4a Seduta (pomeridiana)


Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

Interviene il Ministro dell'ambiente Ronchi.

La seduta inizia alle ore 14,20.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
(R033 004, C13a, 0001o)

Il presidente GIOVANELLI fa presente che il Gruppo Verdi-l'Ulivo ha presentato, ai sensi dell'articolo 33, quarto comma del Regolamento, la richiesta di attivare l'impianto audiovisivo per lo svolgimento delle comunicazioni all'ordine del giorno. Avverte che, informato della richiesta anzidetta, il Presidente del Senato ha già preannunciato il proprio assenso.

Il senatore SPECCHIA, pur dicendosi d'accordo con l'adozione di tale forma di pubblicità per tutto lo svolgimento della procedura informativa, osserva che sarebbe stato opportuno venire a conoscenza della richiesta stessa con maggiore anticipo.

Non facendosi ulteriori osservazioni, la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo si intende accolta e conseguentemente viene adottata detta forma di pubblicità.

PROCEDURE INFORMATIVE
Comunicazioni del Ministro dell'ambiente sugli indirizzi generali della politica del suo dicastero
(R046 003, C13a, 0002o)

Il presidente GIOVANELLI rivolge parole di benvenuto al nuovo Ministro dell'ambiente, di cui ricorda la lunga attività prestata con grande impegno e competenza in sede parlamentare.

