IGIENE E SANITÀ (12a)
MARTEDÌ 15 GIUGNO 1999

254a Seduta
Presidenza del Presidente
CARELLA

La seduta inizia alle ore 15,35.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C12a, 0062o)

Il senatore BRUNI fa presente come da più parti sia segnalato un preoccupante ritardo da parte del Ministero della sanità nell'attuazione delle disposizioni della nuova legge sui prelievi e trapianti d'organo. Ciò appare tanto più preoccupante in considerazione dei noti recenti episodi di cronaca che hanno posto in luce la necessità di assicurare rapidamente l'operatività del nuovo quadro normativo.
Egli ritiene pertanto opportuno che la Commissione acquisisca quanto prima elementi informativi dal Governo su questo delicato tema.

Il presidente CARELLA, nel condividere le preoccupazioni espresse dal senatore Bruni, ritiene che esse possano essere oggetto di un'audizione del Ministro ai sensi dell'articolo 46 del Regolamento del Senato, la cui opportunità potrebbe essere valutata dal prossimo Ufficio di Presidenza.

IN SEDE REFERENTE
(3641) CAMERINI ed altri. - Norme relative all'esame di abilitazione all'esercizio della professioni di medico chirurgo
(Esame e rinvio)

Riferisce alla Commissione il senatore DI ORIO.

Il disegno di legge in titolo, con il quale si propone di riformare l'attuale regime di abilitazione all'esercizio della professione di medico-chirurgo, è determinato dalla consapevolezza di garantire che tale prova selettiva svolga efficacemente le sue due importanti funzioni, vale a dire quella di momento di verifica del patrimonio di conoscenze e della qualità didattica del sistema universitario e, al contempo, di garanzia fornita ai cittadini dallo Stato circa la reale idoneità professionale dei giovani medici.
L'attuale disciplina dell'esame di abilitazione risale ormai al 1957 ed appare sicuramente non più adeguata, in particolare se si considera che lo straordinario incremento numerico degli studenti e dei laureati in medicina negli ultimi quaranta anni e lo stesso incremento delle sedi universitarie pongono problemi di verifica di qualità che in passato erano meno avvertiti.
L'insufficienza dell'attuale sistema - caratterizzato da un tirocinio di carattere del tutto occasionale e non controllato e da un esame di carattere sostanzialmente teorico e svolto da docenti della stessa facoltà che aveva rilasciato il diploma di laurea - è riconosciuta da tutto il mondo scientifico ed è testimoniata anche dalle percentuali straordinariamente elevate dei candidati che risultano promossi.
Il relatore, nel sottolineare quindi l'importanza della riforma proposta, che tende a valorizzare la reale capacità dell'esame di verificare obiettivamente le competenze soprattutto pratiche del candidato e il controllo della qualità dell'insegnamento, propone che, a conclusione della discussione generale, vengano svolte rapidamente alcune audizioni informali in modo da acquisire ulteriori elementi conoscitivi e da favorire in tal modo una tempestiva definizione dell'esame del provvedimento.

Il presidente CARELLA rinvia il seguito dell'esame.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante «Approvazione del progetto obiettivo tutela della salute mentale 1998-2000» (n. 452)
(Parere al Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502: seguito dell'esame e rinvio)
(R139 b00, C12a, 0013o)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 2 giugno scorso.

Il presidente CARELLA ricorda di aver svolto la relazione introduttiva nella seduta precedente. Dichiara quindi aperta la discussione generale.

La senatrice DANIELE GALDI esprime vivo apprezzamento per lo schema del progetto obiettivo tutela della salute mentale che recepisce le indicazioni del Piano sanitario nazionale.
Ella sottolinea come il testo in questione si distingua per un approccio maturo ai problemi della gestione della psichiatria nel nostro Paese ed appaia consapevole di quelli che sono attualmente i punti di maggiore sofferenza del sistema, tra i quali in particolare l'assenza di un sistema efficace di interventi in materia di patologie psichiatriche dell'età evolutiva.
La senatrice condivide le preoccupazioni espresse dal relatore circa i ritardi che tuttora si verificano nel completamento del processo di dismissione degli ospedali psichiatrici e a tale proposito ella ritiene che la Commissione debba valutare l'individuazione di un opportuno strumento procedurale per riprendere, a due anni di distanza dalla conclusione dell'indagine conoscitiva, un adeguato contatto con la realtà della psichiatria italiana e con le realizzazioni nel frattempo compiute.
Nell'esprimere una valutazione complessivamente positiva sul ruolo assegnato dal progetto obiettivo al modello dipartimentale di gestione delle problematiche della salute mentale, la senatrice Daniele Galdi sottolinea la necessità di interventi incisivi per rendere adeguato il sistema psichiatrico, deplorando in particolare come non siano stati ancora istituiti i corsi per la formazione professionale degli infermieri psichiatrici; tale problema del resto si inquadra in quello più vasto della carenza del personale infermieristico, il cui turn-over annuale complessivo può essere valutato in 15 mila unità. Ella osserva in proposito come non siano condivisibili le resistenze delle regioni alla individuazione di un vincolo a favore delle attività del dipartimento psichiatrico di una quota del Fondo sanitario regionale non inferiore al 5 per cento.

