GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee



Mercoledì 26 Maggio 1999

153a Seduta

Presidenza del Presidente

BEDIN








La seduta inizia alle ore 8,35.



SULLA CONFERENZA DEGLI ORGANISMI SPECIALIZZATI NEGLI AFFARI COMUNITARI (COSAC) (A008 000, C23a, 0016°)



Il presidente BEDIN comunica che dal 31 maggio al 1° giugno si svolgerà a Berlino la XX Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC) cui prenderà parte con i senatori Daniele Galdi e Mungari, che sostituiranno, rispettivamente, i Vice Presidenti Tapparo e Bettamio. All’ordine del giorno della riunione figurano i seguenti argomenti, che sono stati già oggetto di approfondimento da parte della Giunta: le riforme istituzionali dopo il Trattato di Amsterdam; le relazioni esterne dell’Unione europea, con particolare riferimento alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) ed alle relazioni commerciali con Stati Uniti, America Latina ed Asia; la revisione del Regolamento della COSAC, in relazione alla quale è prevista la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro, ed il funzionamento del suo sito Internet; l’attività svolta dalla presidenza tedesca e gli sviluppi che riguardano l’Agenda 2000 e l’allargamento.
L’oratore rileva inoltre che da parte del Parlamento finlandese è pervenuto l’invito alla prossima COSAC, che si terrà ad Helsinki dal 10 al 12 ottobre 1999, che potrebbe essere dedicata al Consiglio europeo straordinario di Tampere sul terzo pilastro, alle prospettive dell’allargamento, alle relazioni tra l’Unione europea e la Russia e, nuovamente, alla riforma del Regolamento della COSAC. Il Presidente della Commissione omologa della Giunta, la cosiddetta “Grande Commissione”, Esko Aho, ha tuttavia invitato gli altri Parlamenti a formulare eventuali proposte affinché l’ordine del giorno possa essere definito prima dell’avvio della presidenza di turno finlandese, il prossimo primo luglio.
A tale proposito il presidente Bedin prospetta la possibilità di includere nell’ordine del giorno temi quali la politica euromediterranea e la PESC, con particolare riguardo alla crisi nei Balcani che, anche dopo la conclusione del conflitto militare, dovrà costituire oggetto di attenzione da parte dell’Unione. In relazione alle riforme istituzionali sarà inoltre opportuno approfondire la questione della legittimità democratica, che è stata ampiamente dibattuta nella Giunta. L’oratore sottolinea altresì l’utilità del procedimento che fu a suo tempo seguito dalla presidenza lussemburghese - che fece precedere la riunione plenaria della COSAC da una riunione della Troika allargata ai rappresentanti di tutti gli Stati membri, che consentì di risolvere una serie di questioni procedurali che altrimenti avrebbero assorbito i lavori della Conferenza – e propone infine di formulare su tali temi delle proposte da inviare al Parlamento finlandese.

Il senatore BORTOLOTTO rileva come il conflitto nei Balcani dimostri l’attualità di una revisione delle norme sul diritto d’asilo previste dalla Convenzione di Ginevra. Le disposizioni vigenti, improntate essenzialmente sulla questione delle domande provenienti un tempo da parte di cittadini del blocco sovietico, che prevedono una complessa procedura di valutazione delle situazioni individuali, non sono infatti più adeguate a far fronte all’afflusso di intere popolazioni provenienti dalle zone di guerra, cui non può essere negato il diritto d’asilo. Tale problematica potrebbe essere oggetto di approfondimento da parte della COSAC affinché l’Unione europea si doti di una nuova normativa.
L’oratore propone altresì di segnalare, fra i temi meritevoli di attenzione, la questione dell’efficacia delle sentenze della Corte di giustizia. Le sentenze di condanna concernenti leggi nazionali incompatibili con il diritto comunitario determinano infatti delle situazioni di eccessiva incertezza, in quanto talora non producono effetti immediati, rendendo i procedimenti giurisdizionali comunitari eccessivamente complessi perché i cittadini europei possano farvi effettivamente ricorso.