Il ministro RONCHI dichiara preliminarmente la propria intenzione di mantenere con la Commissione il più stretto contatto possibile e la massima collaborazione, anche per la consapevolezza da lui maturata circa l'importanza del lavoro delle Commissioni parlamentari.
Enuncia quindi i presupposti principali del programma d'azione del Ministro dell'ambiente, in sintonia con le dichiarazione programmatiche del Presidente del Consiglio: la strategia dello sviluppo sostenibile, la consapevolezza della necessità di una svolta europea nelle politiche ambientali italiane, la volontà di fare del degrado ambientale occasione di una nuova sfida tecnologica e di competitività del sistema industriale ed economico, un'azione nuova ed efficace da parte dei settori delle politiche ambientali che stimoli l'attivazione di sinergie coinvolgendo i numerosi altri settori aventi un impatto sull'ambiente.
Il Ministro si sofferma quindi ad illustrare i principali problemi ambientali che attendono risposte e che saranno più precisamente individuati nella relazione sullo stato dell'ambiente, la quale sarà inoltrata al Parlamento ai primi di settembre. Da tale relazione emerge purtroppo un quadro di aggravamento della crisi ambientale, di cui un indicatore significativo è la recente scoperta di una quantità di DDT notevolmente superiore ai limiti di sicurezza in un pesce del lago Maggiore. A seguito di tale scoperta sono stati attivati tutti i controlli opportuni e si è indicato all'azienda interessata un piano di risanamento, ma tutto ciò non lascia ancora soddisfatti in quanto bisogna arrivare ad essere in grado di prevenire fatti simili.
La lista delle urgenze ambientali si è purtroppo ampliata nel tempo e presenta oggi, come fenomeni più significativi: la continua crescita dei rifiuti urbani e l'inadeguatezza della maggior parte delle discariche, che hanno determinato una situazione di emergenza in molte città della Lombardia, della Puglia e della Campania; la preoccupante situazione delle acque che per il 50 per cento delle utenze civili non è soddisfacente in termini quantitativi o qualitativi; l'aumento dell'inquinamento dell'aria, sempre più rischioso per la salute; il degrado del territorio; l'aumento del numero delle aree classificate come ad elevato rischio di crisi ambientale. Quanto ai rifiuti, il ministro Ronchi dichiara che le politiche volte alla loro riduzione non hanno dato risultati apprezzabili e le iniziative partite per il recupero e il riciclaggio mantengono un carattere limitato; alcuni gruppi industriali hanno avviato politiche di autosmaltimento, altre hanno utilizzato il decreto-legge sui rifiuti, riducendo le quantità classificate come rifiuti in modo considerevole. Tuttavia, la Commissione Europea ha avviato contro questo decreto una procedura di infrazione che obbligherà il Governo a modificarlo in coerenza con le direttive 91/156 e 91/689. Relativamente alle acque, egli fa poi presente che la domanda di depurazione è soddisfatta nella misura del 70 per cento ma solo il 40 per cento degli impianti funziona con il terzo stadio, in grado di abbattere anche nitrati e fosfati. L'aumento dell'inquinamento dell'aria è dovuto principalmente al vertiginoso incremento della densità automobilistica (10 autovetture ogni 19 abitanti) e alla pesante diminuzione della quota di trasporto merci su ferrovia (dal 27 per cento al 10 per cento del totale) nonchè del trasporto pubblico urbano, sceso dall'11 per cento al 2,3 per cento a favore del trasporto privato. Relativamente al degrado del territorio, confermato dall'aumento negli ultimi dieci anni di alluvioni e frane che hanno impegnato il bilancio statale per circa 50.000 miliardi, occorre riconoscere che esso è in larga parte ascrivibile al dilagare dell'abusivismo edilizio. Per quanto riguarda infine le aree ad elevato rischio di crisi ambientale il Ministro, preso atto dei forti ritardi registrati sia dai piani di bonifica sia dalle misure per la sicurezza degli impianti a rischio, assicura il massimo impegno auspicando anche il fattivo impegno del Parlamento.
Purtroppo il Ministero dell'ambiente, a fronte dell'ampliamento degli interventi ad esso richiesti, ha visto nel tempo rimanere immodificate sia le strutture che le risorse. Auspica pertanto un ripensamento dell'Assemblea del Senato in sede di esame dei presupposti di costituzionalità del decreto n. 271, che inquadra 184 unità di personale sulle 650 unità già impiegate dal Ministero dell'ambiente, il cui numero è comunque largamente inferiore alla necessità funzionale di organico pari a 1100 unità.
Fa poi presente alla Commissione che è stato pubblicato lo statuto dell'ANPA (Agenzia nazionale protezione ambiente) ed egli sta attualmente lavorando al regolamento e al completamento delle nomine per renderla operativa, nonchè per la costituzione delle agenzie regionali, che risultano oggi realizzate solo in quattro regioni.
Dichiara poi che, sul piano normativo, sarebbe importante convertire rapidamente il decreto-legge n. 245 sulle industrie a rischio, oltre al decreto-legge sul personale già citato, mentre per quanto riguarda il decreto-legge n. 246, preannuncia l'intento di apportare ad esso significative modifiche in sede di prossima reiterazione, affiancandolo con una proposta di decreto legislativo che recepisca le direttive comunitarie, sulla base del lavoro già svolto dalla Commissione VIII della Camera dei deputati. Comunica poi di essersi attivato per predisporre, in recepimento di direttive europee, testi unici per le acque e l'inquinamento dell'aria.
Il Ministro dà poi conto delle azioni intraprese per il completamento del programma delle aree naturali protette, di cui alla legge n. 394 del 1991, in particolare per il varo del parco dell'Arcipelago toscano che potrebbe raggiungere rapidamente un esito positivo. Assicura comunque il massimo impegno anche per il reale decollo dei parchi già istituiti, accanto al completamento degli altri parchi previsti, il Gennargentu e quello del Delta del Po, in modo da attuare pienamente la legge sulle aree protette che, a suo avviso, risulta una buona legge che sta consentendo all'Italia di costituire una rete di aree protette al passo con l'Europa.
Dopo avere informato la Commissione in merito all'esito delle procedure di valutazione di impatto ambientale, il ministro Ronchi comunica che il prossimo Consiglio europeo dei ministri dell'ambiente affronterà come temi principali una proposta di direttiva sull'immissione nel mercato dei biocidi, un progetto di conclusioni sui cambiamenti climatici e in materia di emissioni da autovettura, nonchè una proposta di revisione del quinto programma comunitario di politica e di azione a favore dell'ambiente. Afferma poi che, sempre in campo internazionale, il Ministero dell'ambiente intende svolgere un ruolo anche nell'applicazione degli impegni assunti dal Governo alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti umani Habitat II. In particolare, intende contribuire alla concreta applicazione della proposta italiana avanzata ad Istanbul di collaborazione internazionale per l'habitat del Mediterraneo (Med-Habitat) tesa al consolidamento del partenariato euromediterraneo, proponendo di ospitare a tal fine l'Osservatorio Med-Habitat per monitorare nell'intero bacino del Mediterrano l'applicazione delle decisioni assunte alla Conferenza di Istanbul. Alla costante attenzione del Ministero sarà comunque anche l'attuazione delle altre convenzioni sottoscritte dall'Italia a livello internazionale e a tal fine un importante punto di riferimento sarà la sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU prevista per il prossimo giugno 1997, che valuterà il lavoro svolto in sede di attuazione dell'Agenda 21 e delle convenzioni in materia ambientale fino al 1997.
In conclusione, il ministro Ronchi si riserva di trasmettere le risultanze del Consiglio di Lussemburgo e degli altri appuntamenti internazionali, insieme a tutto il materiale di approfondimento delle attività del Ministero che sarà richiesto dalla Commissione.

