TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

MERCOLEDÌ 26 GIUGNO 1996


7a Seduta

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

indi del Vice Presidente
CARCARINO

Interviene il ministro dell'ambiente Ronchi.

La seduta inizia alle ore 14,25.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
(R033 000, C13a, 0002o)

Il presidente GIOVANELLI ricorda che nella seduta del 19 giugno scorso è stata avanzata e accolta dalla Commissione, ai sensi dell'articolo 33, quarto comma, del Regolamento, la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo, autorizzata dal Presidente del Senato. Conseguentemente propone che tale forma di pubblicità sia adottata anche per la seduta odierna; comunica quindi che, in previsione di tale richiesta, il Presidente del Senato aveva già prennunciato il proprio assenso.

La Commissione aderisce alla richiesta anzidetta e conseguentemente detta forma di pubblicità viene adottata per il susseguente svolgimento dei lavori.

PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito del dibattito sulle comunicazioni rese, nella seduta del 19 giugno, dal Ministro dell'ambiente sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero
(Seguito e conclusione del dibattito)
(R046 003, C13a, 0002o)

Prosegue il dibattito sulle comunicazioni del Ministro dell'ambiente sospeso nella seduta del 19 giugno scorso.

La senatrice SQUARCIALUPI interviene ravvisando, nella realtà istituzionale del Paese, il coinvolgimento di un coacervo di branche amministrative, cosa che si riflette negativamente sulla politica ambientale. Gli enti pubblici che interferiscono nelle rispettive competenze impediscono infatti la fluidità decisionale, come è avvenuto per le istruttorie sui rischi industriali: in proposito, richiede le intenzioni del Ministro in merito alla possibile reiterazione del decreto-legge sulla «direttiva Seveso», che dovrebbe contemplare anche norme di maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini. Richiede, infine, se gli elementi tecnici a disposizione del Ministro includano, tra le possibili concause dei nubifragi verificatisi periodicamente nel nostro Paese, anche i cambiamenti climatici del globo terrestre.

Il senatore RESCAGLIO fa presente come la cultura dell'emergenza sia stata accentuata dalla politica dei condoni edilizi degli anni scorsi; lamenta poi l'esclusione, tra le zone ad elevato rischio di crisi ambientale, della provincia di Cremona, e più in generale della bassa padana che registra notevoli elementi di pericolo per l'ecosistema.

Il senatore BORTOLOTTO rileva come i rifiuti solidi urbani non siano stati apprezzabilmente ridotti dalle politiche nazionali, mentre a livello locale sono stati compiuti interventi di maggior efficacia. Nel bacino «Padova 1» del Veneto il piano di raccolta differenziato della frazione organica dei rifiuti ne consente l'utilizzazione come fertilizzante: ciò ha ridotto del 50 per cento i rifiuti confluiti in discarica. Auspica pertanto l'estensione di tale pratica, che non può più propriamente definirsi meramente sperimentale, ad altre realtà nazionali sotto gli auspici del Ministero dell'ambiente.

Il senatore LASAGNA osserva che lo stato dell'ambiente, come emerso dalle comunicazioni del Ministro, registra ampie aree di degrado, ma ve ne sono altre non meno importanti, sulle quali sarebbe necessario ricevere rassicurazioni dal Governo: dalla laguna Veneta al delta del Po c'è l'effetto gravissimo delle prospezioni Agip, che sono riprese subito dopo la scadenza del termine fissato al Ministro dell'ambiente per la valutazione di impatto ambientale richiesta dalla legge e dalle analisi scientifiche circa il rischio di subsidenza nella costiera adriatica. Il nucleo abitativo milanese risente poi della totale carenza di un depuratore per le acque luride, mentre nel golfo della Spezia una comunità di 300.000 residenti soffre da vent'anni della ricaduta cancerogena della produzione elettrica della locale centrale Enel. Auspica un maggiore attivismo del Ministero anche nell'accertamento e nella rimozione delle cause dell'illegale produzione chimica di DDT riversatasi nel lago Maggiore, nonchè una maggiore consapevolezza dei problemi dell'inquinamento da parte di tutte le direzioni generali del Dicastero; infine, la politica delle aree protette dovrebbe superare un approccio eccessivamente formalistico che aggrava quel rapporto con le popolazioni interessate, il quale rappresenta invece la vera alternativa ad una visione meramente protezionistica.

