IGIENE E SANITA' (12ª)

MERCOLEDI' 28 FEBBRAIO 2001
386a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
CARELLA

Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Fumagalli Carulli.

La seduta inizia alle ore 8,45.

IN SEDE REFERENTE

(4720-B) Disciplina degli istituti di ricerca biomedica, approvato dalla Camera dei deputati, modificato dal Senato e nuovamente modificato dalla Camera dei deputati.
(Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame sospeso nella seduta pomeridiana del 22 febbraio 2001.

Il presidente CARELLA ricorda che è in corso la discussione generale.

La senatrice SCOPELLITI osserva in primo luogo come gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, che hanno rivestito un ruolo di primaria importanza nella promozione e nello sviluppo della ricerca biomedica italiana, abbiano subito però nel corso dei decenni una sorta di processo degenerativo determinato dall'improprio riconoscimento di istituti di dubbia caratterizzazione scientifica.
E' pertanto quanto mai opportuno un intervento legislativo diretto a restituire omogeneità ed organicità all'istituzione e a valorizzarne le potenzialità scientifiche.
Una valutazione sull'idoneità del disegno di legge in titolo a conseguire i predetti obiettivi deve tener conto essenzialmente di tre aspetti del disegno di legge stesso, vale a dire quello relativo ai criteri di accreditamento di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), numero 1), la possibilità di scorporo di singole strutture prevista dalla lettera c) del predetto comma 1 dell'articolo 3 e, infine, i criteri di nomina del direttore scientifico di cui al comma 5, sempre dell'articolo 3, che è stato modificato dalla Camera dei deputati.
Quanto alla prima questione, la senatrice fa presente che la formulazione "specializzazione disciplinare nell'attività di ricerca" è stata da più parti intesa come un'opzione in favore della monotematicità degli istituti di ricerca biomedica. Se tale interpretazione è esatta, allora la norma non può essere condivisa. Ella osserva infatti che con il termine "specializzazione" si possono intendere tre diversi concetti: in primo luogo vi è una specializzazione di tipo verticale, relativa cioè a gruppi di malattie afferenti allo stesso organo o apparato - si pensi alla cardiologia o alla gastroenterologia - in secondo luogo vi può essere una specializzazione di tipo orizzontale, relativa cioè ad un complesso di attività terapeutiche comuni - ad esempio l'oncologia o l'infettivologia - e infine vi è una specializzazione per tipologia di paziente come nel caso della pediatria o della geriatria.
E' evidente dunque che la rigorosa introduzione di un criterio di monotematicità implicherebbe in primo luogo una scelta fra queste nozioni di specializzazione, che hanno invece tutte una loro validità e dignità sul piano della tradizione e della prassi scientifica, a tutto detrimento della possibilità di svolgere una ricerca di alto livello.
Nella stessa logica non si può che guardare con la più viva preoccupazione alla norma relativa allo scorporo di reparti specializzati, che rischia di inficiare il carattere necessariamente integrato che è proprio di una ricerca biomedica ad alto livello.
Le modifiche introdotte dalla Camera dei deputati al testo approvato dal Senato per quanto concerne i criteri di nomina del direttore scientifico, infine, contribuiscono ad alimentare i dubbi sull'idoneità del testo a rilanciare gli istituti come sedi di ricerca di alto livello. La decisione di non consentire che il direttore scientifico possa avere un rapporto non esclusivo e di obbligare i docenti universitari che siano nominati direttori scientifici alla collocazione fuori ruolo, determinerà, specialmente alla luce della configurazione del direttore scientifico come figura di coordinamento e non di ricerca diretta, l'indisponibilità degli scienziati più qualificati ad abbandonare il proprio settore di ricerca per svolgere questo ruolo, soprattutto negli istituti più piccoli dove il direttore scientifico avrà ben pochi compiti con cui occupare il suo tempo.

Il senatore MARTELLI esprime una valutazione decisamente negativa del disegno di legge in titolo che si caratterizza per indeterminatezza, confusione nella definizione degli organi gestionali e insufficienza dei finanziamenti.
L'oratore ritiene assolutamente indispensabile un intervento legislativo diretto a restituire qualità scientifiche agli istituti di ricerca, proliferati negli ultimi decenni attraverso il riconoscimento per motivi nel migliore dei casi clientelari della qualifica di IRCCS a strutture, in particolare private, che non hanno prodotto alcuna seria attività di ricerca e che risultano prive dell'indispensabile carattere di specializzazione monotematica. Il disegno di legge in titolo, però, in coerenza del resto con l'approccio ai problemi sanitari perseguito dal ministro Bindi che ne era stato promotore, non si pone affatto l'obiettivo di restituire agli istituti un chiaro indirizzo per la ricerca biomedica italiana, ma solo quello di creare una nuova struttura di potere, che consenta al Governo di collocare propri uomini in posizioni chiave per la gestione della sanità italiana.
In realtà il principio di mantenere una gestione centralizzata degli istituti di ricerca non è di per sé sbagliata, se si considerino i danni che potrà provocare al sistema sanitario italiano il completamento di una devoluzione di funzioni che, in astratto condivisibile, non tiene conto della realtà italiana, soprattutto sanitaria; si pensi ad esempio al caso della Sardegna, dove si continuano ad applicare le tariffe per i raggruppamenti omogenei di diagnosi stabilite nel 1994, dopo ormai quattro anni cioè da quando queste sono state modificate grazie ad una lunga battaglia parlamentare e di categoria. Il disegno di legge in titolo purtroppo intende applicare il principio della centralizzazione in una chiave squisitamente politica, come dimostrano scelte organizzative quanto mai discutibili, come quella di assommare "incestuosamente" nella figura del direttore generale le funzioni di gestione e quelle di programmazione.
Per quanto riguarda le norme sul finanziamento degli istituti, è evidente che l'applicazione pedissequa delle norme per il finanziamento delle prestazioni erogate dalle aziende sanitarie non tiene presente gli effetti della selezione degli interventi derivante a monte dalla specializzazione degli istituti; sarebbe stato opportuno introdurre, come segnalato anche dal relatore Fioroni alla Camera dei deputati ma senza che la maggioranza lo seguisse, il concetto di raggruppamento omogeneo di diagnosi evolutivo.
In conclusione il senatore Martelli ritiene che il testo in esame sia totalmente negativo e inemendabile.

