AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9ª)


MARTEDI’ 23 GENNAIO 2001
400ª Seduta


Presidenza del Presidente
SCIVOLETTO


Intervengono il sottosegretario di Stato alle politiche agricole, Nocera e, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il dottor Vincenzo Lenucci, responsabile dei rapporti internazionali della Confederazione generale dell'agricoltura italiana e l'avvocato Giorgio Buso, responsabile del servizio parlamentare della Confederazione generale dell'agricoltura italiana, il dottor Marco Foschini, responsabile delle relazioni internazionali della Confederazione nazionale coltivatori diretti e il dottor Andrea Fugaro, funzionario dell'area azione economica della Confederazione nazionale coltivatori diretti, il dottor Francesco Serra Caracciolo, responsabile dell'ufficio internazionale della Confederazione italiana agricoltori, il dottor Mauro Vagni, coordinatore del settore agricolo della AGCI/AGICA, il signor Giovenale Gerbaudo, Presidente della Confcooperative/Federagroalimentare e coordinatore tra le organizzazioni della cooperazione agroalimentare, la signora Fabiola Di Loreto, direttore della Confcooperative/Federagroalimentare e il dottor Adriano Gallevi, presidente dell'ASCAT-UNCI.


La seduta inizia alle ore 15,10.


IN SEDE REFERENTE

(4947) Conversione in legge del decreto-legge 11 gennaio 2001, n. 1, recante disposizioni urgenti per la distruzione del materiale specifico a rischio per encefalopatie spongiformi bovine e delle proteine animali ad alto rischio, nonché per l'ammasso pubblico temporaneo delle proteine animali a basso rischio.
(Esame e rinvio)

