AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

MARTEDÌ 20 FEBBRAIO 2001
348ª Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE

        Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Danieli.

        La seduta inizia alle ore 15,10.


IN SEDE REFERENTE
(4099-B) Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno di Svezia sulla cooperazione nel campo dei materiali per la difesa, fatto a Stoccolma il 18 aprile 1997, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati
(Esame e rinvio)

        Il presidente MIGONE riferisce alla Commissione sulle modifiche apportate dalla Camera dei deputati al testo approvato dal Senato il 18 gennaio dello scorso anno. Si tratta in sostanza di una riformulazione del primo comma dell’articolo 3 resasi necessaria per far decorrere dal 2001 l’onere finanziario, valutato in 40 milioni di lire per anni alterni.
        La senatrice SQUARCIALUPI ricorda che, nel corso della recentissima visita di una delegazione della Commissione a Stoccolma, i dirigenti del noto centro di studi strategici SIPRI hanno fatto presente di ricevere informazioni assai carenti dalle autorità italiane circa le esportazioni di armamenti.
        Il sottosegretario DANIELI sottolinea che il Governo pubblica periodicamente le liste degli armamenti, di cui è autorizzata l’esportazione dagli organismi competenti. Probabilmente i ricercatori del SIPRI desiderano informazioni più elaborate, che andrebbero però richieste espressamente.
        Il presidente MIGONE rinvia il seguito dell’esame, in attesa che sia espresso il parere della Commissione bilancio.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto ministeriale per la revisione della tabella dei contributi per il triennio 2001-2003, agli Enti che svolgono attività di studio e ricerca nel campo della politica estera e di promozione e sviluppo dei rapporti internazionali (n. 857)
(Parere al Ministro degli affari esteri, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 28 dicembre 1982, n. 948. Esame e rinvio.)

        Il senatore SCALFARO, intervenendo sull’ordine dei lavori, chiede se lo schema di decreto in esame sia modificabile nel suo impianto generale, poiché sembra del tutto inutile mantenere una dispersione di risorse finanziarie non certo ingenti tra numerosi centri e istituti, la maggior parte dei quali percepisce così contributi irrisori.
        Il presidente MIGONE pone in risalto che, in sede consultiva su atti del Governo, la Commissione è chiamata ad esprimere un parere cui il Ministro degli affari esteri non è obbligato ad attenersi. Peraltro dà atto al Ministero di aver predisposto una relazione assai più approfondita rispetto alle occasioni precedenti, fornendo così ai parlamentari gli elementi necessari a poter valutare realmente l’attività degli enti finanziati. Dà quindi la parola alla relatrice de Zulueta per l’illustrazione dello schema di decreto.
        La senatrice DE ZULUETA ricorda anzitutto che, in base alla legge n. 948 del 1982, viene effettuata ogni tre anni la revisione della tabella per i contributi agli enti internazionalistici, che può essere modificata nella quantificazione dei singoli contributi e anche nella stessa individuazione degli enti beneficiari. Quella predisposta quest’anno dal Ministro degli affari esteri, di concerto con quello del Tesoro, è una tabella sostanzialmente identica alla precedente, salvo una riduzione lineare del 6-7 per cento, con qualche arrotondamento per eccesso o per difetto.

        Sostanzialmente è immutato il metodo seguito tre anni fa, che già la Commissione aveva severamente criticato, esprimendo un parere contrario che potrebbe essere riproposto con le stesse motivazioni. Infatti, benchè il Ministero abbia fornito informazioni assai più dettagliate sui bilanci degli enti consentendo una valutazione analitica delle spese, non vi sono novità rilevanti da segnalare ma piuttosto vi è qualche arretramento rispetto alle buone intenzioni formulate qualche anno fa.
        Ad esempio, non ha avuto alcun seguito il proposito di favorire l’accorpamento tra alcuni dei principali enti beneficiari, allo scopo di creare anche in Italia alcuni centri di prestigio internazionale. Si afferma al contrario nella relazione ministeriale che la dispersione dei contributi è necessaria per garantire il pluralismo dei punti di vista, come se potessero esistere 18 approcci diversi, sotto il profilo politico-culturale, alla realtà internazionale.
        Il pur lodevole proposito di ampliare la quota destinata ai contributi straordinari per specifiche iniziative – 655 milioni di lire all’anno, su un totale di 4.055 milioni – è vanificato dal numero eccessivamente elevato di tali finanziamenti, che dovrebbero invece essere basati su una rigorosa selettività. Solo così infatti il Ministero potrebbe commissionare agli enti internazionalistici studi di ampio respiro, come avviene in altri paesi, facendo lavorare tali istituti a stretto contatto con la propria
policy unit.
        In conclusione, la relatrice de Zulueta ritiene che il testo in esame rappresenti un’occasione sprecata per razionalizzare il comparto degli enti internazionalistici, premiando quelli meritevoli di essere finanziati e negando o riducendo il contributo agli enti che svolgono scarsa attività o presentano un disavanzo cronico.

