16
GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee

MERCOLEDÌ 7 MARZO 2001

255a Seduta

Presidenza del Presidente
BEDIN



La seduta inizia alle ore 8.35.




AFFARI ASSEGNATI


Programma della Presidenza svedese dell’Unione europea (1° gennaio – 30 giugno 2001)
(Esame, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento: approvazione del doc. XXIV, n. 21)

Il presidente relatore BEDIN ricorda che nella seduta dello scorso 28 febbraio, in relazione alle sue comunicazioni sulla visita di una delegazione della Giunta e della Commissione affari esteri a Stoccolma, si è svolto un dibattito preliminare sulle priorità della Presidenza svedese con l’intervento del sottosegretario agli affari esteri Ranieri, nel corso del quale sono emerse considerazioni utili anche ai fini dell’esame dell’argomento in titolo.
Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, l’oratore illustra quindi il seguente progetto di risoluzione, il cui testo è stato preventivamente trasmesso ai componenti della Giunta ed in relazione al quale il sottosegretario Ranieri, impossibilitato a partecipare alla seduta, ha espresso il proprio assenso:
“La Giunta per gli affari delle Comunità europee del Senato,
a) a conclusione dell’esame, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento, del programma della Presidenza svedese dell’Unione europea (1° gennaio – 30 giugno 2001);
b) vista la proposta della Giunta, comunicata all’Assemblea il 5 luglio 2000, sul programma di lavoro della Commissione per l’anno 2000 e gli obiettivi strategici 2000 – 2005 (Doc. XVI, n. 5);
c) tenendo conto delle informazioni acquisite e dello scambio di vedute con rappresentanti del Parlamento e del Governo svedesi negli incontri che si sono tenuti il 15 e il 16 febbraio 2001 a Stoccolma, in occasione di una missione di una delegazione della Giunta e della Commissione affari esteri;
d) considerando le osservazioni espresse nel corso delle procedure di esame degli atti preparatori della legislazione comunitaria svolte ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento;
e) vista la Dichiarazione sul futuro dell’Unione, da iscrivere nell’Atto finale della Conferenza, allegata al testo provvisorio del Trattato di Nizza approvato dalla Conferenza intergovernativa sulle riforme istituzionali;
f) preso atto delle priorità principali stabilite dalla Presidenza svedese con riferimento alle tre “e” (employment, environment, enlargement), occupazione, ambiente e allargamento;
g) esprimendo apprezzamento per l’impegno posto dalla Presidenza svedese a sostenere l’allargamento secondo il cosiddetto principio della “regata”, in base al quale i paesi candidati concluderanno i negoziati sulla base dei loro meriti e indipendentemente dal punto di partenza;
h) prendendo positivamente atto che le decisioni assunte al Consiglio europeo di Nizza e la conclusione della Conferenza intergovernativa consentiranno all’Unione europea di essere pronta, da parte sua, ad accogliere quei paesi candidati con i quali sarà possibile concludere i negoziati entro il 2002 in modo tale da consentire loro di partecipare alle elezioni europee del 2004;
i) valutando positivamente l’impegno posto dalla Presidenza svedese per restituire dinamismo all’economia europea recuperando il ritardo strutturale nei confronti degli Stati Uniti ed assegnando massima priorità ai temi dell’occupazione, della crescita economica e della coesione sociale;
j) prendendo atto che l’Agenda sociale europea, definita nel citato Vertice di Nizza, include fra i temi oggetto di attenzione prioritaria il sistema pensionistico, il sistema assicurativo familiare e le misure contro ogni forma di discriminazione, nella prospettiva di modernizzare e migliorare il modello sociale europeo e di considerare quale sfida principale per l’Unione la realizzazione di una piena occupazione attraverso il suo miglioramento quantitativo e qualitativo;
k) esprimendo infine apprezzamento per l’accoglimento delle sollecitazioni rivolte dalla Giunta al Governo affinché venisse ripresa la trasmissione degli atti preparatori della legislazione comunitaria al Parlamento, in conformità con l’articolo 14 della legge n. 128 del 1998, legge comunitaria 1995-1997, e con l’articolo 3 della legge n. 209 del 1998, recante la ratifica del Trattato di Amsterdam, disposizioni ora integrate e sostituite dall’articolo 6 della legge n. 422 del 2000, legge comunitaria 2000,
1) a sollecitare la Presidenza svedese a dare avvio alla riflessione sui seguiti di Nizza – con particolare riferimento al ruolo dei Parlamenti nazionali nell’architettura europea nonché ai temi dell’applicazione del principio di sussidiarietà, dello status della Carta dei diritti fondamentali e del riordino dei Trattati, con la loro eventuale trasformazione in una Costituzione – in vista della presentazione della relazione al Consiglio europeo di Göteborg del giugno 2001, prevista dalla citata Dichiarazione sul futuro dell’Unione allegata al Trattato di Nizza;