Riferisce alla Commissione il senatore PIATTI il quale richiama preliminarmente il dibattito svolto presso l'Aula del Senato che di recente ha definitivamente approvato il disegno di legge n. 4391 di conversione del decreto-legge n. 335/2000, recante misure per il potenziamento della sorveglianza epidemiologica della BSE, nonché l'importante audizione svolta in sede di Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi della Commissione agricoltura con il Commissario straordinario Alborghetti, oltre che i vari dibattiti svoltisi in ambito parlamentare.
Il relatore passa quindi ad illustrare le misure che il Governo e il Parlamento stanno assumendo per superare la grave crisi che ha colpito il settore zootecnico in generale. Il Governo ha nominato, per la gestione dell'emergenza BSE, un Commissario straordinario, dotandolo di poteri operativi e di coordinamento sulla base dell'articolo 11 della legge n. 400 del 1998. Tale incarico si caratterizza per il compito di coordinamento di una pluralità di interventi, che possono competere ai Ministeri della sanità, delle politiche agricole e forestali, dell'ambiente e del tesoro. In data 21 novembre 2000, è stato emanato il citato decreto-legge n. 335 (ora convertito con modificazioni nella legge n. 3 del 2001), con il quale si prevedono test su tutti i bovini oltre i trenta mesi, norme per il benessere animale e campagne di informazione rivolte ai consumatori, mediante specificazione dell'elenco delle materie a rischio da rimuovere, tenendo conto dei pareri espressi dai Comitati scientifici comunitari e in base al principio della maggiore cautela. Il relatore sottolinea quindi l'importanza delle successive iniziative assunte per accelerare l'anagrafe bovina e l'etichettatura delle carni, questioni che giudica decisive per ricostruire un rapporto di fiducia con il consumatore e per la trasparenza dei processi produttivi, nonché per la tracciabilità della provenienza degli animali e dei rispettivi allevamenti. Richiama infine quanto emerso nel corso dell'audizione informale del Commissario straordinario per l'emergenza BSE Alborghetti in relazione alla posizione delle regioni e all'esigenza di rendere operativo un sistema di certificazione non "cartaceo", in grado di consentire controlli efficaci sul patrimonio zootecnico e la sua mobilità, con l'obiettivo di arrivare ad includere gli stessi consumatori nella filiera produttiva.
Il relatore sottolinea poi come la sicurezza alimentare sia condizione indispensabile per la ripresa produttiva che in questi giorni ha toccato minimi storici. In tale contesto si iscrivono le scelte da compiere in relazione all'allevamento dove è stato rilevato il primo caso di BSE in Italia e quelle che le autorità sanitarie europee si apprestano a compiere sulla bistecca con l'osso: è essenziale, su tali questioni, agire in un'ottica europea per evitare comportamenti che possano ulteriormente disorientare l'opinione pubblica e favorire la concorrenza sleale. In questa direzione, il relatore ritiene necessario sollecitare l'adempimento, preannunciato dal presidente Prodi, dell'istituzione della Agenzia per la sicurezza alimentare europea, ricordando che lo stesso presidente Prodi ha annunciato che, nell'interesse dei consumatori e dei produttori, l'Unione europea non limiterà le risorse finanziarie necessarie.
A giudizio del relatore, occorre tutelare tutte le migliaia di imprese del settore che agiscono nel rispetto delle normative in vigore, posto che lo stesso mercato richiede l'osservanza di precise regole, a garanzia del bene comune. Osserva poi che il tema delle risorse finanziarie (50 miliardi già stanziati con la nuova legge finanziaria e i 150 miliardi previsti con il decreto all'esame) è questione, da riesaminare urgentemente, sia per assicurare l'uscita dall'emergenza, ma soprattutto per il futuro del settore: in questo contesto si colloca il decreto-legge all'esame, che si pone due importanti obiettivi: quello di intervenire per evitare le situazioni di rischio igienico-sanitario e di grave disagio per il sistema produttivo in relazione alle difficoltà per lo smaltimento dei rifiuti, cosiddetti "ad alto rischio" e quello di affrontare il rischio di blocco di alcune attività del settore nella produzione di farine a basso rischio, oggi non più utilizzabili per l'alimentazione animale (misure analoghe sono state assunte da altri paesi europei, come la Francia e la Spagna).
