AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

GIOVEDI' 7 MAGGIO 1998

125a Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE

Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Fassino.
La seduta inizia alle ore 15,55.


COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
(A008 000, C03a, 0011°)
In riferimento alla discussione con la 1a Commissione sulla procedura con cui la Commissione affari esteri ha approvato il disegno di legge n. 3125, in prima lettura, il Presidente MIGONE ritiene di dover aggiungere all'ironia con cui ha risposto ai colleghi una buona dose di autoironia.
Egli resta convinto che un comitato istituito con il solo compito di proporre al Ministro degli affari esteri le associazioni cui erogare un contributo non presenti "aspetti rilevanti in materia costituzionale o che attengano alla organizzazione della pubblica Amministrazione" e, quindi, non rientri nella competenza consultiva della 1a Commissione.
Tuttavia, deve a sua volta ammettere di non aver "fatto bene i compiti": infatti non solo la riformulazione, ma neanche il testo originario dell'emendamento era stato sottoposto alla 1a Commissione, mentre nella seduta di ieri ha erroneamente affermato il contrario. Di ciò, ma solo di ciò, si scusa con i colleghi commissari e con quelli della 1a Commissione.

IN SEDE REFERENTE

(3178) Ratifica ed esecuzione del Trattato di Amsterdam che modifica il Trattato sull'Unione europea, i Trattati che istituiscono le Comunità europee ed alcuni atti connessi, con allegato e protocolli, fatto ad Amsterdam il 2 ottobre 1997, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell'esame)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta di ieri.

Il senatore BIASCO ringrazia il relatore per il quadro esaustivo fornito nell'analisi del Trattato di Amsterdam, del quale però non si può non rilevare quanto vada ad incidere, innovando, sulle strutture precedenti. Va subito osservato che sono venuti a mancare quegli elementi di solidarietà fra i popoli europei che furono alla base del movimento che negli anni '50 iniziò la fondazione dell'Europa, sostituiti oggi dal nuovo cemento rappresentato dalla politica monetarista che sta trasformando l'Unione europea nell'Europa dei banchieri: sicuramente si è approfondita una frattura verticale fra i cittadini e le istituzioni rappresentative e si è anche andato ad incidere via via sulle certezze che lo sviluppo economico di questi anni aveva collegato al Welfare State. Tenendo presente il ruolo primario che le banche assurgeranno affermando una leadership economica, il Governo dovrà mantenere attenta vigilanza nell'attuare una politica di presenza e di valorizzazione degli organi democraticamente eletti. Preoccupazioni sorgono intorno alla volontà concreta di costruire un sistema di difesa comune tramite l'UEO e una politica estera unitaria attuando il pilastro istituito a Maastricht: infatti ogni paese gestisce da un lato i propri rapporti con la NATO in maniera differenziata e dall'altro presenta diversi approcci nei confronti delle crisi regionali. E' indubbio che il raggiungimento dell'obiettivo della realizzazione della moneta comune europea costituisce un passo importante che rischia però di vanificare gli sforzi compiuti per costruire l'unità dei popoli.

Il senatore BOCO, nel ricordare che proprio gli italiani furono tra i protagonisti della nascita del grande sogno europeo, esprime apprezzamento per l'insoddisfazione che, al momento della firma del Trattato di Amsterdam, il Governo italiano manifestò in relazione a tutti gli aspetti incompiuti. Pur tuttavia si è reso oggi chiaro che senza un'unità monetaria non si sarebbe potuta raggiungere un'unità europea sostanziale e quindi questo progresso oggi si deve inquadrare in un'ottica nuova, considerandolo come un sostegno al percorso del cammino comune. Il funzionamento decisionale delle istituzioni europee purtroppo lascia aperti molti interrogativi legati soprattutto alla regola dell'unanimità del voto, sistema che produce debolezza e impossibilità decisionale in tutti i campi e che finchè non sarà francamente risolto, nessun problema potrà essere affrontato. Intendendo raccogliere in questa circostanza quello stesso spirito europeista con le sue caratteristiche originarie, auspica che affianchi al voto sulla ratifica del trattato un apposito documento che ne espliciti le concrete indicazioni.