Il senatore POLIDORO ricorda che, con il 30 per cento del suo territorio vincolato a parco, l'ecosistema abruzzese rappresenta un'importante occasione di sviluppo del territorio. Occorre però evitare che le aree protette diventino sito di stoccaggi clandestini, a causa dell'assenza di un sistema di raccolta dei rifiuti speciali: tale carenza spesso deriva dalle diffuse ostilità popolari alla politica dei rifiuti che conducono, con scarso successo ma con molta buona volontà, talune amministrazioni locali.

Il senatore GAMBINI, nell'apprezzare i contenuti delle comunicazioni del Ministro, segnala i gravi pericoli di collasso dell'ecosistema marino dell'Adriatico, il cui risanamento rappresenta una priorità internazionale prima ancora che un'occasione di sviluppo nazionale: dalle fioriture algali alle mucillagini degli anni scorsi, si sono susseguiti segnali di allarme ampiamente tralasciati dai precedenti Governi, che hanno assoggettato l'Autorità dell'Adriatico ad alterne vicende istituzionali, senza consentire - in virtù delle rimodulazioni finanziarie operate - la redazione e l'attuazione di un vero e proprio masterplan della Pianura padana. L'unico intervento che ha prodotto qualche risultato è stata la riduzione del fosforo nei detersivi, ma essa ha rimosso solo una delle concause del fenomeno eutrofico, che potrebbe verificarsi nuovamente in futuro.

Il senatore IULIANO invita a rinnovare la declaratoria di elevato rischio di crisi ambientale per il bacino del Sarno, superando le scelte che nel passato hanno prodotto assai scarsi risultati in quanto non consideravano adeguatamente gli effetti delle concerie solofrane. L'impiego dei fondi stanziati per il risanamento del Sarno non è stato ancora indirizzato all'attuazione dei progetti formulati dai comuni dell'alto Sarno; quanto al medio Sarno, la polemica montante contro l'utilizzo della rete fognaria di Pompei andrebbe maggiormente tenuta in conto; quanto al comune di Scafati, la gravità della situazione è tale che il sindaco ha preannunciato l'intento di emanare un piano per l'evacuazione dell'area latistante il corso del fiume. Un impegno attivo del Ministero dell'ambiente si impone per l'area del Sarno, come pure per la bonifica delle discariche chiuse al confine tra i comuni di Battipaglia e di Eboli.

Il senatore RIZZI richiede al Ministro lo stato di adempimento dei ripetuti impegni governativi per la creazione di casse di espansione ai lati dei fiumi il cui letto è a maggior rischio di esondazione.

Il senatore CARCARINO, nel condividere le linee politiche espresse dal Ministro, ne auspica un operato volto ad individuare e rimuovere i maggiori fattori di rischio per la salute dei cittadini e dell'ambiente. Tra le emergenze spiccano quella della situazione idrica e dei rifiuti urbani, per i quali occorrerebbe superare il metodo della discarica, affermando una concezione del rifiuto come fonte di riuso.
Essendo l'ambiente una potenziale occasione di sviluppo, dovrebbe valutarsi anche l'impatto occupazionale delle iniziative di salvaguardia ecologica; queste ultime richiedono anche una struttura istituzionale attiva, con l'esercizio ove necessario di poteri sostitutivi (come si dovrebbe fare per le agenzie regionali di protezione dell'ambiente non ancora costituite) da parte del Ministero. La decisione di procedere al recepimento delle normative comunitarie in materia di rifiuti va accolta con favore, ma questa non può essere una ragione per reiterare il decreto-legge sulle materie prime secondarie nel testo attuale, che è largamente insoddisfacente; quanto al decreto-legge sui rischi industriali, potrebbe essere convertito celermente, sviluppando meglio le norme sulla prevenzione e sulla sicurezza industriale.
Le tensioni popolari sollevatesi per il parco dell'arcipelago toscano dovrebbero essere tenute presenti, nel valutare se confermare la decisione assunta dal ministro Baratta in proposito; quanto al piano di evacuazione dell'area vesuviana, dovrebbe essere attentamente valutato per prevenire un possibile effetto di «cementificazione» delle residue aree verdi incluse in quello che è ora il perimetro di un parco nazionale. Le concerie costituiscono il vero problema del bacino del Sarno, in rapporto al quale si attendono ancora risposte istituzionali soddisfacenti, ma più in generale esse sono fonte di potenziale inquinamento in varie altre regioni: la possibilità di una discarica di rifiuti conciari alle Balze di Volterra rappresenta un serio pericolo per tutte le falde acquifere dell'area.