2) a promuovere iniziative idonee a coinvolgere nella suddetta riflessione, fin dalla fase iniziale, i Parlamenti dell’Unione europea, tenendo conto dell’esperienza della Convenzione incaricata della redazione della Carta dei diritti fondamentali, che ha visto per la prima volta associati in un unico organismo, su un piano di parità, i rappresentanti dei Governi e della Commissione europea, da un lato, e del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali, dall’altro;
3) ad adoperarsi perché la Presidenza svedese ponga particolare impegno all’attuazione delle misure previste dalle conclusioni del Consiglio europeo di Tampere e allo sviluppo di uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia nell’Unione europea, con particolare riferimento alle disposizioni sul diritto d’asilo, sull’immigrazione legale, sul contrasto dell’immigrazione clandestina e di altri traffici illegali, sullo sviluppo della collaborazione operativa in materia di controlli alle frontiere, con particolare riferimento all’ipotesi della creazione di una forza di polizia di frontiera comune, sulla lotta alla criminalità organizzata e alla criminalità finanziaria, sul funzionamento di EUROJUST e di altri strumenti di cooperazione giudiziaria in materia penale, sull’istituzione di un’Accademia europea di polizia, sulla circolazione dei titolari di un visto per soggiorno di lunga durata, sul riconoscimento reciproco in materia di espulsione dei cittadini di paesi terzi, sulla repressione di comportamenti fraudolenti nell’aggiudicazione di appalti pubblici, sul funzionamento del Fondo europeo per i rifugiati e sulla cooperazione giudiziaria in materia civile;
4) a favorire il graduale coinvolgimento dei paesi di nuova democrazia dei Balcani occidentali nel processo di ampliamento dell’Unione;
5) ad invitare la Presidenza svedese a definire con particolare attenzione, nel quadro delle trattative sull’adesione di nuovi Stati membri, le misure transitorie da applicare in materia di libera circolazione delle persone nonché ad avviare la riflessione sulla revisione dei Fondi strutturali dopo il 2006 in una prospettiva che tenga conto dell’esigenza di salvaguardare l’equilibrio fra il necessario sostegno ai nuovi Stati membri e ai paesi candidati e la continuità degli interventi strutturali nei confronti delle aree più svantaggiate degli attuali Stati membri;
6) ad adoperarsi perché, nel quadro delle iniziative intraprese a seguito del Consiglio europeo di Lisbona e nel quadro dell’Agenda sociale europea, siano conseguiti ulteriori progressi nei settori del coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni, del sostegno alle piccole e medie imprese, della riduzione degli ostacoli dell’attività imprenditoriale, della prevenzione di forme di “dumping sociale”, e nella definizione di indicatori strutturali che tengano conto delle disomogeneità regionali ed infraregionali;
7) a favorire l’integrazione degli aspetti ambientali nelle altre politiche dell’Unione attraverso la preparazione di un programma d’azione, valido per i prossimi dieci anni, che si avvalga anche di strumenti fiscali;
8) ad assistere gli sforzi della Presidenza svedese per una positiva conclusione dei negoziati ambientali internazionali adoperandosi in particolare per favorire il raggiungimento di un accordo con i paesi terzi, come gli Stati Uniti, con i quali si sono riscontrate maggiori difficoltà;
9) a sostenere l’applicazione del principio di precauzione, oggetto di una risoluzione adottata dal Consiglio europeo di Nizza, nell’ambito della tutela della salute e dell’ambiente, nonché ad adoperarsi, in particolare, perché si sviluppino delle trattative sulle misure in materia di etichettatura degli organismi geneticamente modificati (OGM) e di produzioni di qualità, di sicurezza degli allevamenti, con particolare riferimento alla lotta contro l’encefalopatia spongiforme bovina (ESB), di igiene dei prodotti alimentari e, più in generale, di sicurezza e di tracciabilità dell’intera catena alimentare;
10) ad intensificare gli sforzi, in tale prospettiva, per istituire un’Autorità europea per la sicurezza alimentare sostenendo con fermezza la candidatura di Parma;
11) a sollecitare l’avvio di una riflessione sul necessario adeguamento della politica agricola comune conseguente, da un lato, al processo di ampliamento dell’Unione, dall’altro, allo sviluppo dei negoziati multilaterali nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e, in terzo luogo, alla maggiore sensibilità dei consumatori per i profili della sicurezza e della qualità degli alimenti;
12) ad adottare le necessarie disposizioni operative affinché sia assicurata l’immediata trasmissione al Parlamento degli atti preparatori della legislazione comunitaria a partire dalla loro ricezione – da parte della Commissione europea o degli altri soggetti proponenti – in modo tale da consentire alle Camere di esprimere le loro osservazioni entro sei settimane dalla presentazione di tali atti al Consiglio, in conformità con il Protocollo sui Parlamenti nazionali allegato al Trattato di Amsterdam.”