Sulle comunicazioni rese dal Ministro dell'ambiente si apre la discussione.

Il senatore SPECCHIA denuncia le gravi difficoltà in cui si dibatte il Ministero dell'ambiente, sin dal problema del personale e da quello delle sedi disagiate, lamentando la grave insufficienza di strutture in cui versa la politica ambientale del Governo. Al di là della personale buona volontà del ministro Ronchi, resta un serio problema di rapporti tra il suo Dicastero e le altre branche amministrative dello Stato, nonchè con gli enti locali: in settori delicati come quello dello smaltimento dei rifiuti, si riscontrano inadempimenti regionali a fronte dei quali lo Stato dovrebbe decidersi ad esercitare poteri surrogatori; peraltro, nessuna soluzione è stata prefigurata dal Ministro in merito all'incentivazione dei sistemi più moderni di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, mentre la problematica delle discariche resta tuttora aperta.
Le posizioni che il senatore Ronchi ha espresso in molteplici sedi, anche parlamentari nel corso della scorsa legislatura, sono note, ma non altrettanto lo sono le posizioni di un Governo nel quale si riproduce l'antica contrapposizione tra Ministero dell'ambiente e Ministero dell'industria: il contemperamento tra tali opposte sensibilità - quando non addirittura diverse concezioni politiche dello sviluppo - non dovrebbe portare al sacrificio dell'ineliminabile esigenza di salvaguardia delle popolazioni e dell'ambiente in cui vivono.
Un caso nel quale potrebbe emergere tale vistosa contrapposizione di interessi è quello delle centrali a carbone di Brindisi, che da lungo tempo condizionano la vivibilità dell'intera penisola salentina. Un accordo raggiunto tra Enel ed enti locali, sotto gli auspici dell'allora ministro dell'industria Battaglia, tra il 1989 ed il 1991, non è stato rispettato dall'Ente nazionale per l'energia elettrica, nei cui confronti l'atteggiamento del Governo è stato a dir poco connivente. Sin dal 1994 l'Assemblea del Senato votò un ordine del giorno volto ad impegnare il Governo all'attuazione del cosiddetto «lodo Battaglia», che prevedeva un riassetto dell'area, con garanzie di risanamento ambientale ed adeguata considerazione occupazionale della realtà così deindustrializzata.
In ispregio a tale impegno vincolante, il ministro dell'industria pro tempore Clò nell'agosto 1995 avallava un preaccordo - nettamente peggiorativo - raggiunto dall'Enel con gli enti locali, lasciati soli dal Governo dinanzi alla preponderante pressione del soggetto proprietario degli impianti; va anzi stigmatizzato il fatto che il ministro dell'ambiente pro tempore Baratta, lungi dal tutelare le esigenze di salvaguardia ambientale dell'area, abbia in quell'occasione condizionato il conferimento di 40 miliardi di lire - nell'ambito del programma per l'area ad elevato rischio di crisi ambientale del brindisino -all'accoglimento da parte del comune dell'elemento qualificante di quel preaccordo, ovvero il mantenimento del livello dei 4.000 megawatt di potenza dell'impianto.
Le assemblee rappresentative degli enti locali hanno in seguito respinto tale ipotesi di preaccordo, sottoponendo al Governo un testo maggiormente riguardoso della tutela dell'ambiente: in proposito si sono registrate coraggiose ed opportune prese di posizione pubbliche da parte del ministro Ronchi, che è perciò degno di gratitudine per quanto ha voluto affermare in difesa della salute dei cittadini del Salento. È però vivo il timore nel Gruppo di Alleanza nazionale che all'interno del Governo la posizione del Ministro dell'ambiente non sarà adeguatamente sostenuta, dovendosi scontrare con quella del Ministero dell'industria, notoriamente favorevole all'Enel. In attesa di sottoporre alla verifica dei fatti la posizione del Ministro, il senatore Specchia conclude invitando il Ministro a convocare al più presto un incontro tra rappresentanti dei Dicasteri dell'ambiente e dell'industria, l'Enel e rappresentanti della regione Puglia, della provincia di Brindisi e del relativo comune, allo scopo di valutare la grave questione della centrale elettrica e della sua ricaduta ambientale.

Il presidente GIOVANELLI rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 15,15.