Passando ad illustrare il contenuto del decreto-legge, il relatore sottolinea come l'articolo 1 preveda la distruzione, mediante incenerimento o coincenerimento, del materiale definito ad alto rischio, che deve avvenire in impianti idonei e i cui titolari sono obbligati ad accettare il predetto materiale. L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura riconosce a tali soggetti che assicurano la distruzione dei prodotti un'indennità di lire 726.000 per tonnellata, coprendo in tal modo i costi relativi alla raccolta, al trasporto, al trattamento preliminare, all'incenerimento o coincenerimento, effettuati da imprese autorizzate, specificando che tale indennità è attribuita solo per i prodotti trasformati ottenuti dalle macellazioni effettuate nel territorio dello Stato, dalla data di entrata in vigore del decreto sino al 31 maggio 2001; i titolari degli impianti non potranno percepire altri compensi per lo svolgimento di tali attività. A parere del relatore, sono possibili, per quanto riguarda le valutazioni tecniche riferite ai commi 2 e 3, ulteriori puntualizzazioni segnalate anche dagli operatori del settore, oltre che dallo stesso Commissario straordinario. Il relatore chiede quindi al rappresentante del Governo se negli incontri tenuti da esponenti del Governo e dal Commissario straordinario con gli operatori del settore siano intervenute novità da segnalare alla Commissione anche allo scopo di formulare proposte emendative migliorative.
L'articolo 2 – prosegue il relatore - prevede che l'Agenzia provveda all'ammasso pubblico delle proteine animali trasformate e ottenute da materiali a basso rischio, fino al 31 maggio e fino al limite di 30.000 tonnellate; l'Agenzia individua quindi l'utilizzo di idonei magazzini, riconoscendone le spese e corrispondendo ai soggetti interessati l'erogazione di 490.000 lire per ogni tonnellata conferita ed una maggiorazione di prezzo di 245.000 lire per ogni tonnellata se il prodotto ha tasso proteico pari o superiore al 70 per cento e di altre 165.000 lire nel caso in cui esso sia pari o superiore all'85 per cento. L'articolo 3 prevede quindi che l'Agenzia possa avvalersi del Corpo forestale dello Stato e del reparto speciale dell'Arma dei carabinieri per garantire l'osservanza delle norme di cui ai precedenti articoli. Con l'articolo 4 si prevede che il Commissario straordinario del Governo disponga del potere di ordinanza per fronteggiare situazioni di emergenza, mentre l'articolo 5 stabilisce che l'Agenzia presenti al commissario del Governo e ai ministri competenti, ogni trenta giorni, una relazione sullo stato di attuazione degli interventi. L'articolo 6 prevede la copertura finanziaria degli oneri che ammontano a 150 miliardi per l'anno in corso; l'articolo 7, infine, stabilisce che per tali interventi il Dipartimento della protezione civile si avvale dell'Agenzia.
Conclusivamente osserva che si tratta di un decreto-legge molto importante, rispetto al quale auspica possa svilupparsi una serena discussione, che porti a perfezionamenti normativi in alcuni aspetti, in particolare segnalando l'opportunità di verificare la congruità dell'indennità prevista all'articolo 1, comma 2, e le norme di cui all'articolo 1, comma 3, e all'articolo 2, comma 5. Richiama inoltre le richieste avanzate da alcune associazioni di estendere le misure previste anche ai capi morti in stalla. Evidenziato poi il lavoro che moltissimi produttori hanno svolto e continuano a svolgere per garantire un sistema agroalimentare di qualità, il relatore sottolinea come sia decisivo, in questa fase, "smascherare" chi agisce mettendo in atto una concorrenza sleale, furbizie e interessi lobbistici al fine di far prevalere l'interesse generale, conclusivamente proponendo anche un rapido ciclo di audizioni.

