AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

GIOVEDÌ 22 Febbraio 2001
350ª Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE

        Intervengono l’ambasciatore Roberto Nigido e successivamente il sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica Pagano.

        La seduta inizia alle ore 15,05.


PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sulle rappresentanze italiane all’estero. Audizione dell’ambasciatore Roberto Nigido

        Riprende l’indagine, sospesa nella seduta del 16 giugno 2000.
        Il presidente MIGONE, nel dare il benvenuto all’ambasciatore Nigido, ricorda che sta per concludersi la sua missione in Canada e che nel mese di marzo egli assumerà l’incarico di rappresentante permanente presso l’Unione europea. L’audizione odierna costituisce pertanto un’occasione per approfondire questioni legate ai rapporti bilaterali con il Canada e i più recenti sviluppi del processo di integrazione europea.

        Invita quindi l’ambasciatore Nigido a svolgere un intervento introduttivo.
        L’ambasciatore Roberto NIGIDO sottolinea in primo luogo l’importanza delle relazioni tra Italia e Canada, due medie potenze che sono i più piccoli degli Stati membri del G7, ma che hanno saputo ritagliarsi un ruolo importante in tutti i contesti multilaterali. Basti pensare alla presenza attiva in seno alla NATO, alla partecipazione alle missioni di pace autorizzate dalle Nazioni Unite, alla leadership esercitata in importanti negoziati, come ad esempio quello per l’istituzione del Tribunale penale internazionale.
        Tra i due paesi esistono poi forti legami storici, anche per la presenza in Canada di una cospicua collettività italiana di recente immigrazione. Nel 1998 i rispettivi governi hanno firmato un accordo di partenariato rafforzato, che costituisce la cornice entro cui l’ambasciata ha assunto numerose iniziative di cooperazione in tutti gli ambiti, dalla vita culturale all’attività economica. Nei prossimi giorni avrà luogo in Canada un forum economico dedicato agli investimenti italiani in quel paese, nonché agli investimenti canadesi in Italia.
        Passando a trattare del nuovo incarico conferitogli dal Consiglio dei ministri, l’ambasciatore Nigido fa presente di aver avuto modo di occuparsi di questioni europee sotto il profilo economico, nel periodo in cui è stato preposto alla Direzione generale per gli affari economici. Del resto l’integrazione europea si è a lungo sviluppata soprattutto in campo economico, dalla creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) all’accordo di Maastricht, che ha dato vita all’unione monetaria e all’introduzione della moneta unica. Ricorda anche l’importanza che ebbe l’Atto unico europeo per rilanciare il processo di integrazione, dopo una fase difficile, e il ruolo determinante che ebbero in quella vicenda la presidenza italiana e, in particolare, il modo in cui essa fu gestita dall’allora ministro degli esteri Andreotti.
        Gli stessi progressi compiuti dall’unificazione economica e monetaria hanno però posto all’ordine del giorno il rafforzamento dell’Europa politica e delle istituzioni comunitarie, in parte già avvenuto con le decisioni assunte dal Consiglio europeo di Nizza. Occorrerà però affrontare un nuovo negoziato, nei prossimi anni, per adeguare i meccanismi istituzionali dell’Unione al nuovo allargamento, che avverrà presumibilmente entro il 2004 e porterà a un significativo aumento del numero dei paesi membri. A tal proposito fa presente che, quando sarà possibile ammettere nell’Unione anche i paesi dell’
ex Iugoslavia e dell’area balcanica, il numero degli Stati membri potrà arrivare addirittura a 33.
        Il senatore ANDREOTTI, nel ringraziare l’ambasciatore Nigido per aver ricordato il ruolo da lui svolto nel negoziato dell’Atto unico europeo, si rallegra per la sua recente nomina a rappresentante permanente presso l’Unione europea, che costituisce un meritato riconoscimento per la profonda conoscenza della problematica europea da lui dimostrata nelle precedenti esperienze.
        In particolare, dichiara di apprezzare il realismo dell’ambasciatore Nigido sulle prospettive dell’integrazione europea, che non sono certo così cupe come spesso si afferma, forse anche perché la presidenza francese aveva suscitato grandi aspettative che sono state poi deluse dal Consiglio europeo di Nizza; non bisogna però enfatizzare le questioni irrisolte. Si devono piuttosto creare le condizioni per ulteriori progressi verso la costruzione di un’Europa politica: segnala in particolare l’esigenza di instaurare un rapporto speciale con la Russia, con cui presto l’Unione europea sarà confinante e che già oggi, comunque, costituisce un partner troppo importante per poter essere trascurato.
        Infine il senatore Andreotti sottolinea che i rapporti tra Italia e Canada sono stati sempre improntati a una profonda sintonia politica, come dimostrano numerosi episodi, tra cui ricorda il riconoscimento quasi simultaneo della Repubblica popolare cinese.