        Il sottosegretario DANIELI riconosce che vi è un numero ancora elevato di enti inseriti in tabella, benchè quelli che avevano presentato una richiesta di contributo fossero 34, dei quali ben 16 sono stati esclusi. Quanto agli accorpamenti che erano stati suggeriti, soprattutto allo scopo di ridurre i costi di funzionamento degli enti, il Ministero ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di imporre una fusione a istituti che non avevano intenzione di procedere su tale strada.
        Nel rinviare alla relazione ministeriale per notizie sull’attività dei singoli enti, il Sottosegretario contesta l’opinione secondo cui vi sia una dispersione a pioggia dei contributi, dal momento che i 7 maggiori beneficiari riceveranno complessivamente 2.914 milioni di lire su un totale di 3.400. Gli altri 11 enti in tabella percepiranno contributi assai più modesti, pari complessivamente a 486 milioni di lire, che hanno in molti casi un valore simbolico, rappresentando segnali di interesse del Ministero verso l’attività di tali enti.
        Il senatore VOLCIC pone in risalto l’esistenza di ulteriori finanziamenti disposti dalle regioni e dalle province autonome, che concedono contributi a una pletora di altri enti a carattere internazionalistico, ovvero finanziano miriadi di convegni e la pubblicazione dei relativi atti. In tale situazione, appare opportuno avviare un’opera di concentrazione di tutti i finanziamenti pubblici, privilegiando pochissimi enti specializzati per le grandi aree geografiche, al fine di evitare duplicazioni di attività.
        Il senatore MAGGIORE esprime perplessità per la scelta di ridurre percentualmente tutti i contributi rispetto al triennio appena trascorso, poiché il Ministero non ha tenuto in alcuna considerazione la quantità e la qualità dell’attività svolta dai singoli enti. In tal modo è stata vanificata la
ratio della legge n. 948 del 1982, che prevedeva una revisione triennale della tabella e non una fotocopia con qualche limatura delle cifre.
        Nel prendere atto di una scelta così deludente, si domanda infine in che modo sia stato quantificato in 655 milioni di lire lo stanziamento destinato a contributi straordinari per iniziative che non sono state ancora sottoposte al vaglio del Ministero.
        Il senatore ANDREOTTI prende atto dei passi in avanti compiuti nell’adozione di criteri uniformi per i bilanci di tutti gli enti finanziati, nonché nell’esercizio dell’attività di vigilanza del Ministero degli affari esteri. Tuttavia occorre interrogarsi sul significato reale dell’esame effettuato dalle Commissioni parlamentari, anche alla luce della sostanziale immodificabilità della tabella. Sarebbe forse preferibile modificare la già citata legge n. 948, lasciando interamente alla responsabilità del Ministero l’individuazione degli enti beneficiari e la quantificazione del contributo.
        Si dichiara altresì perplesso sull’ipotesi di concentrare i finanziamenti in pochi enti, poiché l’esperienza dimostra che spesso piccoli enti riescono a elaborare materiale assai utile, con poca spesa. Inoltre l’accorpamento di istituti che hanno una tradizione consolidata non sempre dà buoni risultati, come dovrebbe insegnare la fusione tra l’IsMEO e l’Istituto italo-africano, che ha consentito di ridurre i costi ma non certo di accrescere il prestigio della nuova entità subentrata ai due istituti.
        In definitiva si potrebbe cogliere l’occasione per esprimere un parere che dia indicazioni per il futuro, preservando ciò che c’è di buono nell’attuale configurazione degli enti e prevedendo, possibilmente, una loro graduale emancipazione dai finanziamenti pubblici.

        Il senatore JACCHIA manifesta un orientamento di massima favorevole all’impianto della tabella proposta dal Governo, rilevando tuttavia come sarebbe opportuno garantire maggiori risorse per l’erogazione dei contributi straordinari di cui all’articolo 2 della legge n. 948 del 1982.
        Tali contributi, pur essendo di modesta entità, sono infatti essenziali per la realizzazione di iniziative universalmente apprezzate, come ad esempio la pubblicazione della rivista «Dialoghi diplomatici» ad opera del Circolo di studi diplomatici e gli «Icontri dibattito» promossi dal Centro di studi internazionali della LUISS.
        In linea generale, un maggiore ricorso ai contributi straordinari può garantire la possibilità di raccordare più efficacemente le erogazioni finanziarie alle reali esigenze di approfondimento che si avvertono nel settore degli studi internazionalistici, anche grazie alla possibilità di verificare in modo sistematico la qualità delle iniziative realizzate.
        Per parte loro, gli enti attributari dei contributi ordinari di cui all’articolo 1 della legge in precedenza citata andrebbero incoraggiati a misurarsi sul mercato in vista dell’acquisizione di maggiori finanziamenti da parte di soggetti privati, a fronte dei quali potrebbe considerarsi, specialmente nei confronti di quelli di maggiori dimensioni, la possibilità di una limitata riduzione del contributo pubblico.