Il relatore CARELLA, a integrazione e correzione di quanto detto in sede di relazione introduttiva, chiarisce che il vincolo del 5 per cento è stato soppresso su iniziativa del Ministero del tesoro e che in realtà le regioni hanno espresso una valutazione negativa sulla soppressione del vincolo, impegnandosi comunque autonomamente a destinare risorse non inferiori al suddetto 5 per cento.

Il senatore TOMASSINI ricorda in primo luogo come la riforma della psichiatria e la conseguente chiusura dei manicomi, inizialmente promosse in vista di un profondo rinnovamento della psichiatria italiana, si siano in realtà realizzate negli ultimi anni sulla spinta di necessità economiche, con la conseguente mancata realizzazione delle originarie finalità scientifiche e culturali del progetto.
In questo contesto vi è il rischio di una grave dispersione del sapere psichiatrico italiano.
A questi pericoli occorre rispondere con una seria riassunzione da parte della collettività della delega della gestione della malattia mentale che in passato essa aveva conferito agli ospedali psichiatrici, nel quadro di un progetto che veda protagonisti insieme gli utenti, le famiglie, il servizio pubblico, il privato-sociale e la comunità locale, tutto ciò nella consapevolezza che il servizio pubblico da solo può essere travolto dai costi economici e sociali estremamente elevati della disabilità psichiatrica.
Rispetto a questa situazione il progetto obiettivo presenta aspetti propositivi condivisibili ma scarse indicazioni metodologiche sulla loro realizzazione.
Il senatore Tomassini condivide le preoccupazioni circa la soppressione del vincolo di destinazione del 5 per cento del Fondo sanitario nazionale, comunque insufficiente laddove si tenga conto del fatto che i maggiori Paesi europei riservano alla psichiatria una quota del bilancio sanitario che va dal 7 al 9 per cento del totale.
Nell'esprimere, in contrasto con quanto affermato dal relatore, una valutazione positiva sul ruolo che viene riconosciuto dal progetto obiettivo all'università, il senatore Tomassini si sofferma sugli aspetti maggiormente suscettibili di critica, quali la mancata definizione operativa delle possibili integrazione fra le diverse figure professionali, la arbitraria e insufficiente definizione del fabbisogno di posti letto in Servizio psichiatrico di diagnosi e cura e nelle strutture residenziali, l'attenzione eccessiva che il progetto obiettivo, al di là delle dichiarazioni di principio, riserva alle sole patologie gravi e in particolare alle schizofrenie, la scarsa attenzione ai problemi delle famiglie e l'utopismo di taluni obiettivi, quali l'ampliamento degli orari di apertura dei servizi, in relazione alle risorse disponibili.
Viene infine posta un'eccessiva attenzione sugli aspetti strutturali dei dipartimenti di salute mentale piuttosto che su quelli di tipo funzionali.
In conclusione quindi il senatore Tomassini ritiene che il progetto obiettivo possa essere valutato positivamente solo se ad esso verranno apportate modifiche di carattere sostanziale.