Il senatore JACCHIA, ringraziando il relatore per il puntuale lavoro svolto, annunzia che voterà senz'altro a favore della ratifica del Trattato di Amsterdam, anche se esso non ha corrisposto alle aspettative e agli obiettivi che l'Italia auspicava a causa della barriera degli interessi coalizzati degli altri paesi. Per restare nel tema di competenza della Commissione, la politica estera e di sicurezza comune non presenta grandi prospettive, data l'unica novità costituita dalla nomina di un Alto rappresentante, sistema con cui da anni si aggirano i problemi in campo europeo. Per contro, l'obiettivo raggiunto della moneta unica, si rivela il miglior cemento che influenzerà tutti i campi, primo fra tutti quello della difesa, sulle cui spese toccherà riflettere altrimenti saranno proprio le banche ad obbligare ad incanalare gli investimenti verso organizzazioni comuni. Concorda con la necessità di partire dalla revisione del sistema di votazione prima di riformare i meccanismi istituzionali e anche prima di procedere ad allargamenti; a proposito di quest'ultima questione segnala brevemente come sia necessario che l'Italia assuma un ruolo propositivo per riconsiderare l'associazione della Turchia all'Unione europea.

Il senatore VERTONE GRIMALDI, prendendo spunto dall'esperienza avuta in due recenti seminari internazionali, rileva con preoccupazione che le posizioni dei rappresentanti dei vari Stati europei divergono notevolmente, non solo le une dalle altre, ma anche all'interno degli stessi paesi. Proprio sull'adesione della Turchia all'Unione europea si registrano forme quasi razziste di giudizio, legate alle presunte carenze democratiche oppure alla radice islamica culturale e sociale, a cui anche taluni italiani si accodano. In Spagna, invece, gli umori si presentano diametralmente opposti, rivolgendo i timori di espansione verso l'Est a causa dei possibili contraccolpi sull'occupazione di zone nazionali depresse. In definitiva ognuno parte dalla coscienza dei propri interessi sospinto dagli ideali: al contrario in Italia si parte dagli ideali nascondendo gli interessi, fingendo con entusiasmo di travolgere i contrasti. Un passo avanti occorrerà fare, proprio riconoscendo la realtà e operando in conseguenza senza finzioni che saranno presto smascherate.

Il senatore TABLADINI premette che la Lega Nord non è una forza politica antieuropeista, come è stato recentemente sostenuto, ma preferisce l'Europa dei popoli all'Europa dei latticini. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'Italia non è pronta a entrare nella moneta unica globalmente, a causa dell'arretratezza di una parte rilevante del paese.
Peraltro l'ammissione all'Unione monetaria è dovuta palesemente a ragioni politiche piuttosto che ai presunti meriti del Governo: basti pensare alla distanza abissale rispetto al parametro fissato dal Trattato di Maastricht per l'incidenza del debito pubblico sul PIL. Si deve all'appoggio di Jospin e alla tenacia con cui Kohl ha voluto l'Euro contro la maggioranza del popolo tedesco, se l'Italia entra nell'Unione monetaria senza aver le carte in regola.
In tali condizioni il Governo può soltanto aspirare a un ruolo gregario rispetto ai due principali paesi europei, che comunque hanno già iniziato a litigare, a causa delle pretese nazionalistiche della Francia sulla presidenza della banca centrale europea (BCE). Un esempio che chiarisce questo ruolo gregario dell'Italia è la posizione del dottor Padoa Schioppa nel direttorio della BCE.

Il presidente MIGONE fa presente che in realtà il dottor Padoa Schioppa ha una posizione assai forte, poichè il suo mandato durerà otto anni, mentre il compromesso tra Francia e Germania prevede che i due presidenti siano in caricA per quattro anni ciascuno.