        La senatrice SQUARCIALUPI chiede se la creazione di una forza di intervento rapido europea, che potrebbe prefigurare una sorta di difesa europea, abbia suscitato in Canada reazioni simili a quelle registrate negli Stati Uniti.
        Domanda altresì quale sia l’approccio canadese nei confronti dell’immigrazione.
        L’ambasciatore NIGIDO concorda con il senatore Andreotti su una valutazione equilibrata del recente Consiglio europeo di Nizza, che non ha risolto tutte le questioni in agenda ma che ha anche fatto registrare progressi non indifferenti in alcuni dossier. In realtà, se si considera il cinquantennale cammino dell’Europa, non vi sono mai stati passi indietro, ma soltanto battute d’arresto. L’Unione europea è ora matura per potersi porre obiettivi più ambiziosi e per poter impostare i rapporti con la Russia e con il Nord America su basi nuove, tenendo conto della mutata realtà internazionale.
        Il governo canadese in passato è apparso preoccupato per il delinearsi di un’identità di sicurezza europea all’interno della NATO, da cui si sentiva schiacciato sulle posizioni degli Stati Uniti; ma ha poi capito di poter avere un suo spazio all’interno dell’Alleanza atlantica, anche se nascesse un pilastro europeo. Per quel che riguarda la possibilità che la forza di intervento europea effettui missioni militari senza la partecipazione degli Stati Uniti, il Canada desidera non essere escluso automaticamente da tali azioni e, pertanto, chiede un suo coinvolgimento nella fase di decisione e di pianificazione.
        Infine fa presente alla senatrice Squarcialupi che la legislazione canadese è molto restrittiva in materia di immigrazione, ma ciò nonostante vi sono consistenti flussi di immigrati che mantengono viva la loro identità culturale. Infatti, le autorità di Ottawa favoriscono il multiculturalismo, che può portare tendenzialmente al superamento del dualismo anglo-francese.

        Il presidente MIGONE sottolinea che l’Italia e il Canada sono due paesi fortemente interessati al successo delle organizzazioni internazionali di cui fanno parte e, su molte importanti questioni, hanno assunto posizioni assai simili: ad esempio la riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e la problematica del disarmo, che vede l’Italia e il Canada alla guida del gruppo di paesi non nucleari della NATO particolarmente sensibili all’esigenza di una drastica riduzione degli armamenti. A tal riguardo, chiede chiarimenti circa la posizione del governo canadese sui programmi di difesa antimissilistica degli Stati Uniti.
        Auspica poi un’intensificazione del dialogo tra i Parlamenti di Roma e di Ottawa e più stretti rapporti tra i due Ministeri degli affari esteri, anche a livello di policy planning.
        Per quel che concerne il processo di integrazione europea, riconosce che al Consiglio europeo di Nizza sono stati raggiunti alcuni risultati importanti, ma sembra ormai evidente che il metodo negoziale delle conferenze intergovernative non è più sufficiente per effettuare un’incisiva revisione dei trattati. Occorre perciò un maggior coinvolgimento dei parlamenti nazionali, almeno nella definizione delle proposte negoziali.