La senatrice SQUARCIALUPI concorda sulle considerazioni del senatore Bortolotto e, soprattutto, su quelle del presidente Bedin, in quanto ravvisa una stretta connessione fra la politica mediterranea e la politica dell’immigrazione, in ordine alla quale sarebbe opportuno svolgere anche un’opera di sensibilizzazione nei confronti dei paesi dell’Europa settentrionale.
L’oratore condivide inoltre le preoccupazioni che sono state espresse in merito ai ritardi con cui l’Italia adempie agli obblighi comunitari.

Il senatore BETTAMIO rileva l’opportunità di inserire il diritto d’asilo fra gli argomenti oggetto di attenzione da parte della COSAC ed esprime tuttavia le proprie perplessità sulla proposta di investire tale Conferenza di un problema, quale l’efficacia e la tempestività dell’applicazione delle sentenze, che concerne essenzialmente il diritto nazionale. Riguardano infatti direttamente gli Stati sia le sentenze di condanna per il mancato recepimento delle direttive sia le cosiddette sentenze pregiudiziali, inerenti alle pronunce interpretative della Corte sulla compatibilità di norme interne con il diritto comunitario.

La Giunta conviene, infine, sulla proposta del PRESIDENTE di rivolgere al Parlamento finlandese delle specifiche proposte in merito all’organizzazione della prossima COSAC in relazione alle considerazioni che sono emerse.



SUI LAVORI DELLA GIUNTA (A007 000, C23a, 0051°)



Il presidente BEDIN, tenendo conto dell’approfondito dibattito che si è svolto nella Giunta lo scorso 12 maggio, in ordine alla relazione del senatore Tapparo sul disegno di legge n. 3903, sulla navigazione satellitare, propone di approfondire ulteriormente i profili industriali, tecnologici e di politica estera e di sicurezza della materia, come sollecitato, fra gli altri, dal senatore Manzi, attivando le procedure che consentono l’esame dei progetti di atti normativi e degli atti di indirizzo comunitari connessi.

Conviene la Giunta sulla proposta del Presidente.

La senatrice SQUARCIALUPI raccomanda una calendarizzazione più dettagliata dei provvedimenti all’esame della Giunta.



OSSERVAZIONI E PROPOSTE SU ATTI DEL GOVERNO



(435) Schema di decreto legislativo, recante misure integrative e correttive della disciplina contenuta nel decreto legislativo 26 novembre 1992, n. 470, di attuazione delle direttive 90/364/CEE, 90/365/CEE e 90/366/CEE, in materia di diritto di soggiorno dei cittadini degli Stati membri dell’Unione europea
(Esame, ai sensi dell’articolo 144, comma 3, del Regolamento. Osservazioni favorevoli condizionate a proposte di modifica alla 1a Commissione) (R144 003, C01a, 0002°)