Il senatore MAGGI dichiara che la politica delle discariche rappresenta una questione serissima, che non può essere trattata in carenza di certezza del diritto o, peggio ancora, con improvvisazione: eppure questo è il pericolo che si riscontra in Puglia, dove il relativo piano regionale è disatteso dai comuni, i cui sindaci ora fronteggiano ricadute giudiziarie delle ordinanze contingibili ed urgenti emanate per costituire punti di stoccaggio dei rifiuti. Una scelta di più ampio respiro non può ulteriormente essere elusa, anche verificando l'esattezza del tradizionale argomento secondo cui nel Mezzogiorno il maggiore tenore di umidità dei rifiuti non consentirebbe l'attivazione proficua di inceneritori.

Il senatore COZZOLINO lamenta l'esasperazione nella quale versa la popolazione del bacino del Sarno, a fronte del grave rischio per la salute e per l'ambiente cagionato dall'inquinamento fluviale: nella città di Scafati è attuale il pericolo di sgombero di buona parte della popolazione, per un'emergenza sanitaria alla quale le autorità istituzionalmente preposte non sanno offrire una risposta idonea. Il risanamento del bacino, che copre tre province, richiede se necessario anche l'esercizio di poteri sostitutivi da parte delle amministrazioni centrali: le iniziative di bonifica sul cui esatto stato di avanzamento l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi la settimana prossima sentirà il commissario di Governo Catalani - rappresentano un'opportunità di sviluppo del territorio che non può essere ulteriormente tralasciata.

Il presidente GIOVANELLI dichiara di ravvisare nella relazione del Ministro un approccio ai problemi ambientali che intende essere realmente innovativo. Purtroppo il Ministro eredita una legislazione ambientale confusa ed estremamente precaria in quanto in gran parte ricompresa in provvedimenti d'urgenza più volte reiterati. A ciò vanno aggiunti i limiti operativi delle amministrazioni pubbliche aventi competenze in materia ambientale le quali, da una parte sono di recente formazione, dall'altra si sono aggiunte ad organismi già esistenti rispetto ai quali non sono stati tempestivamente chiariti i compiti e le funzioni loro afferenti, ponendo così le basi per l'insorgenza di conflitti di competenza che non hanno giovato alla funzionalità dei nuovi organi. Nell'immediato. è necessario che il Ministro effettui tempestivamente una selezione delle materie attualmente regolate nell'ambito di decreti-legge sulle quali approvare una disciplina definitiva, che sia possibilmente frutto di una concertazione dei vari Ministri interessati. Questo è ad esempio il caso della disciplina contenuta nei decreti-legge n. 245 e n. 246, sulla cui mancata conversione hanno fortemente inciso i dissensi esistenti nell'ambito dello stesso Governo. Anche in materia di inquinamento da emissioni degli autoveicoli è auspicabile pervenire al più presto ad una normativa a regime considerando, come ha anticipato il Ministro, gli idrocarburi aromatici accanto al benzene. A suo avviso, la possibilità di pervenire a tale risultato entro il mese di luglio operando contestualmente una profonda semplificazione della normativa, riguardante anche il macchinoso sistema di garanzie implicito nelle procedure, rappresenterebbe un grande successo per il Governo. Risolto il nodo dei decreti-legge, il Ministro dell'ambiente dovrebbe poi senz'altro affrontare con priorità la modifica della legge n. 183 del 1989, concentrandosi soprattutto sulla razionalizzazione delle competenze, attualmente parcellizzate fra troppi organi. Auspica quindi anche un'inversione di tendenza nella politica dei parchi, che faccia leva sulla visione dei parchi stessi come agenzie di sviluppo sostenibile che coinvolgano le comunità interessate: ciò anche per evitare situazioni come quella determinatasi da ultimo nell'arcipelago toscano. Esprimendo apprezzamento per le dichiarazioni del Ministro in ordine alla necessità di guardare all'impegno ambientale in modo trasversale, data la moltitudine di settori coinvolti dalle problematiche ambientali, prospetta la necessità di utilizzare strumenti di concertazione tra forze economiche sia pubbliche che private. Per quanto riguarda poi l'attivazione del sistema di eco-audit, sollecita un ruolo propulsivo e promozionale da parte del Ministero, in considerazione del ritardo che da questo punto di vista l'Italia registra rispetto ad altri paesi. Soffermandosi infine sull'opportunità di riunificare le competenze in materia ambientale, sottolinea l'esigenza di porre al più presto l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale in condizione di funzionare pienamente, e prospetta altresì un'evoluzione di tale agenzia verso la forma dell'authority. Assicura quindi l'impegno del Parlamento per la realizzazione degli obiettivi indicati nella relazione del Ministro e per la soluzione del problema del personale del Ministero, purtroppo rimasta irrisolta a seguito del mancato riconoscimento dei requisiti di necessità ed urgenza al decreto-legge n. 271.

