AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

MARTEDI' 9 GENNAIO 2001
337a Seduta

Presidenza del Presidente
MIGONE

Intervengono la dottoressa Stefania Dente e la dottoressa Nicoletta Dentico, rispettivamente presidente e direttore esecutivo della sezione italiana di Medici senza Frontiere.

La seduta inizia alle ore 15,10.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti della politica estera italiana. Audizione dei responsabili della sezione italiana di Medici senza Frontiere.

Riprende l'indagine, sospesa nella seduta del 9 novembre 2000.

Il presidente MIGONE, dopo aver rivolto un cordiale benvenuto ai rappresentanti di Médecins sans frontières (MSF), auspica che dall'odierno confronto possano emergere indicazioni utili ai fini di un impegno dell'Italia per rendere più accessibili i farmaci essenziali per le popolazioni dei paesi a basso reddito. Tale questione ha nelle scorse settimane formato oggetto di attenzione da parte del Senato in occasione dell'esame dei documenti di bilancio, con l'approvazione da parte della Commissione di un ordine del giorno presentato dalla senatrice de Zulueta.
L'odierna audizione, come quelle di numerose altre organizzazioni non governative effettuate negli scorsi anni nell'ambito della stessa indagine conoscitiva, tende ad approfondire un importante aspetto dell'attività di cooperazione allo sviluppo.

