INDUSTRIA (10ª)

MERCOLEDÌ 25 OTTOBRE 2000
343ª Seduta

Presidenza del Presidente
CAPONI

        Interviene il sottosegretario di Stato per l’industria, il commercio e l’artigianato e per il commercio con l’estero De Piccoli.
        La seduta inizia alle ore 15,40.


PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazioni.

        Il sottosegretario DE PICCOLI risponde all’interrogazione n. 3-04041 del senatore Vegas precisando che in merito ai quesiti posti nell’interrogazione in esame, è necessario premettere che, con il decreto-legge 23 settembre 1994, n. 547, come integrato e modificato dalla legge di conversione 22 novembre 1994, n. 644, è stata disposta l’autorizzazione alla GEPI S.p.A. di impiegare fino a 350 miliardi a valere sulle disponibilità previste dall’articolo 5 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 149, convertito con modificazioni nella legge 19 luglio 1993, n. 237, per intervenire nelle aree alluvionate individuate con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 e del 29 novembre 1994.
        Successivamente, il 17 gennaio 1995, il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato ha emanato, in attuazione dell’articolo 9bis della legge n. 644 del 1994, il decreto ministeriale con cui sono stati definiti i criteri per la realizzazione degli interventi della GEPI nelle zone colpite dall’alluvione del novembre 1994.
        La GEPI, poi ITAINVEST S.p.A., ha realizzato, nel rispetto delle disposizioni soprarichiamate, 12 interventi per i quali sono stati complessivamente impegnati oltre 65 miliardi di lire.
        Osserva, peraltro, che l’importo fissato dalla legge n. 644 del 1994 rappresenta il limite entro il quale la società era autorizzata ad intervenire in deroga alla normativa vigente, e che non risultano pervenute ulteriori domande di intervento, rispetto a quelle già istruite, da parte degli imprenditori delle aree di cui ai predetti decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Inoltre, il 30 giugno 2000, è stata completata l’operazione di fusione della ITAINVEST S.p.A. in SVILUPPO ITALIA S.p.A., in attuazione di quanto previsto dal decreto legislativo 9 gennaio 1999, n. 1.
        Per quanto attiene alla eventuale disponibilità di ulteriori fondi da destinare alle aree gravemente colpite dall’alluvione dei giorni scorsi si osserva che, con il decreto legislativo 14 gennaio 2000, n. 3, all’articolo 1, comma 4-
ter, è stato disposto che «...per almeno un biennio i nuovi finanziamenti nazionali e comunitari assegnati a Sviluppo Italia sono preferibilmente impiegati nelle aree depresse dell’obiettivo 1». Pertanto, per disporre un diverso impiego delle risorse attualmente disponibili per gli interventi della società o di quelle che potrebbero esserle nuovamente assegnate è necessaria una apposita norma.
        Relativamente alle alluvioni dei giorni scorsi, si precisa che, intanto al fine di favorire il ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate, nonché la ripresa delle attività produttive ed il ripristino delle infrastrutture, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile – con Ordinanza n. 3090 del 18 ottobre 2000 ha disposto un piano di interventi urgenti diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi alluvionali ed ai dissesti idreogeologici che hanno interessato il territorio della Regione autonoma Valle d’Aosta, delle Regioni Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna.

        Il senatore VEGAS si dichiara parzialmente soddisfatto per la risposta del Governo e ringrazia la Presidenza della Commissione per aver posto tempestivamente l’interrogazione all’ordine del giorno. Osserva, peraltro, che, sulla base dei dati forniti dal sottosegretario De Piccoli, sono ancora disponibili fondi per 285 miliardi a cui si devono aggiungere gli interessi maturati fino ad oggi: si tratta di risorse abbastanza rilevanti che dovrebbero poter essere utilizzate secondo la finalità originariamente prevista. Invita, pertanto, il Governo ad adoperarsi affinché ciò accada, con riferimento alle necessità derivanti dalla recente alluvione che ha colpito le regioni del Nord. Per quanto riguarda l’esigenza di una modifica normativa, ritiene che occorrerebbe verificare se sia possibile intervenire in via regolamentare o se, invece, il Governo non debba proporre una disposizione di legge da inserire in uno dei provvedimenti concernenti i recenti eventi calamitosi.
        Il sottosegretario DE PICCOLI risponde all’interrogazione n. 3-03758 del senatore CAZZARO precisando che in data 3 maggio 1999, la società Galileo Industrie Ottiche S.p.A. è stata posta in liquidazione a seguito della constatazione del venir meno delle condizioni economico-patrimoniali in grado di consentire la continuità aziendale.