        Il presidente MIGONE ricorda come fino a qualche anno fa l’esame da parte delle Camere degli schemi di decreto recanti la ripartizione dei contributi fra gli enti internazionalistici rispondesse ad una logica di cogestione tra il Parlamento ed il Governo, e fosse funzionale ad una distribuzione delle risorse fra le varie aree culturali conforme alla consistenza dei partiti di riferimento. In tempi più recenti, si è fortunatamente affermata una logica diversa, nell’ambito della quale spetta al Governo la responsabilità sostanziale delle scelte, mentre il Parlamento esercita un sindacato sui criteri generali che presiedono all’allocazione dei finanziamenti. Pur con le difficoltà evidenziate dalla susseguente prassi, tale scelta si sta rivelando certamente proficua, grazie al contributo di riflessione, anche fortemente connotato in senso critico, che il Parlamento ha assicurato in occasione del periodico esame delle tabelle predisposte dal Governo.
        Pur dovendosi esprimere forti riserve sul merito delle scelte effettuate, si deve constatare infatti come la relazione predisposta dal Governo sia, a differenza di quanto era avvenuto nelle precedenti occasioni, idonea ad assicurare la necessaria trasparenza in ordine alle modalità di funzionamento dei singoli enti attributari dei finanziamenti.
        Anche la scelta di incrementare le assegnazioni per i contributi straordinari di cui all’articolo 2 della legge n. 948 del 1982 risponde a criteri condivisibili, in quanto tali erogazioni sono uno strumento più efficace di quanto in genere non siano i finanziamenti ordinari di cui all’articolo 1 della stessa legge.
        Purtroppo il Governo ha ritenuto di dover rinunciare ad utilizzare l’occasione del varo della nuova tabella per incentivare un processo di aggregazione fra gli istituti che consenta di superare l’eccessiva frammentazione oggi rilevabile. A tale riguardo, ricorda che in molti paesi, anche di dimensioni ben più ridotte dell’Italia, operano enti in grado di erogare prestazioni di indiscusso prestigio nei confronti di un ampio ventaglio di utenti, ivi compresi partiti dei più vari orientamenti. Tali elevati
standard operativi sono però per lo più rilevabili quando vi è una forte concentrazione dei soggetti operanti, con assetti tendenzialmente incentrati sulla presenza di uno o due soli enti.
        È evidente come un processo di razionalizzazione richieda un percorso graduale, ma gli indirizzi seguiti dal Ministero degli affari esteri nella presente occasione sembrano in controtendenza rispetto agli obiettivi. Risultano infatti essere stati rivolti dai vertici ministeriali segnali nei confronti degli enti suscettibili di disincentivare le possibili concentrazioni, sulla base della prospettazione di penalizzazioni ai fini dell’accesso ai contributi.
        In conclusione, nel dare atto al Governo dei passi in avanti compiuti nella predisposizione del decreto in esame, ribadisce le sue riserve circa l’assenza di ogni raccordo fra i finanziamenti e l’auspicata razionalizzazione del settore, come pure per la mancanza di incentivi ai fini di un maggiore ricorso ai finanziamenti privati.

        La senatrice SQUARCIALUPI sottolinea l’opportunità di una più coraggiosa politica di incentivazione delle aggregazioni fra gli enti internazionalistici che operano in settori di attività omogenei, osservando come l’eccessiva frammentazione del quadro attuale penalizzi sensibilmente le capacità operative dei singoli enti. Auspica infine che si possano determinare le condizioni per una più dinamica presenza degli enti sul mercato, così da garantire loro la possibilità di ottenere maggiori quote di finanziamenti privati.
        Il senatore SERVELLO esprime disagio per il fatto che il Parlamento è chiamato ancora una volta ad una discussione ritualistica non avendo alcuna possibilità di incidere sulla sostanza delle decisioni che devono essere assunte. Auspica quindi che in futuro il provvedimento che ripartisce i contributi fra gli enti internazionalistici sia ricondotto alla piena responsabilità, per quanto attiene alle scelte di merito, del Governo. Per parte sua, il Parlamento potrebbe esercitare il suo ruolo di indirizzo e controllo nella materia in questione, in modo molto più efficace, attraverso il ricorso agli strumenti del sindacato ispettivo, ovvero in sede di esame del bilancio dello Stato.

        In conclusione, sottolinea l’opportunità di un incisivo processo di razionalizzazione del settore, che assicuri agli enti internazionalistici la capacità di corrispondere con mezzi e filosofie operative aggiornate ad una domanda di servizi profondamente mutata.
        Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

        
La seduta termina alle ore 16,30.