La dottoressa DENTE ricorda in primo luogo come le previsioni a suo tempo formulate circa la possibilità di assistere alla sconfitta delle malattie infettive su scala mondiale entro la fine del millennio si siano purtroppo rivelate fallaci. Di fatto, ancora oggi ben diciassette milioni di persone ogni anno muoiono a causa di tale tipo di malattie, con una distribuzione assai diseguale, che per una quota pari al 43 per cento del totale è attribuibile ai paesi a basso reddito, a fronte di una percentuale dell'1,2 per cento di decessi per la stessa causa nell'ambito dei paesi industrializzati. Tale situazione potrebbe verosimilmente andare incontro ad un ulteriore peggioramento in rapporto all'espansione della mortalità per AIDS, specie nell'Africa meridionale e orientale.
In tale contesto, i paesi in via di sviluppo, pur essendo di gran lunga i più esposti al problema delle malattie infettive, sono oggi fortemente penalizzati nell'accesso a un efficace trattamento farmacologico. Ciò, in quanto la logica del profitto si è andata affermando come fattore di allocazione delle risorse pressoché esclusivo, tanto sul versante della ricerca che su quello della produzione delle medicine, come può agevolmente desumersi dall'esiguo numero di sostanze farmaceutiche innovative commercializzate nel mondo per far fronte a malattie che pure colpiscono milioni di persone, come quelle tropicali, la polmonite e la tubercolosi.
Di qui la scelta di Médecins sans frontières di lanciare un'iniziativa internazionale di grande portata per l'accesso ai farmaci essenziali. Si tratta di promuovere il superamento di quel clamoroso squilibrio nell'accessibilità alle specialità medicinali rilevabile su scala mondiale, squilibrio che rappresenta la negazione del diritto alla salute, in uno scenario segnato dall'affermazione del dominio del mercato.
A tal fine, un carattere essenziale rivestono gli accordi sulla proprietà intellettuale denominati Trade Related Aspects on Intellectual Property Rights (TRIPS) conclusi nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Essi assicurano infatti alle case farmaceutiche titolari delle licenze di fabbricazione un regime ventennale di protezione che affida loro le regole dell'approvvigionamento e la definizione dei prezzi, e comporta altresì l'applicazione di sanzioni nei confronti di quei paesi che tentano di dar vita ad una produzione autonoma, come avviene oggi per il Sudafrica, la Thailandia e l'Argentina.
A partire dal 1994 gli Stati membri dell'OMC, in ottemperanza alla nuova cornice del TRIPS che si è delineata, hanno dovuto rinunciare alla produzione dei farmaci generici coperti da brevetto. Gli stessi accordi hanno escluso la possibilità di produrre una specialità medicinale, o di acquistarla all'estero, senza previa autorizzazione del titolare del brevetto. Soltanto in un secondo tempo, nella fase finale del negoziato, è stata prevista, all'articolo 31, una clausola di eccezione che consentirebbe, ove ricorrano condizioni di "urgenza sanitaria", la possibilità per i governi interessati di autorizzare la produzione autonoma del farmaco ovvero l'importazione parallela dai paesi ove il prezzo risulta più conveniente. Si tratta peraltro di un'eccezione assai di rado applicata, a causa delle forti pressioni in senso dissuasivo poste in essere nei confronti dei governi potenzialmente interessati ad opera dei grandi gruppi farmaceutici.
La campagna per l'accesso ai farmaci essenziali tende quindi a promuovere una ripresa degli investimenti del settore pubblico e delle istituzioni internazionali a favore della ricerca e della produzione dei farmaci necessari per far fronte alle patologie che non sono considerate commercialmente prioritarie sulla base del solo criterio del profitto. Tale è in particolare il caso della tubercolosi, versante sul quale assai significativamente l'ultimo farmaco efficace sviluppato risale a trenta anni fa, a dimostrazione di una carenza di impegno tanto più grave se si considera che si tratta di una patologia che ha fatto registrare nel solo anno 2000 ben 8 milioni 200 mila nuovi casi.
Occorre inoltre operare per assicurare il sostegno internazionale alla produzione locale di farmaci generici di qualità nei paesi in via di sviluppo, come prevede un programma internazionale coordinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'UNIDO.
Appare inoltre essenziale porre in essere interventi efficaci per indurre le aziende produttrici ad applicare un'effettiva politica di prezzi differenziati, così da tener conto del reddito delle popolazioni destinatarie, come già avviene con i vaccini e gli anticoncezionali. Appare invece illusorio affidarsi alla politica delle donazioni, che di fatto finisce per rappresentare un alibi per impedire un autonomo sviluppo di capacità produttiva dei paesi a basso reddito.
E' inoltre opportuno promuovere una ripresa della riproduzione dei cosiddetti farmaci abbandonati, secondo un indirizzo che ancora di recente ha portato la sua associazione ad ottenere dalla casa farmaceutica Aventis la cessione all'OMS della licenza di produzione di un medicinale tuttora essenziale per la cura della malattia del sonno, come il DFMO.
Infine, è indispensabile porre in essere iniziative dirette a modificare gli accordi commerciali internazionali vigenti in materia di protezione brevettuale sui farmaci. In particolare, occorre che nell'ambito dei negoziati per la revisione dei TRIPS si tenga conto del fatto che i farmaci essenziali non possono essere trattati alla stregua di semplici beni di consumo e che sia conseguentemente ridefinito il meccanismo dell'eccezione sanitaria.
Alla stessa logica risponde anche la richiesta formulata dalla sua associazione di un rafforzamento del ruolo di tutela del diritto alla salute svolto dall'OMS nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio, con un superamento dell'attuale status di semplice osservatore. Più in generale, Médecins sans frontières si rivolge ai governi e alle istituzioni politiche in generale affinché queste facciano valere le proprie competenze in materia di salute pubblica, non essendo accettabile affidare a meccanismi di mercato le decisioni fondamentali in una materia nella quale sono direttamente in causa il diritto alla vita e alla salute per tanta parte dell'umanità.
A tal fine, l'Italia potrà esercitare, sia direttamente che nella sua qualità di autorevole componente della comunità internazionale, un ruolo particolarmente significativo, anche in virtù della minore influenza che in essa sembrano poter esercitare le grandi case farmaceutiche.

Il senatore VOLCIC rileva nell'intervento introduttivo della presidente dei Medici senza Frontiere, nonché nei documenti consegnati, idee non nuove sulle distorsioni nella ricerca e nella produzione dei farmaci, a danno dei paesi in via di sviluppo, nonché una certa esagerazione nel demonizzare il profitto come "inguaribile malattia". Pur condividendo certe intuizioni fondamentali che sono alla base dell'attività di MSF, osserva che l'esasperazione di tali posizioni può danneggiare non poco la causa, come già è avvenuto per l'ambientalismo più radicale.
Occorre tener conto della logica delle organizzazioni internazionali, in cui sono rappresentati e contemperati gli interessi di numerosi Stati, e non si può prescindere dall'ovvia necessità per tutte le imprese di poter contare su brevetti di durata sufficientemente lunga da rendere profittevoli gli investimenti effettuati.

