministrativo ed organizzativo inerenti ai rapporti fra il Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie, gli altri dicasteri e le regioni. Invitando la Giunta, che sarà tempestivamente informata dei risultati della suddetta riflessione, ad approfondire tali problematiche apportandovi il proprio contributo il ministro Letta rileva come, parallelamente, sia proseguito alla Camera l'iter della legge comunitaria annuale, di cui è auspicabile la definitiva approvazione prima dell'estate, considerando che la XIV Commissione ne ha già concluso l'esame.
Per quanto concerne i quesiti sul contenzioso comunitario, l'oratore, preannunciando la trasmissione di dati più aggiornati di quelli esposti nella relazione semestrale, ne ravvisa una tendenza complessivamente in miglioramento. La posizione dell'Italia, a tale riguardo, dovrebbe beneficiare dell'individuazione nell'ambito del Governo di una figura politica specificamente responsabile per il coordinamento delle procedure contenziose.
In merito alla questione del programma legislativo della Commissione europea, che è stata sollevata dalla Giunta nel corso dell'esame della relazione in titolo, l'oratore sottolinea il proprio impegno a realizzare una più efficace partecipazione dell'Italia alla fase formativa del diritto comunitario attraverso un'iniziativa, che verrà realizzata nella sede del CNEL, volta a riunire il Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie, il Ministero degli affari esteri, tutti gli altri Ministeri interessati da trattative comunitarie, le parti sociali e le Regioni - e nella quale dovrà essere appropriatamente coinvolto anche il Parlamento - al fine di definire, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, la posizione negoziale italiana in merito alle direttive comunitarie. Da un migliore raccordo fra sede formativa e attuazione del diritto comunitario dovrebbe peraltro scaturire anche una riduzione del contenzioso con l'Unione europea.
Soffermandosi sulla PESC il Ministro aggiunge che tra le scelte più importanti figura la prossima individuazione del responsabile della politica estera e di sicurezza comune, sorta di Ministro degli esteri dell'Unione, che sarà effettuata in occasione del Consiglio europeo di Colonia, il quale, anche su sollecitazione dell'Italia, non assumerà la fisionomia di un Alto funzionario bensì quella di una personalità di rilievo politico, capace di porsi come interlocutore dei principali personaggi di Governo sulla scena mondiale. Sarà molto importante anche la definizione del programma di lavoro nell'ambito della PESC, tenendo conto dell'impulso che viene a tale riguardo da un'esperienza drammatica come la crisi in corso nei Balcani. Rispetto a tale crisi l'Unione ha dimostrato un'estrema lentezza e la decisione più significativa che ha assunto è stata quella presa nella riunione del Consiglio dello scorso 14 aprile quando, in analogia con il precedente di Mostar, l'Unione si è detta disposta ad assumere una sorta di protettorato europeo sul Kossovo.
Dando atto al commissario europeo Bonino dell'impegno profuso per gli interventi umanitari l'oratore rileva come la presenza dell'Unione, anche in questo campo, sia stata penalizzata dalla crisi della Commissione europea, il cui nuovo Presidente, Prodi, assumerà le funzioni solamente tra luglio e settembre. L'assenza dell'Europa, peraltro, è significativamente dimostrata dal fatto che il 50 per cento degli aiuti umanitari diretti ai rifugiati proviene dall'Italia.

Rispondendo alle espressioni di rammarico dei senatori MANZI e DANIELE GALDI il ministro LETTA conviene nel giudicare inadeguata la presenza dell'Unione europea e rileva tuttavia come dal Vertice dell'Alleanza atlantica di Washington emergano delle novità importanti sul tema dell'identità europea di sicurezza e di difesa, che consentono di guardare con maggiore ottimismo al rafforzamento della complementarietà tra le due sponde dell'Atlantico.
In merito al tema del deficit democratico delle istituzioni comunitarie l'oratore, esprimendo simpatia per le posizioni espresse dal Movimento federalista europeo, precisa come la posizione italiana sia legata all'iniziativa assunta con Belgio e Francia contestualmente alla conclusione del negoziato sul Trattato di Amsterdam, allegando una Dichiarazione che sottolinea l'esigenza di completare il processo di revisione costituzionale prima di procedere all'allargamento dell'Unione. La vicenda delle dimissioni della Commissione europea dimostra, peraltro, come il Parlamento europeo non disponga ancora di strumenti adeguati di controllo sulla Commissione, potendo ricorrere solamente a decisioni clamorose, quali la bocciatura del bilancio o il voto di sfiducia. Anche le modalità di funzionamento del Consiglio dei ministri necessitano di un adeguamento, in quanto il Consiglio affari generali, che riunisce i Ministri degli affari esteri, non riesce più a coordinare i lavori dei 23 Consigli dei ministri settoriali, così che la sintesi deve essere sempre più frequentemente rimessa a livello dei Capi di Governo.
L'oratore evidenzia pertanto come delle novità in campo istituzionale potrebbero emergere nel corso del semestre di Presidenza finlandese, quando è prevista un'accelerazione dell'attività della Commissione, in merito alla quale sono stati assunti significativi impegni dal Presidente designato nel discorso rivolto al Parlamento europeo. Un altro aspetto significativo è costituito dall'intenzione del Governo tedesco di avviare, con il Vertice di Colonia del prossimo giugno, la Conferenza intergovernativa finalizzata ad una nuova tornata di riforme istituzionali, che dovrebbe concludersi nel secondo semestre del 2000, nel corso del turno di Presidenza della Francia.

Il presidente BEDIN ringrazia il Ministro per l'esposizione e per aver accolto la richiesta della Giunta di trasmettere formalmente al Senato il programma legislativo della Commissione europea.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.



La seduta termina alle ore 9,45.