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GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee



Mercoledì 15 Settembre 1999

168a Seduta

Presidenza del Presidente

BEDIN








La seduta inizia alle ore 8,35.



SUI LAVORI DELLA GIUNTA (A007 000, C23a, 0055°)



Rilevando che in data odierna il Parlamento europeo voterà la fiducia alla Commissione presieduta da Prodi, il PRESIDENTE preannuncia che nell’Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei Gruppi che si riunirà al termine della seduta verrà discusso un progetto di programma di una visita alle istituzioni comunitarie, per una presa di contatto con il nuovo Parlamento e la nuova Commissione e per completare l’indagine conoscitiva sulla partecipazione delle Regioni alle fasi formativa e applicativa del diritto comunitario, da sottoporre al Presidente del Senato per la relativa autorizzazione.


IN SEDE CONSULTIVA



(4205) Conversione in legge del decreto-legge 9 settembre 1999, n. 312, recante disposizioni straordinarie ed urgenti per il settore della pesca
(Parere alla 9a Commissione: favorevole)


Il presidente relatore BEDIN illustra il provvedimento in titolo rilevando in primo luogo che l’articolo 1 dispone la proroga delle misure di fermo della pesca nel mare Adriatico, in relazione ad operazioni di bonifica delle aree interessate al rilascio di bombe durante la crisi nei Balcani, previste dal decreto-legge n. 154 del 1999, su cui la Giunta ha già espresso, a suo tempo, parere favorevole. Tali misure comportano infatti un contributo per gli operatori interessati sulla base dei parametri definiti dal regolamento (CEE) n. 2468/98 e la loro compatibilità con la normativa comunitaria è dimostrata, tra l’altro, dal fatto che la Commissione europea non ha sollevato eccezioni sul precedente provvedimento.
Dopo essersi soffermato sull’articolo 2, che prevede misure di accompagnamento sociale per il fermo volontario della pesca nei compartimenti marittimi dello Ionio e del Tirreno, in applicazione delle disposizioni del citato regolamento comunitario sul fermo biologico, l’oratore propone di esprimere un parere favorevole.

Verificata la presenza del numero legale, la Giunta conferisce al Presidente relatore mandato a redigere un parere favorevole nei termini esposti.


(4129) Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 1998

(4130) Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 1999
(Parere alla 5a Commissione: seguito dell’esame congiunto e rinvio)


Riprende l’esame sospeso nella seduta del 29 luglio.

Il relatore PAPPALARDO ricorda che nella precedente seduta è stata sollevata la questione di una più chiara indicazione dei flussi finanziari con l’Unione europea nel quadro del rendiconto e del provvedimento di assestamento del bilancio e rileva che, a seguito di una sollecitazione rivolta in tal senso al Governo, da parte del Ministero del tesoro è stata fatta pervenire specifica documentazione, da cui si evince che, nel corso dell’esercizio finanziario 1998, l’Italia ha versato alle casse comunitarie 21.486,291 miliardi di lire, a titolo di risorse proprie, ed ha ricevuto accrediti per 15.128,643 miliardi, con un esborso netto di 6.357,648 miliardi, che conferma il carattere di contributore netto assunto dall’Italia nei confronti dell’Unione europea. Nel corso del primo semestre del 1999, tuttavia, si riscontra una tendenza in senso contrario, avendo versato l’Italia 11.083,189 miliardi ed avendo ricevuto in accredito 11.497,981 miliardi, con un saldo netto a favore dell’Italia di 414,79 miliardi di lire.
Rilevando come i suddetti dati siano esposti in appositi bollettini annuali, semestrali e trimestrali della Ragioneria generale dello Stato, l’oratore ribadisce l’esigenza di assicurare una loro chiara individuazione anche nell’ambito dei documenti di bilancio.
Il relatore concorda inoltre con le considerazioni espresse nella precedente seduta dal senatore Manzella in ordine all’esigenza che il Parlamento sia messo tempestivamente al corrente delle intese intercorse fra il Governo e l’Unione europea in merito al rispetto del Patto di stabilità. Al riguardo – tenendo conto che è ormai noto che l’Unione europea ha accordato all’Italia una deroga al fine di consentire che il deficit della Pubblica amministrazione raggiunga nel corso dell’esercizio finanziario 1999 un importo corrispondente al 2,4 per cento del prodotto interno lordo – sarebbe auspicabile che, in futuro, la Giunta venisse coinvolta già nel corso del confronto con le istituzioni comunitarie e messa in condizione di acquisire tutti i pertinenti documenti ufficiali.

Il presidente BEDIN, condividendo le osservazioni del relatore, propone di rinviare l’esame onde proseguire il dibattito alla presenza del rappresentante del Governo.

Conviene la Giunta sulla proposta del Presidente.