Il senatore PROVERA dichiara di condividere gli obiettivi umanitari di MSF, nonché la denuncia di certe distorsioni derivanti dalla globalizzazione, che del resto la Lega Nord da tempo ha individuato e stigmatizzato. Peraltro ciò non può indurre a respingere in blocco la logica economica, considerando il profitto un elemento da rifiutare e ignorando che le imprese private finanziano anche un gran numero di ricerche che non conducono alla commercializzazione di alcun prodotto.
Rileva poi che i problemi dei paesi in via di sviluppo possono essere seriamente affrontati solo con un approccio globale, in cui la lotta alle malattie infettive proceda assieme a tangibili progressi nella nutrizione e a misure per rallentare l'incremento demografico. Anche per quel che riguarda lo specifico problema di alcune malattie, come la tubercolosi, si deve tener presente che non basta la disponibilità dei farmaci ma occorre garantire un'adeguata assistenza sanitaria, poiché le cure hanno una durata assai lunga.

La senatrice DE ZULUETA considera tempestiva e opportuna la campagna per l'accesso ai farmaci essenziali, che costituisce una risposta al clamoroso fallimento del mercato nel risolvere i problemi di tipo sanitario dei paesi in via di sviluppo. E' drammatico il divario tra la spesa in ricerca e sviluppo dei farmaci destinati a tali paesi e quella rivolta a soddisfare soprattutto i bisogni di una piccola parte della popolazione mondiale.
In tale situazione è urgente consentire la produzione in loco dei farmaci essenziali, superando gli ostacoli che attualmente lo impediscono, anche attraverso il coinvolgimento dei governi del G8.

La dottoressa Nicoletta DENTICO, direttore esecutivo della sezione italiana di MSF, precisa che la sua organizzazione non mette in dubbio il diritto delle case farmaceutiche di ottenere un profitto dalla loro attività, ma ciò non può indurre a considerare i farmaci come un qualsiasi prodotto industriale e neppure alla stregua delle norme generali che disciplinano la proprietà intellettuale. E' inaccettabile che le leggi approvate nei paesi in via di sviluppo per far fronte a drammatiche emergenze sanitarie siano sottoposte al vaglio di comitati di burocrati, in seno all'OMC, vanificando così il diritto-dovere degli Stati di intervenire per tutelare la salute dei loro cittadini.
Fa presente al senatore Provera che, se non sarà realmente garantito l'accesso ai farmaci essenziali, il problema demografico nei paesi in via di sviluppo si risolverà attraverso la decimazione degli abitanti mediante le epidemie. Peraltro neppure la popolazione dei paesi industrializzati è esente da rischi, poiché la tubercolosi è già ricomparsa in Italia, un numero sempre maggiore di turisti si ammala di malaria durante i viaggi nei paesi tropicali e, soprattutto, la diffusione dell'AIDS continua a ritmi estremamente preoccupanti.
I governi del G8 hanno iniziato a prendere coscienza della gravità della situazione durante il vertice di Okinawa dello scorso anno, grazie soprattutto all'impegno del presidente della Commissione europea Romano Prodi; tuttavia è necessario compiere passi in avanti per adottare interventi efficaci. E' emblematico il caso della Repubblica sudafricana, che ha deciso la produzione locale di farmaci antiretrovirali, applicando l'eccezione sanitaria prevista dagli accordi TRIPS; ma le multinazionali interessate hanno reagito sostenendo un'interpretazione riduttiva di tale clausola.
MSF, pur auspicando una revisione degli accordi TRIPS, nell'immediato chiede un'attuazione integrale delle loro disposizioni, che consentirebbe comunque ai governi di garantire alla popolazione l'accesso ai farmaci essenziali. Impedire che ciò avvenga, condannando alla morte un gran numero di persone, costituisce realmente omissione di soccorso, che è un crimine previsto nell'ordinamento di numerosissimi Stati.

