AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

MERCOLEDI' 7 MARZO 2001
355a Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE

Intervengono i sottosegretari di Stato per gli affari esteri Serri e per il commercio estero Fabris.

La seduta inizia alle ore 15,45.


IN SEDE DELIBERANTE

(5009) Interventi a favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia, approvato dalla Camera dei deputati
(Discussione e approvazione)

Riferisce alla Commissione il senatore VOLCIC, il quale ricorda in primo luogo la recente approvazione della legge sulla tutela della minoranza linguistica slovena, che idealmente integra il disegno di legge in esame, poiché dal 1991 vi è stato sempre un parallelismo tra i provvedimenti a favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia e gli interventi per la minoranza slovena in Italia. Inoltre le disposizioni in materia hanno sempre raccolto un larghissimo consenso politico, come dimostra anche l'approvazione del disegno di legge in titolo da parte della Commissione affari esteri della Camera, in sede legislativa.
L'articolo 1 prevede uno stanziamento complessivo di 9 miliardi di lire per il 2001 e di 10 miliardi per ciascuno degli anni 2002 e 2003. Tali fondi saranno utilizzati mediante una convenzione da stipulare tra il Ministero degli affari esteri, l'Unione italiana e l'Università popolare di Trieste, con una netta prevalenza per attività nel campo scolastico, culturale e dell'informazione. Tali interventi saranno indicati dall'Unione italiana in collaborazione con la regione Friuli-Venezia Giulia, che dovrebbe esercitare prevalentemente un ruolo di controllo. Peraltro l'ottima reputazione di cui gode l'Università popolare e i risultati positivi già ottenuti, nei precedenti trienni costituiscono una precisa garanzia circa un impiego rigoroso dei fondi in iniziative culturalmente valide.
Il Relatore sottolinea poi il ruolo che viene riconosciuto alla Federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, che dovranno esprimere un parere sulla convenzione concernente la gestione degli interventi. In tal modo si instaurerà un dialogo tra le associazioni degli esuli e la minoranza italiana, superando le difficoltà che in passato hanno ostacolato i loro rapporti. Infine pone in risalto l'approccio unitario ai problemi della minoranza italiana, senza alcuna separazione tra i connazionali che vivono in Slovenia e quelli abitanti in Croazia: un programma ispirato a tale approccio appare idoneo a ricostruire l'identità italiana della minoranza nel suo complesso.

Si apre la discussione generale.

Il senatore JACCHIA ritiene importante che l'Italia disponga interventi a favore dei suoi ex cittadini che rimasero in Italia e in Dalmazia, dopo la conclusione della seconda guerra mondiale. Peraltro risulta che tali connazionali non abbiano un trattamento soddisfacente da parte dei governi sloveno e croato, almeno per quel che riguarda la tutela della loro identità culturale. Dichiara poi di condividere il giudizio positivo del Relatore sull'attività dell'Università popolare di Trieste.

Il senatore BASINI esprime un giudizio positivo sulla filosofia del disegno di legge in esame, del tutto coerente con la consapevolezza che si va affermando in tutta Europa del diritto delle minoranza a mantenere la propria identità linguistica e culturale. E' auspicabile che, in un futuro non lontano, tutte le minoranze esistenti nel continente ottengano uno stesso statuto, che si ispiri alla civiltà giuridica europea e non certo a principi assai discutibili, come la proporzionale etnica introdotta in Alto Adige.

Il senatore CAMERINI esprime soddisfazione per l'imminente approvazione di una legge che riconosce i diritti della minoranza italiana in Istria e in Dalmazia. Sottolinea l'urgenza di interventi a favore delle scuole italiane, che soffrono per la carenza di insegnanti qualificati, nonché di mezzi didattici. Sono peraltro altrettanto importanti i finanziamenti di altre attività culturali e dei mezzi di informazione, nonché gli interventi in campo socio-economico, cui viene riservata per la prima volta una quota del 20 per cento dello stanziamento complessivo.