        Contestualmente, è stata interrotta l’attività produttiva ed è stata attivata la procedura per il collocamento in mobilità di tutto il personale. La procedura si è conclusa il 20 settembre 1999 senza che nessuno dei 115 dipendenti della società abbia impugnato il licenziamento nelle opportune sedi e nei termini di legge.
        In data 2 agosto 1999, i dipendenti della società hanno iniziato l’occupazione dello stabilimento di Marghera. L’occupazione degli impianti di Marghera da parte dei lavoratori è proseguita nonostante l’accordo sindacale sottoscritto, nel gennaio 2000, in vista dell’acquisizione del ramo Italia (gestito dalla Oftalmica Galileo Italia S.p.A.) da parte della Ital-Lenti S.r.l, che si è impegnata ad avviare opportune iniziative volte a risolvere parzialmente il problema occupazionale di Marghera ed anche, in seguito, al successivo perfezionamento della cessione della Oftalmica Galileo Italia S.p.A. e del marchio Galileo alla predetta società.
        Questa situazione non avrebbe consentito al liquidatore di accedere alla documentazione fiscale e contabile ed avrebbe determinato gravi impedimenti allo svolgimento della liquidazione (impossibilità di disporre dei beni aziendali tra cui macchinari, materie prime, semilavorati – alcuni dei quali deteriorabili – e prodotti finiti depositati all’interno dello stabilimento).
        Pertanto, il liquidatore della società, a causa del protrarsi dell’occupazione degli impianti, per ritornare in possesso dei beni aziendali, ha promosso azioni legali nei confronti dei tre ex rappresentanti sindacali.
        In data 13 luglio 2000, è stato raggiunto un accordo per la restituzione alla liquidazione dello stabilimento occupato. La reintegrazione in possesso dell’immobile è avvenuta ufficialmente il 27 luglio 2000. Sono state avviate, e sono tuttora in corso, le procedure per la vendita dei macchinari alla Ital-Lenti, che solo da alcuni giorni ha comunicato l’elenco dei macchinari di suo interesse per la ripresa dell’attività produttiva.
        Ritiene, quindi, che vi siano le condizioni per un esito positivo della vicenda e per un recupero, sia pure parziale, dei livelli occupazionali.

        Il senatore CAZZARO si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo. Dopo aver riconosciuto al senatore De Piccoli un particolare impegno nella definizione di una vicenda che si trascina da un tempo non breve, osserva che permangono alcuni effetti negativi derivanti dalla conduzione della gestione liquidatoria. Ricorda, in proposito, che recentemente il responsabile della liquidazione ha richiesto un cospicuo risarcimento ad alcuni lavoratori con un atteggiamento arrogante che, a suo avviso, dovrebbe essere censurato. L’aprirsi della liquidazione, peraltro, anche dopo l’utilizzazione di risorse finanziarie pubbliche, non può essere addebitata esclusivamente alla responsabilità dei soci di maggioranza: anche la partecipazione di minoranza pubblica non ha avuto, a suo giudizio, un comportamento sempre adeguato. Sarebbe, pertanto, utile un segnale da parte del Governo volto a promuovere, quanto meno, una conclusione accettabile della vicenda giudiziaria. Contestualmente, si deve vigilare affinché gli impegni assunti dai nuovi imprenditori siano mantenuti e non si accentui la penalizzazione, già registratasi, dell’area industriale di Marghera.
        Il sottosegretario DE PICCOLI risponde, infine, all’interrogazione n. 3-03971 dei senatori MACONI ed altri, rilevando che, in attuazione di quanto disposto dall’articolo 11 del D.M. 26 gennaio 2000, il Ministero dell’Industria ha predisposto una bozza di decreto concernente le modalità di gestione del fondo per il finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo di interesse generale del sistema elettrico nazionale. La bozza di decreto è stata inviata il 31 luglio ultimo scorso all’Autorità per l’energia elettrica e il gas, al fine di acquisire la prevista intesa, raggiunta la quale seguirà l’emanazione del provvedimento.