Il senatore PROVERA osserva che, in tal caso, i responsabili dell'omissione di soccorso sarebbero i governi e non certo le singole imprese.

Il senatore VOLCIC ribadisce che considera un errore demonizzare il profitto, anziché proporre interventi di altra natura per far fronte alle emergenze sanitarie.

Il senatore VERTONE GRIMALDI rileva che le drammatiche contraddizioni evidenziate dalla campagna mondiale di MSF dipendono soprattutto dal fatto che i governi si sono lasciati detronizzare dall'ideologia del mercato globale.

La dottoressa DENTICO precisa che considera di fondamentale importanza l'attività di ricerca e di produzione delle imprese farmaceutiche, sottolineando però che il costo di numerosi farmaci nei paesi in via di sviluppo è notevolmente più alto rispetto a quello praticato nei paesi più ricchi: è questo il caso, ad esempio, del fluconazolo prodotto da una delle principali società multinazionali. Sottolinea poi l'importanza di efficienti servizi sanitari pubblici, il cui ridimensionamento è all'origine della nuova diffusione di malattie che sembravano debellate.
Un'organizzazione non governativa come MSF non può da sola affrontare i problemi dei paesi in via di sviluppo nella loro globalità, ma offre il suo contributo nella lotta alle malattie che causano il maggior numero di morti in tali Stati. Ciò non vuol dire sottovalutare l'importanza di altri interventi volti a combattere la povertà e la fame, né tantomeno delle iniziative bilaterali e multilaterali per la cancellazione del debito estero dei paesi più poveri. A tal riguardo auspica che la presidenza italiana del G8 consenta un salto di qualità nei programmi per la cancellazione del debito.

Il senatore SCALFARO esprime innanzitutto apprezzamento per l'occasione di confronto che è stata assicurata con l'odierna audizione di un'organizzazione che, come Médecins sans frontières, svolge con grande coraggio ed efficacia un ruolo assai prezioso in un ambito operativo estremamente difficile. Rileva poi, come al di là delle disparità di vedute affiorate negli ultimi interventi in ordine a questioni e modelli di carattere generale, l'esistenza di una drammatica diseguaglianza tra i paesi industrializzati e quelli a basso reddito in termini di tutela del diritto alla salute e alla vita è evidente a tutti. Si tratta di una constatazione che fa emergere interrogativi sulle responsabilità dei paesi industrializzati, specialmente in chi è chiamato ad operare in situazioni di particolare difficoltà.
A fronte di ciò, deve peraltro rilevarsi come le scelte fondamentali destinate ad affermarsi su scala mondiale per la politica sanitaria, ed in particolare per la politica farmaceutica, esulino oggi in larga misura dalla sfera di responsabilità delle istituzioni politiche nazionali. Al fine di assicurare un concreto sbocco all'odierno confronto, è quindi auspicabile che da parte della Commissione siano individuati i canali internazionali più appropriati per un miglioramento dell'accessibilità ai farmaci essenziali dei paesi a basso reddito. In tale prospettiva, potrebbe in particolare essere opportuno un sostegno alle iniziative volte ad attribuire all'Organizzazione mondiale della sanità un ruolo più incisivo in seno all'Organizzazione mondiale del commercio, rispetto all'attuale status di semplice osservatore che le compete.

Il senatore PIANETTA domanda in primo luogo quali siano i fattori che impediscono di realizzare adeguati livelli di produzione di medicinali nell'ambito dei paesi a basso reddito per quelle specialità per le quali è già scaduta la copertura ventennale dei brevetti.
Rileva poi come le gravi carenze rilevabili nell'impegno dei paesi industrializzati a favore di programmi sanitari nei PVS si collochino nel quadro del più generale affievolimento della spinta per il sostegno allo sviluppo di quei paesi. In tale contesto, sembra senz'altro più produttivo adoperarsi per promuovere una ripresa di consapevolezza della centralità di tale impegno, piuttosto che mettere sotto accusa la logica del profitto.