Il senatore VERTONE GRIMALDI propone di inserire nella risoluzione un riferimento all’esigenza di ridurre e semplificare la produzione normativa comunitaria.

Il presidente relatore BEDIN conviene che la proposta del senatore Vertone Grimaldi potrebbe essere recepita modificando opportunamente il paragrafo 1 del dispositivo.

Il senatore BETTAMIO osserva che la questione della semplificazione normativa andrebbe più opportunamente inserita in un altro paragrafo della risoluzione, giacché il paragrafo 1 riguarda le questioni istituzionali e il riordino dei Trattati. Egli condivide inoltre l’obiettivo di un rafforzamento del ruolo dei Parlamenti nazionali, oggetto del paragrafo 2, ma sottolinea l’esigenza di tener conto di obiezioni avanzate al riguardo da taluni Stati membri e dei risultati conseguiti in tale campo nel quadro dell’attività della Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC).

Il senatore MIGNONE rileva che la questione della semplificazione della normativa comunitaria potrebbe essere evocata anche a proposito delle iniziative di sostegno alle piccole e medie imprese ed all’attività imprenditoriale e delle misure volte a favorire la cooperazione fra le pubbliche amministrazioni, di cui al paragrafo 7.

Il senatore VERTONE GRIMALDI ribadisce e sottolinea la necessità di contemplare la questione della semplificazione normativa nell’ambito dei princìpi fondamentali dell’Unione.

Su proposta del PRESIDENTE la Giunta conviene quindi di modificare, in relazione alla questione della semplificazione normativa, unicamente il paragrafo 1 del dispositivo inserendovi, dopo le parole “riordino dei Trattati”, le seguenti: “nello spirito del principio della semplificazione della legislazione”.
Il presidente relatore Bedin, in relazione alle osservazioni del senatore Bettamio sul ruolo dei Parlamenti nazionali, propone altresì di inserire, dopo il paragrafo j) delle considerazioni preliminari, un nuovo paragrafo j-bis) del seguente tenore: “esprimendo apprezzamento per lo sviluppo del ruolo della Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC) nel quadro dell’Unione europea, in conformità con il Protocollo sui Parlamenti nazionali allegato al Trattato di Amsterdam, che ha tra l’altro articolato la sua attività istituendo un Gruppo di lavoro,”.

La Giunta approva la proposta del Presidente.

La senatrice SQUARCIALUPI propone di modificare, in relazione al paragrafo 3 del dispositivo, le parole “contrasto dell’immigrazione clandestina e di altri traffici illegali” con le parole “contrasto all’immigrazione clandestina e ad altri traffici illegali, come quello degli esseri umani,”.
L’oratore, in relazione al paragrafo f) delle considerazioni preliminari, osserva altresì che oltre a prendere atto delle priorità stabilite dalla Presidenza svedese si dovrebbe esprimere la condivisione della Giunta per le priorità stesse.

Il senatore MAGNALBÒ concorda con le osservazioni della senatrice Squarcialupi sul paragrafo 3 e sottolinea l’opportunità di collegare la politica europea in materia di immigrazione al monitoraggio delle opportunità occupazionali nell’Unione.

