TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 1996


47a Seduta

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, con delega per il Dipartimento della protezione civile, Barberi.

La seduta inizia alle ore 8,50.

IN SEDE REFERENTE
(1642) Conversione in legge del decreto-legge 12 novembre 1996, n. 576, recante interventi urgenti a favore delle zone colpite dagli eventi calamitosi dei mesi di giugno e ottobre 1996
(Esame e rinvio)

Il presidente GIOVANELLI riferisce sul provvedimento all'esame il quale riguarda nel titolo I gli eventi calamitosi dell'ottobre 1996 verificatisi in consistenti parti del territorio nazionale, per i quali si è resa necessaria la dichiarazione dello stato di emergenza in ben 21 provincie, e nel titolo II i danni alluvionali del giugno 1996 nelle regioni Toscana e Friuli Venezia Giulia che hanno subìto danni a privati per 115 miliardi, alle attività produttive (esclusa l'agricoltura) per 115 miliardi e alle infrastrutture per 230 miliardi di lire.
In particolare, l'articolo 1 assegna la somma di lire 25,2 miliardi per il 1996 e lire 10 miliardi per il 1997 alle zone colpite dalle calamità dell'ottobre scorso per la realizzazione dei primi interventi di urgenza, dando poi facoltà alle regioni interessate di contrarre mutui per gli altri interventi che si rendessero necessari; l'articolo 2 disciplina interventi nella regione Calabria riguardanti i collegamenti fognari, la depurazione e la potabilizzazione delle acque, nonchè la bonifica dell'alveo dei corsi d'acqua, autorizzando il presidente della regione ad utilizzare, per la copertura degli oneri dei mutui che è autorizzato a contrarre, le risorse già assegnate alla regione da specifiche disposizioni legislative (altra disponibilità di lire 30 miliardi è reperita per interventi di sistemazione idrogeologica sui fondi per la difesa del suolo trasferiti e non ancora impegnati). L'articolo 3 riguarda gli interventi da attivare nelle provincie piemontesi colpite dalle calamità naturali dello scorso ottobre, mentre con l'articolo 4 si stabiliscono le modalità per l'erogazione dei benefici economici a favore dei soggetti proprietari di immobili ad uso abitativo nel territorio dei comuni colpiti dagli eventi alluvionali del giugno 1996, disponendo il divieto di ricostruire gli immobili distrutti o nuovi insediamenti anche produttivi nelle aree a rischio idrogeologico, fino all'effettuazione degli interventi strutturali di messa in sicurezza. Con l'articolo 5 sono previsti contributi a fondo perduto fino al 30 per cento del valore del danno e nel limite di 300 milioni a favore di ciascuna impresa avente sede negli stessi comuni di cui all'articolo 4, sancendo l'obbligo per i presidenti delle regioni di trasferire prioritariamente gli impianti produttivi che costituiscono ostacolo al regolare deflusso delle acque con contestuale demolizione dell'immobile ed acquisizione dell'area di risulta al patrimonio indisponibile del comune. L'articolo 6 reca una disposizione di carattere generale che consente alle regioni Toscana e Friuli Venezia Giulia, per il completamento degli interventi infrastrutturali, di contrarre mutui con la Cassa depositi e prestiti con onere a carico dello Stato per il 75 per cento e della regione stessa per il 25 per cento. In base all'articolo 7 i contributi previsti vengono corrisposti, qualora i danni siano stati ripianati anche con altri tipi di risarcimento, ad esempio assicurativo, solo per l'eventuale differenza. Con l'articolo 8 si prevede la possibilità per il Dipartimento alla protezione civile di poter revocare i finanziamenti concessi nel passato e non utilizzati.
Il Presidente relatore dà poi conto delle norme contenute negli articoli da 9 a 12, in gran parte di carattere procedurale, ed esprime conclusivamente l'avviso che il decreto meriti un giudizio positivo in quanto, in coerenza con il decreto sulla Versilia è volto a completare l'individuazione di una procedura standard cui attenersi in caso di calamità naturali. Rilevando tuttavia che le disponibilità di cui agli articoli 1 e 2 sembrano scarse rispetto all'entità dei danni, auspica che nel corso dell'iter parlamentare possano essere individuati ulteriori fondi utilizzabili per le finalità del decreto.

Si apre il dibattito.

