I N D U S T R I A (10a)
MARTEDI' 3 OTTOBRE 2000
338a Seduta
Presidenza del Presidente
CAPONI



Interviene il sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato e per il commercio con l'estero Passigli.

La seduta inizia alle ore 15,40.



SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il presidente CAPONI, con riferimento alle esigenze di approfondimento della situazione della Ansaldo Trasporti Spa, avanzate da alcuni senatori, precisa di aver ricevuto una comunicazione dalla Finmeccanica in cui si precisa che nelle prossime settimane sono convocate le Assemblee delle società Finmeccanica e Ansaldo Trasporti per l'elezione dei nuovi Consigli di amministrazione e che, pertanto, appare preferibile rinviare gli incontri previsti ad un momento successivo alla ricostituzione degli organi societari. Ritiene che sia opportuno accogliere tale suggerimento.

Il senatore DEMASI prende atto di quanto riferito dal Presidente e concorda sulla soluzione proposta a condizione che il rinvio non si prolunghi eccessivamente.


IN SEDE REFERENTE

(Doc. XXI, n. 32) WILDE ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle responsabilità della crisi e della liquidazione dell'EFIM e delle società da esso controllate

(2459) Deputati Alessandro RUBINO e DEODATO. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività del gruppo EFIM nonché sulle modalità della sua liquidazione, approvato dalla Camera dei deputati
(Rinvio del seguito dell'esame congiunto della proposta di inchiesta parlamentare e del disegno di legge)



Il presidente CAPONI ricorda che nella seduta del 9 febbraio scorso l'esame degli atti in titolo era stato rinviato al fine di acquisire ulteriori elementi conoscitivi. Chiede, quindi, al relatore se sia opportuno procedere all'approfondimento della relazione presentata dalla Corte dei conti sulla liquidazione dell'Efim.

Il relatore MUNGARI ricorda che la proposta di istituire una Commissione d'inchiesta sull'Efim è stata già approvata dalla Camera dei deputati e che gli ampi poteri che sono stati attribuiti dalla legge al Commissario straordinario consiglierebbero l'audizione dello stesso per comprendere quale sia lo stato attuale della procedura di liquidazione ad oltre cinque anni dalla scadenza originaria. Appare opportuno, peraltro, approfondire ulteriormente gli elementi contenuti nella relazione presentata dalla Corte dei conti e, successivamente, decidere sulle modalità di prosieguo dell'esame.

Il senatore WILDE concorda con quanto affermato dal Relatore circa l'esigenza di approfondire, in tempi solleciti, le valutazioni della Corte dei conti.

Il seguito dell'esame congiunto viene quindi rinviato.



IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di regolamento recante disposizioni relative agli uffici di diretta collaborazione del Ministro del Commercio con l'estero (n, 734)
(Parere al Ministro del commercio con l'estero, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59)
(Esame e rinvio)



