GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee



giovedì 14 maggio 1998

88a Seduta

Presidenza del Presidente

BEDIN








Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Fassino.



La seduta inizia alle ore 8,35.



IN SEDE REFERENTE



(Doc. LXXXVII, n. 4) Relazione sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario e sul programma di attività presentato dalla Presidenza di turno del Consiglio dei ministri dell'Unione europea (secondo semestre 1997)
(Esame e rinvio) (R42 003, C23a, 0006°)



Sul documento in titolo riferisce alla Giunta il presidente relatore BEDIN il quale sottolinea l'evoluzione subìta dalla relazione semestrale del Governo la quale, avendo inizialmente connotati notarili, essendo prevalentemente rivolta al passato, ha progressivamente acquisito una crescente efficacia per via della maggiore tempestività, dell'analisi più attenta agli aspetti dinamici e dei più incisivi contenuti politici. Tale evoluzione si accompagna al rafforzamento della collaborazione fra Parlamento e Governo in vista di una più efficace partecipazione democratica alla fase ascendente del processo normativo comunitario. Da questo punto di vista il Governo ha accolto e fatta propria la sfida del Parlamento, sottolineando nel capitolo introduttivo proprio tali aspetti. Nell'introduzione viene altresì sottolineata l'importanza di una tempestiva e completa attuazione delle direttive in relazione al sistema di punteggio istituito dalla Commissione europea per monitorare lo stato di applicazione della normativa sul mercato interno
Preannunciando la disponibilità di un documento di sintesi sulla relazione in titolo, l'oratore riepiloga le priorità del programma del semestre britannico di presidenza con riferimento al monitoraggio dell'attuazione delle direttive sul mercato interno ed al suo completamento, alla cittadinanza, alla semplificazione legislativa ed amministrativa, alla riduzione delle barriere al commercio e all'inserimento dei temi ambientali nell'ambito delle politiche comunitarie, in particolare nei trasporti e nelle infrastrutture.
In termini generali risulta apprezzabile lo sforzo compiuto nel senso di rendere più chiara la relazione sia per una diversa impostazione dell'esposizione sia per una più ricca articolazione degli allegati, in merito ai quali viene recepita anche la precedente richiesta della Giunta di includere una lista dettagliata delle direttive approvate e di quelle di cui si attende la discussione. Un altro utile elemento di informazione è offerto dallo sviluppo dei grafici statistici, da cui si rileva la bassa percentuale di contributi sociali in rapporto al PIL pagati in Italia rispetto agli altri partners, il basso tasso di impiego che si riscontra nel nostro paese e l'alto volume di scambi con i paesi dell'Europa centrale ed orientale candidati all'adesione. L'inserimento del programma legislativo della Commissione offre inoltre l'occasione al Parlamento per svolgere una propria programmazione in merito alla partecipazione alla fase preparatoria del diritto comunitario.
Rilevando come l'indagine sull'attuazione del Trattato di Maastricht, quella su Agenda 2000, la collaborazione con il Parlamento europeo, gli incontri con delegazioni di Parlamenti dell'Unione e di paesi candidati, pongano la Giunta nella condizione di avere informazioni anche più aggiornate rispetto alla relazione, il Presidente relatore afferma l'impegno ad intensificare l'acquisizione di tali elementi informativi che consentono di svolgere talune considerazioni. Si riscontra, ad esempio, che i temi sociali, l'occupazione e gli aspetti istituzionali non vengono posti al centro del processo normativo e delle attività dell'Unione europea, come invece è stato costantemente riaffermato dal Parlamento. In relazione al capitolo sull'occupazione si ribadisce il carattere settoriale che viene attribuito alla materia anziché assumere quella centralità più volte auspicata nelle prese di posizione della Giunta una volta conseguito il risultato della partecipazione alla moneta unica.
In relazione al Trattato di Amsterdam non vengono menzionati i temi dell'occupazione, del capitolo sui diritti sociali né lo sviluppo dei poteri del Parlamento europeo e l'adozione del protocollo sul ruolo dei parlamenti nazionali.
In merito all'Agenda 2000, tra gli aspetti da rilevare figura lo studio del Governo secondo il quale il processo di ampliamento comporterà una ridislocazione nei paesi dell'Europa centrale ed orientale (PECO) della produzione siderurgica, tessile e del settore dell'abbigliamento e calzaturiero. Tra gli altri profili degni di attenzione figurano il possibile sviluppo dei flussi migratori, soprattutto con Polonia e Turchia, lo stato di deterioramento della situazione ambientale, soprattutto in termini di qualità delle acque e di inquinamento atmosferico, la valutazione sulla sostenibilità degli sforzi connessi all'adozione dell'acquis comunitario per i paesi candidati all'adesione e il divario di sviluppo tra tali paesi e l'Unione europea.