        Il senatore BASINI rileva che la tendenza a rafforzare i rapporti euro-canadesi, anche nel settore della difesa, è in contraddizione con la prospettiva di trasformazione della NATO, da più parti auspicata, in un’alleanza paritaria tra il Nord America e l’Europa occidentale. Domanda poi se vi siano in Canada misure restrittive sull’immigrazione dai paesi europei, in particolare l’Italia, e se tali misure riguardino anche restrizioni nell’acquisto delle proprietà immobiliari.
        Il senatore VOLCIC si ricollega alla precedente domanda del presidente Migone, osservando che anche la Russia è pronta a sviluppare un proprio programma di difesa antimissilistica, nel caso che gli Stati Uniti mettano in atto il loro progetto. Uno sviluppo in tal senso avrebbe chiaramente conseguenze di grande portata sui rapporti tra il governo di Washington e gli alleati.

        Peraltro tale questione inevitabilmente influenzerà il quadro generale di politica estera in cui si collocano la creazione della forza di intervento rapido europea, nonché le ipotesi di cooperazioni speciali con la Federazione russa, con particolare riferimento all’area di Kaliningrad.
        L’ambasciatore NIGIDO, con riferimento alle considerazioni in precedenza svolte dal senatore Basini, rileva come al momento sia difficile immaginare compiutamente quale potrà essere il percorso che porterà a realizzare l’identità europea nel settore della difesa, e quali ripercussioni potranno risultarne nei rapporti con gli Stati Uniti e nel funzionamento del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
        Quanto alle prospettive di evoluzione della cooperazione euro-americana nel settore dei materiali di armamento, esperienze già in essere, come quella relativa al programma di ricognizione incentrato sugli aerei AWACS, dimostrano che è possibile garantire un ruolo europeo più incisivo senza che ciò determini ripercussioni negative nei rapporti con gli USA.
        Per ciò che attiene alla posizione del Canada, va tenuto presente che tale paese ha un profilo internazionale di spiccata autonomia, tale da rendere del tutto fuorviante l’idea di una sua strutturale subalternità rispetto alla superpotenza confinante. È peraltro evidente che, quando venissero in considerazione opzioni di fondo di politica internazionale, anche su temi controversi, come l’ipotizzata realizzazione di uno scudo spaziale, la posizione canadese tenderebbe verosimilmente a convergere con quella degli USA, se non altro in ragione della condivisione dei fondamentali fattori di sicurezza geo-strategica. Su tale problema, lo scenario preferibile per il Canada risulta essere nel senso del mantenimento di un dialogo euro-americano con la Russia, aperto anche ad eventuali sviluppi operativi comuni.
        In merito al quesito riguardante gli indirizzi della politica canadese in materia di immigrazione, rileva come la disposizione generale sia improntata a spirito di apertura, come dimostra l’adozione di un limite numerico piuttosto elevato, pari a 300 mila unità all’anno. Tuttavia, occorre considerare che tale soglia di massima è accompagnata dalla previsione di filtri molto selettivi per la concessione dei permessi: di fatto, risulta oggi estremamente difficile ottenere l’accoglimento di una domanda se non si possiedono requisiti di qualificazione di altissimo livello sotto il profilo culturale e professionale. Vi è ovviamente anche un flusso di immigrazione illegale, specialmente di provenienza cinese, ma si tratta di un fenomeno quantitativamente limitato, valutabile in poche centinaia di unità all’anno, e ciò in relazione alla durata ed alle difficoltà che presenta una traversata marittima in direzione del Canada. Nel complesso, la tendenza è a concedere una sanatoria nei confronti dei limitati contingenti di immigrati illegali che riescono a raggiungere il paese.
        Sottolinea poi l’opportunità di una intensificazione delle relazioni a livello interparlamentare tra il Canada e gli Stati membri dell’Unione europea. Per ciò che attiene, in particolare, all’Italia il canale da privilegiare dovrebbe probabilmente essere il Comitato di amicizia con l’Italia operante nell’ambito della Camera dei comuni del Canada, anche se risulta che, in relazione ai correnti indirizzi di bilancio, i parlamentari canadesi vengono difficilmente autorizzati a realizzare missioni in Europa.
        Per quanto attiene all’ambito del nuovo incarico che gli è stato conferito, appare certamente condivisibile il rilievo per il quale vi è stato finora uno scarso coinvolgimento dei Parlamenti degli Stati membri nel processo di integrazione europea. Una valorizzazione dell’apporto parlamentare su tale versante ed un maggiore coinvolgimento delle opinioni pubbliche nazionali rappresenta quindi un obiettivo imprescindibile, e da ciò potrebbe in molti casi derivare nuovo impulso all’integrazione, anche se non va trascurato che in alcuni paesi gli orientamenti connotati nel senso dell’ «euro-scetticismo» sono maggiormente rilevabili proprio a livello di Parlamento e opinione pubblica, piuttosto che dei rispettivi Governi.