La senatrice DE ZULUETA ricorda che le decisioni del Consiglio europeo di Tampere non attengono solamente alla politica dell’immigrazione ma, più in generale, alla cooperazione giudiziaria e negli affari interni.

Il presidente relatore BEDIN precisa che la formulazione del paragrafo f) delle considerazioni preliminari tiene conto del fatto che l’Italia, pur condividendo le priorità delineate dalla Presidenza svedese, ritiene che sussistano anche altre priorità, segnatamente in materia istituzionale.
In relazione alle osservazioni del senatore Magnalbò egli propone di inserire al paragrafo 3 del dispositivo, dopo le parole “e sull’immigrazione legale”, le seguenti: “– da collegare anche al monitoraggio della domanda di lavoro negli Stati membri – e”.

La Giunta approva quindi le proposte di modifica del paragrafo 3 esposte dalla senatrice Squarcialupi e dal presidente relatore Bedin.

In relazione ai profili istituzionali affrontati dal citato paragrafo 1 del dispositivo il senatore MANZELLA, alla luce della particolare sensibilità di taluni Stati membri per la prospettiva di adottare una formale Costituzione europea, propone di sostituire le parole “con la loro eventuale trasformazione in una Costituzione” con le seguenti: “con la loro costituzionalizzazione”.

La Giunta approva la proposta emendativa del senatore Manzella.

Il senatore BETTAMIO, pur condividendo l’impostazione generale del progetto di risoluzione, osserva come essa sembri prospettare una situazione idilliaca dell’Unione, laddove invece appare chiaro che taluni paesi concepiscono l’allargamento in funzione di una diluizione dello spirito comunitario e della spinta all’integrazione. Al riguardo sarebbe quindi opportuno richiamare l’attenzione del Governo sollecitandone il fattivo impegno contro questo rischio.

Il presidente relatore BEDIN concorda con le considerazioni del senatore Bettamio che andrebbero opportunamente evidenziate in un apposito paragrafo da inserire nel dispositivo.

Il senatore MANZELLA propone a tale proposito di inserire nel dispositivo un nuovo paragrafo 1-bis) del seguente tenore: “a proseguire, parallelamente al processo di allargamento, l’opera di approfondimento istituzionale al fine di evitare ogni rischio di trasformazione dell’Unione europea ampliata in una semplice zona di libero scambio;”.

La Giunta approva quindi le suddette proposte emendative.

Verificata la sussistenza del numero legale prescritto, non essendovi altre richieste di intervento, il presidente BEDIN pone ai voti il progetto di risoluzione illustrato come risulta modificato nel corso della discussione, che viene approvato all’unanimità. La Giunta conferisce inoltre mandato al Presidente relatore a rinumerare i paragrafi della risoluzione e ad apportarvi le necessarie correzioni di coordinamento.


ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA


(100) (COM (2000) 471 def.) Relazione sullo stato di avanzamento della rete di sorveglianza epidemiologica e di controllo delle malattie trasmissibili nella Comunità (doc. 11569/00)

(72) Iniziativa della Repubblica francese in vista dell’adozione del regolamento del Consiglio relativo alla libera circolazione dei titolari di un visto per soggiorno di lunga durata (doc. 9667/00 Add 1)

(74) Iniziativa della Repubblica francese in vista dell’adozione della direttiva del Consiglio relativa al riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di espulsione dei cittadini di paesi terzi (doc. 10130/00)

(82) Decisione quadro del Consiglio sulla tutela penale contro comportamenti anticoncorrenziali fraudolenti o sleali in relazione all’aggiudicazione dei appalti pubblici nell’ambito del mercato interno (doc. 9230/33)

(98) (COM (2000) 448 def.) Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che proroga taluni programmi d’azione comunitari concernenti la salute pubblica, adottati dalle decisioni n. 645/96/CE, n. 646/96/CE, n. 647/96/CE, n. 102/97/CE, n. 1400/97/CE e n. 1296/97/CE e modifica dette decisioni (doc. 10725/00)