Il senatore VERTONE GRIMALDI esprime apprezzamento per l'andamento dell'odierna discussione, che ha efficacemente messo a confronto due concezioni pressoché antitetiche dello sviluppo economico e del ruolo della politica, a seconda che vi sia o meno l'accettazione come ineluttabile della centralità del profitto. Coloro che si esprimono affermativamente su tale questione, uniformandosi a quella sorta di "ottimismo capitalista" che si è affermato nel corso del decennio seguito al collasso del comunismo internazionale, si trovano poi oggettivamente nella condizione di negare radicalmente il ruolo della politica, non essendo possibile dar luogo ad una composizione tra interessi individuali e collettivi se si nega l'esistenza stessa di questi ultimi.
Non è peraltro al profitto, ma all'abdicazione della politica, che vanno addebitate le gravi distorsioni che si rilevano nello sviluppo mondiale.

Il presidente MIGONE esprime innanzitutto apprezzamento per gli spunti di riflessione finora emersi, rilevando come il confronto sia risultato particolarmente stimolante anche a causa della naturale diversità di impostazione rilevabile fra soggetti operanti in realtà molto diverse come quella del volontariato e quella delle istituzioni politiche.
Rileva nondimeno come, ai fini dello svolgimento di un'efficace azione sul terreno che le è proprio, sarebbe forse opportuno che da parte di Médecins sans frontières si evitasse l'enfatizzazione di dichiarazioni di principio di carattere generale, ad esempio sul meccanismo del profitto, così da favorire l'affermazione di un più ampio consenso su problematiche ed obiettivi d'azione maggiormente concreti.

La dottoressa DENTE, in risposta ad un quesito in precedenza rivoltole, fa presente che le difficoltà che si registrano nel dar vita alla produzione nei paesi a basso reddito di quei farmaci la cui copertura brevettuale è scaduta trovano spiegazione nell'elevato costo che comporta comunque l'allestimento di una linea produttiva. La sua associazione è ben lontana dal chiedere che le grandi industrie si assumano direttamente l'onere di una produzione decentrata non remunerativa; la risposta alla difficoltà testé segnalata va quindi ricercata in un intervento diretto dei governi dei paesi industrializzati a sostegno della produzione nell'ambito dei PVS, con il concorso anche delle competenti organizzazioni internazionali ed ONG, ed è in base a tale schema che è stato promosso, come in precedenza ricordato, l'importante accordo per la produzione decentrata dell'eflornitina (DFMO), essenziale farmaco per la cura della malattia del sonno.
Analogamente, dovranno essere in primo luogo i governi dei paesi industrializzati ad adoperarsi per orientare un maggior flusso di finanziamenti per la ricerca farmaceutica finalizzata alla cura di quelle patologie che interessano maggiormente i PVS, e che in quanto tali non risultano prioritarie per le aziende farmaceutiche sotto il profilo del ritorno economico.

Il senatore PROVERA rileva come le considerazioni, certamente condivisibili, da ultimo svolte dalla dottoressa Dente sul carattere essenziale dell'impegno dei governi dei paesi industrializzati per garantire un migliore accesso dei PVS ai farmaci essenziali, si ispirino ad una logica ben diversa da quella sottesa alle formulazioni ideologiche contenute nei documenti di Médecins sans frontières distribuiti alla Commissione, che tendono ad attribuire un ruolo aprioristicamente negativo all'economia di mercato.

La dottoressa DENTE, riprendendo il suo intervento, fa presente che Médecins sans frontières è attivamente impegnata nel dialogo e nella cooperazione con una pluralità di strutture e di organismi interni ed internazionali. Fa poi presente che il richiamo alla "malattia del profitto" è uno slogan certamente non privo di una connotazione provocatoria, ma ciò non esaurisce certo la dimensione dell'impegno dell'organizzazione.

Il PRESIDENTE ringrazia i rappresentanti di Médecins sans frontières dichiarando conclusa l'odierna audizione.

Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.

La seduta termina alle 16,45.