AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

GIOVEDÌ 31 OTTOBRE 1996


20a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
PORCARI

indi del Presidente
MIGONE

Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Toia.

La seduta inizia alle ore 15,25.

IN SEDE REFERENTE
(1335) Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative, fatto a Roma il 23 novembre 1994, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame)

Riferisce alla Commissione il senatore PIANETTA, il quale fa presente che l'accordo in esame, adottato in base all'articolo 43 dello statuto dell'ONU, è volto a creare in Italia una base logistica permanente per gli interventi umanitari e le azioni volte al mantenimento della pace. Negoziato durante la gravissima crisi di Bosnia, l'accordo è stato poi stipulato nel novembre 1994, nell'imminenza del biennio in cui l'Italia ha fatto parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
I responsabili delle Nazioni Unite espressero una preferenza per la base aerea di Brindisi, in considerazione della sua posizione strategica e anche perchè in tale sito vi erano già attrezzature idonee. Si è peraltro convenuto che una parte dei locali sarà ad uso esclusivo dell'ONU mentre la restante parte della base sarà a uso congiunto. I lavori di ristrutturazione dei locali a uso esclusivo sono, ai sensi dell'articolo 5 del memorandum, a carico delle Nazioni Unite ma dovranno essere eseguiti in conformità con le leggi e i regolamenti italiani.
Il relatore dà conto poi degli articoli del memorandum in cui si definiscono chiaramente gli scopi per i quali possono essere utilizzate le installazioni - operazioni di pace o umanitarie - e si disciplinano i privilegi e le immunità, nonchè le esenzioni da imposte e dazi applicabili alla base dell'ONU.

La senatrice SQUARCIALUPI chiede se è prevista l'assunzione di dipendenti italiani da parte delle Nazioni Unite nella base di Brindisi.

Il senatore RUSSO SPENA, rilevato che vi sono importanti elementi di novità rispetto al 1994, propone di rinviare l'esame del disegno di legge, poichè è tuttora aperto il dibattito sulla riforma dell'ONU e, in particolare, sulla creazione di uno strumento militare direttamente dipendente dal Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Il senatore ANDREOTTI, pur comprendendo le ragioni della proposta testè avanzata, invita il senatore Russo Spena a non insistere, poichè la mancata approvazione del disegno di legge sarebbe un segnale politico negativo sul piano internazionale. Tra l'altro il rinvio contrasterebbe con l'auspicio più volte rinnovato dalla Commissione che l'ONU sia dotata di tutti gli strumenti necessari agli interventi umanitari e alle azioni di pace.

Il presidente PORCARI si dichiara favorevole all'approvazione del disegno di legge per le argomentazioni addotte dal relatore e dal senatore Andreotti. In particolare, ritiene essenziale offrire alle Nazioni Unite un supporto logistico per gli interventi nel Mediterraneo orientale. Sottolinea infine che il memorandum non comporta alcun onere per le finanze pubbliche.

Il relatore PIANETTA precisa che può essere utilizzato nella base anche personale italiano. Fa presente poi al senatore Russo Spena che il disegno di legge è stato approvato dalla Camera dei deputati e che hanno già espresso un parere favorevole, nell'ambito del Senato, la 1a, la 2a, la 4a, la 5a e la 12a Commissione.

Il sottosegretario TOIA richiama l'attenzione del senatore Russo Spena sulle finalità del memorandum, chiaramente indicate nell'articolo 2, che esclude qualsiasi uso delle installazioni diverso dalle operazioni pace e dagli interventi umanitari. Ricorda poi che la scelta della base aerea di Brindisi è dovuta alla posizione strategica per la vicinanza all'area dei Balcani e al Mediterraneo orientale.

Il presidente PORCARI, rispondendo a una domanda del senatore JACCHIA, comunica che la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge con 311 voti favorevoli e solo 2 astenuti.

Il senatore RUSSO SPENA, rispondendo all'invito rivoltogli dal rappresentante del Governo, dichiara che esprimerà un voto favorevole e preannunzia che presenterà in Assemblea un ordine del giorno volto a evitare un'attuazione del memorandum non conforme agli indirizzi espressi in Parlamento.