(147) Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante le regole di prevenzione e di lotta contro alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili (doc. 12963/00 Add 1 Rev 1)
(Esame congiunto con esiti separati. Deliberazione, ai sensi dell’articolo 144, comma 5, del Regolamento, per ciascuno degli atti n. 100, n. 72, n. 74, n. 82, n. 98 e n. 147)

Il presidente BEDIN ricorda che gli atti in titolo sono stati già esaminati dalla Giunta, per il parere alle Commissioni di merito, e che – essendo trascorsi almeno 15 giorni dalla trasmissione dei pareri senza che le predette Commissioni si siano pronunciate – ai sensi dell’articolo 144, comma 5, del Regolamento si rende necessaria una nuova deliberazione per chiedere la trasmissione dei rispettivi pareri al Governo per il tramite del Presidente del Senato.
Verificata la presenza del prescritto numero legale l’oratore pone pertanto in votazione, ai fini della suddetta deliberazione, ciascuno dei seguenti atti: n. 100, su cui la Giunta ha espresso parere favorevole lo scorso 31 gennaio; n. 72 e n. 74, su ciascuno dei quali la Giunta ha espresso parere favorevole con osservazioni nella seduta del 1° febbraio; n. 82 e n. 98, su ciascuno dei quali la Giunta ha espresso parere favorevole con osservazioni, e n. 147, su cui la Giunta ha espresso parere favorevole nella seduta del 7 febbraio 2001.

La Giunta delibera quindi, con distinte votazioni, di avanzare al Presidente del Senato le predette richieste di trasmissione al Governo.


(44) (COM (2000) 324 def. – Vol. III) – Proposta di decisione del Consiglio relativa alla firma, a nome della Comunità europea, dell’accordo di partenariato tra gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altro (doc. 8872/00 Add 2)

(45) (COM (2000) 324 def. – Vol. II) – Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell’accordo di partenariato tra gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altro (doc. 8872/00 Add 1)
(Esame congiunto, ai sensi dell’articolo 144, comma 4, del Regolamento. Approvazione del doc. XXIV-ter, n. 2))