Il senatore STANISCIA, sottolineata preliminarmente la particolarità ambientale e territoriale di molte parti del territorio italiano, per le quali non sempre la normativa comunitaria si rivela idonea, esprime perplessità sulla decisione di decurtare i finanziamenti sulla difesa del suolo in un momento in cui si intende altresì rilanciare la programmazione urbanistica e del territorio: da questo punto di vista, sarebbe ad esempio molto importante attuare iniziative per valorizzare il territorio, ad esempio i beni d'uso civico, che in alcune realtà rappresentano un patrimonio di grande valore per la collettività. Espresso l'avviso che gli abusi edilizi non si possono continuare a combattere con strumenti repressivi, rilevatisi di scarsa efficacia, invita il Ministro dell'ambiente, per la parte di competenza, ad individuare la sede normativa più idonea nell'ambito della quale regolamentare completamente il fenomeno. Le stesse considerazioni valgono anche per il recupero dei centri storici, che richiede, tra l'altro, l'affidamento di nuovi strumenti agli amministratori locali. Soffermandosi poi sulla situazione di emergenza nello smaltimento dei rifiuti, che ha dato ormai luogo a un diffuso fenomeno di speculazione da parte di associazioni criminali, suggerisce di prendere ormai atto del fallimento della normativa vigente per procedere ad una sua radicale riforma, anche al fine di dare assicurazione ai cittadini che mostrano di fidarsi poco delle gestioni affidate a privati. Sollecitando poi una maggiore attenzione del Governo per la tutela del demanio fluviale, anche a costo di rinunciare ai modesti introiti che derivano dalle concessioni per le escavazioni, il senatore Staniscia sottolinea l'opportunità di porre mano ad una riforma della «legge Galli», ponendo l'accento sulla responsabilizzazione dei funzionari oltre che degli amministratori degli enti locali, nonchè del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203 il quale non prevede alcun organo di controllo. Auspica infine di pervenire anche ad una nuova regolamentazione della valutazione di impatto ambientale che non si limiti all'attività delle imprese ma comprenda anche gli effetti di tale attività sul territorio circostante.