La relatrice SQUARCIALUPI illustra il provvedimento in titolo che è volto a recepire i rilievi espressi dalla Commissione europea con una procedura di infrazione avviata in merito all’inesatto recepimento delle direttive 90/364/CEE, 90/365/CEE e 93/26/CEE, che ha sostituito la direttiva 90/366/CEE, concernenti il diritto di soggiorno dei cittadini dell’Unione europea. Il testo dello schema di decreto legislativo in titolo consta, in particolare, di un unico articolo volto a modificare, a tale proposito, gli articoli 5-bis, 5-ter, 5-quater e 5-quinquies del decreto del Presidente della Repubblica n. 1656 del 1965, come modificato dal decreto legislativo n. 470 del 1992. Il nuovo articolo 5-bis precisa i requisiti connessi all’acquisizione del diritto di soggiorno per i cittadini dell’Unione europea, che abbiano o meno svolto un’attività lavorativa in uno Stato membro, e per i loro congiunti, con riferimento all’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, o alla titolarità di una polizza assicurativa sanitaria, e alla disponibilità di un reddito non inferiore all’assegno sociale, corrispondente a lire 6.340.000 annue. Tale reddito deve essere doppio, se si chiede il ricongiungimento di due o tre familiari, o triplo, del suddetto importo, se si chiede il ricongiungimento di quattro o più familiari. Il principio cui è improntata la normativa comunitaria è infatti quello secondo cui i cittadini che richiedono il diritto di soggiorno non gravino sull’assistenza sociale dello Stato membro ospitante. Il nuovo articolo 5-ter reca analoghe disposizioni per garantire il diritto di soggiorno agli studenti cittadini dell’Unione europea mentre l’articolo 5-quater definisce le condizioni per l’accesso alle attività lavorative dei familiari dei beneficiari del diritto di soggiorno, cui si applicano le stesse disposizioni vigenti per i cittadini italiani, salvo quelli inerenti al pubblico impiego.
L’oratore illustra altresì la formulazione del nuovo articolo 5-quinquies, che disciplina le procedure per il rilascio della carta di soggiorno. In particolare, i cittadini europei devono presentare un documento di iscrizione al Servizio sanitario, ovvero copia della polizza assicurativa, nonché la documentazione attestante il possesso del reddito richiesto, anche mediante dichiarazione resa davanti a pubblico ufficiale.
Soffermandosi sui profili di compatibilità del provvedimento in titolo con il diritto comunitario, la relatrice dichiara di condividere le osservazioni formulate, tra gli altri, dal senatore Besostri nel dibattito che si è svolto nella Commissione di merito. In tale ambito è stata infatti sottolineata la difformità di trattamento che si verrebbe a configurare tra i cittadini extracomunitari – cui, dopo i primi cinque anni, viene riconosciuto il diritto di soggiorno a tempo indeterminato – ed i cittadini dell’Unione europea, per i quali il permesso ha la durata di dieci anni. Tra i requisiti richiesti figura inoltre l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale o una polizza di assicurazione sanitaria ma non l’iscrizione al Servizio sanitario del paese d’origine. Non si consente pertanto ai cittadini europei residenti in Italia di avvalersi delle prestazioni sanitarie più favorevoli, come invece è consentito dall’ordinamento di altri Stati membri ai cittadini italiani ivi residenti.
L’oratore sottolinea infine come il provvedimento in titolo sembri improntato ad una logica che non tiene conto di principi quali la libera circolazione, l’eliminazione delle frontiere e l’istituzione della cittadinanza europea, di tal che, le condizioni previste per i cittadini dell’Unione talora appaiono più sfavorevoli di quelle riconosciute ai cittadini extracomunitari.

Il senatore BORTOLOTTO ringrazia la relatrice per la chiarezza dell’esposizione, che evidenzia talune differenze di trattamento tra i cittadini extracomunitari e quelli dell’Unione europea. Il contenzioso connesso alla materia dimostra peraltro la validità delle considerazioni già espresse in ordine all’efficacia delle sentenze della Corte. Non è infatti accettabile che una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee non produca effetti erga omnes, essendo a tal fine necessari dei provvedimenti interni di recepimento.

Il senatore MAGNALBO’ dichiara di condividere le considerazioni espresse dalla senatrice Squarcialupi.