        Il presidente MIGONE, con riferimento alle considerazioni testé svolte dall’ambasciatore Nigido, osserva come da esse risulti confermata l’indilazionabilità di un impegno, a livello parlamentare come nel dibattito pubblico, capace di affrontare alla radice i fattori che alimentano gli orientamenti di «euro-scetticismo».
        Il senatore VERTONE GRIMALDI rileva come la Francia stia da qualche tempo registrando una obiettiva perdita di centralità nel processo di integrazione europea, specie in relazione alla relativa attenuazione del rapporto con la Germania. Tale situazione, che è risultata evidente durante le trattative che hanno preceduto la Conferenza intergovernativa di Nizza, e poi nei mesi successivi, vede la Francia in difficoltà, in difetto di una funzione nel contesto europeo all’altezza delle ambizioni da essa legittimamente coltivate sulla scorta del suo patrimonio storico-culturale e della forza del suo apparato economico e finanziario. Nel caso in cui non intervenissero sviluppi positivi, vi sarebbe il rischio del riaffacciarsi nella Francia della tentazione, già prevalsa a più riprese in passato, di esprimere la propria influenza come elemento frenante piuttosto che propulsivo dell’integrazione europea. Di qui, l’interesse degli altri
partners comunitari nel senso di promuovere l’affermazione nel contesto internazionale di condizioni propizie per lo svolgimento da parte della Francia di una incisiva azione internazionale. A tale riguardo, un versante sul quale la Francia potrebbe esercitare un ruolo di primaria importanza, anche in ragione dei suoi storici legami con i paesi dell’area, è quello del Medio Oriente, area nella quale l’Europa nel suo complesso è chiamata sempre più a un impegno diretto.
        La senatrice SQUARCIALUPI, con riferimento alle difficoltà prospettate dall’ambasciatore Nigido rispetto all’effettuazione di missioni in Italia da parte dei parlamentari canadesi interessati, fa presente che l’occasione per un auspicabile incontro potrebbe essere rappresentata dalle ricorrenti partecipazioni di delegazioni parlamentari canadesi ai lavori dell’Assemblea del Consiglio d’Europa. In tale contesto, si tratterebbe infatti di sostenere soltanto l’impegno finanziario relativo alla prosecuzione dei parlamentari da Strasburgo a Roma.
        Il presidente MIGONE chiede ragguagli sulla posizione del Canada in ordine ai negoziati di disarmo.
        L’ambasciatore NIGIDO osserva in primo luogo come effettivamente l’affermazione di una più incisiva politica mediterranea dell’Europa, anche sul versante del Medio Oriente, e la progressiva realizzazione di una politica di difesa comune potrà certamente contribuire a far sì che la Francia si trovi a svolgere un ruolo all’altezza delle sue ambizioni.