Il ministro RONCHI, intervenendo per la replica, esprime rammarico per il mancato riconoscimento dei presupposti costituzionali di necessità ed urgenza al decreto-legge sul personale del Ministero sopra ricordato, anche alla luce del fatto che aveva ravvisato un'intesa molto larga in sede parlamentare in merito alla necessità di rafforzare le strutture del Dicastero stesso. Riferendosi quindi all'intervento del senatore Specchia, fa presente che il Ministero dell'ambiente sta già operando per il risanamento dell'area della centrale elettrica di Brindisi con progetti specifici, oltre che attraverso la partecipazione alla procedura della valutazione di impatto ambientale; assicura poi che qualora si riaprisse la procedura conclusa nel 1991 ai sensi di una normativa speciale che ha condotto alla realizzazione di una intesa tra ente locale ed ENEL, anche il Ministero dell'ambiente potrebbe intervenire esprimendo il proprio avviso sulle proposte formulate da questi due soggetti. In merito alla semplificazione della struttura amministrativa avente competenze ambientali, il Presidente del Consiglio ha già annunciato l'impegno del Governo in tal senso. Quanto alla disciplina contenuta nel decreto-legge sui rischi industriali, dichiara l'intenzione di arrivare ad una rapida conversione senza escludere la possibilità di modifiche che non riguardino le disposizioni già attuate. Dà poi notizia di un rapporto elaborato dal forum internazionale che si occupa dei cambiamenti climatici, nell'ambito del quale esiste il riconoscimento di una relazione, anche se non diretta, tra condizioni climatiche e alluvioni. In generale, in merito alle alluvioni, assicura poi che per quanto rientra nella competenza del proprio Dicastero, ha istituito dei gruppi di lavoro con il compito di individuare le cause e formulare suggerimenti per prevenire e limitare i rischi; uno di tali gruppi ha già elaborato una relazione, che si riserva di valutare per la successiva assunzione di decisioni operative. Rilevando poi che in merito al recente fenomeno alluvionale che ha interessato la Versilia non ha inteso polemizzare con gli amministratori regionali, si riserva di investire anche il Parlamento delle valutazioni conoscitive e delle proposte che al riguardo saranno elaborate del Ministero dell'ambiente.
Dopo aver affermato che non gli risulta che la regione Lombardia abbia attivato la procedura per la dichiarazione di area a rischio di crisi ambientale del basso Po, esprime l'intenzione di elaborare al più presto uno schema di decreto legislativo per il recepimento delle principali direttive comunitarie in materia ambientale, dal quale dovrebbe conseguire l'attivazione di politiche di riduzione dei rifiuti ed il rafforzamento delle azioni di recupero, riuso e riciclaggio. Condividendo l'opportunità di una diffusione dell'esperienza locale ricordata dal senatore Bortolotto, sottolinea poi la necessità di puntare al recupero energetico attraverso la selezione dei rifiuti da avviare a combustione; attività che sarebbe a suo avviso remunerativa anche sul piano economico, come dimostrano alcune esperienze già realizzate, in relazione al costo crescente dello smaltimento. Tali tematiche sono state d'altra parte in primo piano nell'ambito del Consiglio dei ministri europei dell'ambiente tenutosi recentemente a Lussemburgo. Dopo aver denunciato le carenze delle Regioni e dei comuni nella pianificazione dello smaltimento dei rifiuti, che hanno già comportato l'adozione in due casi di provvedimenti sostitutivi da parte del Ministro dell'ambiente (lasciando peraltro impregiudicata la localizzazione della discarica che rientra tipicamente nella competenza regionale), informa la Commissione che le attività in corso nella laguna di Venezia sono semplicemente dei tests effettuati dall'Agip ai fini della valutazione di impatto ambientale per la quale il termine di dodici mesi è ordinatorio e decorre dal momento in cui l'Agip consegnerà il proprio studio di impatto ambientale. Dichiara quindi di essersi già interessato alla situazione del depuratore nella città di Milano e fa presente di aver apportato delle modifiche al decreto istitutivo del parco nazionale dell'arcipelago toscano, alla luce degli incontri tenuti con i rappresentanti locali. Non si è purtroppo raggiunta una piena intesa, non potendo il Ministero convenire sul alcune proposte come la previsione di corridoi venatori o la diretta partecipazione dei comuni alla perimetrazione del parco, non consentita dalla legge per i parchi di interesse nazionale. Soffermandosi poi sul problema dell'area del Sarno, afferma che l'inquinamento di tale area, assolutamente impressionante in quanto diciassette volte più elevato di quello di una fognatura, deriva anche dalla mancata dotazione di depuratori in un territorio che ospita 700.000 abitanti. Per il risanamento del Sarno occorrono oggi risorse finanziarie aggiuntive piuttosto ingenti, in quanto la dotazione ordinaria degli enti locali e del Ministero non è sufficiente a svolgere tutti gli interventi necessari per una completa bonifica del bacino: in prospettiva occorrerebbe attivare i privati, ma attualmente tali risorse sono talmente limitate che, a causa dell'obsolescenza dei relativi impianti, le industrie conciarie non sono in grado neppure di adottare - se intendono restare sul mercato - i limiti di tabella A della legge Merli.
Il Governo intende fissare, con lo strumento legislativo, l'obbligo di tutela della fascia di pertinenza fluviale: l'operatività mediante stralci successivi dei piani di bacino - che dovrebbero contemplare la salvaguardia delle sezioni di deflusso, compatibilmente con gli strumenti urbanistici vigenti - ha visto il precedente piemontese riscuotere un notevole successo, dopo l'alluvione del novembre 1994, per cui si potrebbe cercare di estenderne la portata agli altri bacini.
Nel concludere la propria replica, il ministro Ronchi sottolinea i positivi risultati del Consiglio dei ministri dell'ambiente tenutosi stamattina, sotto la presidenza italiana: sono stati trattati diciassette punti all'ordine del giorno in tutti i settori più rilevanti della salvaguardia ambientale, con decisioni la cui ricaduta positiva si farà sentire nei prossimi anni e sulle quali il Ministro si impegna ad inviare una relazione dettagliata alla Presidenza della Commissione.

Il presidente GIOVANELLI dichiara concluse le comunicazioni del Ministro.

CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE ED INTEGRAZIONE DELL'ORDINE DEL GIORNO DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA
(R007 000, C13a, 0002o)

Il presidente GIOVANELLI avverte che la Commissione è convocata domani, 27 giugno 1996, alle ore 15; l'ordine del giorno di tale seduta, così come della seduta antimeridiana già convocata alle ore 9, recherà l'esame, in sede referente, del disegno di legge n. 614, nonchè l'esame, in sede consultiva, del disegno di legge n. 757.

La seduta termina alle ore 17.