Manca invece una valutazione d'insieme sul partenariato euromediterraneo e sul suo impatto sull'economia italiana, aspetto sul quale i Parlamenti sono particolarmente impegnati. Al riguardo l'oratore ricorda l'iniziativa assunta dai Presidenti dei due rami del Parlamento volte a tenere a Palermo una Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei paesi del Mediterraneo e del Parlamento europeo. Tale tema, tuttavia, è essenziale anche nella più generale tematica dell'allargamento, che se non accompagnato da politiche euromediterranee sposterà la geografia sociopolitica dell'Unione lontano dall'Italia.
In merito al capitolo sull'Agenda 2000 il Presidente relatore segnala altresì l'assenza di riferimenti all'evoluzione del quadro finanziario generale e alla riforma dei Fondi strutturali. Ciò potrebbe significare che tra la presentazione dell'Agenda 2000 e la presentazione della relazione vi sia stata una carenza di dialogo fra le Amministrazioni preposte ai vari aspetti.
In relazione al sistema di punteggio, la relazione rileva il miglioramento della posizione italiana in merito all'attuazione delle direttive europee ma si deve riscontrare ancora una volta il primato in termini di contenzioso ascrivibile ai ritardi nel rispondere alle lettere di messa in mora inviate dalla Commissione europea, alla riluttanza delle varie Amministrazioni ad assumere impegni in merito ai tempi di attuazione delle disposizioni comunitarie e, più in generale, ai ritardi connessi al lungo processo di approvazione della legge comunitaria annuale. Oltre a tali aspetti, citati nella stessa relazione del Governo, l'oratore riscontra ulteriori ritardi, dal documento allegato concernente il quadro del punteggio del mercato unico, in merito alla mancata notifica dei punti di contatto per i cittadini e le imprese e alla designazione e notifica dei centri di coordinamento delle strutture preposte ad assicurare l'esecuzione delle norme.
Soffermandosi sul capitolo dedicato all'agricoltura l'oratore rileva come esso non includa riferimenti alla posizione del Governo, che invece è stata illustrata nella Giunta dal sottosegretario Fassino, nel senso di ritenere insoddisfacente una crescita dei finanziamenti per la politica agricola comune (PAC) in presenza di una riduzione complessiva dei finanziamenti per i Fondi strutturali. In tale capitolo non vengono inoltre espressi riferimenti alle questioni del latte e dell'olio di oliva. In relazione alle telecomunicazioni ed alla politica di ricerca e sviluppo tecnologico, considerando la rilevanza strategica e finanziaria del settore, anche in termini di impatto sull'occupazione, potrebbe essere opportuno approfondire le linee essenziali del quinto programma quadro di ricerca e dei risultati della partecipazione a tale programma delle imprese e degli istituti di ricerca italiani.
Per quanto attiene la fase ascendente del diritto comunitario il presidente relatore Bedin osserva come l'attenzione posta dalla relazione del Governo nei confronti della presa di posizione della XIV Commissione della Camera nei confronti dell'esigenza di una collaborazione più incisiva fra Parlamento e Governo - pienamente condivisibile - dimostri nel contempo la minore attenzione posta nei confronti delle analoghe posizioni assunte dalla Giunta. Tale minore considerazione potrebbe essere riconducibile alla mancata trasformazione della Giunta in Commissione permanente ed alla diversa procedura applicata nei due rami del Parlamento per l'esame del documento in titolo che, nel caso del Senato, vede l'approvazione di una relazione della Giunta che però non viene mai discussa dall'Assemblea. Al riguardo si pone pertanto l'esigenza di garantire la conclusione della suddetta procedura d'esame modificando il procedimento nel senso di approvare in via definitiva una risoluzione in Giunta ovvero di indurre l'Assemblea del Senato a porre la relazione all'ordine del giorno.
Per quanto concerne il Governo l'oratore osserva l'esigenza di integrare la prossima relazione con maggiori contenuti politici. A seguito dell'approvazione della legge comunitaria 1995-1997 ci si attende inoltre un'integrazione dei dati inclusi nella relazione con riferimento allo stato delle procedure precontenziose avviate dalla Commissione europea e delle procedure contenziose in corso dinanzi alla Corte di giustizia.