Il senatore D'URSO dichiara che il Gruppo del Rinnovamento Italiano è favorevole al disegno di legge, che dà seguito a importanti decisioni già adottate, come l'insediamento dello Staff College dell'ONU nella città di Torino. Il memorandum in esame conferma altresì il coerente impegno dell'Italia a sostegno delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

La senatrice SQUARCIALUPI annunzia il voto favorevole del Gruppo della Sinistra democratica.

Il senatore VERTONE GRIMALDI dichiara che il Gruppo di Forza Italia voterà a favore del disegno di legge, rilevando che la discussione precedente dimostra che la generale frustrazione per la mancanza di dibattiti di politica estera si scarica nell'esame di provvedimenti che meriterebbero di essere approvati senza remore.

Il senatore JACCHIA, nell'annunziare il voto favorevole del Gruppo della Lega Nord, ribadisce che gli accordi internazionali dovrebbero essere ratificati a breve distanza di tempo dalla stipulazione.

Il senatore BOCO, pur comprendendo le perplessità del senatore Russo Spena, fa presente che si impone una rapida approvazione del disegno di legge per la priorità del sostegno alle operazioni di peace keeping rispetto a qualsiasi altra considerazione.

Il senatore RUSSO SPENA precisa che non ha nulla in contrario agli interventi di pace dell'ONU, ma la scelta della base aerea di Brindisi, dove già esiste una base Nato, può ingenerare una pericolosa situazione di confusione.

Il presidente PORCARI, prima di porre ai voti il mandato al relatore, assicura al senatore Vertone Grimaldi che si farà interprete presso il Presidente della Commissione della richiesta di dedicare un più ampio spazio ai dibattiti generali di politica estera nella programmazione dei lavori della Commissione.

La Commissione, all'unanimità, dà mandato al relatore di riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il senatore PORCARI, nel riferire al presidente Migone il precedente rilievo del senatore Vertone Grimaldi, auspica che sia la Commissione sia l'Assemblea possano in futuro dedicare maggior spazio ai dibattiti generali di politica estera.

Il senatore VERTONE GRIMALDI ribadisce che, in assenza di un dibattito sulle linee generali di politica estera, è inevitabile che si scarichino tensioni politiche nell'esame di disegni di legge per i quali non vi sono dissensi di sostanza.

Il presidente MIGONE ricorda che, da giugno ad oggi, la Commissione ha avuto numerose occasioni per discutere in maniera approfondita e appassionata le linee generali di politica estera. In particolare cita le comunicazioni del Governo svolte dal Presidente del Consiglio, dal ministro Dini o dal sottosegretario Serri, nonchè le comunicazioni del ministro Dini alla seduta congiunta delle Commissioni Esteri della Camera dei deputati e del Senato, svoltasi il 9 settembre, dalla quale sono scaturite indicazioni che il Ministro ha tenuto ben presenti nel suo intervento all'Assemblea generale dell'ONU. Ricorda altresì il recente dibattito sulla riforma del Consiglio di sicurezza svoltosi nell'Assemblea del Senato, nonchè la seduta congiunta con la 9a Commissione, già convocata per il 5 novembre prossimo, per le comunicazioni del Ministro dell'agricoltura sull'imminente Vertice mondiale sull'alimentazione. Per quanto riguarda l'attività legislativa, che non può essere trascurata, si deve dar atto al Governo e al Parlamento dell'impegno per l'esame dei numerosi accordi internazionali sottoscritti negli anni scorsi; tale situazione migliorerà senz'altro grazie all'iniziativa del ministro Dini che ha introdotto un silenzio-assenso nel concerto interministeriale.

Il senatore ANDREOTTI concorda con il presidente Migone circa i progressi nell'attività legislativa e propone, de jure condendo, che si imponga al Governo di presentare al Parlamento gli accordi internazionali entro trenta giorni dalla firma. Rilevato che i pregevoli dibattiti svoltisi in seno alla Commissione quasi mai hanno avuto l'attenzione della stampa, propone di chiedere alla Conferenza dei Capigruppo di dedicare ogni mese la prima seduta dell'Assemblea a un dibattito di politica estera.