Il relatore MICELE illustra lo schema di regolamento in titolo, osservando che, in base a quanto disposto dall'articolo 55, comma 3, del decreto legislativo n. 300 del 1999, in attesa dell'attuazione della riforma generale dell'organizzazione del Governo - ivi prevista a partire dalla prossima legislatura - le singole Amministrazioni possono procedere al temporaneo riassetto delle strutture interne. Pertanto, lo schema di regolamento in esame - che segue provvedimenti analoghi già adottati da altre Amministrazioni - è finalizzato a riordinare gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro del commercio con l'estero, al fine di trasformarli in strutture di supporto dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo e l'Amministrazione, nel pieno rispetto del principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e le attività di gestione, in conformità al quadro organizzativo e funzionale delineato dalla riforma del 1999.
In realtà, oltre ai provvedimenti di portata generale - come il già citato decreto n. 300 o il decreto legislativo n. 303 del 1999 relativo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri o il decreto legislativo n. 112 del 1998 relativo al conferimento di funzioni alle Regioni e agli enti locali - nel corso di questi ultimi anni sono stati adottati altri atti normativi che modificano i presupposti legislativi delle norme di organizzazione dei Ministeri attualmente in vigore.
In particolare, sulla disciplina generale dell'organizzazione degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri hanno inciso l'articolo 9 del decreto legislativo n. 80 del 1998, che ha sostituito il comma 2 dell'articolo 14 della legge n. 29 del 1993; l'articolo 7 del decreto legislativo n. 300 del 1999, che ha integrato i principi ivi contenuti; il decreto legislativo n. 286 del 1998 che, nel definire nuovi criteri per la valutazione dei costi e dei risultati dell'attività svolta dalle pubbliche amministrazioni, ha inquadrato il Servizio di controllo interno nell'ambito degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro. Lo schema di regolamento predisposto dal Ministero del commercio con l'estero si colloca, pertanto, in tale contesto normativo. Esso si compone di 8 articoli. L'articolo 1 chiarisce le definizioni adottate nel testo. L'articolo 2, oltre a ribadire l'efficacia temporale del provvedimento (che rimarrà in vigore fino all'attuazione della riforma del Governo), individua gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro nella Segreteria, nella Segreteria del Sottosegretario di Stato, nell'Ufficio di Gabinetto, nella Segreteria tecnica, nell'Ufficio legislativo, nell'Ufficio del Consigliere diplomatico, nell'Ufficio stampa e nel Servizio di controllo interno. L'articolo 3 descrive, quindi, le funzioni dei diversi Uffici di diretta collaborazione, mentre l'articolo 4 regola il Servizio di controllo interno. Finora tale Servizio era disciplinato dal decreto ministeriale n. 95 del 1997: pur operando in autonomia, esso non era collocato tra i Servizi di diretta collaborazione del Ministro, come invece è stato previsto, in via generale per tutte le Amministrazioni, dal già citato decreto legislativo n. 286 del 1998. Adeguandosi pertanto a tali indicazioni, lo schema in esame conferisce al Servizio di controllo interno un insieme di funzioni relative ad attività di controllo, di analisi e di monitoraggio, nonché il compito di formulare valutazioni sui dirigenti destinatari delle direttive degli organi di indirizzo politico-amministrativo. Al Servizio, peraltro, è assegnato un apposito contingente di personale, fino ad un massimo di 12 unità. Il limite massimo numerico degli addetti agli altri Uffici di diretta collaborazione è poi fissato dal successivo articolo 5: oltre ai responsabili dei 6 Uffici, tale limite è fissato in 71 unità, tra le quali possono essere individuate fino a 8 posizioni di livello dirigenziale per lo svolgimento di specifici incarichi. Le posizioni dirigenziali non vanno considerate aggiuntive rispetto all'attuale dotazione del Ministero (41 tra dirigenti di prima e seconda fascia) ma ricomprese in essa. Rispetto invece alla dotazione complessiva del personale attualmente addetto agli Uffici di diretta collaborazione, con lo schema si opera una lieve riduzione, passando da 81 a 77 unità. L'articolo 5, inoltre, definisce le modalità di assegnazione del personale in prestito, l'attribuzione di incarichi ad esterni, le assunzioni a tempo determinato, fissando precisi limiti percentuali. L'articolo 6 indica, poi, i requisiti richiesti per la nomina dei responsabili degli Uffici, ponendo particolare attenzione al possesso di elevate capacità professionali, adeguate alle funzioni da svolgere. A causa della necessaria sussistenza di un vincolo fiduciario tra organo politico e responsabili degli Uffici, si prevede che la loro nomina non possa durare più del mandato governativo. L'articolo 7 definisce il trattamento economico degli addetti agli Uffici, specificandone le varie articolazioni retributive ed accessorie, anche in relazione all'appartenenza o meno del suddetto personale alle Amministrazioni pubbliche. L'articolo 8 , infine, contiene le disposizioni per la prima applicazione del regolamento nonché quelle di abrogazione.
Il relatore ricorda che sullo schema in esame si è già espresso il Consiglio di Stato. Nel proprio parere, tale organo ha evidenziato l'opportunità di introdurre alcune modifiche al testo del regolamento, con la finalità di individuare in maniera più chiara le competenze di alcuni uffici e di adeguare le previsioni relative al trattamento economico del personale alla normativa attualmente vigente.
In conclusione si può convenire che lo schema di regolamento in essere sia stato predisposto in coerenza con l'esigenza, ripetutamente affermata, di garantire l'effettiva distinzione tra politica ed amministrazione; sotto questo profilo, quindi, appare corretta la specificazione contenuta nell'articolo 2, secondo la quale gli uffici di diretta collaborazione del Ministro non svolgono attività di gestione amministrativa ma solo attività di supporto all'organo di direzione politica, assicurando il raccordo con l'Amministrazione, collaborando all'attività di definizione degli obiettivi, all'elaborazione delle politiche pubbliche, alla relativa valutazione e alle connesse attività di comunicazione, con particolare riguardo all'analisi dell'impatto normativo, all'analisi costi-benefici e alla congruenza tra obiettivi e risultati. Il principio, opportunamente accolto nello schema di regolamento, è quello di diversificare chiaramente le funzioni di staff da quelle di line, evitando che gli uffici di diretta collaborazione svolgano funzioni ed attività amministrative risultanti nelle competenze dei dirigenti ministeriali.
Il relatore propone, quindi, di esprimere parere favorevole, segnalando all'attenzione del Governo, così come ha già fatto il Consiglio di Stato nel proprio parere, due punti particolarmente significativi: l'opportunità di precisare meglio nel testo finale del Regolamento le competenze della Segreteria tecnica, la cui definizione, così come formulata nello schema di regolamento, potrebbe dar luogo a qualche problema di sovrapposizione con le attribuzioni dell'Ufficio di Gabinetto, che, peraltro, nel testo vengono individuate in modo piuttosto generico; l'esigenza di riformulare le disposizioni in materia di trattamento economico del personale adeguandole meglio alla normativa vigente e puntando al raggiungimento dell'obiettivo, che il Consiglio di Stato sottolinea come assoluta necessità, di omogeneizzazione del trattamento economico da erogare ai pubblici dipendenti assegnati presso le strutture di supporto nelle diverse amministrazioni.

Il seguito dell'esame viene quindi rinviato.



Proposta di nomina del Presidente dell'Istituto Nazionale per le conserve alimentari (n. 157)
(Parere al Presidente del Consiglio dei Ministri. Esame. Parere favorevole)


Prosegue l'esame sospeso nella seduta del 27 settembre.

Il senatore TRAVAGLIA dichiara di condividere la proposta di parere favorevole formulata dal Relatore sulla nomina in titolo.

Concordano i senatori TURINI e WILDE.

Si procede quindi alla votazione della proposta di nomina del signor Francesco Maini quale Presidente dell'Istituto Nazionale per le conserve alimentari, che viene approvata all'unanimità.

Hanno preso parte alla votazione i senatori CAPONI, CAZZARO, DEMASI, GAMBINI, LARIZZA, MACONI, MICELE, MUNGARI, PIREDDA, SELLA DI MONTELUCE, TRAVAGLIA, TURINI e WILDE.


La seduta termina alle ore 16,10.