        La bozza di decreto definisce i criteri per l’organizzazione strutturale della ricerca di interesse generale per il sistema elettrico nazionale, le modalità per la selezione dei progetti di ricerca da ammettere alle erogazioni degli stanziamenti di cui al comma 1 dell’articolo 11 del D.M. 26 gennaio 2000, le modalità per il controllo dello stato di avanzamento e dei risultati finali dei progetti ammessi al finanziamento.
        In particolare, è prevista l’istituzione di un Comitato di esperti di ricerca per il sistema elettrico con il compito di elaborare le linee guida relative alle attività di ricerca, individuare le tematiche prioritarie e i relativi fabbisogni finanziari relazionando circa i risultati delle attività finanziate. La selezione dei progetti da ammettere a finanziamento è svolta operativamente attraverso una struttura di valutatori selezionati sulla base delle indicazioni definite dal Comitato di esperti.
        Il Ministero dell’industria è tuttavia consapevole che l’intera struttura organizzativa delineata dalla bozza di decreto è di non immediata attuazione e che gli inevitabili tempi tecnici per l’emanazione del primo bando di gara, sulla base del quale sono individuati i progetti da finanziare, possono comportare problemi di carattere societario al CESI. Per questo motivo, il Ministero sta definendo, d’intesa con l’Autorità, una soluzione transitoria tale da assicurare, per tutto l’anno 2000, la continuità delle attività di ricerca in corso presso il CESI, la cui interruzione potrebbe pregiudicarne i risultati finali, a danno del sistema elettrico nazionale.
        Si precisa, inoltre, che la mancata pubblicazione del D.M. entro i termini previsti non potrà pregiudicare, comunque, lo svolgimento di una apposita gara per il finanziamento delle attività di ricerca per l’anno 2001. Il CESI potrà partecipare a tale bando presentando proposte per le attività di ricerca che intende sviluppare nei prossimi anni e, qualora dovessero risultare coerenti con le tematiche di ricerca individuate dal Comitato di esperti, esse saranno finanziate per la parte non ancora realizzata.
        Dal canto suo, il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, interpellato in proposito, ha comunicato che il Programma Nazionale di Ricerca (PNR) è tuttora in via di elaborazione, e al riguardo il Ministro dell’Università ha già presentato al CIPE le linee guida del programma. Le proposte, che sono state recepite dal predetto Comitato nella seduta del 25 maggio 2000, indicano tra le azioni strategiche di natura strutturale da attuare per il raggiungimento degli obiettivi, come ricordato anche dai senatori interroganti, la creazione di centri di eccellenza per incentivare la riorganizzazione del sistema scientifico nazionale. Tra le aree scientifico-nazionali, considerate prioritarie dal progetto, è inserita anche l’area delle tecnologie inerenti l’energia. Il Ministero dell’Università ritiene, pertanto, per quanto di sua competenza, che con l’attuazione del Programma Nazionale di Ricerca (PNR) potranno essere definiti i soggetti e i finanziamenti da destinare ai settori indicati nel testo dell’interrogazione.

        Il senatore MACONI si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo. Ritiene positiva sia la soluzione a regime sia, in particolare, l’indicazione concernente la fase di transizione da cui possono derivare maggiori certezze per gli operatori e sulla base della quale è possibile porre fine alle voci che erano circolate su possibili scorpori di attività.
        Il presidente CAPONI dichiara esaurito lo svolgimento delle interrogazioni nn. 3-03971, 3-03758 e3-04041 iscritte all’ordine del giorno.
        
La seduta termina alle ore 16,10.