GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee

GIOVEDÌ 10 LUGLIO 1997


44a Seduta

Presidenza del Presidente
BEDIN

Interviene, a norma dell'articolo 48 del Regolamento, il vice presidente del Parlamento europeo Imbeni.

La seduta inizia alle ore 8,40.

PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell'indagine conoscitiva sull'attuazione del trattato di Maastricht e le prospettive di sviluppo dell'Unione europea: audizione del Vice Presidente del Parlamento europeo
(Seguito dell'indagine e rinvio)
(R048 000, C23a, 0001°)

Riprende l'indagine sospesa nella seduta del 9 luglio.

Il presidente BEDIN ringrazia l'onorevole Imbeni, Vice Presidente del Parlamento europeo, per essere intervenuto e gli chiede di soffermarsi sulle posizioni espresse dal Parlamento europeo sui risultati della Conferenza intergovernativa scaturiti dal Consiglio europeo di Amsterdam e sulle personali valutazioni in merito al progetto di riforma della Costituzione per quanto concerne i rapporti dell'Italia con l'Unione europea.

L'onorevole IMBENI, illustrando i lavori svolti dal Parlamento europeo in merito agli sviluppi della Conferenza intergovernativa prima e dopo il Vertice di Amsterdam, rileva come uno dei risultati più importanti del Consiglio europeo, oltre alla definizione del patto sulla stabilità e della risoluzione su crescita ed occupazione, sia costituito dalla conferma dell'avvio dei negoziati per l'adesione dei nuovi Stati membri sei mesi dopo la conclusione della Conferenza intergovernativa. A tale riguardo il Parlamento europeo ha espresso forti preoccupazioni per il fatto che la riforma delle istituzioni, nei termini in cui emerge dal Consiglio europeo di Amsterdam, sembra inadeguata per garantire il funzionamento di una Unione ampliata a 20-25 membri. Per tale motivo l'oratore sottolinea l'esigenza che le Camere, chiamate a ratificare il nuovo Trattato e gli accordi di adesione, richiedano la realizzazione di alcune condizioni connesse alla operatività delle istituzioni dell'Unione prima di qualunque ampliamento. Tali condizioni sono una modifica nella composizione della Commissione, che non può essere ulteriormente ampliata ad ogni nuova adesione, una revisione della ponderazione del voto dei vari Stati, tenendo conto delle dimensioni territoriali e demografiche dei nuovi membri, e un ridimensionamento del potere di veto mediante un più limitato ricorso alla procedura di voto per unanimità. La realizzazione delle suddette condizioni non deve incidere sulla strategia dell'ampliamento - che, così come l'allargamento della NATO, costituisce una prospettiva fondamentale per rafforzare la pace, la stabilità e lo sviluppo in Europa - ma serve ad evitare che la creazione di un grande mercato si accompagni con delle istituzioni politiche indebolite, situazione che potrebbe compromettere il processo di integrazione europea.
Il Vice Presidente del Parlamento europeo rileva inoltre la presenza di talune contraddizioni nel progetto di Trattato anche se è opportuno non sottovalutare gli elementi di novità che esso contiene. Tra questi figura una nuova attenzione posta nei confronti di problemi quali l'occupazione, i diritti sociali fondamentali, che vengono inclusi nel Trattato, il sostegno alle azioni funzionali alla lotta alla disoccupazione, la salvaguardia dei diritti umani ed il divieto di discriminazione. A tale proposito, tuttavia, il mantenimento del criterio dell'unanimità per le decisioni sugli Stati membri che compiono delle violazioni costituisce oggettivamente un limite.
Per quanto concerne il terzo pilastro l'oratore esprime il compiacimento per l'estensione della procedura di codecisione a due aspetti importanti quali la cooperazione doganale e la lotta contro le frodi e sottolinea, tuttavia, come il Parlamento avrebbe preferito una maggiore «comunitarizzazione» della cooperazione giudiziaria e negli affari interni, processo che il nuovo accordo rinvia di altri cinque anni. Altri aspetti positivi sono costituiti dall'assorbimento degli accordi di Schengen nel Trattato e, per quanto concerne le relazioni tra l'Unione europea ed i cittadini, dall'introduzione di nuove disposizioni su materie quali l'ambiente, la sanità e i consumatori.
Recependo una proposta a sua tempo avanzata dal Parlamento europeo il nuovo Trattato prevede altresì l'istituzione di una cellula di programmazione e per il monitoraggio delle situazioni di crisi, che dipenderà dal Segretariato generale del Consiglio. Per quanto riguarda le altre novità concernenti la politica estera e di sicurezza comune (PESC), l'oratore rileva la definizione di una distinzione tra principi generali e strategie, che continueranno ad essere stabiliti all'unanimità, ed azioni e posizioni comuni, che invece verranno decise a maggioranza. La mancanza di una chiara linea di demarcazione tra i due ambiti, tuttavia, rende prevedibile una perdurante applicazione del principio dell'unanimità per tutte le principali decisioni, con la conseguente limitazione dell'efficacia della proiezione esterna dell'Unione.
Dal punto di vista istituzionale l'onorevole Imbeni sottolinea l'importanza delle nuove disposizioni concernenti i parlamenti nazionali, contenute in uno specifico protocollo, che prevedono uno sviluppo del ruolo della Conferenza degli organismi specializzati nella trattazione degli affari comunitari (COSAC) - che senza vincolare i parlamenti potrà presentare propri contributi alle istituzioni dell'Unione - e la fissazione di un periodo minimo di sei settimane tra la presentazione delle proposte legislative della Commissione e la loro iscrizione all'ordine del giorno del Consiglio, onde consentire ai parlamenti di essere informati tempestivamente. Un altro aspetto innovativo è costituito dal riconoscimento del principio della flessibilità, in base al quale sarà consentito ad un gruppo di Stati membri dell'Unione di procedere ad una cooperazione rafforzata a condizione di non ledere gli interessi e di non pregiudicare l'adesione degli altri Stati membri.
L'onorevole Imbeni prosegue soffermandosi sul secondo aspetto della sua esposizione, le valutazioni dei risultati della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali per quanto attiene alle disposizioni sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Per quanto riguarda l'articolo 116 del progetto di legge costituzionale approvato dalla Commissione bicamerale, l'oratore esprime le proprie perplessità sull'opportunità di inserire concetti quali «la partecipazione al processo di integrazione europea in condizioni di parità», che appare ridondante rispetto alla parità riconosciuta agli Stati membri da qualunque accordo comunitario, e «limitazioni di sovranità», formulazione che sembra più appropriata per i classici trattati di diritto internazionale laddove, nel caso dell'Unione europea, si tratta di esercizio di sovranità attraverso nuove forme. L'oratore, inoltre, rileva l'esigenza di compiere una approfondita riflessione sull'opportunità di sottoporre a referendum ogni nuovo accordo istituzionale comunitario, previsione che sembrerebbe derivare implicitamente dal combinato disposto dell'articolo 104 e dell'articolo 116, ultimo comma.
L'oratore rileva altresì l'esigenza di un coordinamento tra l'articolo 117, primo comma, secondo il quale le Camere definiscono gli indirizzi di politica comunitaria, e gli articoli 98, sulla formazione delle leggi, e 59, sulla potestà legislativa che spetta allo Stato, che non contemplano le politiche comunitarie. Si pone altresì l'esigenza di un coordinamento tra l'articolo 59, che include le elezioni al Parlamento europeo nell'ambito della lettera a), dedicata anche alla politica estera, e l'articolo 98, che include nella stessa lettera c) sia le elezioni europee che quelle locali e nazionali. L'articolo 117, inoltre, prevede al terzo comma che le Camere esprimano degli indirizzi sui progetti di revisione dei trattati ma non cita la relativa legge di autorizzazione alla ratifica.
L'onorevole Imbeni, infine, sottolinea le proprie personali perplessità sull'opportunità di sottoporre formalmente al parere delle Camere, salvo ipotizzare più flessibili procedure di informazione, le candidature formulate dal Governo a proposito «degli organi delle istituzioni dell'Unione europea», soprattutto ove tale formulazione - che comunque appare giuridicamente inappropriata - dell'ultimo comma dell'articolo 117 si debba intendere riferita alla procedura di designazione dei componenti italiani della Commissione europea.