Il senatore BORTOLOTTO auspica l'avvio di interventi strutturali per evitare o limitare il sistematico ripresentarsi di situazioni di emergenza, pur riconoscendo che il decreto in esame contiene interessanti elementi di novità in questo senso, ad esempio nell'articolo 4. Nel chiedere al Governo, con riferimento al citato articolo 4, di chiarire cosa avvenga in caso di inadempienza dei presidenti delle regioni, preannuncia la presentazione di un emendamento volto a prorogare il termine previsto per l'espletamento delle procedure concorsuali di cui all'articolo 7 del decreto-legge n. 584 del 21 ottobre 1994.

Il senatore VELTRI esprime apprezzamento per il fatto che il Governo stia procedendo ad una sempre maggiore omologazione degli interventi normativi a seguito di calamità naturali, adeguandosi a quanto richiesto ripetutamente dalle Assemblee parlamentari anche nelle scorse legislature. Il modello seguito per l'accertamento dei danni in Versilia e Friuli, con la valorizzazione del ruolo regionale per gli interventi di primo soccorso, rappresenta un utile prototipo che può essere adottato anche per la Calabria: è però incongruente che, per quest'ultima regione, solo in questa circostanza si scopra l'esistenza di finanziamenti già da tempo assegnati alla regione per esigenze di difesa del suolo, e mai utilizzati; il Governo attinge ora a tali fondi che, se impiegati dalle autonomie locali proficuamente in passato, avrebbero consentito di evitare il disastro idrogeologico verificatosi a Crotone, o quanto meno di limitare i danni.

Il senatore RESCAGLIO giudica favorevolmente le novità contenute nel decreto-legge in titolo, rappresentate dalla valorizzazione del ruolo delle autonomie locali, nonchè dalla destinazione di finanziamenti anche per interventi a tutela dei beni culturali.

Il senatore GAMBINI concorda con l'approccio seguito dal Governo, ma si domanda perchè non siano incluse nel decreto-legge anche le previsioni sulla cassa integrazione guadagni, sui bilanci comunali e sull'utilizzazione dei militari di leva che erano presenti in precedenti provvedimenti; se tale omissione è ascrivibile alla penuria di mezzi finanziari, sarebbe comunque il caso di considerare l'opportunità di reperire risorse aggiuntive.

Il senatore CARCARINO preannuncia la presentazione di emendamenti riguardanti l'attuale articolazione del sistema dei mutui, nonchè l'individuazione della platea di beneficiari delle provvidenze in Versilia.

Il senatore MAGGI chiede un maggiore impegno del Governo, di tipo sollecitatorio nei confronti delle regioni inadempienti, specie quando si tratta di incombenze inerenti alla difesa del suolo.

Dichiarata chiusa la discussione generale, il presidente GIOVANELLI rinuncia alla replica.

Il sottosegretario BARBERI replica agli intervenuti ricordando l'efficacia del modello operativo adottato in Versilia e nel Friuli ed imperniato su una fase di interventi di primo soccorso - per i quali si coinvolgono anche finanziariamente le regioni - e successivamente su un'analisi del danno maggiormente ponderata: ne consegue un piano di interventi per il quale si destinano ulteriori finanziamenti, finalizzati soprattutto alla prevenzione.
La situazione finanziaria di fine anno ha reso necessario adottare un decreto-legge, per attivare le risorse necessarie attraverso le ordinanze di protezione civile: contemporaneamente è stata operata una ricognizione di finanziamenti riguardanti calamità pregresse, cosa che ha consentito di mobilitare fondi maggiori con i quali si intende, entro la prossima settimana, emanare ordinanze per la messa in sicurezza degli alvei fluviali piemontesi, per le zone alluvionate e terremotate della Emilia Romagna, nonchè per Crotone e Messina. Facendo tesoro delle esperienze del passato, si è anche responsabilizzata maggiormente l'istituzione regione, rimuovendo così gli ostacoli che nel 1994 in Piemonte rallentarono i flusso di aiuti alle imprese.
Ribadisce l'intento del Governo di presentare entro l'anno un disegno di legge quadro sulle calamità naturali, ma dichiara che la quantificazione degli oneri derivanti da proroghe di termini fiscali rappresenta il maggior ostacolo, in quanto il Dicastero competente giudica difficile quantificare il bisogno di copertura per misure di ambito temporale così limitato.

Il presidente GIOVANELLI propone che il termine per la presentazione degli emendamenti sia fissato alle ore 12 di martedì 19 novembre 1996.

Conviene la Commissione.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

SCONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

Il presidente GIOVANELLI avverte che la seduta della Commissione, già convocata per le ore 13 di oggi, non avrà più luogo.

La seduta termina alle ore 9,45.