Si ripropone inoltre l'esigenza di razionalizzare la gamma delle informazioni fornite dal Governo al Parlamento con il documento semestrale (Doc. LXXXVII), sul procedimento normativo ed il semestre di presidenza, e quello annuale (Doc. XIX), elaborato dal Ministero degli affari esteri, sull'attività svolta dall'Unione europea nell'anno precedente. Al riguardo si riscontrano talune sovrapposizioni, in merito alla trattazione delle relazioni esterne e delle questioni istituzionali, mentre risulta carente il quadro delle informazioni fornite su altri settori, quali il terzo pilastro e la politica sociale. A tale proposito potrebbe essere opportuna una riflessione approfondita al fine di rivedere, in occasione dell'esame della prossima legge comunitaria, già presentata al Senato, le disposizioni che disciplinano le due relazioni. In particolare si potrebbero ridefinire le responsabilità che spettano alle varie Amministrazioni in merito alla redazione di documenti informativi concernenti, rispettivamente, le politiche comunitarie, la politica estera e di sicurezza comune e la cooperazione giudiziaria. In altri termini si potrebbe precisare l'esigenza di presentare contestualmente le suddette relazioni, con carattere annuale o semestrale, armonizzandole sotto il profilo contenutistico e metodologico, specializzandole e sviluppandone la consistenza in termini di analisi sulla previsione delle attività future dell'Unione europea. Si potrebbe anche valutare l'ipotesi di individuare una sola relazione annuale. Naturalmente i suoi contenuti e il suo schema dovranno essere aggiornati rispetto a quelli attuali, cadenzati sulle presidenze di turno, venendo più opportunamente rapportati con i contenuti ed i tempi di presentazione del programma annuale della Commissione europea. A questi tempi dovrebbe poi essere vincolata anche la presentazione dell'attuale legge comunitaria annuale. Il Parlamento avrebbe così a disposizione, contemporaneamente, uno strumento per valutare e sottolineare la fase ascendente ed un secondo strumento per recepire il diritto comunitario.
L'oratore ritiene infine che l'esame della relazione semestrale possa offrire l'occasione al Parlamento per segnalare al Governo l'esigenza di richiedere all'Esecutivo di Bruxelles delle iniziative legislative in quei settori in cui la Giunta ha riscontrato delle carenze nella disciplina comunitaria vigente. In particolare si rileva l'assenza di disposizioni comunitarie che tutelino le cooperative sociali, di tal che le misure italiane di sostegno dei suddetti organismi vengono inopportunamente qualificate dall'Unione europea come aiuti di Stato vietati, e la presenza di una disciplina per la prevenzione dei rischi dei lavoratori che prevede degli adempimenti burocratici talmente complessi da comportare degli oneri insostenibili per le piccole e medie imprese, per le quali si viene a creare una situazione oggettivamente più gravosa rispetto alle grandi aziende.
Il sottosegretario FASSINO dichiara il proprio apprezzamento per la relazione esposta dal presidente Bedin e rileva come il carattere burocratico del documento presentato dal Governo sia essenzialmente ascrivibile al fatto che esso è stato elaborato in una fase di passaggio nella direzione politica del coordinamento delle politiche comunitarie, prima che egli assumesse tale incarico su delega del Presidente del Consiglio dei ministri. Preannunciando la presentazione, in occasione del prossimo semestre di presidenza, di una relazione impostata in modo più articolato, idonea a fornire al Parlamento un quadro più completo per svolgere la sua funzione di controllo e indirizzo, l'oratore rileva come il semestre trascorso sia stato caratterizzato da eventi di grande rilevanza - quali la preparazione dell'Unione economica e monetaria, la conclusione della Conferenza intergovernativa e la firma del Trattato di Amsterdam, la definizione di una posizione sulla riforma dei Fondi strutturali e lo sviluppo della strategia per l'allargamento dell'Unione europea - che non trovano adeguato riscontro nel suddetto documento.
Analogamente alle considerazioni espresse dal presidente Bedin, nel corso del dibattito che si è svolto sullo stesso argomento presso l'altro ramo del Parlamento è emersa l'esigenza di rivedere l'impostazione della relazione semestrale, che potrebbe assumere carattere annuale, con le opportune integrazioni, per essere esaminata contestualmente alla legge comunitaria annuale, configurando una sorta di sessione parlamentare dedicata all'Unione europea, sul modello della sessione dedicata all'esame dei documenti di bilancio. In tale quadro il Parlamento potrebbe svolgere con cadenza periodica un esame approfondito dei temi europei soffermandosi sia sui profili di indirizzo politico sia sugli aspetti legislativi.