Il senatore JACCHIA invita il Governo a trarre spunto dall'esame di numerosi accordi in materia di difesa per effettuare un'illustrazione complessiva e approfondita di tali accordi quando saranno discussi dall'Assemblea.

Il presidente MIGONE assicura ai senatori Andreotti e Jacchia che si farà interprete delle loro proposte nelle sedi competenti. Informa altresì di avere espresso le necessarie rimostranze per la generale disattenzione degli organi di informazione - compresi i servizi parlamentari della RAI - sulla seduta di ieri della Commissione, che è stata finora l'unica sede parlamentare in cui si è discussa la posizione dell'Italia sulla crisi in atto nello Zaire.
A tal riguardo fa presente che, dando seguito al dibattito svoltosi in quella seduta, ha chiesto al Presidente del Senato di autorizzare una missione di un ristretto gruppo di senatori nello Zaire e nei paesi limitrofi. Il Presidente ha ritenuto che non sussistano condizioni di sicurezza sufficienti per l'invio di una delegazione parlamentare nello Zaire orientale, ma si è dichiarato disponibile ad autorizzare una missione nelle capitali dell'Uganda, del Burundi e del Ruanda. Resta fermo che i senatori i quali desiderano effettuare altri viaggi a titolo personale potranno certamente farlo, tanto più che non si tratta di cercare facile pubblicità ma piuttosto di attirare la necessaria attenzione politica sulla drammatica situazione dei profughi del Ruanda.

Il senatore PORCARI concorda con il Presidente sull'opportunità di una missione nella regione dei Grandi Laghi e sottolinea la scarsa sensibilità dell'opinione pubblica italiana per la politica estera, anche a causa di una vera e propria diseducazione attuata negli anni dai mezzi di comunicazione.

Il senatore BOCO, premesso che vi è a suo avviso un accordo tra i principali Stati per non effettuare più azioni di pace nel continente africano, ritiene indispensabile che alcuni parlamentari italiani si rechino a Goma, nello Zaire, dove la situazione è talmente drammatica che tra qualche giorno la regione potrebbe non essere più accessibile. Occorre tener presente, tra l'altro, che in quell'area vi sono circa 200 italiani tra i missionari e i volontari delle organizzazioni non governative. Pertanto preannunzia che partirà in ogni caso per lo Zaire nella prossima settimana, pur dichiarandosi disponibile a partecipare a una eventuale missione nei tre Stati limitrofi.

Il senatore D'URSO propone che il senatore Boco effettui il viaggio da lui preannunziato come rappresentante del Senato e riferisca poi alla Commissione i risultati dei suoi incontri.

La senatrice SQUARCIALUPI rileva che un'eventuale missione dovrebbe essere effettuata immediatamente, poichè la crisi può precipitare da un giorno all'altro. Ritiene comunque indispensabile che la delegazione parlamentare si tenga in stretto collegamento con gli inviati dell'ONU e dell'Unione europea.

Il presidente MIGONE prende atto della decisione del senatore Boco e fa presente che essa non è incompatibile con una missione che potrebbe essere effettuata nei giorni immediatamente successivi da una ristretta delegazione di senatori, con il consenso del Presidente del Senato. È comunque fuori discussione che la decisione in materia competa alle autorità parlamentari, potendo il Ministero degli affari esteri esprimere solo un parere di carattere tecnico.

Il senatore PORCARI riferisce che l'ambasciatore d'Italia nel Vietnam si è fatto tramite della proposta di uno scambio di visite di delegazioni parlamentari avanzata dalle autorità di quel paese.

Il presidente MIGONE assicura che l'Ufficio di presidenza ne terrà conto nella programmazione dei lavori della Commissione.