Il senatore BESOSTRI, relatore sul provvedimento in titolo nella Commissione di merito, pur ravvisando l’esigenza di un ulteriore approfondimento della materia - in quanto l’Unione europea ha concluso un accordo con la Svizzera sul diritto di soggiorno che consente la facoltà di optare fra il sistema di assistenza sociale dello Stato ospitante e quello del paese di origine solamente ai congiunti non residenti nello Stato ospitante – ritiene opportuno confermare le osservazioni che sono state espresse in merito alla mancata inclusione, fra i requisiti, dell’iscrizione nel sistema sanitario del paese d’origine. Considerando che altri Stati membri consentono di esercitare tale opzione ai cittadini italiani ivi residenti, il decreto legislativo in titolo potrebbe essere modificato consentendo l’esercizio di una facoltà di opzione per il sistema più favorevole, a condizione di reciprocità con il paese di provenienza.
Benché la normativa comunitaria consenta di limitare la durata di permesso di soggiorno a cinque anni, l’oratore ravvisa inoltre una palese contraddizione, con le norme dei Trattati sulla cittadinanza europea, nelle disposizioni che discriminano i cittadini dei paesi membri rispetto a quelli extracomunitari.
L’oratore aggiunge altresì che i dati sui cittadini di altri Stati membri iscritti nelle liste elettorali italiane sono risibili, a dimostrazione delle difficoltà che permangono nell’acquisire il diritto di residenza. La procedura, al riguardo, è resa più complessa dal fatto che anche i cittadini dell’Unione europea devono rivolgersi all’Ufficio stranieri mentre sarebbe opportuno consentire, a condizione di reciprocità, di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno da un interlocutore amministrativo unico, senza doversi rivolgere alle autorità di polizia. Una tale norma produrrebbe il duplice effetto di non offrire ai cittadini europei residenti in Italia condizioni peggiori di quelle che, talora, i loro paesi d’origine riconoscono ai cittadini italiani e di indurre, nel contempo, gli altri Stati membri ad offrire condizioni analoghe ai cittadini italiani ivi residenti.

Il senatore BETTAMIO rileva che il requisito dell’iscrizione al Sistema sanitario nazionale ovvero della titolarità di una polizza di assicurazione sanitaria costituisce una sostanziale limitazione della libertà di circolazione.

Il senatore LO CURZIO condivide le considerazioni del senatore Besostri e sottolinea come il provvedimento in titolo non possa essere ritenuto accettabile senza il recepimento delle suddette osservazioni.

La relatrice SQUARCIALUPI osserva che – mentre la Francia offre un trattamento fiscale che favorisce l’accoglienza di nuovi residenti – l’Italia oppone vincoli e difficoltà burocratici che dissuadono i cittadini di altri Stati membri dal richiedere la residenza. Un atteggiamento di maggiore apertura potrebbe invece comportare dei benefici anche in termini di investimenti turistici, come avviene ad esempio in Spagna, dove vi sono zone residenziali ristrutturate da cittadini olandesi.

Il presidente BEDIN sottolinea il rischio di perdere una preziosa occasione per introdurre nell’ordinamento interno la nozione di cittadinanza europea e ravvisa nel provvedimento in titolo un chiaro esempio della mancata percezione, da parte della burocrazia italiana, dell’affermazione di tale nozione. La norma di cui all’articolo 5-quinquies, comma 3, che prevede la traduzione della documentazione in lingua italiana a cura del richiedente, conferma peraltro una tradizione che vede i cittadini trattati alla stregua di sudditi. Sarebbe invece opportuno che la Pubblica amministrazione prendesse atto dell’esigenza di trattare con una comunità multilingue facendosi carico dei relativi oneri.
L’oratore non ritiene inoltre accettabili, anche sotto il profilo della politica sanitaria nazionale, le disposizioni che equiparano l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale con la titolarità di una polizza assicurativa ma non con l’iscrizione al Servizio sanitario del paese d’origine. A tale proposito sarebbe opportuno introdurre disposizioni che istituiscano, eventualmente con carattere di reciprocità, un meccanismo di compensazione con i sistemi sanitari di altri Stati membri, analogo a quello attualmente vigente, sul piano interno, nei rapporti fra le varie regioni italiane.

La Giunta, verificata dal Presidente la presenza del numero legale, conferisce quindi mandato alla relatrice a redigere osservazioni favorevoli condizionate alle proposte di modifica emerse nel dibattito.



IN SEDE CONSULTIVA



(3230) MACERATINI ed altri – Provvedimenti urgenti in materia di previdenza ed assistenza forense
(Parere all’11a Commissione: rinvio dell’esame )


Il senatore MAGNALBO’, relatore sul provvedimento in titolo, preannuncia la presentazione di una nota esplicativa sui profili comunitari che, considerando la concomitanza con gli impegni dell’Assemblea, propone di esporre nella prossima seduta.
La Giunta conviene sulla proposta del relatore.
Il seguito dell’esame è pertanto rinviato.



La seduta termina ore 9,30.