La relatrice DE ZULUETA riferisce congiuntamente sugli atti comunitari in titolo che attengono alla conclusione dell’accordo di Cotonu, firmato il 23 giugno 2000, concluso fra la Comunità europea ed i suoi Stati membri, da un lato, e i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), dall’altro. Tale accordo di partenariato succede alla Convenzione di Lomé che costituisce il più importante accordo internazionale di cooperazione allo sviluppo dell’Unione europea la quale, a sua volta, rappresenta il maggior donatore mondiale. Ad esso partecipano 77 Stati ACP fra cui 48 paesi africani, di cui 33 appartenenti al gruppo degli Stati meno avanzati.
L’accordo costituisce quindi uno degli strumenti più importanti per il sostegno alle aree più povere del mondo. Esso è stato rinegoziato, in vista della scadenza della ventennale Convenzione di Lomé, già rinnovata tre volte, alla luce degli scarsi progressi conseguiti da tali paesi che, nonostante le preferenze commerciali e le altre forme di sostegno loro accordate, hanno visto peggiorare le rispettive condizioni economiche. La ridefinizione dei rapporti tra l’Unione europea e il gruppo ACP si è resa altresì necessaria in quanto talune delle precedenti clausole commerciali apparivano in contrasto con la normativa dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) sugli scambi internazionali.
Con la stipula del nuovo accordo ai 71 partner precedenti si sono aggiunti sei nuovi paesi del Pacifico. La nuova intesa si caratterizza inoltre per la centralità riconosciuta al rispetto dei diritti umani, dei principi democratici e dello stato di diritto e dei criteri di buona amministrazione. Essa si basa inoltre sull’approfondimento del dialogo politico, nel cui ambito è previsto anche lo svolgimento di periodiche valutazioni sul rispetto dei suddetti valori, sullo sviluppo della cooperazione economica e finanziaria e sul perseguimento dell’obiettivo di lottare contro la povertà e consolidare l’inserimento di tali Stati – che negli ultimi anni hanno visto diminuire il flusso di scambi e di investimenti che li riguardava – nell’economia internazionale e nell’OMC. Fra i pilastri su cui si basa il nuovo accordo figura inoltre la razionalizzazione degli strumenti di cooperazione economica, commerciale e finanziaria.
La relatrice illustra quindi alcuni degli aspetti caratterizzanti dell’accordo con riferimento all’inclusione del capitolo della migrazione – con l’inserimento di specifiche clausole sulla riammissione degli immigrati illegali nei paesi di provenienza, argomento di particolare interesse per l’Italia che figura tra i primi paesi a stipulare delle intese in questo settore – ed al coinvolgimento della società civile nei rapporti di partenariato. Dal punto di vista commerciale si prevede una graduale soppressione delle clausole in contrasto con le disposizioni dell’OMC, cui verranno però richieste delle deroghe per disciplinare la fase transitoria, che durerà fino al 2008. Per i paesi meno avanzati del gruppo si prevede altresì, a partire dal 2005, una esenzione doganale per quasi tutti i prodotti mentre per gli altri Stati verranno definiti, a partire dal 2004, regimi preferenziali alternativi compatibili con la normativa dell’OMC nonché forme di sostegno alla cooperazione economica ed agli scambi regionali. Un elemento negativo che caratterizza tali paesi, infatti, è lo scarso sviluppo degli scambi reciproci a fronte della relativa consistenza dei rapporti commerciali con l’Unione europea.
Gli strumenti finanziari essenziali, per cui è disponibile una dotazione globale di circa 25 miliardi di euro, cui l’Italia contribuisce nella misura del 12,5 per cento, sono costituiti dal Fondo europeo di sviluppo e dai prestiti erogati dalla Banca europea degli investimenti. Al riguardo l’oratore evidenzia come l’Italia costituisca uno dei maggiori contributori per le azioni di sviluppo multilaterali, fenomeno accentuato dalla compressione degli stanziamenti disponibili per la cooperazione bilaterale, scenario che rende tanto più importante per l’Italia l’accordo in esame.
Soffermandosi sull’iter dell’atto in esame la relatrice ricorda che già nel 1997 la Commissione europea ha pubblicato un Libro verde sui rapporti fra l’Unione europea e i paesi ACP, che è stato approfonditamente esaminato dal Parlamento europeo il quale, in vista dei nuovi accordi, nel 1998 ha approvato un’articolata risoluzione formulando una serie di proposte, la maggior parte delle quali è stata recepita nell’intesa firmata a Cotonu. Fra queste figura il riconoscimento della centralità dei diritti umani – sebbene i paesi partner non abbiano accettato di formalizzare il principio della condizionalità degli aiuti – l’inserimento negli accordi dei capitoli sulla migrazione e sull’indebitamento nonché un più incisivo impegno nella lotta contro la povertà. Nonostante il mancato condizionamento degli aiuti al rispetto dei diritti umani, cui l’Unione europea è molto sensibile, si deve tuttavia ritenere che il dialogo politico, soprattutto nei casi più gravi – come il conflitto del Governo con la magistratura e le vessazioni nei confronti dei coltivatori bianchi nello Zimbabwe - consentirà di conseguire, anche attraverso lo svolgimento di missioni di monitoraggio elettorale, apprezzabili progressi. Negli accordi non è stata invece recepita la proposta del Parlamento europeo di affrontare anche il tema dei rifugiati né aspetti più tecnici come l’estensione della fase di transizione per il superamento degli accordi di Lomé per una durata di dieci anni anziché gli otto stabiliti dai Governi. L’accordo si caratterizza inoltre per un quadro istituzionale che contempla, a fianco dei meccanismi intergovernativi, un organismo parlamentare misto, composto dai rappresentanti dei paesi ACP e del Parlamento europeo.
