GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee



Giovedì 12 novembre 1998

114a Seduta

Presidenza del Presidente

BEDIN








La seduta inizia alle ore 8,40



IN SEDE CONSULTIVA



(1388-ter) Disposizioni in materia di servizi pubblici locali e di esercizio congiunto di funzioni di comuni e province (Risultante dallo stralcio, deliberato dall'Assemblea il 21 gennaio 1998, degli articoli 10 e 11 del testo proposto per il disegno di legge d'iniziativa governativa)

(3295) DEBENEDETTI - Norme per l'apertura al mercato dei servizi pubblici locali, per la loro riorganizzazione e sviluppo su base concorrenziale
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione. Parere alla 1a Commissione: favorevole)


Riprende l'esame sospeso nella seduta del 29 luglio.

Il relatore BESOSTRI riepiloga gli elementi che lo inducono a proporre sui provvedimenti in titolo, per quanto attiene i profili di competenza della Giunta, un parere favorevole. Il disegno di legge n. 1388-ter risultante dallo stralcio di un testo di iniziativa governativa, introduce infatti l'obbligo di una valutazione comparativa, e non più discrezionale, in merito al modulo organizzativo scelto dagli enti territoriali per l'affidamento della gestione dei servizi pubblici: aziende speciali, società a capitale pubblico o affidamento in concessione ad imprese private. Vengono inoltre eliminati dei privilegi riconosciuti attualmente a determinati soggetti, che avrebbero potuto essere qualificati da parte dell'Unione europea come aiuti statali indiretti, equiparando i soggetti pubblici e privati chiamati a gestire servizi pubblici in termini di trattamento fiscale e in ordine all'accesso alla Cassa depositi e prestiti.
Un'altra misura in linea con lo spirito di apertura al mercato é la norma che prevede che le aziende municipalizzate possono gestire solamente servizi pubblici caratterizzati dalla gestione in regime di monopolio mentre debbano costituire delle società per azioni per partecipare a gare concernenti l'affidamento della gestione di altri servizi pubblici. Al riguardo l'oratore non condivide le obiezioni di coloro che ritengono che le istituende società per azioni non possano far valere, come referenza, l'esperienza acquisita dalle aziende municipalizzate che le hanno originate. Il senso della nuova normativa è infatti quello di favorire la costituzione delle suddette società per azioni, divenendo un caso residuale il ricorso alle aziende municipalizzate.
Rilevando che anche il disegno di legge n. 3395 si muove nel senso di una ampia liberalizzazione dei servizi pubblici locali l'oratore sottolinea come entrambi i provvedimenti consentano di definire un quadro normativo più in linea con i principi comunitari in materia di concorrenza.

La Giunta, quindi, conferisce mandato al relatore di redigere un parere favorevole nei termini emersi.



MATERIE DI COMPETENZA



Legittimità democratica e riforma delle istituzioni dell'Unione europea (Esame, ai sensi dell'articolo 50, comma 1, del Regolamento, e rinvio)

(R050 001, C23a, 0003°)