Ritenendo che non vi siano i tempi materiali per attribuire tale nuova configurazione alla prossima relazione semestrale, che sarà presentata a giugno e che avrà comunque un carattere più esaustivo, l'oratore prefigura la possibilità di inserire apposite disposizioni nel nuovo disegno di legge comunitaria, che è stato appena presentato al Senato, onde ridefinire il quadro normativo che disciplina le suddette relazioni informative.
Il senatore VERTONE GRIMALDI osserva come in occasione di un recente Convegno che si è svolto a Madrid abbia avuto modo di raccogliere le preoccupazioni dei politici spagnoli sulle prospettive di riforma dei Fondi strutturali e chiede, rilevando per la prima volta un cambiamento nella tradizionale posizione della Spagna di allineamento nei confronti della Germania, se non sia possibile che si sviluppi una maggiore concertazione fra gli Stati mediterranei dell'Unione europea.
Il sottosegretario FASSINO, ricordando di essersi già soffermato sulle prospettive di riforma dei Fondi strutturali e sulla posizione del Governo italiano in occasione di una precedente audizione, ribadisce come l'Italia condivida talune delle proposte formulate dalla Commissione europea, quali la riduzione della popolazione interessata dagli interventi strutturali, onde accentuare il carattere redistributivo di tali interventi, e la razionalizzazione degli obiettivi da 6 a 3. Per quanto concerne in particolare l'obiettivo 1, considerando che continuerà a beneficiarne una quota rilevante del territorio nazionale, l'Italia non ha grosse obiezioni salvo riconsiderare la situazione della Sardegna che, pur superando il requisito di un reddito medio inferiore al 75 per cento della media comunitaria, per via del suo carattere insulare e dei suoi divari interni di sviluppo necessiterebbe dell'applicazione di clausole specifiche. Si verificano maggiori problemi a proposito dell'obiettivo 2 in quanto il Governo non condivide la posizione della Commissione europea in merito alla coincidenza fra le aree interessate da tale obiettivo e quelle ammissibili per gli aiuti di Stato. Tale coincidenza è inaccettabile in quanto le priorità indicate dall'Unione europea e quelle stabilite nell'ambito della politica di coesione economica e sociale nazionale non sono necessariamente identiche. Tale problema si ricollega a quello dei meccanismi di transizione da applicare alle regioni uscite o in corso di uscita dall'ambito di applicazione dell'obiettivo 1, quali Abruzzo, Molise e Sardegna, nonché all'esigenza di tutelare le aree meno favorite dell'Italia centro settentrionale. Per quanto concerne infine l'obiettivo 3, concernente gli interventi del Fondo sociale, l'Italia ha interesse ad aumentarne le risorse sia per l'importanza degli interventi realizzati in tale ambito sia perché tale strumento finanzia l'80 per cento delle attività di formazione in Italia.
L'oratore rileva altresì come la Spagna, che finora è stata fra i maggiori beneficiari degli interventi strutturali, risulti maggiormente penalizzata dalla riduzione delle risorse e dalla concentrazione degli interventi. Un altro fattore di preoccupazione per la Spagna, che assieme a Grecia, Irlanda e Portogallo beneficia anche dei finanziamenti del Fondo di coesione, è costituito dalla proposta tedesca, non del tutto irragionevole, volta ad escludere da tale Fondo i paesi ammessi all'Unione economica e monetaria. Il rischio di un'esclusione dal Fondo di coesione, argomento che tuttavia è oggetto di negoziato, e la riduzione dei benefici derivanti dall'obiettivo 1 costituiscono dunque un comprensibile fattore di preoccupazione per la Spagna che, per via della sua collocazione geografica, è strategicamente meno interessata alla prospettiva dell'allargamento.
Il sottosegretario Fassino osserva tuttavia come si stia cercando di realizzare una maggiore concertazione fra Italia e Spagna per concordare delle posizioni comuni a proposito della riforma dei Fondi strutturali e della politica agricola. In tale settore, in particolare, è emersa un'intesa per elevare i rispettivi contingenti di olio d'oliva evitando il rischio di una contrapposizione.
Il presidente relatore BEDIN propone di rinviare il seguito del dibattito sul documento in titolo onde acquisire i pareri delle Commissioni permanenti consultate e le osservazioni dei componenti della Giunta sulla bozza di relazione.
Non essendovi obiezioni sulla proposta del Presidente relatore, il seguito dell'esame è rinviato.



IN SEDE CONSULTIVA



(3187) Proroghe di termini e disposizioni urgenti in materia sanitaria e di personale
(Parere alla 12a Commissione: rinvio dell'esame)



La senatrice DANIELE GALDI, relatrice sul provvedimento in titolo, propone di rinviarne l'esame onde approfondirne i profili di compatibilità con la normativa comunitaria.
La Giunta conviene con la proposta della relatrice.


La seduta termina alle ore 9,10.