Il presidente SCIVOLETTO, tenuto conto che alle 15,30 è previsto lo svolgimento di audizioni in relazione all'indagine conoscitiva in materia di allargamento, Millennium Round e partenariato euromediterraneo, propone di rinviare il seguito dell'esame, ricordando che, nell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, già convocato al termine della seduta prevista per domani alle ore 15, potrà essere valutato l'iter da definire per il disegno di legge in titolo e anche la proposta, testé avanzata dal relatore, di organizzare un breve ciclo di audizioni in relazione al provvedimento in esame.

Conviene la Commissione.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sul programma agricolo della Commissione europea in relazione alle prospettive di allargamento, del Millennium Round e del partenariato euromediterraneo: audizione dei rappresentanti della Confederazione generale dell'agricoltura italiana, della Confederazione italiana agricoltori, della Confederazione nazionale coltivatori diretti, della AGCI/AGICA, della CONFCOPERATIVE/Federagroalimentare, della LEGACOOP/ANCA e dell'UNCI/ASCAT.

Riprende l'indagine conoscitiva sospesa il 18 gennaio.

Il dottor SERRA CARACCIOLO, sottolineata preliminarmente la sinergia dei vari temi oggetto dell'indagine, fa rilevare come il negoziato di Seattle abbia fatto registrare per l'Italia la presenza anche del Ministro dell'agricoltura italiano che ha attivamente partecipato alle trattative unitamente al responsabile politico del commercio. Prendendo quindi in considerazione la proposta di accordo agricolo formulata a Seattle, va, a suo avviso, sottolineato positivamente il rilievo e le significative convergenze che hanno conseguito le principali proposte avanzate dalla delegazione italiana; in particolare richiama l'attenzione sul riconoscimento internazionale dei prodotti tipici a denominazione protetta per impedire le contraffazioni e come elemento significativo di una regolamentazione del mercato globale orientata a rendere riconoscibile la qualità dei prodotti e promuovere una leale informazione ai consumatori.
Osserva quindi che, a livello internazionale, la politica agricola comune è stata oggetto di molte critiche che, in particolare, hanno riguardato le restituzioni all'esportazione, misura di sostegno alla cui soppressione si oppone con grande forza la Francia, che è uno dei paesi maggiormente beneficiari di tale tipo di interventi: a tale riguardo ritiene che l'Italia, che pure ottiene dei benefici da tale misura, potrebbe comunque svolgere un ruolo attivo per una positiva modifica, "portando a casa" significativi risultati per le produzioni nazionali, anche in relazione ai criteri della multifunzionalità, che contrassegnano le recenti evoluzioni delle politiche agricole comunitarie.
Quanto poi al tema dell'allargamento, pur se è condivisibile la prospettiva politica in cui la proposta viene presentata, ritiene che ne vada valutato attentamente il profilo economico, che appare significativo, evitando in particolare che i maggiori costi connessi a tale opzione siano posti a carico del comparto primario. In particolare osserva che non è accettabile alcun arretramento rispetto a quanto deciso a Berlino e che dunque vanno contrastati eventuali tentativi di porre i costi dell'allargamento a carico dell'agricoltura (come già è recentemente avvenuto per gli interventi di emergenza per il Kossovo). Sottolinea l'esigenza di realizzare un effettivo riequilibrio della PAC rispetto ai prodotti mediterranei, che non possono essere esposti a ulteriori penalizzazioni, il che chiama in causa tutte le tematiche relative al partenariato euromediterraneo, su cui si sofferma brevemente, richiamando anche il prossimo impegno di una conferenza euromediterranea, che è programmata per il mese di giugno, ricordando infine come con tali paesi della sponda Sud del Mediterraneo siano stati realizzati (almeno per alcuni settori merceologici e produttivi) scambi di know how e specifici progetti e programmi di intervento.

Il dottor Marco FOSCHINI dichiara di convenire con l'intervento testé svolto ed in particolare, in relazione alle trattative per il WTO, sottolinea che va sostenuta la posizione negoziale dell'Unione europea in relazione ai confini del negoziato con riferimento anche ai non trade concerns. Richiama peraltro le implicazioni non positive che potrebbero derivare dai lavori in corso della Commissione della FAO relativa al Codex Alimentarius, nel cui ambito le denominazioni di origine protette corrono il rischio di non ottenere adeguati riconoscimenti. Conviene quindi con la posizione dianzi espressa in relazione all'esigenza di rivedere i sussidi all'esportazione (che sono idealmente indifendibili nello scenario internazionale), richiamando l'importanza dell'approccio favorevole a riconoscere la multifunzionalità delle aziende agricole. Si dichiara infine convinto che le prospettive di revisione della PAC e la sottolineatura di tematiche quali la sicurezza alimentare, la qualità, la tipicità non possano in alcun modo portare verso uno smantellamento della spesa a favore del comparto primario.

Il dottor Andrea FUGARO richiama l'attenzione della Commissione sulla circostanza che di fatto l'allargamento dell'Unione europea è in fase di realizzazione, come dimostra la recente approvazione dei dieci programmi di sviluppo rurale a favore dei paesi PECO, che (attraverso il programma SAPARD) ricevono complessivamente 520 milioni di euro per interventi di carattere strutturale, di sostegno allo sviluppo e per favorire l'adeguamento normativo. Fa quindi osservare che la Coldiretti ha svolto un'analisi sui contenuti dei dieci programmi dianzi richiamati, verificando la diversità delle condizioni strutturali che caratterizzano i paesi PECO candidati ed osserva che le tematiche dell'allargamento dell'Unione, se certo richiedono una revisione del quadro di riferimento, chiamano in causa anche l'esigenza di politiche strutturali e di sviluppo rurale complessive.