IN SEDE REFERENTE
(1180) Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico, con Atto finale ed annessi, adottata dalla Conferenza dei plenipotenziari a Rio de Janeiro tenutasi dal 2 al 14 maggio 1966 e al Protocollo con atto finale fatto a Parigi il 9-10 luglio 1984 nonchè all'Atto finale ed al Protocollo con Regolamenti interno e finanziario fatti a Madrid il 4-5 giugno 1992, e loro esecuzione
(Esame)

Riferisce alla Commissione il senatore BOCO, il quale sottolinea l'estrema urgenza dell'adesione italiana alla convenzione e della conseguente partecipazione a pieno titolo all'ICCAT (Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi nell'Atlantico) cui attualmente partecipa soltanto come osservatore. L'Italia è uno dei maggiori produttori di tonno, ma, non facendo parte della Commissione internazionale, ne subisce le raccomandazioni senza poter contribuire alla loro formazione. Peraltro anche la Comunità europea ha chiesto di aderire all'ICCAT e incoraggia gli Stati membri che ancora non abbiano aderito a farlo il più rapidamente possibile, al fine di evitare una tutela inadeguata degli interessi dell'Europa.
Il relatore sottolinea poi l'importanza della Convenzione ai fini dello sfruttamento razionale dei tonni e delle specie affini, che negli anni '60 rischiavano addirittura l'estinzione, almeno nell'Atlantico. In considerazione dell'importanza di questa attività economica per l'Italia, appare indifferibile l'adesione all'ICCAT e, conseguentemente, il contributo alle sue spese, che sono ripartite in base alla quota nazionale sul pescato: per l'Italia tale quota è di poco inferiore al 10 per cento e, pertanto, l'onere per il 1996 è calcolato in 14,380 milioni di pesetas.

Il sottosegretario TOIA concorda con le considerazioni del relatore.

Il presidente MIGONE fa presente che le Commissioni consultate hanno espresso parere favorevole e che la Commissione bilancio ha segnalato l'esigenza che la definitiva approvazione del disegno di legge avvenga dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria.

La Commissione, all'unanimità, dà mandato al relatore di riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge.

(1341) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Emirati Arabi Uniti sulla promozione e protezione degli investimenti, con Protocollo, fatto ad Abu Dhabi il 22 gennaio 1995, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame)

Il relatore, senatore PIANETTA, osserva anzitutto che l'accordo in esame è del tutto analogo ad altri già stipulati, come quelli con l'Oman e il Kuwait, oppure in fase di negoziato con Stati dell'area del Golfo. Scopo di tali accordi per la promozione e la protezione degli investimenti è soprattutto di incrementare le relazioni economiche con quei paesi, che potrebbero attirare cospicui investimenti nel settore delle infrastrutture e delle costruzioni, nonchè dei beni di consumo a elevato contenuto tecnologico. Peraltro anche i capitali di tali paesi potrebbero trovare proficui impieghi in Italia, in un quadro di reciproche garanzie.
Sulla falsariga dello schema OCDE generalmente adottato, anche l'accordo in esame prevede la clausola della nazione più favorita, garanzie di risarcimento in caso di nazionalizzazione o espropri, il libero trasferimento dei proventi dei capitali investiti, nonchè le procedure di soluzione delle controversie che prevedono anche eventuali arbitrati. Peraltro tali garanzie sono particolarmente opportune nell'ambito degli accordi con i paesi islamici, ove vigono norme spesso consuetudinarie derivanti dalla legge coranica. La durata dell'accordo è di dieci anni, rinnovabili tacitamente, salvo che una delle Parti non notifichi espressamente l'intenzione di porre termine all'accordo stesso, con un anno di anticipo.
In conclusione il relatore sottolinea l'assenza di oneri finanziari e, anche in considerazione dei pareri favorevoli pervenuti dalle Commissioni consultate, raccomanda l'approvazione del disegno di legge.

Il sottosegretario TOIA ritiene opportuno procedere con sollecitudine alla ratifica dell'accordo in esame, che è volto a creare un quadro giuridico omogeneo per gli investimenti di imprenditori degli Stati contraenti, in ordinamenti giuridici assai diversi. Sottolinea poi che vi è un grande spazio per incrementare le relazioni economiche tra l'Italia e gli Emirati arabi uniti.

La Commissione, all'unanimità, dà mandato al relatore di riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge.

La seduta termina alle ore 17,10.