Il sottosegretario FASSINO fa presente che il dottor Padoa Schioppa, designato dal Governo italiano, è stato appoggiato anche dal presidente designato Duisenberg e dal presidente della Bundesbank, Tietmeyer, per la stima di cui gode a livello internazionale.

Il presidente MIGONE fa presente al senatore Vertone che l'euroentusiasmo ha un fondamento solido: l'interesse nazionale dell'Italia infatti consiste nel rafforzamento delle organizzazioni internazionali cui partecipa, non avendo un peso tale da potersi permettere iniziative unilaterali. Questo atteggiamento è reso più facile dalla mancanza di un passato di grandeur nazionale, che invece costituisce una remora psicologica per altri paesi europei.

Il relatore VOLCIC replica ai senatori intervenuti nella discussione sottolineando anzitutto che l'adesione alla Comunità europea - e poi all'Unione europea - ha già dato incommensurabili vantaggi politici ed economici: basti pensare a quella che era la situazione del paese nel dopoguerra. Peraltro non può che associarsi all'auspicio di ulteriori passi nel processo di integrazione, che conducano verso l'unione politica.
Accoglie perciò l'idea di presentare in Assemblea un ordine del giorno che inviti il Governo ad assumere altre iniziative per il rafforzamento delle istituzioni comunitarie. In particolare, occorre che l'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera riceva poteri effettivi e rilevanti, come pure è necessario che l'UEO sia riempita di contenuti e che proceda speditamente il suo processo di confluenza in seno all'Unione europea. Concorda comunque con il senatore Gawronski circa l'inopportunità di condizionare il processo di allargamento al compimento delle riforme istituzionali.
Per quanto riguarda gli aspetti economici dell'integrazione europea, concorda con Tietmeyer circa l'esigenza che l'Euro non debba essere più debole del marco e osserva che, se è vero che la moneta unica non risolve automaticamente i problemi della finanza pubblica, tuttavia costituisce la premessa per un coordinamento delle politiche finanziarie. Infine sottolinea i progressi compiuti per quanto riguarda la comunitarizzazione della politica sociale e l'attenzione ai problemi del lavoro, ponendo in risalto che l'integrazione economica non implica la rinunzia alle conquiste storiche della socialdemocrazia europea.