Il dottor Vincenzo LENUCCI, in relazione ai negoziati del WTO, osserva come rispetto all'esito registratosi a Seattle il negoziato è comunque ripartito nel corso del 2000 e formula l'auspicio che si possa concludere entro il 2002 (alla luce anche dell'avvicendamento in corso nella Amministrazione americana), anche per una maggiore concordanza con le linee di evoluzione della PAC. Quanto poi all'approccio al negoziato WTO richiama la posizione della UE, che si è espressa favorevolmente ad un round negoziale che abbracci non solo i temi dell'agricoltura e dei servizi ma tutti i settori. In particolare ricorda che le tematiche relative alla protezione dell'agricoltura comunitaria riguardano i capitoli della riduzione delle tariffe, dei sostegni e dei sussidi all'esportazione: sulla politica delle tariffe, se è inevitabile (come già avvenuto a Marrakech) una richiesta di riduzione, è auspicabile che prevalga il criterio della flessibilità nel nuovo accordo sul commercio, piuttosto che la richiesta, pure avanzata, di una riduzione omogenea ed automatica; quanto poi al sostegno all'agricoltura ritiene condivisibile la posizione emersa a livello comunitario favorevole alla conservazione delle varie "scatole" e, in tale prospettiva, ritiene che l'assetto della PAC emerso dopo l'accordo di Berlino sia da difendere, mentre richiama le implicazioni della richiesta, che appare scontata, di una riduzione dei sostegni alle esportazioni. Ricorda poi le richieste avanzate, in tema di commercio internazionale, dai paesi in via di sviluppo che possono, pur se condivisibili almeno in linea di principio, rischiare di determinare squilibri di mercato, e ricorda la proposta recentemente avanzata dalla Commissione di una riduzione tariffaria per i prodotti provenienti da tali paesi, proposta da valutare con cautela, mentre invita a riflettere sulla circostanza che gli altri temi posti dall'Unione europea non risultano ancora essere stati messi in agenda.

Il signor Giovenale GERBAUDO, parlando a nome degli organismi della cooperazione e preannunciata la presentazione di un documento, sottolinea l'ineludibilità del processo di allargamento dell'Unione europea in un contesto di continuità di valori riaffermati anche durante la recente conferenza di Nizza dove, peraltro, sono emerse le remore di alcuni Stati membri in merito a tale integrazione politica. L'agricoltura europea deve mantenere la sua identità formatasi nel corso della storia dell'Unione ed arricchitasi dei valori della multifunzionalità, della tutela del territorio e della sicurezza alimentare. La differenza nelle situazioni di partenza tra i diversi Paesi giustifica la decisione di procedere all'allargamento anche mediante fasi transitorie. Sul tema del Millennium Round sottolinea come, nel quadro di tali negoziati, sia necessario difendere l'identità agricola europea, garantendone lo sviluppo equilibrato e il ruolo sul mercato mondiale anche in virtù della crescente importanza di questioni cruciali quali l'occupazione rurale, l'ambiente e la qualità degli alimenti. Risulta necessario, quindi, che alcune questioni come la multifunzionalità, la protezione delle indicazioni geografiche e la tutela dei principi di precauzionalità nell'introduzione degli OGM e della tracciabilità completa dei prodotti costituiscano parte integrante del processo negoziale. Sul tema del partenariato euromediterraneo, preliminarmente osservato che la percentuale di popolazione dedita all'agricoltura nei Paesi mediterranei raggiunge livelli più elevati di quelli europei e la forte concorrenzialità delle relative produzioni, (ortofrutta, vino, olio) evidenzia la necessità che il Governo italiano concordi con i Paesi MEDA scambi ed informazioni relativi a programmi colturali e varietali in modo da evitare impatti vicendevolmente distorsivi negli scambi commerciali.


I senatori pongono alcune questioni.

Il senatore MURINEDDU, preliminarmente osservata la coincidenza di considerazioni ed obiettivi tra le varie organizzazioni, chiede se analoga omogeneità di opinioni prevalga in sede di scambio di informazioni tra le associazioni consorelle di altri Stati.