L’oratore evidenzia tuttavia come da parte dei paesi del gruppo ACP siano stati manifestati dei timori a proposito della congruità delle somme stanziate dall’Unione europea rispetto ai danni che potrebbero derivare dallo smantellamento delle tariffe preferenziali incompatibili con la normativa dell’OMC.
Dopo aver sottolineato, quindi, la complessità del negoziato svoltosi e ricordando che l’accordo sarà perfezionato con il prevedibile parere conforme del Parlamento europeo e che entrerà in vigore a seguito della ratifica da parte degli Stati membri, la relatrice propone infine di esprimere un giudizio favorevole con le osservazioni menzionate.
Il senatore MANZI condivide l’obiettivo di perseguire un maggiore rispetto dei diritti umani attraverso il dialogo politico ma sottolinea come tale questione non possa essere posta nei termini di una contropartita per gli aiuti dell’Unione europea.
Il senatore MANZELLA chiede chiarimenti sul coordinamento fra le misure in favore dei paesi più poveri previste dall’accordo di Cotonu e le altre iniziative assunte in favore dei paesi meno avanzati, fra le quali figura una recente intesa commerciale con 48 Stati.
Il senatore MAGNALBO’ condivide le considerazioni del senatore Manzi e preannuncia un voto favorevole del Gruppo di Alleanza nazionale sulla relazione della senatrice De Zulueta.
Il presidente BEDIN propone di sottolineare, nel documento della Giunta sull’atto comunitario in titolo, che gli effetti delle clausole commerciali previste dall’accordo di Cotonu, con particolare riferimento al loro impatto sulle produzioni agricole mediterranee, devono essere considerati, sotto tutti i punti di vista, come degli oneri a carico dell’Unione e non possono gravare solamente sui settori economici o sulle regioni interessate. Considerando il rilievo dell’impegno finanziario degli Stati membri – che, come evidenziato dalla relatrice, incide anche sulle loro politiche di cooperazione bilaterali – sarebbe altresì opportuno prefigurare delle forme di coinvolgimento dei Parlamenti nazionali negli organismi parlamentari istituiti dai suddetti accordi.
Il senatore VERTONE GRIMALDI sottolinea come gli accordi con i paesi ACP non possano essere considerati una forma di beneficenza in quanto la situazione economica di tali Stati deriva anche dalle sfavorevoli ragioni di scambi imposte dai paesi più ricchi.
Il senatore BETTAMIO, preannunciando il voto favorevole, osserva come gli accordi di cooperazione stipulati dall’Unione europea appaiano ancora inadeguati rispetto all’obiettivo di identificare dei più efficaci fattori di sviluppo per quei paesi.
Il senatore LO CURZIO annuncia il voto favorevole da parte del Gruppo CCD.
La relatrice DE ZULUETA, in relazione alle osservazioni del senatore Manzi e del senatore Vertone Grimaldi, precisa che i paesi del Gruppo ACP condividono tutti la prospettiva di rafforzare la democrazia. Le loro preoccupazioni emergono piuttosto a proposito delle sollecitazioni rivolte allo sviluppo della democrazia economica e delle condizioni di mercato, che vengono percepite, anche per via dell’impatto negativo delle ragioni di scambio, come una forma di ingerenza neocoloniale.
Rilevando come talune misure in favore di paesi meno avanzati costituiscano una sorta di applicazione anticipata delle più generali politiche di sostegno internazionale, che prevedono la sostanziale abolizione delle tariffe doganali per i prodotti di tali paesi, l’oratore rileva l’impatto modesto degli accordi di Cotonu sui prodotti mediterranei, che infatti non contemplano i prodotti più sensibili come lo zucchero. La relatrice condivide tuttavia le osservazioni in merito all’esigenza di ripartire gli oneri derivanti dalle clausole commerciali di tali accordi, che potrebbero riguardare, ad esempio, il settore tessile. L’oratore, rilevando che negli organismi istituiti dai suddetti accordi non vengono contemplati i Parlamenti nazionali, sottolinea inoltre la necessità di monitorarne l’attuazione anche a livello parlamentare, e dichiara la propria disponibilità ad accogliere le considerazioni in proposito del presidente Bedin quali auspici per le future intese.
La relatrice rileva infine come proprio l’inefficacia della Convenzione di Lomé rispetto all’obiettivo di sostenere lo sviluppo negli Stati meni favoriti abbia indotto le parti a rinegoziare un nuovo accordo.
Verificata la presenza del prescritto numero dei senatori, la Giunta conferisce quindi mandato alla relatrice a redigere un documento in cui si esprime un giudizio favorevole con le osservazioni emerse dal dibattito.



CONVOCAZIONE DEL COMITATO PARERI


Il presidente BEDIN comunica che il Comitato pareri, già convocato in data odierna al termine della seduta, è convocato anche al termine della seduta della Giunta prevista domani, giovedì 8 marzo, per esaminare gli atti di cui non verrà concluso l’esame nella seduta odierna del Comitato pareri nonché gli altri atti comunitari ancora in itinere non inseriti nell’ordine del giorno della Giunta.