Il senatore PORCARI sollecita maggiori chiarimenti, soprattutto da parte del Governo, sul trattamento delle minoranze italiane in Slovenia e in Croazia. In particolare considera importante un'informativa alla Commissione sulle condizioni di vita dei connazionali residenti in quegli Stati, nonché sull'effettiva possibilità di esercitare i propri diritti nel campo scolastico-culturale.

Il senatore TAROLLI concorda con il Relatore nel giudizio positivo sul disegno di legge, di cui auspica la più sollecita approvazione, nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati. Osserva poi che in tal modo si completerà il pacchetto di provvedimenti a favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia - pari complessivamente a circa 35.000 persone - nonché dei più numerosi connazionali che hanno dovuto abbandonare tali territori: ricorda, a tal proposito, la legge recentemente approvata sull'indennizzo ai proprietari di beni espropriati dall'ex Iugoslavia, nonché la legge di tutela del patrimonio storico e culturale della comunità degli esuli italiani, nata da un'iniziativa dell'onorevole Giovanardi e di altri deputati.
Con riferimento allo statuto della regione Trentino Alto Adige, che è stato oggetto di rilievi in precedenti interventi fa presente che esso costituisce un modello di tutela delle minoranze cui si guarda con interesse in tutto il mondo, poiché ha riconosciuto la più ampia tutela alle minoranze linguistiche tedesca e ladina, portando a compimento il grande disegno di convivenza pacifica tra popoli diversi che fu alla base dell'accordo De Gasperi-Gruber.

Il senatore RUSSO SPENA preannunzia il voto favorevole dei senatori di Rifondazione comunista sul disegno di legge, che si basa su principi di grande rilievo politico e giuridico, quali la tutela delle minoranze e il riconoscimento del loro diritto a preservare la propria identità culturale.
E' poi degno di nota che l'Italia mantenga un solido legame con la sua minoranza in Slovenia e in Croazia - senza manifestare alcun proposito di revanscismo - e contemporaneamente riconosca i diritti delle minoranze linguistiche che vivono nel proprio territorio. Non sempre questo avviene nei paesi confinanti, come dimostra soprattutto il caso della Croazia negli anni in cui era governata da Tudjman, che discriminava apertamente tra i cittadini di nazionalità croata e quelli appartenenti a minoranze di altra nazionalità. In quell'occasione sarebbe stata necessaria una maggiore attenzione alla tutela della minoranza italiana, che mancò probabilmente per ragioni geopolitiche.

Il senatore ANDREOTTI condivide l'auspicio del senatore Basini sulla possibilità che, in futuro, vi possa essere uno statuto unico per tutte le minoranze esistenti in Europa, anche se tale proposta può apparire piuttosto utopistica. Non trova giustificante invece le critiche rivolte al pacchetto per la minoranza tedesca in Alto Adige, che consentì di risolvere in modo soddisfacente un grave contenzioso internazionale.
Invita poi il Governo a porre nella giusta luce gli interventi a favore della minoranza italiana, come fu fatto già nel 1991, quando le autorità italiane spiegarono ai governi della Slovenia e della Croazia che non vi era alcuna intenzione di effettuare interferenze nei loro ordinamenti. Pone in risalto infine l'opportunità di prevedere indennizzi anche per i profughi italiani dalla Libia e da altri territori, per risarcirli dei beni perduti.

Il senatore PIANETTA annunzia che il Gruppo di Forza Italia è favorevole all'approvazione del disegno di legge, che considerandolo una doverosa riparazione verso la minoranza italiana, che ha subìto tanti torti in passato. Si tratta inoltre di un provvedimento complementare alla legge di tutela della minoranza slovena, recentemente approvata.
Sottolinea, tra gli aspetti qualificanti del disegno di legge, la quota del 20 per cento prevista per interventi in campo socio-economico e la convenzione tra il Ministero, l'Unione italiana e l'Università popolare di Trieste, che configura un interessante modello di gestione delle attività culturali.