Il relatore TAPPARO ricorda come la decisione di svolgere un dibattito sulla materia in titolo sia stata adottata dalla Giunta al fine di approfondire temi quali i procedimenti decisionali e la rappresentatività degli organismi comunitari tenendo conto che permane la presenza del cosiddetto "deficit democratico" nel quadro istituzionale dell'Unione europea. In una fase caratterizzata da una accelerazione del processo di riforma, che prosegue dopo il Trattato di Amsterdam, il Parlamento deve dunque essere posto in condizione di comprendere gli indirizzi di fondo e di assumere le proprie responsabilità prendendo posizione.
Al riguardo, come si desume anche dalle indicazioni emerse nel recente Vertice austriaco, permane un dualismo tra un'Europa di carattere intergovernativo - per la quale si rende inevitabile, benché criticata, una frammentazione di sedi decisionali fra vari Consigli dei ministri specializzati - ed un'Europa caratterizzata da meccanismi tendenzialmente sovranazionali.
Si assiste inoltre ad un dibattito sul rafforzamento della Commissione europea e dei poteri del suo presidente senza domandarsi se questo sia giusto in presenza di un Parlamento europeo ancora depotenziato, che partecipa all'assunzione di decisioni in modo inadeguato. A tale proposito l'oratore rileva come la partecipazione del Parlamento europeo al procedimento legislativo comunitario assomigli ai pareri, recepiti solo in misura marginale dal Governo, espressi dalle Commissioni parlamentari sugli schemi di decreti legislativi. L'incidenza del Parlamento nel sistema istituzionale comunitario non è quindi tale da consentire di eludere il problema nell'ambito del negoziato sulla riponderazione del voto e sull'estensione del voto a maggioranza nel Consiglio e sulla composizione della Commissione europea.
Il percorso che si profila non è tuttavia ancora chiaro e tra gli aspetti da affrontare figura il ruolo della Commissione e del suo presidente, la quale è in grado di assumere iniziative di sua volontà, senza essere legittimata da alcuna verifica elettorale né da un rapporto diretto con la società civile.
L'oratore osserva inoltre l'esigenza di affrontare il problema della creazione di una vera politica economica e fiscale comune per riequilibrare l'istituzione di una sovranità monetaria europea e conferire legittimità alla gestione sovranazionale delle risorse finanziarie dell'Unione.
È necessario quindi verificare la posizione del Governo in ordine ai suddetti problemi poiché, considerando la complessità del processo in corso, esiste il rischio che il Parlamento non focalizzi i nodi essenziali. L'oratore sottolinea tuttavia come tale opera di approfondimento non risponda a finalità accademiche bensì sia volta a consentire al Parlamento di incidere realmente nel suddetto processo. Dichiarando di essersi limitato ad offrire un quadro di insieme della problematica da affrontare il relatore conclude preannunciando la presentazione di proposte specifiche in ordine alle questioni di merito in una fase successiva del dibattito.

La senatrice SQUARCIALUPI chiede chiarimenti sull'iter della procedura in corso.

Il relatore TAPPARO precisa di ritenere opportuna una presa di posizione del Senato sui temi suddetti, prospettiva consentita dalla procedura in corso che prevede infatti la presentazione di una relazione all'Assemblea, con la quale la Giunta potrà formulare delle proposte precise su aspetti quali il rapporto tra la Commissione europea e il Consiglio, la questione della legittimità democratica, i procedimenti decisionali e il ruolo del Parlamento europeo, che costituisce uno degli aspetti più rilevanti.

Il presidente BEDIN rileva come un dibattito analogo a quello della Giunta sia in corso anche negli altri Parlamenti, taluni dei quali hanno assunto specifiche iniziative come i convegni europei organizzati, rispettivamente, dall'Assemblea nazionale francese e dal Parlamento belga. A tali eventi è seguita, lo scorso 6 novembre, una riunione dei Presidenti delle Commissioni specializzati negli affari comunitari organizzata a Roma dal presidente della XIV Commissione della Camera dei deputati, Ruberti, per discutere i temi della riforma delle istituzioni dell'Unione europea e della partecipazione dei Parlamenti. Tale riunione si è conclusa con la decisione di trasmettere una proposta elaborata dal Parlamento belga e una sintesi delle proposte formulate dal presidente Ruberti, quale elemento di discussione, alla prossima Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC), che si terrà a Vienna il 23 e 24 novembre, e alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea, che si terrà nella stessa città il 1° dicembre.
Rilevando come i suddetti appuntamenti consentiranno di approfondire il tema della partecipazione dei Parlamenti nazionali al processo di riforma delle istituzioni dell'Unione, il Presidente propone di chiedere l'audizione del ministro Dini o del sottosegretario Ranieri per acquisire elementi diretti di informazione sul Vertice di Portschach, che si è concluso senza l'adozione di un comunicato ufficiale.
L'oratore informa inoltre la Giunta che il Presidente del Senato ha dato la propria disponibilità ad ospitare un Convegno analogo a quello organizzato dalla Camera dei deputati, disponibilità che è stata comunicata ai rappresentanti degli altri Parlamenti in vista delle ulteriori iniziative che dovessero essere eventualmente assunte nell'ambito della COSAC.