Il presidente BEDIN ringrazia l'onorevole Imbeni e apre il dibattito.

Il senatore MAGNALBÒ ringrazia il Vice Presidente del Parlamento europeo per l'esposizione e chiede la sua opinione su una eventuale riforma costituzionale che prevedesse la specializzazione di un ramo del Parlamento per l'esame delle tematiche internazionali e comunitarie, anche al fine di rendere più efficace il raccordo tra l'Italia e l'Unione europea. In relazione ai problemi connessi all'ampliamento, l'oratore chiede, inoltre, se il Parlamento europeo condivida taluni pronostici preoccupanti sugli effetti del processo di globalizzazione sull'occupazione.

Il senatore CORRAO esprime preoccupazioni per le difficoltà che emergono in relazione all'ampliamento dell'Unione europea laddove sembra che l'allargamento della NATO proceda in modo più spedito, processo che sembra in contraddizione tenendo conto del nuovo tipo di sfide che vengono poste alla sicurezza, essenzialmente derivanti dal terrorismo e dall'estremismo. L'oratore ritiene inoltre che, a proposito del progetto di trattato discusso ad Amsterdam, sia stata sottovalutata l'importanza della cultura e dell'istruzione quali elementi fondamentali sia per le sfide poste dalla globalizzazione, sia per la creazione dell'identità di una Unione europea che non sia solo basata sugli aspetti economici e finanziari. Il senatore Corrao chiede infine chiarimenti sui motivi dei ritardi concernenti la trasmissione in Italia dei bandi di concorso e di altri documenti importanti dell'Unione europea.

Il senatore TAPPARO esprime il proprio rammarico poichè l'imminente inizio dei lavori dell'Assemblea non consente di approfondire ulteriormente il dibattito.

La senatrice DANIELE GALDI condivide il rammarico espresso dal senatore Tapparo e propone di svolgere un ulteriore incontro con il vice presidente del Parlamento europeo Imbeni, anche al fine di sviluppare la discussione sugli aspetti delle riforme costituzionali che riguardano la partecipazione dell'Italia all'Unione europea.

L'onorevole IMBENI sottolinea l'impegno della maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea per lo sviluppo del processo di ampliamento, che non deve essere pregiudicato nonostante l'esigenza di adattare ulteriormente le istituzioni comunitarie per garantire la compattezza dell'Unione. Rilevando che il Parlamento europeo non ha competenze dirette sulla diramazione dei bandi comunitari, salvo casi limitati, e prendendo atto dell'esigenza di concludere la seduta per l'inizio dei lavori dell'Assemblea, preannuncia l'invio di una nota scritta per rispondere agli altri quesiti che sono stati posti.

Il Presidente BEDIN ringrazia l'onorevole Imbeni per la partecipazione e dichiara conclusa l'audizione.

Il seguito dell'indagine è pertanto rinviato.

La seduta termina alle ore 9,30.