Il senatore MAGLIOCCHETTI considera il disegno di legge in esame un atto dovuto agli italiani che ancora vivono nei territori ora soggetti alla sovranità della Slovenia e della Croazia, ma osserva che ciò non cancella certo una drammatica pagina della storia, che vide centinaia di migliaia di connazionali costretti a lasciare quelle terre. Alla fine della seconda guerra mondiale avvenne in realtà la prima pulizia etnica nell'ex Iugoslavia, a danno degli italiani che vivevano da tempo immemorabile nei territori dell'Istria e della Dalmazia.
In seguito, quasi cinquant'anni di regime comunista non sono riusciti a estinguere i legami tra la minoranza italiana e la patria. Tuttavia non bastano i pur doverosi interventi previsti dal disegno di legge per difendere un'identità culturale che deve basarsi anzitutto sulla memoria di quanto è accaduto. Vi è troppo pudore nel ricordare le più amare pagine della storia, quando le vittime sono state italiane: eppure, oltre ai lager e ai gulag, vi furono anche le foibe tra gli orrori della guerra e del dopoguerra.

Il senatore MAGGIORE, nel dichiararsi favorevole all'approvazione del disegno di legge, auspica che sia possibile ottenere la più completa uniformità di trattamento per i cittadini sloveni e croati appartenenti alla minoranza italiana. Ribadisce inoltre l'esigenza che vi sia un pieno indennizzo per l'esproprio dei beni già appartenenti a cittadini italiani.

Chiusa la discussione generale, replica il relatore VOLCIC. Osserva anzitutto che la memoria storica fa parte dell'identità di un popolo, ma la storia dell'Istria e della Dalmazia non comincia con le foibe. Un libro collettaneo di storici italiani e sloveni, che sarà pubblicato dopo le prossime elezioni politiche in Italia, tenta di ricostruire la sequenza di eventi che, in una spirale di ritorsione, condusse ai tragici avvenimenti del 1944-45.
Fa poi presente al senatore Magliocchetti che i profughi italiani furono vittima di una "pulizia ideologica", più che etnica, come dimostra il paradossale episodio degli operai comunisti di Monfalcone che andarono a rimpiazzare gli operai italiani fuggiti dai cantieri di Pola, salvo poi pentirsene amaramente quando Tito ruppe con l'Unione Sovietica.
Per fortuna la situazione attuale è profondamente mutata: sta nascendo un'Istria multiculturale, dove vi è un maggiore spazio per la cultura italiana. Sembrano inoltre definitivamente superate le difficoltà che in passato hanno turbato i rapporti tra i profughi italiani e la minoranza rimasta nell'ex Iugoslavia. Infine l'Università popolare di Trieste, che ha costruito nel corso di decenni un rapporto saldissimo con tutte le componenti della minoranza italiana, offre la garanzia che gli interventi finanziati con il disegno di legge saranno gestiti nel migliore dei modi.

Il sottosegretario SERRI prende atto del consenso unanime che riscuote il provvedimento in tutti i gruppi parlamentari e, accogliendo i suggerimenti del senatore Andreotti, si impegna a comunicare gli interventi a favore della minoranza ai governi di Lubiana e di Zagabria, nel contesto dell'amichevole collaborazione instauratasi nell'ultimo decennio. Accoglie altresì l'invito a verificare la possibilità di intervenire a favore dei profughi italiani da altri territori perduti, a cominciare dalla Libia.

Il presidente MIGONE avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni 1a, 5a e 7a.
Verificata la presenza del prescritto numero dei senatori, pone separatamente ai voti gli articoli 1 e 2, che risultano approvati.
E' poi approvato il disegno di legge nel suo complesso, nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati.