Il senatore VERTONE GRIMALDI si associa alla richiesta di ascoltare il Governo rilevando, peraltro, che il Ministro degli affari esteri ha già avuto modo di soffermarsi sulle prospettive delle riforme istituzionali in occasione delle comunicazioni rese recentemente alla Commissione affari esteri del Senato.
Precisando di non voler assumere illegittimamente il ruolo di interprete del Ministro, l'oratore osserva come dalle suddette comunicazioni si desuma l'affermazione di un clima diverso in Europa rispetto al passato, caratterizzato dalla diversa situazione internazionale e dai nuovi equilibri politici affermatisi in Inghilterra, Francia, Italia e Germania. In sostanza emerge un orizzonte radicalmente trasformato, dove è meno pressante l'influenza del patto franco-tedesco, la cui sintesi veniva espressa in passato dal cancelliere Kohl, determinando una fase imperiale-carolingia. Nel nuovo scenario, che si presenta in modo più articolato e dove si manifestano maggiori disponibilità in ordine all'armonizzazione dei reciproci interessi nazionali, il Governo sembra muoversi con una impostazione meno ideologica rispetto a quella che contraddistingue i partiti italiani.
L'oratore sottolinea altresì come l'unica strada che assicuri legittimità democratica al processo di costruzione europea sia il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali - laddove le frequenti anticipazioni dell'Esecutivo di Bruxelles, presentate senza attendere l'indirizzo del Consiglio europeo, hanno talora determinato degli effetti negativi - ed esprime il proprio interesse per il dibattito che si svolge nella Giunta e nelle sedi europee.

La senatrice SQUARCIALUPI sottolinea l'esigenza di acquisire della documentazione sull'attività svolta dagli altri Parlamenti e sulle altre iniziative in corso. In relazione ai lavori della Giunta l'oratore ritiene più proficuo, in questa fase, svolgere l'audizione del dottor Vinci, già Consigliere per gli affari europei del Presidente del Consiglio Prodi nonché ex Segretario generale del Parlamento europeo, che rappresenta uno dei maggiori esperti sull'argomento, per ascoltare successivamente il Governo, quando la Giunta avrà già avuto modo di approfondire la materia.

Il senatore LO CURZIO si associa alla richiesta di ascoltare il dottor Vinci, figura di cui sottolinea l'esperienza e la competenza professionale.

Il presidente BEDIN condivide la proposta di ascoltare il dottor Vinci verificando se rivesta ancora incarichi amministrativi nell'ambito del Governo, altrimenti si dovrà procedere a deliberare una indagine conoscitiva. L'oratore ribadisce tuttavia l'esigenza di svolgere a breve termine l'audizione di un rappresentante del Governo sia per acquisire una più completa informazione sui risultati del Vertice austriaco sia per manifestare concretamente l'interesse della Giunta per una fattiva partecipazione al processo di riforma istituzionale.

La Giunta conviene sulla proposta del Presidente.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

IN SEDE CONSULTIVA



(3366) Deputati CORLEONE ed altri - Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche (Approvato dalla Camera dei deputati)

(3426) TAPPARO ed altri - Norme in materia delle minoranze linguistiche
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione. Parere alle Commissioni 1a e 7a riunite: favorevole)


Riprende l'esame rinviato nella seduta di ieri.