(3895) Modifiche al decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 155, recante “Attuazione delle direttive 93/43/CEE e 96/3/CE, concernenti l’igiene dei prodotti alimentari
(Parere alla 12a Commissione: contrario)


Il relatore BORTOLOTTO illustra il provvedimento in titolo, che modifica il decreto legislativo n. 155 del 1997, concernente l’attuazione delle direttive 93/43/CEE e 96/3/CE sull’igiene dei prodotti alimentari. L’articolo 1 comporta una modifica dell’articolo 2 del citato decreto legislativo volta a sostituire la nozione di “responsabile specificatamente delegato” con quella di “intestatario di relativa autorizzazione sanitaria”, la quale non ha significativi riflessi comunitari.
L’articolo 2 modifica invece l’articolo 3, comma 2, del decreto legislativo introducendo una deroga nell’applicazione dei controlli basati sul sistema HACCP (analisi di rischio e punti critici di controllo) in favore delle industrie con meno di quindici dipendenti, che appare in contrasto con la direttiva 93/43/CEE che, all’articolo 7, paragrafo 1, ammette disposizioni nazionali più specifiche di quelle previste dalla direttiva a condizione che siano non meno rigorose, e che, all’articolo 3, concernente l’applicazione del sistema HACCP, non contempla deroghe nazionali connesse alla dimensione delle imprese. Una modifica del decreto legislativo nel senso indicato dal suddetto articolo comporterebbe, pertanto, una riformulazione in contrasto con la normativa comunitaria.
L’oratore osserva che anche l’articolo 3, che modifica l’articolo 4, comma 2, del decreto legislativo, concernente l’elaborazione dei manuali di corretta prassi igienica, non appare in linea con la citata direttiva. Mentre la formulazione vigente del decreto legislativo recepisce fedelmente le disposizioni comunitarie, la modificazione riconoscerebbe anche alle singole industrie alimentari la facoltà di elaborare i suddetti manuali laddove l’articolo 5 della direttiva prevede invece che i manuali siano elaborati dai settori dell’industria alimentare e dai rappresentanti di altre parti interessate quali le Autorità competenti e i gruppi di consumatori, in consultazione con i soggetti interessati.
Il relatore sottolinea inoltre che la nuova formulazione dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 155 del 1997, come risulta modificato dall’articolo 4 del provvedimento in titolo, comporta l’abrogazione delle sanzioni connesse alla violazione dell’articolo 3, comma 5, del citato decreto legislativo, concernente l’obbligo di rispettare le disposizioni dell’allegato della direttiva 93/43/CEE, recepito dal suddetto decreto legislativo.
L’oratore, in ordine ad articoli giornalistici che lamentano come la suddetta direttiva possa determinare la chiusura di piccole imprese, precisa infine che l’applicazione delle disposizioni comunitarie sull’igiene non è impossibile per i piccoli produttori. Se le difficoltà derivano dall’eccessiva complessità dei manuali e di altre disposizioni di carattere nazionale sarebbe allora preferibile semplificare tali prescrizioni piuttosto che introdurre delle illegittime deroghe nell’applicazione della legislazione comunitaria.

Il senatore BETTAMIO concorda con i rilievi del relatore e sottolinea il divario, che si riscontra anche dall’esame della legge comunitaria, fra la legislazione comunitaria, che tiene conto di un sistema europeo basato prevalentemente su imprese di grandi dimensioni, e legislazione nazionale, volta a tutelare il tessuto di piccole e medie imprese che caratterizza il nostro Paese.

Il senatore VERTONE GRIMALDI conviene sulle considerazioni del senatore Bettamio ma sottolinea la disattenzione nei confronti degli interessi nazionali da parte dei funzionari italiani delle istituzioni comunitarie e della maggior parte dei membri italiani della Commissione europea, tranne alcune eccezioni, in sede di elaborazione della normativa comunitaria. La situazione è ben diversa per quanto concerne altri paesi, che sono riusciti a realizzare delle efficaci forme di raccordo con i rispettivi rappresentanti nelle istituzioni dell’Unione europea. Gli interessi di cui si fa portatrice l’Italia, peraltro, sono affini a quelli di altri paesi con una struttura produttiva analoga, quali l’Irlanda, la Grecia e la Spagna.
Al riguardo l’oratore propone anche di svolgere un sopralluogo a Bruxelles, per approfondire il procedimento di definizione delle politiche comunitarie.

Il senatore MANZELLA concorda su talune osservazioni del senatore Vertone Grimaldi sottolineando l’importanza che i negoziatori italiani dispongano di una buona conoscenza della situazione nazionale onde improntare la normativa comunitaria su criteri di proporzionalità e flessibilità, fin dal momento della sua elaborazione, in modo da tener conto del panorama di piccole e medie imprese che caratterizza l’Italia, anziché invocare tardivamente delle deroghe eccezionali.

Il presidente BEDIN condivide i rilievi esposti dal relatore, che dovrebbero comportare l’adozione di un parere negativo, proponendo di aggiungervi in premessa un riferimento all’esigenza di una più efficace partecipazione alla fase ascendente. L’oratore rileva altresì come l’esame dei provvedimenti concernenti i prodotti di origine protetta e di indicazione geografica protetta consentirà al Senato di tornare a pronunciarsi su tali materie.