(5030) Disposizioni per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Paesi dell'area balcanica, approvato dalla Camera dei deputati
(Discussione e rinvio)

Riferisce alla Commissione la senatrice SQUARCIALUPI, che sottolinea anzitutto i positivi sviluppi della situazione politica nei Balcani, in seguito alle elezioni svoltesi negli ultimi tempi in Croazia, in Serbia e in Bosnia. In particolare, giudica favorevolmente l'affermazione dei partiti interetnici nella vita politica bosniaca.
Il disegno di legge in esame è strettamente collegato al cosiddetto tavolo economico del Patto di stabilità dei Balcani, che costituisce una sorta di piano Marshall per la ricostruzione della regione dopo gli eventi bellici. In particolare, la comunità internazionale si è impegnata ad aiutare i paesi balcanici nella ricostruzione dell'economia, nell'edificazione dello Stato di diritto e nel rafforzamento della sicurezza al fine di stroncare la criminalità organizzata.
Il disegno di legge in esame prevede l'istituzione di un comitato di Ministri, assistito da una unità tecnico-operativa, per gestire il Fondo per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Balcani, per il quale è prevista una dotazione iniziale di 100 miliardi di lire per ciascuno degli anni 2001 e 2002. Per gli anni successivi il rifinanziamento sarà effettuato nell'ambito della tabella C della legge finanziaria. Nell'ambito di tale stanziamento è poi prevista una quota di 14 miliardi di lire per ciascun anno, da destinarsi all'erogazione di contributi anche in conto interesse per il finanziamento dei progetti - rispondenti alle finalità della legge - proposti e gestiti dalle regioni e dagli enti locali.
Inoltre l'articolo 4 destina una parte delle dotazioni del Fondo rotativo per i crediti di aiuto, pari a 120 miliardi di lire per il triennio 2001-2003, all'attività di cooperazione nella regione balcanica. La Camera dei deputati ha inoltre aggiunto un articolo con cui è istituito un Fondo per le attività di monitoraggio ambientale, finalizzate in particolare ad accertare i livelli di inquinamento chimico-fisico e radioattivo nella regione balcanica. Per la dotazione di quest'ultimo Fondo è autorizzata la spesa di 2.600 milioni di lire per il corrente anno e di 4.000 milioni all'anno, a decorrere dal 2002.
La Relatrice osserva che gli stanziamenti recati dal disegno di legge, nel complesso, sono sufficienti a finanziare progetti di largo respiro. Una quota del Fondo per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Balcani, destinata alle attività di promozione e di sviluppo delle imprese, è affidata alla gestione del Ministero del commercio con l'estero, che le ripartirà tra le finalità indicate nell'articolo 5 e le erogherà prevalentemente attraverso la SIMEST e la FINEST.
In particolare quest'ultima società potrà investire capitale di rischio in partecipazioni societarie fino al 40 per cento in piccole e medie imprese. Si tratta di un interessante tentativo di far decollare attività produttive, mediante joint-ventures tra una finanziaria italiana controllata dal Governo e piccole imprese degli Stati balcanici.
In conclusione la senatrice Squarcialupi auspica una rapida approvazione del disegno di legge.

Si apre la discussione generale.

Il presidente MIGONE si sofferma sugli organi di gestione dell'intero programma di interventi con cui l'Italia parteciperà al processo di stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo dell'area balcanica. In primo luogo osserva che, se il Presidente del Consiglio non eserciterà direttamente ed effettivamente la presidenza del comitato di Ministri di cui all'articolo 1, sarebbe opportuno che delegasse tale compito al Ministro degli affari esteri. In tal modo si eviterebbe di addossare alla Presidenza del Consiglio un onere organizzativo improprio e si garantirebbe un alto profilo politico-istituzionale alla presidenza del comitato.
Quanto all'unità tecnico-operativa prevista dall'articolo 2, è opportuno che il suo coordinatore sia un funzionario del Ministero degli affari esteri, che avrebbe tutte le attitudini necessarie per tale tipo di incarico.

Per la concomitanza dei lavori dell'Assemblea, il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,50.