Il senatore TAPPARO prosegue l'intervento sospeso nella precedente seduta per illustrare la Raccomandazione n. 928 del 1981 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, sui problemi di educazione e di cultura posti dalle lingue minoritarie e dai dialetti in Europa, che, nella rispettiva relazione di accompagnamento, include fra le lingue esaminate il Piemontese. L'oratore consegna agli atti anche un ordine del giorno, approvato all'unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte, concernente la lingua piemontese e preannuncia la trasmissione di documentazione più dettagliata di carattere glottologico al relatore Nava ed al relatore nella Commissione di merito, Besostri.
Il senatore Tapparo ricorda come la lingua piemontese appartenga al ceppo romanzo, collocandosi a cavallo di due aree europee e caratterizzandosi per una sua propria specificità, e replica ad un precedente intervento del senatore Vertone Grimaldi sottolineando come le differenziazioni esistenti nell'ambito della lingua piemontese non impediscano l'individuazione di un carattere linguistico omogeneo, come si desume dalla letteratura e da dati tecnici glottologici.
L'oratore ribadisce altresì che la tutela delle specificità linguistiche regionali non risponde ad una logica municipalistica né favorisce l'anglicizzazione della lingua nazionale, la quale é ascrivibile ad altri fenomeni, ed auspica l'acquisizione del testo italiano della suddetta raccomandazione del Consiglio d'Europa.

Il senatore VERTONE GRIMALDI, prendendo atto che il dibattito attiene ormai ai profili di merito, ribadisce il proprio rammarico per la scomparsa della distinzione fra lingua, gergo e dialetto, chiara, peraltro, nei trattati che affrontano la materia, come quello di Humboldt, che precisa le relazioni fra gergo e movimento. Quanto più una lingua ristagna si assiste infatti allo sviluppo della produzione dei dialetti laddove la lingua esprime invece una spinta spirituale della cultura complessiva di un popolo, in grado di relazionarsi con altre culture. L'affermazione di un gergo è dovuta a sua volta a una forma di degradazione della cultura, chiusa in un determinato ambito geografico.
Tutto ciò che si concede ad un dialetto in termini di espressività lo si toglie alla lingua madre; per tale motivo l'oratore è contrario alla difesa dei dialetti ed esprime le proprie perplessità sulla qualità dell'approfondimento glottologico su cui si basa la raccomandazione Consiglio d'Europa citata. Rilevando come l'esplosione di talune forme di autonomismo abbia dato spazio a glottologi che si prestano a tesi poco ortodosse l'oratore rileva altresì talune involuzioni nell'uso della lingua introducendovi termini mutuati da lingue straniere, quali "ticketteria" anziché utilizzare, laddove disponibili, i corrispondenti termini italiani, in questo caso "biglietteria".
I dialetti, inoltre, non consentono legami con il mondo, per cui la perdita di una lingua è un fenomeno molto più grave rispetto al destino di un gergo dialettale. Si comprende pertanto perché una certa Europa di impronta carolingia abbia favorito l'impiego dei dialetti a livello locale onde favorire, come unica lingua veicolare, l'Inglese. L'oratore ribadisce tuttavia di comprendere l'esigenza di tutelare quelle che sono vere e proprie lingue minoritarie quale il Franco-provenzale o l'Occitano.
La senatrice SQUARCIALUPI condivide le osservazioni del senatore Vertone Grimaldi rilevando come la debole incisività dell'Italia in taluni organismi internazionali sia spesso legata alla scarsa padronanza dell'Inglese e del Francese da parte dei rappresentanti italiani. Osservando come i dialetti subiscano una continua evoluzione, conoscendo per motivi familiari il Friulano, l'oratore sottolinea che esiste il rischio di promuovere la conoscenza di lingue che non esistono più, che andrebbero peraltro tutelate come dei beni culturali, trascurando le lingue che servono per la partecipazione all'Europa. L'oratore esprime inoltre le proprie perplessità sull'articolo 4 del disegno di legge n. 3366, ritenendo inappropriate le disposizioni da esso recate sull'insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole materne, elementari e secondarie di primo grado.
La senatrice Squarcialupi sottolinea infine l'esigenza di tener presente la distinzione tra Consiglio d'Europa e Unione europea.

Il presidente BEDIN invita il relatore Nava a trarre le conclusioni del dibattito.

Il relatore NAVA ritiene che sotto il profilo della compatibilità con il diritto comunitario non si possa che esprimere un parere favorevole nel quale, tuttavia, potrebbero essere inserite in premessa talune delle considerazioni di merito emerse nel dibattito.

La Giunta, quindi, conferisce mandato al relatore a redigere un parere nei termini emersi.


La seduta termina alle ore 9,30