La senatrice BERNASCONI non ritiene condivisibile la critica espressa dal senatore Tomassini, secondo il quale lo schema di progetto obiettivo sarebbe soprattutto rivolto alle patologie gravi o croniche, giacché invece, a suo giudizio, il testo in esame ha il pregio di tenere in considerazione le varie patologie mentali anche sotto il profilo della loro diversa gravità. Dopo aver sottolineato la correttezza di un approccio che accentua l'esigenza di deospedalizzare le malattie mentali, la senatrice rileva la necessità, per quanto riguarda i servizi di neuropsichiatria infantile che attualmente coprono la fascia di età fino ai 18 anni, di procedere, tenuto conto dell'elevata percentuale di cronicizzazione delle patologie, nel senso di realizzare un momento di passaggio che consenta di affidare ad altre strutture i pazienti dopo il compimento del diciottesimo anno.
Un'altra esigenza da segnalare è quella relativa al riordino dei manicomi giudiziari, problema peraltro che dovrebbe trovare la sede più propria nei decreti legislativi che il Governo dovrà emanare ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 419 del 1998.
Da ultimo la senatrice Bernasconi fa presente, per quanto riguarda le risorse finanziarie da destinare alle malattie mentali, che il Ministero del tesoro sostiene una posizione di generale contrarietà al meccanismo dei fondi vincolati dal centro, motivando tale posizione con il richiamo al processo di regionalizzazione, alle differenze territoriali esistenti e alla funzionalità quanto meno dubbia dei fondi vincolati ai fini dell'effettiva realizzazione degli interventi; d'altra parte, rinunciando al meccanismo in questione, si corre il concreto rischio che gli interventi previsti non vengano di fatto attuati. Pertanto occorre ribadire che le risorse destinate agli interventi a tutela della salute mentale devono essere adeguate, pari in media almeno al 5 per cento del fondo regionale, pur essendo opportuna una sufficiente elasticità in relazione agli obiettivi da realizzare.

Il senatore CAMERINI rileva che lo schema di progetto obiettivo, sulla scorta del progetto obiettivo per gli anni 1994-1996 e del Piano sanitario nazionale 1998-2000, affronta le problematiche connesse alle patologie mentali in maniera ampia e sufficientemente dettagliata e pone in risalto alcuni temi che è necessario affrontare prioritariamente, quali, tra gli altri, il rafforzamento dei processi di valutazione degli interventi e di monitoraggio dei risultati, il rischio di una istituzionalizzazione larvata che vanificherebbe il processo di chiusura degli ospedali psichiatrici, e la necessità di definire in maniera più precisa il ruolo di alcuni soggetti operanti nel settore, con particolare riferimento alle ONLUS e al privato imprenditoriale.
Il progetto obiettivo, che ha ricevuto l'approvazione della comunità scientifica e che fa proprie alcune indicazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità, ha il pregio di uscire dalla vaghezza delle affermazioni generiche e di fissare alcuni criteri volti a garantire l'equità e l'uniformità degli interventi in tutto il territorio nazionale: è questo un argomento sufficiente, a giudizio del senatore Camerini, per respingere le critiche di centralismo avanzate dal senatore Tomassini.
Per quanto in particolare riguarda gli standards e la gestione del personale, il progetto prevede almeno un operatore ogni 1.500 abitanti: si tratta di un parametro forse insufficiente, tenuto conto che a Trieste, dove i servizi per le patologie mentali operano in maniera soddisfacente, tale rapporto è di un operatore ogni 1.000 abitanti. In ordine poi al centro di salute mentale, non sembra del tutto congruo prevederne l'apertura 12 ore al giorno per sei giorni alla settimana: in realtà dovrebbe essere attivo 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana, così come avviene a Trieste, dove il centro dispone anche di 8 posti letto per pazienti che si trovano in situazioni di transitoria difficoltà. Al riguardo occorre infatti sottolineare che il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura deve occuparsi soltanto dei casi gravi che richiedano ricovero: il fatto che tale servizio sia parte integrante del Dipartimento di salute mentale comporta poi che i pazienti, terminato il ricovero, dovrebbero essere affidati al Centro di salute mentale, in modo da assicurare una adeguata continuità delle cure.
Osservato che il progetto obiettivo pone l'accento sull'esigenza di un adeguato sistema informativo e che il paragrafo relativo alle procedure e linee-guida contiene utili indicazioni metodologiche, il senatore Camerini rileva che il parametro, previsto per le strutture residenziali, di un posto letto ogni 10.000 abitanti appare forse insufficiente, tenuto conto dell'invecchiamento della popolazione e del crescente fenomeno delle famiglie mononucleari. In conclusione il progetto obiettivo, pur perfettibile in alcuni punti, risulta ispirato ad un orientamento generale condivisibile, volto in particolare a potenziare gli interventi di prevenzione, e presenta molti aspetti non solo importanti nel merito ma anche adeguatamente approfonditi.

Il presidente CARELLA dichiara chiusa la discussione generale e rinvia il seguito dell'esame alla prossima seduta.

La seduta termina alle ore 16,25.