Il relatore BORTOLOTTO sottolinea come, oltre alla partecipazione alla fase preparatoria del diritto comunitario, si ponga la questione della capacità dell’Italia di adempiere agli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione europea. A seguito dell’introduzione della direttiva del 1993, infatti, alcune aziende, anche di piccole dimensioni, si sono tempestivamente adeguate alle disposizioni sull’igiene dei prodotti alimentari mentre altre si trovano in ritardo. L’oratore, infine, propone, anche alla luce delle considerazioni emerse nel dibattito, di esprimere un parere contrario per violazione della direttiva 93/43/CEE.

Il PRESIDENTE, verificata la presenza del numero legale, propone di conferire al relatore mandato di redigere un parere contrario, nei termini emersi nel dibattito, con una premessa concernente la fase ascendente del diritto comunitario.

La Giunta approva.


COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE SULLA MODIFICA DEL REGOLAMENTO DELLA COSAC (A008 000, C23a, 0020°)



Il presidente BEDIN comunica che il Parlamento finlandese, che esercita la Presidenza di turno della Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC), ha elaborato un progetto di nuovo Regolamento della COSAC sulla base delle proposte trasmesse dalle Commissioni affari europei dei vari Parlamenti, tra cui la Giunta e la XIV Commissione della Camera. Tale documento sarà esaminato da un Gruppo di lavoro che si riunirà lunedì prossimo ad Helsinki.
Nel testo elaborato dalla Presidenza finlandese viene recepita la proposta della Giunta di votare per delegazioni, giacché è pressoché impossibile raggiungere l’unanimità dei consensi dei singoli componenti, mentre non viene accolta la proposta, volta a costituire una sorta di Segretariato permanente. Secondo il progetto elaborato dal Parlamento scandinavo, quindi, il Segretariato delle Conferenze continuerà ad essere assicurato prevalentemente dal Parlamento ospitante in collaborazione con gli altri Parlamenti e, in particolare, con quelli che hanno un funzionario distaccato a Bruxelles.
L’oratore rileva altresì che la Presidenza finlandese non ha accolto la proposta di Camera e Senato volta a rendere obbligatorio l’inserimento delle materie indicate nel Protocollo sui Parlamenti nazionali allegato al Trattato di Amsterdam nell’ordine del giorno della COSAC. Si dovranno altresì approfondire le disposizioni sul calendario delle riunioni della COSAC tenendo conto dell’esigenza di esaminare tempestivamente il programma annuale della Commissione europea, tradizionalmente presentato in autunno, e il programma predisposto dalla Presidenza semestrale di turno del Consiglio dell’Unione europea.
Tra le altre caratteristiche del documento elaborato dal Parlamento finlandese figura un rafforzamento del ruolo della Presidenza della COSAC e una modifica della Troïka che, in linea con analoghe disposizioni introdotte nei Trattati per quanto concerne il Consiglio, non dovrebbe essere più composta dai rappresentanti dei paesi cui spetta la Presidenza precedente, la Presidenza di turno e la Presidenza successiva, bensì dai rappresentanti degli ultimi due paesi più il rappresentante del Parlamento europeo.

Il senatore BETTAMIO esprime le proprie perplessità sulla modifica concernente la Troïka in quanto, nel corso dell’esperienza acquisita in seno alle istituzioni comunitarie, ha avuto modo di apprezzare l’utilità della presenza nella Troïka dei rappresentanti del paese che ha esercitato la Presidenza uscente.

Il senatore MANZELLA riscontra talune incongruenze nell’ambito delle proposte finlandesi concernenti rispettivamente il programma della COSAC, il programma annuale della Commissione ed il programma semestrale del Consiglio. Il programma della COSAC, infatti, non può non tener conto delle materie contemplate dal citato Protocollo sui Parlamenti nazionali – che assumono peraltro estrema attualità, trattandosi dei diritti fondamentali, della sussidiarietà, dello spazio di sicurezza dei cittadini europei e della cooperazione giudiziaria – e nel programma legislativo della Commissione europea. Questo viene generalmente esaminato dal Parlamento europeo nelle sessioni di ottobre o novembre e per tale istituzione sarebbe importante avvalersi del contributo dei Parlamenti nazionali. La COSAC dovrebbe forse compiere un passo indietro rispetto al programma del Consiglio, il cui esame spetta in via preliminare al Parlamento europeo.
L’oratore condivide inoltre le perplessità del senatore Bettamio sulla modifica della composizione della Troïka ed esprime le proprie preoccupazioni in ordine ad un eccessivo rafforzamento del ruolo della Presidenza della COSAC, che potrebbe creare i presupposti per un rapporto di competizione piuttosto che di collaborazione tra Parlamenti nazionali e Parlamento europeo.

Il presidente BEDIN conclude il dibattito rilevando che la Giunta avrà modo di tornare sull’argomento in sede di valutazione degli esiti dell’incontro del citato Gruppo di lavoro e di preparazione della prossima riunione plenaria della COSAC.





La seduta termina alle ore 9,25.