Il senatore CUSIMANO, dichiaratosi d'accordo con la gran parte delle considerazioni testè svolte dai rappresentanti delle associazioni nella loro veste di portatori degli interessi dei produttori, evidenzia come il ruolo dei rappresentanti politici si estenda al più ampio spettro degli interessi generali delle comunità locali. Dalle considerazioni riferite emerge il particolare stato di sofferenza in cui versa una larga parte della comunità dei produttori agricoli nazionali in conseguenza di una politica comunitaria ancora carente sul fronte del necessario riequilibrio tra le produzioni e poco attenta ai temi della difesa della qualità delle produzioni nazionali, come dimostrano le recenti vicende relative alla tutela della provenienza geografica dei prodotti olivicoli. Da ultimo, rilevato il consenso raggiunto in seno alla Commissione su tali tematiche, formula ai rappresentanti delle associazioni l'invito e l'esortazione ad intraprendere iniziative comuni su tali temi.

Il senatore BUCCI, rilevato come la problematica dell'allargamento si trovi inserita nell'ambito di prospettive finanziarie comunitarie vincolate dal rispetto dell'invarianza della contribuzione dei singoli Paesi al bilancio comunitario, sottolinea l'inconciliabilità di tale circostanza con il permanere di un costante livello di risorse da destinare alla politica agricola comunitaria, chiedendo conseguentemente quanto sia plausibile prospettare un aumento della contribuzione dei singoli Paesi al bilancio comunitario al fine di sopperire all'aggravio di risorse necessarie a finanziare l'allargamento.

Il presidente SCIVOLETTO dà quindi la parola per le repliche.

Il dottor SERRA CARACCIOLO, rilevato come esista una costante attività di confronto e di scambio di informazioni tra le associazioni agricole di vari Paesi nel seno dei relativi organismi internazionali, sottolinea come spesso prevalgano in sede comunitaria gli interessi dei più forti schieramenti continentali.

Il signor GERBAUDO, in risposta alle considerazioni del senatore Cusimano ed evidenziato come l'Italia meridionale abbia subito un trapasso brusco da una situazione di relativa protezione ad un progressivo smantellamento dei meccanismi di difesa delle produzioni agricole, ritiene necessario valutare l'opportunità di prevedere una adeguata fase transitoria ovvero un regime di preferenza comunitaria. Sul tema del valore aggiunto delle produzioni, osservato come appare difficile competere sul mero piano dei costi di produzione, sottolinea la necessità di puntare su una politica fondata sulla qualità e visibilità dei prodotti unitamente a forme di sostegno delle esportazioni e di sviluppo della logistica a supporto, in particolare, delle produzioni dell'Italia meridionale.

Il dottor LENUCCI, in risposta alle osservazioni del senatore Bucci, rileva come la sua organizzazione abbia chiesto un aumento delle contribuzioni nazionali anche al fine di fronteggiare le emergenze conseguenti all'epidemia di BSE. Sul tema del partenariato euromediterraneo sottolinea come i Paesi in via di sviluppo presentino un atteggiamento di chiusura aprioristica sul tema degli standards di produzione intesi in senso ampio, denunciandone il contenuto implicitamente protezionistico.

Il dottor Andrea FUGARO rileva infine che, nell'ambito del partenariato euromediterraneo, se è vero che sono rilevanti gli accordi internazionali ancora vigenti, l'attenzione va preliminarmente dedicata al riequilibrio della PAC, convenendo sull'opportunità di puntare sui miglioramenti qualitativi, sulla tipicità e, in particolare per il Sud, sulla logistica.

Il PRESIDENTE, nell'invitare tutti gli intervenuti a far pervenire eventuali ulteriori documentazioni scritte, dichiara conclusa l'odierna procedura informativa.


La seduta termina alle ore 16,45.