Il sottosegretario FASSINO mette in evidenza che l'integrazione europea è un processo che non avanza in modo lineare, ma per approssimazioni successive. Il compromesso raggiunto ad Amsterdam sulla revisione delle istituzioni europee può sembrare forse insoddisfacente, ma in realtà va valutato nel contesto di altri fatti di grande rilievo: il varo della moneta unica, l'imminente allargamento ai paesi dell'Europa centro-orientale e il raddoppio dell'area Schengen entro il 1999, con l'ingresso dei paesi nordici e della Grecia.
Peraltro il Trattato di Amsterdam deve essere valutato nella prospettiva di un'Europa che non sarà più composta da quindici Stati, ma, dopo successivi allargamenti, da ventisei paesi membri. Pertanto alcune parti del Trattato che potrebbero sembrare banali se riferite all'Europa occidentale - ad esempio le disposizioni sulla cittadinanza europea e sui diritti delle minoranze - non lo sono affatto in relazione alla realtà politica e giuridica dell'Europa centro-orientale.
In concreto, il Trattato comporta significativi passi avanti per il primo e il terzo pilastro dell'Unione europea e rafforza la cooperazione nell'area del secondo pilastro, riguardante la politica estera e di sicurezza comune. In particolare, è prevista la creazione di una cellula di analisi e di monitoraggio, condizione essenziale di qualsiasi politica comune, ed è istituito un Alto rappresentante, che a giudizio dell'Italia dovrebbe divenire un vero ministro degli esteri dell'Unione. In ogni caso è evidente che il cosiddetto Mr. PESC avrà lo spazio e il peso politico che riuscirà a conquistarsi. Si è poi avviata la confluenza dell'UEO nell'Unione europea, prevedendo la fusione delle istituzioni politiche e l'inserimento nel Trattato dell'Unione delle azioni umanitarie e di peace keeping meglio note come "azioni di Petersberg".
Per quel che concerne le istituzioni europee, il Parlamento raddoppia i propri poteri grazie a un grande ampliamento delle materie per le quali è prevista la codecisione; inoltre anche la Corte di Giustizia avrà maggiori competenze. Resta irrisolta la questione della composizione della Commissione, che si porrà con maggiore impellenza in vista dell'allargamento, e ulteriori problemi aperti sono l'estensione del voto a maggioranza e la ponderazione dei voti. L'Italia si è battuta fino in fondo per una più incisiva revisione istituzionale e mantiene le sue riserve sul compromesso raggiunto, pur comprendendo le ragioni che hanno indotto i partners a un atteggiamento più prudente.
Il sottosegretario Fassino si sofferma poi sulla questione dell'ampliamento dell'Unione europea, precisando che l'Italia assieme alla Francia e alla Svezia si è battuta per contrastare l'improvvida posizione della Commissione europea, che sembrava aprire la strada a un allargamento secco a sei paesi, che avrebbe avuto serie ripercussioni negli altri Stati candidati. Si è così affermata la necessità di una strategia complessiva che coinvolgesse tutti gli undici paesi candidati più la Turchia, mediante la Conferenza diplomatica svoltasi a Londra e una rete di accordi di associazioni e di partenariato. In questo quadro saranno avviati i negoziati con i sei paesi che sono più pronti sotto il profilo economico e politico, senza pregiudicare la posizione degli altri Stati.
Precisato che per il Governo italiano la revisione istituzionale può procedere di pari passo con i negoziati per l'adesione di nuovi Stati membri, il Sottosegretario ricorda la peculiare posizione della Turchia, che si presta a fondati rilievi critici in ordine al trattamento delle minoranze e al rispetto dei diritti umani. L'Italia resta convinta che si debba e si possa proseguire nella politica di ancoraggio di questo paese all'Europa, esercitando nel contempo una forte pressione perchè accetti standards europei in tutti i campi.

Il PRESIDENTE propone che si dia al relatore Volcic il mandato di riferire all'Assemblea a favore dell'approvazione del disegno di legge, nonchè di predisporre un ordine del giorno recante indirizzi al Governo per gli ulteriori negoziati in materia di revisione istituzionale.

La Commissione concorda.

SULL'INCIDENTE RIGUARDANTE GLI OSSERVATORI ITALIANI NEL CHIAPAS
(A003 000, C03a, 0001°)

Il presidente MIGONE dà notizia di un grave incidente verificatosi ieri in Messico, dove 135 osservatori, tra cui cinque parlamentari, sono stati fermati dalla polizia nel territorio del Chiapas. Dalle poche notizie di agenzia disponibili sembrerebbe che i cinque parlamentari siano stati subito rilasciati mentre gli altri osservatori sono stati trattenuti per ventiquattr'ore, privi di viveri, e i loro automezzi sono stati sequestrati.
Rispondendo a una domanda del senatore Porcari, precisa poi che gli osservatori aderiscono all'iniziativa "Un ponte in volo per il Chiapas", di cui non conosce l'orientamento politico.
Nel deplorare l'atteggiamento delle autorità messicane, che non è accettabile qualunque fosse il colore politico degli osservatori italiani, esprime la solidarietà sua personale e dell'intera Commissione al collega Taviani, dal momento che un suo familiare è rimasto coinvolto nell'incidente.

Il senatore BOCO precisa che, in base alle informazioni in suo possesso, gli osservatori italiani appartengono a numerose organizzazioni apartitiche, tra cui la Charitas e Pax Christi.

La seduta termina alle ore 17.25.