        Per quanto riguarda le iniziative internazionali di disarmo, ricorda come il Canada sia sempre stato tra i protagonisti degli sforzi negoziali in materia, ed abbia assunto un ruolo determinante in più occasioni, ad esempio ai fini della stipula del trattato per l’abolizione delle mine anti-uomo.
        In merito infine all’auspicata intensificazione dei rapporti interparlamentari italo-canadesi, la soluzione da ultimo ipotizzata dalla senatrice Squarcialupi non sembrerebbe di per sé idonea a superare le difficoltà da lui segnalate; esse potrebbero forse essere più efficacemente superate attraverso la promozione di contatti diretti tra le omologhe Presidenze.

        Il PRESIDENTE ringrazia l’ambasciatore Nigido per l’interessante contributo di riflessione assicurato alla Commissione, rivolgendogli un cordiale augurio per il prestigioso nuovo incarico che gli è stato affidato.
        Il seguito dell’indagine conoscitiva è quindi rinviato.


IN SEDE DELIBERANTE
(4927) Partecipazione italiana al quinto aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa
(Discussione e approvazione)

        Il presidente MIGONE avverte che il disegno di legge, il cui esame in sede referente è stato concluso nella seduta dell’8 febbraio scorso, ritorna in Commissione a seguito di una nuova assegnazione in sede deliberante intervenuta il successivo 14 febbraio.
        Propone quindi di dare per acquisiti gli atti compiuti nella precedente fase, nell’ambito dell’esame in sede referente
        La Commissione conviene con la proposta del Presidente.
        La senatrice SQUARCIALUPI, intervenendo per incarico del Presidente in sostituzione del relatore Porcari, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, si associa alle considerazioni da questi svolte nella sua esposizione introduttiva.
        Il senatore WILDE illustra il seguente ordine del giorno, che rappresenta un opportuno sviluppo di un’iniziativa assunta dal senatore Provera in seno all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa:
0/4927/1/3

Provera, Servello, Castelli, Pianetta, Preioni, Andreotti, Biasco, Migone, Boco, Maggiore, Vertone Grimaldi, Zambrino, Wilde
        «La Commissione Affari esteri del Senato,
            nell’esaminare il disegno di legge volto ad assicurare la partecipazione dell’Italia al quinto aumento di capitale della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa;
        sottolineando
            come le finalità dell’istituto si siano progressivamente adeguate, nel corso degli anni, a nuove esigenze e prevedano attualmente la possibilità di operare interventi nei paesi membri del consiglio d’Europa anche nel settore della tutela della salute;
        considerando
            la gravità dell’emergenza sanitaria in atto in Romania, dove si riscontra il 60 per cento dei casi europei di infezione da HIV in età pediatrica, con oltre novemila bambini colpiti, la metà dei quali senza terapia adeguata per mancanza di risorse finanziarie e carenze dei presidi ospedalieri;
        rilevato
            che la predetta emergenza sanitaria è stata riconosciuta come particolarmente grave, e meritevole d’interventi immediati, anche dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, in risposta ad un’interrogazione presentata
ad hoc;
        rilevato
            che tale situazione rientra nei settori d’intervento previsti dallo statuto della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa e che la Romania è, a pieno titolo, uno Stato membro di questo organismo;
        ricordando
            infine, come l’Italia sia attualmente uno dei tre maggiori azionisti della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, e come tale possa avere un ruolo autorevole;
        impegna il Governo
            ad assumere, con procedura d’urgenza, nei modi e nelle sedi che riterrà opportune, tutte le iniziative affinché risorse adeguate vengano destinate al finanziamento di interventi per le necessità conseguenti all’epidemia di AIDS che ha colpito un così gran numero di bambini romeni».
        La relatrice SQUARCIALUPI esprime parere favorevole su tale ordine del giorno.

        Il sottosegretario PAGANO accoglie l’ordine del giorno, facendo presente che gli organi della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa hanno espresso un orientamento di massima favorevole a dar corso alle erogazioni finanziarie in esso ipotizzate, fatta salva la necessità di effettuare le opportune verifiche una volta che saranno stati investiti formalmente della questione.
        La Commissione, verificata la presenza del numero legale, approva quindi il disegno di legge, nel suo articolo unico.


        
La seduta termina alle ore 16,25.