Il senatore PICCIONI ricorda in primo luogo come gli istituti di ricerca biomedica siano stati oggetto negli ultimi anni di un intenso dibattito, in particolare per quanto riguarda l'opzione tra i modelli di istituti coordinati in sede centrale e di istituti interregionali.
L'esperienza di altri paesi europei, in particolare della Gran Bretagna, della Francia o dell'Olanda, fa ritenere indubbiamente preferibile un'opzione in favore di un modello di coordinamento centralizzato, come pure, e in ciò egli non può che condividere le affermazioni del senatore Martelli, di un modello fondato sulla monotematicità.
In proposito il senatore Piccioni osserva come proprio questo costituisca in sostanza il tratto distintivo degli istituti di ricerca biomedica rispetto ai policlinici universitari. Questi ultimi, infatti, avendo quale finalità primaria l'insegnamento e la ricerca, non possono non avere una tipologia assistenziale finalizzata all'acquisizione di conoscenze pratiche da parte degli studenti, e quindi tale da investire la maggior parte delle specializzazioni mediche, mentre la ricerca è orientata dalle priorità liberamente indicate dai singoli istituti scientifici.
L'istituto di ricerca biomedica, invece, si caratterizza come sede di ricerca e assistenza di eccellenza per una determinata specializzazione, e non può quindi che avere missione monotematica.
L'oratore si sofferma quindi sui criteri che dovrebbero essere adottati per garantire la qualità della ricerca, ed in particolare sulle modalità di reclutamento e di valutazione dell'attività dei ricercatori, e paventa i rischi di una burocratizzazione derivante dalla pedissequa adozione di criteri mutuati da quelli vigenti per le aziende sanitarie.

Il presidente CARELLA dichiara chiusa la discussione generale.
Egli replica quindi in qualità di relatore ringraziando in primo luogo i senatori intervenuti, in particolare quelli non appartenenti alla Commissione, per il contributo offerto al dibattito.
Egli si sofferma quindi su una ricostruzione dell'iter del disegno di legge in titolo, osservando come questo, dopo una lunga gestazione alla Camera dei deputati, fosse stato approvato dal Senato con alcune modifiche che l'altro ramo del Parlamento ha poi ritenuto di non dover in gran parte raccogliere. Questa diversità di indirizzo della Camera dei deputati pone certamente dei problemi al Senato e alla stessa maggioranza, come dimostrano anche le osservazioni critiche del senatore Camerini; egli desidera però ricordare che nella precedente lettura il testo è stato approvato con un sostanziale accordo di tutte le parti, dal momento che importanti Gruppi dell'opposizione hanno votato a favore mentre gli altri hanno ritenuto di astenersi, un voto del resto confermato anche alla Camera dei deputati; in considerazione di ciò egli ritiene debba prevalere l'esigenza di porre fine alla pluriennale amministrazione commissariale degli istituti e fornire uno strumento giuridico utile al loro rilancio.
Pertanto egli invita tutta la Commissione ad approvare il testo trasmesso dalla Camera dei deputati senza modifiche.
Per quanto riguarda poi l'intervento del senatore Martelli, l'unico che abbia criticato in radice l'impostazione del disegno di legge in titolo, il relatore esprime il proprio stupore per la valutazione formulata su tutti i Governi di questa Legislatura dal senatore Martelli, che pure di uno di tali Governi è stato componente autorevole.

Il sottosegretario FUMAGALLI CARULLI condivide l'appello del relatore ad una rapida approvazione del disegno di legge in titolo, non solo per porre termine alla gestione commissariale, ma soprattutto per assicurare un quadro normativo che consenta un significativo rilancio del ruolo degli istituti.

Il presidente CARELLA fissa quindi il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 18 di lunedì 5 marzo 2001.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il senatore Roberto NAPOLI fa presente che la Commissione ha sospeso lo scorso 14 febbraio l'esame del disegno di legge n. 123-252-1145-2246-2653-B, recante "Disciplina della professione di odontoiatra", di cui egli è relatore, in quanto si era ritenuto opportuno acquisire informalmente l'orientamento della Presidente della Commissione affari sociali della Camera dei deputati e del relatore circa la reale possibilità che l'altro ramo del Parlamento potesse accettare modifiche introdotte dal Senato e approvare la legge in tempo utile. Egli fa peraltro presente che dal rinvio del seguito dell'esame sono ormai trascorse due settimane.

Il presidente CARELLA fa presente al senatore Napoli che la Presidenza della Commissione affari sociali della Camera dei deputati, investita della questione, non ha fornito finora una risposta. A questo punto peraltro egli ritiene che questa Commissione debba proseguire l'iter del disegno di legge esaminando e votando nella prima seduta utile gli emendamenti proposti.

La seduta termina alle ore 9,30.